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Autore: GJB_R1D    25/02/2013    1 recensioni
"Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi, occhi che avevo visto solo su poster, foto o in televisione, ma mai dal vivo, mai da così vicino. Ero senza parole...quasi non respiravo...le nostre labbra erano così vicine...ci separavano pochi centimetri..."
Questa storia parla di Roby (una directioner) e di Julie (una belieber), che, grazie alla loro band e alla loro grande passione per la musica, avranno la possibilità di passare dalla loro vita normale di due diciassetteni in uno sperduto paesino di montagna a quella super emozionante di due pop-stars, così da poter realizzare il loro sogno...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivate a casa andai dritta dritta a letto. Avrei dovuto mandare un messaggio a Tom, ma era un po’ troppo tardi.
I: Buonanotte mamma!
M: Buonanotte tesoro.
Entrai in camera mia e mi infilai il pigiama. Poi andai in bagno, mi sistemai e tornai in camera. Avrei voluto farmi la doccia, ma ero a pezzi. Mi infilai sotto le coperte e, prima di addormentarmi, guardai l’enorme poster dei 1D appeso sull’armadio.
I: Notte ragazzi…
 
Il giorno dopo
 
Quella notte non avevo dormito un granché, perciò la mattina dopo ero uno straccio. Dopo essermi svegliata, sistemata e tutto il resto, presi il motorino e andai a lavoro. Erano appena le 6.05, ma il mio capo era un tipo molto puntiglioso, probabilmente mi avrebbe sgridata per il ritardo. Si chiamava Richard Stone, era di origini Californiane. Era anche piuttosto giovane, una trentina d’anni, probabilmente…Sposato, con due figli. Arrivata al ristorante, aprii la porta ed entrai. Ad aspettarmi c’era Angeline, la nipote di Stone, che aveva pochi anni in più di me. Strano che non ci fossero ancora clienti, di solito la mattina eravamo pieni. Poi collegai il cervello e capii che, probabilmente, era perché erano solo le 6.05.
I: Ciao Angeline.
A: Ah, buongiorno Roby…dormito bene?
I: Ehm…sorvoliamo…non si vedono le occhiaie?
A: Ma quali occhiaie? Scusa Roby, proprio non capisco…
I: Vedi…ecco…lascia stare…
A: Ok…ti ho lasciato il grembiule in cucina…
I: Il grembiule? Ma…oh no…ti prego, oggi no!
A: Sì…oggi sì! Tocca a te servire ai tavoli!
I: Ma Angy…sono uno straccio!
A: Roby, è la seconda settimana di fila che ti rifiuti…vuoi farti licenziare?
I: Mamma mia! Vado, vado!
Vorrei tanto sapere perché, se una cosa si chiama “ristorante” deve servire le cose anche a colazione…per quello ci sono i bar, no? I ristoranti, di solito, non fanno solo pranzo e, a volte la cena? Bè…lì si faceva colazione, pranzo, ora del tè (ma dove se le sognano certe cose?!), cena e spuntino di mezzanotte (penso che siano tutti matti).
Il mio turno, comunque, durava fino alle 12.30, quindi, quello che succedeva dopo, non era affar mio. Passai tutta la giornata a servire ai tavoli e la fine del turno arrivò piuttosto in fretta.
I: Ciao Angy, a domani.
A: Ciao…
Uscita da quella gabbia di matti che, una persona normale, chiamerebbe “il mio lavoro”, tornai a casa. Arrivai in contemporanea a mia madre.
M: Hei, Roby, sei già arrivata?
La guardai con una faccia tipo .-.
I: No, mamma, sono un ologramma…mi hanno rapita gli alieni…vieni a salvarmi.
M: Oh, Roby, smettila di fare la scema…hai 17 anni!
I: Ma se tu fai certe domande…
Non rispose e aprì la porta di casa. Neanche la mia era una casa molto grande, era più o meno quanto quella di Julie. Ma, io , al contrario di Julie, mi accontentavo. Cioè, non è che non desiderassi una villa extra lusso a Hollywood… sarei scema se non la volessi…ma non mi facevo illusioni inutili: con lo stipendio mio e di mia madre non potevamo di certo permettercela! Io stavo bene così. Mentre entravo mi ricordai di una cosa…LA LETTERA!
“Come ho fatto a scordarmene? Sono proprio un’idiota!”
Mi misi a correre verso la cassetta delle lettere che era dall’altra parte del giardino. La aprii. Dentro c’erano un sacco di buste bianche tutte uguali. Con tutta la pazienza del mondo le presi e cercai quello di cui avevo bisogno.
“Mmm…bolletta…bolletta….bolletta…bolletta…pubblicità…bolletta…eccola!!!”
Aveva esattamente lo stesso aspetto delle altre, solo che era indirizzata a me e non a mia madre.
M: Mamma! Mamma, è arrivata!
Dall’altra parte del giardino mia madre rispose.
M: Che cosa?
I: Mamma! La lettera!
M: Ah…ok…vieni!
Possibile che non capisse quant’era importante?
La raggiunsi, entrammo in casa ed io chiamai Julie ed Anne…
In una decina di minuti erano entrambe a casa mia…
A: Forza Roby, aprila!
J: Sbrigati…non sto più nella pelle!!!
Julie tremolava, mentre Anne aveva le mani congelate.
I: Ragazze…io a apro…ma voi non fatevi illusioni, ok?
Julie smise di tremare.
J: In che senso?
I: Non credo proprio…che abbiamo vinto…insomma…hai visto quanti altri c’erano…
Mi prese le mani.
J: Roby, non importa! Ci siamo divertite, no? A me basta questo! ADESSO PERO’ APRILA, OK?
Risi.
I: Ok…siete pronte?
A: E’ da mezz’ora che siamo pronte…
I: Ok, la apro…
La aprii…
Quello che successe dopo fu qualcosa di indescrivibile…urla a destra, urla a sinistra, lacrime, abbracci, salti…tutto questo per un motivo: AVEVAMO VINTO!!! Le facce di Julie e Anne erano confuse ed esaltate allo stesso tempo. Io, invece, non riuscivo più a connettere il cervello, avevo in testa solo la parola “VITTORIA”. Subito Julie e Anne chiamammo i loro genitori e tutti quanti festeggiammo a casa mia fino a tardi. Solo dopo aver festeggiato, io e Julie ci rendemmo conto di cosa DAVVERO voleva dire la nostra vittoria. Leggemmo la lettera ad alta voce:
“Gentilissime Roberta, Julie e Anne,
la Commissione è lieta di informarvi che, fra le molte band in gara, abbiamo deciso di scegliere voi come vincitrici. Congratulazioni! Siete state ammesse al concorso “International Music Competition”. Vi parteciperanno tutte le star più famose a livello INTERNAZIONALE e voi avrete l’onore di conoscerle! Il concorso avrà luogo nella località di Parigi, Francia. Le intere spese di viaggio, vitto e alloggio saranno a carico della Commissione…”
 
Insomma, lunedì prossimo, fra una settimana esatta, dovevamo partire per Parigi.
A: Ragazze, ma vi rendete conto? Andremo a Parigi!!!
I: E vedremo un sacco di star famosissime e…
Io e Julie ci guardammo e lanciammo un urlo contemporaneamente.
M: Roby, Julie? Che succede?
I: NON CI CREDO!!!!
J: AH!!!!!!! VEDRO’ JUSTIN!!! VEDRO’ JUSTIN!!!
I: E IO I ONE DIRECTION!!!!! AH!!!!!!!
A: Ma voi state male…
J: NON CI CREDOOOO!!!!!!
I: AH!!!!!!!!!! 
  
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