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Autore: Ultraviolet_    25/02/2013    3 recensioni
La storia dei Malandrini, la storia di Lily, Alice, Marlene, Mary, Dorcas, James, Sirius, Peter, Remus e Frank durante il loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Ma soprattutto, la storia di come James Potter e Lily Evans si sono innamorati a tal punto da non lasciarsi più.
"Perché Lily era una donna che colpiva. Non era una di quelle bellezze da perdere completamente la testa, era bella sì, molto, ma con i difetti tipici di un essere umano. Ma era la sua particolarità a colpire. Il suo modo di mettere due cucchiaini di zucchero nel caffè la mattina, i baffi di latte che le restavano sul labbro superiore al primo sorso. Il suo modo di prendere appunti, con la sua calligrafia accurata e ordinata, e il modo in cui mordicchiava la piuma quando non sapeva cosa scrivere in un tema di Trasfigurazione. La sua voce dolce, che diventava ferma quando lo rimproverava. Il suo modo unico di togliergli punti per le ragioni più svariate. La sua risata. Innocente, cristallina, contagiosa."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Erano dieci minuti che Ramoso cercava di ignorare Lily e Marlene.
Le due ragazze tentavano invano di scoprire come si fosse procurato un profondo taglio che esibiva sul braccio sinistro.
Di colpo, James si stancò e disse:
-Evans, mi fa piacere che tu abbia cominciato a chiamarmi per nome, ma non credi di stare un tantino esagerando?- disse con un’occhiata maliziosa.
-Con questo ti sei giocato il privilegio, Potter!
-Ma dai!- rise -Comunque, perché gridi il mio bellissimo nome ai quattro venti?
Lei gli indicò la ferita, ma in risposta ricevette una smorfia.
La sera prima c’era stata la luna piena, e Lunastorta era stato indomabile.
All’imbrunire, coperti da Frank, erano scesi al Platano Picchiatore. Peter, in forma di topo, aveva toccato la radice giusta perché l’albero smettesse di agitare i rami e lui e Felpato si erano trasformati. Come quasi sempre ogni mese, entrando nella Stamberga Strillante avevano trovato Remus già mutato e l'avevano condotto nella Foresta Proibita, pronti ad esplorarla insieme nella loro forma animale.
La furia di Lunastorta era per loro “ordinaria amministrazione”, ma non sapevano mai cosa aspettarsi di preciso.
James si era procurato il taglio al braccio cercando di difendere un unicorno incontrato per caso nella foresta. Uccidere un unicorno era un peccato orribile, e James aveva tentato con successo di impedire all’amico, che non si rendeva conto di quello che faceva, di compiere un atto tanto abominevole da farlo restare dannato a vita.
 Anche Sirius non ne era uscito certo illeso, vista la spalla fasciata, Peter invece se l'era cavata solo con qualche graffio: Remus non poteva nuocergli più di tanto, perché quando era trasformato perdeva ogni tipo di senso della ragione e nemmeno vedeva il piccolo topolino che le seguiva ovunque.
Le condizioni peggiori erano quelle dello stesso licantropo, costretto ogni volta a passare i due o tre giorni seguenti alla luna piena in infermeria.
Ora, nella Sala Grande durante la colazione, Lily e Marlene volevano sapere cosa gli fosse successo. E James era costretto a mentire per l'ennesima volta. Abbassò lo sguardo.
-Ma non è niente, tranquille. Ho solo fatto un frontale con Sirius all’allenamento di Quidditch, lui si è lussato una spalla e io sono caduto tagliandomi con un sasso.
-Mi dispiace, ma nemmeno io posso credere che voi due siate così imbecilli da fare una cosa del genere!- esclamò Lily.
-Cosa vorresti dire?
-Niente- rise lei, sapeva che c'era qualcos’altro sotto, ma rispettava il motivo per cui aveva voluto nasconderlo, qualunque fosse.
Buffo, Lily Evans che rispettava James Potter. Solo un anno prima sarebbe suonato comico alle orecchie di chiunque.


Quel giorno a nessuno era sfuggita la goffaggine di James, che, sovrappensiero, aveva sbagliato più volte aula, aveva fatto cadere ogni cosa, ed era persino riuscito ad andare male al compito Trasfigurazione, la materia in cui eccelleva.
A cena, Remus, appena uscito dall’infermeria nonostante le proteste della iperprotettiva Madama Chips, si sentì in dovere di chiedergli se andasse tutto bene e lui, dopo essersi assicurato che ci fossero solo i Malandrini e Frank ad ascoltare, disse:
-No, non va per niente bene... è tutto il giorno che ci penso. Dovremmo dire alle ragazze del piccolo problema peloso di Rem. Mi chiedo come possiamo considerarci loro amici, come riusciamo a guardarle negli occhi se poi dobbiamo sempre mentire. Ovviamente io la penso così, ma la decisione dev’essere di Luna- concluse.
Ci fu una lunga pausa durante la quale venne consumata quasi tutta la prima portata.
-Sapete, penso che James abbia ragione. Anche io ci penso spesso, da quando sono prefetto insieme a Lily, per la precisione. Non mi sembra giusto tenere loro nascosta questa cosa. Però, allo stesso tempo, ho paura che dopo qualcosa possa cambiare. Ho paura che loro si spaventino e non vogliano più vedermi.
-Remmy, se conosco abbastanza bene quelle cinque, e fidati, penso di poterlo dire con una certa sicurezza, sono pronto a scommettere che nessuna di loro si spaventerebbe minimamente. Anzi, dopo riceveresti anche troppe attenzioni! Sei sicuro di volere cinque aspiranti Madama Chips sempre attorno?- disse Sirius per sdrammatizzare e far sentire Remus a suo agio. Il licantropo sorrise, grato.
-Hai ragione, Sir! Mi sono tenuto dentro questa cosa troppo a lungo, quindi stasera glielo diremo, tutti e dieci sul mio letto molto poco malandrino- fece Remus, convinto.
-Per una volta questo canide da strapazzo ha detto qualcosa di sensato!- disse James indicando il fratello –scusate, ma sono commosso.
-Credo che Mary, Dorcas, Marlene e Alice vengano a cena tra poco…- disse Peter.
-Io mi occupo di Lily, che cena in biblioteca.
-Su questo non avevamo dubbi, Ramoso!- fece Sirius ammiccante. Si beccò una gomitata.
-Frankie, a rapporto! Occupati della tua fidanzata, per favore. Ci vediamo tutti lì.


James percorse soddisfatto il tragitto fino alla biblioteca. Niente più segreti, niente più bugie. Finalmente. Conosceva Marlene e Alice da quando era bambino, e voleva molto bene a tutte e due. Si era inoltre molto affezionato a Mary grazie al Quidditch e Dorcas era la loro compagna di scherzi fin dal primo anno. Lily poi, era Lily.
E da lì a qualche minuto sarebbe stato libero di raccontar loro ogni cosa.
Entrò e si guardò attorno. Scorse la ragazza  in un angolo vicino al camino, con un libro enorme fra le mani e un panino appoggiato sul bracciolo della poltrona.
-Ehi, Lily!- gridò.
Lei alzò lo sguardo e, in un primo momento vedendolo sorrise, ma poi sul suo volto comparve un’espressione preoccupata. James non la notò e si avviò verso di lei, quando si sentì prendere alle spalle per un orecchio.
-Non si urla qua dentro!- gli sibilò la vecchia bibliotecaria, Madama Pince.
-Ahi… mi scusi, signora, non ci ho pensato!
-Voi giovani non pensate mai a niente!- borbottò -per questa volta la passi liscia, ma, ti avviso, la prossima avrai una bella punizione!- e lo lasciò.
James si sfregò l’orecchio arrossato e alzò lo sguardo. Lily stava tentando in tutti i modi di soffocare le risate, seduta con le gambe contro il petto sulla poltrona.
-Potevi dirmelo- improvvisò lui avvicinatosi.
-E come? Mandandoti un gufo di qui a laggiù?- rise lei.
James brontolò qualcosa, poi si sedette sul gradino di una scala appoggiata a uno scaffale lì accanto.
-Che leggi?
-Oh, un libro babbano… si chiama Piccole Donne. Ma che ci fai qui, scusa? Non ho mai visto James Potter in una biblioteca in vita mia!
-Hai detto il mio nome!
-Sì, ma prima del cognome, quindi non vale- rispose pronta.
Gli si avvicinò, guardandolo maliziosamente.
-Arrenditi, Potter, non sono un avversario facile da battere.
-Senti, Lily…- disse James pronunciando lentamente il nome, per metterlo in evidenza –Dobbiamo parlare, con te e le altre. Dovresti venire con me nel dormitorio.
-Io con Potter nel dormitorio? Non sono mica scema!
-Cosa pensi, che voglia stuprarti?
-Ma no!- rise Lily –ma tieni le mani in tasca!
-Evans!- esclamò lui spazientito –ti ho detto che dobbiamo parlarti di una cosa, è importante.
-E di che cosa?- chiese la ragazza incerta.
-Una cosa. Che riguarda noi Malandrini, ma non te lo posso dire ora.
Lei annuì, l'aveva convinta. Ripose tutto nella borsa e velocemente finì il panino, poi insieme uscirono.
Durante il tragitto, quando ormai erano lontani dalla biblioteca, a Lily tornò in mente l'episodio con Madama Pince, e scoppiò a ridere. Era la sua tipica risata, che a James piaceva tanto. Seppur contento di vederla così e sebbene quel suono gli riempisse le orecchie, si chiese perché mai tanta ilarità, e stava già cominciando a dubitare della sua sanità mentale, quando la ragazza smise.
-Scusa… Non sai che fatica ho fatto a trattenermi prima!
James sembrò riflettere un po' su quelle parole, ma anche lui poi iniziò a ridere tenendosi la pancia.
 
 
-Ecco i due piccioncini, iniziavo a temere si fossero persi!- esclamò Sirius quando Lily e James entrarono nel dormitorio dei ragazzi.
-Zitto Black o ti affatturo, come è vero che sei mio fratello!
Sirius lo guardò storto e fece segno a Lily di avvicinarsi, indicando un posto al suo fianco. Lei obbedì, scompigliandogli i capelli, ma nessuno mancò di notare la seguente minaccia di omicidio che gli rivolse, tradendo il gesto affettuoso.
Nonostante fossero stati uniti due letti al centro della stanza –e nonostante Alice si fosse “sacrificata” stando in braccio a Frank– perché potessero starci tutti e dieci, stavano un po’ stretti. James, infatti, non sapeva proprio dove sedersi, sembrava che ogni centimetro fosse occupato da uno scomodo intreccio di corpi.
-E io dove dovrei sedermi?- chiese esasperato.
-In braccio a tuo fratello, mi sembra ovvio- disse Peter, che aveva notato già da un po’ le difficoltà dell’amico.
-Pete! Eravamo d’accordo di tenere nascosta la relazione con Sirius per ancora un po’ ditempo!
-Ebbene sì, Evans, è proprio così- disse Sirius in tono solenne -Finora il tuo pazzo amore per James non ha fatto che complicare le cose, dovrai fartene una ragione. Ma, per quanto mi riguarda, potrai venire a trovare lo zio Sir tutte le volte che vorrai!-
Lily scivolò dal letto per il gran ridere e James non perse l’occasione di rubarle il posto. Dopo varie lamentele (-Potter, ti credevo un galantuomo!-) anche Lily riuscì a sedersi, stringendosi fra lui e Mary, e calò il silenzio.
-Bene, adesso prendete esempio da me, che lo sono di nome e di fatto, e siate seri!
-Noooo, questa battuta era pessima, Black! Mi sei sceso un sacco!- disse Dorcas amareggiata.
-Allora- il tono risoluto di Remus convinse tutti che era il momento di calmarsi e prestargli attenzione -ecco, non vorrei scatenare il panico in nessuna di voi, ma io… uhm… sono un Lupo Mannaro.
Per un momento nessuno osò dire nulla. Le ragazze guardarono Remus con tanto d’occhi, tutte tranne Lily, che sorrise. Ma nessuna sembrava minimamente spaventata.
-Davvero?- fece Dorcas –Non ci posso credere!-
-Oh, Rem! Dev’essere terribile… ecco perché tutti quei giorni in infermeria!- Marlene lo abbracciò con fare materno.
-Lunastorta… ecco il motivo! Lunastorta! Davvero una bella trovata!- sorrise Mary.
-Voi… voi non avete paura?
-Certo che no, perché dovremmo? Non mi pare che ti mi abbia mai staccato un braccio, o no?- chiese Marlene come se fosse ovvio. Remus le sorrise grato.
-Lily? Non hai ancora detto nulla…- disse Peter.
-E’ che… ecco, non ne sono sorpresa. In effetti, è proprio come pensavo- sorrise lei.
-Come pensavi?- chiese James senza parole.
-Sì… ecco… Remus spesso è in infermeria e salta le ronde… non ho potuto fare a meno di pensare che fosse strano… quindi ho fatto delle ricerche in biblioteca e ho letto dei licantropi, e ho pensato che poteva essere così, ma non ne ero sicura.
-E questo da quanto?
-Dalla fine dell’anno scorso, più o meno.
-Sei incredibile Lily, lo hai scoperto così e non ti sei mai allontanata da me!- disse Remus grato, facendosi largo per stringerla in un abbraccio. James la guardava sorridente e ammirato.
-Ma… quando è successo?- chiese Mary incerta.
-Quando ero bambino… non avevo neanche sette anni. Mio padre faceva parte dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche e spesso gli spettavano dei provvedimenti nei confronti dei Lupi Mannari, che stavano accarezzando l’idea di unirsi a Voldemort. Si mise contro a un branco particolarmente pericoloso, e una sera, mentre ero al parco con mia madre, ci attaccarono. Lei fu uccisa, ma a me non riservarono lo stesso privilegio. Il licantropo più feroce della Gran Bretagna, tale Fenrir Greyback, si limitò a mordermi senza causarmi ferite mortali. Così mio padre avrebbe avuto sotto gli occhi per tutta la vita i frutti dell’errore che aveva fatto.
Seguì il silenzio generale. Marlene fu la prima a romperlo.
-Rem… è terribile…- e scoppiò a piangere in grembo a lui.
Incerto, Remus la abbracciò e fu contento nel vedere che lei non lo respingeva. La portò in bagno, le diede un bicchiere d’acqua e la fece calmare, lentamente.
-Scusa, Rem, non volevo reagire così… io di solito non piango mai. Ma è così ingiusto… quello che hanno fatto, prendersela con te in quel modo…
-Tranquilla, Lene, ci sono abituato. Non è più neanche così brutto da quando ci sono questi tre- disse con un cenno verso i Malandrini.
-Ah già, quello che vi ha detto Luna non è tutto…- disse Sirius, anche lui commosso –Ramoso, a te l’onore.
-Bene, dovete sapere che io, Sirius e Pete siamo diventati animagus per aiutare Remus.
-CHE COSA?- esclamò Lily stupefatta.
-Questo non l’avevi capito, vero?- ridacchiò James.
-No! Ma come avete fatto? Sapete che è illegale vero?
-Tranquilla, lo sappiamo bene… Al secondo anno abbiamo scoperto del piccolo problema peloso del nostro Lunastorta, così ci siamo messi a studiare sodo e a metà dell’anno scorso siamo riusciti a trasformarci. Quando c’è la luna piena, Madama Chips e Silente portano Rem alla Stramberga Strillante, e noi usciamo di nascosto e lo raggiungiamo attraverso il passaggio del Platano Picchiatore.
A Lily servì qualche minuto per assimilare tutte quelle cose.
-Il Platano porta alla Stramberga Strillante? Ecco perché hanno piantato quell’albero infernale quando siamo arrivati ad Hogwarts!- fece Dorcas colpita.
-Ho una domanda seria: piccolo problema peloso??- disse Mary ridacchiando.
-Ti piace? E’ merito mio- si stimò James.
-Un momento. Se Lunastorta è un licantropo, Ramoso cos’è, un cervo?- chiese Lily.
-Esatto- rispose James.
-Codaliscia un topo…
-Sì!
-E Felpato… un gatto?
Sirius emise un verso di disgusto.
-Non dovevi dirlo…- disse James divertito.
-UN GATTO? Io sono un cane, non uno schifoso felino da quattro soldi!
-Oh, scusa, Sir!
E come per confermare le sue parole, Sirius si trasformò in un grosso cane nero e saltò in grembo a Dorcas con le zampe anteriori.
-Felpato! Sei carinissimo!- esclamò questa accarezzandolo. Sirius latrò contento.
Anche Lily iniziò ad accarezzarlo.
-E va bene, Evans, ti perdono per aver pronunciato la parola gatto solo perché sei tu- disse il ragazzo tornando umano.
-Eh sì, Fido qui li odia proprio i gatti. E anche Pete!- esclamò James.
-Fido? Senti, Rudolph, vuoi forse la guerra?
-Ma come te lo devo dire che sono un cervo e non la renna di babbo natale, razza di canide che non sei altro?!
E i due cominciarono una strenua lotta senza esclusione di colpi, rischiando di far cadere Lily e Alice dal letto.
-Ehi!
-Oh, scusate, care donzelle!- esclamarono di due fermandosi e ritrovandosi tutti attorcigliati.
-Allora è proprio vera la storia tra voi due!
-Avevi dubbi?
-Mai avuti, Potter.
-Sempre con questo Potter!
Lily ghignò malandrina, risistemandosi sul letto.
-C’è anche un’altra cosa che vorremmo dirvi…
James estrasse dalla tasca dei jeans un pergamena consunta. La appoggiò al centro dei due letti, la spiegò con cura e afferrò la bacchetta.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni…
Improvvisamente, sulla pergamena apparve una scritta:

 

I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso,
consiglieri e alleati dei Magici Malfattori,
sono lieti di presentarvi

La Mappa del Malandrino

 
A poco a poco, la scritta si dissolse per lasciare posto a uno strano disegno intricato che prese a occupare l’intero foglio. Ben presto, a tutti fu chiaro che si trattava di una mappa.
-Questa, signori, è la mappa completa di Hogwarts. Non c’è passaggio segreto, corridoio, stanzino o cunicolo che non sia segnato qua sopra. Ma la cosa veramente utile sono questi- e indicò con l’indice dieci piccoli cartigli disegnati sopra alla torre di Grifondoro.
-Ehi, ma lì c’è il mio nome!
-Ci sono tutti i nostri nomi. Questa mappa ti dice esattamente in che parte di Hogwarts si trova ogni singola persona presente nel castello. Ottima per evitare i professori durante fughe notturne o cose simili, oppure per trovare qualcuno.
-Ecco come facevi a sapere che ero in biblioteca, questa sera! Mi pareva di non avertelo detto…
-Ma come avete fatto? E’ magia molto avanzata!
-Oh, ci abbiamo messo un po’, ma è stato facile, per quattro geniacci come noi!- si stimò Sirius, sempre ironico.
-Bene, bellissimi, è ora della nanna!- esclamò James puntando la bacchetta verso la mappa –Fatto il Misfatto!
-Nanna? Ma domani è sabato!
-Sì, ma quattro di noi qui hanno gli allenamenti di Quidditch! Dobbiamo riprenderli il più presto possibile per non rimanere indietro…
Così, le cinque ragazze si alzarono dai due letti improvvisati, salutarono i ragazzi e se ne andarono a letto.
 
 
Il giorno dopo Lily si svegliò presto. Di solito dormiva fino a tardi quando non avevano lezione, ma quella mattina a disturbarla fu una luce insolita. Aprì gli occhi e constatò che, nell’eccitazione dovuta alle nuove notizie della sera prima, si erano dimenticate di chiudere le imposte della finestra prima di andare a dormire.
Sospirò, ormai che era sveglia erano ben poche le probabilità di riuscire a riprendere sonno. Così si alzò dal lettò, lo sistemò alla meglio e andò alla finestra.
Nonostante fosse ormai fine novembre, non sembrava una brutta giornata. C’erano varie nubi in cielo, ma Lily pensò che probabilmente non sarebbe piovuto prima dell’ora di pranzo, così decise di fare una passeggiata al parco. Indugiò ancora un po’ alla finestra, osservando Hagrid nel suo orto, alle prese con le zucche. Poi si vestì, infilò il cappotto, tolse i libri di scuola dalla borsa e vi mise il libro che stava leggendo. Solo allora notò l’assenza di Mary.
“Sicuramente è all’allenamento… mio dio, sono proprio pazzi!” rise fra sé e sé, uscendo.
Stranamente, non incontrò anima viva scendendo al parco ma solo Nick-quasi-senza-testa, il fantasma della torre di Grifondoro, che tecnicamente non poteva essere definito tale. Ebbero una desolante discussione sui recenti attacchi dei Mangiamorte a Londra, e Lily non poté fare a meno di spaventarsi un pochino, visto che i suoi genitori erano Babbani e così facilmente attaccabili. Il fantasma la tranquillizzò dicendo che non c’erano state vittime e che tutti erano al sicuro. Lily non ne dubitava, perché già da qualche anno i suoi genitori erano protetti dagli auror dell’Ordine della Fenice, organizzazione fondata da Silente per i ribelli che combattevano i Mangiamorte e Voldemort. I genitori di tutti i suoi amici ne facevano parte: quelli di Alice, il padre di Dorcas, la madre di Mary, i genitori di James e la madre di Peter. I genitori di Marlene erano morti proprio per mano dei seguaci dell’Oscuro Signore, così come la madre di Dorcas. La triste fine della signora Lupin l’aveva scoperta solo quella notte, mentre suo padre era all’estero da diversi anni. I genitori di Sirius non facevano parte dell’Ordine per varie ragioni, essendo dichiaratamente della fazione opposta.
Nonostante i tentativi di tranquillizzarla di Nick, Lily non poté scacciare quel lieve senso di paura che le stringeva appena lo stomaco, nemmeno una volta raggiunto il parco. Fece un breve giro del lago, passò a salutare Hagrid che le offrì, con suo enorme disappunto, due o tre dei suoi biscotti rocciosi, poi si sedette sotto ad un salice e fece per prendere il libro dalla borsa.
Peccato che una grossa goccia di pioggia le cadde su una mano, presto seguita da altre, sempre più numerose.
“Non pioverà prima dell’ora di pranzo, ma certo, i miei complimenti Lily!”pensò.
Con grande rimpianto, ripose il libro, prese la borsa e si alzò. Non aveva nemmeno l’ombrello, così si mise a correre per il parco, cercando di arrivare al castello prima che iniziasse il temporale vero e proprio. Sentì un forte tuono e sobbalzò, perché le tornò alla mente quello che sua nonna le diceva sempre quando era bambina:
“Tuona, tuona… è il diavolo in carrozza!”
Stava proprio inveendo contro i detti Babbani, quando improvvisamente la pioggia finì. O meglio, smise di avvertirla; riusciva ancora vedere i lampi in lontananza, sentiva il rumore dei tuoni e dell'acqua che picchiettava sul terreno, e il suo profumo, eppure non pioveva.
Piegò il capo lentamente, e alzando lo sguardo vide sopra di sé un giovane con i capelli fradici e scompigliati in sella ad una scopa da corsa che reggeva un ombrello rosso.
-James!
-Ehilà! Bella giornata, non trovi?- disse scendendo dalla scopa e riparandosi sotto l’ombrello insieme a lei.
-Come facevi a sapere che ero qui? Ah già, quella vostra mappa!
-In realtà, no… finiti gli allenamenti sono tornato in sala comune, ho trovato le ragazze a studiare e ho chiesto dov’eri. Loro mi hanno detto che probabilmente eri al parco, e visto che stava per piovere ho rubato l’ombrello ad Alice e ti sono venuto incontro. Non sono un ragazzo da sposare?
-Gesto carino, Potter, ma mettiti le mani in tasca- rise lei. Lui sostenne il suo sguardo, e le sorrise. Rimasero in silenzio per un po', imbarazzati, poi riprese:
-Volevo chiederti una cosa… ieri sera non hai detto nulla quando ho rivelato che noi tre siamo animaghi. Che cosa ne pensi?
-Che cosa ne penso? Beh… James, trovo che sia un gesto bellissimo. Se devo essere sincera, non ti credevo capace di una cosa così, ma mi devo ricredere. Un’amicizia deve essere davvero sincera per portarti a fare una cosa del genere. Sono contenta che Remus abbia degli ottimi amici come voi.
-La Evans che è contenta di me?
-Ah-ah! Divertente!
-Vedo che sei suscettibile… allora non ti farò notare che prima mi hai chiamato James- e sorrise, malandrino.
-Comincia a correre, Potter!
James, incerto se prenderla sul serio o no, la guardò. Dall’occhiata da killer che lei gli scoccò, capì di doversi muovere, così mollò l’ombrello, che la ragazza prese al volo, e saltò in sella alla scopa, ignorando ogni tipo di protesta. Arrivò fino al cancello, poi la aspettò, osservandola farsi largo tra le pozzanghere che si stavano già formando.
-Sbrigati Evans, sto morendo di fame!
-Attento a te, James Potter, attento-a-te!





 




Note:
Booooonjour!
Ecco che finalmente i Malandrini rivelano il loro segreto!
Allora, questo capitolo è stato MOLTO difficile da scrivere, e senza l’aiuto della mia preziosa altalenadifragole sarei ancora a scervellarmi sulla prima parte u_u
Inoltre, oltre ad essere pieno di confessioni, è anche il primo capitolo in cui introduco l’argomento Voldemort. Ho fatto un quadro generale della situazione delle famiglie dei nostri 10, mi sembrava giusto farlo.
Per la storia di come Remus è diventato un Lupo Mannaro, l’ho inventata. In molte fanfiction la madre è ancora viva, ma a me è venuto così e spero di non aver contraddetto nulla di quello che dice la Row :3
Il diavolo in carrozza: me lo diceva veramente mia nonna aahahahahah
Notate come sempre le immagini, che io amo **
Direi che è tutto! Alla prossima, e mi raccomando RECENSITE :D


 

  
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