24/02/2013
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“Seguimi”, sussurra Brittany mentre la sua mano sinistra scivola in quella destra di Santana.
Il mormorio del vento riempie le sue orecchie, le parole di una canzone aleggiano sulle sue labbra.
Entrambe corrono a piedi nudi sulla stradina sterrata che dalla villa di Brittany conduce alla sua piscina.
L’erba alta pizzica le ginocchia, la rugiada solletica le piante dei piedi; è quasi sera.
Il cielo è plumbeo, e Santana avverte intorno a lei un’elettricità immobile, quella tipica sensazione che lascia presagire pomeriggi gonfi di pioggia.
L’aria tuttavia è fresca e profuma di pane appena sfornato, di farina, di caldarroste.
L’autunno è alle porte.
Lei adora calpestare le foglie secche che costeggiano quella stradina.
Non è ancora del tutto convinta che un bagno in piscina, di notte, sia una buona idea, ma resisterle è impossibile: Brittany la sta praticamente trascinando tra ciuffi di erba alta e spighe di grano.
Le è impossibile lasciar andare le sue dita, intrecciate alle proprie.
Santana la osserva ridere, osserva i lunghi capelli dorati danzarle attorno al viso.
Le labbra sottili tinte di lucidalabbra alla ciliegia incurvarsi in un minuscolo sorriso.
Brittany si volta, incrocia il suo sguardo.
Aggrotta la fronte.
“Che c’è?”, domanda, regalandole una fugace visione dei suoi piccoli denti bianchi nel buio della sera.
Una foglia rossastra volteggia intorno a lei.
“Niente”, Santana fa spallucce, e inclina leggermente il capo. “È solo che è bellissimo vederti ridere.”
Brittany la attira a sé e le circonda il collo con le braccia.
Santana trattiene il fiato, quasi avesse paura di spezzare la magia di quell’istante.
Affonda il viso nei capelli di Brittany, beandosi di quella sensazione morbida solo a lei riservata, inspira a pieni polmoni il suo profumo alla vaniglia.
“Rido perché sono felice”, mormora Brittany, accostando le labbra all’orecchio di Santana.
“E sai perché sono felice?”, Brittany le infila una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le bacia la curva del collo.
“Perché sono con te.”