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Autore: Valeriagp    25/02/2013    9 recensioni
Attenzione! Spoiler sulla 5a Stagione.
Merlin ha cercato Arthur ogni momento delle sue innumerevoli vite. Ormai rassegnato a non vederlo mai più, un viaggio in Metro gli cambierà la vita.
Primo capitolo ispirato ad una fic breve letta su Tumblr mesi fa, di cui purtroppo non ho mai più trovato l'autore.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Years and Back'
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Nota dell’Autrice:
Cari lettori, nelle mie risposte alle recensioni vi avevo promesso un capitolo d’azione, ma invece i miei personaggi hanno preso vita propria (come sempre) e mi hanno portato ad aggiungere scene qua e là, rendendo il tutto troppo lungo e troppo dispendioso a livello di energie... Come avrete probabilmente notato, riesco in linea di massima a pubblicare un nuovo capitolo a settimana, e mi dispiaceva farvi aspettare ancora per leggere questo settimo, anche perché probabilmente non sarei riuscita a pubblicare ancora per 3 o 4 giorni.
Quindi intanto vi dò questo capitolo, un po’ più breve degli ultimi, che è circa la prima metà di quello che avevo programmato come settimo capitolo, e a brevissimo vi prometto che pubblico il prossimo, e lì ci saranno grandi cose! Alcune le ho già scritte e vi dico solo Ohmygod!! ;)

Ah, se avete voglia di scrivermi o contattarmi per qualsiasi cosa (anche solo per un po’ di sano fangirling su Merlin) questo è il mio Twitter: https://twitter.com/ValeriaGP - Mi farebbe piacere se mi aggiungeste :)

Baci a tutti e buona lettura!
Valeria




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Merlin era incredulo. Stava abbracciando Gaius, il suo mentore, amico e quasi padre! Lui era lì davvero, era inconfondibilmente lui, anche se aveva faticato qualche secondo a riconoscerlo per via del suo look molto diverso da come lo ricordava.


Merlin si staccò da lui per qualche secondo e lo guardò negli occhi: Gaius li aveva lucidi e si vedeva lontano un miglio che era emozionato quanto lui, e gli disse: “Ragazzo mio, non sai che gioia sia rivederti! Mi sei mancato tantissimo.” e lo strinse di nuovo in un forte abbraccio.


A quel punto Arthur disse: “Gaius?!? Sei tu Mr. Williams???”

Gaius si districò dall’abbraccio di Merlin e rispose: “Si, Arthur... scusami se non mi sono rivelato prima, ma era necessario che tu seguissi la tua strada e ti cementassi nelle tue convinzioni da solo, anche in questa vita. So che se mi fossi palesato a te, tu ti saresti appoggiato molto alla mia presenza, e questo avrebbe fatto sì che il tuo carattere non si sviluppasse come invece è stato. Me ne scuso, Sire.”


Arthur si alzò e andò verso Gaius, e lo strinse in un forte abbraccio. “Non devi scusarti con me, Gaius. La tua saggezza mi ha sempre guidato, fin da quando ero un ragazzino spocchioso a Camelot, e mi fido e mi fiderò sempre e comunque del tuo giudizio. E non azzardarti mai più a chiamarmi Sire! Sei uno dei miei più cari amici e non voglio titoli fra di noi.”


Gaius sorrise ad Arthur e lo ringraziò, poi si sedette al posto che era stato lasciato libero per il suo assistente che ovviamente non sarebbe mai venuto all’incontro. Si guardò intorno e sorrise a tutti gli altri cavalieri presenti, e Merlin non poté fare a meno di pensare che era come se avessero tutti ritrovato un padre.


Per qualche momento, tutti si persero nei saluti reciproci e l’eccitazione era palpabile... era come se Camelot stesse riprendendo forma lentamente intorno a loro.

Dopo qualche minuto, Gwaine disse sorridendo: “Allora, Gaius, cosa ci dici di questo nuovo look? Mi piacevi di più quando i tuoi capelli erano lunghi e fluenti...”

Gaius si fece una risata e rispose: “Beh, è vero che al giorno d’oggi si vede in giro qualsiasi cosa, ma mi sembrava poco rispettoso alla mia età andare in giro per Buckingham Palace con la tunica e i capelli lunghi! La Regina non ama il disordine...”


Tutti risero, immaginando Gaius alle funzioni ufficiali di palazzo con la sua classica tunica e la chioma fluente.

Merlin allora chiese: “Quindi Gaius tu sei su questa terra da più tempo di noi? E hai sempre ricordato?”

Gaius disse: “Si Merlin... sono qui da molto a lungo, come puoi vedere dal fatto che sono molto più anziano di voi. E ho sempre ricordato. Credo di essere tornato per preparare la strada a Arthur e a tutti voi, visto che i tempi erano maturi per il suo ritorno. Questo è il motivo per cui sono diventato un funzionario di Palazzo, nonché consigliere della Regina per le questioni di magia.”


“La Regina sa della magia?” chiese Leon.

“Beh, Leon, la Regina sa virtualmente di qualsiasi cosa. Ed una questione così delicata come l’esistenza di maghi e stregoni, è ovviamente oggetto di molte discussioni. Il fatto che il pubblico non lo sappia, non significa che non ne sia a conoscenza chi sta a capo del Paese.

Io vi ho seguiti per tutti questi anni, ragazzi. Non ho mai interferito con nessuno, a parte che con Arthur negli ultimi anni, perché nonostante foste stati tutti persone onorevoli ai tempi di Camelot, dovevo essere sicuro che lo sareste stati anche in questa vita, prima di includervi nel progetto. Sono stato molto felice di rendermi conto che era esattamente così.”


Merlin abbassò lo sguardo e pensò che avrebbe potuto cercare anche Gaius, negli anni passati... ma si rese conto che era talmente ossessionato dal trovare Arthur che non ci aveva mai pensato. Di fatto avere lì tutti gli altri lo rendeva felicissimo, ma era Arthur quello di cui non poteva fare a meno.


Gaius stava continuando a raccontare: “Ho pensato di mandarti Percival e Leon quando ho visto che il destino si era messo in moto, facendoti incontrare Merlin e Gwaine. Immaginavo che di lì a poco avresti avuto bisogno dei tuoi cavalieri, ed infatti c’è un motivo specifico per cui oggi vi ho chiamati qui.

Abbiamo avuto notizia che fra 2 giorni verrà organizzato un party per l’organizzazione benefica guidata da Nimueh Wallace. Vi dice nulla questo nome? Immagino di sì... Soprattutto a te Merlin. Come potete immaginare visto il nome della sua sponsor, questa organizzazione benefica non è completamente benefica: è anche la facciata buona di uno dei più grandi racket di riciclaggio di denaro sporco del mondo, proveniente principalmente dal lontano oriente.


Sappiamo per certo che sono anche in combutta con alcune organizzazioni terroristiche fra le più pericolose in attività al momento. Non sappiamo esattamente se la stessa Nimueh - che è una strega, dovrei precisare a chi non la conosce - faccia parte di qualche organizzazione. Quello che sappiamo per certo, e che ci è costato la copertura di un paio di agenti nelle ultime settimane, è che a questo party sarà presente un terrorista super-ricercato, per cui la maggioranza dei Governi del mondo pagherebbe oro. Ha guidato attacchi eclatanti, dietro le quinte di altre celle di terroristi di tutto il mondo, che hanno causato centinaia di morti negli anni scorsi. Non si sa chi sia davvero, sappiamo solo che si fa chiamare The Hate, L’Odio, per via della crudeltà con cui persegue i suoi fini che denota un odio verso i governi e le istituzioni di tutto il mondo, e l’indifferenza nei confronti della sofferenza delle persone che si trovano nel mezzo degli attacchi che orchestra.


Voi tutti sarete presenti al party, ovviamente sotto copertura, e il vostro obiettivo sarà bloccare e catturare questa persona.

Mi chiederete cosa c’entra questo con il destino del Re del Passato e del Futuro: beh, il fatto è che sospettiamo che il prossimo obiettivo di The Hate sarà la casata Reale d’Inghilterra.


Immaginate cosa farebbe al popolo Britannico perdere uno dei componenti della famiglia Reale, se non la Regina stessa, in un attacco terroristico... Destabilizzerebbe il nostro Paese, la scena politica sarebbe nel caos e il Regno diventerebbe ingestibile. Quindi va evitato a tutti i costi..."


Tutti i presenti annuirono, mentre assorbivano la notizia che Gaius aveva dato loro, ed Arthur in particolare era molto serio e si vedeva che stava valutando quello che aveva appena appreso.

Merlin lo fissava dall’altra parte del tavolo, e quando Arthur alzò gli occhi e i loro sguardi si incontrarono, Merlin lo vide sorridere e abbassare gli occhi di nuovo. Guardava verso le sue gambe... dopo qualche secondo Merlin sentì vibrare il suo telefono, lo prese e vide un SMS:


Ci mancavano le streghe... Meno male che ci sei tu, signor Mago-Vecchietto-più potente della storia ;) - A


Merlin rischiò di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo, e vide Arthur sopprimere una risata.

Il moro si riprese e scrisse una risposta:


Piantala, non è carino che tu rischi di uccidermi con un bicchier d’acqua! - M


Ma non eri immortale?!? - A


Tecnicamente no, muoio e rinasco! E a meno che tu non voglia avere a che fare con un me neonato e urlante, non ti conviene uccidermi! :) - M


No, no per carità... già sei ingestibile da adulto! - A


Merlin alzò lo sguardo e vide Percival che lo guardava con un sorrisetto sotto i baffi, e si rese conto che erano stati scoperti... arrossì e mise via il cellulare, che sentì vibrare di nuovo altre due volte nella sua tasca, ma resistette alla tentazione di prenderlo e leggere i messaggi. Se ne sarebbe ricordato dopo...


La “riunione di lavoro” finì a quel punto, con Gaius che disse loro che avrebbe mandato tutti i dettagli sul party a Arthur, che li avrebbe poi condivisi con loro.

Tutti si misero allora a chiacchierare, condividendo ricordi di Camelot e aneddoti delle loro vite presenti.

Ad un certo punto Leon guardò Merlin fisso per un istante e disse: “Merlin! Ora ho capito! Quando fosti attaccato dai Dorocha, tu fosti l’unico a sopravvivere! Fu grazie alla ma...” Leon si interruppe rendendosi conto di essere in un luogo pubblico, dove probabilmente la parola ‘magia’ avrebbe incuriosito la gente...  e continuò “Alla... insomma mi hai capito! Non è vero?”

Merlin fece una risata alla goffaggine di Leon, e rispose: “Esatto, il motivo fu proprio quello”

“Però, il nostro Merlin.... e quante volte hai invece salvato la vita a noi tutti?”

Merlin rispose: “Troppe per elencarle... davvero! Nemmeno ricordo esattamente...” A quel punto Merlin arrossì leggermente perché tutti i presenti stavano in silenzio, sicuramente ripercorrendo i ricordi dei loro anni a Camelot, cercando di trovare tutte quelle situazioni che sembravano disperate e che poi ‘magicamente’ si erano risolte.


Dopo qualche secondo, Arthur prese il suo bicchiere con il vino, lo sollevò, e guardando fisso il moro disse: “Brindiamo a Merlin, a cui tutti dobbiamo la vita, varie volte. E al fatto che in tutti quegli anni non abbia mai cercato un riconoscimento, né un ringraziamento, oltre a sopportare le nostre prese in giro, ed il fatto di dovermi fare da servitore. Merlin, sei davvero la persona più coraggiosa, generosa ed umile che io abbia mai conosciuto. A Merlin!”

Uno ad uno, Percival, Gwaine, Leon e Gaius sollevarono il bicchiere dicendo “A Merlin!”


Merlin alzò il suo bicchiere in riconoscimento e ringraziamento, e poi chinò la testa, cercando di nascondere le lacrime che gli rigavano le guance.


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Morgana era ancora scossa per il sogno della sera precedente. I luoghi e le persone che aveva visto le erano sconosciuti, ma avevano qualcosa di familiare... Era molto confusa e rimase a letto qualche minuto a contemplare quello che ricordava del sogno. Non riusciva a venirne a capo, ed oggi in particolare quella sensazione di ‘incompiutezza’ che provava a volte era più forte del solito.

Si scosse dal suo torpore, dopo qualche tempo, visto che i prossimi due giorni sarebbero stati estremamente impegnativi per lei. Mentre si vestiva e truccava, iniziò a pensare a cosa doveva fare: chiamare il fornitore dei fiori, allertare la responsabile del reparto catering del menu, organizzare i saloni che sarebbero stati interessati dalla festa, e un mare di altre cose.


Si fece coraggio, pensando che aveva organizzato di peggio in meno tempo, e scese in cucina, dove trovò Mordred davanti alla sua tazza di latte e cereali. Faceva sempre tenerezza vederlo così, ancora un po’ bimbo in realtà, come se la morte dei loro genitori lo avesse obbligato a crescere in fretta, eppure alcune piccole cose che faceva, come questa, tradivano la sua vera età.


Passando gli diede un buffetto su una guancia, e lui la guardò sorridendole.

Mordred disse: “Hai dormito bene, sorellona?”

“In realtà no, ho dormito pochissimo.”

“Di nuovo i tuoi incubi?”

“No, a dire il vero. Solo un breve sogno ieri sera che però mi ha scombussolato e non mi ha fatto praticamente chiudere occhio.”


“E cosa avrai mai sognato, Gana? Nessuna morte violenta vero?!?”

“No, Mordred, il sogno in sé è stato piuttosto insignificante... ero a cena con delle persone che non conosco, ma che sembravano conoscere me. Poi è arrivata una terza persona... ed è stato come se avessi visto il mio peggior nemico. L’odio che ho provato mi ha davvero sconvolto. Mi sono svegliata urlando un nome, Emrys, ma non l’ho mai sentito prima in vita mia.

A volte mi chiedo se sia possibile che io abbia vissuto una qualche vita precedente, di cui a tratti ricordo qualcosa...”

“Tutto è possibile, sorella, noi esseri magici siamo profondamente legati alla terra in cui viviamo, e ai suoi flussi di energia... però non dovresti ricordare una eventuale vita passata? Magari questo sogno è una piccola finestra sul tuo passato...”


Morgana prese una fetta di pane tostato dal piatto in mezzo al tavolo, e la mangiò lentamente, persa nei suoi pensieri. Dopo qualche minuto disse: “Tutto è possibile, Mordred, hai ragione. Ma ora ho cose più urgenti a cui pensare... E tu, non farai tardi a scuola?”

“Probabile, ma non preoccuparti che nessuno si accorgerà del mio arrivo!” E fece l’occhiolino alla sorella.


Morgana lo guardò con affetto e disse: “Sei davvero incorreggibile!”

Mordred si alzò, le diede un bacio sulla guancia e uscì da casa.


Morgana rimase in cucina qualche minuto in più, a contemplare le parole dette con Mordred, poi si mise in moto e si mise a lavoro. Nimueh sarebbe arrivata alle 11.00 e voleva farle trovare già alcune cose pronte.


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Merlin uscì dal ristorante con il cuore gonfio di felicità. Il brindisi che Arthur gli aveva dedicato era stato totalmente inaspettato, e il fatto che potesse leggere negli occhi di tutti i suoi amici la loro gratitudine, lo riempì di gioia.

Era vero che per tutti gli anni di Camelot non aveva mai cercato gratitudine né riconoscimento, ma di certo il fatto che gli venisse riconosciuto quello che aveva fatto in passato, era piacevole.

Ebbe la sensazione che tutti lo guardassero con occhi diversi, con un po’ più di rispetto.


Improvvisamente ricordò che Arthur gli aveva mandato due SMS che lui non aveva ancora visto, quindi prese il suo telefono e li aprì. Il primo diceva:


Sto scherzando. Non sei ingestibile. - A


E il secondo:


Mi sento sereno a sapere che sarai con me su questo nuovo campo di battaglia. Se mi sei vicino non devo temere nulla. Ma del resto è sempre stato così, solo che io non lo sapevo. Grazie, Merlin. - A


Merlin si sentì di nuovo gli occhi riempire di lacrime, ma fece di tutto per ricacciarle indietro e non fare la figura della ragazzina piagnucolona con gli altri. Rispose ad Arthur allora:


Se non ti conoscessi direi che sei felice di avermi ritrovato! - M


Arthur era a poca distanza, a parlare con Gaius, e lo vide scusarsi con lui e prendere il telefono. Vide il suo sorriso allargarsi al leggere il messaggio, e il suo sguardo cercarlo da lontano. Lo fissò per un lungo istante, poi abbassò di nuovo gli occhi e Merlin lo vide digitare qualcosa sul telefono. Puntuale, gli arrivò un nuovo SMS:


Non immagini quanto. Evidentemente non mi conosci poi così bene. - A


Merlin sorrise e lo guardò di nuovo, ma Arthur si era tornato a girare per parlare con Gaius. Le cose fra loro due stavano prendendo una strana piega... Merlin tornò a chiedersi se fosse possibile che anche Arthur provasse qualcosa per lui, visto che i loro rapporti sembravano molto più distesi dopo la tensione del giorno prima, e che leggeva negli occhi dell’amico una grande dolcezza nei suoi confronti. In fondo, ripensandoci, Arthur lo aveva voluto vicino a sé al momento della sua morte, e sicuramente fra loro c’era una grande amicizia, ma era possibile che non fosse tutto lì? Prima o poi si sarebbe fatto coraggio e avrebbe affrontato l’argomento con lui.


A quel punto, mentre Merlin soppesava le motivazioni del suo cuore e della sua ragione,  il gruppo si mosse verso il minivan. Lui li seguì a breve distanza, ritagliandosi un attimo per parlare con Gwaine, che era rimasto indietro anche lui.

Lo guardò sorridendo, e gli disse: “Allora, caro il mio cavaliere, hai qualcosa da dirmi?”

Gwaine lo fissò per qualche secondo poi abbassò gli occhi.


“Ieri ho baciato Perce.”

Merlin sorrise e disse “Sono felice per te, amico. Sei felice?”

“Sono combattuto, Mer. Mancherebbero pochi mesi al mio matrimonio... con Elena. E sono innamorato del mio migliore amico. Che cosa diamine devo fare?”

Merlin lo guardò e gli diede una pacca sulle spalle, che erano curve a dimostrazione del grande stress a cui era sottoposto Gwaine.


“Devi fare quello che credi ti farà felice... anche se decidessi di essere un uomo onorevole e di sposare Elena, fra qualche mese, o anno, te ne pentiresti. E riverseresti su di lei, che non ha colpe, la rabbia e il risentimento di aver scelto lei. Parlale, Gwaine, spiegale la situazione...”

“Si, e cosa le dico?? ‘Sai Elena, ti lascio perché ho reincontrato quello che era il mio migliore amico nella mia vita precedente, e mi sono reso conto di essere innamorato di lui! Ah, dovrei precisarti che nella mia vita precedente ero un cavaliere di Camelot, al servizio del vero Re Artù!!’ Mi prenderebbe per pazzo... e mi farebbe rinchiudere.”


“Effettivamente detta così, è un po’ assurda... Allora dille solo che hai ritrovato un vecchio amico di cui hai capito di essere innamorato...”

“Devo parlarle, di sicuro. Non credo che potrò reggere a lungo a tenere le mani a posto con Perce, e non voglio aggiungere il tradimento vero e proprio alla lista dei torti che le farò...”


"Sei davvero una brava persona, Gwaine, e sono sicuro che farai la scelta giusta. Cosa potresti darle se non la ami? Se il tuo cuore è di un altro? Nemmeno lei sarebbe felice, così. Sii coraggioso adesso, per salvare la vita di tutti e due."
"Hai ragione, Mer. Le parlerò il prima possibile." Gwaine sembrava sollevato dall'aver finalmente preso una decisione, ma la sua preoccupazione rimaneva.

Ciononostante, trovò comunque l'animo di dire: "E tu e Arthur? Come vanno le cose fra voi? Quando vi deciderete a dare un po' di sfogo ai vostri ormoni? La scenetta di ieri con la frutta è stata davvero divertente, e per un momento ho temuto che saremmo dovuti uscire tutti di soppiatto mentre voi due vi spogliavate e usavate il muro come appoggio per un focoso amplesso...”

Merlin si girò a guardare Gwaine e per un secondo pensò di nuovo di negare, ma poi si rese conto che non era giusto, primo perché il suo amico si era aperto con lui e gli aveva confessato quello che provava per Percival, e secondo, soprattutto, perché si era stufato di negare l’evidenza.
Disse allora: “Amico mio, se avessi potuto, non sai quanto avrei voluto farlo... Ma non sono sicuro che Arthur provi quello che provo io. E sono terrorizzato di perdere la sua amicizia.”
“Merlin, come puoi dubitare di quello che prova Arthur per te? E’ evidente agli occhi di tutti... Siete fatti l’uno per l’altro, vi completate e vi siete sempre supportati ed amati più di ogni altro. Ascolta quello che ti dico, ma soprattutto ascolta le tue sensazioni... Se non pensi, ma senti e percepisci, cosa ti dice il tuo cuore?”

Merlin si fermò per un attimo e chiuse gli occhi, cercando di connettersi con la sua parte più intima e profonda, con le sensazioni di premonizione che a volte la sua magia gli dava. Non l’aveva mai fatto fino a quel momento, non per cercare di dare una risposta al suo interrogativo sui sentimenti di Arthur, per paura di trovare una risposta che non voleva vedere.

Quello che gli balenò in mente furono immagini, brevi flash di una realtà che doveva ancora avvenire: Arthur abbracciato a lui in un letto, nudo e sfinito... Arthur che gli accarezzava una guancia con tenerezza... il volto di Arthur sudato e soddisfatto alla fine di un amplesso.... e finalmente, dopo tutti i dubbi e le incertezze, seppe. Seppe che l’unico a non aver visto con chiarezza era proprio lui, era lampante che anche Arthur provasse qualcosa per lui, che erano davvero destinati a stare insieme e ad amarsi. E decise che presto avrebbe fatto sì che quelle visioni diventassero realtà, perché non poteva sopportare un attimo di più di stare lontano dall’uomo che amava più della propria vita.

Aprì gli occhi e guardò Gwaine, e gli sorrise con gli occhi lucidi, dicendo: “Hai ragione, Gwaine. Sono stato uno stupido a non credere a tutto quello che mi hai detto, mi rendo conto solo ora che hai ragione. Ti ringrazio amico mio, mi hai aperto gli occhi. “

Gwaine gli sorrise e lo abbracciò, e disse: “Sono felice Mer, di averti aiutato a ragionare. Meriti davvero di essere felice, e lo merita anche quella testa di fagiolo!”

Merlin ringraziò Gwaine e si riunirono con gli altri vicino al minivan.

Gaius, che aveva conversato con Arthur fino a quel momento, guardò Merlin con affetto, e gli disse: “Che ne dici di fermarti un po’ con me, e raccontarmi cosa ti è successo in tutti questi anni?”
Merlin rispose: “Quanti secoli hai? Perchè io ne ho di cose da raccontare...”
Gaius rise e disse: “Per il momento, ho un paio d’ore... pensi possano bastare per un breve resoconto?”
Merlin disse: “Facciamocele bastare...” e scoppiò a ridere.

Così Merlin si fermò con Gaius mentre gli altri entravano nel minivan per tornare al quartier generale. Prima di chiudere la portiera, Arthur guardò Merlin a lungo, e Merlin ricambiò lo sguardo con nel cuore una nuova convinzione: presto Arthur sarebbe stato suo totalmente, oltre che nell’anima, anche nel corpo. E quest’idea lo rendeva estatico.
Disse solo: “A dopo.” ma nei suoi occhi si leggeva una promessa, che Arthur evidentemente colse, perché Merlin lo vide sgranare gli occhi e deglutire. Il corteggiamento era iniziato.


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Arthur rimase a fissare Merlin per qualche secondo, prima di chiudere la portiera, e lo sguardo che Merlin gli lanciò sembrava carico di parole, nonostante lui non ne dicesse nemmeno una. Sembrava dirgli: Sei mio... Ti desidero... Ti amo... Non posso vivere senza di te...

Arthur pensò che si stava immaginando tutto, ma poi sentì qualcosa, una forza sovrannaturale, che lo trascinava letteralmente verso Merlin. Sgranò gli occhi e dovette afferrare la maniglia della portiera per trattenersi e non corrergli fra le braccia.


Era come se sentisse la voce di Merlin nella sua testa, che gli ripeteva quelle parole ancora ed ancora. Pensò che era uno sciocco a pensare di sentire davvero Merlin nella sua mente, ma poi ricordò, nello stato alterato in cui si trovava, che Merlin era un potente mago, e probabilmente non se lo stava sognando. Che Merlin lo facesse volontariamente o no, Arthur non poteva saperlo; quello che sapeva, e che importava, era che Merlin gli stava mandando un messaggio, ed era esattamente quello che lui desiderava sentire.


Chiuse controvoglia la portiera, e si sedette, leggermente rosso in viso, ancora sconvolto per l’attrazione che aveva provato verso Merlin finché lo aveva fissato negli occhi. Probabilmente anche quello era un effetto della sua magia, si era letteralmente sentito afferrare il petto e tirare verso il suo amico, come se ci fosse un cordone fra loro due che improvvisamente aveva iniziato ad accorciarsi.


Gwaine lo fissò e gli sorrise, senza dire una parola. Arthur lo vide poi girarsi e sorridere a Percival con uno sguardo d’amore che tradiva tutta la sua felicità: evidentemente le cose fra loro erano cambiate, quando si erano incontrati in questa vita. Non poté che esserne felice, e sperò che anche fra lui e Merlin le cose si sarebbero evolute in modo simile.

Il viaggio di ritorno verso l’appartamento fu breve e abbastanza silenzioso. I ragazzi non parlavano, tutti evidentemente persi nei loro pensieri, probabilmente a rimuginare su quello che avrebbero dovuto fare il giorno seguente alla festa.


Arthur era un po’ in ansia per la missione: non perché avesse paura per sé, visto che era abituato a quel tipo di lavoro, bensì perché sapeva che con lui ci sarebbero stati i suoi più cari amici, e il fatto che si trovassero in una situazione di rischio lo spaventava. Senza parlare del fatto che ci sarebbe stato anche Merlin: se gli fosse successo qualcosa, Arthur non se lo sarebbe mai perdonato.

Non che Merlin avesse bisogno della sua protezione: fra loro due, era sicuramente il mago a sapersela cavare meglio da solo.


Arrivarono a Palazzo Camelot, e uno ad uno scesero dal minivan. Arthur vide che Percival e Gwaine si attardavano rimanendo un po’ indietro, allora si allontanò per lasciare loro un po’ di privacy.


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“Perce, aspetta un attimo. Ti devo parlare.”

Gwaine aveva deciso di dire a Percival come stavano le cose, che avrebbe presto detto a Elena che non l’avrebbe sposata.

Percival si fermò e si girò verso il suo amico, e disse: “Che c’è, Gwaine?” Il suo volto tradiva un po’ d’ansia, e a Gwaine si allargò il cuore a vedere come il suo amico fosse pronto all’ennesimo rifiuto. In fondo, dopo la loro colazione di quella mattina, non avevano più avuto modo di parlare della loro situazione, e capiva che Percival potesse essere preoccupato che Gwaine, dopo i chiari segnali che gi aveva mandato quella mattina, ci avesse ripensato.


Gwaine allora si mosse, allontanandosi dal portone di casa di Arthur, e trovò l’ingresso di un piccolo parco. Mentre stava camminando, con Percival accanto, gli prese la mano, visto che voleva rassicurarlo anche senza aver ancora iniziato a parlare che non aveva intenzione di spezzargli il cuore.


Percival strinse la mano di Gwaine in risposta, e fece un lieve sospiro, evidentemente sollevato di aver frainteso la situazione.

Arrivarono nei pressi di una panchina e si sedettero. Gwaine prese fiato e si girò verso il suo amico, che da seduto torreggiava su di lui in altezza quanto da in piedi.

“Perce, volevo solo dirti che ho deciso. Parlerò con Elena alla prima occasione disponibile, perché ho capito che rispettare il mio impegno con lei porterebbe solo a distruggere la vita a lei, quanto a me.”

Percival si illuminò, il suo volto si aprì in un timido sorriso, e annuì, senza dire una parola per far finire di parlare il suo amico senza interromperlo.


“Quello che è importante che io ti dica è questo: non riuscirò ad escluderla dalla mia vita, a meno che non sia lei a volerlo. Oltre che fidanzati, siamo sempre stati grandi amici, e non riesco a pensare di non vederla più, quando la lascerò. Le voglio bene davvero, ed è una persona davvero in gamba. Spero che tu possa conoscerla un giorno o l’altro, sono sicuro che ti piacerebbe.
Voglio dirti questo prima ancora di parlarti della parte più importante del mio discorso, perché non voglio che tu veda la mia amicizia con lei come una mancanza di rispetto nei tuoi confronti.”


Percival annuì, e continuò a sorridere, quindi Gwaine si fece forza e andò avanti.

“Non sai che cosa voglia dire per me questa scelta. E’ vero che ai tempi di Camelot sono stato uno scavezzacollo, e che lasciavo cuori infranti ovunque passassi, però in questa vita, quella fase è finita quando ho incontrato Elena. Col mio lavoro sono sempre stato in mezzo a persone bellissime e molto spregiudicate, e avrei potuto avere tutte le donne che avessi voluto - e se mai ne avessi avuto il desiderio, anche tanti uomini.

Elena mi ha cambiato in meglio, e le sarò sempre grato.

Però tu.... tu, Perce, mi completi, in un modo che non avevo mai creduto possibile. Quando sono con te non sento bisogno di niente e nessun altro. So che questa decisione mi regalerà una vita felice. E ti prometto che la condividerò con te fino al mio ultimo respiro.”


Detto questo, Gwaine prese fra le mani il viso di Percival e lo baciò. Era un bacio dolce, che voleva sugellare una promessa, più che un bacio appassionato, e Percival si abbandonò completamente fra le mani di Gwaine, estatico e rapito dalle sue parole e dal contatto fisico con lui.

Dopo qualche tempo, le loro labbra si allontanarono e rimasero abbracciati per vari minuti senza parlare. Due ragazze passarono chiacchierando fra di loro, e Gwaine era convinto di averle sentite dire “Awwww ma che carini!!” e iniziare a ridacchiare bonariamente.

Percival si allontanò leggermente da Gwaine e lo guardò negli occhi - Gwaine notò che il suo amico aveva gli occhi leggermente lucidi - e gli disse: “Non te ne pentirai. Non ti farò mai pentire di aver scelto me. Ti tratterò sempre come una preziosa principessa!” Il suo tono, su queste ultime parole, era evidenza del fatto che lo stava provocando apposta.


Gwaine allora stette al gioco - in fondo anche quello era un aspetto fondamentale della loro amicizia:  sgranò gli occhi e disse “Principessa sarai tu! Te lo faccio vedere io chi è l’uomo in questa relazione!” e scoppiarono a ridere entrambi.

Si alzarono, entrambi sollevati e felici, e mano nella mano si diressero verso casa di Arthur.


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Gaius e Merlin erano seduti in un piccolissimo bar, dove c’erano solo loro e la signora al bancone, che al momento era al telefono a chiacchierare di nipotini e ricette di cucina.

I due si guardarono e si sorrisero: Merlin era davvero felice di avere di nuovo accanto a sé il suo amico e consigliere.

Gaius lo guardò e disse: “Allora, mi dici che tu ti sei reincarnato ogni volta che sei morto, portando con te in ogni vita i tuoi ricordi, giusto? E’ davvero straordinario. Nelle mie due vite, non ho mai sentito di niente del genere. Il leggendario Taliesin si diceva vivesse in eterno, ma era sicuramente tenuto in vita dalla grotta dei Cristalli, e dall’illimitata magia che risiedeva in essi. Tu hai vissuto in giro per il mondo, lontano dai luoghi dove i flussi energetici della magia sono forti, eppure sei stato sempre qui, pronto al ritorno del Re. Davvero straordinario, Merlin.”


Il giovane lo guardò e sorrise, alzando le spalle come a dire ‘Che ci posso fare? Non l’ho scelto io...’ e disse “Probabilmente anche la mia immortalità deriva dalla grotta dei cristalli. E’ lì che ho riguadagnato i miei poteri quando Morgana me li tolse, e probabilmente ho acquisito un legame più stretto con la nostra terra in questo modo.

Gaius, non so dirti quanto sia bello riaverti qui con me. La tue esperienza teorica in fatto di magia, è sicuramente maggiore della mia. Sai che sono sempre stato un istintivo, nell’uso dei miei poteri, e nonostante abbia imparato a controllarli e piegarli al mio volere in tutti i miei anni, la tua conoscenza rimane superiore. Finalmente ho di nuovo un maestro.”


Gaius guardò Merlin e scoppiò in una risata benevola, e rispose: “Merlin, come puoi dire una cosa del genere? Nessuno sa della magia quanto ne sai tu! Come posso considerarmi tuo maestro dopo tutto questo tempo?”

Merlin gli sorrise e disse: “Allora considerati mio pari. Perché tu non sarai mai inferiore a me. E soprattutto io guarderò sempre alla tua saggezza come ispirazione.”

Gaius gli sorrise, e disse: ”Va bene, Merlin, ti ringrazio. Sono onorato di quello che mi hai appena detto.”


Il telefono di Gaius squillò, a quel punto, e lui rispose: “Sì? Aahh! Ottimo, li avete trovati ed informati della missione? Stanno andando lì? Perfetto. Grazie ancora.”

Chiuse la telefonata ma non mise via il cellulare, e disse: “Ho in serbo un’altra bella sorpresa per Arthur e i tuoi amici. Dammi un momento.”

Fece un numero sul tastierino dell’apparecchio, e dopo qualche secondo qualcuno rispose: “Arthur, sono Gaius. Volevo avvisarti che stanno per arrivare a Palazzo Camelot gli ultimi operativi che mancavano al team. No, vedrai da solo. Si, Merlin è ancora con me, ma non temere, a breve te lo restituisco. A stasera per i dettagli della missione di domani.”


Merlin guardò Gaius con aria interrogativa, ma Gaius si limitò ad alzare il sopracciglio destro e dire: “Vedrai più tardi.”

Il giovane lasciò cadere l’argomento, fidandosi del giudizio del suo mentore, e ricominciò a raccontare le sue passate vicissitudini.


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Arthur attaccò con Gaius e guardò Leon, Percival e Gwaine. “Stanno arrivando gli ultimi membri del nostro team. Non ho idea di chi siano, Gaius non me l’ha detto.”

Leon disse: “Non potrebbero essere....”

“Altri cavalieri?” finì Gwaine.

Arthur rispose: “Non saprei onestamente, ma visto che parliamo di Gaius, tutto può essere... Vedremo a breve comunque. Dovrebbero essere qui fra poco.”


Rimasero seduti in cucina a chiacchierare del più e del meno per una mezz’ora, quando sentirono suonare alla porta. Leon si alzò e andò ad aprire. Giusto prima di aprire guardò lo schermo di sicurezza accanto alla porta, e scoppiò a ridere. Disse ai suoi amici: “Pronti ad un’enorme sorpresa? E a dare altre spiegazioni?”

Arthur, Gwaine e Percival si guardarono con aria interrogativa e si alzarono, avvicinandosi alla porta. Leon aprì.


Si trovarono di fronte Gwen, Lancelot e Elyan. Che rimasero fermi per un istante, poi sgranarono gli occhi e nell’ordine questo accadde: Elyan scoppiò a ridere e buttò le braccia al collo di Leon, Lancelot si girò a guardare Gwen e Arthur e poi di nuovo Gwen, che invece guardò Lancelot a occhi sgranati e poi svenne.


Oh, perfetto, pensò Arthur.


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