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Autore: demiswords    25/02/2013    7 recensioni
Grazie, Zayn.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle cinque di pomeriggio, io e Joe camminiamo per le vie del centro, insieme ad una folla di persone che si precipitano nei negozi più conosciuti per gli ultimi saldi.
Faccio un respiro profondo e cerco di mantenere la calma.
Girare per negozi, cercare taglie adatte a me e provare vestiti non mi era mai piaciuto.
Fortunatamente, nel primo negozio nel quale entriamo, Joe si smarrisce tra i reparti ed io mi siedo su una poltroncina rossa, trovandola esageratamente comoda.
Mi sento in paradiso, fin quando Joe non mi acchiappa per un braccio e mi trascina davanti al suo camerino.
Alla fine, dopo decine di prove, sceglie un abito meraviglioso, che ha delle righe verticali bianche e blu, una cintura nera sotto al seno con una piccola ancora di plastica attaccata sopra di essa. Il vestito è corto, la lascia scoperta da circa dieci centimetri sopra il ginocchio in giù.
-Joe, sei meravigliosa con quello addosso. Che scarpe metterai?-
Corre fuori dal camerino e prende una scatola di scarpe appoggiata accanto a me e mi mostra il contenuto.
-ti piacciono?-
- Wow.-
Sono dei “tacco dodici”, dello stesso blu del vestito. Sono altissime, ma quando le prova sento che il mio stupore non è abbastanza.
Si cambia, andiamo alla cassa e paga il vestito e le scarpe.
-Ally, non ti sei presa nulla!-
Se ne è accorta, diamine.
Mi trascina in un altro negozio, e l’odore che c’è all’interno mi lascia estasiata. La luce è sfocata, ma è abbastanza forte da riuscire a distinguere gli abiti.
Cammino seguendo Joe fra gli scaffali e rifiutando di tanto in tanto le sue proposte.
-Troppo lungo-
-Troppo corto-
-Troppo nero!-
-Assolutamente troppi colori-
Sbuffo.Quando finirà, questa tortura?
Guardo distrattamente i capi, e noto uno spruzzo di bianco.
Un abito piuttosto stretto e corto attira la mia attenzione, e Joe individua la fonte della mia distrazione.
Così, mi obbliga a provare il vestito bianco.
-Aspetta, prendo la tua taglia. Quale porti?-
Abbasso lo sguardo.
 
-Una quaranta.-
 
Joe inizia a cercare tra gli abiti, senza dar peso al mio imbarazzo.
O è così intelligente da aver capito il mio problema, oppure è incredibilmente stupida.
Mi consegna l’abito e, dopo avermi chiuso nel camerino, la sento allontanarsi e poi tornare.
-E queste saranno le tue scarpe- dice, allegramente.
Wow, mai visti degli strumenti di tortura così eleganti.
Indosso il vestito e quando chiedo a Joe di chiudere la zip sulla mia schiena, mi sento come una salsiccia. Non che io sia mai stata una salsiccia, sia ben chiaro.
 
Esco dal camerino, aspettandomi che Joe mi ordini di levarmi questo coso di dosso e mi trascini tra gli scaffali a cercare qualcos’altro. Ma, il suo parere è tutt’altro.
-A-Ally, s-s-ei uno schianto.-
Infilo le scarpe e raggiungo, barcollando, lo specchio sul lato del camerino, e l’immagine riflessa mi sorprende piacevolmente. Non è poi così male, dopotutto. Sembro carina.
Compro il vestito e le scarpe, e quando usciamo dal negozio sono quasi le sette. Così, saluto Joe e torno a casa. La sera, cerco di evitare di perdere il controllo, e lottando contro me stessa, cerco di farmi bastare una misera mela. Dopo,mi siedo accanto a mia madre ed iniziamo a vedere la tv.
Ogni tanto, quando non se ne accorge, la guardo. Vedo il mare, nei suoi occhi. Un mare inquinato di sofferenza e stanchezza.
 Inquinato in parte dalla morte di mio padre, e in parte da me e dal mio orribile rapporto col cibo.
Mia madre si addormenta come al solito sul divano, ed io vado in camera mia e mi metto a letto. Chiudo gli occhi, e in un attimo sono in un parco.
 
È giorno. Sento gli uccelli cinguettare e il calore del sole sulla mia pelle. Sono seduta su una panchina del parco di centro città e ascolto uno dei miei brani preferiti con il mio iPod.
Una mano mi tocca la spalla e mi volto di scatto.
-Ciao, Alison.-
Tolgo le cuffie.
-Zayn-
Lui si siede accanto a me, ma sembra più sicuro del solito. Mi guarda come se avesse la situazione in pugno, come se potesse leggermi nel pensiero.
-Non sai più come resistermi, non è così?-
-Sbruffone.-
Sorride, e mi lascia estasiata. Gli sorrido di rimando. Lui mi mette una mano sul viso e si avvicina lentamente, chiudo gli occhi..
 
-ALISON QUINCY, DEVO VENIRE A TIRARTI FUORI PER I CAPELLI?-
Sbadiglio. Che sogno del cazzo.
-Arrivo, mamma-
 
Mezz’ora dopo sono a scuola, dove si respira un’euforia di quelle che precedono una festa.
La giornata passa in fretta, e in un battibaleno sono fuori da scuola.
L’inconfondibile voce di Zayn, mi chiama.
-Ehi Ally, ci sarai questa sera?-
-Si, Joe non mi ha dato alternative-
Ridiamo entrambi, e fissiamo l’uno le labbra dell’altro.
Guance, non diventate rosse proprio adesso.
-Sei bella quando ridi-
Cazzo, Alison, di qualcosa di sensato, ti prego.
-Grazie, anche tu-
ANCHE TU? CHE COSA HAI NEL CERVELLO? FRITTATA DI CIPOLLE?
-Oh, grazie. A stasera, Alison-
Mi stampa un bacio sulla guancia, corre fino al suo motorino e sfreccia via.
  
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