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Autore: Spregias    24/02/2013    3 recensioni
Allyson ha 17 anni, poche amiche, nessun ragazzo in particolare.
Sogna il principe azzurro da sempre: si immagina un ragazzo bellissimo, fiero, perfetto.
Ma cosa succede se il ragazzo che è sempre stato innamorato di lei da brutto anatroccolo diventa cigno?
Se il tuo stupendo migliore amico si trasferisce nella tua città?
Se una nuova compagna di classe farà innamorare il cigno?
Se tu arrivassi prima, ma commettessi una sciocchezza?
La vita di Allyson May.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 19-


"Allie, vieni a cena, dobbiamo parlarti." La voce di mia madre mi scuote dai miei pensieri su Niccolò e mi riporta nella realtà.
Indossando un paio di pantaloni della tuta e una canottiera, scendo a tavola. I miei, compreso mio fratello, sono tutti seduti
intorno al tavolo, molto seri, e ciò mi spaventa.
Mia mamma è serissima, il suo volto, spesso dolce, è duro, teso, e gli occhi non sorridono come sempre. Papà la guarda di sottecchi,
come a sostenerla, o a cercare sostegno. Mio fratello semplicemente ha paura di guardarmi negli occhi e ogni tanto si lancia occhiate
con sua moglie. Sono tutti impazziti? Li guardo, confusa, ma loro mi fanno semplicemente cenno di sedermi.
"Beh, è morto il gatto?" dico cercando di smorzare la tensione, anche perchè non abbiamo un gatto. Nessuno però sorride, anzi, si accigliano
tutti ancora di più.
"Allison" esordisce mio padre, con tono deciso, e io mi spavento. Non mi chiama mai così..
Mia madre gli poggia una mano sulla spalla e lo ferma, prendendo lei la parola.
"Nonna Sophia sta molto male, Allison" dice con sguardo triste. Nonna Sophia? Sono anni che non la vedo, ma questa notizia mi provoca
una stretta al cuore.
"Ah" mi limito a dire, perchè non so cosa altro aggiungere.. La rivedrò?
"Allie, ascolta..io voglio stare vicino a mia madre, non ha molto tempo" dice, questa volta evitando il mio sguardo.
Ma io ancora non capisco.
"Vuoi andare a Chicago? Tanto tra un mese ci andiamo. Oggi è il 10 maggio, partiamo il 15 giugno" dico facendo i conti.
"No, Allison. Andiamo tutti" dice allora mio padre.
"Ah..ma.." balbetto ancora più confusa, ma di cosa parla?
"Partiamo domani l'altro, Allie." dice mio padre e il mio cuore si sgretola. Come se ricevessi mille pugni nello stomaco, di quelli che ti tolgono
il fiato. E' uno scherzo.
"Dai, papà non scherziamo" dico cercando di ridere, ma mi esce un terribile suono.
Loro si guardano e sospirano.
"Allie, mi dispiace tanto..."
"MA CHE COSA STATE DICENDO? VOI SIETE IMPAZZITI!" urlo fuori di me, realizzando che non potrò fare niente. Sento già le lacrime salire,
ma non permetterò loro di vedermi piangere.
"Allie, ascolta.." cerca di parlare mio fratello, ma me lo scuoto di dosso.
"VI ODIO, VI ODIO!" urlo ancora, non me ne frega di avere 18 anni, mi stanno uccidendo.
Rovescio la sedia e mi precipito in camera. Nessuno viene a bussarmi e così tra i singhiozzi mi addormento.


La mattina dopo mi alzo con un incredibile mal di testa, gli occhi gonfi e senza un cuore. Guardo la mia camera, l'ultima sera, perchè domani me
ne vado. Al solo pensiero mi viene la nausea, ho voglia di vomitare. Mi siedo un attimo e cerco di respirare.
Ma non ci riesco..prendo il telefono.
"Allie perchè non sei a scuola?" chiede Nicco. Ma non ho voglia di parlare neanche con lui, stranamente. Siamo una coppia aperta, perchè non ammetterei
mai neanche sotto tortura che mi sono innamorata di lui. Non voglio parlare di amore come ho fatto fino a pochi mesi fa, dicendo ti amo a chiunque,
non misurando il valore delle mie parole, perchè l'unica che è rimasta fregata qui sono io.
Io ho parlato troppo in passato, comportandomi da bambina, non dando valore a tutti quei "ti amo" e "mi sono innamorata di te".
La verità è che non ho mai amato, o almeno era quello che pensavo fino a qualche giorno fa, quando ho provato sensazioni mai provate prima,
nè con lo stesso Niccolò, nè con Liam. Sensazioni nuovissime. Totalmente sconvolgenti, appassionanti.


Il campanello suonava ripetutamente, come se chi fosse dall'altra parte non avesse pazienza di aspettare ma volesse entrare con prepotenza.
Mi alzai con irritazione, ma chi poteva essere a quell'ora? Quando aprii la porta e mi trovai davanti Niccolò, oltre che ad essere piacevolmente
sorpresa, provai una strana sensazione. Ero meno sicura di me, terribilmente insicura del mio aspetto, non sapevo cosa dire.
"Allie, mi fai entrare?" disse Niccolò, scrutando attentamente la mia espressione. Riscuotendomi lo feci entrare.
"Che dovevi dirmi?" gli avevo chiesto io, follemente curiosa di sapere cosa lo avesse spinto fino a casa mia.
"Elena mi ha chiesto di uscire, di nuovo" aveva risposto guardandomi negli occhi, serio. Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male di
quell'affermazione: stavo morendo di gelosia. Pensare a lui, con lei, mi faceva venire la nausea. Ma avevamo messo in chiaro che ognuno poteva
fare le sue esperienze, e io avevo affermato che ero d'accordo, quindi cercai di mantenere un'espressione impassibile, anche se dentro urlavo.
"Ah, si? E tu?" chiesi, e la mia voce non tradiva emozioni. Ero fiera di me.
Niccolò mi guardò con un'espressione incredula e delusa, come se si aspettasse una reazione diversa, ma probabilmente era una mia espressione,
perchè poco dopo il suo sguardo tornò quello di prima.
"Ci sono uscito ieri" rispose semplicemente. Nuova ondata di nausea. Un dolore sordo, mai provato prima, mi impediva anche solo di parlare,
non riuscivo a guardarlo negli occhi.
"Perchè..mi stai dicendo questo?" dissi con fatica, dopo aver ripreso la voce.
"Perchè voglio essere sincero, con te, Allie" rispose semplicemente lui e io gli avrei volentieri tirato una padella in testa. Stronzo lui,
e illusa io.
"Ok, adesso?" dico freddamente, non riuscendo a mascherare il risentimento. Mi mordo la lingua.
"Sei gelosa?" mi provoca lui, improvvisamente divertito. Io sono troppo arrabbiata per stare al suo gioco.
"Assolutamente no. Adesso ho da fare" ho risposto quasi urlando, cacciandolo di casa per poi chiudermi la porta alle spalle.


Ancora ripensandoci mi sento male, Niccolò è mio. Lo sarà sempre. Non posso sopportare il pensiero di lasciarlo ad Elena, perchè sicuramente
quando me ne andrò lei sarà la sua ventosa, e se lo prenderà. Il pensiero di perdere colui che...amo, è insostenibile. Mi sento soffocare
al pensiero di non specchiarmi più nei suoi occhi, di non sentire più il suo fiato sul collo, i suoi baci, le sue carezze. Non dormire più
abbracciata a lui, eppure..domani me ne vado. E questa volta non ho occasione di tornare.
"Nicco, devo parlarti" rispondo al suo messaggio, facendo la vaga. So che è l'unico modo affinchè corra a casa mia.
Infatti dopo 20 minuti sento il campanello suonare. Mia mamma va ad aprire e sento la sua voce sorpresa nel salutare Niccolò.
Immagino la faccia di Nicco nel vedere gli scatoloni, nel capire..farà male a lui quanto a me? Non penso.
"Allie" la sua voce mi fa sobbalzare e lo vedo sulla porta, con un'espressione addolorata in faccia "quando..?" inizia, ma la voce gli muore in gola.
"Domani" dico, con la voce già incrinata dal pianto. Annullo la distanza tra noi, chiudendo la porta a chiave. Ho bisogno di lui,senza interruzioni.
"Allie io.." inizia, ma gli chiudo la bocca con un bacio.
"Non dire niente!" sussurro al suo orecchio, la mia voce piena di disperazione. Oh, quanto lo amo. Lo amo così tanto che fa male.
E lo voglio, adesso, disperatamente. Per lui è lo stesso, perchè mi prende di peso e comincia a baciarmi, buttandomi sul letto.
Gli circondo le spalle con le braccia e il bacino con le gambe.
Lui mi scioglie i capelli e comincia a slacciare la camicia, mentre io gli sfilo la felpa. Sento la sua mano fredda passare dietro la schiena e slacciarmi
il reggiseno, mentre io gli sfilo la maglietta. Lui mi sfila le mutande insieme ai pantaloncini mentre io gli tolgo i pantaloni.
Non c'è bisogno di parole, l'aria è intrisa dei nostri sospiri e gemiti.
Lo amo da morire, non ne avrò mai abbastanza di lui.
Qualche minuto dopo, mi addormento tra le sue braccia, sfinita dal pianto, cullata tra le braccia di Niccolò.
Quando apro gli occhi, mi sento addosso vestiti che prima non avevo e Niccolò non è più qui. Sono delusa ma forse è meglio così.
Apro Skype e subito parte una chiamata da Liam. Rispondo ma nessuna risposta arriva di là. Sento la voce di Liam, ma non sono sicura che stia parlando
con me.
"Can I ask you a question Liam?" una voce di donna che parla inglese si leva nel silenzio e io rimango interdetta e mi metto ad ascoltare,
spinta dalla curiosità.
"Yes, Maddie, of course" risponde la voce di Liam, gentile. Maddie..ma allora lui sta parlando con..QUELLA.
"Perchè mi hai baciata e poi mi hai detto che volevi solo essere mio amico?" continua la ragazza.
"Dovevo..lasciare andare una persona" risponde tristemente Liam.
"Ancora..lei? Allison? Ma..perchè?" chiede ancora lei.
"Mi dispiace averti preso in giro Maddie, davvero" risponde Liam, evitando la domanda.
"Non c'è possibilità per noi?" chiede lei.
"Mi dispiace, Maddie. Io ..la amo. L'ho sempre amata, e non posso farne a meno" risponde lui.
"Perchè allora, quella foto?" chiede lei.
"Perchè la amo, ed è per questo che l'ho lasciata andare..e poi.."
Ho sentito abbastanza, riattacco. Non posso crederci. L'ha fatto apposta? Eppure sembrava sincero.
Ha detto delle parole così belle..."I love her, and this is why I had to let her go..".
Tra due giorni rivedrò quel ragazzo che mi ha fatto stare male e che mi manca comunque terribilmente.
Ho paura che mi farà un effetto travolgente e distruggerà di nuovo tutte le certezze che con fatica ho cercato di creare. 

  
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