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Autore: KuromiAkira    24/02/2013    3 recensioni
- Non è per il fatto che sembri una donna. È proprio come ti comporti - gli spiegò, mentre cercava di calmare la bambina.
Midorikawa fissò l'uomo, intuendo che, questa volta, non lo stava prendendo in giro. - Come mi comporto? - chiese poi, arrossendo imbarazzato.
- Come una madre, intendo. -
[HiroMido + nuovo personaggio + comparsa di vari personaggi, tra cui Fuyuka Kudou]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Camelia/Fuyuka, Jordan/Ryuuji, Nuovo personaggio, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si trattenne fino alla fine della conversazione. Poi chiuse la chiamata, si mise il cellulare in tasca e, finalmente, poté lasciarsi andare a un lungo e sconsolato sospiro.
Possibile che non ci fosse mai un po' di pace?
Midorikawa era sempre stato consapevole che lavorare come segretario alla Kira Company non sarebbe stato facile e che di tempo libero ne avrebbe avuto ben poco.
Ma, che diamine, anche nella pausa pranzo dovevano chiamarlo?
Rassegnato, accelerò il passo lungo il marciapiede della strada -di solito usava la macchina di Hiroto, anzi, più precisamente, di solito pranzava con Hiroto. Ma in quel momento la stava usando proprio l'uomo dai capelli rossi dato che era dovuto andare altrove a causa di una riunione- per avere almeno la certezza di poter mettere qualcosa sotto i denti prima di tornare a lavoro, quando un rumore sospettosamente vicino lo costrinse a fermarsi.
Un pianto. Il pianto di un neonato, più precisamente. In una stradina in cui, escludendo un paio di veicoli ogni tanto, non stava passando nessuno.
Ryuuji si guardò attorno e, nel notare a pochi metri da lui dei cassonetti dell'immondizia, e dopo aver capito che il suono proveniva proprio da lì, una familiare consapevolezza lo invase improvvisamente e, dimenticandosi della fretta, deviò per controllare.
Il pianto era sempre più forte e, pareva, persino disperato, sebbene appartenesse sicuramente a un infante.
E, esaminando per qualche secondo il posto, Midorikawa capì ben presto perché: dietro alcuni sacchi pieni di rifiuti, accuratamente nascosto agli occhi altrui, si trovava un sacchetto di plastica blu, dentro cui si agitava un neonato sicuramente di poche ore di vita.
- Oddio! - esclamò il ragazzo dai capelli verdi, affrettandosi a sciogliere il nodo.
L'infante, che poi era una bambina, come ebbe modo di notare immediatamente Ryuuji dato che la poveretta era completamente nuda, continuò a piangere, completamente rossa in volto.
Immediatamente dopo Midorikawa si ritrovò a correre verso l'ospedale, che per fortuna non era molto lontano da dove si trovava in quel momento, con in braccio la bimba avvolta nella sua giacca, incurante degli sguardi curiosi e interdetti dei passanti.

- Sei sicuro di voler rimanere qui, Midorikawa-kun? Non hai ancora pranzato, vero? - domandò, con la sua solita gentilezza, Kudou Fuyuka, infermiera nell'ospedale di Inazuma-cho, porgendogli un bicchiere di caffé preso alle macchinette.
Il ragazzo, seduto alla sala d'attesa già da quindici minuti, ringraziò e accettò la bevanda di buon grado. - Non preoccuparti. Non credo riuscirò a mangiare fino a che non saprò le condizioni di quella bambina - le rispose.
La giovane donna gli sorrise. Non conosceva i particolari, ovviamente, ma sapeva che l'amico era orfano, quindi non si stupì della premura del ragazzo verso una neonata chiaramente abbandonata.
- Sono certa che andrà tutto bene. Non sembrava essere lì da molto tempo - cercò di rassicurarlo Fuyuka.
Midorikawa annuì poi, osservando il bicchiere di plastica tra le sue mani, fece una leggera smorfia. - Mi chiedo che bisogno c'era di metterla in una busta. Potevano lasciarla altrove, in modo che qualcuno la rtrovasse - mormorò, stizzito. - Invece volevano che morisse, l'avevano addirittura nascosta dietro gli altri sacchi! -
Kudou lo guardò, triste, poi gli sorrise. - Sicuramente se la caverà. Tranquillo - mormorò, poggiandogli la mano su una spalla.
Ryuuji annuì e rimase lì, anche quando l'infermiera dovette allontanarsi.
Nessuno gli disse nulla per altri lunghissimi minuti finché, infine, dovette tornare a lavoro, non prima di essersi fatto promettere da Fuyuka di essere avvertito appena ci fossero state novità.
Era appena uscito dall'ospedale, quando Hiroto lo chiamò per sapere che fine avesse fatto.
- Sto arrivando - affermò immediatamente lui, appena si fu portato il cellulare all'orecchio, camminando a passo veloce per i marciapiedi. - Scusa il ritardo, ero in ospedale. No, no, io sto bene. Ti spiego dopo, va bene? - specificò, dirigendosi verso l’ufficio.
Midorikawa era certo che quello sarebbe sicuramente stato un lungo pomeriggio.

- Tieni - esalò Hiroto, porgendogli una scatola del pranzo appena comprata dal supermercato.
- Non ce n'era bisogno, davvero - si oppose nuovamente Ryuuji, anche se ormai era troppo tardi.
- Non ti faccio lavorare, se prima non mangi - lo informò il capo, sedendosi alla propria postazione e aprendo il contenitore del suo pasto. - E poi, dato che mi sono liberato da poco, avrei dovuto mangiare anche io. Anche se odio farlo in ufficio e in tutta fretta - commentò, facendo una leggera smorfia di fastidio.
- Mi dispiace, normalmente sono io a prendere il pranzo a te. -
- Non ci pensare. Piuttosto, possibile che in più di venti minuti nessuno ti abbia detto nulla di quella bambina? – domandò, interessato. Si era quasi spaventato, quando il segretario gli aveva detto di essere stato in ospedale. Di solito pranzavano insieme e, benché non fosse un tipo paranoico, aveva avuto paura che proprio quel giorno gli fosse successo qualcosa.
Quando però Midorikawa gli spiegò la situazione, lui si era tranquillizzato solo in parte. Era orribile quello che era accaduto a quella neonata e poco gli importava se il fidanzato fosse arrivato tardi a lavoro.
Ryuuji scosse la testa, triste. - Sono un po' preoccupato - confessò, poggiando il gomito sulla superficie di legno e reggendosi la testa con la mano. - E non riesco a non pensare al fatto che quella poveretta sia stata messa in un sacco. L'hanno buttata via, nemmeno fosse spazzatura! - esclamò, furioso.
Kira fissò il fidanzato, ben consapevole di quanto certe cose lo turbassero. E non poteva non capire ciò che provava. D'altronde, loro erano cresciuti in un orfanotrofio dove arrivavano davvero troppi bambini abbandonati dai genitori.
Erano particolarmente sensibili a certe cose, e immaginava benissimo quanta rabbia stesse provando Midorikawa in quel momento, per aver trovato una bambina non soltanto abbandonata, ma persino messa in un sacco a soffocare.
- Dopo il lavoro andiamo a trovarla - mormorò dolcemente Hiroto, sorridendogli. - Quindi, per il momento, cerca di mangiare. Non abbiamo impegni particolarmente gravosi, questo pomeriggio. Vedrai che passerà in fretta. -
Ryuuji annuì, riconoscente, e cercò di dargli ascolto.

Erano effettivamente rari pomeriggi lavorativi così leggeri. A parte le solite mansioni di routine, infatti, Midorikawa non ebbe da svolgere faccende urgenti o importanti. E fu libero, quindi, di avere in parte la mente altrove, in piena ansia.
Fuyuka aveva promesso di fargli uno squillo, nel caso avesse saputo qualcosa. Ormai erano passate ore, possibile che quella bambina stesse così male?
Ryuuji sperò che la donna fosse semplicemente stata troppo impegnata per avvertirlo delle novità.
Infine, quando ormai lui e Hiroto si stavano preparando per chiudere tutto e andare all'ospedale, il cellulare del segretario, sempre rimasto a portata di mano, squillò.






Note finali: Si, lo so, ho già due long in corso. Ma questa è corta e, stavolta, sono certa che saranno solo tre capitoli (perché li ho già scritti anche se, naturalmente, gli altri due devo correggerli per bene.)
E nulla, quando mi viene l'ispirazione non riesco a non provare a mettere giù lo scritto. Poi spesso non riesco a combinare nulla e scarto l'idea, ma ogni tanto, invece, riesco a finire tutto e a pubblicare. XD
Questo primo capitolo è un po' corto ma gli altri due saranno più lunghi.
Spero vi incuriosisca. Nel prossimo capitolo, oltre a Fuyuka, appariranno anche altri personaggi.
See ya!
Kuromi.
  
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