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Autore: Alyx    26/02/2013    4 recensioni
Camille non aveva mai pensato che cadere al di là di una sbarra le avrebbe procurato tanti problemi.
Non aveva mai pensato che la pazzia della sua migliore amica l'avrebbe fregata così.
Non aveva mai pensato, semplicemente, di innamorarsi di Louis Tomlinson.
***
Ecco perché aveva tanta fretta di andare all'aeroporto Alexis.
Due parole.
One Direction.
Ed ecco perché non me lo aveva detto: per quanto mi stessero simpatici quei tizi non avrei mai rinunciato alla mia dormita domenicana.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Are you brave enough?
Capitolo 7
Louis everywhere, every time, always.



Scesi le scale normalmente, seguita da un'Alexis sconvolta che borbottava frasi sconnesse come -Niall... Niall... Louis... Niall... Louis... Fuori da scuola... Niall... Dalla mia scuola... Oddio... Louis... Niall...-, accorgendomi di stare ancora sorridendo in quel modo.
Mi ricomposi in un secondo e mi avvicinai, senza aver rivolto prima ad Alexis uno sguardo di raccomandazioni.
-Ehi!- salutai senza pensarci troppo.
-Ciao, Cam.- salutò ovviamente sorridente Louis.
Alex, prima di entrare in completa estasi, mi rivolse uno sguardo confuso che più o meno significava "Perchè ti chiama Cam?".
Mi ripromisi di spiegarglielo dopo.
Ero sicura che Louis mi avrebbe chiamata così per il resto dei miei giorni, causa la nostra prima telefonata nella quale avevo interrotto la presentazione del mio nome per ricordarmi che, durante la mitica figura fatta in aeroporto, non avevo avuto il tempo materiale per presentarmi. 
Cam.
Cam.
Se non altro nessuno mi chiamava in quel modo...
-Finalmente ho l'onore di conoscere la ragazza misteriosa di Louis...- decretò Niall.
Cercai di non arrossire.
-Credo che tu abbia preso un granchio Niall.- ribattei mentre Alexis tratteneva rumorosamente il fiato per cercare di calmarsi.
-E perchè mai?- chiese divertito il biondo.
-Perchè io e Louis siamo solo amici...
Niall rise.
-Louis non sa cosa sia l'amicizia con una ragazza.
-Diciamo che ho abbastanza fiducia in lui...- azzardai facendo un passo più vicino a Niall.
-Potremmo fare una scommessa...
-Non sono un tipo da scommesse.- dissi sorridente.
-Oh, andiamo la smettete voi due?- chiese leggermente confuso Louis.
Mi accontentai di lanciare al biondo uno sguardo di sfida e feci qualche passo indietro.
Non mi ero accorta di essergli andata così vicino.
-Bene. Questa, Louis, è Alexis. La mia amica...
-Sì. Quella di Instagram.- gongolò divertito.
Lo fulminai. -Esatto. Lei.
Lui parve ignorare la mia occhiataccia.
Si sporse verso Alexis e le porse una mano.
-Piacere. Louis.
Lei strabuzzò gli occhi, mentre afferrava meccanicamente la mano di Louis.
-Io... Io... - cercò il mio sguardo. La spronai silenziosamente e lei sembrò ricomporsi leggermente. Almeno quel tanto che bastava per ricordarsi come si fa a parlare. -Piacere mio. Alexis Castle. Alex per gli amici.
-E io sono un amico?
Alexis ammiccò. -Ci possiamo lavorare su.
Se non l'avessi conosciuta così bene, avrei detto che stava seriamente flirtando con Louis e che già pensava a qualche possibile collaborazione tra di loro.
E siccome la conoscevo  bene... be'. Era proprio così.
-Alex...- ringhiai sottovoce. 
-Senza dubbio.- continuò tranquillamente Louis, facendole l'occhiolino.
Alexis impazzì.
Mi afferrò il braccio, mormorando una scusa patetica ai due e trascinandomi qualche metro più in là.
-Oddio! Oddio! Oddio!- urlò sottovoce la mia amica, isterica e fuori di se'. -Sia benedetto tuo fratello!!
-Che c'entra mio fratello?- chiesi confusa.
-Ho flirtato con Louis Tomlinson! Ti rendi conto?! Woah!
-Ho notato. E dimmi. È stato così diverso dal solito?
-E me lo chiedi?
-E sei stata anche più soft e breve rispetto a come fai normalmente...
-È un Dio...- disse e quasi le vidi gli occhi diventare due cuoricini.
-Tu sei malata.
Adocchiai Niall che rideva in faccia a Louis, che mi guardò per un attimo e alzò gli occhi al cielo.
Gli sorrisi.
-Stai sorridendo.- mi disse Alex.
La guardai dubbiosa. -E allora?
-Stai sorridendo davvero. A un ragazzo. Della tua età.
Sbuffai. -Non ricominciare.
-Ti assicuro che sei diversa da domenica scorsa. 
-Ed è una cosa brutta?- borbottai.
-Scherzi?!- strepitò la mia amica. -Non ti vedo così allegra dall'epoca di Scott!
Non feci in tempo a ribattete.
I due si avvicinarono a noi e tacqui.
-Possiamo? È lecito intrometterci o siamo solo degli intrusi?- chiese Louis continuando a sorridere come una specie... di... animale... che sorride sempre.
-Diciamo entrambe.- dissi rivolgendo a Niall uno sguardo provocatorio.
Devo dire, che mi divertivo un botto a provocare il biondo.
-Certo che la tua Cam è proprio simpatica eh, Louis! Me ne vado. Vieni con me, Alex! Mi devi aiutare a progettare qualche piano malefico contro la tua amica!- disse, finto offeso e trascinandosi dietro la mia migliore amica.
Lei avvampò nel sentir pronunciare il suo nome da lui, ma poi lo seguì come in trance.
-Come mai ho il sospetto che tu abbia portato di proposito il tuo compare qui?- dissi rivolgendomi fintamente seccata a Louis.
-Non riesco proprio a capire la causa di codesto sospetto, Cam...
-Non smetterai mai di chiamarmi in questo modo, vero?
-E perchè dovrei?
Feci finta di pensarci su. -Mmmh, forse perchè non è il mio nome?
-Sul serio? Eppure mi sembra di ricordare che tu mi abbia detto proprio così...- ghignò lui. -Che sbadato che sono! Posso rimediare offrendoti un caffè?
-Direi che si può fare. Ma un'altra volta. 
-Perchè?- chiese confuso.
-Perchè credo sia meglio andare a ripescare quei due, - dissi indicando Niall e Alexis che se la ridevano qualche metro più in là. -...e casa mia è libera.
Non so bene perchè lo dissi.
Fatto sta che avevo appena invitato tre uragani da me. 

***

Afferrai al volo il bicchiere in bilico sul tavolino, continuando a giocare alla playstation di mio fratello con una mano.
Come prevedibile, persi la palla, che passò nelle mani di Niall. In tre secondi aveva segnato un altro goal.
Alexis intanto, stava sparlando di chissà quali dettagli della band con Louis.
-Devo dire che sei la ragazza che gioca meno peggio a Pes di tutte quelle che ho incontrato fin ora.- decretò a voce alta Niall, tirando un altra mina in porta che non so esattamente come, parai.
Una canzone del loro disco, messo da Alex, rimbombava a tutto volume in salotto.
Urlai, per sovrastare la musica, e risposi a Niall.
-Wow. Devi aver giocato con delle ragazze seriamente negate!- commentai notando che il risultato era fermo sul 3 a 1 per lui. -Comunque, - ripresi - se era un complimento, grazie!
Niall rise, la sua ilarità quasi del tutto soffocata dalle note di quella che riconobbi come Stand up. 
Lo ammetto. Una delle mie preferite.
-Sì! Era un complimento!
Premetti il triangolo -o era il cerchio? Forse il quadrato...- sul joystick in un momento che mi sembrava particolarmente promettente.
La palla fece una strana traiettoria semi-circolare e entrò nella porta dell'Irlanda, scatenando l'inferno dentro e fuori lo schermo.
Io cacciai un urlo vittorioso, mentre Niall esplose in un -Ritiro quel che ho detto prima! Non era un complimento!- e Alexis, accompagnata dalle risate e dalla voce di Louis, intonava il ritornello.
I ragazzi coinquilini vicino a me, o mi avrebbero linciata o avrebbero suonato il campanello pensando a un rave party, chiedendo di unirsi a noi.
Berciai ad Alexis un -ABBASSA quella diamine si musica!- appena in tempo per sentirla venirmi addosso, strapparmi il controller di mano e prendere a giocare al mio posto, senza avermi prima spintonata verso la cucina.
-Birra!- urlò di rimando la mia amica, segnando un goal impossibile come solo lei riusciva a fare, senza impegnarsi minimamente.
Il mio primo posto per "meno peggio giocatrice a PES" stava per essere indubbiamente battuto.
Sbuffai, tirandole uno spintone giocoso in testa e alzandomi in direzione della cucina.
Mi ripromisi di abbassare il volume dello stereo quando sarei tornata in salotto.
Entrai in cucina reggendo un vassoio vuoto di salatini e una bottiglia schiacciata di coca.
Buttai il tutto, mi lavai le mani e mi tuffai nel frigorifero per cercare una delle birre di Hiram. 
-Oh Mon Dieu...*- borbottai in lingua soprappensiero, afferrando una birra e cercando nel cassetto un apribottiglie.
-Devo dire che il francese rende tutto molto fine. Persino le imprecazioni...- Commentò Louis dietro di me. -come ci era arrivato? Avevo chiuso la porta...
-Questione di stile, Tomlinson.- ribattei, senza dar segno di esser stupita, e dandogli ancora le spalle.
-Devo dire che ti diverti con Niall...
-Spero solo che Alexis riesca a ribaltare il risultato.
In quel momento sentii la rossa dal salotto lanciare un urlo contento.
-Credo che ci stia riuscendo.- commentò Louis.
-Non è affatto male il biondo.
-In che senso?
-Tranquillo, Louis. Non vuol dire che voglio portarmelo a letto.
-Hai fatto tutto da sola.- disse sorridendo, -ammettiamolo- leggermente sollevato, e portandosi le mani all'altezza della testa.
-Sei un idiota.
-Cosa ho fatto ora?
-Niente. 
-E allora?
-Bho. Così.
Che discorso senza senso.
-Ho notato che Alexis ci adora.
-Vero? Cavolo, mi ero dimenticata di accennartelo.- gli risposi ironica.
-Simpatica...
-Io o Alexis?
-Tu.
-Non sai quanto.
-Già. Comunque. Credi le piacerebbe fare un giro in studio e conoscere gli altri?
Omamma.
-Perchè queste domante inutili? Certo che le piacerebbe!
-E a te?
Risi. -Sì. Anche a me.
-Però continui a dire che non sei una nostra fan...
-Esatto. Mi piacete, ok? Ma non sono impallata come Alexis.
-Un giorno ti smaschererò.
Scossi la testa, ridendo, mentre stappavo la birra.
-Vuoi una birra, Louis?
-Tu?
Lo guardai storto.
-Io cosa?
-Bevi la birra?
-No. Non mi piace.
-Allora nemmeno io.
-Guarda che tanto la devo portare ad Alex e, visto che siamo in vena, a Niall.- dissi, confusa dal suo comportamento.
-Lo so.
-Quindi la vuoi?
-No. 
Mi strinsi nelle spalle e afferrai le bottiglie.
-Non ti capirò mai. Dai su. Apri la porta. Non ce la faccio da sola.
-Al suo servizio, Miss.- disse sorridente e con un inchino mi fece uscire.
Quel ragazzo è molto strano.

***

Aprii gli occhi con un tremendo mal di testa.
La musica, la play, la coca cola -che ci crediate o no, non mi piace davvero la birra.- tutto che rimbombava nelle tempie.
Decisi che se fossi andata a scuola in quelle condizioni, avrei solo rischiato di rompere altri vetrini di scienze.
Per un giorno si poteva far senza. 
Mi sarei riposata, per il mio turno alla biblioteca nel pomeriggio.
Adocchiai il cellulare, che si era appena illuminato vibrando, e lessi il messaggio di Hiram.
Scoprii che me l'aveva mandato molte ore prima e che diceva che sarebbe rimasto con Taylor per la notte.
Non mancavano gli insulti.
Quella volta aveva optato per "Stupida inutile sorella".
Devo dire che le sue poesie mi avevano sempre commossa. Fino alle lacrime.
Scesi traballante le scale e mi tuffai sul divano, rischiando di investire Thunder che poi uscì scodinzolante sul terrazzo.
Non so bene quanto tempo passò, ma per me fu comunque molto poco.
Suonò il campanello.
E pure la mia testa.
Maledii chiunque fosse fuori dalla porta.
Mi trascinai all'ingresso e aprii.
-Che ci fai tu qui?- grugnii truce.
Louis entrò tranquillamente in casa mia, un sacchetto in una mano, sorridente come sempre.
-Ho pensato che stamattina saresti rimasta a casa da sola, e quindi sono venuto a farti compagnia.
Non mi preoccupai nemmeno di sistemarmi i capelli.
-Ma tu non lavori?
-E tu non dovresti essere a scuola?
-Hai dato buca al tuo gruppo!- lo accusai sbalordita. 
-E tu hai marinato la scuola. Diciamo che siamo pari.
-Non credo proprio!
-E smettila! Prendi!- disse porgendomi il sacchetto. -Sono dei croissant. Buon appetito.
Rimasi indetta.
-Grazie.
-Di niente!- mi rispose sorridente e venendo ad abbracciarmi.
Non ero abituata a quel genere di cose e per un po' stetti ferma. Poi me ne accorsi.
-Louis?
-Sì?- domandò innocente senza accennare a staccarsi.
-Togli le mani dal mio sedere.
Scese il silenzio per un attimo.
Poi scoppiammo a ridere, mentre lui mi tirava uno sculaccione.
Sarebbe stata una lunga mattinata.

***

Sbattei fuori di casa Louis, dopo aver passato la mattinata a ridere come idioti, rimpinzandoci di schifezze e facendo il verso a turno agli attori che passavano in televisione.
Avevamo rischiato persino di menarci, da quanto ci eravamo impersonati in Lara Croft e uno dei suoi infiniti nemici.
Mi ricomposi e vestendomi decentemente, uscii di casa per andare al lavoro, senza prima aver stracoccolato e saziato a dovere Thunder.
Quel cane era un pozzo senza fondo.
Nemmeno a metà strada squillò il cellulare.
-Ehi! Che fine hai fatto, disgraziata!- inveì Alexis.
-Ehi, ciao. Sì, anche tu mi sei mancata.
-Hai presente che ho dovuto fare da sola l'ultimo orribile esperimento di Chimica?!
-Mi dispiace.
-No invece! Che fine hai fatto, me lo puoi dire?!
-Ehi. Calma. Non mi sentivo bene.
-Vengo a trovarti subito.
-No. Sono fuori.
-Con Louis?!- trillò improvvisamente contenta Alexis.
-No Alex. Sto andando al lavoro.
-Peccato. Comunque. Perchè al lavoro? Non stai male?
-Mi sono riposata.- più o meno.
-Se certo.- non ci credeva nemmeno lei.
-Ascolta. Domani pomeriggio ha detto Louis che puoi... possiamo andare ecco... allo studio.
Quello che disse dopo Alexis fu un incrocio tra un grugnito, un urlo, il verso di una balena e una sirena dei pompieri.
Il mio timpano sinistro ne sarebbe stato traumatizzato a vita.

***

Alexis era affacciata dalla finestra di casa mia, lo sguardo fisso sulla strada, intenta a non perdersi nemmeno una macchina che passava da lì sotto. Anche se per me, non si sarebbe mai persa la macchina che sarebbe venuta a prenderci.
Louis aveva insistito per venirci a prendere a casa mia con l'auto del gruppo.
E Alexis era a dir poco elettrizzata.
Io solo terribilmente tesa al pensiero di andare in uno studio di registrazione insieme a un gruppo famoso nel mondo.
Cambiai posizione sul divano, la cannuccia della mia Diet Coke, smangiucchiata ancora in bocca.
Chi da piccolo non ha sognato almeno una volta di diventare cantante? Di diventare famoso nel mondo grazie alla voce?
Be', io l'avevo fatto. Eccome.
Avevo cominciato a soli 5 anni, facendomi registrare mentre cantavo le canzoncine dell'asilo nel microfono del mangia cassette. All'epoca ero stonata come una campana e diciamo che i ''babbin Gesù" e le "balede dosse dosse" non contribuivano affatto al mio possibile successo.
Diciamolo, non che sia migliorata molto negli anni, ma se togliamo le balene e i Gesù, e se la canzone ha le note giuste, non sono mai stata tanto male.
I problemi sono sempre stati gli acuti. E i bassi. 
Insomma, la carriera da cantante non è mai stata nelle mie potenzialità.
Ma è rimasto comunque un sogno, rinchiuso nel mio cuore da bambina di 5 anni.
I miei pensieri furono drasticamente interrotti.
Alexis lanciò un ultrasuono dalla finestra, seguito subito da un clacson in strada.
Presi un bel respiro e mi alzai dal divano.
Quasi non riuscii a chiudere casa, causa l'impazienza di Alex.

***

La mia migliore amica era quasi svenuta in auto trovandosi davanti Harry Styles e Louis Tomlinson.
Per non parlare di quando il "Bellissimo e impossibile" Harry l'aveva portata quasi a braccetto allo studio, con me e Louis al seguito.
Una volta che il gruppo al completo si era sistemato davanti a lei e presentato, avevo temuto seriamente che il povero e fragile cuore della mia amica non avrebbe retto e sarebbe morta fulminata lì. Davanti ai One Direction.
Tuttavia poco dopo, stava parlando allegramente e troppo tranquillamente con Zayn, Liam e Niall nella stanza delle macchinette automatiche.
La guardai un attimo, mentre con un'aria da ebete di appoggiava il mento sulla mano incantandosi a guardare Zayn.
Sospirai e mi guardai intorno.
Quel posto era enorme ma raggiunsi abbastanza furtivamente la sala delle registrazioni.
Mi avvicinai di soppiatto ai microfoni, le cuffie poggiate accanto a una bottiglia d'acqua, sopra un tavolino affollato di spartiti e testi.
Afferrai un foglio e mi incantai a guardarlo, soffermandomi su ciascuna parola, intonando la melodia nella mente.
-Vuoi provare?
Sobbalzai e feci un passo indietro, tirai una gomitata alla bottiglia d'acqua che cadde precipitosamente a terra e si rovesciò sul pavimento.
-Oh Dio!
Schizzai istintivamente sulla bottiglia mentre Louis faceva lo stesso.
Ci tirammo una testata a vicenda.
-Ahi!- mi lamentai mentre lui si affrettava a chiudere la bottiglia. -Scusami! Sono un disastro!
-Nessun problema. Zayn ha la cattiva abitudine di non chiudere le bottiglie quando beve. E poi, se non ti avessi spaventata...
-Ero solo sovrapensiero. E scusa ancora. Di solito non sono così sbadata.
Mi sorrise e mi venne il dubbio di essere stata eccessivamente tragica e ridicola.
Mi alzai velocemente e mi pulii le mani nei pantaloni, infilando le poi nelle tasche posteriori.
-È davvero bello, qui.
-Lo trovo il posto più bello del mondo.
Annuii leggermente e mi incantai a fissare un microfono. -Anche io.- sussurrai talmente piano che dubitai che mi avesse sentito.
-Allora? Vuoi provare?
Mi riscossi. -Provare?
-A cantare.- disse Louis come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. 
Be', per lui lo era, alla fine.
-Oh no! Io non so cantare!
Louis mi fissò col suo solito sorriso, porgendomi un paio di cuffie.
-Dai. Ci sarà una canzone che ti piace cantare, sì? Quella che vuoi...
Scese il silenzio mentre il mio cervello cercava nel repertorio la canzone che sapevo cantare meglio.
-Una qualsiasi?
-Una qualsiasi.- Annuì lui mentre prendevo esitante le cuffie.
-Solo il ritornello.
-Se è quello che vuoi.
-E canterai con me, vero?- chiesi, pensando che in quel modo avrei evitato brutte figure e se mai, avrei lasciato cantare lui.
Fece un sorriso da 320 kilowatt.
-Certo.


*(Oh Mon Dieu...)Traduzione dal francese: Oh Mio Dio.





Angolo dell'Autrice -resuscitata, forse:
Pardon? Chi va là? 
Nessuno forse. 
Sono abbastanza in ritardo questa volta, ma dai è stata un'eccezione. 
Giuro che prossimamente sarò più puntuale. Almeno fino a quando non andrò in Francia. 
Ma questo ve la spiegherò più avanti. 
Sono totalmente allibita dal fatto di aver trovato questo capitolo già sistemato, molto probabilmente due settimane fa, privo solo di Angolo dell'Autrice: cioè amatemi. 
Se non ci fosse stato sarei molto probabilmente ancora a crogiolarmi nella mia disperazione visto che è morta Mary (chi voglia capire capisca: sono fiduciosa) e che la mia adorata corrispondente, mi ha lasciata qui in trincea Italia a cercare di sopravvivere ai ripetuti attacchi dei professori.
Me ne vado perché sto sparando cose a casa: vi dico solo che non sono riuscita a pubblicare domenica scorsa perché ero a Milano e non avevo connessione :) invoco perdono. 
Odio il prossimo capitolo, quindi lo pubblicherò in fretta per farlo passare prima. 
Grazie mille alle recensioni: se ho lo sbatti rispondo adesso se no prossimamente. Scusate ma la scuola mi sta uccidendo. 
Sappiate comunque che vi amo e che le leggo sempre, ovviamente ❤
Ciao ciao, a domenica :)
Ali :)


   
 
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