Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Jude_McCartney    24/02/2013    2 recensioni
Liverpool, 1958. Il fumo delle ciminiere delle fabbriche offuscava la luce del sole, rendendo il paesaggio triste e macabro. Emma, seduta sul prato del giardinetto pubblico vicino casa, poggiava la schiena su di una quercia antica, l'unica che riusciva a sostenere il grande peso che gravava sulle sue spalle da anni ormai, l'unico posto in cui si sentiva davvero al sicuro da sguardi indiscreti e dalle sue paure.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Pete Best
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Emma sorseggiava una tazza di te caldo, seduta sul davanzale della finestra che da camera sua si affacciava sul parco pubblico. La neve ormai si era sciolta, la temperatura si era improvvisamente alzata. Il sole sfiorava Liverpool con i suoi raggi deboli e delicati, come se la accarezzasse. Lei si stringeva nella vestaglia morbida, sfregava i piedi nelle pantofole vellutate. Il vapore tiepido del tè le sfiorava il viso. Aveva bisogno di quel calore, per svegliarsi ogni mattina. Chissà se un giorno si sarebbe svegliata al fianco di Paul, pensò. Sarebbe molto meglio accoccolarsi fra le sue braccia che nella vestaglia e nelle pantofole. Sorrise. Desiderava più di qualsiasi altra cosa rivederlo. Ormai le ore passate senza di lui erano tristi, inutili. Tempo perso.
Scivolò dal davanzale, agile come un felino. I suoi occhi splendevano di quella particolare maliziosità di quando si è consapevoli che qualcosa che si brama tanto sta per accadere. L'avrebbe incontrato fuori dai cancelli dell'istituto. Ma quella volta non sarebbe stato con le Amazzoni o con chiunque altro. Starebbe aspettando lei. Si diresse verso il bagno, così spensierata che ogni suo passo sul parquette antico pareva un saltello. Senza accorgersene, si scontrò con sua madre nel corridoio. Scoppiarono a ridere entrambe.
-Come mai così allegra alle sette e venti di mattina? Stiamo andando a scuola o mi sono persa qualcosa?- la punzecchiò.
-Stai insinuando che io non ami andare a scuola? Scherzi, io sono una brava ragazza, amo lo studio matto e disperato. 
Dana pizzicò le guance della figlia, dolcemente. La amava più che mai.

8.55. Emma camminava a passo sostenuto verso la scuola. Era in ritardo. Ogni falcata era accompagnata dallo strano rumore provocato dal contatto dei suoi stivaletti con l'asfalto del marciapiede. Clop, clop, clop. Si concentrò su quel ritmo, cercando di distrarsi dalle fitte alla spalla destra, sulla quale gravava il peso della cartella.Stava per oltrepassare l'incrocio che l'avrebbe incanalata sulla lunga via verso scuola. 
-Dove vai così di fretta? Hai un appuntamento per caso?
Emma sorrise. Si voltò e vide Paul seduto su una moto. Sgranò gli occhi, stupefatta. Era una Harley Davidson 50 rossa fiammante. La sua preferita. 
-E' il mio gioiellino. Ti piace?- sorrise Paul, strizzandole l'occhio.
Emma gli corse in contro e lo abbracciò.
-Questa moto è assurda.- esclamò.
-Che ne diresti di fare un giro?- propose lui, invitante.
Emma ebbe un tuffo al cuore. C'è qualcosa di più emozionante di sfrecciare per Liverpool su una Harley Davidson rossa abbracciata al proprio ragazzo?
-Ma, Paul, abbiamo lezione adesso- tornò sconsolata alla realtà cruda dei fatti. Altro che moto fiammante, la aspettavano cinque "splendide" ore di lezioni infinite.- E a dir il vero, siamo in ritardo!
-potremmo fare un'eccezione, per oggi- sorrise, malizioso. 
-Oh, non sai quanto mi piacerebbe- i suoi occhi brillavano, come se dinnanzi a lei si stessero già  susseguendo le immagini della sua avventura fiabesca-ma davvero non posso.
-Le regole sono state inventate per essere infrante, amore mio.-continuò lui.
"Amore mio". Emma si sciolse udendo l'armonia di quelle due parole pronunciate da lui. Mio amore, amore mio, ripetette tra sé e sé.
Una scappatella ogni tanto, che sarà mai? Non aveva mai fatto nulla di sconveniente, era arrivato il momento di darci un taglio a quella maledetta vita da ragazza modello.
Emma montò in sella, abbracciando il ragazzo. 
-Accellera, biker.

-


Emma e Paul sfrecciavano lungo Coastal Road. Erano ormai fuori Liverpool da tempo. Alla loro desta si susseguivano pini e querce. A sinistra, il mare. La moto rombava, sfiorava l'asfalto nero. Emma si stringeva forte al ragazzo. L'adrenalina scorreva nelle sue vene. Il profumo di Paul, il ruggito della Harley Davidson, il vento che accarezzava i suoi lunghi capelli rossi. Sentiva le vertigini, delle fitte le percorrevano stomaco ad ogni curva. Stranamente, era piacevole. Appoggiò la testa sulle sue spalle. Larghe, solide. Sentiva il suo cuore trottare. Si strinse ancora a lui, circondando il suo bacino sottile con le braccia. Paul rallentò. Le grandi ruote della moto puntavano verso una enorme scogliera bianca. Il ragazzo spense il motore, si voltò verso Emma, sorridendo soddisfatto.
-Dopo di lei, signorina.
Le prese le mani e la aiutò a scendere dal mezzo. Camminarono verso il precipizio, schiacciando il manto di erba verde che ricopriva la pietra bianca. Emma ebbe quasi paura di sporgersi per osservare lo spettacolo che li sottostava. Onde gigantesche si infrangevano sui mastodontici scogli. Paul era alle sue spalle. Sentiva il suo respiro caldo sul collo. 
-Fai altri due passi in avanti.- sussurrò lui. Lei scosse la testa, spaventata.
-Ti fidi di me?- rise lui, cingendole il ventre con le braccia forti. Lei si lasciò guidare, a proseguì. Si bloccò a meno di un metro dal burrone.
-Adesso, chiudi gli occhi.- Emma esitò. 
-Tranquilla, non ti lascio.- sorrise lui, sfiorandole la guancia con le labbra. 
Allora lei socchiuse le palpebre. Il vento le carezzava la pelle, tiepido.
-Adesso, fai un respiro profondo..
Lei obbedì. L'aria umida e salmastra le riempì i polmoni. 
-Prova a metterti in punta di piedi e apri le braccia.
Lui la sorresse, e lei ancora eseguì l'ordine. Provò una sensazione meravigliosa. Le sembrò di volare, sospesa nel nulla. 
-E ora, apri gli occhi.
E così fu. Emma sospirò, estasiata. Era a pochi centimetri dal burrone, tra l'erba e il nulla. Si sentì libera, follemente libera. La fragilità e la debolezza furono raccolte a trasportate via dalla brezza marina. 
Allora lei si voltò e abbracciò il suo amato. Lo baciò, come mai aveva fatto prima. Era sicura, convinta. Era forte, invincibile. Lo guardò negli occhi e rise. Sapeva di sale. Sapeva di vittoria.


ANGOLO DELL'AUTRICE 
Buonasera cari lettori! Sono contenta che la storia stia prendendo un piccolo spazio nei vostri cuori, e che quindi le visualizzazioni siano aumentate, come le recensioni. Infatti, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno recensito i miei capitoli, per me è molto importante. E' davvero bellissimo sentire la vostra opinione, soprattutto se mi riempite di complimentoni (che non merito assolutamente, siete troppo dolci). 
Discrsi sdolcinati a parte, vorrei dirvi che sono consapevole che l'ultima scena assomiglia terribilmente a titanic, ma l'ho visto la prima volta qualche settimana fa, ve lo giuro ahaha! Sapevo della sciena dove Jack fa sporgere Rose e tutto il resto, ma mi sono resa conto che coincideva parola per parola con la scena del capitolo. Vi chiedo scusa se vi ho annoiati, volevo solo trovare uno scusante per la terribile coincidenza. 
Grazie per avermi ascoltata, spero che il capitolo vi sia piaciuto, almeno! Alla prossima! 
Jude. 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Jude_McCartney