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Autore: Lissah    24/02/2013    3 recensioni
E se Joycelyn non fosse mai scappata da Valentine? E se Clary e Johnatan fossero cresciuti insieme, come parabatai? E se Clary avesse combattuto contro i Nascosti insieme alla sua famiglia? E se Jace fosse cresciuto amato dalla sua vera famiglia e non si chiamasse più così?
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino della scrittrice:
Ciao a tutti!! Intanto, volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia storia. Questo capitolo non mi convince molto ma lo metto comunque nella speranza che vi piaccia :)
Elisetta21198 

Capitolo 7

Rimasi talmente scioccata dal fatto che Jace mi aveva appeno vista nuda che per un momento non capii cosa stesse succedendo. Poi tornai lucida e cominciai ad agitarmi. Lui aveva lasciato cadere l'asciugamano sul pavimento sotto il letto dove adesso eravamo distesi. Era sopra di me intento a baciare, leccare, mordere il mio collo in preda all'eccitazione. Senza che me ne rendessi conto, avevo incrociato le mie gambe intorno al suo bacino permettendogli di agevolargli ancora meglio i movimenti che stava facendo in quel momento. Continuava a strusciarsi, mentre le sue labbra passarono dal collo, giù fino a torturarmi i capezzoli. Questo mi provocò scariche di piacere immense, che non avevo mai provato. Avrei voluto che continuasse, che andassimo fino in fondo, ma non potevo. Se fossi andata subito a letto con lui, per di più la mia prima volta con uno sconosciuto, non avrei potuto più fare niente per tenerlo stretto, dovevo giocarmi bene le mie carte e l'ultima che avrei scoperto sarebbe stata proprio quella del sesso. Gli presi la testa fra le mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi. Provò a baciarmi ma non glielo permisi. Sentivo e vedevo quanto fosse eccitato, alla sola vista del mio corpo nudo e questo, mio malgrado, mi piaceva da morire. << No! Non..non farlo..io non voglio..non voglio..va-vai via per-perfavore.>> L'ultima cosa che mi ci voleva era la voce tremante, ecco! Lui mi guardò davvero confuso. Non capiva davvero il motivo per cui lo stessi respingendo, vedendo come reagivo d'istinto a tutto quello che faceva. << Perché? Dammi una ragione valida, dimmi perché continui a respingermi nonostante tu sia visibilmente eccitata. Io non capisco davvero..>> Scosse la testa e si scostò da me, mettendosi seduto. Lo imitai e gli presi di nuovo la faccia tra le mani. Volevo che mi guardasse mentre glielo spiegavo. Poi mi venne un idea illuminante. Avrei fatto la finta anima debole così da scoprire le mie carte solo alla fine. Ecco si, era perfetto. Sorrisi mentalmente mentre con voce dolce gli dissi << Ascoltami Jace. Non l'ho mai detto a nessuno, ma io non l'ho ancora mai fatto. E non voglio che la prima volta sia con uno sconosciuto..>>
<< Io non sono uno sconosciuto>> mi interruppe lui.
Alzai gli occhi al cielo, sperando che non mi vedesse. << Oh andiamo Jace! Ci siamo visti stamattina la prima volta e ho fatto cose che con altri ho solo dopo mesi. Io sono molto attratta da te, devi solo darmi il tempo di conoscerci un po' meglio. Si è fatto tardi, è meglio che vai adesso. Ci vediamo domani >> Lui alzò lo sguardo e i nostri occhi si incontrarono. Azzurro e verde. Due colori che stavano così bene insieme. Avvicinò la sua faccia alla mia e mi diede un ultimo bacio, dopo di che si alzò, mi salutò e si avviò verso la porta. Prima di uscire però, mi diede un ultima occhiata, osservandomi attentamente da capo a piedi, sorrise e se ne andò. Mi ricordai solo allora che ero completamente nuda e arrossii. Che figura! Mi alzai per prendere l'asciugamano e mi ritrovai a guardarmi allo specchio. Avevo le guance leggermente arrossate e i capelli disordinati. Capii in quel momento cosa intendesse dire Jace quando mi disse che si notava che ero eccitata. Raccolsi l'asciugamano, ma quando feci per mettermelo mio fratello entrò annunciandomi la cena. Io urlai (di nuovo, in questa casa non si usa più bussare) e lui si tappò con una mano gli occhi chiudendo la porta. Cos'altro poteva succedere di più imbarazzante?? Mi vestii in fretta, ne avevo abbastanza di fare vedere il mio corpo a mezzo mondo. Raggiunsi la cucina a passo svelto perché, dopo tutto l'allenamento di oggi, ero molto affamata e mi ritrovai a scoppiare dal ridere quando vidi la faccia visibilmente imbarazzata di mio fratello. Mi accasciai a terra, con un mal di pancia terribile, ma non riuscii a smettere di ridere, facendo arrabbiare sempre di più mio fratello, finché non arrivò mio padre e io mi ricomposi. << Posso sapere cosa ti fa ridere così tanto Clarissa?>> mi chiese mio padre, scettico. Scossi la testa con nonchalance e mi misi a sedere. Quando la cena finì, mio padre mandò Johnatan in salotto a guardare la tv, lasciandoci solo a parlare. Come se non sapessi su cosa volesse informarsi. Ma invece non fu così. Fece solo una semplice affermazione che mi fece diventare la faccia color porpora. << Sai Clarissa, lo so che ti ho detto di tenerti bene stretto il demonietto, ma se invece di strusciarvi così apertamente nella sala degli allenamenti andaste in un posto un po' più privato sarebbe molto meglio, per evitare che prima o poi qualcuno vi scopra>> Rimasi a bocca aperta mentre mio padre si avvicinava ad una mensola e tirava fuori una scatoletta con inciso sopra lo stemma della famiglia Morgestern. << Io-io non volevo.. cioè non avevo programmato.. io.. starò più attenta la prossima volta promesso.>> Gli dissi. Ma ormai lui non prestava più attenzione a ciò che stavo dicendo. Era intento ad armeggiare con la serratura ed aprire la scatoletta. Conteneva una collana, con un ciondolo d'oro. Sembrava uno di quegli orologi da taschino dell'Ottocento. Lo tirò fuori e melo porse, senza dirmi una parola. Lo esaminai. Effettivamente aveva la stessa forma di un orologio da taschino. Era rotondo con inciso sopra una M e degli arabeschi intorno che rendevano quell'oggetto stupendo, e per la prima volta dopo anni, mi venne voglia di disegnarlo. Lo aprii e rimasi scioccata. Dentro c'erano semplicemente due foto. Nel lato destro mio padre e mia madre al loro matrimonio e in quello sinistro io e Johnatan. Intorno alla foto c'erano altri disegni che si intrecciavano tra loro in modo strano, come se volessero tenere un segreto che se svelato sarebbe rivelato molto importante. Come se racchiudessero delle parole che sarebbero state decisive per capire. Solo non sapevo che cosa. Era una semplice sensazione che mi davano. Mio padre mi tolse di mano quel portafoto e sorrise sovrappensiero. << Clarissa, ti ho mai raccontato ciò che mi disse tua madre poco prima che venisse uccisa da quell'essere immondo?>> notai una punta di odio e rabbia mentre pronunciava quelle parole e non gli davo torto. Lo odiavo anch'io. Odiavo tutti i vampiri. No, anzi, odiavo tutti i Nascosti in generale e non sopportavo davvero che il Conclave permettesse una tale armonia fra Nephilim e loro. Ma d'altronde tutti gli Shadowhunter ormai erano corrotti fino all'osso visto chi li guidava e prendeva decisioni. No, non lo avremmo permesso. Non avevo alcun interesse al potere io. Volevo semplicemente che tornassimo al Conclave primitivo formato da Johnatan Shadowhunter. E ciò sarebbe accaduto. Scossi la testa tornando alla realtà. << Tua madre mi diede questo ciondolo, facendomi promettere che qualunque cosa fosse successa, quando io ti avessi giudicato matura e pronta, ti avrei dato questo. Mi disse che solo tu potevi capire ciò che gli altri non potevano vedere minimamente. Mi disse che nel vero momento del bisogno ti darà la risposta che cerchi. Ho provato e riprovato molte volte a decifrare questi codici, ma non so da dove partire, e il lavoro è stato vano. Credo che adesso tu sia pronta, figlia mia. Prendilo. Portalo sempre con te e fanne tesoro, ti servirà. E adesso vai a riposarti. È stata una giornata faticosa.>> Cercò di liquidarmi così, ma io volevo qualche spiegazione in più. Sentivo che c'era qualcosa che non mi aveva detto. Qualcosa che voleva tenerci nascosto. Parlo al plurale perché se Johnatan non sa già di questo oggetto lo verrà a sapere presto o da me o da Valentine, ma in qualche modo lo saprà. << Ma padre, non capisco io->>.

<< Buona notte Clarissa>>
Detto questo se ne andò lasciandomi sola nella stanza. Troppo confusa per rifletterci troppo sopra, andai in camera mia e senza neppure spogliarmi, mi buttai nel letto e crollai.

  
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