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Autore: sfiorisci    26/02/2013    1 recensioni
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"Come la chiamiamo?- gli chiese Rena
-Celeste, perchè ha il potere del cielo-"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 5

 

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Les stava ancora leggendo il diario di suo nonno. La nuova parte che aveva da poco iniziato, presentava, oltre che alla descrizione, dei disegni che Les non capiva bene: spesso erano dei cerchi colorati di varie tonalità dello stesso colore, delle linee che attraversavano il corpo umano e delle aree del cervello colorate in maniera diversa.
La prima descrizione era quella dell’elemento del fuoco. Diceva che era un elemento molto difficile da controllare perché ribelle e sfuggente, che spesso aveva causato problemi a molti. Poi arrivò la parte che Les preferiva di più, quella dell’associazione del carattere: c’era scritto che le persone influenzate da questo elemento erano forti, decise a non farsi comandare, con un grande spirito combattivo e dotati di moltissima forza di volontà. L’animale che era loro associato era il leone, simbolo della forza fisica e mentale, il colore il rosso, proprio come il fuoco.
Poi venne il turno di analizzare quelli della terra. Les saltò la parte descrittiva e passò subito a quella caratteriale; non si sarebbe mai immaginata che questa descrizione le sarebbe così tanto piaciuta… per un momento sentì che anche lei avrebbe voluto possedere una di quelle magie, per potersi identificare in ciò che era scritto.
Coloro che avevano il possesso dell’elemento della terra erano persone calme e tranquille, che non perdevano mai le staffe e che riuscivano a gestire al meglio ogni situazione, grazie all’uso della ragione. Erano creature non molto forti nei combattimenti ravvicinati, ma micidiali in quelli a distanza. Il loro animale associato era la tartaruga, perché era il simbolo che la lentezza e la precisione erano l’unico modo per arrivare alla perfezione. Il loro colore era il marrone.
Les vide che i prossimi cui toccava essere descritti erano quelli dell’acqua. C’era scritto che erano persone vispe e vivaci sempre allegre anche nella difficoltà e capaci di far venire il buon umore a tutti. Nonostante fossero persone molto allegre, erano anche quelle meno inclini al perdono: erano molto orgogliosi e si portavano il loro dolore dietro per sempre, ma nascondendolo a tutti tranne che a loro stessi. Gli piaceva molto di più usare l’istinto piuttosto che la ragione ed erano quelli che riuscivano a provare una più vasta gamma di sentimenti rispetto a tutti. Il loro animale era un delfino, simbolo della vivacità e il loro colore l’azzurro.
Les pensò che sicuramente lei non possedesse l’acqua, non si rispecchiava per niente in quelle caratteristiche! Di sicuro non possedeva neanche il fuoco, poiché non era per niente forte o coraggiosa e quello che per il momento la rispecchiava di più era la terra. Che avesse proprio quello? Lanciò una rapida occhiata all’orologio e vide che era mezzogiorno. Valutò le pagine che aveva ancora da leggere e decise che ce la poteva fare entro un’ora e mezza, prima di pranzo.
Il diario poi trattava di quelli dell’elettricità: diceva che erano persone simpatiche e scherzose, ma che fossero molto brave a nascondere i loro sentimenti, perciò era difficile capire ciò che stavano pensando veramente. Inoltre, non volevano conoscere il dolore, per loro la vita era tutta rosa, gli incidenti che potevano capitare erano solo delle prove cui la vita sottopone tutti e secondo come sono superate, si traccia la personalità. Erano creature che non amavano molto il giorno e preferivano uscire di notte, con la luna e le stelle come unica luce. Spesso avevano poche persone a cui erano veramente affezionati. Il loro animale era un gufo, che rappresentava la notte e il loro colore il giallo.
La descrizione successiva riguardava chi possedeva il vento. Delle persone veramente semplici, che si accontentavano delle cose primarie e che odiavano tutto ciò che è superfluo. Amavano solo poche persone e soltanto con loro si aprivano veramente, verso tutti gli altri erano diffidenti. Amavano viaggiare e non avevano un posto fisso, la loro casa era solo dove c’erano le persone a cui volevano bene. Il loro animale era l’aquila, simbolo di libertà e il loro colore, il verde.
Successivamente erano riportate le descrizioni dei caratteri di chi possedeva la magia bianca e nera e Les pensò che magri per questi era necessario leggere anche la descrizione dei poteri, dato che non riusciva proprio a capirlo.
Prima veniva la magia nera: c’era scritto che chiunque avesse questo potere, riusciva a controllare tutti gli elementi. Stranamente solo questa frase forniva la descrizione del potere, tutto il resto era destinato alla descrizione del carattere. C’era scritto che coloro che possedevano questa magia non erano persone malvagie, anzi, spesso erano quelle che avevano l’animo più puro di tutti. Erano contro ogni debolezza e lottavano affinché la codardia e la menzogna sparissero dalla terra. Il loro animale associato era cerbero, il cane infernale a tre teste, mentre il loro colore era il nero.
Les passò a leggere della magia bianca: anche su questa c’era una breve descrizione dei poteri. Il diario diceva che coloro che avevano la magia bianca erano persone speciali, più uniche che rare, dato il modo in cui la magia veniva tramandata. Questa persone, dotate di una forza straordinaria, spesso erano miti, pronte a sacrificare la propria vita per gli altri senza paura, capaci non solo di controllare tutti e cinque gli elementi, ma anche di fare magie che nessuno si sognerebbe di fare. Il loro animale associato è la fenice, capace di risorgere dalle ceneri, mentre il loro colore è il bianco.
«Les!» qualcuno la stava chiamando dalla cucina.
«Les, sono quasi le due, perché non hai ancora mangiato?» le chiese Jean piuttosto preoccupata.
«Ehm… ero occupata in una lettura piuttosto interessante…» le rispose.
«Davvero? Cosa leggevi?» chiese Rick entrando in quel momento.
«Il diario del nonno. Volevo vedere se c’era qualcosa riguardante i demoni, se avesse appuntato qualcosa per sconfiggerli, invece mi sono trovata davanti ad un’interessante descrizione dell’influenza dei poteri sul carattere di una persona.» anche Les faticava a credere alle parole che aveva detto. Lei, che da sempre aveva disprezzato la magia e tutto ciò che ne parlava adesso la definiva addirittura interessante…
«E cosa diceva su coloro che hanno il potere dell’acqua?» chiese Jean divertita. Les sapeva che lei possedeva un potere, ma non sapeva che fosse quello dell’acqua.
«Dice che sono persone vivaci e allegre, testarde, orgogliose e che non si arrendono mai.» ricordò Les. Jean scoppiò a ridere mentre disse che aveva proprio indovinato.
«Tuo nonno è sempre stato più interessato a questi aspetti, piuttosto che alla magia stessa, sai?» commentò Rick.
«E tu che potere hai?» gli chiese Les.
«Rick ha la magia nera.» rispose Jean.
«Davvero? Allora devi essere fortissimo! Nel libro dice che sai controllare tutti gli elementi e che ti batti a favore della giustizia…» disse Les piena di ammirazione. Rick si limitò a sospirare.
«Sai che potere aveva tuo nonno, Les?» lei scosse la testa in segno di negazione.
«Aveva la magia bianca.» Les rimase più che sorpresa da quell’affermazione: quindi suo nonno doveva essere davvero una creatura fortissima!
«E nonna, mamma o papà avevano dei poteri?».
«No.»
«Questo significa che da come si trasmette la magia io sarei in grado di controllare solo un elemento… giusto?» stranamente a quella domanda nessuno dei due volle rispondere. Si limitarono ad alzare le spalle ed annuire svogliatamente alla domanda di Les.
Questo, Les ne era certa, era sicuramente un mistero che avrebbe scoperto continuando a leggere il diario di suo nonno.
Mangiarono senza parlare più della magia, soltanto parlano dei problemi degli alunni. A quanto sembrava, ne mancavano solo una ventina da mandare all’orfanotrofio, un pullman sarebbe passato a prenderli verso l’ora di cena.
«Andranno via anche i tuoi amici, se vuoi andare a salutarli fallo prima di questa sera.» disse Rick stanco. Gli avvenimenti dei giorni passati lo avevano stancato tanto da farlo sembrare più vecchio, aveva anche due profondi cerchi scuri sotto gli occhi, come se non dormisse da molto.
«Andrò sicuramente, ma prima vorrei finire di leggere il diario del nonno, ormai mi mancano solo poche pagine». Disse Les convinta, così prese subito in mano il diario e continuò la lettura da dove l’aveva lasciata.
Il capitolo successivo si occupava di come la magia era effettuata: per gli elementi dell’acqua e del fuoco potevano essere utilizzate le mani, senza bisogno di un oggetto preciso; mentre per le altre era necessario, o quantomeno consigliabile, l’uso di un bastone. Les scoprì che i bastoni erano di diversi tipi, ad esempio quello dell’elettricità era fatto di metallo.
Quando stava per girare per leggere le ultime pagine si accorse che era come se fossero incollate: non riusciva a sfogliarle ed era sicura che se avesse provato a separarle si sarebbero strappate, per cui decise di riporre il diario sopra il suo comodino e di pensare ad un’opzione per leggere le ultime pagine che non le danneggiasse.
Era così presa dal suo ragionamento che non si accorse di avere qualcosa di strano fino a quando non passò davanti al suo specchio. Aveva una luce bianca che le usciva dal petto.
Senza pensarci due volte corse da Rick, che stava dormendo nella stanza accanto, per mostrargli ciò che aveva.
 
   
 
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