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Autore: Shiki Ryougi    26/02/2013    1 recensioni
Era iniziato tutto come un gioco.
Sperava che potesse nascere qualcosa di più?
Anita non era consapevole fino infondo delle sue intenzioni, dove l'avrebbero portata. Lei voleva solo giocare, conquistarlo, perché Mattia era così bello, silenzioso e affascinante. Un ragazzo tutto da scoprire.

[Storia nata per il concorso il Mezzogiorno d'inchiostro n: 26 del forum Writer's Dream.]
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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Storia nata per il concorso il Mezzogiorno d'inchiostro n: 26 del forum Writer's Dream.
Prompt:
Siete sotto scacco: qualcuno vi obbliga (ricatto, pagamento, obbligo morale, decidete voi) a fare sesso con qualcuno che non vi piace o anche solo con cui non lo fareste di vostra volontà. Raccontateci una storia sinceramente e senza veli.
Boa obbligatoria: il racconto dev'essere incentrato sulla scena erotica.
Boa facoltativa: dovreste rimanere al di qua dell’under 18, ma se lo desiderate, e siete maggiorenni, potete superare il limite. In tal caso, se vi sorge il dubbio di aver passato l’asticella, lo dovete segnalare alla giuria tramite MP, correndo il rischio di essere postati in sezione protetta. E senza conoscere il nostro livello di puritanesimo.

Autrice: A voi la storia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Non credo di aver oltrepassato il limite per il rating rosso. Ma in caso ditemelo che provvederò a rimediare :)
Considerate poi che è la prima volta che scrivo una storia di questo genere, quindi potreste trovarla orrenda.










Quella notte nevicava. Un candido manto aveva ricoperto ogni cosa; regnava il silenzio.
Era tardi ma Anita non dormiva. Tenendo il viso immerso nel cuscino, attendeva e tremava. Aveva paura. I pugni serrati, stretti al petto. Avvolta dalle morbide coperte del letto, era completamente nuda. Una figura esile e pallida, raggomitolata su se stessa.
La porta della camera cigolò, aprendosi lentamente. Un sottile spiraglio di luce illuminò la ragazza, gettando ombre tutt'intorno. Qualcuno entrò senza fare rumore, chiudendosi la porta alle spalle. Anita trattenne il respiro ma non osò alzare lo sguardo.
«Non vuoi guardarmi?» sussurrò il ragazzo, colui che era appena entrato.
Silenzio, un sospiro e il suono di pieni nudi che si muovevano sul pavimento
«Come preferisci, a me non fa differenza».
Scostando le coperte il giovane s'infilò nel letto, giacendo accanto a lei.
Anita, stretta lungo il bordo, faceva finta di dormire. Per sopravvivere bisognava scomparire, lasciare il proprio posto ad un fantoccio. Quel fantoccio con cui lui avrebbe giocato.
Le appoggiò una mano sulla schiena e cominciò ad accarezzarla, godendo della morbidezza della sua pelle. Anita cercò di rimanere impassibile; voltata dall'altra parte sentiva le dita percorrerle la spina dorsale, andando sempre più in basso, per poi salire fino al petto. Ma lei non c'era più, dormiva da qualche parte.
In quella notte innevata, lei s'era perduta.

No, non posso.
No, non lui.
No, non voglio.
No, vattene.
No no no no no!

«NO!».
La voce di Anita scosse le pareti e il silenzio s'infranse, come una finestra di vetro colpita da un sasso.
Prese a dimenarsi, tentando di colpire Mattia che allucinato la osservava, attraversato da profonda incredulità. Ma quell'atto di ribellione durò poco; il ragazzo, molto più robusto di lei, le afferrò un polso e strattonandola la buttò a terra, lasciandola nuda come un verme. Le saltò addosso, bloccandola.
«Che hai intenzione di fare? Lo sai che è tardi per tornare indietro, vero?» la sua voce era un sussurro freddo e senza sentimento. Teneva il viso attaccato al collo della ragazza, odorandola, assaporando il momento. Era tutto così eccitante per Mattia.
Anita respirava irregolarmente, il cuore premeva contro la cassa toracica e il sudore le imperlava la pelle.
«Questa notte sei mia, lo hai promesso. Fa parte del gioco.»
Sì, per lui era tutto un bellissimo gioco eccitante. Anita era l'ennesima bambola con cui sarebbe divertito, prima di gettarla in un angolo, dimenticandola, dopo averla violata.
Pian piano il respiro tornò ad essere regolare, il silenzio ricoprì ogni cosa e tutto tornò come prima. Nulla era mutato, aveva solo velocizzato i tempi.
Anita non aveva possibilità.

Questo è solo uno stupido errore.
Cosa ci faccio qui?
Perché non posso scappare?

Era iniziato tutto come un gioco.
Sperava che potesse nascere qualcosa di più?
Anita non era consapevole fino infondo delle sue intenzioni, dove l'avrebbero portata. Lei voleva solo giocare, conquistarlo, perché Mattia era così bello, silenzioso e affascinante. Un ragazzo tutto da scoprire.
E avevano scommesso. Giocando sul suo corpo.
Che cosa idiota.
Se lui avesse vinto l'avrebbe portata a letto.
Che bello, no?
No.
Anita era ancora vergine e non aveva intenzione di perderla a causa di un gioco.
E allora perché hai accettato?
Potevo vincere.
Aveva perso.

«Sei una piccola idiota...» le sussurrò Mattia in un orecchio per poi mordicchiarle il lobo. Lei scostò il viso di lato e le lacrime le colarono sulle guance arrossate. «Così certa di vincere, non hai pensato alle conseguenze... ma i patti vanno mantenuti. Tu, questa notte, farai sesso con me. Concluderemo il gioco come si deve.»
Il gioco di Anita.
La schiena piantata contro il freddo pavimento, il corpo possente di Mattia che la schiacciava, mentre le mani le mollavano i polsi per andare a tastare i seni e i glutei. Il ragazzo era certo di averla in pugno; lei giaceva inerte, tenendo lo guardo puntato altrove. Era svanita.
La neve continuava a cadere indisturbata, tingendo di bianco e Mattia si muoveva su Anita, baciandola sul collo, i seni, la pancia; sempre più in basso.
Ma i suoi occhi brillavano, non erano assenti, la ragazza non s'era arresa. La fiamma della paura alimentava la rabbia. Gemette, inarcando leggermente la schiena. Non stava godendo grazie alla lingua di Mattia; cercava di raggiungere con il braccio la sua unica salvezza.
Una bottiglia di birra, vuota.
Si allungò ancora un po' e le esili dita si strinsero intorno al freddo collo di vetro.
Accadde in un istante. Quella notte bianca e silenziosa si tinse di rosso.
Il fragore dei vetri rotti e il rumore sordo del corpo vuoto che si accasciava. Anita strisciò via; la pelle pallida era piena di macchie scarlatte. Mattia giaceva a terra, il cranio sfondato e gli occhi spalancati. Non s'era accorto di niente.
Anita era sopra di lui, in piedi, illuminata dalla luna; la bottiglia in frantumi ancora stretta in mano.
È il mio gioco e io decido chi vince.

   
 
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