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Autore: LouVelessy    25/02/2013    4 recensioni
Ocean ha diciotto anni, è una Directioner e tramite una serie di fortunate coincidenze riesce non solo ad assistere ad un concerto del TMHtour, ma anche ad incontrarli. Sarà l'inizio di un'avventura, un triangolo amoroso (?) seguito da dolorose rinunce. Cosa si nasconde dietro la band più seguita al mondo?
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#LOF racchiude tutto quello che io sogno, tutto quello che una vera directioner vorrebbe le succedesse. Andare per la prima volta ad un loro concerto, e poi raggiungerli nel Backstage perchè qualcuno ti vuole lì. E' la storia di una ragazza come tutte noi, con un sogno. Vederli.
Sogno che non solo si realizza ma va parecchio oltre, come tutte noi desideriamo.
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{ Grazie per i commenti! Se anche voi desiderate far parte della vita dei ragazzi, venite a leggere, ed invidierete Ocean. Ve lo prometto. Fidatevi. }
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi ragazza!” Zayn, l’ultimo abbraccio che le spettava, si soffermò appena nello stringerla a sé “ti ho notata tra la folla e ti ho voluta qui…”

Zayn Malik l’aveva voluta lì. Era stato lui, quel gesto, quell’accenno al bodyguard voleva significare più di qualche cosa a cui non dare senso. Era più che sensato. Era incredibilmente magico. Era un gesto con un significato chiaro. La voglio nel backstage. E così alla fine dello spettacolo, in maniera credibile e poco visibile, le era stato chiesto di unirsi alle ragazze del golden ticket senza dare nell’occhio, per evitare ripercussioni del pubblico che intorno a lei di sicuro sarebbero state altrettanto contente di prendere il posto della diciottenne.
Le braccia di Ocean si strinsero intorno a Zayn, aggrappandosi quasi a lui mentre socchiudeva gli occhi per tentare di riacquistare una certa calma e darsi un tono.

“Grazie..” gli sussurrò, sincera.

“Non c’è di che. Come ti chiami?”

Gli altri ragazzi si erano spostati verso i divanetti, seduti comodi e scomposti, come solo loro riescono a fare sempre, anche durante le interviste. Sembrano a loro agio in ogni dimensione, in ogni contesto. Sono sempre loro, e la prova l’aveva avanti agli occhi, chiarissima.

“Ocean…” era sempre più titubante, e la voce le tremava ancora “…mi chiamo Ocean”

“Beh, piacere Ocean, io sono Zayn!” con una naturalezza disarmante si presentò, e la cosa fece sorridere non solo la diciottenne ma anche le altre ragazze presenti in sala, che non davano segni di isterismo probabilmente per le parole di preavviso di Paul, che era in un angolo, pronto ad intervenire in caso di bisogno.

“Pauly, le pizze?” Niall reclamava la sua razione di cibo, e la cosa spaventò parecchio le ragazze. Avrebbero mangiato con loro?! Era incredibile. Paul fece un accenno con il capo, senza rispondere. Ma aveva di sicuro un senso quel cenno, perché l’irlandese si acquietò subito.

“Chi vuole autografi su… un po’ di vita donne!” Louis era un casinista, proprio come appariva. “vi siete divertite almeno?”

Le altre ragazze erano tutte in estasi, festose e gioiose. Ocean invece aveva un che di paralizzante al vederla. Stava ferma, immobile, con le braccia rilassate lungo il corpo, concentrata a fare respiri profondi.

“Ti senti bene?” non era Zayn a parlarle, bensì Liam, che dal divanetto sulla quale stava svaccato la osservava. “Sei pallida… vuoi un po’ d’acqua?”

Ocean annuì, e si avvicinò al divanetto prendendo dalle mani di Liam una bottiglietta d’acqua che egli stesso le aprì, facendole spazio. La diciottenne impegnò qualche centimetro del divanetto, bevendo dalla bottiglia e sorridendo subito dopo a Liam.

“Grazie… è che sono così sconcertata… non credevo…”

“Tranquilla, va tutto bene… non idolatrateci! Siamo umani, giuro!” Le fece l’occhiolino, ma con fare dolce. Niente di sornione o con secondo fine. Era stato gentile, tenero anche.

“Avrei qualche dubbio al riguardo!” sempre Louis, trovava il modo di lanciare qualche frecciatina a Liam e non solo, mentre firmava magliette, fotografie e quant’altro per il capanno di ragazze che avevano intorno lui ed Harry.

Zayn si sedette di fianco Ocean, dal lato opposto di Liam, facendola ritrovare tra due dei cinque OneDirection. Deglutì profondamente, e sorrideva come un’ebete. Un sorriso forzato, perché era così tanto agitata da non riuscire a dire nulla.

“L’hai vista giù dal palco Liam? Era tutta concentrata… ti ho notato per questo! Tutte agitatissime, e tu calma. Sembravi quasi finta… Hai accompagnato qualcuno e di noi non t’importa nulla, ammettilo!”

Sgranò gli occhi, guardando il pakistano con una certa fretta. “Nono, sono una directioner! Giuro! Vi seguo, vi adoro, siete bravissimi e bellissimi! Ma mi sembrava impossibile avervi vicini… prima… insomma… e ora…”

Liam sghignazzò, poggiandole una mano su di una spalla. “E ora sei nel backstage per il golden tiket e quello che hai provato poco fa ti sembra un nulla al confronto…”
La ragazza annuì, pensando di essere incapace di tradurre con parole migliori di quelle utilizzate da Liam i propri sentimenti al momento.

Louis passò il pennarello a Zayn, lanciandoglielo letteralmente in testa. “Tocca a te!” tuffandosi sul divanetto, rischiando di dare una testata alle gambe di Ocean, che gli sorrise.

“Sei la prescelta della serata?” le domandò, guardandola dal basso all’alto vista la posizione assunta sul divanetto.

“mmh?” la smorfia di Ocean diceva tutto. Le parole di Louis non erano per nulla chiare.

“La prescelta.. Zayn ogni tanto sceglie qualcuno tra il pubblico e se le porta qua… e non solo!” lo canzonò, ricevendo una bella dose di magliette contro, lanciate ovviamente dal soggetto della frase.

“Smettila di fare il cretino!”

“Zayn.” Harry era quello più serio. Parlava poco, firmava autografi, fotografie con le ragazze che tentavano di toccargli i capelli, tortura alla quale tentava di divincolarsi il più possibile. Evidentemente non gli piaceva quando tentavano di toccargli i ricci.

“Oh, scusa Harold! Ma se la smette magari…” litigavano come bambini. Non di più, non di meno. Fratelli che si rubavano le merendine a vicenda, ecco cosa sembravano.

Harry continuò a firmare i suoi autografi e sfoggiare sorrisi di circostanza per le foto, passando poi ad impegnare un angolo  di uno dei divanetti anche lui, con Louis che gli puntò subito i piedi addosso, poggiandoli sulle sue gambe.

“E tu niente foto?” Niall si avvicinò ai divanetti mentre le ragazze facevano manbassa di autografi dal tavolino.

“Foto, si… foto… Ho il cellulare proprio qui…” tirò fuori dalla tasca l’Iphone 3g, modello vecchissimo ma comunque funzionante. Non è nemmeno una di quelle che segue parecchio la tecnologia a quanto pare.

Scattarono delle foto, prima tutti insieme e poi separatamente. E qualche cosa la rilassò, sembrava sciogliersi. In più arrivarono le pizze, ed anche quello aiutò la diciottenne a vedere i cinque come esseri umani più che cinque alieni pieni di ragazzine urlanti per la quale muori e sai di morire. Erano semplici ragazzi. Si nutrivano come chiunque, scherzavano tra di loro. Ed anche questa volta, divertendosi, era impossibile che il tempo si fermasse. Passò fin troppo velocemente. Così com’era successo per il concerto. Fu Paul ad avvisarle.

“Ragazze è ora di andare…” e solo lì si mostrarono qualche segno di isterismo, del tipo che Harry fu allontanato perché tutte gli stavano addosso tentando di abbracciarlo e di toccargli i capelli. Motivo per cui i saluti furono velocissimi. Ed Ocean, tra loro, si avvicinò a Zayn con estrema calma.

“Grazie per l’opportunità Malik… l’ho apprezzato tanto, anche se non l’ho dato a vedere…”

“Ma tu non vai via con loro se non vuoi… puoi restare… ti va di vedere il camper?”

Il cuore di Ocean le fece un balzo, mentre una delle ragazze cominciò ad indicarla senza troppi mezzi termini e sparlottare con le altre. Il camper? Il loro camper? Quello con cui andavano in giro nei tour? Chissà che cosa si dicevano le altre, le vincitrici del golden tiket, cattiverie probabilmente. Alla diciottenne non rimase che annuire a Zayn, stupefatta per quella richiesta. La prese per mano, mano di lei che tra l’altro cominciò a sudare in men che non si dica, e salutando le ragazze uscì dalla stanza del meet&greet, trascinandosi dietro la ragazza “prescelta”, come l’aveva chiamata Louis.

“Paul lei viene con noi” si giustificò con il bodyguard/babysitter che sbuffò alle parole di Zayn e scrollò le spalle.

“Come ti pare…” non sembrava essere molto contento.

Attraversarono insieme, Ocean e i cinque ragazzi, stringendo ancora la mano di Zayn, altri corridoi e cunicoli più o meno bui, fino a giungere ad un’altra porta antipanico, uscita d’emergenza, che affacciava direttamente sul retro. Non c’era nessuno, nessuno poteva vederli. Il pullman era parcheggiato vicinissimo alla porta, quindi tempo due passi ed erano dentro.

“Devi essere veloce…” le suggerì Niall, il penultimo ad uscire e salire sul mezzo di trasporto.

Zayn le lasciò la mano e la spinse fuori, senza avvisarla. Ebbe il tempo di fare due passi ed aggrapparsi al maniglione del bus per non cadere, salendo i quattro gradini che la portarono su. Due attimi, nemmeno il tempo di capire che cosa stesse succedendo, che si ritrovò Zayn dietro, con le braccia allacciate intorno alla sua vita.

“Benvenuta a casa nostra Ocean…”  






____________________________________________note_autrice_______________________________________________________

Altro capitolo, dopo pochissime ore. 
Non ho ancora riscontri da parte vostra, quindi non so se continuare a postare capitolo oppure no... 
non so, ci penserò.
Fatemi sapere se vi piace, ve ne prego.
Un tweet (@LouVelessy), un messaggio privato, una recensione con un'unica parola. Segnali di fumo!
Fate quello che volete insomma xD
Vostra, Giù.


 

  
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