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Autore: Mayuko    13/09/2007    5 recensioni
{POSSIBILI SPOILERS SU HP7 NEI PROSSIMI CAPITOLI }
Lily Evans racconta il suo sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, barcamenandosi fra gli studi, gli imprevisti, i pianti, i suoi doveri di Prefetto e gli immancabili, accattivanti e impossibili Malandrini.
Genere: Generale, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Serpeverde
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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۞

1.


Mi aveva appena detto che sono magica. Che sono una strega.

Ma non so come, io me lo sentivo già.


Ricordo quel giorno come se fosse accaduto l’altro ieri. E come ogni anno lo ricordo mentre guardo la campagna inglese scivolare via e confondersi in un quadro dai colori autunnali oltre il finestrino dell’Espresso per Hogwarts. Hogwarts, la mia vera, unica casa. Il posto più bello sulla superficie terrestre.
Oggi è il primo Settembre 1976 e io sto tornando a Hogwarts per la sesta volta. Sono così felice che…che non so che dire. Ogni volta che salgo su questo treno mi emoziono e il mio cuore scandisce un ritmo così veloce che è impossibile seguirlo. Guardo fuori dal finestrino e sorrido, sostenendomi il mento sul palmo della mano. E guardo lontano. Uno sgomento tenuto a bada da che ho messo piede a King’s Cross riaffiora dalle mie viscere quando sento lo scorrevole muoversi. Quando mi volto e vedo una delle mie compagne che rientra dal bagno, il rospo che mi era salito in gola fa il percorso inverso e si nasconde nel mio stomaco, chetatosi alla visione di una brunetta bassa e magrolina con la divisa femminile indosso.
«Ho qualcosa che non va?» mi domanda Celestine toccandosi il bel viso scuro «Per un attimo soltanto mi hai guardata come se avessi avuto chissà quale enorme foruncolo sulla faccia!»
«No. Niente. Scusa.» al momento sono di poche parole.
Perché ho questa sensazione? Dovrei essere rilassata, tranquilla e al settimo cielo e invece appena sento un rumorino sospetto il miei riflessi si allarmano ad una velocità stratosferica. Per la barba di Merlino, non c’è nemmeno la remota ombra di un pericolo in chissà quante centinaia di miglia, e io stringo ancora la bacchetta nella tasca. Lily, stai calma. Sei sull’Espresso per Hogwarts, lo ribadisco, Hogwarts – la tua vera casa, il posto più sicuro al mondo! Di che cosa dovresti avere paura esattamente?

Mi riprendo e metto bene a fuoco il mio scompartimento. Oltre Celestine e me ci sono altre tre Grifondoro del nostro anno e una nostra coetanea di Tassorosso che si chiama Holly Stewart, seduta proprio davanti a me. Alla mia sinistra ci sono Alice Prewett e Nicole Rowan, mentre tra Celestine e la Tassorosso siede Lexa Montgomery. Roteo gli occhi quando quest’ultima porge alle due sedute al suo fianco alcuni ritagli di un giornale che trovano particolarmente interessanti visti i soggetti delle fotografie che si muovono ammiccando nei riquadri. Rivolgo un sorriso ad Alice per poi tornare a guardare oltre il vetro in lontananza. È tutto nero. Sbatto le palpebre, ma il mio orizzonte rimane nero come la pietra. Siamo entrati in una galleria. Sul finestrino ora riesco a scorgere soltanto il riflesso del corridoio vuoto. Luminosa, una strana immagine si spalma sul vetro. Alzo le sopracciglia e sento il rospo percuotere il mio esofago. Mi sta fissando nel riflesso.
Occhi color dell’ambra, scuri e accesi, lievemente ingranditi dalle lenti di un paio di occhiali con la montatura particolarmente fine, una zazzera nera talmente scarmigliata da poter benissimo essere confusa per il nido di un cuculo, sorriso sghembo e accattivante. Faccio uno scatto e mi giro. Ora siamo faccia a faccia. Io contro di lui.

Ha vinto. Ho scostato lo sguardo per prima. Sono troppo inviperita per continuare a guardare la sua faccia da schiaffi. Fa una risatina roca attirando l’attenzione di tutte le mie amiche che iniziano a spostare lo sguardo da me a quel deficiente. Non respiro: il suo ego mi sta soffocando. Le mie nocche sbiancano mentre stringo la bacchetta forte nella mano destra. Mi sto trattenendo. Immagino che sia a causa della mia espressione surriscaldata che adesso allarga il sorriso e scopre i canini e inarca le sopracciglia con malizia. Poi mi fa l’occhiolino. Ecco di cosa avevo paura. Adesso mi alzo e ti do uno schiaffo, dannato pezzo di–

«L’hai trovata, James?»
«Oooh, si, Rem. Guarda che faccino rosso. Non è adorabile? Dici che mi posso arrischiare a baciarla sulla guancia?»
«Sta’ fermo dove sei. Anzi no, spostati.»
Remus Lupin entra nel nostro scompartimento. Ero quasi tre mesi senza vederlo, anche se mi ha scritto qualche lettera durante l’estate. È più magro e grigio che mai, ma il sorriso bambinesco è sempre lo stesso. Le sue cicatrici si sono asciugate ancora di più. Adesso sono macchie di caffellatte sulla sua carnagione pallida e malaticcia. Ha già indosso la divisa e anche la spilla da Prefetto. Giusto. Vorrà fare la ronda assieme.

«Ciao Lily, come– »
«Se lui deve seguirci non vengo, Remus.» per favore, guarda la mia espressione scioccata e supplichevole Lupin!
«Ah beh, se è per quello stai tranquilla» mi rassicura con voce adulta, dando una gomitata a James che sparisce alla vista «James non ci seguirà, vero James
Potter soffoca un gemito di dolore «Afferm…ativ…»
Sorrido. Remus mi ricambia con un cenno e si chiude lo scorrevole alle spalle. Mi aspetterà fuori, nel tentativo di chiedere scusa a Potter per la gomitata. Come godo! Rido sotto i baffi mentre cerco nella tasca del mantello la spilla da Prefetto e la appunto a sinistra, sopra il cuore. Esco sghignazzante. Potter è ai miei piedi e Remus sta ancora sussurrando le sue scuse inginocchiato al suo fianco. Non appena mi vede, James Potter si rimette in piedi con un balzo e mi fissa dall’alto dei suoi…quanto cavolo è cresciuto in due mesi e mezzo? Neanche avevo smaltito il primo arrossamento che una seconda vampata arrossa le mie guance. Idiota.

«Ce la fai a smetterla di fissarmi, Pertica Potter?»
«Uh uh, hai notato che sono cresciuto eh?» risponde esitante «adesso sono ben diciotto centimetri più alto di te, Evans» si passa una mano nei capelli e si inchina sul mio viso, sollevandomi il mento con due dita «Ti dovrai alzare in punta di piedi per–»
«Per darti uno schiaffo?»
«Anche» sghignazza. Quanto ti detesto, Malandrino dei miei stivali!

Remus interviene e lo separa da me (prima che io possa fargli del male), ordinandogli di tornare nel suo scompartimento. Le sue moine e la scusa “Ma, Rem, siamo amici!” non funzionano quando Lupin si cala nella parte del Prefetto-paladino-della-giustizia. Neanche per il suo caro Potty.
Iniziamo a camminare, dando occhiate fugaci negli scompartimenti per vedere se tutto quadra. Sorrido, mentre Remus mi racconta a grandi linee la sua estate. Eppure sento dei passi dietro di noi.

«Non ti avevamo detto di filare da Sirius?» domanda Remus
«Il mio scompartimento è laggiù, lo sai benissimo.» non l’avevo mai visto guardare così un suo amico, a parte Minus quando ne sparava una grossa. Non credevo che fosse capace di rivolgere certe occhiate anche a Remus. È accigliato. «Con permesso.» da una spallata a Remus per passare. Che maleducato. Se ne va cacciando le mani nelle tasche dei pantaloni e sbuffando. Se lo prendo giuro che…

«Lascialo andare Lily.» Lupin mi trattiene per un polso «Quando fa così solo Sirius sa calmarlo.»
Lo guardo inarcando le sopracciglia «Non è il caso di arrabbiarsi se un Prefetto gli ordina di fare qualcosa.»
Remus mi guarda con le pupille dilatate che invadono l’oro delle sue iridi «Spero tu stia scherzando. Non è certo perché gli ho detto di andarsene che si è arrabbiato – almeno, non del tutto.» Non capisco.
«Lily…non hai mai un sorriso per lui.»

Non ho mai un sorriso per lui. Adesso mi è tutto più chiaro, come no. «E quindi?»
«E quindi,» sospira Lupin socchiudendo gli occhi e lasciandomi il polso, riprendendo a camminare «è costretto a rubare i sorrisi che rivolgi agli altri.» sto per ribattere ma lui è più veloce di me «Non so se lo reputi un tuo amico, ma so che pensi – come tutti noi, che può diventare davvero esasperante. È egocentrico, vanitoso, può diventare egoista se necessario. Sa essere presuntuoso e rompiscatole ed è vero che ha tanti altri difettucci,» chiamali difettucci… «ma non gli hai mai dato una possibilità. Una chance per dargli modo di farti vedere come realmente è, sotto quella sottile buccia che si chiama apparenza. Insomma, a te ci tiene veramente. Vorrebbe davvero essere amico di una donna» alza gli occhi al cielo «e in te vede questa opportunità, ma non gli lasci neanche un po’ di spazio per…»
Rido «Scusami, mi stai dicendo che Potter vuole essere mio amico? A me non sembra che abbia intenzioni molto “amichevoli”. Sinceramente non gradirei essere l’ultimo gioiello della sua collezione…»
«Come sei ingenua.»
«Come scusa?»
«Ho detto che sei ingenua. O forse fai finta di non accorgertene» spalanco la bocca, offesa «E comunque stiano le cose…lui non ti considera come le altre. Forse, in fondo, lo sai anche tu. Non ha mai trovato nessuna ragazza che lo interessasse e lo respingesse come fai tu.»
«Allora per lui sono solo una sfida, l’ennesima, in cui lui deve dimostrare ha tutti quanto è capace, no?»
«Ma tu hai fatto in modo che fosse così. Non dirmi che non è vero che prima di provare a trattarti come tratta tutte quelle che sbavano dietro di lui non si sia mai comportato in modo più o meno decente. È solo da tre anni che ti importuna…»
«Oh beh, devo dire che hai scelto le parole esatte. Ora non ti viene il mente il motivo per il quale non lo voglio fra i piedi né come amico né come nient’altro?»
Sospira affranto. Ecco. Ogni volta mi illudo che lui non sia un vero Malandrino, invece quella di Prefetto è solo una maschera, e Silente gliel’ha offerta su un piatto d’argento!
«Sei impossibile» Si ferma dentro uno scompartimento e ritira un Frisbee Zannuto. Camminiamo in silenzio per un po’ e rifletto sulle sue parole. Anche se sono ancora offesa, quindi mi duole ammetterlo, ma in parte ha ragione. Non gli ho mai dato una possibilità: quindi adesso si è fissato con me! Forse se gli dessi quest’opportunità e facessimo…brr…amicizia…magari poi mi ignorerebbe e la smetterebbe di rompermi l’anima tutti i santi giorni.

«Sai cosa credo?» dice Lupin interrompendo la mia riflessione e il silenzio «Che in realtà tu abbia il terrore che lui smetta.»
«Di fare che cosa?»
«Che smetta di…oh, insomma, che inizi ad ignorarti. Tu hai paura che diventi tuo amico e che la cosa ti possa piacere. E non vuoi che una volta fatto questo passo, lui cambi idea e ti lasci perdere, come ha fatto con altre…cose.»
Remus Lupin uno, Lily Evans zero.
«Oh, ehm…e sentiamo: questo da cosa lo avresti dedotto…?» il mio tono è dosato per essere il più disinvolto possibile e mentre parlo non lo guardo negli occhi: immagino che il rossore si sia propagato anche sulle mie orecchie.
«Beh,» comincia con tono indagatorio «Non è la stessa cosa che è successa con Mocciosus?»
Mi volto a guardarlo, indignata «Pensavo che almeno tu avessi smesso di parlare di Severus in questo modo! E comunque non capisco cosa c’entri lui con Potter.»
«Moc…Piton era un tuo amico, non è vero? Poi l’anno scorso avete litigato – e la ragione mi è sconosciuta, quindi non vi parlate più come prima. Anzi, diciamo anche che vi ignorate totalmente, cosa che è partita da lui. Non è forse vero? »
Le mie ciglia trattengono a stento dei lucciconi salati. Il rospo torna a tremare nella mia gola e fa fremere la mia voce «E…e con questo? Severus ed io non eravamo dello stesso parere a pr-proposito di…di una questione sua pers-sonale…e mi ha urlato contro che era indignato dalle mie parole, che ero solo…una…una sporca Mezzosangue e non avevo diritto di ficcare il mio lur…ido naso… » siamo fermi in mezzo al corridoio davanti ad uno scompartimento con lo scorrevole aperto, ma io non riesco a vedere chi c’è dentro perché le lacrime distorcono la mia visuale. Sento la mano di Lupin sulla mia spalla «nei suoi..aff…affa…» la voce mi muore in gola.

«Io…Lily, scusami. Non sapevo…non credevo ci fossi rimasta così male…Io volevo soltanto dire che…» la mano di Remus vola via dalla mia spalla come se fosse stata scaraventata lontano.
«Togliti dai piedi, Rem!» due palmi enormi mi stringono i polsi e mi allontano le mani dal volto arrossato e umido «Cosa accidenti le hai fatto? Vi lascio da soli cinque minuti e me la riporti sotto gli occhi in lacrime?!»
Potter è seriamente adirato con Remus, che nemmeno cerca di convincerlo che lui in realtà non mi ha fatto nulla. Che non è lui il movente dei miei dispiaceri.
«Lily?» smetto di piangere. Di chi è questa voce? Ha un tono di premura che non avevo mai sentito…«Lily…ti vuoi sedere? Mi dici cos’è successo? Ti va?» …Ma questo non è…Potter?

«No…oh,io…» una mano mi asciuga le lacrime lentamente e si scontra con la mia mentre faccio la stessa cosa «…S-Severus è stato…» non riesco ad andare oltre
«Quella feccia le ha fatto di nuovo qualcosa?» lo sento domandare a Lupin. Mentre si rivolge a lui il tono dolce e premuroso è sparito e le sue corde vocali sembrano suonare una musica tutt’altro che dolce.
«No. Ma stavamo parlando di lui e…»
«Lily. Lily…Mi dispiace.»
Alzo gli occhi, intimorita e incerta se aspettarmi o meno il suo sorriso sghembo dannatamente idiota. Però non lo trovo. Mi tiene per le spalle con le sue mani dalle dita affusolate e l’argento sui suoi occhiali e sull’orologio al suo polso luccicano sui vetri degli scorrevoli vicini. Mi sta sorridendo tristemente e ha la fronte tutta corrugata. I capelli neri sono sparati in tutte le direzioni, scomposti e disordinati come al solito. Non riesco nemmeno a muovere un muscolo per dirgli di lasciarmi andare o farlo da sola. Ho come l’impressione che mi abbia letto nel pensiero quando scosta lo sguardo dal mio viso e lascia cadere le braccia sui fianchi strettissimi.

«Vuoi sederti?» una voce profonda irrompe dietro la spalla di Potter: è Black, il suo amico inseparabile «La madre di James mi ha lasciato una crostata. Vieni dentro, te ne offriamo un pezzetto.» declama sorridente.
Ora il mio viso è asciutto, ma James Potter continua a guardarmi come se fossi un cagnetto bastonato sotto i suoi occhi impotenti. Remus ci supera ed entra nello scompartimento, chiude lo scorrevole e ci lascia fuori. Da soli.

«Mi dispiace,» dice con tono serio «per Mocciosus. Tu…lui…insomma, mi dispiace Lily. Io…» incredibile. Arrossisce per la prima volta da che vedo il suo brutto muso aggirarsi furbetto per Hogwarts «…non ti avrei mai trattata così.»
«Lo so.»
Anche lui sembra stupito dalle mia parole, eppure è la verità. «Lo so che non mi avresti mai detto che sono soltanto una stupida Mezzosangue Babbana di nascita talmente fissata con lo studio che non riesce nemmeno a mangiare decentemente, nonostante gli Elfi domestici di Hogwarts cucinino tutte quelle leccornie, che mi occupo dei tuoi affari con modi decisamente invadenti, che sono maldestra e piango per delle idiozie o che…»
«…o che sei logorroica come pochi, quando prendi confidenza con qualcuno. Vero?»
Ci sorridiamo. Lui si passa una mano fra i capelli e socchiude gli occhi. Poveretto, dev’essere un riflesso incondizionato.
«Va bene.» sospiro «Mi avete convinto. Ti do una possibilità…James» soppeso l’ultima parola con particolare enfasi, per fargli strabuzzare ancora di più gli occhi
«Dici sul serio?» la sua faccia sembra quella di un bambino a cui è stato appena riferito di aver ereditato Mielandia «Tu…Evans, no cioè, Lily…»
«Possiamo provarci no? Tentar non nuoce, spero.» allungo la mano e lui subito l’acchiappa come se fosse il Boccino d’Oro della partita del secolo; il mio dorso scompare nella sua mano abbronzata.
«Amici?» mi chiede esitante
«E sia.»
«Non ci posso credere.»
«Beh, come inizio sei un po’ troppo esaltato» lo bacchetto con un dito alzato «vediamo cosa mi suggerisce la crostata di tua madre, Potter.»

Ridiamo entrando nello scompartimento. Sirius Black e Remus Lupin si scambiano sguardi sorpresi.

  
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