I.

Scelsi con decisione i muffin che dovevo portare ad Ann, per il suo ventesimo compleanno. Volevo farle una piccola sorpresa, cercando di svegliarla nei migliori dei modi. 

Presi il portafoglio e pagai. Nel bar c'erano tre persone, che sorseggiavano il loro caffè. «Grazie e buona giornata.» Sorrise cordialmente il ragazzo dietro il bancone, porgendomi la scatola con i muffin.

«Altrettanto.» Risposi, prendendo la scatola. Mi voltai e camminai verso l'uscita. La porta si chiuse dietro di me, e rabrividii quando il freddo pungente di Londra mi congelò all'istante. 

Presi un bel respiro e camminai verso l'appartamento di Ann. Forse dovevo cominciare a prendere in considerazione l'idea di usare una macchina, o almeno di chiederla in prestito ai miei.

 

Infilai le chiavi nella serratura, girando lentamente per essere più silenziosa possibile. Ma poi pensai che Ann aveva il sonno profondo, e qualsiasi rumore, non l'avrebbe svegliata o disturbata minimamente.

Entrai e mi chiusi la porta alle spalle. Posai il giaccone sul suo divano, insieme alla scatola con i muffin. Cominciai ad avanzare pian piano verso lo stereo, estraendo il CD che volevo regalarle. Lo infilai nel grandissimo stereo e misi subito pausa. Alzai il volume, mantenendo sempre la pausa e presi la scatola che poco prima avevo posato.

Adoravo fare queste tipo di sorprese, ma per mia fortuna, i compleanni venivano una volta all'anno. 

Camminai sulle punte fino in cucina, posando di nuovo la scatola sul tavolo. Preparai il caffè, la mia passione. Con la scatola mi diressi verso lo stereo, chiudendo gli occhi. Premetti 'Play' e corsi verso la camera di Ann.

Il rumore forte della chitarra e batteria riempì l'appartamento, per questo non mi piaceva il rock. La musica era troppo forte, anche con il volume minimo.

E non mi lasciava il minimo spazio per i miei pensieri.

«Buongiorno!» Urlai sorridendo. Ann aprì gli occhi e si sedette sul letto, ancora con i capelli stravolti. Sorrise quando vide i muffin, il caffè e le sue orecchie erano piene di note della sua band preferita.

«Buon compleanno!» 

 

 

 

Mi sedetti sulla sedia della biblioteca, aprendo il libro di lettere. Canticchiando a bassa voce una canzone che avevo in testa da qualche ora. L'avevo sentita proprio nel bar.

«Buongiorno, oggi siamo di buon umore.» Sorrise Louis.

«Buongiorno.» Risposi. «E per la cronaca non c'è bisogno di canticchiare per essere di buon umore.» Aggiunsi.

Louis si sedette di fronte a me, aprendo la sua borsa e prendendo un libro.

Tornai al mio libro, fin quando il sussurro di Louis non mi distrasse.

«Leggi qui.» Sussurrò, indicando una frase sottolineata, evidenziata e persino cerchiata. Presi il libro tra le mani, leggendo. 

«Louis.» Affermai, «E' un libro sulla psicologia femminile.» Affermai ancora, «Cosa ci fai con questo libro?» Domandai esasperatamente.

«E' un modo per capire voi donne.» Rispose. 

«Fino a qui c'ero quasi arrivata. E il motivo è...» 

Sospirò. «Forse potrei capire il motivo per cui Daphne mi ha tradito, e per quale motivo si fa vedere in giro mentre parla con quel pakistano.» Disse.

Lo guardai confusa. «Il pakistano?» Domandai. «Zayn Malik!» 

Ancora quel nome. Sospirai rumorosamente, tanto da beccarmi un"shh" infastidito dalla bibliotecaria. «Louis, quando la smetterai con questa storia?» Mi avvicinai di più a lui, per farmi sentire meglio.

Altrettanto, il castano si avvicinò. «Mai, ho bisogno di capire il motivo.» Rispose. «Insomma, le ho dato tutto, tutto! Una macchina nuova, un nuovo guardaroba, le pagavo anche la retta universitaria!» Disse, muovendo le braccia. «E' proprio questo che hai sbagliato!» Sussurrai.

Lui si tirò indietro, «Cioè?» Domandò titubante, mordendosi il labbro.

Non volevo che quella conversazione si svolgesse lì. «Andiamo fuori.» 

Una volta usciti fuori dalla biblioteca, ci diregemmo nel nostro solito bar.

«Allora?» Chiese impaziente Louis. Presi un profondo respiro, togliendo il giaccone. 

«Vado prima a prendere un caffè, vuoi qualcosa?» Domandai. Avevo bisogno della mia iniezione di caffè prima di affrontare un discorso del genere.

«No, grazie.» Rispose il castano. Mi affrettai per arrivare al bancone, ma un ragazzo alto e moro mi precedette. Sbuffai.

Dove erano finite le buone maniere?

Ero sommersa nei miei continui sbuffi,  finché qualcosa di caldo non mi arrivò addosso, macchiando il maglione bianco di cashmere di una sostanza marrone. Caffè.

Gemetti dall'orrore che i miei occhi furono costretti a vedere e la mia pelle a sentire. Guardai furiosa il ragazzo. «Oh scusami, ti ripagherò il maglione ma devo proprio scappare!» Disse tenendo in mano l'altra tazza di caffè, cercando di mantenere in salvo almeno quella.

Continuai a guardarlo furiosa. Si calmò un secondo e rivolse lo sguardo al ragazzo dietro al bancone. «Falle una camomilla, vedo la ragazza piuttosto nervosa, domani te la pago!» Sorrise e scappò.

Lasciandomi interdetta. Una camomilla, a me?! 

Tornai furiosa al mio tavolo, Louis ridacchiava. 

«Dai Nina, non prendertela. Infondo volevi del caffè!» 

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Buona domenica a tutti! :)
Ecco il primo capitolo, spero che piaccia anche se è molto corto. Volevo allungarlo, solo che la mancanza di tempo non me lo ha permesso çç
Insomma, magari avrei potuto postare domani, ma ho preferito oggi, almeno vedete che ho intenzione di continuare.. (?)
E spero di riuscirci prima, ma se così non fosse, il prossimo aggiornamento sarà domenica prossima çwç

Non mi dilungo, che civiltà inglese e la Divina Commedia mi aspettano.

Un bacio, grazie per aver letto e scusate gli errori, stavolta sono sicura che ci sono çç <3