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Autore: hangover    24/02/2013    3 recensioni
[...] "E tu cosa mi dai in cambio se scendo?" Chiese Harry con un pizzico di malizia nello sguardo.
"Ehm...un bacio?"
"Uno non mi basta. Ne voglio almeno mille."
"Mille? Ma mille baci una persona non puó darli neppure se passasse tutta la vita a non fare altro!"
"Iniziamo da ora. Chi ti dice che non avrai tutta la vita per darmi i restanti 999?"
Contenuti Larry e Ziam con accenni Zouis. Se il genere non vi piace, state alla larga.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Harry:       

Se avessi dovuto definire con una sola parola quel festino avrei detto di sicuro chiassosa. Ragazze e ragazzi che urlavano, schiamazzavano, ridevano, il tutto accompagnato dalla musica assordante. Ce n’era una in particolare che non faceva altro che seguire me e Louis: non era brutta, ma aveva la voce strascicata, come se fosse ubriaca. “Lei è la famosa Leah Millard” mi sussurrò Louis indicandomela con il capo. Mio Dio, non se ne sarebbe andata neppure se l’ avessi costretta con una pistola alla tempia di farlo. Volevo rimanere da solo con Lou e quella lì di sicuro non me l’avrebbe impedito.
“Ehi, ciao. Tu sei Leah, giusto?” le dissi all’improvviso mentre lei stava fissando me e Louis con uno sguardo da maniaca. Ridacchiò e poi disse di si.
“Bene, perché c’era un tipo che chiedeva di te. Ha detto che sei molto carina” iniziai a mentire spudoratamente. Le si illuminarono gli occhi ed iniziò a barcollare nella stanza in cerca di questo fantomatico tizio. Benissimo, me l’ero tolta dalle palle. Adesso dovevo trascinare Louis in un posto appartato. Camera di Liam: occupata. Lo stesso quella del fratello e dei genitori. Il solo posto che sembrava essere vuoto era un piccolo bagno, vicino lo studio del padre di Liam. Entrammo nella stanzetta ridendo come due cretini. Accesi la luce e chiusi la porta a chiave.
“Sai dire davvero le bugie, Styles” disse Louis ridacchiando e mettendomi le braccia attorno al collo.
Lo baciai. Era irresistibile quando mi guardava con quegli occhi azzurrissimi. Poi mi staccai e aggiunsi: “non è la sola cosa che so fare” con tono malizioso.
“Beh, di sicuro non sai cercare bei posti per stare da soli” affermò lui mentre iniziava a torturarmi il collo con baci e morsi.
“Ehi, non ho trovato nulla di meglio,genio!” gli dissi contrariato, ma comunque facendolo continuare a starmi vicino.
“Dai, stavo scherzando! L’importante è che siamo io e te soli, il posto non conta” sostenne abbassando la voce. Quando disse “io e te soli” ebbi come una strana sensazione. Era come se lo stomaco avesse inghiottito il cuore, lasciando al suo posto un enorme buco. Non seppi dire se era una bella o una brutta cosa. Se da una parte mi sentivo leggero, come se tutti i problemi si fossero risolti all’improvviso con quelle parole, dall’altra sentivo un boato provenirmi dal cervello che mi ricordava chi era il vero Harry Styles. A quel punto, non ero nemmeno più molto certo su chi fosse o cosa volesse il vero Harry Styles. Mi sentivo la sua lingua calda muoversi sul mio collo, le sue mani cercare le mie, il suo respiro solleticarmi la pelle, le sue ginocchia premere contro le mie: e tutto questo non faceva altro che spalancarmi le infinite porte del dubbio e dell’indecisione. Io ti detestavo, Louis Tomlinson. Si, con tutto me stesso. Perché non eri come gli altri. Tu mi facevi pensare, riflettere, rimuginare mille volte su una cosa. Gli altri no, invece. Loro mi facevano agire: li volevo e me li prendevo. E tu? No, tu no! Eri sempre lì, con quegli occhi meravigliosamente dolci, che mi ricordavi incessantemente che tu non eri come gli altri. Io ti odiavo. Perché mi facevi capire che oltre un corpo, io possedevo anche un cervello e soprattutto un cuore. Un cuore che batteva come non mai ogni volta che mi abbracciavi o che mi parlavi. Si, Louis Tomlinson. Eri diventato la mia fantastica rovina.
“Lou, fermati” gli dissi all’improvviso.
“Che c’è?” fece lui un tantino contrariato.
“Ti prego, guardami”. Gli presi il viso tra le mani e me lo misi di fronte. Non avevo visto nulla di più bello in tutta la mia breve vita. Glielo domandai quasi supplicandolo, come fa un tossico dipendente quando chiede la sua dose di droga.
“Lo sto facendo” rispose con un tono di voce a metà tra il terrorizzato ed il curioso.
“Cosa vedi, Lou?”
“I tuoi occhi. E sono più belli che io abbia mai visto” sostenne con un sorriso, mentre con le dita mi accarezzava il labbro.
“Nient’altro?”
“Niente.”
“Guarda bene. Vedrai che c’è una cosa che ti sfugge.”
“No, Hazza. Vedo solo te ed il verde dei tuoi occhi. E mi piace.” Fece per baciarmi, ma lo interruppi. Avevo bisogno dei sui occhi molto di più che della sua lingua.
“Possibile che non ti accorgi che il mio sguardo cambia quando sono con te? Non ti rendi conto di quello che mi stai facendo?!?”. Dissi tutto quasi urlando. Mi stavo incazzando: possibile che non capiva cosa succedeva nella mia mente? E che la causa di tutto era lui?
Aveva paura. Iniziò a sbiancare e a deglutire. “I..io…no…cioè, se ti sto facendo qualcosa di male…ecco,m…mi dispiace…”
Mi accorsi che forse lo avevo intimidito un po’ troppo. Lo avvicinai di più a me e lo strinsi. Poi gli sussurrai: “Non mi stai facendo male. Tu mi stai salvando. Mi stai salvando da me stesso.”
Alzò lo sguardo. Aveva gli occhi arrossati; probabilmente stava per piangere e la cosa mi fece sentire maledettamente in colpa. Gli baciai la fronte e poi le palpebre. Non avrei mai potuto fargli del male, mai. Era vero: mi aveva dato una possibilità. Tutti si erano sempre lasciati influenzare dalla mia reputazione. Lui no. Nonostante tutto, mi aveva raccolto tra le sue braccia e mi aveva mostrato che davvero teneva a me. Mi sentii irrimediabilmente colpevole quando mi venne in mente che inizialmente ero intenzionato a portarmelo a letto e scaricarlo. Non se lo meritava. No, Louis. Io non ti odiavo. Io ti ero debitore. Ma non avevo nulla di meglio da offrirti che me, con tutti i miei limiti ed i miei difetti.
Finalmente gli permisi di baciarmi. Sentivo le lacrime salate colargli dagli occhi e andare a scivolare sulle mie guancie.
Mi staccai e gli pulii il viso con la mano. Singhiozzava sommessamente, ma appena mi vide sorridere si calmò.
“Sei uno stronzo, Harry” disse mentre tirava su col naso.
“Hai ragione. Scusami se ti ho fatto piangere”
“Sono orrendo quando piango!” disse con un ghigno.
“Non dire cretinate. Sei meraviglioso sempre.”
 
Zayn:
Lo stavo guardando da un lasso di tempo che mi sembrava un’eternità. Il suo petto si abbassava e si alzava piano, mentre sul suo volto da bambino indifeso si distendeva un espressione di assorto rilassamento. Stava dormendo da quasi un’ora ed io mi ero disteso accanto a lui, a contemplare la sua bellezza.
Non avevamo fatto sesso. Avevamo solo parlato e ci eravamo scambiati dei lunghi baci, come se non nessuno dei due avesse mai aspettato altro in tutta la vita. Poi, stanchi morti, ci eravamo stesi sul materasso coperto da un piumone sofficissimo e lui si era messo a dormire. Io non ci ero riuscito: e come potevo dopo quello che era successo?
Ero contento di non essere andato subito al letto con lui. Volevo aspettare che lui fosse completamente pronto e che si fidasse di me. Lui era speciale e non doveva essere trattato come tutti: e glielo avrei dimostrato trattenendomi dal saltargli addosso. Continuai ad osservarlo. Poi presi ad accarezzarlo piano, per paura di poterlo disturbare. Gli passai la mano sul braccio e salii fino a toccargli la spalla. Raggiunsi anche il viso ed i capelli. Non ci credevo. Lui era lì, con me. Mi diedi un pizzicotto, giusto per assicurarmi di non essere in una delle mie tante fantasie. E per fortuna non lo ero. La realtà non mi era mai sembrata più bella. Temevo persino che se mi fossi addormentato anche io non lo avrei trovato più al mio fianco. “Sei bellissimo.” Sussurrai al suo orecchio, come se fosse stato sveglio e in grado di rispondere. Gli lasciai un bacio delicato sulla guancia.
All’improvviso lo vidi sorridere. Forse stava facendo un sogno particolarmente bello, pensai. Aprì gli occhi nocciola e disse: “Anche tu Zayn.” Si allungò verso di me e mi baciò sulle labbra. Mio Dio, era meno di un’ora che non assaporavo la sua bocca e già quel contatto mi stava mancando.
“Ah, allora mi hai sentito?” gli chiesi ricambiando il sorriso.
“Già!”
“Ma senti anche quando ti parlano nel sonno?” gli domandai mentre le mie dita continuavano a sfiorargli gli zigomi.
“Non stavo dormendo, Zay. Mi piaceva troppo il modo in cui mi accarezzavi e quindi ho finto di essere addormentato” affermò con un pizzico di rossore sulle guancie.
Risi, completamente perso nei suoi occhi timidi e insicuri. “Guarda che posso farlo anche quando sei sveglio!”
“Non ti impedirò mai di fare una cosa del genere, sappilo.”
Poi lo baciai, cercando di trasmettere in quel contatto umido tutta la voglia che avevo di lui e del suo splendido sorriso. Quando ci separammo, mi chiese: “Ma che ora è?”
Mi guardai l’orologio al polso e notai che erano le quattro e mezza di mattina. Glielo comunicai e rimase un tantino sbigottito. “Le quattro e mezza?! Merda, incredibile come passa il tempo quando ci si diverte!” esclamò balzando fuori dal letto.
“Ti sei divertito stando con me, Lee?” gli feci, alzandomi anche io dalla comoda posizione e andando a mettermi di fronte a lui.
“Certo. Beh, a dire il vero non lo so se si può chiamare divertimento… sono stato molto bene con te, ecco.”
“Sei stato molto bene? Tutto qui?”
“Ehi, lo sai che non sono bravo con le parole! Però posso dimostrarti cosa penso della nostra serata in un altro modo…” Mi mise le braccia intorno al collo. Lo tirai verso di me, facendo aderire i nostri corpi.
“E quale sarebbe questo modo?” gli feci io con un sorriso malizioso.
Mi prese il volto tra le mani e mi baciò lentamente, permettendo alla mia lingua di incontrare la sua. Sentivo le gambe diventarmi inspiegabilmente fragili e lo stomaco stringersi ad ogni minimo contatto che avevano le nostre bocche curiose.
Quando ci staccammo dal bacio gli chiesi: “Scendiamo a vedere cosa è rimasto della tua casa, Lee?”
Rise, poi mi prese per mano, aprì la porta ed uscimmo insieme avviandoci verso il piano di sotto, silenzioso e calmo. Una volta uscito da quella stanza era come se fossi passato ufficialmente nel mondo delle favole, dove tutti hanno un lieto fine. E quella non era la fine. Era solo l’inizio. “E vissero tutti felici e contenti”. Mi ripetevo mentalmente quella formula che tutti i bambini conoscono a memoria.
Ed in quei “tutti” c’eravamo anche io e Liam.
 
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Salve bellezze <3
Allooooora, il capitolo è striminzito e ne sono a conoscenza.
L’ho buttato giù così, in preda alla disperazione e alle manie suicide. Si, perché è iniziato il TMH tour ed io sono qui, nella mia stanza a mangiare gelato e torta mentre loro sono sul palco a cantare (AAAAAAARRRGHHHHHHHHHHH).
Vabbè, vi ho spaventate abbastanza xD
Recensite anche se dovete dire che questo capitolo fa pietà (perché fa pietà, lo so)!
Bacini bacetti, gioie della mia vita <3 <3
____hangover

  
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