The
Seventh:Winter
•
PART
4: Backin'
•
-Chapt. 2:
Strong Enough to Leave Your Doubts
It happens
sometimes. Friends come in and out of our lives, like busboys in a restaurant.
Sono
tornata a New York nel mio periodo preferito: quello che precede il Natale.
L'aria è frizzante e tutta la città si veste a festa per scordare il periodo
buio che ha appena passato, come se agghindandosi di luci e ninnoli coprisse le
ferite lasciate da due attacchi alieni ed un uragano.
New
York mi piace anche per questo: guarda sempre avanti e si risolleva dalle sue
ceneri, conscia del suo ruolo in primo piano sul mondo e del buon esempio che
deve dare.
La
vita continua, il traffico riprende, riaprono edifici e negozi. Mi sforzo di
passare per la 59esima, voglio ricominciare la mia nuova vita dal punto esatto
in cui ho perso quella vecchia.
L'edificio
è coperto dal telo dei lavori: un cartello recita che nel 2013 è prevista
l'apertura di un grande magazzino. Mi sento sollevata a non dover vedere il
foro della lama sulla pietra.
Il
vento freddo si infila nel mio cappotto e mi do un altro giro di sciarpa
attorno al collo per coprirmi meglio. Il tempo qui è esattamente come me lo
ricordavo, e questa famigliarità mi rassicura.
Tuttavia,
continuo a sentirmi disorientata e stordita.
Incredibile
come, in così poco tempo, mi sia disabituata a trovarmi in mezzo alla folla
anonima della Grande Mela. Lo stare tra tutta questa gente mi innervosisce, mi
infastidiscono i continui rumori tanto da passare il tempo all'aperto con l'mp3
nelle orecchie.
Ma
mi sforzo di ritornare al mondo.
Spero
si tratti solo di una fase momentanea, la mia: nessuno ha mai studiato gli
effetti psicologici di un ritorno dall'Oltretomba quindi devo fare un po’ da
sola, affiancando alle mie conoscenze in materia e una buona dose di raziocinio
e buonsenso.
Non
che, di quest'ultimo elemento, ne sia dotata ora di quantità esagerate.
Sarebbe
stato peggio, continuo a ripetermi, tornare sulla Terra dopo decine di anni.
Come Steve, ecco; una cosa del genere per me sarebbe stata la quintessenza
dell'instabilità emotiva.
Borderline - garanzia di affinità
con Loki pari al 100%
Ok,
non divaghiamo. Manteniamo la mente su pensieri
razionali, concreti e positivi.
Che quello stronzo non si è fatto
ancora vivo.
Deve
essersela presa per il mio scherzetto sullo scambio di uscita del portale.
Probabilmente si starà aspettando le mie scuse.
Se pensa sul serio che mi farò viva
io per prima, si sbaglia di grosso.
O
forse ad Asgard è stato rimesso ai ceppi, per quanto
ne so resuscitare potrebbe essere considerato addirittura illegale, ed in ogni
caso la sua fedina penale asgardiana dovrebbe forse
essere di poco più corta di quella accumulata sulla Terra.
O magari ne ha già combinato una
delle sue.
Prima
di dividerci ha provato a convincermi a non preoccuparmi per la sua sorte, ma è
il Dio dell'Inganno, non è esattamente la persona più affidabile che abbia mai
conosciuto.
Devo
smetterla di angustiarmi per lui. Se la caverà benissimo, è adulto e vaccinato.
Con una personalità
spregiudicatamente Borderline.
Basta.
Basta. Mi rifiuto di pensare di nuovo a lui. Meglio guardare le vetrine. Ecco,
giusto questa, meglio studiare la collezione autunno-inverno di Hermes: con
quella borsa shopping in tessuto spigato arancione, quello scialle in cachemire
dai colori così vivi e quella sciarpa da uomo di seta verde e oro.
'Fanculo.
Un
banchetto in onore al Principe Perduto, per festeggiare il suo ritorno e la sua
sicura redenzione era quanto di più ipocrita Asgard
potesse imbastire.
Incurante
degli strimpellamenti dei cantori e dei sorrisi forzati di buona parte della nobiltà
presente, Loki sbocconcellava il suo arrosto fumante
cercando di ignorare l'imbarazzo degli astanti più vicini al suo posto e
concedendosi, come unico svago dai suoi pensieri, l'indirizzare occhiate severe
ad una servitù più reverenziale del solito.
La
sua presenza inquieta ed incute un certo timore. Una cosa che, in fondo, non
gli dispiace.
Meglio
di quando creava solo un certo fastidio.
Un
tocco morbido e femminile sulla mano destra lo fa voltare verso Frigga, sorridente
e raggiante nel suo abito color bronzo: “È di tuo gradimento la serata,
caro?"
"Degna
della mia ricomparsa. Dopo tutti questi infausti accadimenti avevo quasi
dimenticato l'ospitalità di Asgard." Intercetta
lo sguardo di Sif: sta parlando con i Tre Guerrieri,
in un angolo della stanza. Le labbra sfiorano il calice, il sorriso di Frigga
si incrina, legge perplessità nel suo sguardo. "Ma il vostro splendore,
Madre, quello è sempre rimasto impresso nelle mia memoria." Le labbra
della Regina si piegano compiaciute mentre gli accarezza il viso. È il tocco
dolce che non gli ha mai negato, neppure quando era esplicitamente un nemico
del regno segregato nella più oscura delle celle. Ma resta sempre un'asgardiana: per quanto possa essere profondo ed immutato il
suo affetto, non potrà mai comprendere completamente la complessità di ciò che
si muove dentro di lui. Non riesce a fargliene una colpa, non a Frigga almeno:
è la sua natura, come d’altronde l’Inganno è la propria.
Il
chiacchiericcio si affievolisce quando il flautista intona una melodia
struggente ed il cantore strimpella il suo strumento narrando le fatali
peripezie del Principe su Midgard, della sua morte
coraggiosa, del suo sempiterno e nobile sentimento che lo legava
indissolubilmente alla bellissima guerriera dalle lame infuocate e gli occhi
dell'oro più puro.
Tossicchia
per nascondere una risata: riesce ad immaginarsi la faccia di Addison nel sentire le parole di quella canzone, mentre
sprofonda sotto il tavolo dalla vergogna. Thor invece sorride apertamente, gli rivolge uno sguardo divertito e Loki indovina
che stanno pensando la stessa identica cosa. È così assurdo da essere divertente
ed imbarazzante allo stesso tempo.
Poi
il continuo richiamo alla sua presunta nobiltà d'animo diventa fastidioso.
Lui
è Loki, il mezzo gigante di ghiaccio, il nemico da
cui guardarsi sempre alle spalle, il mostro da cui i genitori mettono in
guardia i figli la notte.
La
lingua d'argento, l'usurpatore di troni, il Dio dell'Inganno, il Signore delle
Menzogne.
Ed
ora, per aver deciso di non morire tra le torture del nemico, veniva
forzatamente dipinto con la figura dell'eroe che Thor era sempre stato, quasi a
cancellare tutte le sue azioni precedenti.
Puro e Nuovo, ecco come lo voleva Asgard: per non vivere nell'inquietudine di doversi sempre
guardare le spalle.
Improvvisamente
si sente pervaso dal disgusto più totale davanti all'ennesima dimostrazione di
ipocrisia: Con ogni probabilità quello era il musico che sino a qualche mese
prima decantava le gesta del prode Thor contro l'infame Loki
tra le risate generali, ed eccolo ora descrivere il suo eroismo tra la finta
commozione della nobiltà Asgardiana.
"Perdonami
madre, ho necessità di una boccata d'aria." Frigga lo guarda impensierita,
probabilmente crede sia penoso per lui ricordare la sua morte. Fa per seguirlo
ma il braccio di Odino la trattiene e Loki si dirige
verso la balconata con lo stomaco chiuso in una morsa e la gola riarsa. Passa a
fianco di Heimdall senza degnarlo di uno sguardo, ed
ha appena posato un piede sul marmo della terrazza quando un'onda di energia fa
vibrare i muri.
Qualcuno
urla. C'è chi si accuccia a terra. Altri brandiscono quello che gli capita a
tiro per usarlo come arma: nel caso di Volstagg è una
coscia di cinghiale, per Fandral invece lo spillone
sfilato dai capelli della bionda pigolante che gli si è attorcigliata al
braccio.
Sei
raggi luminosi si diramano dalle viscere del palazzo e si proiettano all'orizzonte,
sparendo con una scia nel buio della notte, oltre il Bifrost
spezzato.
"Cosa...?"
Thor, così come i tre guerrieri ed alcuni altri partecipanti, è accorso sul
terrazzo. Odino richiama le guardie.
"Proviene
dalle segrete, qualcuno è penetrato nel palazzo!" esclama Sif, fissando furente Loki.
"Non
guardare me, hai ben visto dove sono."
"Ed
ho ben visto la portata dei tuoi inganni e dei tuoi poteri, Loki."
Sibila senza accennare ad abbassare lo sguardo
È
Thor a frapporsi fra i due e a prenderla per una spalla, interrompendo lo
scontro verbale: "Mio fratello è sempre stato sotto il mio sguardo, Sif, posso scagionarlo da ogni accusa." Guarda Loki, che gli risponde con la sua migliore espressione di
stupefatta gratitudine. "Questa
volta." aggiunge, prima di richiamare il Mjolnir
e seguire Odino e le guardie nei sotterranei.
Un
cenno della mano e le candele della stanza da letto si spengono. La finestra è
aperta e la vista domina Asgard. Le luci della città
si stanno affievoliscono: i festeggiamenti sono interrotti, il popolo ripiomba
nell'inquietudine, la paura serpeggia tra le vie dorate.
Le
torce delle guardie che perlustrano e controllano i giardini del palazzo
sembrano tante lucciole che si muovono nell'oscurità. Qualcuno lancia un ordine
ad alta voce a cui qualcun'altro risponde prontamente.
Heimdall, a cavallo, ritorna nella sua
posizione abituale sul Bifrost .
Loki lascia le tende aperte, fermamente
intenzionato a dimostrare che non ha nulla da nascondere. Il buio della camera
si addensa al suo comando: qual'ora il Guardiano del Bifrost
cercasse di spiarlo non avrebbe visto nient'altro che la rassicurante tenebra
che accompagna il sonno del Principe.
Un
arazzo si muove quando una figura snella scivola nell'oscurità della stanza.
"Devo
ammettere che hai avuto fegato per restare comunque qui." sogghigna Loki togliendosi l'elmo. "Ci sono decine di guardie
che ti cercano, dentro e fuori il palazzo. Praticamente, sei in trappola."
Sente
una pressione sulla spalla, dita che scivolano leggere lungo il suo braccio e
il fiato caldo nell'orecchio: "E cosa cercano?"
"Un
ladro molto capace."
"E
non una ladra."
"Non
si stupirebbero di scoprire che è stata una donna ad attentare al Tesoro
Reale." Scivola dal suo tocco per voltarsi a guardarla: "Da questo
lato gli asgardiani si sono evoluti, devo
ammetterlo."
"
È furioso tuo padre?"
"Mio padre? Oh, no. Lui è in pace, quella eterna."
"Parlo
di Odino."
"E
allora non fregiarlo di quel titolo. È indispettito, comunque."
"Immagino
la tua soddisfazione."
"E
di cosa, con le Gemme dell'Infinity Gauntlet lanciate nei quattro cantoni del cosmo? sono
spiacente di constatare il tuo fallimento, mi sorge fin il dubbio che tu stia
perdendo il tuo smalto." La sente inspirare fremendo, sa di averla punta
nel vivo e se ne compiace.
“La
situazione sarebbe stata ben diversa se ti fossi premurato di indicarmi da
quali incantesimi era protetto. Potevo pensare a tutto, fuorché qualcuno fosse
stato tanto folle da impartirne uno
che facesse schizzare via quelle dannatissime Gemme.”
Loki alza le spalle: “Volevo metterti
alla prova.”
“Sciocchezze. Volevi farmi dispetto,
vendicarti per aver lasciato Asgard senza di te.” Le
mani vagano sul suo petto, avvicina il viso al suo: Occhi azzurri e maliziosi
tra una cascata di capelli d’oro e labbra schiuse in un invito che non desidera
cogliere: volge la testa di lato, facendola rimanere interdetta. “È il caso che
ti ritiri, non sarà facile uscire da qui.”
“Ti
ringrazio della preoccupazione che mostri per la mia incolumità, ma come ben
sai le tenebre favoriscono sempre la mia fuga: mi celano, si piegano al mio
volere. Dopotutto, ho insegnato a te.”
“L’allievo
supera la maestra.”
“Solo
quando l'insegnante è stata eccezionale.”
C’è
un fruscio di vesti, lo spiffero di un passaggio che si apre, e nell’oscurità Loki resta di nuovo solo.
Stark ha insistito affinché ci riunissimo
all'Avengers Lounge questa
sera. Vuole che si festeggi e come sempre, non accetta no di nessun tipo.
Nonostante
si dicesse preparata al mio ritorno in grande stile, Pepper
per poco non ha un mancamento e mi tocca la mano un paio di volte prima di
convincersi quanto io sia reale e non sappia di cadavere. "Quindi non sei
uno zombie, o un vampiro o un chissàcosa?"
"Pepper, guardi troppa TV" Tony versa del gin in un
bicchiere e glielo porge. Inizialmente rifiuta, ma ad un cenno di insistenza
del suo fidanzato gli strappa il bicchiere dalle mani, se lo getta in gola e
dopo averglielo restituito dichiara di sentirsi meglio.
"Sono
sempre io. Quindi direi che chissàcosa possa
essere il termine che più descrive la mia natura."
Tony
riempie un nuovo bicchiere e guarda l'orologio: "La dottoressa Foster sarà
qui tra tre...due... uno..."
La
porta si apre: Jane è visibilmente pallida e da come respira si direbbe abbia
il cuore in gola.
La
saluto con noncuranza, come se fossi stata via semplicemente per lavoro, giusto
un paio di settimane. Lei sbatte le ciglia e si gratta nervosamente la fronte
con una mano. "Io ti ho staccata dal muro." Dice con voce tremante.
"Sì,
e ti ringrazio, davvero. Come ornamento pubblico non sarei stata un
granché."
"Dottoressa,
con questo si sentirà meglio." Jane non fa neppure finta di rifiutare il
gin. Tracanna il contenuto del bicchiere in un solo sorso e lo lascia cadere
sulla moquette grigia della Lounge. "Un
altro."
"Se
lo lasci dire, Thor esercita davvero una pessima influenza su di lei..."
Racconto
un po' degli Inferi - tralasciando ogni particolare sulla mia compagnia per non
urtarli - e quando le domande si fanno più serie e mirate devio il discorso su
come dovrò riposizionare la mia carriera nello S.H.I.E.L.D.
dopo il mio ritorno.
"Ovviamente
sei ancora una dei nostri, vero?" domanda Banner.
"Dovremmo
inventarci qualcosa per spiegarlo all'opinione pubblica." aggiunge Stark.
"In
che senso?"
"Nel
senso che, Cornacchietta, la tua... uscita di scena non è
passata inosservata. Come membro dei Vendicatori, eroina e salvatrice di
chiappe, la tua dipartita è stata resa nota praticamente subito, suscitando
molta commozione." spiega.
Oh. Sul serio? A
questo non avevo pensato. Come spia ed agente sono abituata a vivere il mio
operato nell'ombra, a dovermi confondere tra la folla. Pensavo sarebbe rimasto
lo stesso anche dopo gli attacchi a New York. Evidentemente, invece, mi sono
esposta troppo per passare inosservata.
"Il
pubblico sa che GreyRaven è deceduta da eroina
durante l'attacco di Thanos." racconta Steve.
Serra la mascella di scatto, evita il mio sguardo giocherellando con un
bicchiere di soda appoggiato al tavolo. Cerco di sembrare il più naturale
possibile con lui, ma faccio fatica vista la sua prima reazione al mio ritorno:
ha dato in escandescenze per una buona mezz’ora, alternando momenti di riso
isterico a scrosci di rabbia, sino a decretare che la mia resurrezione fosse
profondamente ingiusta, dato che conosceva soltanto uno che prima di me era
riuscito nella mirabile impresa e che ne era di gran lunga più degno. “Vedrò di
non lanciare la moda” ho sibilato come risposta, stringendo i pugni tanto da
piantarmi le unghie nei palmi per vincere la tentazione di rifilargli un
manrovescio.
Poi
aveva recuperato contegno, si era scusato per il suo comportamento, aveva
garbatamente chiesto a Tony di cancellare dallo Starkphone
il video della sua sceneggiata e cercato di riprendere le redini del suo
sistema nervoso.
Dissimula,
questo è vero, ma nel suo sguardo c’è sospetto: la fiducia si è incrinata, il
nostro rapporto si è raffreddato, e non credo proprio che chiederà indietro il
bacio in sospeso che avevamo.
Non che mi senta di darglielo.
"Non
sono state rese note le modalità della tua morte, ma ti abbiamo tributato
l'onore che meritavi."
"...
e del fatto che sia stato Loki a distruggere il Tesseract e Thanos?" Nella
stanza scende il silenzio. I miei compagni si guardano a vicenda. "Questo
non è stato reso pubblico?"
"Per
quanto ne sappiamo, il suo intervento potrebbe essere stato accidentale."
Sì, certo, è inciampato sul Tesseract. "Steve, non per far polemica
ma... trovo un po' difficile credere ad una rottura accidentale di un oggetto
come quello. Voglio dire... non stiamo parlando di un vaso Ming su una mensola
stretta..."
"Esatto,
stiamo parlando di Loki." Ok. È appurato, il mio
autocontrollo è aumentato a dismisura, se non mi sono ancora alzata a
schiaffeggiarlo violentemente.
"E
se tu ci raccontassi quello che è successo realmente? Cioè, quello che ti è
stato raccontato?"
Jane, santa donna.
"Loki ha fregato Thanos. Sono
portata a credere che questa versione sia vera, data la sua spiccata
propensione ad ingannare la gente e l'altresì accentuata propensione di Thanos a cascarci, nelle trappole. L'ha convinto ad
assorbire il potere del Tesseract - Sì, Loki è più bravo di me a convincere le persone - e una
volta avuto il Tesseract vuoto l'ha distrutto. I
contenitori di Energia - volgarmente detti Involucri
- pare siano tutti collegati tra di loro. In parole povere: distrutto uno,
distrutti tutti. Loki ha utilizzato lo scettro, per
spaccare il Cubo vuoto e Thanos è crepato. L'Energia
si è dapprima liberata, uccidendo Loki, per poi implodere,
dato che non può esistere in forma libera." Mi stanno tutti fissando
attentamente. Banner si toglie gli occhiali, ruota gli occhi al cielo, e dopo
un attimo di silenzio meditativo mormora che la cosa ha un senso. Stark gli fa eco annuendo.
"La
libertà, la più grande menzogna della vita." borbotta Clint incrociando le
braccia. "È quello che Loki ha detto la prima
sera che si è presentato nella base."
"Credo
intendesse altro." concedo "Ma, comunque, il succo è quello."
"Questo
non fa di Loki un eroe." Incalza.
"Non
ho mai detto questo, ma gli rendo atto dei suoi meriti. Una volta
tanto..."
Niente da fare, la cosa li disturba.
Però per lo meno hanno il beneficio del dubbio, ora. Piano,
piano, forse, potrei addirittura convincerli ad accettare che le azioni di Loki possano avere diverse chiavi di lettura.
Ma
d'altronde, non posso neppure metterli al corrente di tutto ciò che conosco di
lui. Non sarebbe professionale, prima di tutto. E secondo neppure giusto: ciò
che Loki mi ha detto sono state confidenze, mi ha
regalato la sua fiducia che non ho nessuna intenzione di tradire.
E
terzo, per la maggior parte di loro sarebbe troppo difficile accettare la
complessità della psicologia di Loki. Ha colpito
troppo duro, troppo in fondo, per poter suscitare empatia da un momento
all'altro.
Sarà
una cosa lunga. Escludendo che faccia
qualche cazzata che vanifichi i miei sforzi.
Pepper decide di prendere le redini della
situazione in mano: il suo alzarsi in piedi ci coglie tutti di sorpresa e ci fa
trasalire: "Ma parliamo di cose più piacevoli e divertenti!"
Cinguetta. È un ordine.
"Allora,
Addison, credo che tu debba modificare il tuo
look."
"Stark, non mi farò bionda, sappilo."
"Ma
no, voglio dire... le tue foto - tutina grigia e nera attillata, sguardo d'oro
e capelli voluminosi al vento - è ormai noto. Non credo che l'opinione pubblica
potrà accettare l'idea di una resurrezione."
"Perché
no? Con Buffy l'hanno presa tutti bene!"
"Ma
Buffy era bionda, e tu mi hai appena detto che bionda
non la vuoi diventare."
Chiedo
l'intervento di Clint. Per tutta risposta si lancia un paio di noccioline in
bocca e mi risponde masticando: "... potresti metterti una mascherina.
Zorro non lo riconosce nessuno con un pezzo di stoffa in faccia!"
Pepper rotea gli occhi: "Non esiste donna
al mondo che non riconoscerebbe Banderas..." Bene, i discorsi stanno
vertendo su argomenti più rilassanti e piacevoli. Ed io ho tanta, troppa,
voglia di ridere.
Fuori
piove.
Forte.
Lampi,
fulmini e saette.
Indico
la finestra con un cenno del capo: "Hey Jane,
Thor mi pare frustrato ultimamente." commento, sgranocchiando una patatina
e pulendomi le mani sul retro dei jeans di Maria, che non si scompone.
"Problemi?"
Non
fa in tempo a rispondermi per le rime, tra le risate generali, che la porta si
apre.
Anzi,
si spalanca di colpo.
"LADY
GREYRAVEN!"
Oh cavolo, allora è vero che se li
nomini invano...
Thor
mi prende per le spalle e per un istante, uno solo, ho la sensazione che mi
voglia piegare in due come un pezzo di cartone.
"Dunque
Loki non mentiva!"
"...
strano, eh?"
Thor
è agitato, e non è solo il suo camminare per la Lounge
avanti e indietro a farcelo capire: il temporale, là fuori, imperversa da ormai
un paio d’ore. Steve lo invita alla calma: “Se non per te stesso, almeno fallo
per questa città: ha già subito troppe intemperie in quest’ultimo mese.” Poi si
rivolge a me con un sorriso imbarazzato: “Qualche settimana fa un uragano …”
“Lo
so già, grazie.”
Stark appoggia il bicchiere di Talisker sul tavolo e tamburella con la punta delle dita:
“Sei Gemme, dici.” Thor annuisce. “È un po’ difficile recuperare qualcosa di
così piccolo e difficilmente rintracciabile senza ulteriori indicazioni, non
trovi?”
“Non
hai almeno un disegno, un’immagine?” chiede Steve; Stark
alza gli occhi al cielo mentre Banner è come sempre più propositivo: "Ci
basterebbe un componente integrativo alle Gemme. Hai detto che erano
incastonate in un guanto, giusto?
Sarebbe utile poterlo analizzare: Se lasciano traccia, è quasi certo che
l'elemento a cui sono state a stretto contatto per così tanto tempo possa
fornircela, ed in base a questo potremmo comporre l'algoritmo per una
calibrazione di ricerca strumentale"
Stark schiocca le dita fissando Banner
con gli occhi che brillano e l'aria di un bambino che ha trovato il suo
compagno di giochi ideale: "Ma se il guanto le ha trattenute annullandone
i poteri dovrebbe possedere una polarità inversa dalle Gemme. Potrebbe essere
più complicato."
"Non
possiamo fare a meno di sottoporre ad una scannerizzazione approfondita il
guanto: anche solo la sua composizione fisica potrebbe fornirci una
soluzione."
"Hai
detto che tra queste Gemme ve ne è una in grado di creare varchi
spazio-temporali, giusto? Credo dovremmo concentraci prima su questa: una volta
trovata e recuperata la dottoressa Foster potrà fissare finalmente gli elementi per i wormholes."
"E
questo ci permetterà di muoverci più agevolmente per rintracciare le altre
Gemme."
"Assolutamente."
Thor
ci fissa uno ad uno con sguardo interrogativo: “Comunque posso
disegnarvele."
Stark e Banner si scambiano velocemente
un'occhiata prima alzano entrambi gli occhi al cielo.
Clint
alza la mano chiedendo di poter fare una domanda stupida. "Ma tenete nel
vostro palazzo un oggetto di tale importanza e potere senza conoscere
esattamente il suo impiego?"
"Conosciamo
il suo valore, arciere." risponde piccato Thor "Ma ci è difficile la
sua individuazione, se perduto. E data la sua importanza, ho reputato fosse
meglio mettervi al corrente. D'altronde, non è l'unica reliquia pericolosa
presente nei sotterranei di Odino."
"Confortante."
sospira Clint.
Pensa che esistono anche reliquie
che camminano per i corridoi dei palazzi ed hanno come hobby i golpe di stato.
"Thor,
quello che ci lascia basiti" Natasha ha un tono
pacato e conciliante, nonostante il pizzicotto che sta rifilando sotto il
tavolo alla gamba di Clint e che lo fa soffrire in silenzio: "È che
nessuno abbia mai appurato come queste Gemme possano essere cercate,
all'occorrenza."
"Il
padre di mio padre li riportò come tesoro dopo un'aspra battaglia."
"Contro
chi?" mi intrometto. Improvvisamente ho gli occhi di tutti puntati
addosso, e non è piacevole.
"Contro
gli elfi oscuri dello Svartalfheim."
Dove ho già sentito questo nome?
"Immagino siano piuttosto incazzati con voi per questo, no?"
"Non
sono mai stati alleati del mio popolo." Come gli Jotun sembra suggerirmi il suo
sguardo. E ricordo improvvisamente dove ho sentito quel nome: il Siero di Loki.
Quello che mi ha salvato dal veleno del Chitauri era
un estratto di un fiore che cresce solo nelle oscurità delle grotte dello Svartalfheim.
Oh,
perfetto, mi manca solo il sospetto che il giro se lo sia fatto per assicurarsi
un'alleanza, più che per trovare un antidoto. Sarebbe nel suo stile, non posso
negarlo, ma è una considerazione che preferisco tenere per me.
D'altronde,
nessuno pare saper niente della sua puntatina su Svartalfheim,
e di certo non sarò io a parlarne. Finché non avrò un motivo per farlo,
ovviamente. A tal proposito, potrebbe risultare appropriata una chiacchieratina con Loki; così, tanto
per avere un'idea delle sue intenzioni sull'intera faccenda.
Non su quella pseudo- relazione che
stiamo ipoteticamente ancora condividendo.
Beh,
piuttosto che chiedere esplicitamente udienza mi cavo gli occhi con la penna
stilografica di Pepper. Meglio aggirare il discorso:
"Quindi gli unici che possono ritrovare le Gemme, a parte i nostri qui
presenti cervelloni se debitamente attrezzati, sarebbero questi 'Elfi Oscuri'?"
"Non
esattamente. Occorre un'estrema sensibilità alle arti magiche, ed una conoscenza
approfondita di questi manufatti."
Lo
fisso alzando un sopracciglio. Gli altri fanno lo stesso. Thor spalanca gli
occhi celesti e sussulta come se gli fosse venuta la più brillante delle idee:
"Pensi di poter chiedere a Loki di trovarle?"
Sarebbe un'ottima idea, se volessi
essere rincorsa da una schiera di elfi emo. "No"
cretino "Ma spero che nel vostro
regno esita un'altra persona in grado di farlo. O, per lo meno, una fonte su
cui poter studiare queste Gemme."
Sembra
piuttosto imbarazzato mentre mi risponde: “Vi era, ma da lungo tempo ha scelto
volontariamente l’esilio dal nostro regno, e nessuno ne ha più traccia.”
"Quindi
l’unico resta davvero tuo fratello? E
hai provato a chiederglielo? ”
Arrossisce. Tuffo la faccia tra le mani mentre
Stark spinge via il bicchiere sostenendo gli sia
passata la sete.
"Non
si è dimostrato interessato in una collaborazione."
"E
suppongo che costringerlo sia fuori discussione." interviene Nat. Clint le scocca un'occhiata infastidita e perplessa.
"Non crederai mica che lui possa...?"
"Con
i giusti solleciti..."
"Perché
mai dovrebbe farlo? E soprattutto, perché mai dovremmo fidarci? Abbiamo degli
scienziati, basterà scannerizzare il guanto e troveranno la soluzione."
Banner
si sente chiamato in causa ed osa timidamente intervenire: "Veramente,
Clint, la scienza si basa sulle ipotesi, che possono anche risultare
sbagliate..."
"Giusto,
meglio affidarci al Dio della Menzogna
e che la logica si fotta!"
"Infastidisce
anche a me questa idea ma potremmo prendere in considerazione questo intervento
come un 'controllo incrociato' sui
risultati delle analisi."
"E
quindi cosa dovremmo fare? Mandare Addison in
lingerie su Asgard per estrapolargli
informazioni?"
"Oh,
ma allora è già pronta!" A Stark è tornata la
sete, ed io sistemo stizzita l'orlo della maximaglia stretch di angora: in
effetti me la ricordavo più maxi e meno stretch, ma ho indossato di peggio.
Hill
si massaggia la tempia sinistra e decide di prendere le redini della situazione
in mano. Per farlo deve piantare un pugno sul tavolo un paio di volte, dato che
Stark ha deciso che era l'ora di infastidire Steve,
Banner si è già perso nei suoi calcoli scarabocchiando un tovagliolo, e Clint e
Natasha si stanno sibilando addosso con aria furente.
"Signori, siamo in una nazione democratica: propongo di mettere la cosa ai
voti."
Vesto
la mia migliore faccia allarmata: "No. No. No no
no no no
no no..."
Come
previsto le mie rimostranze, i miei 'non
se ne parla nemmeno' ed il mio accorato appello alla sanità mentale del
gruppo sono caduti nel vuoto.
La
Hill, ufficialmente la persona con più potere nella stanza mi ha ricordato che
in qualità di agente non devo discutere gli ordini, ma solo eseguirli.
Solo
Clint e Steve avevano votato contro il mio intervento ad Asgard:
prevedibile. Thor, dopo aver capito
il meccanismo dei voti, aveva alzato la mano con l'entusiasmo di un liceale
davanti alla prospettiva di una giornata senza lezioni.
E
non mi aveva neppure dato il tempo di organizzarmi: mentre cercavo di sgusciare
via con la scusa (plausibilissima) di dover indossare qualcosa di meno caldo
che un maglione d'angora e dei leggins mi aveva
caricato in spalla invitandomi ad utilizzare il mio teletrasporto.
Morrigan recita quella che sta dalla mia
parte, guardando il resto del gruppo accigliata e me che le faccio segno di no
con la testa. Ma alla fine finge di cedere alle lusinghe di Stark
e alla promessa di un appuntamento con un certo pappagallo bianco di origine
russa e mi pianta il becco nella mano.
Brava il mio Corvo.
GRAZIE!! Di nuovo!!
Sono assolutamente felicissima, estasiata da questo seguito!!!
Allora, solo una spiegazione: non siamo ancora arrivati all’azione,
è che desidero creare il clima giusto per questa nuova storia…
Con il primo capitolo della saga è stato abbastanza semplice: avevamo dei conti
in sospeso con Thanos e il Tesseract
ancora tra le scatole, qui c’è da creare un disastro dalle fondamenta.
Non dico che ci metterò un po’, però insomma, non posso far
capitare le cose dall’oggi al domani. Prometto che l’azione arriverà, e neanche
troppo tardi, e che prometto che mi tirerete le pietre e mi odierete a morte,
con ogni buona probabilità.
Quindi, non incazzatevi se anche in questo capitolo non
succede fondamentalmente ‘na mazza. Devo costruire il
puzzle. A dire il vero, lo sto ancora costruendo.
E sto cercando di fare in modo che sia il più nitido
possibile.
Come sempre, consigli, critiche e commenti sono sempre ben
accetti ed apprezzati!
Ci ringrazio ancora per la lettura!
PS: Titolo tratto dalla canzone ‘Walking
on Air’ di Kerli. Citazione cinematografica da ‘Stand
By Me – Ricordo di un’Estate. Film STU-PEN-DO tratto
dal libro di Stephen King.)
Alla prossima,
EC