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Autore: _Renegade_    25/02/2013    2 recensioni
Questa storia parla della 11° edizione degli Hunger Games, e di come la protagonista affronti la difficile situazione dei distretti nei primi anni dopo i Giorni Bui e la "novità" di questi giochi. Ha le idee chiare su cosa fare del suo futuro. Ma non sempre le cose vanno come previsto...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sono appena le 4 del mattino quando qualcuno mi sfiora la guancia facendomi svegliare di soprassalto. E' Jan. Mi fa segno di andare in camera a dormire, e io obbedisco senza far storie anche perché sono mezza addormentata. Appena appoggio la testa al cuscino mi riaddormento come un sasso.
 
Lui è davanti a me. Corre. Fugge. Ha paura. Sa che non mi può sfuggire. Non più. Ormai è mio. Davanti a noi si estende un'immensa prateria. Può correre finché vuole, ma ha i minuti contati. Comincia a rallentare. E' stremato. Ormai è molto che corriamo. Ma io non sono stanca. Il desiderio di salvare il mio mondo è molto più forte della fatica.
Accorcio la breve distanza che ci separa e mi aggrappo alla sua caviglia facendolo ruzzolare a terra. E' pancia  terra.  Lo blocco con tutto il mio peso. Le mie ginocchia gli schiacciano i polsi a terra impedendogli ogni movimento. Ha il fiato corto. Il mio è normale, nonostante l'estenuante corsa. E' il momento. Prendo il coltello nella mano destra, che è quella con cui sono più abile. Ma qualcosa non va. La sua testa si sta girando in una posizione decisamente innaturale. 
Ha girato quasi di 360° ormai, ne sono certa. Ma non ha un volto. Quello che dovrebbe essere il suo viso è solo un buco nero. Un brivido mi percorre la schiena. Sono bloccata dall'orrore. Quello che dovrebbe essere l'ultimo tributo, l'ultimo sacrificio per il mio ritorno a casa, è in realtà un mostro. Non sono più nell'arena. Intorno a me solo il buio. Sono totalmente disorientata. Ed è anche per questo che la creatura riesce a liberarsi dalla mia presa. E' incredibilmente forte. In pochi istanti mi sovrasta. Non so più dov'è la terra e dove il cielo. Tutto mi ruota intorno, o almeno credo, è buio pesto. La cosa si confonde tra le tenebre, ma non riesco ancora a muovermi. Comincio ad urlare, a chiedere aiuto. Ma nessuno mi sente. E chi potrebbe mai sentirmi qui? Il colpo mi arriva dall'alto, o almeno credo che quello sia l'alto. E sono quasi certa che sia il MIO coltello. Piano piano sento le forze abbandonare il mio corpo. E ho freddo, tanto freddo. Poi l'oscurità comincia a pulsare e tento di muovermi, di liberarmi da quest'orribile incubo. Io ho paura del buio. Urlo ancora, chiedo aiuto. Qualcosa mi tocca, mi tiene per le spalle, e ne sono certa: vuole darmi il colpo di grazia. Una voce indistinta mi chiama. Infine riesco ad aprire gli occhi e mi ritrovo nella mia stanza. Con Joseph accanto.
 
- Leaf, è tutto a posto? Ti ho sentita urlare, stavi facendo un brutto sogno? - dice Joseph. E' seduto sul bordo del letto. Ha la fronte corrugata emi osserva con attenzione. Non posso fare a meno di reagire con stizza, nessuno gli ha chiesto aiuto!
- Si stavo facendo un brutto sogno, ma non credo sia un tuo problema. - mi accorgo troppo tardi di aver messo un po' troppa acidità nella voce.
- Oh beh scusa - mi risponde lui tranquillo alzandosi con un movimento fluido e dirigendosi verso la porta a grandi passi. - Volevo solo assicurarmi che stessi bene. Ad ogni modo faresti meglio ad alzarti. Assicurarsi che io stessi bene? Che vuol dire?
- No aspetta! - lo fermo prima che apra la porta per uscire. 
- Si? 
- Ecco... è....che quel sogno... Era davvero orribile. TI dispiace restare qui con me per qualche minuto? - Cerco di usare il tono più dolce che conosco, nella speranza che prenda le mie parole anche come scusa per la mia precedente rispostaccia. 
Soppesa la mia proposta per qualche secondo poi torna a sedersi sul letto. Indossa i pantaloni del pigiama e una canottiera leggera, sotto cui si intravede quel poco di muscoli che è riuscito a mettere su, un po' nella dura vita del distretto, un po' per l'addestramento degli ultimi giorni.  E per la prima volta mi rendo conto che è davvero carino. Molto carino. 
- Ti va di raccontarmelo? Il tuo sogno intendo. - la sua voce mi riporta alla realtà.
- Non ne sono sicura, ma era davvero orribile...
- Mhmm.... non può essere così orribile... e poi non mi hai ancora detto quello che hai fatto vedere agli strateghi, 8 è davvero un buon punteggio non me lo sarei aspettato da te. - scuoto la testa e mi abbraccio le ginocchia con le braccia. Lui alza gli occhi al cielo.
- E allora di che vuoi parlare? Dai su, entro una settimana al massimo uno di noi due (se non entrambi) sarà morto e stecchito no? Potrei essere l'ultima persona con cui condividerai i tuoi pensieri; e inoltre  so già buona parte della tua storia. - ma io non ho intenzione di morire. ha completamente ragione ma non posso non ribattere sarcasticamente  nella mia mente. Faccio un respiro profondo e poi comincio - Beh ero nell'arena ed restavamo solo io e un'altro, ma quando lo guardavo in faccia scoprivo che in realtà il viso era un'immenso buco nero, poi è diventato tutto buio e beh... io... ho paura del buio... ne ho sempre avuta...
Ci pensa un po' su, guardando un punto imprecisato sopra la mia testa. 
- Beh, suppongo... che sia normale a questo punto fare sogni del genere.... non credi anche tu? 
- Uhm... credo...credo di si.... ma ora cambiamo discorso. Come hai fatto a prendere 10?! E' un punteggio quasi impossibile! 
- Diciamo che... gli ho dimostrato... quanto può essere grandiosa una mente cresciuta fuori dagli schemi - quello che mi ha detto non ha alcun senso ma lo prendo come un "ho fatto qualcosa di completamente fuori dagli schemi e loro sono rimasti colpiti" 
- Va bene... ma non siamo ancora pari, io ti ho detto tutto. Mi sono completamente affidata alla speranza che tu non dica nulla. Ma non so nulla di TE, a parte che non avresti voluto essere qui e che a casa hai una ragazza e una famiglia che ti aspettano.
- La ragazza non ce l'ho. - rimango interdetta
- Ma avevi detto...
- So quello che ho detto. Ma abbiamo.... ecco ... abbiamo deciso di finirla. Nel senso che l'ho lasciata libera. Se devo morire non voglio che lei non si senta libera di continuare la sua vita.
- Oh... ha senso...
- Già... faremmo meglio ad andare ora, stasera c'è l'intervista, dobbiamo prepararci. - annuisco senza muovermi.
- Arrivo subito. - lo guardo mentre si allontana e realizzo che ha evitato la domanda con la storia della sua ragazza. Ma non sono d'accordo sul fatto che lui pensi di aver così poche possibilità, ha avuto il punteggio più alto dagli strateghi! Tutti gli altri non hanno superato l'8, come me.
 
Mi alzo con calma, mi vesto con la prima cosa che mi trovo tra le mani e vado in sala da pranzo dove mi attendono gli stilisti che mi investono di domande e mi riconducono nella mia stanza senza darmi tempo di aprire bocca.
Passo la mattinata con parte della crew che mi lava e mi sistema come avevano fatto il primo giorno, solo molto più delicatamente perché questa volta non faccio storie. Lirio si alterna tra la mia camera e quella di Joseph per gestire il lavoro sei suoi dipendenti al meglio.
Per l'ora di pranzo sono come nuova. Ci sediamo a tavola con l'intenzione di tornare al lavoro al più presto anche se non c'è più molto da fare. Anche Joseph sembra come il primo giorno solo che... mi fa un'impressione diversa: il suo viso sembra meno stanco e triste del solito; i suoi occhi castani mi sembrano così profondi da potermici perdere; i suoi capelli luminosi e il suo amaro sorriso radioso.
Ma che cavolo mi sta succedendo? 
Per tutto il pasto non riesco a staccargli gli occhi di dosso, se non quando si accorge che lo sto osservando e sono costretta a distogliere lo sguardo per pochi secondi. 
Quando torno nella mia stanza con la mia parte della crew di stilisti Lirio mi mostra il mio abito per questa sera. E' verde smeraldo, di seta, la parte superiore è costituita da un tubino stretto nel quale ho il terrore di non riuscire ad entrare; la gonna invece si apre in  tanti strati di pizzo svolazzante. In poche parole è bellissimo. Lo infilo con l'aiuto degli stilisti e mi volto per guardarmi allo specchio, per la prima volta da questa mattina, perché la crew non voleva che mi rovinassi la sorpresa.
- Sei splendida! - è Lirio che è appena entrato in questo preciso momento - Ma ti mancano queste - mi sorride mentre mi porge un paio di scarpe con il tacco, non troppo altro, del colore del vestito.  I suoi collaboratori sospirano e qualcuno lo rimprovera di aver "rovinato l'atmosfera". Mi spunta un sorriso e torno a guardarmi, i miei lunghi capelli neri mi ricadono mossi sulle spalle; il vestito mi calza a pennello, sembra fatto su misura per me, cosa che probabilmente è vera. Sono davvero splendida.
 
Se avevo pensato di essere splendida mi sono dovuta ricredere. 
Sono in coda al ragazzo dell'1 dietro il palco, dietro di me tutti gli altri tributi. I ragazzi, anche quelli che sin dall'inizio mi erano sembrati magari, denutriti e alcuni proprio brutti, ora sono davvero carini! Tutti gli stilisti hanno fatto un'ottimo lavoro, non c'è che dire, i vestiti di tutti sono a dir poco fantastici. 
Joseph è dietro di me perché le ragazze vanno prima dei ragazzi. Quando l'ho visto uscire dalla sua stanza sono rimasta letteralmente senza fiato. Indossa uno smoking bianco che con i suoi capelli scuri è perfetto. I capelli leggermente a spazzola e nei piedi dei mocassini bianchi.
Nella sala accanto la ragazza del distretto 1 è già sul palco con Ceasar. La gente ride e sghignazza alle battute di lei e di lui e mi assale il panico. E se nessuno ridesse alle mie battute? Se neanche Caesar riuscisse ad inventare battute ad una come me?
Abbiamo pochi minuti per uno in cui Ceasar riesce, di solito, a far parlare anche i tipi più timidi. E' molto giovane, o almeno credo, perché esteticamente non sembra neanche più grande di me. Ma in pratica è così dalla prima edizione dei giochi e non mi stupisce che possa avere questo identico aspetto per i prossimi 10 anni. Ho sentito di cittadini di Capitol City di più di 80 anni che ne dimostravano appena 40. E mi è parso di sentire uno degli stilisti che diceva di voler regalare un intervento chirurgico al nipote di 12 anni perché voleva i pettorali scolpiti. Trovo la cosa spaventosa, per non parlare dei capelli di questa gente. Sulle loro teste ci sono colori di cui non sapevo neanche l'esistenza!
Sono talmente persa nei miei pensieri che non mi accorgo che il tributo maschio dell'1 sta già scendendo dal palco e che tocca a me. 
Salgo in fretta gli scalini rischiando di inciampare ad ogni passo. Il pubblico applaude entusiasta alla mia entrata e io imbarazzata saluto con la mano scatenando applausi più sonori. Ceasar mi fa accomodare sulla poltrona accanto a lui
- Allora! Leaf, prima di passare alle cose importanti: CONFESSA! - se prima ero imbarazzata ora ho le guance in fiamme. Confessare cosa? Hanno scoperto il vero motivo per cui sono qui?
- Ehm... scusa? Non credo di aver capito. 
- Ma si! Ormai lo sanno tutti! Dai confessa! - ma... come lo sanno tutti?! E chi l'ha detto? Che Joseph mi abbia tradito? Ma quando? Ora sono terribilmente spaventata e l'unica cosa che riesco a fare è negare.
- Non so  di cosa tu stia parlando...
- Ma come no? Hai copiato il mio stile per l'abito di questa sera no? - scoppia in una risata che contagia il pubblico. All'inizio non capisco davvero cosa intenda ma poi mi rendo conto che anche lui è vestito completamente di verde, anche se è più chiaro del mio e lui ha anche i capelli di quel colore.
- Ah già! A dire il vero non ci avevo neanche fatto caso! Non che tu passi inosservato Ceasar, anzi penso che questo colore stia meglio a te che a me! -  faccio una risatina che mi esce più nervosa di quello che vorrei. Pericolo scampato.... se non avessi negato a quest'ora sarei già stata giustiziata. Il pubblico torna tranquillo.
- Bene, ora le cose importanti. - mi prende la mano con fare amichevole - Credo che tutti vogliano sapere perché....ti sei offerta volontaria. Conoscevi la ragazza che era stata estratta? O quell'altra che voleva così ansiosamente partecipare a tutto questo?
- Beh diciamo di no. Non conoscevo nessuna delle due se non di vista; ma quello che mi ha spinto ad offrirmi volontaria è stato il desiderio di portare la gloria nel mio distretto. Come immagino sappiate tutti il Distretto 2 ha avuto un solo vincitore fino ad ora. Ma il mio distretto merita molta più gloria di quella che riceve. - sfodero il sorriso più smagliante che riesco a trovare e la gente applaude e acclama. Ho fatto colpo. Missione compiuta.
- Beh mi sembra una cosa logica - mi sorride - un'ultima domanda, prima che scada il tempo Leaf. Oltre ai tuoi genitori c'è qualcuno che ti aspetta a casa? Un ragazzo ad esempio? - non capisco il perché, ma la sua domanda mi fa male. E' come essere pugnalata. 
- Ehm... no... ecco... - cerco di ricompormi, schiarisco la gola perché la mia bocca è improvvisamente più arida di quel che era prima. - No, diciamo che.... la mia famiglia è tutto quello che ho, e sono convinta che ora siano più che fieri di me, questo mi basta. 
Il pubblico esplode in un ultimo caloroso applauso e Caesar mi saluta con un abbraccio prima di concludere:
- Signori e signore Leaf Moonseeker!   - subito dopo suona il biip! che segnala la fine dell'intervista tocca a Joseph. Gli cedo il posto.  Ceasar si dilunga un po' in chiacchere prima di passare al vero punto della questione che è: - chi hai lasciato nel distretto? C'era una ragazza che piangeva. - lui torna serio di colpo e comincia con il suo dramma. 
- Lei....beh... era la mia ragazza...Mara. 
- Oh! Beh questo non me lo aspettavo,  e voi? - si rivolge al pubblico che acclama - Questo cambia le cose mio caro, hai il DOVERE di lottare fino alla fine per tornare da lei! - Joseph sospira e una lacrima gli attraversa il viso.
- Lo farò Ceasar. Puoi esserne certo.
E io so che non sta mentendo, ce la metterà tutta. Come tutti gli altri, ma era plausibile. Tutti hanno qualcuno da cui tornare. Nessuno vorrebbe morire.
La serata continua lenta, e quando finalmente finisce possiamo tornare nelle nostre stanza. Ma nonostante la mia stanchezza e il mio desiderio di riposo non riesco a chiudere occhio.
Dopotutto è lecito essere spaventati no? Ma domani comincerà l'incubo vero e non avrò più tempo per dormire
D'improvviso mi assale la consapevolezza di tutto quello che mi perderei  se morissi nell'arena. Non avrò mai amato qualcuno, e non sarò mai stata amata da qualcuno che non sia parte della mia famiglia. Non avrò mai dato il primo bacio. Non mi sarò mai sposata e non avrò mai provato l'emozione di sentire mio figlio dentro di me. Non avrò mai realmente vissuto la mia vita.
Non avevo mai realmente preso in considerazione la possibilità di non riuscire nel mio piano. Non ho nemmeno calcolato eventuali imprevisti. Ma ora la possibilità della mia morte imminente è estremamente reale. E non so esattamente perché, ma... vorrei che Joseph fosse qui con me.
 
My Corner 
Vi chiedo infinitamente scusa per l'imperdonabile ritardo, ma ho compensato facendo un po' più lungo di come lo avevo previsto, il prossimi è già in fase di elaborazione quindi non penso di metterci più di una settimana a postarvelo :) Ringrazio chi ha recensito la storia fino ad ora e chi lo farà in futuro. Grazie e al prossimo capitolo. Non perdetevelo perché SI COMINCIAAAAAAAA!
   
 
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