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Autore: musa07    24/02/2013    2 recensioni
“A vedere come le lenzuola risultavano sfatte o meno la mattina dopo, si poteva capire che razza di giornata avesse avuto Hiroki il giorno precedente.” ( da one shot #1)
Rieccomi qui con una ficina nuova-nuova sui miei adorati ( uno più dell’altro in verità ahahahah). L’intento è quello di fare una raccolta di mini one-shot - dando libero sfogo alla mia mente malata e deviata - che vedranno protagonisti Nowaki&Hiroki in alcuni momenti particolari delle loro giornate, perché ho pensato: “Hum, mi piacerebbe vederli alle prese con la spesa al supermercato. Oppure: vorrei proprio vedere come se la cavano mentre si fanno la barba la mattina”. Anzi, se avete delle richieste particolari, voi sparate pure^^. Intanto partiamo dal momento della giornata che io adoro di più: DORMIRE!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hiroki Kamijō, Nowaki Kusama
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buondì^^. Capperi, da quanto tempo non ci si vedeva da queste parti, state tutti bene?
Pronti? Via!
 
 
4. Che barba!
 
 
 
 
- Nowaki, hai visto il mio rasoio per caso? – chiese spazientito Hiroki dopo aver cercato inutilmente per una decina di minuti e la sua voce emerse dal bagno fino a spingersi in cucina dove Nowaki stava finendo di fare colazione prima di fiondarsi a letto a dormire dato che era reduce dal turno di notte in ospedale.
Rimase il nostro bel dottore un attimo interdetto, prima di alzarsi e andare a verificare se ci fosse bisogno del suo aiuto.
- No, veramente. – rispose, facendo capolino con la testa in bagno.
- Merda! – imprecò il docente. Quello era il primo giorno di corsi all’Università all’apertura del nuovo Anno Accademico e non poteva proprio permettersi né di arrivare in ritardo né tantomeno di arrivare con la barba incolta. Come il professor Miyagi riuscisse a soddisfare sempre in pieno questi due requisiti, restava per lui un mistero della Fede. Ma ora il problema era un altro! Dove diavolo poteva essersi cacciato il suo stramaledetto rasoio.
“ Ovunque!” dovette costatare amaramente dentro di sé. Sì perché nonostante fosse uno preciso e ordinato di natura, capitava anche molto spesso che fosse così immerso nei suoi mille pensieri e nelle sue scalette mentali, che succedeva a volte che lasciasse le cose nei posti più improbabili e insoliti.
- Merda! – ripeté controllando per l’ennesima volta dentro all’armadietto dei medicinali.
- Puoi sempre usare la lametta, come faccio io. – gli suggerì Nowaki, mantenendosi comunque saggiamente a misura di sicurezza poiché sapeva e conosceva perfettamente quanto il suo Hiro-san fosse più intrattabile del solito il giorno dell’inizio dei corsi, in particolar modo quando doveva – o meglio: gli toccava, prendersi cura delle matricole.
- E se poi mi taglio? – fu tuttavia la replica dell’altro, che rimase per un attimo fermo a valutare seriamente la proposta dato che lui lametta e schiuma da barba non le usava mai.
- Beh: puoi millantarti del privilegio di avere un medico in casa. – scherzò su il giovane dottore aprendosi in uno dei suoi tipici sorrisi buoni.
- Hum … - borbottò Hiroki non del tutto ancora convinto, guardando l’orologio al polso destro e costatando che i minuti continuavano ad avanzare infingardi.
- Vuoi che te la faccia io? – gli propose Nowaki, un po’ titubante in verità ma anche incredibilmente speranzoso. A questa proposta, gli occhi color caramello del giovane si spostarono in quelli turchesi del suo compagno e alla fine, con un grosso sbuffo – passandosi una mano tra i capelli castani – Hiroki si sedette sullo sgabellino affianco al lavandino a indicare la sua muta risposta. Muta risposta che l’altro accolse sgranando gli occhi, incredibilmente felice che il suo innamorato avesse accettato la proposta. Si sarebbe potuto affermare tranquillamente, senza possibilità di smentita che era Hiroki che stava facendo un piacere a Nowaki e non viceversa, molto semplicemente perché Nowaki era portato per carattere ad aiutare la gente e avere per le mani un burbero come il suo Hiro-san che non chiedeva mai aiuto neanche se veniva giù il Padre Eterno, era motivo di enorme frustrazione per il suo Io più nascosto.
Alacremente si mise subito al lavoro, recuperando dall’armadietto la lametta e la schiuma da barba.
- Dovresti spogliarti. – gli suggerì quando finì di recuperare tutti gli attrezzi.
- Che??!! – s’inalberò immediatamente l’altro, lanciandogli un’occhiata torva.
- Non vorrei mai sporcarti. – si giustificò Nowaki, ridendosela tuttavia sotto i baffi e il grugnito spazientito di Hiroki lo fecero sorridere dentro di sé ancora di più. Senza staccargli gli occhi di dosso, giusto per verificare che non avesse intenzioni malvagie – alias qualche fregola da sfogare che gli avrebbe fatto perdere preziosi minuti – il giovane docente universitario iniziò a sbottonarsi i polsini della camicia.
- Mettiti su questa, che non prendi freddo. – gli disse il medico, passandogli la felpa che avrebbe usato per andare a dormire. Nowaki era sempre così con tutti ma in particolar modo con il suo adorato Hiro-san, con un occhio di riguardo verso il benessere e il bene di chi gli stava affianco.
Inutile dire che quando Hiroki s’immerse nell’indumento del suo compagno e fu avvolto dal suo calore e dal suo conosciuto profumo, si sentì incredibilmente al sicuro e protetto quasi fosse stato tra le sue braccia e, per un attimo, la sua tensione e il suo nervosismo si stemperarono.
Nowaki, mettendogli una mano sotto al mento, lo costrinse a sollevare il viso verso di lui e iniziò a ricoprirgli il volto con la schiuma, sorridendogli teneramente e depositandogli un bacio sulla punta del naso.
- Sei sicuro di essere sufficientemente sveglio in questo momento per riuscire a farmi la barba senza sgozzarmi? – lo redarguì Hiroki ma solo esclusivamente per tentare di togliersi dall’imbarazzo. Cosa che ormai sapeva interpretare perfettamente il medico che infatti si limitò semplicemente a lanciargli un’occhiata sorniona di trequarti e il ragazzo dagli occhi nocciola non poté far altro che mettersi quietamente nelle sue mani.
Nowaki portò a compimento il suo lavoro, in maniera impeccabile ovviamente, in breve tempo.
Hiroki ammirò l’operato del suo compagno scrutandosi minuziosamente in specchio. Un lavoro praticamente perfetto! Come sempre quando si trattava di Nowaki d’altra parte.
- A che ora finisci questa mattina i corsi? – gli chiese quest’ultimo porgendogli la camicia.
- All’una. – replicò l’altro, sistemandosi il colletto.
- Pranziamo insieme? – gli domandò sorridendo dolcemente.
- Hn. – fu il grugnito dell’altro che Nowaki interpretò a suo piacimento come un assenso.
Si fissarono per un attimo negli occhi e fu solo l’incessante scampanellino alla porta che interruppe quel momento incantato tra i due.
- Professor Miyagi!! – sbraitò Hiroki rispondendo al citofono ancora prima di saper chi fosse ma tanto era certo che a quelle ore del mattino solo una persona poteva darsi tanta pena – e solerzia maligna – di rompere le balle in quella maniera e in un attimo tutta la calma che gli era stata infusa da quel momento di intimità con Nowaki, era andata miseramente sfumata.
- All’una e dieci davanti al cancello dell’Università. Non tardare neanche di un minuto! – lo ammonì severamente Hiroki, puntandogli un dito contro: sentiva che dopo l’infernale mattinata che lo attendeva, avrebbe avuto un bisogno immane di un’abbondante dose del suo calmante naturale, alias il suo Nowaki.
 
 
 
CONTINUA …
 
 
Clau: Miseriaccia, quanto mi sono mancati ‘sti due. Oh Ricchan, ma sei ancora qui?
Ricchan: Sìì! Ed è tutta colpa tua!
Clau: MIA??!! Senti, visto che sei qui, almeno renditi utile …
Ricchan: Ma tu senti questa!
 
   
 
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