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Autore: Evilcassy    24/02/2013    9 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

 

 

        PART 4: Backin'

        -Chapt. 2: Strong Enough to Leave Your Doubts

 

 

 It happens sometimes. Friends come in and out of our lives, like busboys in a restaurant.

 

 

Sono tornata a New York nel mio periodo preferito: quello che precede il Natale. L'aria è frizzante e tutta la città si veste a festa per scordare il periodo buio che ha appena passato, come se agghindandosi di luci e ninnoli coprisse le ferite lasciate da due attacchi alieni ed un uragano.

New York mi piace anche per questo: guarda sempre avanti e si risolleva dalle sue ceneri, conscia del suo ruolo in primo piano sul mondo e del buon esempio che deve dare.

La vita continua, il traffico riprende, riaprono edifici e negozi. Mi sforzo di passare per la 59esima, voglio ricominciare la mia nuova vita dal punto esatto in cui ho perso quella vecchia.

L'edificio è coperto dal telo dei lavori: un cartello recita che nel 2013 è prevista l'apertura di un grande magazzino. Mi sento sollevata a non dover vedere il foro della lama sulla pietra.

Il vento freddo si infila nel mio cappotto e mi do un altro giro di sciarpa attorno al collo per coprirmi meglio. Il tempo qui è esattamente come me lo ricordavo, e questa famigliarità mi rassicura.

Tuttavia, continuo a sentirmi disorientata e stordita.

Incredibile come, in così poco tempo, mi sia disabituata a trovarmi in mezzo alla folla anonima della Grande Mela. Lo stare tra tutta questa gente mi innervosisce, mi infastidiscono i continui rumori tanto da passare il tempo all'aperto con l'mp3 nelle orecchie.

Ma mi sforzo di ritornare al mondo.

Spero si tratti solo di una fase momentanea, la mia: nessuno ha mai studiato gli effetti psicologici di un ritorno dall'Oltretomba quindi devo fare un po’ da sola, affiancando alle mie conoscenze in materia e una buona dose di raziocinio e buonsenso.

Non che, di quest'ultimo elemento, ne sia dotata ora di quantità esagerate.

Sarebbe stato peggio, continuo a ripetermi, tornare sulla Terra dopo decine di anni. Come Steve, ecco; una cosa del genere per me sarebbe stata la quintessenza dell'instabilità emotiva.

Borderline - garanzia di affinità con Loki pari al 100%

Ok, non divaghiamo. Manteniamo la mente su pensieri  razionali, concreti e positivi.

Che quello stronzo non si è fatto ancora vivo.

Deve essersela presa per il mio scherzetto sullo scambio di uscita del portale. Probabilmente si starà aspettando le mie scuse.

Se pensa sul serio che mi farò viva io per prima, si sbaglia di grosso.

O forse ad Asgard è stato rimesso ai ceppi, per quanto ne so resuscitare potrebbe essere considerato addirittura illegale, ed in ogni caso la sua fedina penale asgardiana dovrebbe forse essere di poco più corta di quella accumulata sulla Terra.

O magari ne ha già combinato una delle sue.

Prima di dividerci ha provato a convincermi a non preoccuparmi per la sua sorte, ma è il Dio dell'Inganno, non è esattamente la persona più affidabile che abbia mai conosciuto.

Devo smetterla di angustiarmi per lui. Se la caverà benissimo, è adulto e vaccinato.

Con una personalità spregiudicatamente Borderline.

Basta. Basta. Mi rifiuto di pensare di nuovo a lui. Meglio guardare le vetrine. Ecco, giusto questa, meglio studiare la collezione autunno-inverno di Hermes: con quella borsa shopping in tessuto spigato arancione, quello scialle in cachemire dai colori così vivi e quella sciarpa da uomo di seta verde e oro.

'Fanculo.

 

Un banchetto in onore al Principe Perduto, per festeggiare il suo ritorno e la sua sicura redenzione era quanto di più ipocrita Asgard potesse imbastire.

Incurante degli strimpellamenti dei cantori e dei sorrisi forzati di buona parte della nobiltà presente, Loki sbocconcellava il suo arrosto fumante cercando di ignorare l'imbarazzo degli astanti più vicini al suo posto e concedendosi, come unico svago dai suoi pensieri, l'indirizzare occhiate severe ad una servitù più reverenziale del solito.

La sua presenza inquieta ed incute un certo timore. Una cosa che, in fondo, non gli dispiace.

Meglio di quando creava solo un certo fastidio.

Un tocco morbido e femminile sulla mano destra lo fa voltare verso Frigga, sorridente e raggiante nel suo abito color bronzo: “È di tuo gradimento la serata, caro?"

"Degna della mia ricomparsa. Dopo tutti questi infausti accadimenti avevo quasi dimenticato l'ospitalità di Asgard." Intercetta lo sguardo di Sif: sta parlando con i Tre Guerrieri, in un angolo della stanza. Le labbra sfiorano il calice, il sorriso di Frigga si incrina, legge perplessità nel suo sguardo. "Ma il vostro splendore, Madre, quello è sempre rimasto impresso nelle mia memoria." Le labbra della Regina si piegano compiaciute mentre gli accarezza il viso. È il tocco dolce che non gli ha mai negato, neppure quando era esplicitamente un nemico del regno segregato nella più oscura delle celle. Ma resta sempre un'asgardiana: per quanto possa essere profondo ed immutato il suo affetto, non potrà mai comprendere completamente la complessità di ciò che si muove dentro di lui. Non riesce a fargliene una colpa, non a Frigga almeno: è la sua natura, come d’altronde l’Inganno è la propria.

Il chiacchiericcio si affievolisce quando il flautista intona una melodia struggente ed il cantore strimpella il suo strumento narrando le fatali peripezie del Principe su Midgard, della sua morte coraggiosa, del suo sempiterno e nobile sentimento che lo legava indissolubilmente alla bellissima guerriera dalle lame infuocate e gli occhi dell'oro più puro.

Tossicchia per nascondere una risata: riesce ad immaginarsi la faccia di Addison nel sentire le parole di quella canzone, mentre sprofonda sotto il tavolo dalla vergogna. Thor invece sorride apertamente, gli rivolge uno sguardo divertito e Loki indovina che stanno pensando la stessa identica cosa. È così assurdo da essere divertente ed imbarazzante allo stesso tempo.

Poi il continuo richiamo alla sua presunta nobiltà d'animo diventa fastidioso.

Lui è Loki, il mezzo gigante di ghiaccio, il nemico da cui guardarsi sempre alle spalle, il mostro da cui i genitori mettono in guardia i figli la notte.

La lingua d'argento, l'usurpatore di troni, il Dio dell'Inganno, il Signore delle Menzogne.

Ed ora, per aver deciso di non morire tra le torture del nemico, veniva forzatamente dipinto con la figura dell'eroe che Thor era sempre stato, quasi a cancellare tutte le sue azioni precedenti.

Puro e Nuovo, ecco come lo voleva Asgard: per non vivere nell'inquietudine di doversi sempre guardare le spalle.

Improvvisamente si sente pervaso dal disgusto più totale davanti all'ennesima dimostrazione di ipocrisia: Con ogni probabilità quello era il musico che sino a qualche mese prima decantava le gesta del prode Thor contro l'infame Loki tra le risate generali, ed eccolo ora descrivere il suo eroismo tra la finta commozione della nobiltà Asgardiana.

"Perdonami madre, ho necessità di una boccata d'aria." Frigga lo guarda impensierita, probabilmente crede sia penoso per lui ricordare la sua morte. Fa per seguirlo ma il braccio di Odino la trattiene e Loki si dirige verso la balconata con lo stomaco chiuso in una morsa e la gola riarsa. Passa a fianco di Heimdall senza degnarlo di uno sguardo, ed ha appena posato un piede sul marmo della terrazza quando un'onda di energia fa vibrare i muri.

Qualcuno urla. C'è chi si accuccia a terra. Altri brandiscono quello che gli capita a tiro per usarlo come arma: nel caso di Volstagg è una coscia di cinghiale, per Fandral invece lo spillone sfilato dai capelli della bionda pigolante che gli si è attorcigliata al braccio.

Sei raggi luminosi si diramano dalle viscere del palazzo e si proiettano all'orizzonte, sparendo con una scia nel buio della notte, oltre il Bifrost spezzato.

"Cosa...?" Thor, così come i tre guerrieri ed alcuni altri partecipanti, è accorso sul terrazzo. Odino richiama le guardie.

"Proviene dalle segrete, qualcuno è penetrato nel palazzo!" esclama Sif, fissando furente Loki.

"Non guardare me, hai ben visto dove sono."

"Ed ho ben visto la portata dei tuoi inganni e dei tuoi poteri, Loki." Sibila senza accennare ad abbassare lo sguardo

È Thor a frapporsi fra i due e a prenderla per una spalla, interrompendo lo scontro verbale: "Mio fratello è sempre stato sotto il mio sguardo, Sif, posso scagionarlo da ogni accusa." Guarda Loki, che gli risponde con la sua migliore espressione di stupefatta gratitudine. "Questa volta." aggiunge, prima di richiamare il Mjolnir e seguire Odino e le guardie nei sotterranei.

 

Un cenno della mano e le candele della stanza da letto si spengono. La finestra è aperta e la vista domina Asgard. Le luci della città si stanno affievoliscono: i festeggiamenti sono interrotti, il popolo ripiomba nell'inquietudine, la paura serpeggia tra le vie dorate.

Le torce delle guardie che perlustrano e controllano i giardini del palazzo sembrano tante lucciole che si muovono nell'oscurità. Qualcuno lancia un ordine ad alta voce a cui qualcun'altro risponde prontamente.

Heimdall, a cavallo, ritorna nella sua posizione abituale sul Bifrost .

Loki lascia le tende aperte, fermamente intenzionato a dimostrare che non ha nulla da nascondere. Il buio della camera si addensa al suo comando: qual'ora il Guardiano del Bifrost cercasse di spiarlo non avrebbe visto nient'altro che la rassicurante tenebra che accompagna il sonno del Principe.

Un arazzo si muove quando una figura snella scivola nell'oscurità della stanza.

"Devo ammettere che hai avuto fegato per restare comunque qui." sogghigna Loki togliendosi l'elmo. "Ci sono decine di guardie che ti cercano, dentro e fuori il palazzo. Praticamente, sei in trappola."

Sente una pressione sulla spalla, dita che scivolano leggere lungo il suo braccio e il fiato caldo nell'orecchio: "E cosa cercano?"

"Un ladro molto capace."

"E non una ladra."

"Non si stupirebbero di scoprire che è stata una donna ad attentare al Tesoro Reale." Scivola dal suo tocco per voltarsi a guardarla: "Da questo lato gli asgardiani si sono evoluti, devo ammetterlo."

" È furioso tuo padre?"

"Mio padre? Oh, no. Lui è in pace, quella eterna."

"Parlo di Odino."

"E allora non fregiarlo di quel titolo. È indispettito, comunque."

"Immagino la tua soddisfazione."

"E di cosa, con le Gemme dell'Infinity Gauntlet lanciate nei quattro cantoni del cosmo? sono spiacente di constatare il tuo fallimento, mi sorge fin il dubbio che tu stia perdendo il tuo smalto." La sente inspirare fremendo, sa di averla punta nel vivo e se ne compiace.

“La situazione sarebbe stata ben diversa se ti fossi premurato di indicarmi da quali incantesimi era protetto. Potevo pensare a tutto, fuorché qualcuno fosse stato tanto folle da impartirne uno che facesse schizzare via quelle dannatissime Gemme.”

Loki alza le spalle: “Volevo metterti alla prova.”

Sciocchezze. Volevi farmi dispetto, vendicarti per aver lasciato Asgard senza di te.” Le mani vagano sul suo petto, avvicina il viso al suo: Occhi azzurri e maliziosi tra una cascata di capelli d’oro e labbra schiuse in un invito che non desidera cogliere: volge la testa di lato, facendola rimanere interdetta. “È il caso che ti ritiri, non sarà facile uscire da qui.”

“Ti ringrazio della preoccupazione che mostri per la mia incolumità, ma come ben sai le tenebre favoriscono sempre la mia fuga: mi celano, si piegano al mio volere. Dopotutto, ho insegnato a te.”

“L’allievo supera la maestra.”

“Solo quando l'insegnante è stata eccezionale.”

C’è un fruscio di vesti, lo spiffero di un passaggio che si apre, e nell’oscurità Loki resta di nuovo solo.

 

Stark ha insistito affinché ci riunissimo all'Avengers Lounge questa sera. Vuole che si festeggi e come sempre, non accetta no di nessun tipo.

Nonostante si dicesse preparata al mio ritorno in grande stile, Pepper per poco non ha un mancamento e mi tocca la mano un paio di volte prima di convincersi quanto io sia reale e non sappia di cadavere. "Quindi non sei uno zombie, o un vampiro o un chissàcosa?"

"Pepper, guardi troppa TV" Tony versa del gin in un bicchiere e glielo porge. Inizialmente rifiuta, ma ad un cenno di insistenza del suo fidanzato gli strappa il bicchiere dalle mani, se lo getta in gola e dopo averglielo restituito dichiara di sentirsi meglio.

"Sono sempre io. Quindi direi che chissàcosa possa essere il termine che più descrive la mia natura."

Tony riempie un nuovo bicchiere e guarda l'orologio: "La dottoressa Foster sarà qui tra tre...due... uno..."

La porta si apre: Jane è visibilmente pallida e da come respira si direbbe abbia il cuore in gola.

La saluto con noncuranza, come se fossi stata via semplicemente per lavoro, giusto un paio di settimane. Lei sbatte le ciglia e si gratta nervosamente la fronte con una mano. "Io ti ho staccata dal muro." Dice con voce tremante.

"Sì, e ti ringrazio, davvero. Come ornamento pubblico non sarei stata un granché."

"Dottoressa, con questo si sentirà meglio." Jane non fa neppure finta di rifiutare il gin. Tracanna il contenuto del bicchiere in un solo sorso e lo lascia cadere sulla moquette grigia della Lounge. "Un altro."

"Se lo lasci dire, Thor esercita davvero una pessima influenza su di lei..."

 

Racconto un po' degli Inferi - tralasciando ogni particolare sulla mia compagnia per non urtarli - e quando le domande si fanno più serie e mirate devio il discorso su come dovrò riposizionare la mia carriera nello S.H.I.E.L.D. dopo il mio ritorno.

"Ovviamente sei ancora una dei nostri, vero?" domanda Banner.

"Dovremmo inventarci qualcosa per spiegarlo all'opinione pubblica." aggiunge Stark.

"In che senso?"

"Nel senso che, Cornacchietta, la tua... uscita di scena non è passata inosservata. Come membro dei Vendicatori, eroina e salvatrice di chiappe, la tua dipartita è stata resa nota praticamente subito, suscitando molta commozione." spiega.

Oh. Sul serio? A questo non avevo pensato. Come spia ed agente sono abituata a vivere il mio operato nell'ombra, a dovermi confondere tra la folla. Pensavo sarebbe rimasto lo stesso anche dopo gli attacchi a New York. Evidentemente, invece, mi sono esposta troppo per passare inosservata.

"Il pubblico sa che GreyRaven è deceduta da eroina durante l'attacco di Thanos." racconta Steve. Serra la mascella di scatto, evita il mio sguardo giocherellando con un bicchiere di soda appoggiato al tavolo. Cerco di sembrare il più naturale possibile con lui, ma faccio fatica vista la sua prima reazione al mio ritorno: ha dato in escandescenze per una buona mezz’ora, alternando momenti di riso isterico a scrosci di rabbia, sino a decretare che la mia resurrezione fosse profondamente ingiusta, dato che conosceva soltanto uno che prima di me era riuscito nella mirabile impresa e che ne era di gran lunga più degno. “Vedrò di non lanciare la moda” ho sibilato come risposta, stringendo i pugni tanto da piantarmi le unghie nei palmi per vincere la tentazione di rifilargli un manrovescio.

Poi aveva recuperato contegno, si era scusato per il suo comportamento, aveva garbatamente chiesto a Tony di cancellare dallo Starkphone il video della sua sceneggiata e cercato di riprendere le redini del suo sistema nervoso.

Dissimula, questo è vero, ma nel suo sguardo c’è sospetto: la fiducia si è incrinata, il nostro rapporto si è raffreddato, e non credo proprio che chiederà indietro il bacio in sospeso che avevamo.

Non che mi senta di darglielo.

"Non sono state rese note le modalità della tua morte, ma ti abbiamo tributato l'onore che meritavi."

"... e del fatto che sia stato Loki a distruggere il Tesseract e Thanos?" Nella stanza scende il silenzio. I miei compagni si guardano a vicenda. "Questo non è stato reso pubblico?"

"Per quanto ne sappiamo, il suo intervento potrebbe essere stato accidentale."

Sì, certo, è inciampato sul Tesseract. "Steve, non per far polemica ma... trovo un po' difficile credere ad una rottura accidentale di un oggetto come quello. Voglio dire... non stiamo parlando di un vaso Ming su una mensola stretta..."

"Esatto, stiamo parlando di Loki." Ok. È appurato, il mio autocontrollo è aumentato a dismisura, se non mi sono ancora alzata a schiaffeggiarlo violentemente.

"E se tu ci raccontassi quello che è successo realmente? Cioè, quello che ti è stato raccontato?"

Jane, santa donna.

"Loki ha fregato Thanos. Sono portata a credere che questa versione sia vera, data la sua spiccata propensione ad ingannare la gente e l'altresì accentuata propensione di Thanos a cascarci, nelle trappole. L'ha convinto ad assorbire il potere del Tesseract - Sì, Loki è più bravo di me a convincere le persone - e una volta avuto il Tesseract vuoto l'ha distrutto. I contenitori di Energia - volgarmente detti Involucri - pare siano tutti collegati tra di loro. In parole povere: distrutto uno, distrutti tutti. Loki ha utilizzato lo scettro, per spaccare il Cubo vuoto e Thanos è crepato. L'Energia si è dapprima liberata, uccidendo Loki, per poi implodere, dato che non può esistere in forma libera." Mi stanno tutti fissando attentamente. Banner si toglie gli occhiali, ruota gli occhi al cielo, e dopo un attimo di silenzio meditativo mormora che la cosa ha un senso. Stark gli fa eco annuendo.

"La libertà, la più grande menzogna della vita." borbotta Clint incrociando le braccia. "È quello che Loki ha detto la prima sera che si è presentato nella base."

"Credo intendesse altro." concedo "Ma, comunque, il succo è quello."

"Questo non fa di Loki un eroe." Incalza.

"Non ho mai detto questo, ma gli rendo atto dei suoi meriti. Una volta tanto..."

Niente da fare, la cosa li disturba. Però per lo meno hanno il beneficio del dubbio, ora. Piano, piano, forse, potrei addirittura convincerli ad accettare che le azioni di Loki possano avere diverse chiavi di lettura.

Ma d'altronde, non posso neppure metterli al corrente di tutto ciò che conosco di lui. Non sarebbe professionale, prima di tutto. E secondo neppure giusto: ciò che Loki mi ha detto sono state confidenze, mi ha regalato la sua fiducia che non ho nessuna intenzione di tradire.

E terzo, per la maggior parte di loro sarebbe troppo difficile accettare la complessità della psicologia di Loki. Ha colpito troppo duro, troppo in fondo, per poter suscitare empatia da un momento all'altro.

Sarà una cosa lunga. Escludendo che faccia qualche cazzata che vanifichi i miei sforzi.

Pepper decide di prendere le redini della situazione in mano: il suo alzarsi in piedi ci coglie tutti di sorpresa e ci fa trasalire: "Ma parliamo di cose più piacevoli e divertenti!" Cinguetta. È un ordine.

 

"Allora, Addison, credo che tu debba modificare il tuo look."

"Stark, non mi farò bionda, sappilo."

"Ma no, voglio dire... le tue foto - tutina grigia e nera attillata, sguardo d'oro e capelli voluminosi al vento - è ormai noto. Non credo che l'opinione pubblica potrà accettare l'idea di una resurrezione."

"Perché no? Con Buffy l'hanno presa tutti bene!"

"Ma Buffy era bionda, e tu mi hai appena detto che bionda non la vuoi diventare."

Chiedo l'intervento di Clint. Per tutta risposta si lancia un paio di noccioline in bocca e mi risponde masticando: "... potresti metterti una mascherina. Zorro non lo riconosce nessuno con un pezzo di stoffa in faccia!"

Pepper rotea gli occhi: "Non esiste donna al mondo che non riconoscerebbe Banderas..." Bene, i discorsi stanno vertendo su argomenti più rilassanti e piacevoli. Ed io ho tanta, troppa, voglia di ridere.

Fuori piove.

Forte.

Lampi, fulmini e saette.

Indico la finestra con un cenno del capo: "Hey Jane, Thor mi pare frustrato ultimamente." commento, sgranocchiando una patatina e pulendomi le mani sul retro dei jeans di Maria, che non si scompone. "Problemi?"

Non fa in tempo a rispondermi per le rime, tra le risate generali, che la porta si apre.

Anzi, si spalanca di colpo.

"LADY GREYRAVEN!"

Oh cavolo, allora è vero che se li nomini invano...

Thor mi prende per le spalle e per un istante, uno solo, ho la sensazione che mi voglia piegare in due come un pezzo di cartone.

"Dunque Loki non mentiva!"

"... strano, eh?"

 

Thor è agitato, e non è solo il suo camminare per la Lounge avanti e indietro a farcelo capire: il temporale, là fuori, imperversa da ormai un paio d’ore. Steve lo invita alla calma: “Se non per te stesso, almeno fallo per questa città: ha già subito troppe intemperie in quest’ultimo mese.” Poi si rivolge a me con un sorriso imbarazzato: “Qualche settimana fa un uragano …”

“Lo so già, grazie.”

Stark appoggia il bicchiere di Talisker sul tavolo e tamburella con la punta delle dita: “Sei Gemme, dici.” Thor annuisce. “È un po’ difficile recuperare qualcosa di così piccolo e difficilmente rintracciabile senza ulteriori indicazioni, non trovi?”

“Non hai almeno un disegno, un’immagine?” chiede Steve; Stark alza gli occhi al cielo mentre Banner è come sempre più propositivo: "Ci basterebbe un componente integrativo alle Gemme. Hai detto che erano incastonate in un guanto, giusto? Sarebbe utile poterlo analizzare: Se lasciano traccia, è quasi certo che l'elemento a cui sono state a stretto contatto per così tanto tempo possa fornircela, ed in base a questo potremmo comporre l'algoritmo per una calibrazione di ricerca strumentale"

Stark schiocca le dita fissando Banner con gli occhi che brillano e l'aria di un bambino che ha trovato il suo compagno di giochi ideale: "Ma se il guanto le ha trattenute annullandone i poteri dovrebbe possedere una polarità inversa dalle Gemme. Potrebbe essere più complicato."

"Non possiamo fare a meno di sottoporre ad una scannerizzazione approfondita il guanto: anche solo la sua composizione fisica potrebbe fornirci una soluzione."

"Hai detto che tra queste Gemme ve ne è una in grado di creare varchi spazio-temporali, giusto? Credo dovremmo concentraci prima su questa: una volta trovata e recuperata la dottoressa Foster potrà fissare finalmente gli elementi per i wormholes."

"E questo ci permetterà di muoverci più agevolmente per rintracciare le altre Gemme."

"Assolutamente."

Thor ci fissa uno ad uno con sguardo interrogativo: “Comunque posso disegnarvele."

Stark e Banner si scambiano velocemente un'occhiata prima alzano entrambi gli occhi al cielo.

Clint alza la mano chiedendo di poter fare una domanda stupida. "Ma tenete nel vostro palazzo un oggetto di tale importanza e potere senza conoscere esattamente il suo impiego?"

"Conosciamo il suo valore, arciere." risponde piccato Thor "Ma ci è difficile la sua individuazione, se perduto. E data la sua importanza, ho reputato fosse meglio mettervi al corrente. D'altronde, non è l'unica reliquia pericolosa presente nei sotterranei di Odino."

"Confortante." sospira Clint.

Pensa che esistono anche reliquie che camminano per i corridoi dei palazzi ed hanno come hobby i golpe di stato.

"Thor, quello che ci lascia basiti" Natasha ha un tono pacato e conciliante, nonostante il pizzicotto che sta rifilando sotto il tavolo alla gamba di Clint e che lo fa soffrire in silenzio: "È che nessuno abbia mai appurato come queste Gemme possano essere cercate, all'occorrenza."

"Il padre di mio padre li riportò come tesoro dopo un'aspra battaglia."

"Contro chi?" mi intrometto. Improvvisamente ho gli occhi di tutti puntati addosso, e non è piacevole.

"Contro gli elfi oscuri dello Svartalfheim."

Dove ho già sentito questo nome? "Immagino siano piuttosto incazzati con voi per questo, no?"

"Non sono mai stati alleati del mio popolo." Come gli Jotun sembra suggerirmi il suo sguardo. E ricordo improvvisamente dove ho sentito quel nome: il Siero di Loki. Quello che mi ha salvato dal veleno del Chitauri era un estratto di un fiore che cresce solo nelle oscurità delle grotte dello Svartalfheim.

Oh, perfetto, mi manca solo il sospetto che il giro se lo sia fatto per assicurarsi un'alleanza, più che per trovare un antidoto. Sarebbe nel suo stile, non posso negarlo, ma è una considerazione che preferisco tenere per me.

D'altronde, nessuno pare saper niente della sua puntatina su Svartalfheim, e di certo non sarò io a parlarne. Finché non avrò un motivo per farlo, ovviamente. A tal proposito, potrebbe risultare appropriata una chiacchieratina con Loki; così, tanto per avere un'idea delle sue intenzioni sull'intera faccenda.

Non su quella pseudo- relazione che stiamo ipoteticamente ancora condividendo.

Beh, piuttosto che chiedere esplicitamente udienza mi cavo gli occhi con la penna stilografica di Pepper. Meglio aggirare il discorso: "Quindi gli unici che possono ritrovare le Gemme, a parte i nostri qui presenti cervelloni se debitamente attrezzati, sarebbero questi 'Elfi Oscuri'?"

"Non esattamente. Occorre un'estrema sensibilità alle arti magiche, ed una conoscenza approfondita di questi manufatti."

Lo fisso alzando un sopracciglio. Gli altri fanno lo stesso. Thor spalanca gli occhi celesti e sussulta come se gli fosse venuta la più brillante delle idee: "Pensi di poter chiedere a Loki di trovarle?"

Sarebbe un'ottima idea, se volessi essere rincorsa da una schiera di elfi emo. "No" cretino "Ma spero che nel vostro regno esita un'altra persona in grado di farlo. O, per lo meno, una fonte su cui poter studiare queste Gemme."

Sembra piuttosto imbarazzato mentre mi risponde: “Vi era, ma da lungo tempo ha scelto volontariamente l’esilio dal nostro regno, e nessuno ne ha più traccia.”

"Quindi l’unico resta davvero tuo fratello? E hai provato a chiederglielo? ”

 Arrossisce. Tuffo la faccia tra le mani mentre Stark spinge via il bicchiere sostenendo gli sia passata la sete.

"Non si è dimostrato interessato in una collaborazione."

"E suppongo che costringerlo sia fuori discussione." interviene Nat. Clint le scocca un'occhiata infastidita e perplessa. "Non crederai mica che lui possa...?"

"Con i giusti solleciti..."

"Perché mai dovrebbe farlo? E soprattutto, perché mai dovremmo fidarci? Abbiamo degli scienziati, basterà scannerizzare il guanto e troveranno la soluzione."

Banner si sente chiamato in causa ed osa timidamente intervenire: "Veramente, Clint, la scienza si basa sulle ipotesi, che possono anche risultare sbagliate..."

"Giusto, meglio affidarci al Dio della Menzogna e che la logica si fotta!"

"Infastidisce anche a me questa idea ma potremmo prendere in considerazione questo intervento come un 'controllo incrociato' sui risultati delle analisi."

"E quindi cosa dovremmo fare? Mandare Addison in lingerie su Asgard per estrapolargli informazioni?"

"Oh, ma allora è già pronta!" A Stark è tornata la sete, ed io sistemo stizzita l'orlo della maximaglia stretch di angora: in effetti me la ricordavo più maxi e meno stretch, ma ho indossato di peggio.

Hill si massaggia la tempia sinistra e decide di prendere le redini della situazione in mano. Per farlo deve piantare un pugno sul tavolo un paio di volte, dato che Stark ha deciso che era l'ora di infastidire Steve, Banner si è già perso nei suoi calcoli scarabocchiando un tovagliolo, e Clint e Natasha si stanno sibilando addosso con aria furente. "Signori, siamo in una nazione democratica: propongo di mettere la cosa ai voti."

Vesto la mia migliore faccia allarmata: "No. No. No no no no no no no..."

 

Come previsto le mie rimostranze, i miei 'non se ne parla nemmeno' ed il mio accorato appello alla sanità mentale del gruppo sono caduti nel vuoto.

La Hill, ufficialmente la persona con più potere nella stanza mi ha ricordato che in qualità di agente non devo discutere gli ordini, ma solo eseguirli.

Solo Clint e Steve avevano votato contro il mio intervento ad Asgard: prevedibile. Thor, dopo aver capito il meccanismo dei voti, aveva alzato la mano con l'entusiasmo di un liceale davanti alla prospettiva di una giornata senza lezioni.

E non mi aveva neppure dato il tempo di organizzarmi: mentre cercavo di sgusciare via con la scusa (plausibilissima) di dover indossare qualcosa di meno caldo che un maglione d'angora e dei leggins mi aveva caricato in spalla invitandomi ad utilizzare il mio teletrasporto.

Morrigan recita quella che sta dalla mia parte, guardando il resto del gruppo accigliata e me che le faccio segno di no con la testa. Ma alla fine finge di cedere alle lusinghe di Stark e alla promessa di un appuntamento con un certo pappagallo bianco di origine russa e mi pianta il becco nella mano.

Brava il mio Corvo.

 

 

GRAZIE!! Di nuovo!!

Sono assolutamente felicissima, estasiata da questo seguito!!!

Allora, solo una spiegazione: non siamo ancora arrivati all’azione, è che desidero creare il clima giusto per questa nuova storia… Con il primo capitolo della saga è stato abbastanza semplice: avevamo dei conti in sospeso con Thanos e il Tesseract ancora tra le scatole, qui c’è da creare un disastro dalle fondamenta.

Non dico che ci metterò un po’, però insomma, non posso far capitare le cose dall’oggi al domani. Prometto che l’azione arriverà, e neanche troppo tardi, e che prometto che mi tirerete le pietre e mi odierete a morte, con ogni buona probabilità.

Quindi, non incazzatevi se anche in questo capitolo non succede fondamentalmente ‘na mazza. Devo costruire il puzzle. A dire il vero, lo sto ancora costruendo.

E sto cercando di fare in modo che sia il più nitido possibile.

Come sempre, consigli, critiche e commenti sono sempre ben accetti ed apprezzati!

Ci ringrazio ancora per la lettura!

 

PS: Titolo tratto dalla canzone ‘Walking on Air’ di Kerli. Citazione cinematografica da ‘Stand By Me – Ricordo di un’Estate. Film STU-PEN-DO tratto dal libro di Stephen King.)

Alla prossima,

EC

 

   
 
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