Capitolo 32
P.V.S.
Dovevo cercare, in qualche modo, di fermare Amy… e se decide di abortire? Sarà ancora più infelice di adesso…
La chiamai, era in giro per fare shopping, cercai di convincerla…
A: mi mancava fare shopping nei miei negozi preferiti!
Io: posso immaginare… hai visto qualcuno che conosciamo?
A: no! Neanche Louis.
Io: in che senso?
A: niente, lascia stare…
Io: Amy… non lo hai fatto vero?
A: no, ho bisogno di un altro po’ di tempo.
Io: non permettere a nessuno di metterti fretta!
A: o-ok! Senti e… voi come state?
Io: io e Zayn? Una merda! Grazie lo stesso per averlo chiesto. Harry ha detto che non aveva mai visto Zayn cosi, è distrutto! Comunque, è arrivata una cliente. Miraccomando… ciao.
A: si ok, ciao!
In questi due giorni lavorano dalla mattina alla sera, almeno mi distraevo un po’ ed Harry con me…
H: amore… non ti scordare che ci dobbiamo sposare!
Io: ma ti pare? Appena si aggiusta un po’ la situazione cominciamo i preparativi!
Mi fece uno di quei sorrisi che mi facevano impazzire, lo baciai e andammo a casa.
Erano le 7: 30, eravamo appena arrivati in aeroporto, dove c’era già Zayn da un bel po’, ieri sera non ho chiuso occhio, troppi pensieri per la mente…
Z: salve, vorrei…
X: si, mi ricordo! Il tempo è migliorato, tra 15 minuti si decolla.
Alzò gli occhi al cielo e gridò: grazie! Grazie!
Sorrisi ad Harry e ci avviammo tutti e tre insieme verso check in.
Eravamo appena scesi dall'aereo, avevo lo stomaco sottosopra, e non per il lungo viaggio… c'era una parte di me contenta di essere tornata a New York, però allo stesso tempo era triste.  
Avevo pensato di ritornare dopo la laurea, solo per andare alla tomba di papà per fargli "vedere" l’attestato, un sogno che avevamo coltivato insieme, però poi ho sempre avuto paura.
Chiamai Amy…
A: ehi!
Io: dove sei?
A: a casa, perché?
Io: quale casa? Quella dove abitavi?
A: certo, ma tu dove sei? 
Io: non uscire, a dopo.
Chiusi il telefono, e mi avviai verso la via che tante volte avevo percorso, con Harry che mi teneva stretta e Zayn che stava dietro.
Mi tremavano le mani, stavo per passare davanti a casa mia. No, non era casa mia da tanto tempo ormai…
Appena imboccammo quella strada così famigliare, pregai perché non la incontrassi... Proprio mentre passai, si aprì il portone, tremavo ancora di più... Continuai a camminare come se niente fosse ma poi mi chiamò, sapevo benissimo chi fosse ma non mi girai.