Questa volta non mi sono fatta attendere! ^^ Buona lettura!
Capitolo 4°
PROBLEMI DI TUTTI
I GIORNI... O QUASI
«Guarda che ti sento,
Vegeta.»
«Donna! Non
interrompere i miei
monologhi personali!»
«Mah, fa come vuoi...»
«Te lo faccio
vedere io lo
schiaccia-mosche!» sibilò Vegeta.
Bulma si affacciò dalla
cucina e lo guardò storto.
«Cos’è, ne vuoi ancora?»
domandò malignamente.
Vegeta ringhiò tra sé e sé
e decise di non rispondere. La donna sorrise soddisfatta e
tornò alle sue
faccende, dicendo:
«Ne ero sicura...»
Vegeta incrociò le
braccia, scocciato. Si trovava in salotto, seduto sul bordo di un vaso
posato
sul tavolinetto al centro della stanza. Ancora gli girava la testa per
il colpo
ricevuto. Incredibile, quella donna aveva davvero messo in atto le sue
minacce.
Certo... non era di sicuro la prima volta. Si portò una mano
sopra il capo e
socchiuse gli occhi, colto da una fitta improvvisa di dolore. Ma tanto
gliela
avrebbe fatta pagare a quella Bulma. Ne era certo!
Una formica si stava
avvicinando a lui, camminando sul bordo del vaso. Si fermò a
pochi passi dal
Sayan e prese a scrutarlo intensamente con due grandi occhi.
Incuriosita da
quell’esserino, la formica allungò le antenne e
iniziò a tastare il braccio del
Principe, fino ad andare a solleticarlo sul collo.
«Sparisci dalla
mia vista,
disgustosa creatura!» strillò Vegeta
balzando in piedi sul bordo del vaso «Come hai osato farmi il solletico,
eh? Io ti distruggo!»
Però questa, al contrario
dell’altra formichina che Vegeta aveva incontrato
inizialmente in laboratorio,
sembrò non spaventarsi affatto dal tono brusco del Sayan.
Anzi, si avvicinò
subito a lui e iniziò a strusciarsi contro la sua gamba,
come un micio.
«Allontanati da
me, schifoso
insetto!» sbraitò Vegeta e spinse la
formica dentro il vaso.
Questa gli rivolse uno
sguardo... infinitamente triste. Eh sì, perché
anche le formiche hanno dei
sentimenti. E i sentimenti di quella poverina erano stati feriti dai
modi
bruschi del Sayan. Afflosciò le antennucce e
abbassò un po’ il capo,
continuando a rivolgere quello sguardo triste al Principe dei Sayan.
Vegeta si accorse dello
stato d’animo della formica e non poté fare a meno
di esclamare esasperato:
«Ecco! Ci mancava
la formica offesa
e triste!»
La ignorò completamente e
scese giù dal vaso. Camminò per il tavolinetto,
fino a raggiungere un altro
vaso di bellissimi fiori. Volò sul bordo di questo e vi si
sedette. Incrociò le
braccia e sbottò:
«Insomma, quanto
ci mette Bulma a
costruirmi un non so che per tornare normale? Mi sono veramente
scocciato di
questa assurda situazione!»
Qualcosa gli strusciò
contro un braccio. Vegeta socchiuse gli occhi e strinse i denti.
«Dannato insetto,
giuro che ora
ti... ti... ti...» Vegeta si era
voltato a vedere cosa ci fosse a contatto con il suo braccio. E
ciò che vide lo
inorridì non poco. Un lombrico.
Tremante e paralizzato
dall’orrore, non riuscì a muoversi. Il lombrico
gli strisciò sulle gambe,
mentre il Sayan sbiancava completamente dalle punte dei capelli alle
dita dei
piedi.
«B... Bu...
Bulma...» squittì mentre il lombrico
si fermava e volgeva
la testa (o la coda?) verso la sua faccia «Bu... Bulma? Vi... vie... vieni
qui...»
«Mmm! Cos’altro c’è, mio
regale marito?» sbuffò Bulma affacciandosi dalla
cucina, così notò il lombrico
sopra Vegeta.
«Vegeta, che schifo! Levati
quel coso di dosso, mi fa impressione! E’ più
grande di te!» esclamò Bulma
alzando le sopracciglia sorpresa.
«E pensi che non
lo avrei già tolto
se avessi potuto?!» strillò isterico
Vegeta, poi si pietrificò ancora quando il lombrico
avvicinò di più la testa
(sì, facciamo che sia la testa...) al suo viso.
«Come non puoi?» domandò
incredula Bulma.
«Donna, insomma!
Levamelo!
Levamelo! Levamelo!» continuò a
sbraitare in modo stridulo, Vegeta.
Bulma capì finalmente la
fobia del marito, così corse subito in suo soccorso.
Afferrò il lombrico con le
dita e lo gettò fuori dalla finestra aperta. Vegeta, con un
colorito che
passava dal verde al giallognolo, balzò subito
giù dal vaso e iniziò a pulirsi
gli abiti convulsamente con le mani.
«Oh, che schifo!
Mi sento così
lurido! Che orrore!» esclamò il Sayan
passandosi assiduamente le mani sul viso e sui capelli, tremando e
agitandosi
schifato.
«E che sarà mai un
lombrichetto!» sospirò Bulma.
«E’ la
cosa più orripilante di
questo mondo, ecco cosa!»
l’aggredì
Vegeta isterico.
Bulma sfoggiò un sorriso
furbo.
«Uhm... e così ora conosco
un altro tuo punto
debole...»
«Il grande Vegeta
non ha punti
deboli!» urlò il Sayan.
«Ah! Il grande! Ah, ah!
Questa è bella!» lo derise Bulma tornando in
cucina.
Vegeta strinse i pugni
dalla rabbia.
«Perché
mi fai questo, donna?!» le urlò
dietro furioso.
«Questo cosa? Io non ti
sto proprio facendo nulla... fai tutto da solo.»
sghignazzò questa.
Che affronto per il
Principe dei Sayan! Vegeta, offeso, si alzò in volo e si
diresse al piano di
sopra. Doveva distrarsi, pensare ad altro... anche perché
ancora provava un
moto di schifo per quell’essere strisciante che gli era
camminato sopra. Bleah.
Che schifo. (Concordo... nd Me91)
Si sarebbe diretto alla
Camera Gravitazionale. Un po’ di allenamento lo avrebbe
distratto.
Si trovò di fronte alla
porta della GR. Il grande bottone rosso di apertura brillava sulla
parete alla
sua destra. Vi si avvicinò e allungò la mano per
premerlo. Non accadde
assolutamente nulla. Giusto perché Vegeta non aveva premuto
per niente. In
effetti il pulsante era duro, o almeno ci era diventato di recente
visto che
Vegeta aveva il brutto vizio, il più delle volte, di aprire
la camera sbattendo
il pugno destro contro il muro per premere il pulsante. E si sa che il
Principe
dei Sayan non sa, o meglio: non vuole controllare la sua forza. Fatto
sta che
ora sarebbe stata un’impresa premere quel maledetto pulsante.
«E apriti! E
premiti! E spingiti!
E... MALEDIZIONE!» ad ogni
esclamazione, Vegeta prendeva la ricorsa e poi scattava contro il
pulsante,
cercando di aprirlo a spallate. Iniziò a darle in
ripetizione, visto che questo
non ne voleva sapere di premersi. Niente, non funzionò.
Senza fiato, Vegeta si
allontanò un po’. Tremante di rabbia,
posizionò le braccia e aprì le mani. Le
puntò contro il pulsante, per poi urlare:
«BIG BANG ATTACK!»
Se Vegeta fosse stato
delle dimensioni normali a quest’ora la Capsule Corporation
non sarebbe più
esistita, invece questo attacco da “mini Vegeta”
bastò appena per spingere il
pulsante quanto bastava per aprire la Camera Gravitazionale.
«Sì!»
il Sayan si fiondò subito dentro, mentre le porte si
chiudevano alle
sue spalle.
Volò verso il pannello di
controllo e osservò bene la situazione.
«Uhm... non credo
sia una buona
idea allenarmi a gravità 500 come mio solito... Mah, 200
penso andrà bene.»
ragionò, iniziando poi a saltellare sopra i vari
tasti per digitare la gravità. Poi fece un bel salto e
atterrò proprio sopra il
pulsante “ACCENSIONE”. Alla macchina ci volevano
circa 5 secondi per partire in
funzione. Vegeta, sempre in volo, si allontanò dal pannello
di controllo e si
trasformò subito in Super Sayan. Così ora
sembrava una fiammella di una candela
dentro quella stanza. Strinse i pugni con forza.
«Già,
mi devo proprio sfogare.
Dannata Bulma, io la... Uh!»
Gravità 200 azionata. Il
macchinario ronzava allegramente lì, al centro della GR. Si
udivano vari BIP
BIP, segno del funzionamento della macchina. E Vegeta... Vegeta era
spiaccicato
al suolo, sbattuto a terra dalla gravità troppo alta per il
suo microscopico
corpo. Aveva il viso premuto contro il pavimento e strizzava gli occhi
per
resistere a quel gran peso che lo schiacciava in giù.
«Do... donna...?»
sbiascicò il Principe dei Sayan, ormai ridotto
tipo zerbino.
Usako89:
Grazie per la rece! Allora posso contare che anche questo chappy ti
piaccia! O
almeno spero... ^^’
Spero quindi ti sia divertita a
leggere questo capitolo!
^_-
Purtroppo il prossimo aggiornamento si farà attendere... ora parto per andare in montagna! ^^' Tornerò il 16... comunque credo che aggiornerò per il 19, ma non vi garantisco nulla! Il prossimo, probabilmente, sarà l'ultimo o il penultimo chappy! Beh... aspettatemi, eh? Ciao, ciao! ^^