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Autore: _Her    24/02/2013    1 recensioni
-Ehi bella!- mi urlò. Feci finta di niente. –Ehi! Sto parlando con te!- disse scocciato. Gli passai accanto, senza rivolgergli nemmeno il più infimo degli sguardi. Però, una delle mani più forti che avessi mai sentito, mi afferrò il braccio costringendomi a girarmi. –Rispondi quando vieni chiamata. Nessuno ti ha mai insegnato l’educazione?- mi urlò il pazzo ad un centimetro dal naso. Il suo alito puzzava d’alcool. Il solito ubriacone del cazzo.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello, beautiful.




2.

Mamma mi apparì in sogno. Era un angelo, vestita con una lunga tunica bianca e una grande aureola d’oro sospesa sulla sua testa. Era ovvio che fosse andata in paradiso. Mi stringeva fra le sue braccia, come se non volesse lasciarmi mai più. Mi sussurrava continuamente parole dolci.
-Non ti preoccupare, ci sono io qui con te, adesso andrà tutto bene. –

Quelle parole soavi mi sembravano così distanti, ma così maledettamente realistiche. Io la guardavo, cercavo di stamparmi bene il ricordo del suo viso in mente, per non dimenticarla mai più. Mi accarezzava i capelli con movimenti molto lenti e rassicuranti. Il suo, era uno sguardo pieno di comprensione e amore. Mi infondeva tutta la calma e la fiducia che avevo perso da tempo nelle persone. La strinsi anche io, ma più forte. L’avevo persa troppo presto, ora mi mancava ogni minuto di più che vivevo sulla terra. Annusai l’odore inebriante che emanava il suo corpo. Lo respiravo avidamente.
-Mamma, ti voglio bene.- sussurrai. La frase che avevo temuto di dirle quando era ancora in vita mi uscì così, in un attimo. Le volevo far sapere quanto l’amavo, ora che non potevo vederla così spesso. Già, perché non sapevo nemmeno se quella fosse un’allucinazione.

-Shh, ora va tutto a posto, ci penso io a te. Scusa se non sono arrivata prima.-
Quella frase. Quella frase l’avevo già sentita. Era familiare. La guardai, portando il mio viso ad un palmo dal suo. I lineamenti del viso stavano cambiando. I capelli lunghi e dorati di mia madre stavano diventando corti e mori, e i suoi occhi azzurri stavano cambiando colore. Mi allontanai, sciogliendo l’abbraccio. Quella non era più mia madre. Anche il suo corpo si stava trasformando. La lunga tunica fece spazio ad una giacca di pelle, e il suo sguardo dolce e femminile diventò quello di un ragazzo, occhi scuri e profondi. Era lui, il mio salvatore, ed ora mi stava tendendo la mano. Io esitavo: avevo paura.
-Tu chi sei? Dove è mia madre??- urlai. Ma lui continuava a stendere la mano. Si aspettava che gliela stringessi. Alzai la mia, titubante. L’appoggiai alla sua, che immediatamente mi tirò a lui. Ora le sue braccia cingevano i miei fianchi, e le mie il suo collo. I nostri visi erano distanti pochi centimetri. i suoi occhi mi studiavano, i miei pure. Sembravamo incatenati l’uno all’altra.

Finalmente parlò.
-Io sono una parte fondamentale della tua vita. Non allontanarmi, ti prego. Ricordatelo.-
Cosa voleva dire? La mia espressione era confusa. Cercai di chiedere spiegazioni, ma mano che prima mi aveva attirato a lui, ora mi stava lasciando andare.

-No, aspetta! Chi sei? Cosa vuoi da me? Rispondimi!-
Ma ci stavamo allontanando. Prima di poter ascoltare una sua qualunque risposta, la realtà prese il sopravvento, e mi svegliai.
Aprii gli occhi lentamente. Mi trovavo in un letto matrimoniale, in un bagno di sudore. Indossavo solo una cannottiera e gli slip. Provai a tirarmi su, ma una fitta alla testa mi costrinse a sdraiarmi di nuovo. Dove potevo trovarmi? E soprattutto, chi mi ci aveva portato? Ero coperta di lividi e cerotti, qualcuno doveva avermi curata. Mi feci forza, e con uno scatto mi alzai. Feci due passi, ma cascai rovinosamente, sbattendo contro un comodino. –Cazzo..- imprecai. Mi tirai su, aiutandomi appoggiandomi a qualsiasi cosa trovassi. Mi girava la testa da fare schifo. Tastai la ferita, era bendata anche quella. Mi diressi a tentoni verso la porta della stanza, e la aprii. Guardai a destra, un corridoio troppo lungo per i miei gusti. Mi voltai verso sinistra, delle scale. Optai per quest’ultime. Mi aggrappai allo scorri mano, scendendo un gradino per volta. Che cazzo avevo?! Perché mi sentivo così strana?
Mancavano due gradini alla fine della scalinata. Il mio piede inciampò. Caddi. Rotolai, fino a che non mi ritrovai distesa sul pavimento. –Merda!- imprecai per la seconda volta.

-Ehi!- urlò qualcuno. Si avvicinò al mio corpo esanime, e mi prese il volto tra le sue mani. I suoi occhi nocciola. I suoi capelli neri. Era lui.
-Va tutto bene?- mi chiese dolcemente.
-Chi sei?- dissi con la mia voce roca. Avevo la bocca impastata.
-Il tuo coinquilino!- mi rispose con un sorriso a trentadue denti. Cosa? Il mio coinquilino era il mio eroe? Ero abbastanza confusa. Forse se ne era accorto, dato che mi sollevò delicatamente, e mi portò in salotto. Mi posò sul divano, poi si sedette accanto a me.

-Ora riposati, parleremo di tutto quando ti sarai completamente ripresa.-
Si alzò, e sparì da qualche parte. La cosa non mi piaceva per niente. 


 





Ehilà beleeeeeeeeeeeeee!! Nuovo capitoloooo! lui è semplicemente aahfhshfsjhaif
sarà dolcioso anche dopo :33 mi sento un po' un genio del male!
mwahahahahahah
Mi lasciate una recensione? Così, tanto per sapere se fa schifo o può andare ;))
sciaoo
Elisa.

  
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