Capitolo 6: Primo giorno
di scuola
Sarà
stata la stanchezza del viaggio, oppure l'emozione di trovarsi in una scuola
nuova, fatto sta che Alex si era addormentata proprio di gusto, e la mattina
era già sorta da un pezzo prima che Hermione, dopo essersi ormai già vestita,
andasse a svegliarla. La ragazzina dai capelli bruni dovette scuoterla con
vigore parecchie volte, prima che gli occhi luminosi e scuri di lei si
aprissero di scatto, rivelando una profonda confusione. Alex fissò Hermione,
che le stava sorridendo, quasi non la riconoscesse "Buongiorno,
dormigliona !!!! Volevo solo avvertirti che sono già le sette e mezza, e la
colazione durerà al massimo ancora mezz'ora. Quindi, se hai fame, ti conviene
sbrigarti". Alex, ancora mezza sdraiata sul letto, scosse la testa in un
tentativo di ritrovare la sua lucidità, e i capelli rossi volarono ovunque,
spettinati e incolti. Poi sembrò mettere bene a fuoco il mondo che le stava
intorno, e annuì, spostando le coperte e sedendosi "Oh, dovevo essere
veramente stanca, non mi capita mai di dormire così tanto...e bene. Ok, se tu
vuoi scendere, intanto, io mi preparo. Ci metterò cinque minuti, non di
più" disse in fretta, chiudendosi nel bagno con la sua divisa nuova.
Hermione fece un mezzo sorrisetto, sedendosi sul letto e guardando la porta
chiusa "Non ti preoccupare, ti aspetto. Dopotutto, sei nuova, no? E poi
non è così tardi.....basta che arriviamo in tempo per la consegna della
post...." si interruppe, osservando stupefatta la porta scura che si
apriva e, dietro di essa, Alex, perfettamente vestita e in ordine, coi capelli
ben pettinati, un nastro verde scuro che tratteneva le due ciocche laterali in
modo da non avere i capelli sugli occhi, ora ben svegli e brillanti.
Sorridendo, afferrò la borsa che aveva deposto ai piedi del letto, già piena di
pergamene e penne, dicendo "Andiamo?". Hermione era rimasta a bocca
aperta. Ci aveva messo meno di due minuti.....incredibile. Cercando di non
avere un'aria stupita, visto che Alex sembrava considerarla una cosa normale,
indicò la borsa e disse "Credo sia meglio che veniamo dopo a
prenderle.....ci daranno gli orari a colazione, così non dovrai portarti dietro
tutti i libri.....". La rossa fissò pensosamente la sua cartella per un
secondo, poi annuì "Hai perfettamente ragione. Allora andiamo a mangiare.
Ginny dov'è, a proposito?" chiese, guardandosi attorno con aria curiosa.
La stanza era vuota "E' già scesa. Ha detto di scusarla, ma che doveva
parlare con delle sue compagne di corso per una relazione che dovevano fare per
le vacanze" spiegò Hermione, mentre si chiudevano alle spalle la porta del
dormitorio e iniziavano a scendere le scale. Alex annuì, per segnalare che
aveva capito, e in quel momento nel corridoio sotto di loro comparve Malfoy.
Hermione emise un singulto, mentre Alex rallentava un secondo, e il ragazzo,
sempre seguito dalle sue guardie del corpo, o animali di compagnia, Tiger e
Goyle, si voltò verso di loro, guardando all'insù con aria di sufficienza
"Guarda guarda.....Granger e la nipote di Silente !!!! E,
inspiegabilmente, i vostri amichetti non sono con voi. Che c'è, si sono stufati
e hanno preferito andare a caccia di nuove ragazze? Forse per Potter nemmeno la
nipote del preside era abbastanza?" disse in tono provocatorio. Hermione
lanciò uno sguardo incerto e spaventato ad Alex, che però aveva mantenuto la
sua espressione serena e stava dicendo, in tono annoiato "Non rompere
Malfoy. E' una mattina troppo bella per iniziarla litigando, e poi ho
fame". Senza nemmeno farci caso, lo superò, diretta verso la sala grande,
lasciandosi alle spalle quattro persone del tutto sconvolte. Hermione, dopo un
secondo di assoluto stupore in cui rimase immobile a bocca aperta, si affrettò
a seguirla, scendendo dalle scale di corsa "Aspettami, Alex" esclamò,
mentre la rossa stava per aprire la porta della sala. L'amica si voltò ad
aspettarla, tenendo aperta la porta "E sbrigati !!!" disse
"Guarda che quella che ha dormito troppo sei tu !!!" replicò l'altra,
superando l'entrata. Alex la seguì "Sì, ma a che serve che ora tu te ne
stia li a bocca aperta ?" domandò, scomparendo oltre la soglia
"Però...." replicò la vode di Hermione, prima di divenire
indistinguibile. Malfoy rimase immobile, esattamente nel punto in cui lei
l'aveva superato, fissando la porta che ora si era chiusa con un secco CLACK,
incerto se essere arrabbiato, offeso, imbarazzato o dispiaciuto. Ma
.....ma.....ma che aveva, quella ragazza, per farlo sentire così imbecille?
Perchè lo faceva irritare a tal punto? Strinse i pugni, dandosi dell'idiota.
Lei ancora una volta lo aveva umiliato.....e non
denigrandolo........semplicemente ignorandolo, dopo averlo tacitato con parole
semplici e annoiate. La odiava !!!!!! Lo faceva irritare a tal
punto.........però......però.......aveva veramente un motivo per arrabbiarsi?
O, per meglio dire, una scusa, un pretesto per attaccarla? Più che irritato, si
era sentito confuso mentre fissava la schiena di lei che si allontanava. Al
massimo un po' offeso per essere stato così volutamente e totalmente
ignorato.....scosse il capo, decidendo che era meglio non pensarci, e fece un
cenno a Tiger e Goyle, che erano rimasti alle sue spalle, in attesa di ordini,
con due identiche espressioni ebeti disegnate sul volto. Alla vista del cenno,
iniziarono a camminare come automi in direzione della sala, insieme a lui. Per
un secondo, Draco si domandò chi glielo faceva fare di portarsi sempre appresso
quei due scemi che non sapevano pensare di testa propria. Scosse di nuovo il
capo, scacciando anche quel pensiero. Fra un po' gli sarebbe venuto mal di
testa, se continuava così.
Hermione
e Alex raggiunsero Ron e Harry all'estremità del tavolo dei Grifondoro, e si
sedettero davanti ai due "Buongiorno. Dormito bene?" domandò Harry,
sorridendo a Alex. Lei annuì, afferrando la marmellata di albicocche "Come
un ghiro. Se Hermione non mi svegliava non mi sarei nemmeno alzata. Beh,
stamattina iniziano le lezioni, no? Che c'è come prima materia?" chiese
interessata. Ron le porse un foglio con l'orario del quinto anno, mentre con
l'altra mano ne passava uno identico a Hermione "Iniziamo con Difesa dalle
arti oscure. Poi noi abbiamo Divinazione" disse in tono lamentoso. Alex lo
fissò per un secondo, curiosa, poi guardò l'orario "Noi invece abbiamo
Antiche Rune, vero Hemione? Ron, che hai, non ti piace Divinazione?"
chiese. Lui fece una faccia drammatica, e indicò l'amico seduto di fianco a lui
"Chiedilo a Harry. La professoressa Cooman non fa altro che profetizzare
la sua morte !!!!!!!!!" esclamò.
Harry annuì, seccato, e Alex si concesse una breve risata "Ma è
ridicolo....Harry, tu non rischi affatto di morire nel prossimo futuro, te lo
assicuro io" si lasciò scappare, prima di pensarci bene. Poi si zittì,
battendosi la mano sulle labbra, e lo guardò preoccupata. La stavano fissando
tutti e tre, incerti "Cosa vorresti dire? Come lo sai?" chiese Harry,
dubbioso. Lei arrossì, e evitò di guardarlo negli occhi "Ecco....io....non
lo so. So solo che....beh, è così. Puoi chiamarlo sesto senso, se
vuoi......" disse in tono sommesso. Il ragazzo le lanciò un'occhiata
penetrante, poi distolse lo sguardo. Non voleva metterla in difficoltà, ma
c'era qualcosa di strano in lei....qualcosa di oscuro....in quell'istante un
frullio d'ali lo distrasse da tali riflessioni, e insieme agli altri tre alzò
gli occhi sui gufi che stavano planando verso di loro. Vide la sua civetta
bianca che spiccava netta in mezzo allo stormo di volatili, e vicino a lei il
piccolo Not, che cercava di non farsi lasciare indietro e teneva d'occhio con
apprensione gli altri gufi. Poi, i suoi occhietti acuti scrutarono Alex,
riconoscendola e, con un verso di gioia che quasi gli fece cadere dal becco la
lettera che portava, si lanciò verso di lei in una picchiata un po' troppo
esagerata. Al tavolo dei Grifondoro si scatenò il panico, mentre quel piccolo
missile volava verso di esso, e parecchi ragazzi si alzarono urlando. Not vide
la superfice avvicinarsi rapidamente, troppo rapidamente, e cercò di frenare,
ma si ribaltò per aria, precipitando ancora più velocemente. Sbalzato qui e lì,
cerò di rimettersi dritto, e alla fine ci riuscì, ma ormai stava sfiorando i
capelli degli sventurati che non erano riusciti a scansarsi dalla sua
strada.....raggiunse e sorpassò Seamus, che si trovava pochi posti più in là di
Alex, e cercò di frenare, ma la velocità era ancora talmente alta che si
ribaltò di nuovo. Mentre Hermione,
Harry e Ron scomparivano sotto il tavolo, cercando di salvarsi, Alex si
alzò di scatto, saltando sulla panca che fungeva da sedia, e allungò decisa le
braccia, afferrando con presa salda il gufetto che stava andando alla deriva
contro un muro. Ci fu un attimo di silenzio stupefatto, mentre tutti fissavano
confusi la scena, prima di rendersi conto che il pericolo era passato. Hermione
uscì da sotto il tavolo, mentre Alex saltava giù dalla panca, sempre con il
gufetto in mano, e gli urlava arrabbiata "Piccolo idiota
!!!!!!!!!!!!". Lui, felice di averla trovata, tubò allegramente, lasciando
cadere nel piatto di lei una busta bianca. La ragazza lasciò il gufo, dopo
averlo guardato male un'altra volta, e prese la busta, mentre Harry usciva a
sua volta da sotto il tavolo e diceva in tono ammirato "Però, che riflessi
pronti, Alex". Lei fece un sorriso amaro, che non aveva nulla di buono
"Se penso a quello che quel piccolo delinquente pennuto poteva
combinare....." disse, aprendo la busta, che si rivelò essere un biglietto
di suo zio che la invitava a un thè quel pomeriggio per parlare della scuola.
Lei lo lesse velocemente mentre inveiva contro il suo gufo, e lo accartocciò in
fretta. Harry fece per rispondere, quando una voce gentile e divertita dietro
di loro disse "Che mai ti avrà fatto di male quel piccolo gufo, si può
sapere?". Alex vide Harry e Ron spalancare gli occhi, increduli, mentre
guardavano il proprietario della voce. Si girò velocemente, insieme a Hermione,
e rimase a fissare incredula il nuovo arrivato. Si trattava nientemeno che di
Bill Weasley, che le sorrideva con fare affabile passando la mano tra i corti
capelli rossi. Ron spalancò la bocca per dire qualcosa al fratello, stupito di
trovarselo di fronte, ma Alex lo precedette, esclamando "Willy?". A
quel punto, ciò che Ron voleva dire si tramutò in un verso strozzato, che ben
presto divenne una risata senza freni, cui anche Harry si unì. Bill arrossì,
dicendo "Lieto di revederti, Alex". Lei scosse il capo, stupita
"Ma che ci fai qui?" chiese con occhi sgranati. Il loro ultimo
incontro non era stato dei migliori, e l'ultima cosa che si sarebbe aspettata
era trovarselo lì a Hogwarts. In quel momento Ron riuscì a smettere di ridere e
disse, in tono canzonatorio "Già,
che ci fai qui.....Willy?" scoppiò di nuovo a ridere, mentre Bill
rispondeva "La Gringott mi ha mandato qui per un periodo di tempo
indefinito, dietro richiesta del professor Silente. E, Ron, fratellino, guai a
te se mi chiami ancora così, chiaro?" minacciò, stringendo gli occhi
scuri. Il fratello parve non prendere molto sul serio la minaccia, dal momento
che continuò a ridere. Alex si voltò a guardarlo, notando la somiglianza tra i
due, soprattutto nei capelli rosso fuoco e negli occhi scuri "Ma
certo" pensò, divertita "Me l'aveva anche detto che aveva un
fratello della mia età....solo che non ci ho badato ieri....il cognome è
quello". Sorrise, dicendo "Ti direi di sederti, ma adesso
dobbiamo andare.....tu che fai?". Bill le sorrise "Devo andare a
parlare col professor Silente. Poi avrò un paio di lavoretti da fare qui a
scuola....ci vediamo dopo. Harry, Alex, Hermione, piacere di avervi
rivisti" disse, lanciando ad Alex una lunga occhiata penetrante, e incamminandosi
poi verso il tavolo dei professori. Alex lo seguì con gli occhi finchè non vi
arrivò, poi si voltò verso gli altri. Ron la guardò, malizioso
"E....sentiamo.....dov'è che avresti conosciuto mio fratello, Alex?".
Lei alzò gli occhi, interrompendo i suoi pensieri "Ecco....a Diagon Alley.
Quando tu hai incontrato i tuoi amici, Harry, e il professor Lupin è dovuto
andare via per i fatti suoi....ha chiesto a Bill di accompagnarmi a fare
compere". Tacque, non accennando volutamente al giorno seguente, quando
avevano litigato.....ma a Ron non erano sfuggite le due cose, e ci mise poco a
fare il collegamento "E scommetto che sei tu quella con cui aveva
appuntamento la mattina dopo. Per questo era così sulle spine e non vedeva
l'ora di andarsene !!!!". Alex non disse nulla, limitandosi ad annuire e
arrossire. Ron rise di cuore "Il mio caro Willy. Mio fratello è più
sveglio di quel che pensavo" dichiarò, lanciando un'occhiata alla figura
dai capelli rossi vicino a Silente. Alex sorrise, mentre Harry chiedeva "Ma
perchè lo chiami Willy?". Lei lo fissò senza capire "E' il suo nome,
no?" disse in tono sorpreso. Harry e Ron si scambiarono un'occhiata
incerta, mentre lei spiegava "Mi ha detto di chiamarsi William......io
l'ho solo abbreviato in Willy". Ron sorrise sornione "Oh. Ora ho
capito....beh, in effetti, all'anagrafe dei maghi lui è 'William'....ma per
tutti noi è sempre stato Bill. Per questo ci sembrava strano che tu lo
chiamassi così. Non riesco nemmeno a ricordare di averlo mai chiamato col nome
per esteso". Harry annuì "Io l'ho scoperto solo quando è venuto a
prendermi dai miei zii....tra parentesi, Ron, perchè è venuto lui?" chiese
curioso. L'amico alzò le spalle "Era a casa quando stavamo discutendo sul
fatto di venirti a prendere, e si è offerto volontario, visto che papà era
impegnato e mamma preferiva evitare i tuoi zii.....credo avesse pianificato di
venire prima fin dall'inizio....vedi, Harry, Bill ti ammira molto. Anche se sei
molto più piccolo di lui, ha sempre detto che eri un tipo in gamba". Harry
arrossì per il complimento, mentre Alex cercava di guardare altrove senza far
trapelare nulla dalla sua espressione "Già.....lui vuole molto bene a
Harry.....lo proteggerebbe a costo della vita.....l'ha già fatto, anche se non
lo sa....." pensò costernata, ricordando il tremendo litigio che
avevano avuto al proposito e a come si era arrabbiata. "Forse ho anche
torto....lui non ha fatto altro che cercare di tener d'occhio un
amico.....poteva evitare di dire quelle cose, certo, ma....anche io dovrei
controllarmi di più al riguardo......anche se solo l'idea che qualcuno possa
solamente pensare che io sia....mi fa.....ARGHHHHHHH !!!!!!!!!" Scosse
violentemente la testa, cercando di scacciare quei pensieri, e lanciò
un'occhiata a Bill da lontano "E va bene, la prossima volta gli
chiederò scusa.....anche se Dio solo sa che potrò dire per spiegargli la mia
reazione" decise sospirando. In quel momento arrivò Ginny, sorridente
e allegra, con la cartella sottobraccio, e disse "Alex, che hai? Devi
sbrigarti oppure farai tardi. E questo vale per tutti voi !!!!!" esclamò,
rivolgendo gli occhi agli altri amici. Alex annuì e fece per alzarsi, ma in
quel momento i suoi sensi acutamente sviluppati da anni d'addestramento la
avvertirono che un pericolo imminente era in arrivo, a velocità spaventosa,
proprio dietro la schiena di Ginny, e sbarrando gli occhi sostò bruscamente
l'amica, dicendo "Attenta !!!! C'è qualcosa.....". La sua mano scattò
di nuovo, come poco prima, e afferrò un'altra palletta pelosa, che stava per
schiantarsi contro la ragazza e il tavolo. Guardò stupita il gufetto, che come
il suo tubava ora allegramente, mentre Ron si alzava e si avvicinava con aria
minacciosa "Piccolo stupido idiota !!!!!!" urlò, esattamente come
l'amica poco prima "Capirai una volta o l'altra a dosare la velocità
quando voli !!!!!!!!". Prese l'animale dalle mani di Alex, che lo fissava
confusa, e slegò con rabbia la lettera attaccata alla zampetta. Hermione
sorrise "Alex, questo è Leo, il gufo di Ron. Se vuoi vivere tranquilla,
meglio che gli giri alla larga". Alex fissò ancora il pennuto "Sembra
peggio di Not" esclamò in tono incredulo, e Ron annuì "E di molto,
anche. Il tuo gufo è piccolo e può ancora imparare, questo qui è un caso
disperato, ormai. Toh" disse, lanciando la lettera ad Harry. La mossa non
sfuggì ad Alex, che socchiuse gli occhi, sospettosa "Ma non era il gufo di
Ron? E tu non hai la tua civetta, Harry? Allora come mai la lettera è per
te?". Il ragazzo impallidì. Aveva dimenticato che la ragazza non sapeva
nullla di Sirius e non avrebbe dovuto scoprire il loro segreto. E, soprattutto,
aveva dimenticato quanto lavorasse veloce la mente di lei. Freneticamente,
cercò una scusa plausibile "Ecco.....è che quando ho inviato questa
lettera, Edvige era già fuori per una consegna, e quindi ho chiesto a Ron di
prestarmi Leo" urlò, un po'troppo velocemente. L'espressione sospettosa
non scomparve del tutto dagli occhi di lei, ma in quel momento Hermione, con
prontezza invidiabile, disse "Ragazzi, è ora di andare, dobbiamo ancora
preparare le nostre cose e le lezioni iniziano tra un quarto d'ora". Harry
sospirò di sollievo nel vedere che Alex si voltava e seguiva l'amica fuori
dalla sala. Ron gli lanciò un'occhiata pensierosa, e Harry scosse il capo.
Dovevano stare attenti a non farsi scoprire, visto che Alex sarebbe stata
spesso con loro o vicino a loro. Quindi era meglio istruire i gufi perchè
consegnassero le lettere nel dormitorio dei ragazzi, dove lei di sicuro non
poteva entrare......in teoria.
Arrivarono
in perfetto orario alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Il professor
Lupin non era ancora arrivato, e i quattro amici ne approfittarono per prendere
posto tutti insieme nel banco davanti a sinistra. Poi la porta si aprì di
nuovo, e Harry lanciò un gemito nel veder entrare Malfoy con i suoi gorilla e
Pansy Parkinson "Non mi ero accorto che avremmo avuto lezione insieme a
loro" si lamentò in un sussurrò. Ron alzò le spalle, mentre l'espressione
sul suo volto lasciava trapelare che nemmeno lui ne era molto contento. I
quattro serpeverde scrutarono il gruppetto dei Grifondoro a lungo, quasi fosse
in atto una battaglia di volontà, e andarono a sedersi poco dietro di loro, sul
lato di destra. Alex si voltò, evitando ostentatamente di guardarli, nonostante
sentisse che lo sguardo di Malfoy, beffardo e irritante, era rivolto
soprattutto a lei. Povero stupido, non sapeva che lei era abituata bena peggio,
e che il suo sguardo non la turbava minimamente.....in quell'istante, il
professor Lupin e il professor Moody entrarono, uscendo dallo studio di Lupin,
dove evidentemente si erano incontrati per preparare la lezione. Lupin rivolse
un sorriso a tutti gli studenti "Felice di vedervi di nuovo, ragazzi. Sono
contento di avere ancora l'opportunità di insegnarvi la difesa contro la magia
oscura.....". Il suo discorso fu interrotto da Malfoy che, in tono
sprezzante, disse a voce alta "Magari invece noi non siamo così contenti di avere come insegnante
un lupo mannaro".
La
classe iniziò a rumoreggiare, mentre i Grifondoro si voltavano irati verso
Malfoy e i Serpeverde per la maggior parte sogghignavano. Harry si alzò in
piedi, fissando il nemico di sempre con occhi di fuoco "Taci Malfoy"
intimò, arrabbiato, mentre Hermione gli afferrava il braccio per trattenerlo.
Anche Alex si alzò in piedi, guardando con rabbia il ragazzo. Dunque, il fatto
che Remus era stato un lupo mannaro era noto......ma ora non era più così.....e
poi, come si permetteva quello di usare quel tono sprezzante come se fosse
stato un crimine, come se Remus ne avesse avuto la colpa? Fece per aprire bocca
e esclamare che non era più così, che lei aveva fatto in modo di.....poi si
fermò. Non poteva dirlo. Avrebbe rivelato troppo del suo
addestramento......strinse i pugni. Aloora doveva starsene zitta e guardare?
Non ce l'avrebbe mai fatta a sopportare......ma dopotutto, le pozioni le aveva
studiate a Beauxbatons, ed era cosa di dominio pubblico che li insegnassero
pozioni molto difficili....poteva anche parlare....sì, ma loro sapevano che a
Beauxbatons aveva passato solo i primi due anni, troppo poco tempo per imparare
qualcosa del genere.....magari sul momento Malfoy non ci sarebbe arrivato, ma
di certo tra i Serpeverde c'era almeno qualcuno che prima o poi se ne sarebbe
reso conto....allora che doveva fare? Strinse i denti. "Di certo non
lascerò che prendano in giro un mio amico in questo modo, non importa cosa
succede dopo" urlò nella sua testa la Alex testarda, e in quel momento
il suo istinto prese il sopravvento. Aprì la bocca per parlare, o meglio per
urlare, ma una mano che le si posò sulla spalla la interruppe. Voltatasi, vide
Moody, che la tratteneva e guardava corrucciato Malfoy, sussurrando
"Lascia stare ragazza. Sarebbe uno spreco rivelare le tue capacità per uno
scemo del genere. Ci penso io, stavolta. Poi, io e te faremo meglio a farci una
bella chiaccherata, una volta o l'altra". La superò, senza lanciarle
nemmeno un'occhiata, e lei rimase a guardarlo con aria strana. Quindi
quell'uomo....sapeva? Di lei? O aveva intuito qualcosa? Entrambe le cose,
disse una voce nella sua testa. Avrebbero dovuto parlare.....di cosa? Dentro di
sè sapeva la risposta, eppure non era spaventata. Sapeva che quella era una
delle persone cui poteva affidare il suo segreto......almeno parte di esso.
Perchè altrimenti l'avrebbe scoperto comunque, e allora preferiva essere lei a
dirlo. Notò che l'occhio magico di lui stava ruotando verso di loro, e si era
fermato per un momento su di lei. Sorrise con fare complice, e l'occhio tornò a
ruotare, spostandosi su Malfoy. Il ragazzo prese a tremare, ricordandosi cosa gli
era successo l'anno prima. Inutilmente si disse che era stato l'altro
Moody, quello falso, a trasformarlo in furetto; la cosa non lo tranquillizzò
affatto, poichè sentiva che questo Moody era in grado di fare anche di
peggio. L'uomo si chinò su di lui, squadrandolo con fare serio, e disse
"Hai detto qualcosa, signor Malfoy?". Il ragazzo, tremando, scosse il
capo "No, signore" balbettò. Moody si chinò ancora di più
"Sicuro? Perchè a me sembrava che lei avessi espresso delle rimostranze
sul fatto che il mio amico Lupin fosse tornato a insegnare qui da voi. O forse
ho sentito male io, Malfoy?". Il ragazzo divenne ancora più pallido, cosa
difficile vista la sua carnagione bianca "Credo....che lei abbia
frainteso, signore" tentò di dire. Moody si raddrizzò "Davvero?
Quindi l'errore era mio? E' questo che sta dicendo, signor Malfoy?". Il
ragazzo, sudando ormai visibilmente, scosse il capo vigorosamente, disperato
"No? Allora come stanno le cose, signor Malfoy? Perchè credo di non aver
capito bene, a questo punto. Mi dica, cosa ha detto veramente?". Il
ragazzo tremava tutto, sudando e cercando con gli occhi una via di fuga, e Alex
si accorse con stupore di provare pietà per lui. Lo sguardo di Moody avrebbe
messo in crisi la più innocente delle persone. Perciò fece un passo avanti e
disse in tono tranquillo "Forse il signor Malfoy voleva semplicemente
esrpimere la sua preoccupazione per l'incolumità dei suoi compagni. E' una cosa
saggia, dopotutto, soprattutto in questo periodo. Sarebbe giusto, allora, che sapesse
che il professor Lupin ha utilizzato uno degli ultimi ritrovati del laboratorio
di ricerca di Beauxbatons, che come lei saprà è molto all'avanguardia nel campo
delle pozioni; in questo modo il suo problema è stato completamente risolto.
Non trova che sia fantastico, signor Malfoy?". Nonostante il suo tono
gentile, c'era un'aria dura negli occhi di lei, quando li incrociò a quelli
color ghiaccio del ragazzo. Poteva anche capire che fosse in difficoltà con
Moody, ma non poteva perdonargli la sua cattiveria gratuita. Lui invece la
fissò con odio per la figura che gli aveva fatto fare, denigrandolo e
salvandolo platealmente da Moody. I due si fronteggiarono silenziosamente con
lo sguardo. Lupin sorrise dell'abilità diplomatica della ragazzina, e della sua
forza di carattere, e decise di mettere fine alla disputa. "Bene, credo
che ora sia stato tutto chiarito. Sono certo che il signor Malfoy non ripeterà
ancora lo stesso errore; per dimostrarcelo, signor Mafloy, vuole venire qui ad
aiutare me e il professor Moody nella dimostrazione?". Malfoy non poteva
certo rifiutarsi a quel punto, pensò Alex sedendosi, e infatti lui si alzò,
uscendo dal suo banco e avvicinandosi alla cattedra. Nel farlo, le passò di
fianco, riservandole un'occhiata di puro fuoco, che lei accettò
tranquillamente. Harry si chinò verso di lei "Perchè l'hai aiutato?"
chiese, irritato. Alex lo guardò, tranquillissima, mentre Malfoy raggiungeva la
cattedra "Harry, io non l'ho aiutato. L'ho umiliato. E' diverso,
completamente diverso. Ho dimostrato che non aveva il coraggio di rispondere
delle sue azioni davanti a Moody, e l'ho preso in giro costringendolo a dire
che era un bene che Remus fosse guarito. Lui odia questo fatto, perchè non può
più attaccarlo, non ne ha più motivo. E, se pensi che siamo stati clementi,
aspetta di vedere che farà ora Moody. Hai visto il suo sguardo? Non vorrei
essere al posto di Malfoy per tutto l'oro di questo mondo......"
Due
ore dopo, mentre uscivano, Harry sorrideva ampiamente. Le previsioni dell'amica
si erano rivelate esatte: Moody aveva insistito per ripassare tutto ciò che
avevano imparato sulle maledizioni senza perdono, e aveva costretto Malfoy a
sattoporsi più volte alla maledizione Imperius. Il ragazzo non solo non era
riuscito a contrastarla, ma aveva anche dovuto fare cose di cui si sarebbe
vergognato a vita, come la dichiarazione d'amore a Goyle, e nel tentare di
resistere si era fatto anche piuttosto male. E, come ciliegina sulla torta,
Moody aveva chiamato Harry e Alex per un'ulteriore dimostrazione: Harry aveva
vinto al secondo tentativo la maledizione, forte degli allenamenti dell'anno
prima. Alex invece l'aveva parata senza nemmeno fare una faccia preoccupata; la
maledizione si era spenta sibilando sul muro. Poi, al secondo tentativo di
Moody, aveva abbassato volutamente la bacchetta e si era fatta colpire in
pieno, senza arretrare nemmeno di un passo e, quando lui le aveva detto di
saltare sul banco, lei lo aveva tranquillamente fissato negli occhi, che
dimostravano quanto forte fosse la sua volontà, e aveva risposto, in tono
volutamente tranuillo e piatto "Nemmeno se me lo chiede in
ginocchio". La classe era rimasta inorridita, ma Lupin aveva sorriso
apertamente e Moody aveva annuito con vigore "Bene, davvero bene. Me
l'avevano detto, ma ora lo vedo coi miei occhi. Complimenti, Lance. La tua
resistenza è inattaccabile, e ci sarà molto utile". Come al solito da come
parlava sembrava che stessero per attaccarli, pensò Harry sorridendo.
Beh....non poteva dargli torto, dopotutto. La ragazza invece aveva sorriso, mentre
Lupin diceva "Direi....dieci punti a Harry e dieci a Alex, che ne dici
Alastor?". L'uomo aveva annuito, e Alex si era girata per tornare al suo
posto. In quell'istante Malfoy si era alzato, rosso dall'ira, e aveva detto
"Vedremo se la tua resistenza sarà così inattaccabile anche di fronte al
Signore Oscuro !!!!!!!!!!!!". Lei si era fermata bruscamente, tanto che
Harry era andato a sbatterle contro, e lo aveva fissato negli occhi, glaciale.
Tutti avevano trattenuto il fiato, mentre Lupin e Moody cercavano di
raggiungere velocemente i due, ma Alex li aveva totalmente spiazzati: dopo
qualche istante di guerra di sguardi, aveva sorriso, e quel semplice gesto era
sembrato ancora più inquietante della furia dei suoi occhi, mentre diceva in
tono tranquillo "Oh, sei gentile a darti pensiero per me, ma non ti
devi preoccupare. Sono certa che, anche
se Voldemort in persona mi attaccherà, resisterò". Per un attimo fu come
se le sue parole avessero annullato l'aria presente nella stanza, poichè tutti
respirarono bruscamente, in simultanea, e poi urlarono, terrorizzati, alzandosi
e iniziando a orrere qui e lì in preda al panico. Malfoy indietreggiò, e tornò
ad essere pallido come un cadavere, boccheggiando, ma lei non gli badò si voltò
verso la classe "SILENZIO !!!!!" urlò, guardandoli con aria severa.
Tutti si immobilizzarono e la fissarono dai punti più disparati della classe,
spaventati a morte, quasi stessero fissando Voldemort in persona. Solo sei
persone erano rimaste al loro posto. Harry, Ron e Hermione, che avevano gli
occhi spalancati ma sembravano più stupiti che altro (A parte Ron, vabbè. NdA); poi Lupin e Moody, che si erano
fermati a pochi metri da lei e apparivano preoccupati. E ovviamente Malfoy, che
le stava davanti e sembrava troppo terrorizzato da una ragazza che osava
pronunciare quel nome per fare una sola mossa. Ignorando queste sei persone,
lei fissò con rabbia fredda gli altri e continuò in tono duro "Smettetela
di scappare non appena sentite il suo nome, quasi fosse una minaccia !!!!!!".
Tutti si guardarono "Ma...ma....." provò a protestare Seamus
Finnigan, ma lei lo zittì con lo sguardo "Che c'è?" chiese, calma ma
con aria pericolosa. Lui deglutì più volte, prima di riuscire a dire
"Ecco.....noi abbiamo sempre visto qualsiasi mago adulto, qualsiasi
persona che sapesse chi era il Signore Oscuro reagire così, e a ragione, se ciò
che si racconta è vero.....ecco perchè.....cosa vorresti dire, che abbiamo
sbagliato tutti e non è una minaccia? E' questo che intendi?" disse in
tono tremante. Lei scosse il capo con decisione"No. La minaccia c'è, è
reale, e qui c'è qualcuno che può dirvelo meglio di me" i suoi occhi
saettarono verso Harry, che rabbrividì, per poi tornare sui suoi compagni, e in
particolare Seamus "Sarebbe da stupidi non temere qualcuno che è capace di
ciò che ha fatto Voldemort. Non dico che non dobbiamo avere paura. Fingere di
non averne sarebbe da stupidi. Il coraggio sta nel affrontare questa paura e
vincerla, o almeno provarci. Solo allora si può dire di aver combattuto".
Lanciò un'occhiata a Remus e Moody, che con un gesto la invitarono a
continuare. Lei deglutì "Ma non potete fare questo finchè vi fate
spaventare a questo modo da un nome. La minaccia non è il suo nome, accidenti
!!!!! E' lui la minaccia, Voldemort, e finchè avrete paura soltando di
pronunciare il suo nome non sarete mai abbastanza forti per combatterlo. E
questo" disse, voltandosi a guardare Malfoy con occhi duri "Vale per
tutti" concluse. Lui ricambiò lo sguardo per qualche secondo, spaventato,
poi distolse gli occhi. Lei lo fissò ancora, con aria indagatrice, poi scosse
il capo e lo superò, uscendo con passo deciso dalla classe, platealmente. Tutti
fissarono la porta aperta per qualche secondo, increduli e colpiti, alcuni
favorevolmente, altri meno, ma comunque scossi, poi si fissarono tra loro,
quasi a chiedersi se davvero quello che avevano visto era vero, e infine
guardarono i professori. Moody si limitò ad avviarsi verso la porta con la
gamba finta che suonava ritmicamente contro il pavimento, borbottando "Ci
devo proprio parlare....eh, già.....ragazza in gamba, quella......". Sparì
oltre la porta, senza badare agli altri, e Lupin sorrise, guardando l'orologio
"Bene, ragazzi, per oggi abbiamo finito. Potete andare". Tutti lo
fissarono per un secondo, senza capire, poi raccolsero le loro cose e si
precipitarono fuori. Harry e Ron si lanciarono un'occhiata densa di significati
e corsero alla ricerca dell'amica. Hermione raccolse velocemente la sua
cartella e quella di Alex e li seguì. La classe si svuotò. Solo Malfoy rimase
immobile, al centro dell'aula, digrignando i denti, sconfitto ancora una volta
da lei "Dannazione !!!!!!!!" urlò, sbattendo il pugno sul banco alla
sua sinistra. Lupin, che stava salendo le scale per raggiungere il suo studio,
gli lanciò un'occhiata "Così ti farai solo male. Non serve a molto"
disse, chiudendo la porta e lasciandolo solo. Il ragazzo sibilò qualcosa, poi
si voltò e uscì a grandi passi, furente.
Inutile
dire che nemmeno mezz'ora dopo la storia della prodezza di Alex aveva fatto il
giro di tutto il castello, cosicchè quando la ragazza entrò nell'aula di
Antiche Rune insieme a Hermione fu accolta da un applauso fragoroso dai
Grifondoro e dai Corvonero raccolti lì. Ma lei fece appena in tempo a sorridere
che la porta si aprì ed entrò il professore, che le lanciò una strana occhiata
e poi fece finta di nulla, richiamando
la classe all'ordine. Alex obbedì e si sedette vicino a Hermione, ascoltando
con interesse la lezione, prendendo appunti e intervenendo con domande mirate e
molto intelligenti. Non era passata nemmeno un'ora e le due avevano già
guadagnato cinque punti a testa per il Grifondoro. Questo portava a quindici il
bottino giornaliero, o meglio della sola mattinata per Alex, ed era solo il suo
primo giorno di scuola.......quando uscirono, Hermione le rivolse un gran
sorriso "Ora capisco perchè hanno voluto che fossi un prefetto della tua
casa, Alex. Appena ti sarai ambientata qui sarai veramente bravissima nel
svolgere il tuo compito. Senti, io devo andare un attimo in biblioteca, prima
di andare in mensa. Avviati pure senza di me, ti raggiungo". Alex si fermò
"No, ti aspetto, davvero....." disse in tono preoccupato, ma Hermione
scosse la testa "Va a posare i libri, intanto, e prepara quelli del
pomeriggio, così dopo puoi prendertela con calma. Ci vediamo in mensa. Mettiti
vicino a Harry e Ron, vedrai che sono già lì. Quei due hanno sempre
fame!!!!!!!!!". Alex sogghignò, e le due amiche si separarono sorridendo.
Seguendo il consignlio di Hermione, e cercando di ricordarsi la strada per la
torre del Grifondoro, Alex si avviò per il corridoio, e si trovò nel chiostro
che costeggiava il cortile interno "Ok, ora devo andare a
destra....." ricordò, e fece per avviarsi, quando un particolare visivo la
bloccò. Si immobilizzò, girandosi poi lentamente, fino a trovare ciò che
l'aveva colpita. Era un ragazzo ci capelli rosso fuoco, alto e
robusto....."William" sussurrò, incredula. Respirò decisamente un
paio di volte, poi prese la decisione e si avviò verso il ragazzo con passo
sicuro. Si arrestò a mezzo metro di distanza, guardandolo con aspettativa. Era
chinato, di schiena rispetto a lei, e non l'aveva vista. Si schiarì la voce,
poi lo chiamò "William?". Lui non si mosse, quasi non l'avesse
sentita. La ragazza aggrottò la fronte, confusa, e provò a voce più alta
"Willy? Bill? Ehi, mi senti?". Il ragazzo sollevò la testa,
rendendosi conto che qualcuno stava parlando con lui, si voltò, sorpreso, e lei
lo fissò smarrita. Certo, gli somigliava molto, ma....non era Bill. Si era
sbagliata. Arrossì lievemente, mentre il ragazzo si alzava e si voltava del
tutto "Scusa? Hai bisogno di me?" le chiese gentilmente. Lei arretrò
di un passo "Ecco....scusa, ti ho scambiato per un altro...." spiegò
con imbarazzo evidente. Lui sorrise, e Alex non potè fare a meno di pensare che
aveva un bellissimo sorriso, luminoso e spontaneo "Sì, lo vedo. Se non
sbaglio, mi hai chiamato Bill. Conosci mio fratello, non è così?". Alex
sbarrò gli occhi. Era il fratello di Bill? Ma non era Ron......riflettendo
freneticamente, ricordò che Bill le aveva raccontato di avere un sacco di
fratelli. Ma certo !!!! Oltre a Ron, c'erano anche Fred e George, che Ron le
aveva presentato il giorno prima, e anche Ginny !!!! Che stupida a non averlo
capito subito !!!! E anche quel ragazzo, a quanto pareva. In totale, erano sei.
Ne mancava uno, se non si sbagliava......sorridendo, tese la mano allo
sconosciuto "Esatto. Credevo fossi lui. Sono Alex Lance". Lui le
afferrò la mano, stringendola con vigore "E io sono Charlie Weasley" si
presentò. Lei socchiuse gli occhi. Quel nome le ricordsava qualcosa
"Dunque, tu sei quello che era cercatore del Grifondoro, vero? E che ora
lavora in Romania coi draghi?" domandò. Il ragazzo annuì "Vedo che
sei ben informata su di me" esclamò sorridendo. Lei rispose al sorriso
"Beh, conosco cinque dei tuoi fratelli, e particolarmente Ginny, Ron e
Bill". Charlie annuì, poi il sospetto gli annebbiò gli occhi, che si
spalancarono. Alex indietreggiò, spaventata, mentre lui esclamava "Aspetta
un po' !!!! Tu non sarai mica quella nuova di cui mi ha parlato George ???? La
nipote di Silente ???? Quella che ha ridicolizzato Malfoy ??????". La
stava fissando esterefatto,e lei si sentì arrossire "Ecco....puoi anche
vederla così....comunque sì, credo di essere io.....". Il ragazzo fischiò
"Wow !!! Sei una celebrità, Alex.
Sono davvero onorato di averti conosciuto......Oh, il segnale del
pranzo" osservò alzando gli occhi nel sentire il suono di un rintocco che
si diffondeva per l'edificio. La ragazza
si ricordò di colpo di ciò che stava facendo "Oddio, è vero !!!!
Devo andare in mensa !!!!!" esclamò, allargando le braccia e facendo quasi
cadere la borsa. Solo grazie ai suoi riflessi pronti la afferrò in tempo. Lui
la fissò, incerto, prima di chiedere "Posso accompagnarti? Sai, anche io
ho una certa fame....sono arrivato stamattina dopo una notte intera di
viaggio......". Lei sollevò gli occhi dalla borsa, confusa, poi capì
quello che aveva detto il ragazzo e sorrise annuendo "Volentieri !!!!!!
Ma.......prima dovrei passare per la torre del Grifondoro a mettere giù
questa...." mostrò la cartella, guardandolo con aria di scusa. Lui,
capendo cosa le stava passando per la testa, la fissò con aria divertita
"Guarda che anche io sono stato un Grifondoro. So benissimo dov'è la
torre. Anzì, visto che dovrò stare qui per un po', mi hanno dato una camera lì,
e anche a Bill". La ragazza lo fissò, leggermente stupefatta, poi sorrise,
anche se la cosa la metteva un po' nei guai. Doveva sbrigarsi a chiarire le
cose con Bill, pensò in fretta. Cercò di nascondere la preoccupazione e disse,
in tono gaio "Allora vogliamo andare? Vediamo se ti ricordi ancora la
strada" lo sfidò. Lui la fissò con aria accusatrice "Non sarà che ti
sei persa?" domandò ironico. Lei si sentì arrossire e fece finta di
offendersi "Ehi, il mio senso dell'orientamento è ottimo, per tua
informazione !!!!!" esclamò, avanzando di un passo, e lui alzò le mani in
segno di resa "Ok, ok, mi arrendo !!!!! urlò, fingendosi spaventato. La
ragazza lo fissò per un secondo, incredula, poi scoppiò a ridere,
spontaneamente, come non aveva fatto da troppo, troppo tempo. Rise fino alle
lacrime, senza riuscire a fermarsi, stupendosi ogni secondo di più della cosa e
godendone fino in fondo. Lui la imitò, e dopo circa due minuti di risate i due
si avviarono insieme su per le scale, chiaccherando, come se si conoscessero da
secoli, e non solo da una decina di minuti. Alex, mentre rideva e scherzava con
quel ragazzo così affabile, si sentì strana. Non era la prima volta, da quando
era li, che veniva travolta dagli eventi e si trovava a voler bene a una
persona o, ancora peggio, a farsi voler bene da lei. Sembrava che, da quando
era a Hogwarts, le barriere che aveva eretto intorno al suo cuore in tutti
quegli anni stessero cedendo, crollando l'una dopo l'altra sotto la spinta di
quei sentimenti nuovi e devastanti, talmente forti che non riusciva a
contrastarli. Anzì, si rese conto, non ci aveva nemmeno provato. Non aveva
fatto a tempo, o non ne aveva avuto il coraggio. "Sono loro"
riflettè stupita, guardando Charlie che parlava, raccontandole del suo lavoro
in Romania "Sono loro a farle cadere !!!!!!!!!!!!". La
consapevolezza di questo fatto la disarmò, e si fermò, guardando il ragazzo con
occhi dilatati "Voi....." pensò, mentre lui si fermava a sua
volta, chiedendole "Alex? Va tutto bene?". Lei lo guardò, cercando le
parole per rispondere "Voi siete riusciti a farmi sentire di nuovo
vulnerabile......". Non poteva dirlo. Avrebbe rivelato troppo, li
avrebbe messi nei guai. E forse li avrebbe allontanati da lei......scoprì con
terrore che era quest'ultima ipotesi a spaventarla di più. Scosse il capo,
apparentemente per rassicurare il ragazzo, ma in realtà per schiarirsi le idee,
e sorrise. "Non importa" si disse, riprendendo a camminare "Se
loro sono la mia debolezza, o lo diventeranno, non devo allontanarla. Basta che
costruisca le mie difese su di essa. Ho giurato che stavolta non li
perderò" ricordò a se stessa, e sotto il peso di quella promessa
riuscì di nuovo a sorridere con gioia.
Non voleva perdere i suoi amici. Doveva solo evitare una cosa: non
doveva assolutamente affezionarsi a nessuno al punto da non riuscire a vivere
in sua assenza. Nè doveva permettere che qualcuno arrivasse a credere che la
sua vita dipendesse da lei. Se evitava questo, poteva anche voler bene a quelle
persone che si erano fatte strada nel suo cuore; poteva provare affetto per
Harry, Ron, Ginny, Bill, Charlie e Hermione. Poteva amarli come fratelli. Ma
non avrebbe mai potuto amare qualcuno veramente. Non ci sarebbe riuscita, non
avrebbe sopportato il peso delle conseguenze di quel gesto. Non poteva
permettersi di far ancora soffrire qualcuno come in passato.
I
due ragazzi entrarono insieme in mensa, avvicinandosi all'estrimità del tavolo
dei Grifondoro dove erano seduti Hermione, Harry e Ron. La ragazza si voltò
verso Alex, dicendo "Era ora !!!! Dov'eri finita? Quando ho visto che non
eri qui, ho avuto paura che ti fossi persa.....". I suoi occhi si posarono
su Charlie, così come quelli di Harry e Ron, e quest'ultimo deglutì a fatica il
boccone che stava inghiottendo, riconoscendo il fratello "Cha....Charlie
!!!!! Che ci fai qui ?????" chiese, quando riuscì a parlare. Il fratello
gli sorrise, sedendosi davanti a Harry, di fianco a Alex "Silente mi ha
affidato un compito molto importante qui a Hogwarts. Presto arriveranno dei
draghi, per farvi fare una lezione più approfondita di Cura delle creauture
magiche e per sorvegliare la scuola. Io sono qui per occuparmene". I
quattro amici si lanciarono strano occhiate a quelle rivelazioni, ma proprio in
quel momento arrivarono George, Fred e Ginny, che sorpresa saltò al collo del
fratello, urlando "Charlie !!!!! Ma che ci fai tu qui???? Che sorpresa
!!!!!!!!". Il fratello ricambiò l'abbraccio ridendo, mentre una voce
dietro di loro diceva, divertita "E non è l'unica. A me niente abbraccio,
piccola?". Ginny si voltò e riconobbe Bill, e con un grido abbracciò anche
lui. Poi i due maggiori tra i fratelli Weasley si salutarono con una stretta di
mano "Fatto buon viaggio
Charles?" chiese Bill, e il fratello annuì "Abbastanza, ma ora sono
distrutto. Comunque ho già fatto alcune conoscenze interessanti. Ma credo che
anche tu conosca già Alex" disse, indicando la ragazza al suo fianco e
guardando il fratello, che sorrise "Certo che la conosco. Posso sedermi con
voi, ragazzi?" chiese. I cinque già seduti annuirono, e i quattro fratelli
Weasley rimasti in piedi presero posto. In breve, l'allegra tavolata stava
ridendo e chiaccherando, e a Harry e Hermione sembrò di essere tornati alla
tana. Alex invece, che non vi era mai stata, sperimentò per la prima volta cosa
volesse dire avere una famiglia.
Le
lezioni del pomeriggio si rivelarono molto interessanti. Aritmanzia, che
Hermione aveva sempre descritto come una materia affascinante e in assoluto la
sua preferita, si rivelò molto gradita anche ad Alex, che però ammise dentro di
sè che preferiva decifrare le antiche rune che starsene ore a fare calcoli
complicati, anche se non le creavano problemi.
Poi ci fu lezione di Erbologia, e la ragazza si dimostrò presto entusiasta
delle numerose varietà di piante magiche presenti nelle serre di Hogwarts,
arrivando a chiedere alla professoressa Sprite se ogni tanto avrebbe potuto
andare a dare un'occhiata anche fuori dall'orario di lezione. Molto
compiaciuta, la professoressa annuì. E in breve arrivarono le cinque, e Harry
si precipitò verso il campo da Quiddich, dicendo agli amici di raggiungerlo, se
ne avevano voglia. Mentre salivano alla torre per depositare le loro cartelle,
Alex chiese cosa era andato a fare Harry, e i due amici le ricordarono che
Harry faceva parte della squadra di quiddich e che quel giorno c'erano le
selezioni per il nuovo portiere. Alex annuì, ricordando, e non mancò di notare
l'espressione sofferente sul volto di Ron. Stavano discutendo della squadra
quando, entrando nella sala comune, incontrarono Bill, Charlie e Ginny che
stavano per scendere. I due gruppetti si guardarono sorpresi "Dove state
andando?" chiese Alex, sorpresa, mentre Charlie chiedeva, in tono
altrettanto stupefatto "Ron, che ci fai ancora qui?". Il fratello lo
guardò senza capire, e Bill spiegò "Intende dire: perchè non sei alle
selezioni?". Ron mise il broncio "E con che scopa potrei giocare,
secondo voi?". Hermione e Alex lo guardarono dispiaciute, ma Charlie e
Bill si scambiarono un'occhiata sodisfatta. A Ginny la cosa non sfuggì
"Che state architettando voi due?" chiese. Gli altri tre li
fissarono, e i due fratelli sorrisero "Oh, nulla. E' solo che,
vedete....beh, Ron, che ne dici di provare con questa?". Charlie gli tese
una scopa lucente, non nuovissima ma in ottime condizioni, e il fratello minore
la fissò, incredulo "Ma....Charlie, questa è....." disse con un filo
di voce. Charlie annuì "La mia scopa di quando ero cercatore. Ora ne ho
una che mi ha dato il ministero, quindi questa è rimasta in un baule per anni,
ed è un peccato. Così, quando George e Fred ci hanno detto che quest'anno ci
sarebbe stato bisogno di un nuovo portiere, io e Bill abbiamo deciso di darla a
te. Io l'ho ritrovata, e Bill l'ha fatta mettere a posto a Diagon Alley. Ora è
tua, Ron". Il ragazzo prese la scopa con mani tremanti, e guardò i
fratelli con aria riconoscente "Io...." "Sveltò, che ci fai
ancora qui???? Corri !!!!!" gli dissero i due, e Ron sparì giù per le
scale. Alex li guardò,soddisfatta, e Bill le lanciò un'occhiata "E tu? Non
dirmi che hai comprato la Firebolt ora
non vuoi partecipare". Lei ignorò le occhiate incredule degli altri e
rispose "Beh....io non so giocare.....e poi di posto ce n'è solo uno, e
preferisco che sia Ron ad averlo, ci tiene tanto.....". Bill scosse il
capo "E io ti dico che invece devi provare. Magari puoi fare la
riserva". Alex sgranò gli occhi "Ma non esistono le riserve nel
Quiddich !!!!" esclamò. Charlie sorrise, capendo cosa aveva inteso il fratello
"E tunon conosceresti il gioco? Avanti, vai a prendere quella benedetta
scopa e andiamo avedere le selezioni". La ragazza scosse il capo "Ho
detto di no" si impuntò, e uscì di gran carriera dalla sala. Gli altri
quattro si guardarono, poi Bill alzò le spalle "Non volevo farla arrabbiare....solo
che dalla McGranitt ho saputo qualcosa che mi fa supporre che ci sarà bisogno
di un nuovo giocatore, oltre al portiere......sentì, Ginny, vai a prenderla tu,
la sua scopa. E' in una fodera blu, sarà tra le sue cose". La ragazza annuì,
poichè aveva già visto la fodera di cui parlava il fratello, e si avviò verso
il dormitorio. Charlie e Hermione si guardarono "Ma sarà giusto? Se non
vuole......" obiettò la ragazza, ma Bill sorrise, spingendoli verso il
buco del ritratto "Quando arriveremo al campo, capirete perchè insistevo
così tanto. Su, andiamo. Avrà bisogno della sua scopa" disse, e i due si
arresero, avviandosi senza discutere.
LE
SELEZIONI DI QUIDDICH