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Autore: Allie__    26/02/2013    3 recensioni
La situazione, la tensione, vederlo così.. gli aveva fatto salire il sangue al cervello e quella che lei, aveva interpretato come gelosia, aveva fatto venire a galla la sua, che aveva represso per anni.
«Io..» non riuscì a dire altro, che il resto delle parole le morirono in gola.
«Tu come al solito non finisci le frasi. Ma sai una cosa, non abbiamo più 3 anni..» la guardò per un attimo «..direi che tu non hai più bisogno di me e io penso di aver più nessun bisogno di te» e così dicendo uscì sbattendo la porta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Chapter 5.






 

 
 
I primi raggi di sole filtravano dalle persiane della sua camera, arrivando dritti sul volto di Evie, che era stesa in posizione supina in mezzo a una confusione di coperte. Il sonno quella notte aveva preso le distanze da lei, lasciandola in balia dei suoi pensieri e di tutto quel casino che si trovava nella testa, da quando l'aveva rivisto. 
Ancora era sconvolta e delusa che lui non si fosse accorto che quella ragazza che gli stava di fronte era proprio lei.
Si alzò dal letto, scostando da se le coperte e si diresse verso il bagno, specchiandosi poi dentro il grande specchio sopra il lavandino.
Ammetteva che era cambiata.
Il suo aspetto era completamente diverso dalla ragazza che Tom aveva lasciato, uscendo dalla porta di casa sua, due anni prima.
Il corpo era più asciutto e forse quasi eccessivamente magro, ma ormai c'era abituata e forse non sarebbe neanche più riuscita a vedersi con qualche chilo in più.

Si avvicinò alla vasca e aprì il rubinetto dell'acqua calda, facendola riempire d'acqua e aggiungendo dei sali.
Si tolse la maglietta bianca e la gettò a terra, facendola raggiungere subito dopo dai pantaloncini e in seguito dal suo intimo e raccolse in una crocchia disordinata i lunghi capelli neri, entrando poi nella vasca, sperando di potersi finalmente rilassare.
Era stressata come non mai e tutto per colpa di Tom.
Aveva paura di mettere il naso fuori casa, con il terrore di incontrarlo, perchè lo conosceva troppo bene, ora l'avrebbe continuata a cercare per parlargli,per scusarsi e rifilargli una delle sue solite frasi per farsi perdonare.
In altre circostanze sarebbe stata al settimo cielo, ma come poteva anche solo pensare che lei avrebbe fatto finta di niente e dimenticare?

Dimenticare che non l'aveva riconosciuta?

Dimenticare che l'aveva scambiata per una sua groupie?

Dimenticare che non era solo..

Si, perchè nella sua mente la cosa che più la infastidiva era proprio quella ragazza.
L'aveva vista più volte con lui sul web e l'odio per quella ragazza che aveva la possibilità di stagli accanto, mentre lei no, era cresciuto minuto dopo minuto.
Doveva però ammettere che non gli sembrava una brutta persona, era stata cordiale e gentile quando gli aveva chiesto del vestito in vetrina o quando aveva richiamato Tom e l'aveva guardata, non aveva letto odio o sentimenti negativi, ma solo curiosità.
E seppur non avrebbe dovuto aver niente contro di lei, la voleva vedere a un miglio di distanza da Tom.
Era cosciente, che quella gelosia era scaturita principalmente per la vicinanza che lei poteva avere con Tom, ma dopo il giorno precedente quella che aveva messo le distanze tra lei e il ragazzo era stata proprio lei.

Passò una lunga mezz'ora immersa, fino a quando si costrinse ad alzarsi sentendo l'acqua che diventava troppo fredda. Quel giorno non aveva nessuna intenzione di andare a lavorare, aveva troppa paura per ritrovarselo davanti.
Afferrò l'asciugamano e se lo avvolse intorno al corpo quando il cellulare posato vicino al lavandino iniziò a suonare.
Lo afferrò e dando una rapida occhiata al mittente, rispose.

«Seline, buongiorno.. se mi stai chiamando perchè sono in ritardo, tranquilla ho già avvisato il capo ieri sera che non potevo venire oggi.»  disse  subito, credendo che la collega la stesse chiamando per quello.
«Si si, lo so..ma non è per questo che ti ho chiamato..»disse fermandosi poi, restando in silenzio.
«E' successo qualcosa? non farmi preoccupare!»
«Qualcosa è successo e ti prego scusami! Io giuro che non volevo ma..»
«Ma?»la spronò a quel punto Evie.
Odiava quando le persone la tiravano tanto per le lunghe, perchè era chiaro che non era successo niente di buono, almeno qualcosa gli diceva che non era niente di positivo per lei.
«Ma Tom ha insistito e non voleva andarsene, i clienti si lamentavano.. scusa Evie!»
A quel punto scoppiò. «Seline, dannazione che c'entra Tom? mi vuoi dire che è successo?»
«Io..»ma non riuscì ad udire altro che il campanello della porta suonò.
«Seline, aspetta un attimo che hanno suonato alla porta, non attaccare!»  gli disse veloce Evie, appoggiando il telefono sul mobile della cucina ed avvicinandosi alla porta per aprire.

«Già era proprio di quello che mi volevo scusare..»mormorò Seline dall'altra parte del telefono, ma ormai Evie stava per aprire la porta ed era troppo lontana per sentirla.

 

Appena aprì la porta, il suo cuore perse un battito.
Come aveva fatto a trovarla?



I suoi occhi color ghiaccio si incontrarono con due occhi più scuri e profondi. Pura ambra liquida.
Il suo corpo per la seconda volta in due giorni diventò l'esatta copia di una statua di ghiaccio, rigida e allo stesso tempo fragile.
La mano strinse, quasi convulsamente, la maniglia della porta, senza distogliere gli occhi da quelli della persona che si trovava davanti a lei.
Appena lo vide muovere un passo, per avvicinarsi, si irrigidì ancora di più e l'unica cosa che riuscì a fare fu cercare di chiudere la porta, ma il piede dell'altra persona fu più veloce di lei.
Evie si allontanò immediatamente dalla porta, tremando.
Le parole sembravano esserle morte in gola, ancora prima che pensasse solo di dire qualcosa, ma al contrario le lacrime erano già pronte a scendere copiose dal suo viso.
Lo vide, entrare e chiudersi la porta alle spalle e dopo un attimo, che per Evie sembrò un'eternità, si decise a voltarsi di nuovo verso di lei.

«Non sei neanche andata al lavoro per paura di vedermi?»  chiese, cupo in viso e guardandola dritta negl'occhi.
Solo in quel istante Evie notò quanto erano spenti e vuoti i suoi occhi, mai li aveva visti così.
Si limitò ad annuire ed indietreggiò fino a scontrarsi contro il divano che le impedì di distanziarsi ancora di più da lui.
«Evie, ti prego non fare così.. io ho..ho sbagliato, ho sbagliato andarmene quella sera, ho sbagliato a non farmi sentire.. e non hai idea di quanto mi sono sentito un idiota a non averti riconosciuta ieri..»disse tutto d'un fiato guardandola.

Stava mettendo tutto il suo orgoglio da parte, aprendosi completamente, come forse mai aveva fatto, neanche con Bill.
Questa volta non voleva fare di nuovo l'idiota e rovinare tutto, non voleva perderla di nuovo dopo quanto gli era mancata in quei anni.
«Co-come hai fatto..»
«..a trovarti?»terminò la domanda lui per lei. «La tua collega non ne poteva più di avermi al negozio ee..»sorrise divertito e quel sorriso riuscì a contagiare pure lei, incredula ma divertita nel ricordarsi quanto testardo potesse essere, quando si metteva in testa una cosa.
«Immagino, cosa vuoi?»Evie tornò sulla difensiva, incrociando le braccia al petto ma guardando altrove, era ancora troppo difficile per lei guardarlo negl'occhi, sapeva che se l'avrebbe fatto, tutta la sua determinazione sarebbe svanita e lo avrebbe abbracciato senza lasciarlo più andare.
«Cosa voglio? voglio finirla con questo mutismo e finirla di far finta che non ci conosciamo.»Tom mosse un passo nella sua direzione e senza che lei fece in tempo ad accorgersene, se lo ritrovò a pochi centimetri da lei, che cercava in ogni modo in incrociare il suo sguardo. «Voglio che la smettiamo di prenderci in giro e far finta di niente, perchè..»A quelle parole Evie alzò subito lo sguardo verso di lui, incredula su quello che stava sentendo.. ma quello era troppo.
«Forse è ora che tu te ne vada.»disse secca lei, scansandolo.
«Evie..»la afferrò per il braccio, tirandola a se e abbracciandola, tenendo il suo sguardo incrociato a quello di lei. «Mi sei mancata da morire in questi anni..»
«Ti sono mancata così tanto, che ho visto quante volte ti sei fatto vivo..»rispose acida lei, cercando di divincolarsi dalle sue braccia.
«Non vuoi proprio sistemare le cose?»la guardò per un attimo, avvicinandosi ancora di più a lei, senza distogliere lo sguardo.
Le difese di lei piano  stavano cedendo, ma non gliel'avrebbe data vinta, non questa volta. Era stato il suo migliore amico, la persona che in segreto aveva forse anche inconsciamente amato, ma non riusciva a pensare di dimenticare quei due anni di silenzio e ricominciare da capo, come se niente fosse accaduto, come se fossero due amici che si erano solamente persi di vista.
Il suo orgoglio purtroppo era molto più presente e forte di quello di lui e lei non lo avrebbe mai messo da parte, neanche se fosse stata lei a volerlo.
«Tom, davvero vai, ho un mucchio di cose da fare»disse, sbuffando, facendogli chiaramente capire che stava arrivando al limite.
«Me ne vado, solo se prima mi rispondi a questa domanda..»la guardò per un lungo istante.. «Vuoi davvero che me ne vada?»
Lo guardò per un istante, titubante.

Voleva che se ne andava, ma era combattuta con quella parte di lei che voleva che restasse. 
Ma alla fine come sempre d'altronde, l'orgoglio, che era e sarebbe sempre stata la parte più forte di lei, prese nuovamente il sopravvento. 

«SI» mormorò, convinta, ma per quanto cercò di esserlo lui capì che quella risposta npon era quella che lei realmente voleva dare. 
«Come vuoi allora..» la liberò dalla sua presa e si avvicinò alla porta, ma prima di appoggiare la mano sulla maniglia, si voltò verso la mensola accanto alla porta d'entranta, dove Evie appoggiava le chiavi del suo appartamento e dove c'era una cnfusione di foglietti che neanche lei ricordava per quale motivo teneesse. Tom allungò una mano e afferrò uno di quei foglietti e prendendo la matita che trovò appoggiata accanto, ci scrisse sopra un pugno di cifre.
Guadò poi il biglietto e poi Evie, riappoggiandolo sulla mensola. 
«Ho cambiato numero, se per caso cambi idee sai come contattarmi..»

e senza più aggiungere altro lasciò l'appartamento.














Note: 
Rieccomi, lo so che questo capitolo è molto corto confronto al solito ma mi sembrva giusto mettere una seconda "discussione" tra i due.  Come avrete capito Evie è molto combattutta su come comportarsi con Tom, una parte di lei vorrebbe sistemare le cose con lui, l'altra è troppo piena di orgoglio per dargliela vinta e anche troppo ferita. 
Il prossimo capitolo sarà molto intenso vi avviso, ma dovrete aspettare martedì prossimo ;) 
Recensite, recensite ! Mi piace sentire cosa ne pensate, sia negativamente che ovviamente positivamente. 
Baci
Allie ♥
  
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