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Autore: Evilcassy    17/02/2013    13 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

 

 

        PART 4: Backin'

        -Chapt. 1: Forget the Herse.

 

 

Then sometimes, just sometimes,

the Crow can bring that Soul back to put the wrong things right.

 

 

Nella base NYC dello S.H.I.E.L.D. l’odore di vernice è ancora forte: la riparazione - o meglio, la ricostruzione, deve essere stata ultimata da poco.

Ricordo che quando l’ho lasciata era già conciata male, con le vetrate infrante, i detriti all’ingresso ed i corpi dei primi caduti. Ho il sospetto che, a battaglia finita, questo posto sia stato ridotto ad un colabrodo tanto da ricostruirlo quasi daccapo: non ho trovato nulla di famigliare in quel poco che ho visto.

La stessa stanza dove mi trovo ora dovrebbe essere la solita utilizzata per gli interrogatori, eppure il tavolo e le sedie, le pareti e anche la disposizione dello specchio - sì, lo so che li dietro ci sono già quattro o cinque persone che mi stanno osservando -  sono completamente diversi.

Una cosa non è cambiata nella base dello S.H.I.E.L.D.: la brutta abitudine di tenere il riscaldamento basso. Abituata a temperature calde come quelle degli Inferi, trovarmi improvvisamente nel tanto decantato tardo autunno del newyorkese è uno sbalzo notevole.

Soprattutto considerato che, per la mia entrata in scena trionfale, ho scelto uno dei miei capi preferiti del mio guardaroba del Limbo.

Uno di quelli realizzati con poca stoffa.

Mi rannicchio nella giacca di Clint di cui sono appropriata dopo il nostro incontro ed incrocio le gambe sulla sedia per non tenere i piedi a contatto con il pavimento freddo, mentre Morrigan saltella nervosamente sul tavolo e poi viene ad appoggiarsi sul mio ginocchio

Passi nel corridoio ed io tendo le orecchie a cercare di riconoscerne il proprietario: sapevo indovinarli tutti, possiedo ancora questa caratteristica?

Questa è la Hill, ne sono sicura. I passi rallentano in prossimità dell’entrata alla mia stanza, come se fosse tentata ad entrare, ma poi proseguono. Sento una porta aprirsi al di là della parete ed intuisco che assisterà al mio interrogatorio dietro allo specchio.

Resto al mio posto finché non sento altri passi avvicinarsi. Lenti e pesanti: Fury.

Quando apre la porta, il Direttore non riesce a trattenere uno sguardo sgomento e un fremito nella mascella.

Decido di sorridere, così, per rompere il ghiaccio. "Questa scena mi ricorda qualcosa." suggerisco, alludendo al nostro primo incontro nell'aula di detenzione del mio liceo.

Fury mi fissa a lungo senza ribattere,  poi chiude la porta alle sue spalle ed entra studiandomi attentamente con sguardo severo: "Spero tu comprenda il perché abbiamo preferito trattenerti."

"Beh, sì, certo." Anche lei mi è mancato, direttore. Mi ricompongo sulla sedia, mentre prende posto in quella di fronte alla mia. "Il mio ritorno suona un tantino sospetto, è naturale. È giusto che vi spieghi tutto."

Non perde tempo: "Come hai potuto risvegliarti?"

Sì, tutto bene, grazie. Un po’ di stanchina, ma dev’essere il jet-leg. “Tecnicamente si chiama resurrezione.” Spiego brevemente a Fury come sia potuta tornare indietro, di come Amon abbia stretto un’alleanza con un Corvo per riportare indietro Morrigan e quindi me. “È meno complicato - e meno lecito - di quanto sembri" concludo. Rimane per un attimo immobile, braccia conserte e appoggiate al tavolo. Dal lieve cenno del capo intuisco abbia afferrato il concetto che esistano cose di difficile comprensione anche per lui, e che si stia domandando se questo non possa rappresentare una minaccia globale.

"Ci potrebbero essere delle conseguenze, ma sarebbero solo ed esclusivamente a carico mio. O di Amon, al massimo. Nulla che possa essere di pericolo a questa dimensione."

Non sembra sollevato, ma il movimento della testa si fa impercettibilmente più evidente e lo interpreto come un segnale di auto-convincimento. "E sei tornata sola?"

Ah, eccola, la domanda da un milione di dollari. "Beh, sì. Romanoff può testimoniarlo. Anche Barton, ammesso che perdere i sensi non gli abbia causato un’amnesia."

"In vita, intendo."

"Non ho potuto portare con me Coulson, se è questo che mi sta chiedendo. È passato troppo tempo, è andato troppo... oltre."

Fury tamburella le dita sul tavolo, assimilando l'informazione. "Quindi tu sei tornata in vita da sola?" incalza.

Beh, prima o poi l'avrebbero saputo, tanto vale che glielo dica io e che cerchi di spiegare bene le cose.

Mi sono preparata a questo momento, credo, dall'attimo in cui ho capito che potevo tornare in questa dimensione. Perciò deglutisco, prendo un bel respiro e pronuncio un no.

"Loki?"

Annuisco. "Non è stata una mia scelta, come quella della sepoltura d'altronde: ho sempre detto di voler essere cremata e lanciata dall'Everest; fortuna che la mia migliore amica si sia scordata di queste mie volontà, altrimenti la mia anima non avrebbe trovato un corpo in cui tornare. Ma seguitando il nostro discorso, anche Loki è tornato indietro, sì."

La mascella di Fury si serra di scatto: "Credo che tu debba spiegarci bene un paio di cose, Borgo."

"Mi ha salvato la vita dal veleno che mi stava uccidendo; Amon gliene era grato. Ed ha voluto anche premiarlo per aver salvato il mondo: non che intendesse davvero farlo e mi pesa doverlo notare, ma se siamo tutti qui e Thanos no è anche grazie a lui. E a me, ovviamente."

"Dobbiamo anche ringraziarlo che Thanos sia arrivato qui."

"Diciamo che ha velocizzato un tentativo di colonizzazione che ci sarebbe stato comunque, da qui ad un paio di secoli. Se proviamo a guardare questo da un’ottica diversa, potremmo dire che è stato meglio così: eravamo preparati a riceverlo."

"Che rapporti hai con lui?"

Di natura squisitamente sessuale sarei tentata di rispondere, ma mantengo il profilo serio e un po' imbarazzato di chi deve giustificare una cosa illecita e proibita, di aver percorso l’unica strada possibile: "È capitato per caso: Loki mi si è presentato davanti nel momento in cui ero certa di non avere più possibilità di salvezza. Ho deciso di tentare il tutto per tutto: possiede una conoscenza pressoché illimitata, e nell'universo un antidoto al veleno doveva pur esserci. Ho giocato le mie carte, e lui ha trovato un siero per me."

"Che genere di carte?"

Lascio che l’angolo della bocca mi si pieghi in un sorrisetto sornione: "Quelle che mi sono più consone e che non mi sono mai fatta scrupoli nell'utilizzare nel mio lavoro. Sono brava a convincere le persone, lo sa bene Direttore."

"Quindi tu avresti convinto Loki a salvarti la vita, in cambio di cosa?"

"In cambio di me: Mezzodemone, potenti legami negli Inferi, possibilità di avere un esercito personale. Sulla carta una valida alleata, e sicuramente una persona non ingrata. Era sicuro inoltre di avermi legato a lui sentimentalmente perciò, beh, salvandomi la vita si intascava una possibilità di rivincita. Non pensavo si facesse ammazzare dopo di me... forse sono stata un po' troppo convincente."

"Ed essertelo ritrovata nella tomba che effetto ti ha fatto?"

"Beh, mi sono resa conto di essere un'attrice perfetta, se anche voi ci siete cascati."

Sbuffa. "Thor l'ha chiesto con tanta insistenza... e Natasha non era nelle condizioni di decidere."

"Perciò l'ha fatto lei?"

"L'aiuto di Thor è stato provvidenziale in questa battaglia. Un simile favore potevo concederglielo. Barton non mi ha parlato per quasi un mese." Sorrido immaginando quanto Clint si sia potuto infuriare per una scelta simile. "E quindi, sei resuscitata oggi?"

"Oh no, il mio corpo sarebbe stato troppo corrotto. Sono resuscitata al quarto giorno. Una resurrezione al terzo è considerata troppo mainstream.”

Finalmente riesco a strappargli un mezzo sorriso. "Capirai che non posso reintegrarti subito."

"E neppure lo voglio."

"Desideri lasciare lo S.H.I.E.L.D.?"

"No. Non credo, almeno." Mi stringo nella giacca di Clint: "Ma sono tornata indietro dal’Aldilà, e non è esattamente un evento privo di traumi. Cercando di valutarmi dal profilo psicologico ho riscontrato in pieno la triade sintomatologica di Disturbo Post Traumatico da Stress. Essendo il mio disturbo di genere primario, è difficilmente gestibile se non seguito a dovere. Non credo di poter essere in grado di saltarci fuori da sola, e di sicuro in queste condizioni non posso offrirmi per un reintegro nei miei precedenti ruoli. Forse potrei iniziare con un reinserimento parziale e graduale, ma non prima un’attenta analisi da parte di qualcuno estraneo alla vicenda. L’autodiagnosi non è sufficiente a dar un giudizio adeguato.”

"Sono d’accordo, Borgo." Si preme la mano sull'auricolare e accorda qualcosa. "Un'ultima cosa" dice alzandosi. "In questo momento, dov'è Loki?"

"Quando abbiamo convenuto fosse il momento di lasciare gli Inferi e tornare in questa dimensione, Loki non ha voluto rivelarmi quale fosse la sua destinazione. Sono stata costretta quindi a mettere mano al suo portale e a modificarne l'apertura in modo che lo conducesse in un determinato luogo."

Fury reclina la testa di lato e aggrotta la fronte, incuriosito: "Quale?"

Sorrido.

 

È buio, e gli occhi di Loki ci impiegano qualche secondo per abituarsi all'oscurità. Alza lo sguardo verso l'alto dove un milione di stelle salutano il suo ritorno nella dimensione dei Vivi.

Respira profondamente e l’odore di salsedine gli riempie i polmoni: il mare è vicino, può sentire anche il rombo delle onde che si infrangono contro le rocce.

Per quanto quella non sia la sua terra, trova quel un suono famigliare, rasserenante.

Poi alle sue orecchie giunge il fruscio delle foglie mosse dal vento e questo lo insospettisce: la sua destinazione era una terra brulla ed inospitale, Niflheim, l’aveva già visitata e sapeva per certo che  non presentava alberi dal fogliame così folto da creare quel rumore. Si accorge che l'erba gli arriva quasi alle ginocchia: è in mezzo ad un bosco.

Gli bastano pochi passi per uscire dalla macchia e rendersi conto di trovarsi un un’altura a picco sul mare. Dall’altro capo dell’insenatura, le luci della città sono talmente brillanti ed improvvise che quasi gli feriscono gli occhi. Può vederla tutta, per intero: i nastri dorati delle strade illuminate, i palazzi decorati, le statue monumentali e le torri crescenti che formano il palazzo reale.

Asgard.

Inizialmente Loki si infuria.

Addison, questo è sicuramente suo dannatissimo scherzo.

Poi il profumo della città gli entra dentro e lo acquieta: a che pro arrabbiarsi? Lei non potrebbe neppure sentirlo.

Tanto più, forse l'ha indirizzato lì per uno scopo.

Per conquistare Asgard

Perché in questo momento lui torna in vita come eroe, verrà riaccolto nel palazzo di Odino e potrà avere accesso ai suoi tesori – Nei sotterranei del Palazzo ci sono reliquie potenti ed utili per i suoi scopi.

Per non essere solo disperso nella galassia.  – Sì, Addison avrà pensato più a questo che al resto.

A Loki scappa un sorriso mentre si siede sull'erba, le gambe a penzoloni nel vuoto: di sicuro Heimdall l'ha già scorto e dato l'allarme. Tra pochi secondi avrebbe visto il portone del Palazzo aprirsi e qualcuno uscire in sua ricerca - I tre Guerrieri? Thor ? O addirittura Odino in persona?

Doveva solo aspettare - come sempre.

Volente o Nolente, tanto, era a casa.

 

Esce Fury ed entra Natasha. Ha ripreso colore da quando mi sono palesata e nei suoi occhi non leggo più lo smarrimento di prima: è tornata ad essere l'algida, imperturbabile agente Romanoff.

Quella a cui vorrei raccontare tutta la verità.

Se solo non mi guardasse così aspramente. Mi sorge sin il dubbio che sia furibonda, che nulla potrà tornare come prima, neppure con tutti i miei sforzi e che lei mi abbia già cancellato dalla sua vita. È un dubbio che fa male: Ero pronta ad affrontare Fury, Clint, i Vendicatori tutti. Mi ero preparata a fronteggiare accuse ed interrogatori.

Ma non il suo sguardo di ghiaccio.

Resta in piedi, al di là del tavolo. "Io devo essere sicura” sibila.

"Di cosa?"

"Di chi mi trovo davanti." Il suo tono freddo mi ferisce più di un diretto al naso: "Parla."

"Cosa dovrei dirti?"

"Convincimi che sei Addison."

D'accordo. Devo dirle qualcosa che solo noi due sappiamo. Improvvisamente mi accorgo di quanto sia difficile. Quasi tutto può essere stato condiviso, magari con Clint: la sua storia, quello che ha subito, i suoi pensieri... Cosa posso dire per convincerla?

Sbatte i pugni con violenza sul tavolo ed io trasalgo: "PARLA!"

"Quando ho visto per la prima volta l'armatura di IronMan..." Mi è talmente vicina che sento il suo auricolare mettersi in funzione: qualcuno le suggerisce di non esagerare, credo sia la Hill. "Mi sono chiesta come avrebbe potuto infilarsi le dita nel naso."

Natasha sbatte le palpebre un paio di volte. Poi colpisce il tavolo con violenza e lo lancia contro lo specchio mandandolo in frantumi. Mi rifila un manrovescio che mi fa cascare dalla sedia e si avventa su di me con uno slancio tale da farmi sbattere la schiena contro il muro. Solo dopo qualche secondo mi rendo conto che la sua stretta non vuole essere mortale: sulla mia guancia sta lasciando una traccia calda e umida: Scende lungo il  mio zigomo e trova le labbra.

È salata: "...Natasha..."

È Nat, la mia Nat, quella che mi sta abbracciando così forte da togliermi il fiato. Ricambio la stretta, sento un groppo salirmi in gola e gli occhi mi pizzicano.

Qualcuno apre la porta ed entra, sento altre braccia attorno a me, qualcun altro mi sta parlando ma non lo ascolto. Non è importante.

Sono tornata, sono con Natasha, e tutto il resto non ha nessuna importanza.

 

Cornacchietta tu come…!”

“Le giuste conoscenze, Stark. Parano sempre le chiappe.”

…e che diavolo ci fai qui ora? La Guest Star di Walking Dead?”

“No, Resident Evil. Sono la cattivona dell’ultimo livello. Sconfiggi me, e avrai salvato Racoon City”

Tony Stark si passa una mano sulla faccia e si sfrega gli occhi, un secondo prima spalancati nella più grande delle sorprese.

Ho fatto restare senza parole Tony Stark per circa mezzo minuto. Qualcuno chiami un notaio e mi faccia entrare nel Guinness dei Primati.

Poi si mette a ridere. Isterico. “Sai cosa non voglio perdermi, ora? Quando lo dirai a Banner.”

Oh.

 

"Bruce? Bruce! Bruce... vecchio mio, eccoti qui!"

"Oh, ciao Tony. Hai bisogno? Perché qui ho finito e sto uscendo, avrei un imp..."

"Ti rubo solo quale minuto.... permetti?"

"... se proprio devi."

"Ho bisogno di parlarti e vorrei farlo in privato." Apre la porta della Sala Ristoro e lo spinge dentro chiudendosi velocemente la porta alle spalle. "Siediti, caro."

Lo sguardo di Banner è perplesso, ma esegue comunque sospirando: ormai ha imparato che prima si asseconda Stark, prima ci si libera da lui.

Ok, forse non sempre, Pepper ne è la prova, ma questa è comunque l’unica tattica applicabile ad arginare l’irruenza di un genio miliardario logorroico filantropo, talvolta nostalgico ex-playboy.

"Ti ricordi di quando ti ho involontariamente spoilerato l'ottava stagione di The Big Bang Theory e tu non ti sei arrabbiato? "

"Reputo abbastanza immaturo infuriarsi per lo spoiler su un telefilm comico, per quanto non sia completamente convinto dell'involontarietà della tua azione."

"Ma comunque il fatto che tu non ti sia arrabbiato è molto positivo, giusto? Un passo in avanti per il tuo completo controllo sull'Altro Tizio, sei d'accordo?"

Bruce si toglie gli occhiali per sfregarsi le palpebre pesanti. "Tony, ti prego, dimmi dove vuoi arrivare che sono già in ritardo..."

"Per gradi, Dottor Banner, procediamo per gradi."

"Stark, se le tue intenzioni sono quelle di rifilarmi qualsiasi tipo di anticipazione dell'articolo di Selvig nell'ultimo numero di AIP Journal che non ho ancora letto, sappi che ne sarò solo infastidito, non incazzato. Probabilmente eviterò di parlarti per un giorno interno - cosa che gioverebbe anche alla mia sanità mentale -  ma non farò uno sfacelo di questo posto. Quindi, è inutile che ci provi solo perché non ti piace il colore del comparto tecnico-scientifico e Fury non vuole farlo cambiare..."

"Credimi, ti sbagli di grosso... io..."

La porta si apre di botto: "Hey, c'è ancora il mio the preferito nel distributore?"

Banner sgrana gli occhi.

Le dita tremano.

Gli occhiali cadono a terra.

Le pulsazioni cardiache aumentano talmente che possono sentirsi nella stanza.

"Ohcazzo...!" Addison non è mai sparita così rapidamente. Né l’armatura di IronMan arrivata così velocemente al proprietario.

 

La mia stanza è completamente vuota, e Natasha sta balbettando qualcosa su un suo momento di furia in cui ha inscatolato tutto. Reazione comprensibile, eppure non posso negare la fitta di rammarico: ha fatto così presto a togliere tutti i miei ricordi, mi infastidisce pensare che stesse cercando di estirparmi dalla sua vita per ricominciare d’accapo così presto. “Ti ricomprerò tutto io, dove è possibile” si affretta a proporre.

“Non ho gettato via nulla.” Clint è appoggiato allo stipite della porta, braccia conserte e piccolo sorriso a stendergli le labbra secche dal freddo: “Ho portato tutto a casa mia. Sapevo che un giorno ti sarebbe passata questa furia, Nat, e che avresti voluto tenere qualcosa.” Sorrido. C’è un dito di polvere sul pavimento, ci scrivo il mio nome con la punta dell’indice e faccio un disegno stilizzato di Nat e Clint che si sbaciucchiano: “E cosa ci avreste messo qui dentro, la nursery?” Natasha mi fissa scandalizzata. “Sai, esistono tantissimi modi per combattere il dolore di una perdita. Alcune persone incanalano la loro energia in attività umanitarie o sportive di gruppo. Altri ancora si gettano anima e corpo sul lavoro. C’è chi invece mette su famiglia per cercare di sostituire l’affetto perso con uno più grande e coinvolgente come quello di un figlio. Non guardatemi così, non sono io ad averla inventata la psicologia. Dico solo che mi tra tutte le possibilità che ho contemplato prima di risalire in superficie, beh, c’era anche questa.”

“Stasera la cena la paghi tu.” sibila.

Le mostro un palmo di lingua: "Davvero, che mi sono persa a starmene negli Inferi?"

Natasha fa spallucce. "Il passaggio dell'Uragano Sandy per Halloween. Ha mandato sott'acqua mezzo New Jersey e fatto un casino qui in città. Hanno addirittura annullato la Maratona."

Resto basita, la maratona non l'aveva cancellata neppure dopo l'attentato alle Torri Gemelle. "Sicuri non c'entrasse Thor?"

"Jane ce lo ha assicurato. Oh, e poi ti sei persa la ri-elezione di Obama."

"Ottima cosa, seppure prevedibile dal mio punto di vista."

"L'uscita di The Dark Knight Rises." suggerisce Clint.

"Merda!"

 

“Ok, credo tu debba raccontarmi un paio di cose.”

Clint è andato a prendere la cena, Natasha si siede accanto a me sul materasso appena tolto dal cellophan.

“Sono più di un paio.” Ammetto. “Ma non so dove incominciare.”

“Dal tuo inquilino tombale, per esempio?" Dritta al punto, come sempre. "Non credo ad una parola di quello che hai detto a Fury: Sputa il rospo.”

Mi mordicchio le labbra e prendo un bel respiro. Sarebbe molto più facile mentirle, ma non è quello che posso e voglio fare. A Natasha devo dire come stanno realmente le cose ed accettare tutte le conseguenze che verranno: ho bisogno che almeno una persona sappia tutta la verità.

“Voglio subito dirti che non dimentico ciò che ha fatto, d’accordo?” Annuisce, alza un sopracciglio e mi fa cenno di andare avanti. Le racconto come è iniziata, della notte nella sua cella mentre Asgard era in festa per la sconfitta di Thanos, dell’antidoto che ha trovato, di come mi abbia salvata e di come insieme abbiamo progettato il piano per sconfiggere il Titano  - piano finito relativamente male - e della promessa fatta: “Quando siamo stati teletrasportati negli Inferi abbiamo dovuto passare le prime due settimane a riprenderci: non solo eravamo debolissimi e con i nostri poteri pressoché annullati, ma io avevo anche uno squarcio nel petto e nella schiena che rischiava di farmi cadere alcuni organi fuori se solo avessi tentato di mettermi in piedi. Era orribile, credimi, ci si vedeva dentro: quando l'ha visto Loki ha vomitato."

"Non lo facevo così sensibile." commenta ironica.

"Hai visto in che condizioni ero messa?"

Ammette che gliel'hanno impedito, così abbasso la scollatura della maglietta per mostrare la cicatrice: è spessa, lunga una decina di centimetri, e solca i miei seni. "E la schiena è messa uguale." La copro subito, mi fa ribrezzo e la odio. "Le voglio togliere entrambe."

Ha lo sguardo avvilito, mentre mi stringe una mano sussurrando che le dispiace.

"Ci abbiamo messo un po' a riprenderci e a riavere il controllo sui nostri poteri." Sorvolo sull'aspetto più interessante della nostra vita di coppia: non necessario che sappia davvero tutto, e so per certo che troppi dettagli, questa volta, la infastidirebbero:  "Non starò qui a pontificare su come lui sia diverso nei miei confronti, ti dico solo che… beh, c’è di più in lui che il bastardo esagitato che ha fatto saltare per aria mezza Manhattan e ucciso ottanta persone in due giorni. È complicato spiegarti, non saprei neppure da che parte iniziare.”

“Lo ami?”

"L'amore è per bambini."

Sopracciglio alzato, figurarsi se Nat si lascia fregare così: "Quella battuta è mia. Rispondimi: lo ami?"

Oh, ecco. Il Domandone del secolo che mi sono posta più volte. La risposta è sempre stata la stessa: “Non lo so." È così. "So solo che se tornasse ad essere una minaccia non esiterei a combatterlo.”

“E lui?”

Ah-ha! Altro bel domandone. “Credo sia lo stesso.” Sì, più o meno...

“Nonostante i due mesi passati a fare i piccioncini negli Inferi?”

“Non ti nascondo siano stati due mesi estremamente piacevoli.”

“Risparmia i dettagli, per questa volta.”

“Stavamo bene, insieme. Ma entrambi sapevamo che… non sarebbe durata. Così abbiamo deciso di comune accordo di riprendere le rispettive strade. Che non significa necessariamente che ci siamo lasciati - anche perché non sono sicura che stiamo insieme - ma solo che perseguiamo i nostri diversi... interessi. Ci rincontreremo, presto spero.”

“Quindi come lo consideri? Il tuo ragazzo, il tuo amante, il tuo… cosa?”

Mi concedo il lusso di pensarci su, grattandomi il mento: Ma perché poi bisogna dare sempre un nome a tutto? “Credo di poter coniare il termine trombanemico.

Natasha inarca le sopracciglia, poi si tuffa il viso tra le mani.

 

Clint richiamato al comando per far rapporto su che punto fosse la missione prima della - ahem - interruzione imprevista e noi decidiamo di concederci il nostro momento di relax preferito:

2Girls,1Tub, lo chiamiamo.

Niente che possa finire su siti come YouPorn et similia, semplicemente riempiamo la nostra vasca da bagno di acqua calda e tante bolle, accendiamo un quantitativo spropositato di candele che neppure in un film di Dario Argento se ne sono viste così tante, stappiamo una bottiglia di vino e ci immergiamo con la faccia impiastricciata da maschere depurative e l'impacco nutritivo sui capelli avvolti dal domopack.

Con tutte le buone intenzioni del mondo, nessun uomo potrebbe mai trovarci sexy durante una sessione di 2Girls,1Tub.

Riempio il mio calice di vino e degusto un altro sorso del mio Amarone di Valpolicella comprato dal mio spacciatore di vini a Little Italy. "Quanto mi è mancato questo momento..."

"Anche a me..." sussurra Natasha, abbandonando la testa all'indietro, sul bordo della vasca; Tarata a Vodka e superalcolici com'è, mezzo calice di Amarone basta a rilassarla.

"E con Clint come va?"

Fa una smorfia con la bocca e alza una spalla. "Non sono stata molto sopportabile ultimamente. Ammetto di aver avuto qualcosa di simile ad una mezza depressione. Ma non posso esserne certa, la mia psicologa era in ferie e non mi ha potuto visitare."

"Deve essere una gran scansafatiche."

"Già, credo che la cambierò." Si vuota altro vino nel bicchiere e per poco non trascina tre candeline nella vasca: Ridacchia. "Comunque non sono stata l'esatto prototipo della fidanzata perfetta, ecco. Credo che la cosa l'abbia infastidito. Hic!"

Cavoli, siamo già alla fase singhiozzo? Nat, sei proprio fuori allenamento... "Sai, dovresti farti perdonare."

Annuisce con un sorriso mezzo imbambolato. "Ho hic un completino viola che..."

"Naaah, Naaah. Tutta roba già vista. Quello che dovresti fare, secondo il mio modesto parere, è fargli capire che sei tornata te stessa, pronta a farlo impazzire, a stuzzicarlo. Per esempio, una foto..."

Natasha si rizza a sedere. "Qui in vasca"

"Con il calice in mano”

"Con entrambi i calici in mano."

"Ed un messaggio provocante."

Appoggia il bicchiere ed inizia a frizionarsi la faccia con l'acqua per togliere la maschera. Si strappa via il domopack dai capelli e tuffa la testa sott'acqua. "Presentabile?"

Annuisco. Mi passa il cellulare. "Uh! è il nuovo modello di StarkPhone?"

"Sì, mi è arrivato la settimana scorsa, è S.H.I.E.L.D. Limited Edition, credo che Stark te ne farà avere uno anche a te."

"Voglio ben sperare! Ora dai, mettiti in posa."

"Usa il comando vocale, non sono certa sia impermeabile."

Ordino al cellulare di scattare la foto. "Bellissima!" strillo "Clint si teletrasporterà a casa, vedrai." poi detto il messaggio: "Ho riempito anche il tuo bicchiere. Non lasciare che si ossigeni troppo"

Obbediente ed efficiente, l'assistente virtuale dello StarkPhone ripete il messaggio tra le nostre risatine cretine.

"Invia a CLINT BARTON." Ordina la mia amica, alzando il calice vittoriosa.

"Messaggio inviato a TONY STARK."

Panico.

 

 

Io

Sono

Assolutamente

Sbalordita.

Sapevo che The Seventh era piaciuta e che il sequel sarebbe stato gradito, ma non pensavo così tanto!!! Il riscontro positivo che ha avuto il solo prologo è stato elettrizzante. Ho le vertigini, giuro!

E anche un po’ di ansia da prestazione.

Speriamo bene.

Nel frattempo vi ringrazio e straringrazio per averla recensita o inserita nelle preferite /seguite/ ricordate.

Spero solo di essere sempre all’altezza delle vostre aspettative.

Ricordatevi sempre che sono aperta anche alle critiche, purché sensate e costruttive.

Grazie, Grazie, Grazie!!!!!

EC

 

PS:  Il titolo è tratto da Back in Black degli AC/DC e la citazione è da Il Corvo – assolutamente un Cult.

PPS: 2 Girl 1 Tub è una ‘scena tagliata’ da The Seventh originale.

 

Alla prossima!!

EC

   
 
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