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Autore: alewen    11/07/2003    2 recensioni
Ipotesi del tanto atteso quinto libro di Harry Potter: i nostri eroi hanno ormai quindici anni, e si preparano ad affrontare, dopo un'estate passata in mezzo a compiti e tristi ricordi, il quinto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ma la situazione non è semplice. Voldemort è risorto, Harry ha assistito alla sua rinascita e si è scontrato con lui, e sa che toccherà a lui sconfiggerlo, chiudendo così il conto aperto quattrodici anni prima. Perciò si sta silenziosamente preparando allo scontro fatale, sapendo bene che è in gioco la sua stessa vita, insieme a quella dei suoi amici pià cari. Non è il solo a prepararsi. Ben conscio della situazione, Silente sta radunando attorno a sè tutti coloro di cui sa di potersi fidare; Sirius, Lupin, Moody.....a ciascuno tocca un compito preciso, ma soprattutto bisogna preparare i ragazzi ad essere in grado di fornteggiare i cupi eventi che si stagliano all'orizzonte. Ma....qual'è il ruolo della vivace, piccola Alex, quindicenne nipote di Silente trasferitasi da Durmstrang per frequentare il quinto anno a Hogwarts? Sembrerebbe una normalissima ragazza, dolce e gentile.....ma la sua bravura nel campo della magia, la sua straordinaria agilità, il suo sangue freddo non possono che destare qualche sospetto. Chi è in realtà? Qual'è il segreto che si porta appresso, quel segreto che nemmeno lei vuole affrontare? Qual'è il suo ruolo in ciò che sta per avvenire? Harry se lo chiede, e non è l'unico. In un vortice di emozioni e strane situazioni, nel momento del bisogno si compiranno scelte inattese e disperate, e dal buio spunteranno nemici mai visti e alleati mai nemmeno immaginati.....tutto per merito di una ragazzina dai capelli rossi e gli occhi luminosi, dal passato oscuro e dal futuro incerto.....Chi è Alex? Una domanda destinata forse a rimanere per sempre senza risposta, visto che questa potrebbe essere mortale per chi la conosca, o peggio ancora per Alex stessa.....e intanto lo scontro finale si fa sempre più vicino.......
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: Primo giorno di scuola

 

Sarà stata la stanchezza del viaggio, oppure l'emozione di trovarsi in una scuola nuova, fatto sta che Alex si era addormentata proprio di gusto, e la mattina era già sorta da un pezzo prima che Hermione, dopo essersi ormai già vestita, andasse a svegliarla. La ragazzina dai capelli bruni dovette scuoterla con vigore parecchie volte, prima che gli occhi luminosi e scuri di lei si aprissero di scatto, rivelando una profonda confusione. Alex fissò Hermione, che le stava sorridendo, quasi non la riconoscesse "Buongiorno, dormigliona !!!! Volevo solo avvertirti che sono già le sette e mezza, e la colazione durerà al massimo ancora mezz'ora. Quindi, se hai fame, ti conviene sbrigarti". Alex, ancora mezza sdraiata sul letto, scosse la testa in un tentativo di ritrovare la sua lucidità, e i capelli rossi volarono ovunque, spettinati e incolti. Poi sembrò mettere bene a fuoco il mondo che le stava intorno, e annuì, spostando le coperte e sedendosi "Oh, dovevo essere veramente stanca, non mi capita mai di dormire così tanto...e bene. Ok, se tu vuoi scendere, intanto, io mi preparo. Ci metterò cinque minuti, non di più" disse in fretta, chiudendosi nel bagno con la sua divisa nuova. Hermione fece un mezzo sorrisetto, sedendosi sul letto e guardando la porta chiusa "Non ti preoccupare, ti aspetto. Dopotutto, sei nuova, no? E poi non è così tardi.....basta che arriviamo in tempo per la consegna della post...." si interruppe, osservando stupefatta la porta scura che si apriva e, dietro di essa, Alex, perfettamente vestita e in ordine, coi capelli ben pettinati, un nastro verde scuro che tratteneva le due ciocche laterali in modo da non avere i capelli sugli occhi, ora ben svegli e brillanti. Sorridendo, afferrò la borsa che aveva deposto ai piedi del letto, già piena di pergamene e penne, dicendo "Andiamo?". Hermione era rimasta a bocca aperta. Ci aveva messo meno di due minuti.....incredibile. Cercando di non avere un'aria stupita, visto che Alex sembrava considerarla una cosa normale, indicò la borsa e disse "Credo sia meglio che veniamo dopo a prenderle.....ci daranno gli orari a colazione, così non dovrai portarti dietro tutti i libri.....". La rossa fissò pensosamente la sua cartella per un secondo, poi annuì "Hai perfettamente ragione. Allora andiamo a mangiare. Ginny dov'è, a proposito?" chiese, guardandosi attorno con aria curiosa. La stanza era vuota "E' già scesa. Ha detto di scusarla, ma che doveva parlare con delle sue compagne di corso per una relazione che dovevano fare per le vacanze" spiegò Hermione, mentre si chiudevano alle spalle la porta del dormitorio e iniziavano a scendere le scale. Alex annuì, per segnalare che aveva capito, e in quel momento nel corridoio sotto di loro comparve Malfoy. Hermione emise un singulto, mentre Alex rallentava un secondo, e il ragazzo, sempre seguito dalle sue guardie del corpo, o animali di compagnia, Tiger e Goyle, si voltò verso di loro, guardando all'insù con aria di sufficienza "Guarda guarda.....Granger e la nipote di Silente !!!! E, inspiegabilmente, i vostri amichetti non sono con voi. Che c'è, si sono stufati e hanno preferito andare a caccia di nuove ragazze? Forse per Potter nemmeno la nipote del preside era abbastanza?" disse in tono provocatorio. Hermione lanciò uno sguardo incerto e spaventato ad Alex, che però aveva mantenuto la sua espressione serena e stava dicendo, in tono annoiato "Non rompere Malfoy. E' una mattina troppo bella per iniziarla litigando, e poi ho fame". Senza nemmeno farci caso, lo superò, diretta verso la sala grande, lasciandosi alle spalle quattro persone del tutto sconvolte. Hermione, dopo un secondo di assoluto stupore in cui rimase immobile a bocca aperta, si affrettò a seguirla, scendendo dalle scale di corsa "Aspettami, Alex" esclamò, mentre la rossa stava per aprire la porta della sala. L'amica si voltò ad aspettarla, tenendo aperta la porta "E sbrigati !!!" disse "Guarda che quella che ha dormito troppo sei tu !!!" replicò l'altra, superando l'entrata. Alex la seguì "Sì, ma a che serve che ora tu te ne stia li a bocca aperta ?" domandò, scomparendo oltre la soglia "Però...." replicò la vode di Hermione, prima di divenire indistinguibile. Malfoy rimase immobile, esattamente nel punto in cui lei l'aveva superato, fissando la porta che ora si era chiusa con un secco CLACK, incerto se essere arrabbiato, offeso, imbarazzato o dispiaciuto. Ma .....ma.....ma che aveva, quella ragazza, per farlo sentire così imbecille? Perchè lo faceva irritare a tal punto? Strinse i pugni, dandosi dell'idiota. Lei ancora una volta lo aveva umiliato.....e non denigrandolo........semplicemente ignorandolo, dopo averlo tacitato con parole semplici e annoiate. La odiava !!!!!! Lo faceva irritare a tal punto.........però......però.......aveva veramente un motivo per arrabbiarsi? O, per meglio dire, una scusa, un pretesto per attaccarla? Più che irritato, si era sentito confuso mentre fissava la schiena di lei che si allontanava. Al massimo un po' offeso per essere stato così volutamente e totalmente ignorato.....scosse il capo, decidendo che era meglio non pensarci, e fece un cenno a Tiger e Goyle, che erano rimasti alle sue spalle, in attesa di ordini, con due identiche espressioni ebeti disegnate sul volto. Alla vista del cenno, iniziarono a camminare come automi in direzione della sala, insieme a lui. Per un secondo, Draco si domandò chi glielo faceva fare di portarsi sempre appresso quei due scemi che non sapevano pensare di testa propria. Scosse di nuovo il capo, scacciando anche quel pensiero. Fra un po' gli sarebbe venuto mal di testa, se continuava così.

 

Hermione e Alex raggiunsero Ron e Harry all'estremità del tavolo dei Grifondoro, e si sedettero davanti ai due "Buongiorno. Dormito bene?" domandò Harry, sorridendo a Alex. Lei annuì, afferrando la marmellata di albicocche "Come un ghiro. Se Hermione non mi svegliava non mi sarei nemmeno alzata. Beh, stamattina iniziano le lezioni, no? Che c'è come prima materia?" chiese interessata. Ron le porse un foglio con l'orario del quinto anno, mentre con l'altra mano ne passava uno identico a Hermione "Iniziamo con Difesa dalle arti oscure. Poi noi abbiamo Divinazione" disse in tono lamentoso. Alex lo fissò per un secondo, curiosa, poi guardò l'orario "Noi invece abbiamo Antiche Rune, vero Hemione? Ron, che hai, non ti piace Divinazione?" chiese. Lui fece una faccia drammatica, e indicò l'amico seduto di fianco a lui "Chiedilo a Harry. La professoressa Cooman non fa altro che profetizzare la sua morte !!!!!!!!!" esclamò. Harry annuì, seccato, e Alex si concesse una breve risata "Ma è ridicolo....Harry, tu non rischi affatto di morire nel prossimo futuro, te lo assicuro io" si lasciò scappare, prima di pensarci bene. Poi si zittì, battendosi la mano sulle labbra, e lo guardò preoccupata. La stavano fissando tutti e tre, incerti "Cosa vorresti dire? Come lo sai?" chiese Harry, dubbioso. Lei arrossì, e evitò di guardarlo negli occhi "Ecco....io....non lo so. So solo che....beh, è così. Puoi chiamarlo sesto senso, se vuoi......" disse in tono sommesso. Il ragazzo le lanciò un'occhiata penetrante, poi distolse lo sguardo. Non voleva metterla in difficoltà, ma c'era qualcosa di strano in lei....qualcosa di oscuro....in quell'istante un frullio d'ali lo distrasse da tali riflessioni, e insieme agli altri tre alzò gli occhi sui gufi che stavano planando verso di loro. Vide la sua civetta bianca che spiccava netta in mezzo allo stormo di volatili, e vicino a lei il piccolo Not, che cercava di non farsi lasciare indietro e teneva d'occhio con apprensione gli altri gufi. Poi, i suoi occhietti acuti scrutarono Alex, riconoscendola e, con un verso di gioia che quasi gli fece cadere dal becco la lettera che portava, si lanciò verso di lei in una picchiata un po' troppo esagerata. Al tavolo dei Grifondoro si scatenò il panico, mentre quel piccolo missile volava verso di esso, e parecchi ragazzi si alzarono urlando. Not vide la superfice avvicinarsi rapidamente, troppo rapidamente, e cercò di frenare, ma si ribaltò per aria, precipitando ancora più velocemente. Sbalzato qui e lì, cerò di rimettersi dritto, e alla fine ci riuscì, ma ormai stava sfiorando i capelli degli sventurati che non erano riusciti a scansarsi dalla sua strada.....raggiunse e sorpassò Seamus, che si trovava pochi posti più in là di Alex, e cercò di frenare, ma la velocità era ancora talmente alta che si ribaltò di nuovo. Mentre Hermione, Harry e Ron scomparivano sotto il tavolo, cercando di salvarsi, Alex si alzò di scatto, saltando sulla panca che fungeva da sedia, e allungò decisa le braccia, afferrando con presa salda il gufetto che stava andando alla deriva contro un muro. Ci fu un attimo di silenzio stupefatto, mentre tutti fissavano confusi la scena, prima di rendersi conto che il pericolo era passato. Hermione uscì da sotto il tavolo, mentre Alex saltava giù dalla panca, sempre con il gufetto in mano, e gli urlava arrabbiata "Piccolo idiota !!!!!!!!!!!!". Lui, felice di averla trovata, tubò allegramente, lasciando cadere nel piatto di lei una busta bianca. La ragazza lasciò il gufo, dopo averlo guardato male un'altra volta, e prese la busta, mentre Harry usciva a sua volta da sotto il tavolo e diceva in tono ammirato "Però, che riflessi pronti, Alex". Lei fece un sorriso amaro, che non aveva nulla di buono "Se penso a quello che quel piccolo delinquente pennuto poteva combinare....." disse, aprendo la busta, che si rivelò essere un biglietto di suo zio che la invitava a un thè quel pomeriggio per parlare della scuola. Lei lo lesse velocemente mentre inveiva contro il suo gufo, e lo accartocciò in fretta. Harry fece per rispondere, quando una voce gentile e divertita dietro di loro disse "Che mai ti avrà fatto di male quel piccolo gufo, si può sapere?". Alex vide Harry e Ron spalancare gli occhi, increduli, mentre guardavano il proprietario della voce. Si girò velocemente, insieme a Hermione, e rimase a fissare incredula il nuovo arrivato. Si trattava nientemeno che di Bill Weasley, che le sorrideva con fare affabile passando la mano tra i corti capelli rossi. Ron spalancò la bocca per dire qualcosa al fratello, stupito di trovarselo di fronte, ma Alex lo precedette, esclamando "Willy?". A quel punto, ciò che Ron voleva dire si tramutò in un verso strozzato, che ben presto divenne una risata senza freni, cui anche Harry si unì. Bill arrossì, dicendo "Lieto di revederti, Alex". Lei scosse il capo, stupita "Ma che ci fai qui?" chiese con occhi sgranati. Il loro ultimo incontro non era stato dei migliori, e l'ultima cosa che si sarebbe aspettata era trovarselo lì a Hogwarts. In quel momento Ron riuscì a smettere di ridere e disse, in tono canzonatorio "Già, che ci fai qui.....Willy?" scoppiò di nuovo a ridere, mentre Bill rispondeva "La Gringott mi ha mandato qui per un periodo di tempo indefinito, dietro richiesta del professor Silente. E, Ron, fratellino, guai a te se mi chiami ancora così, chiaro?" minacciò, stringendo gli occhi scuri. Il fratello parve non prendere molto sul serio la minaccia, dal momento che continuò a ridere. Alex si voltò a guardarlo, notando la somiglianza tra i due, soprattutto nei capelli rosso fuoco e negli occhi scuri "Ma certo" pensò, divertita "Me l'aveva anche detto che aveva un fratello della mia età....solo che non ci ho badato ieri....il cognome è quello". Sorrise, dicendo "Ti direi di sederti, ma adesso dobbiamo andare.....tu che fai?". Bill le sorrise "Devo andare a parlare col professor Silente. Poi avrò un paio di lavoretti da fare qui a scuola....ci vediamo dopo. Harry, Alex, Hermione, piacere di avervi rivisti" disse, lanciando ad Alex una lunga occhiata penetrante, e incamminandosi poi verso il tavolo dei professori. Alex lo seguì con gli occhi finchè non vi arrivò, poi si voltò verso gli altri. Ron la guardò, malizioso "E....sentiamo.....dov'è che avresti conosciuto mio fratello, Alex?". Lei alzò gli occhi, interrompendo i suoi pensieri "Ecco....a Diagon Alley. Quando tu hai incontrato i tuoi amici, Harry, e il professor Lupin è dovuto andare via per i fatti suoi....ha chiesto a Bill di accompagnarmi a fare compere". Tacque, non accennando volutamente al giorno seguente, quando avevano litigato.....ma a Ron non erano sfuggite le due cose, e ci mise poco a fare il collegamento "E scommetto che sei tu quella con cui aveva appuntamento la mattina dopo. Per questo era così sulle spine e non vedeva l'ora di andarsene !!!!". Alex non disse nulla, limitandosi ad annuire e arrossire. Ron rise di cuore "Il mio caro Willy. Mio fratello è più sveglio di quel che pensavo" dichiarò, lanciando un'occhiata alla figura dai capelli rossi vicino a Silente. Alex sorrise, mentre Harry chiedeva "Ma perchè lo chiami Willy?". Lei lo fissò senza capire "E' il suo nome, no?" disse in tono sorpreso. Harry e Ron si scambiarono un'occhiata incerta, mentre lei spiegava "Mi ha detto di chiamarsi William......io l'ho solo abbreviato in Willy". Ron sorrise sornione "Oh. Ora ho capito....beh, in effetti, all'anagrafe dei maghi lui è 'William'....ma per tutti noi è sempre stato Bill. Per questo ci sembrava strano che tu lo chiamassi così. Non riesco nemmeno a ricordare di averlo mai chiamato col nome per esteso". Harry annuì "Io l'ho scoperto solo quando è venuto a prendermi dai miei zii....tra parentesi, Ron, perchè è venuto lui?" chiese curioso. L'amico alzò le spalle "Era a casa quando stavamo discutendo sul fatto di venirti a prendere, e si è offerto volontario, visto che papà era impegnato e mamma preferiva evitare i tuoi zii.....credo avesse pianificato di venire prima fin dall'inizio....vedi, Harry, Bill ti ammira molto. Anche se sei molto più piccolo di lui, ha sempre detto che eri un tipo in gamba". Harry arrossì per il complimento, mentre Alex cercava di guardare altrove senza far trapelare nulla dalla sua espressione "Già.....lui vuole molto bene a Harry.....lo proteggerebbe a costo della vita.....l'ha già fatto, anche se non lo sa....." pensò costernata, ricordando il tremendo litigio che avevano avuto al proposito e a come si era arrabbiata. "Forse ho anche torto....lui non ha fatto altro che cercare di tener d'occhio un amico.....poteva evitare di dire quelle cose, certo, ma....anche io dovrei controllarmi di più al riguardo......anche se solo l'idea che qualcuno possa solamente pensare che io sia....mi fa.....ARGHHHHHHH !!!!!!!!!" Scosse violentemente la testa, cercando di scacciare quei pensieri, e lanciò un'occhiata a Bill da lontano "E va bene, la prossima volta gli chiederò scusa.....anche se Dio solo sa che potrò dire per spiegargli la mia reazione" decise sospirando. In quel momento arrivò Ginny, sorridente e allegra, con la cartella sottobraccio, e disse "Alex, che hai? Devi sbrigarti oppure farai tardi. E questo vale per tutti voi !!!!!" esclamò, rivolgendo gli occhi agli altri amici. Alex annuì e fece per alzarsi, ma in quel momento i suoi sensi acutamente sviluppati da anni d'addestramento la avvertirono che un pericolo imminente era in arrivo, a velocità spaventosa, proprio dietro la schiena di Ginny, e sbarrando gli occhi sostò bruscamente l'amica, dicendo "Attenta !!!! C'è qualcosa.....". La sua mano scattò di nuovo, come poco prima, e afferrò un'altra palletta pelosa, che stava per schiantarsi contro la ragazza e il tavolo. Guardò stupita il gufetto, che come il suo tubava ora allegramente, mentre Ron si alzava e si avvicinava con aria minacciosa "Piccolo stupido idiota !!!!!!" urlò, esattamente come l'amica poco prima "Capirai una volta o l'altra a dosare la velocità quando voli !!!!!!!!". Prese l'animale dalle mani di Alex, che lo fissava confusa, e slegò con rabbia la lettera attaccata alla zampetta. Hermione sorrise "Alex, questo è Leo, il gufo di Ron. Se vuoi vivere tranquilla, meglio che gli giri alla larga". Alex fissò ancora il pennuto "Sembra peggio di Not" esclamò in tono incredulo, e Ron annuì "E di molto, anche. Il tuo gufo è piccolo e può ancora imparare, questo qui è un caso disperato, ormai. Toh" disse, lanciando la lettera ad Harry. La mossa non sfuggì ad Alex, che socchiuse gli occhi, sospettosa "Ma non era il gufo di Ron? E tu non hai la tua civetta, Harry? Allora come mai la lettera è per te?". Il ragazzo impallidì. Aveva dimenticato che la ragazza non sapeva nullla di Sirius e non avrebbe dovuto scoprire il loro segreto. E, soprattutto, aveva dimenticato quanto lavorasse veloce la mente di lei. Freneticamente, cercò una scusa plausibile "Ecco.....è che quando ho inviato questa lettera, Edvige era già fuori per una consegna, e quindi ho chiesto a Ron di prestarmi Leo" urlò, un po'troppo velocemente. L'espressione sospettosa non scomparve del tutto dagli occhi di lei, ma in quel momento Hermione, con prontezza invidiabile, disse "Ragazzi, è ora di andare, dobbiamo ancora preparare le nostre cose e le lezioni iniziano tra un quarto d'ora". Harry sospirò di sollievo nel vedere che Alex si voltava e seguiva l'amica fuori dalla sala. Ron gli lanciò un'occhiata pensierosa, e Harry scosse il capo. Dovevano stare attenti a non farsi scoprire, visto che Alex sarebbe stata spesso con loro o vicino a loro. Quindi era meglio istruire i gufi perchè consegnassero le lettere nel dormitorio dei ragazzi, dove lei di sicuro non poteva entrare......in teoria.

 

Arrivarono in perfetto orario alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Il professor Lupin non era ancora arrivato, e i quattro amici ne approfittarono per prendere posto tutti insieme nel banco davanti a sinistra. Poi la porta si aprì di nuovo, e Harry lanciò un gemito nel veder entrare Malfoy con i suoi gorilla e Pansy Parkinson "Non mi ero accorto che avremmo avuto lezione insieme a loro" si lamentò in un sussurrò. Ron alzò le spalle, mentre l'espressione sul suo volto lasciava trapelare che nemmeno lui ne era molto contento. I quattro serpeverde scrutarono il gruppetto dei Grifondoro a lungo, quasi fosse in atto una battaglia di volontà, e andarono a sedersi poco dietro di loro, sul lato di destra. Alex si voltò, evitando ostentatamente di guardarli, nonostante sentisse che lo sguardo di Malfoy, beffardo e irritante, era rivolto soprattutto a lei. Povero stupido, non sapeva che lei era abituata bena peggio, e che il suo sguardo non la turbava minimamente.....in quell'istante, il professor Lupin e il professor Moody entrarono, uscendo dallo studio di Lupin, dove evidentemente si erano incontrati per preparare la lezione. Lupin rivolse un sorriso a tutti gli studenti "Felice di vedervi di nuovo, ragazzi. Sono contento di avere ancora l'opportunità di insegnarvi la difesa contro la magia oscura.....". Il suo discorso fu interrotto da Malfoy che, in tono sprezzante, disse a voce alta "Magari invece noi non siamo così contenti di avere come insegnante un lupo mannaro".

La classe iniziò a rumoreggiare, mentre i Grifondoro si voltavano irati verso Malfoy e i Serpeverde per la maggior parte sogghignavano. Harry si alzò in piedi, fissando il nemico di sempre con occhi di fuoco "Taci Malfoy" intimò, arrabbiato, mentre Hermione gli afferrava il braccio per trattenerlo. Anche Alex si alzò in piedi, guardando con rabbia il ragazzo. Dunque, il fatto che Remus era stato un lupo mannaro era noto......ma ora non era più così.....e poi, come si permetteva quello di usare quel tono sprezzante come se fosse stato un crimine, come se Remus ne avesse avuto la colpa? Fece per aprire bocca e esclamare che non era più così, che lei aveva fatto in modo di.....poi si fermò. Non poteva dirlo. Avrebbe rivelato troppo del suo addestramento......strinse i pugni. Aloora doveva starsene zitta e guardare? Non ce l'avrebbe mai fatta a sopportare......ma dopotutto, le pozioni le aveva studiate a Beauxbatons, ed era cosa di dominio pubblico che li insegnassero pozioni molto difficili....poteva anche parlare....sì, ma loro sapevano che a Beauxbatons aveva passato solo i primi due anni, troppo poco tempo per imparare qualcosa del genere.....magari sul momento Malfoy non ci sarebbe arrivato, ma di certo tra i Serpeverde c'era almeno qualcuno che prima o poi se ne sarebbe reso conto....allora che doveva fare? Strinse i denti. "Di certo non lascerò che prendano in giro un mio amico in questo modo, non importa cosa succede dopo" urlò nella sua testa la Alex testarda, e in quel momento il suo istinto prese il sopravvento. Aprì la bocca per parlare, o meglio per urlare, ma una mano che le si posò sulla spalla la interruppe. Voltatasi, vide Moody, che la tratteneva e guardava corrucciato Malfoy, sussurrando "Lascia stare ragazza. Sarebbe uno spreco rivelare le tue capacità per uno scemo del genere. Ci penso io, stavolta. Poi, io e te faremo meglio a farci una bella chiaccherata, una volta o l'altra". La superò, senza lanciarle nemmeno un'occhiata, e lei rimase a guardarlo con aria strana. Quindi quell'uomo....sapeva? Di lei? O aveva intuito qualcosa? Entrambe le cose, disse una voce nella sua testa. Avrebbero dovuto parlare.....di cosa? Dentro di sè sapeva la risposta, eppure non era spaventata. Sapeva che quella era una delle persone cui poteva affidare il suo segreto......almeno parte di esso. Perchè altrimenti l'avrebbe scoperto comunque, e allora preferiva essere lei a dirlo. Notò che l'occhio magico di lui stava ruotando verso di loro, e si era fermato per un momento su di lei. Sorrise con fare complice, e l'occhio tornò a ruotare, spostandosi su Malfoy. Il ragazzo prese a tremare, ricordandosi cosa gli era successo l'anno prima. Inutilmente si disse che era stato l'altro Moody, quello falso, a trasformarlo in furetto; la cosa non lo tranquillizzò affatto, poichè sentiva che questo Moody era in grado di fare anche di peggio. L'uomo si chinò su di lui, squadrandolo con fare serio, e disse "Hai detto qualcosa, signor Malfoy?". Il ragazzo, tremando, scosse il capo "No, signore" balbettò. Moody si chinò ancora di più "Sicuro? Perchè a me sembrava che lei avessi espresso delle rimostranze sul fatto che il mio amico Lupin fosse tornato a insegnare qui da voi. O forse ho sentito male io, Malfoy?". Il ragazzo divenne ancora più pallido, cosa difficile vista la sua carnagione bianca "Credo....che lei abbia frainteso, signore" tentò di dire. Moody si raddrizzò "Davvero? Quindi l'errore era mio? E' questo che sta dicendo, signor Malfoy?". Il ragazzo, sudando ormai visibilmente, scosse il capo vigorosamente, disperato "No? Allora come stanno le cose, signor Malfoy? Perchè credo di non aver capito bene, a questo punto. Mi dica, cosa ha detto veramente?". Il ragazzo tremava tutto, sudando e cercando con gli occhi una via di fuga, e Alex si accorse con stupore di provare pietà per lui. Lo sguardo di Moody avrebbe messo in crisi la più innocente delle persone. Perciò fece un passo avanti e disse in tono tranquillo "Forse il signor Malfoy voleva semplicemente esrpimere la sua preoccupazione per l'incolumità dei suoi compagni. E' una cosa saggia, dopotutto, soprattutto in questo periodo. Sarebbe giusto, allora, che sapesse che il professor Lupin ha utilizzato uno degli ultimi ritrovati del laboratorio di ricerca di Beauxbatons, che come lei saprà è molto all'avanguardia nel campo delle pozioni; in questo modo il suo problema è stato completamente risolto. Non trova che sia fantastico, signor Malfoy?". Nonostante il suo tono gentile, c'era un'aria dura negli occhi di lei, quando li incrociò a quelli color ghiaccio del ragazzo. Poteva anche capire che fosse in difficoltà con Moody, ma non poteva perdonargli la sua cattiveria gratuita. Lui invece la fissò con odio per la figura che gli aveva fatto fare, denigrandolo e salvandolo platealmente da Moody. I due si fronteggiarono silenziosamente con lo sguardo. Lupin sorrise dell'abilità diplomatica della ragazzina, e della sua forza di carattere, e decise di mettere fine alla disputa. "Bene, credo che ora sia stato tutto chiarito. Sono certo che il signor Malfoy non ripeterà ancora lo stesso errore; per dimostrarcelo, signor Mafloy, vuole venire qui ad aiutare me e il professor Moody nella dimostrazione?". Malfoy non poteva certo rifiutarsi a quel punto, pensò Alex sedendosi, e infatti lui si alzò, uscendo dal suo banco e avvicinandosi alla cattedra. Nel farlo, le passò di fianco, riservandole un'occhiata di puro fuoco, che lei accettò tranquillamente. Harry si chinò verso di lei "Perchè l'hai aiutato?" chiese, irritato. Alex lo guardò, tranquillissima, mentre Malfoy raggiungeva la cattedra "Harry, io non l'ho aiutato. L'ho umiliato. E' diverso, completamente diverso. Ho dimostrato che non aveva il coraggio di rispondere delle sue azioni davanti a Moody, e l'ho preso in giro costringendolo a dire che era un bene che Remus fosse guarito. Lui odia questo fatto, perchè non può più attaccarlo, non ne ha più motivo. E, se pensi che siamo stati clementi, aspetta di vedere che farà ora Moody. Hai visto il suo sguardo? Non vorrei essere al posto di Malfoy per tutto l'oro di questo mondo......"

 

Due ore dopo, mentre uscivano, Harry sorrideva ampiamente. Le previsioni dell'amica si erano rivelate esatte: Moody aveva insistito per ripassare tutto ciò che avevano imparato sulle maledizioni senza perdono, e aveva costretto Malfoy a sattoporsi più volte alla maledizione Imperius. Il ragazzo non solo non era riuscito a contrastarla, ma aveva anche dovuto fare cose di cui si sarebbe vergognato a vita, come la dichiarazione d'amore a Goyle, e nel tentare di resistere si era fatto anche piuttosto male. E, come ciliegina sulla torta, Moody aveva chiamato Harry e Alex per un'ulteriore dimostrazione: Harry aveva vinto al secondo tentativo la maledizione, forte degli allenamenti dell'anno prima. Alex invece l'aveva parata senza nemmeno fare una faccia preoccupata; la maledizione si era spenta sibilando sul muro. Poi, al secondo tentativo di Moody, aveva abbassato volutamente la bacchetta e si era fatta colpire in pieno, senza arretrare nemmeno di un passo e, quando lui le aveva detto di saltare sul banco, lei lo aveva tranquillamente fissato negli occhi, che dimostravano quanto forte fosse la sua volontà, e aveva risposto, in tono volutamente tranuillo e piatto "Nemmeno se me lo chiede in ginocchio". La classe era rimasta inorridita, ma Lupin aveva sorriso apertamente e Moody aveva annuito con vigore "Bene, davvero bene. Me l'avevano detto, ma ora lo vedo coi miei occhi. Complimenti, Lance. La tua resistenza è inattaccabile, e ci sarà molto utile". Come al solito da come parlava sembrava che stessero per attaccarli, pensò Harry sorridendo. Beh....non poteva dargli torto, dopotutto. La ragazza invece aveva sorriso, mentre Lupin diceva "Direi....dieci punti a Harry e dieci a Alex, che ne dici Alastor?". L'uomo aveva annuito, e Alex si era girata per tornare al suo posto. In quell'istante Malfoy si era alzato, rosso dall'ira, e aveva detto "Vedremo se la tua resistenza sarà così inattaccabile anche di fronte al Signore Oscuro !!!!!!!!!!!!". Lei si era fermata bruscamente, tanto che Harry era andato a sbatterle contro, e lo aveva fissato negli occhi, glaciale. Tutti avevano trattenuto il fiato, mentre Lupin e Moody cercavano di raggiungere velocemente i due, ma Alex li aveva totalmente spiazzati: dopo qualche istante di guerra di sguardi, aveva sorriso, e quel semplice gesto era sembrato ancora più inquietante della furia dei suoi occhi, mentre diceva in tono tranquillo "Oh, sei gentile a darti pensiero per me, ma non ti devi preoccupare. Sono certa che, anche se Voldemort in persona mi attaccherà, resisterò". Per un attimo fu come se le sue parole avessero annullato l'aria presente nella stanza, poichè tutti respirarono bruscamente, in simultanea, e poi urlarono, terrorizzati, alzandosi e iniziando a orrere qui e lì in preda al panico. Malfoy indietreggiò, e tornò ad essere pallido come un cadavere, boccheggiando, ma lei non gli badò si voltò verso la classe "SILENZIO !!!!!" urlò, guardandoli con aria severa. Tutti si immobilizzarono e la fissarono dai punti più disparati della classe, spaventati a morte, quasi stessero fissando Voldemort in persona. Solo sei persone erano rimaste al loro posto. Harry, Ron e Hermione, che avevano gli occhi spalancati ma sembravano più stupiti che altro (A parte Ron, vabbè. NdA); poi Lupin e Moody, che si erano fermati a pochi metri da lei e apparivano preoccupati. E ovviamente Malfoy, che le stava davanti e sembrava troppo terrorizzato da una ragazza che osava pronunciare quel nome per fare una sola mossa. Ignorando queste sei persone, lei fissò con rabbia fredda gli altri e continuò in tono duro "Smettetela di scappare non appena sentite il suo nome, quasi fosse una minaccia !!!!!!". Tutti si guardarono "Ma...ma....." provò a protestare Seamus Finnigan, ma lei lo zittì con lo sguardo "Che c'è?" chiese, calma ma con aria pericolosa. Lui deglutì più volte, prima di riuscire a dire "Ecco.....noi abbiamo sempre visto qualsiasi mago adulto, qualsiasi persona che sapesse chi era il Signore Oscuro reagire così, e a ragione, se ciò che si racconta è vero.....ecco perchè.....cosa vorresti dire, che abbiamo sbagliato tutti e non è una minaccia? E' questo che intendi?" disse in tono tremante. Lei scosse il capo con decisione"No. La minaccia c'è, è reale, e qui c'è qualcuno che può dirvelo meglio di me" i suoi occhi saettarono verso Harry, che rabbrividì, per poi tornare sui suoi compagni, e in particolare Seamus "Sarebbe da stupidi non temere qualcuno che è capace di ciò che ha fatto Voldemort. Non dico che non dobbiamo avere paura. Fingere di non averne sarebbe da stupidi. Il coraggio sta nel affrontare questa paura e vincerla, o almeno provarci. Solo allora si può dire di aver combattuto". Lanciò un'occhiata a Remus e Moody, che con un gesto la invitarono a continuare. Lei deglutì "Ma non potete fare questo finchè vi fate spaventare a questo modo da un nome. La minaccia non è il suo nome, accidenti !!!!! E' lui la minaccia, Voldemort, e finchè avrete paura soltando di pronunciare il suo nome non sarete mai abbastanza forti per combatterlo. E questo" disse, voltandosi a guardare Malfoy con occhi duri "Vale per tutti" concluse. Lui ricambiò lo sguardo per qualche secondo, spaventato, poi distolse gli occhi. Lei lo fissò ancora, con aria indagatrice, poi scosse il capo e lo superò, uscendo con passo deciso dalla classe, platealmente. Tutti fissarono la porta aperta per qualche secondo, increduli e colpiti, alcuni favorevolmente, altri meno, ma comunque scossi, poi si fissarono tra loro, quasi a chiedersi se davvero quello che avevano visto era vero, e infine guardarono i professori. Moody si limitò ad avviarsi verso la porta con la gamba finta che suonava ritmicamente contro il pavimento, borbottando "Ci devo proprio parlare....eh, già.....ragazza in gamba, quella......". Sparì oltre la porta, senza badare agli altri, e Lupin sorrise, guardando l'orologio "Bene, ragazzi, per oggi abbiamo finito. Potete andare". Tutti lo fissarono per un secondo, senza capire, poi raccolsero le loro cose e si precipitarono fuori. Harry e Ron si lanciarono un'occhiata densa di significati e corsero alla ricerca dell'amica. Hermione raccolse velocemente la sua cartella e quella di Alex e li seguì. La classe si svuotò. Solo Malfoy rimase immobile, al centro dell'aula, digrignando i denti, sconfitto ancora una volta da lei "Dannazione !!!!!!!!" urlò, sbattendo il pugno sul banco alla sua sinistra. Lupin, che stava salendo le scale per raggiungere il suo studio, gli lanciò un'occhiata "Così ti farai solo male. Non serve a molto" disse, chiudendo la porta e lasciandolo solo. Il ragazzo sibilò qualcosa, poi si voltò e uscì a grandi passi, furente.

 

Inutile dire che nemmeno mezz'ora dopo la storia della prodezza di Alex aveva fatto il giro di tutto il castello, cosicchè quando la ragazza entrò nell'aula di Antiche Rune insieme a Hermione fu accolta da un applauso fragoroso dai Grifondoro e dai Corvonero raccolti lì. Ma lei fece appena in tempo a sorridere che la porta si aprì ed entrò il professore, che le lanciò una strana occhiata e poi fece finta di nulla, richiamando la classe all'ordine. Alex obbedì e si sedette vicino a Hermione, ascoltando con interesse la lezione, prendendo appunti e intervenendo con domande mirate e molto intelligenti. Non era passata nemmeno un'ora e le due avevano già guadagnato cinque punti a testa per il Grifondoro. Questo portava a quindici il bottino giornaliero, o meglio della sola mattinata per Alex, ed era solo il suo primo giorno di scuola.......quando uscirono, Hermione le rivolse un gran sorriso "Ora capisco perchè hanno voluto che fossi un prefetto della tua casa, Alex. Appena ti sarai ambientata qui sarai veramente bravissima nel svolgere il tuo compito. Senti, io devo andare un attimo in biblioteca, prima di andare in mensa. Avviati pure senza di me, ti raggiungo". Alex si fermò "No, ti aspetto, davvero....." disse in tono preoccupato, ma Hermione scosse la testa "Va a posare i libri, intanto, e prepara quelli del pomeriggio, così dopo puoi prendertela con calma. Ci vediamo in mensa. Mettiti vicino a Harry e Ron, vedrai che sono già lì. Quei due hanno sempre fame!!!!!!!!!". Alex sogghignò, e le due amiche si separarono sorridendo. Seguendo il consignlio di Hermione, e cercando di ricordarsi la strada per la torre del Grifondoro, Alex si avviò per il corridoio, e si trovò nel chiostro che costeggiava il cortile interno "Ok, ora devo andare a destra....." ricordò, e fece per avviarsi, quando un particolare visivo la bloccò. Si immobilizzò, girandosi poi lentamente, fino a trovare ciò che l'aveva colpita. Era un ragazzo ci capelli rosso fuoco, alto e robusto....."William" sussurrò, incredula. Respirò decisamente un paio di volte, poi prese la decisione e si avviò verso il ragazzo con passo sicuro. Si arrestò a mezzo metro di distanza, guardandolo con aspettativa. Era chinato, di schiena rispetto a lei, e non l'aveva vista. Si schiarì la voce, poi lo chiamò "William?". Lui non si mosse, quasi non l'avesse sentita. La ragazza aggrottò la fronte, confusa, e provò a voce più alta "Willy? Bill? Ehi, mi senti?". Il ragazzo sollevò la testa, rendendosi conto che qualcuno stava parlando con lui, si voltò, sorpreso, e lei lo fissò smarrita. Certo, gli somigliava molto, ma....non era Bill. Si era sbagliata. Arrossì lievemente, mentre il ragazzo si alzava e si voltava del tutto "Scusa? Hai bisogno di me?" le chiese gentilmente. Lei arretrò di un passo "Ecco....scusa, ti ho scambiato per un altro...." spiegò con imbarazzo evidente. Lui sorrise, e Alex non potè fare a meno di pensare che aveva un bellissimo sorriso, luminoso e spontaneo "Sì, lo vedo. Se non sbaglio, mi hai chiamato Bill. Conosci mio fratello, non è così?". Alex sbarrò gli occhi. Era il fratello di Bill? Ma non era Ron......riflettendo freneticamente, ricordò che Bill le aveva raccontato di avere un sacco di fratelli. Ma certo !!!! Oltre a Ron, c'erano anche Fred e George, che Ron le aveva presentato il giorno prima, e anche Ginny !!!! Che stupida a non averlo capito subito !!!! E anche quel ragazzo, a quanto pareva. In totale, erano sei. Ne mancava uno, se non si sbagliava......sorridendo, tese la mano allo sconosciuto "Esatto. Credevo fossi lui. Sono Alex Lance". Lui le afferrò la mano, stringendola con vigore "E io sono Charlie Weasley" si presentò. Lei socchiuse gli occhi. Quel nome le ricordsava qualcosa "Dunque, tu sei quello che era cercatore del Grifondoro, vero? E che ora lavora in Romania coi draghi?" domandò. Il ragazzo annuì "Vedo che sei ben informata su di me" esclamò sorridendo. Lei rispose al sorriso "Beh, conosco cinque dei tuoi fratelli, e particolarmente Ginny, Ron e Bill". Charlie annuì, poi il sospetto gli annebbiò gli occhi, che si spalancarono. Alex indietreggiò, spaventata, mentre lui esclamava "Aspetta un po' !!!! Tu non sarai mica quella nuova di cui mi ha parlato George ???? La nipote di Silente ???? Quella che ha ridicolizzato Malfoy ??????". La stava fissando esterefatto,e lei si sentì arrossire "Ecco....puoi anche vederla così....comunque sì, credo di essere io.....". Il ragazzo fischiò "Wow !!! Sei una celebrità, Alex. Sono davvero onorato di averti conosciuto......Oh, il segnale del pranzo" osservò alzando gli occhi nel sentire il suono di un rintocco che si diffondeva per l'edificio. La ragazza si ricordò di colpo di ciò che stava facendo "Oddio, è vero !!!! Devo andare in mensa !!!!!" esclamò, allargando le braccia e facendo quasi cadere la borsa. Solo grazie ai suoi riflessi pronti la afferrò in tempo. Lui la fissò, incerto, prima di chiedere "Posso accompagnarti? Sai, anche io ho una certa fame....sono arrivato stamattina dopo una notte intera di viaggio......". Lei sollevò gli occhi dalla borsa, confusa, poi capì quello che aveva detto il ragazzo e sorrise annuendo "Volentieri !!!!!! Ma.......prima dovrei passare per la torre del Grifondoro a mettere giù questa...." mostrò la cartella, guardandolo con aria di scusa. Lui, capendo cosa le stava passando per la testa, la fissò con aria divertita "Guarda che anche io sono stato un Grifondoro. So benissimo dov'è la torre. Anzì, visto che dovrò stare qui per un po', mi hanno dato una camera lì, e anche a Bill". La ragazza lo fissò, leggermente stupefatta, poi sorrise, anche se la cosa la metteva un po' nei guai. Doveva sbrigarsi a chiarire le cose con Bill, pensò in fretta. Cercò di nascondere la preoccupazione e disse, in tono gaio "Allora vogliamo andare? Vediamo se ti ricordi ancora la strada" lo sfidò. Lui la fissò con aria accusatrice "Non sarà che ti sei persa?" domandò ironico. Lei si sentì arrossire e fece finta di offendersi "Ehi, il mio senso dell'orientamento è ottimo, per tua informazione !!!!!" esclamò, avanzando di un passo, e lui alzò le mani in segno di resa "Ok, ok, mi arrendo !!!!! urlò, fingendosi spaventato. La ragazza lo fissò per un secondo, incredula, poi scoppiò a ridere, spontaneamente, come non aveva fatto da troppo, troppo tempo. Rise fino alle lacrime, senza riuscire a fermarsi, stupendosi ogni secondo di più della cosa e godendone fino in fondo. Lui la imitò, e dopo circa due minuti di risate i due si avviarono insieme su per le scale, chiaccherando, come se si conoscessero da secoli, e non solo da una decina di minuti. Alex, mentre rideva e scherzava con quel ragazzo così affabile, si sentì strana. Non era la prima volta, da quando era li, che veniva travolta dagli eventi e si trovava a voler bene a una persona o, ancora peggio, a farsi voler bene da lei. Sembrava che, da quando era a Hogwarts, le barriere che aveva eretto intorno al suo cuore in tutti quegli anni stessero cedendo, crollando l'una dopo l'altra sotto la spinta di quei sentimenti nuovi e devastanti, talmente forti che non riusciva a contrastarli. Anzì, si rese conto, non ci aveva nemmeno provato. Non aveva fatto a tempo, o non ne aveva avuto il coraggio. "Sono loro" riflettè stupita, guardando Charlie che parlava, raccontandole del suo lavoro in Romania "Sono loro a farle cadere !!!!!!!!!!!!". La consapevolezza di questo fatto la disarmò, e si fermò, guardando il ragazzo con occhi dilatati "Voi....." pensò, mentre lui si fermava a sua volta, chiedendole "Alex? Va tutto bene?". Lei lo guardò, cercando le parole per rispondere "Voi siete riusciti a farmi sentire di nuovo vulnerabile......". Non poteva dirlo. Avrebbe rivelato troppo, li avrebbe messi nei guai. E forse li avrebbe allontanati da lei......scoprì con terrore che era quest'ultima ipotesi a spaventarla di più. Scosse il capo, apparentemente per rassicurare il ragazzo, ma in realtà per schiarirsi le idee, e sorrise. "Non importa" si disse, riprendendo a camminare "Se loro sono la mia debolezza, o lo diventeranno, non devo allontanarla. Basta che costruisca le mie difese su di essa. Ho giurato che stavolta non li perderò" ricordò a se stessa, e sotto il peso di quella promessa riuscì di nuovo a sorridere con gioia. Non voleva perdere i suoi amici. Doveva solo evitare una cosa: non doveva assolutamente affezionarsi a nessuno al punto da non riuscire a vivere in sua assenza. Nè doveva permettere che qualcuno arrivasse a credere che la sua vita dipendesse da lei. Se evitava questo, poteva anche voler bene a quelle persone che si erano fatte strada nel suo cuore; poteva provare affetto per Harry, Ron, Ginny, Bill, Charlie e Hermione. Poteva amarli come fratelli. Ma non avrebbe mai potuto amare qualcuno veramente. Non ci sarebbe riuscita, non avrebbe sopportato il peso delle conseguenze di quel gesto. Non poteva permettersi di far ancora soffrire qualcuno come in passato.

 

I due ragazzi entrarono insieme in mensa, avvicinandosi all'estrimità del tavolo dei Grifondoro dove erano seduti Hermione, Harry e Ron. La ragazza si voltò verso Alex, dicendo "Era ora !!!! Dov'eri finita? Quando ho visto che non eri qui, ho avuto paura che ti fossi persa.....". I suoi occhi si posarono su Charlie, così come quelli di Harry e Ron, e quest'ultimo deglutì a fatica il boccone che stava inghiottendo, riconoscendo il fratello "Cha....Charlie !!!!! Che ci fai qui ?????" chiese, quando riuscì a parlare. Il fratello gli sorrise, sedendosi davanti a Harry, di fianco a Alex "Silente mi ha affidato un compito molto importante qui a Hogwarts. Presto arriveranno dei draghi, per farvi fare una lezione più approfondita di Cura delle creauture magiche e per sorvegliare la scuola. Io sono qui per occuparmene". I quattro amici si lanciarono strano occhiate a quelle rivelazioni, ma proprio in quel momento arrivarono George, Fred e Ginny, che sorpresa saltò al collo del fratello, urlando "Charlie !!!!! Ma che ci fai tu qui???? Che sorpresa !!!!!!!!". Il fratello ricambiò l'abbraccio ridendo, mentre una voce dietro di loro diceva, divertita "E non è l'unica. A me niente abbraccio, piccola?". Ginny si voltò e riconobbe Bill, e con un grido abbracciò anche lui. Poi i due maggiori tra i fratelli Weasley si salutarono con una stretta di mano "Fatto buon viaggio Charles?" chiese Bill, e il fratello annuì "Abbastanza, ma ora sono distrutto. Comunque ho già fatto alcune conoscenze interessanti. Ma credo che anche tu conosca già Alex" disse, indicando la ragazza al suo fianco e guardando il fratello, che sorrise "Certo che la conosco. Posso sedermi con voi, ragazzi?" chiese. I cinque già seduti annuirono, e i quattro fratelli Weasley rimasti in piedi presero posto. In breve, l'allegra tavolata stava ridendo e chiaccherando, e a Harry e Hermione sembrò di essere tornati alla tana. Alex invece, che non vi era mai stata, sperimentò per la prima volta cosa volesse dire avere una famiglia.

 

Le lezioni del pomeriggio si rivelarono molto interessanti. Aritmanzia, che Hermione aveva sempre descritto come una materia affascinante e in assoluto la sua preferita, si rivelò molto gradita anche ad Alex, che però ammise dentro di sè che preferiva decifrare le antiche rune che starsene ore a fare calcoli complicati, anche se non le creavano problemi. Poi ci fu lezione di Erbologia, e la ragazza si dimostrò presto entusiasta delle numerose varietà di piante magiche presenti nelle serre di Hogwarts, arrivando a chiedere alla professoressa Sprite se ogni tanto avrebbe potuto andare a dare un'occhiata anche fuori dall'orario di lezione. Molto compiaciuta, la professoressa annuì. E in breve arrivarono le cinque, e Harry si precipitò verso il campo da Quiddich, dicendo agli amici di raggiungerlo, se ne avevano voglia. Mentre salivano alla torre per depositare le loro cartelle, Alex chiese cosa era andato a fare Harry, e i due amici le ricordarono che Harry faceva parte della squadra di quiddich e che quel giorno c'erano le selezioni per il nuovo portiere. Alex annuì, ricordando, e non mancò di notare l'espressione sofferente sul volto di Ron. Stavano discutendo della squadra quando, entrando nella sala comune, incontrarono Bill, Charlie e Ginny che stavano per scendere. I due gruppetti si guardarono sorpresi "Dove state andando?" chiese Alex, sorpresa, mentre Charlie chiedeva, in tono altrettanto stupefatto "Ron, che ci fai ancora qui?". Il fratello lo guardò senza capire, e Bill spiegò "Intende dire: perchè non sei alle selezioni?". Ron mise il broncio "E con che scopa potrei giocare, secondo voi?". Hermione e Alex lo guardarono dispiaciute, ma Charlie e Bill si scambiarono un'occhiata sodisfatta. A Ginny la cosa non sfuggì "Che state architettando voi due?" chiese. Gli altri tre li fissarono, e i due fratelli sorrisero "Oh, nulla. E' solo che, vedete....beh, Ron, che ne dici di provare con questa?". Charlie gli tese una scopa lucente, non nuovissima ma in ottime condizioni, e il fratello minore la fissò, incredulo "Ma....Charlie, questa è....." disse con un filo di voce. Charlie annuì "La mia scopa di quando ero cercatore. Ora ne ho una che mi ha dato il ministero, quindi questa è rimasta in un baule per anni, ed è un peccato. Così, quando George e Fred ci hanno detto che quest'anno ci sarebbe stato bisogno di un nuovo portiere, io e Bill abbiamo deciso di darla a te. Io l'ho ritrovata, e Bill l'ha fatta mettere a posto a Diagon Alley. Ora è tua, Ron". Il ragazzo prese la scopa con mani tremanti, e guardò i fratelli con aria riconoscente "Io...." "Sveltò, che ci fai ancora qui???? Corri !!!!!" gli dissero i due, e Ron sparì giù per le scale. Alex li guardò,soddisfatta, e Bill le lanciò un'occhiata "E tu? Non dirmi che hai comprato la Firebolt ora non vuoi partecipare". Lei ignorò le occhiate incredule degli altri e rispose "Beh....io non so giocare.....e poi di posto ce n'è solo uno, e preferisco che sia Ron ad averlo, ci tiene tanto.....". Bill scosse il capo "E io ti dico che invece devi provare. Magari puoi fare la riserva". Alex sgranò gli occhi "Ma non esistono le riserve nel Quiddich !!!!" esclamò. Charlie sorrise, capendo cosa aveva inteso il fratello "E tunon conosceresti il gioco? Avanti, vai a prendere quella benedetta scopa e andiamo avedere le selezioni". La ragazza scosse il capo "Ho detto di no" si impuntò, e uscì di gran carriera dalla sala. Gli altri quattro si guardarono, poi Bill alzò le spalle "Non volevo farla arrabbiare....solo che dalla McGranitt ho saputo qualcosa che mi fa supporre che ci sarà bisogno di un nuovo giocatore, oltre al portiere......sentì, Ginny, vai a prenderla tu, la sua scopa. E' in una fodera blu, sarà tra le sue cose". La ragazza annuì, poichè aveva già visto la fodera di cui parlava il fratello, e si avviò verso il dormitorio. Charlie e Hermione si guardarono "Ma sarà giusto? Se non vuole......" obiettò la ragazza, ma Bill sorrise, spingendoli verso il buco del ritratto "Quando arriveremo al campo, capirete perchè insistevo così tanto. Su, andiamo. Avrà bisogno della sua scopa" disse, e i due si arresero, avviandosi senza discutere.

 

LE SELEZIONI DI QUIDDICH

  
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