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Autore: SunnyRoronoa    26/02/2013    5 recensioni
Mi affacciai per bene alla finestra e senza esitare cercai di nuovo la figura della rossa sul ponte della Sunny.
Non appena la trovai iniziai a seguirla con l’unico occhio a mia disposizione, fin quando non arrivò a pochi centimetri dall'unica persona presente su quella nave, della quale davvero non riuscivo a fidarmi.
L’unico uomo che guardavo con sospetto e con un insolito presentimento.
L’unico che riusciva a rendermi più nervoso di quello stupido cuoco di serie B.
Trafalgar Law.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Capitolo 2.








-Nami-





-Che diavolo gli è preso a quello stupido marimo, buzzurro e cafone?-
Pensai allontanandomi dalla sua camera.
Mi aveva trattata davvero in malo modo e cosa peggiore, non c’era divertimento nei suoi occhi nel momento in cui mi aveva risposto.
Non stava scherzando quando mi aveva cacciata via, lo aveva fatto perché davvero non voleva avermi tra i piedi.
Andai diretta verso la cucina, provando a capire cosa lo avesse turbato…
Perché era ovvio, avevo detto qualcosa che lo aveva fatto arrabbiare!
Insomma, due minuti prima rideva divertito, due minuti dopo mi sbatteva la porta in faccia, liquidandomi con cattiveria.
Non era da lui.
Adoravo avere quei momenti di gioco con quello stupido animale, mi divertiva punzecchiarlo e allo stesso tempo mi divertiva venire punzecchiata da lui.
Era come dire, il nostro modo di dimostrare il bene che ci volevamo.
Un modo bizzarro, lo so…Ma ne io ne lui eravamo abbastanza forti da abbattere il nostro orgoglio e dimostrare in modo differente quello che avevamo nel cuore.
O almeno, quello che avevo io.
Da quando ci eravamo rivisti dopo i due anni di allenamento, non ero riuscita mai a stare sola con lui o ad avere un discorso serio con la sua stupida testa vuota.
Quante cose avrei voluto raccontargli…
Quante cose avrei voluto chiedergli…
Quanto avrei voluto fargli capire che la sua mancanza era quella che avevo sentito di più dopo Sabaody.
Quanto…forse nemmeno io sapevo quanto.
Mi mancava, tremendamente.
Ogni notte prima di addormentarmi pensavo sempre alla mia ciurma, al dolce sorriso del mio capitano, alle continue moine del cuoco, alle lamentele del cecchino, alla tenerezza del dottore, alla risata dell’archeologa, alla buffa faccia del carpentiere e si anche a quel maniaco di uno scheletro ed ai suoi capelli…
Ma il pensiero più profondo, bhe quello lo riservavo sempre e solo ad una persona, all’uomo più idiota, cavernicolo, squattrinato e maleducato che conoscessi.
Non sapevo nemmeno io perché, ma stando lontana da lui avevo capito quanto la sua presenza per me fosse essenziale.
Era sempre il primo ad arrivare quando ne avevo bisogno, il primo a mettere in gioco la sua vita per difendermi, il primo a punzecchiarmi quando sbagliavo qualcosa o a lanciarmi frecciatine quando le mie parole lo divertivano.
Era sempre il primo a perdersi ed il primo ad aspettare che lo ritrovassi, come se io fossi la sua bussola personale e lui il mio orizzonte.
Sospirai e provai ad allontanare quei pensieri, poggiando la mano sul pomello della porta della cucina.
La aprì lentamente e quando vi entrai trovai Sanji, preso sicuramente a preparare la cena.
“Oh mio dolce Nami-swannnnnn!” Esclamò non appena mi vide. “Sei venuta dal tuo Mr. Pince per un po’ d’amore vero!!!!?????” Roteò su se stesso spargendo cuori ovunque fino a che non fu arrivato vicino a me.
Sorrisi forzatamente e scossi la testa.
Non risposi, senza capirne appieno il motivo e mi diressi verso il tavolo, sedendomi sul posto che solitamente era occupato da Zoro.
Sentì lo sguardo del cuoco seguirmi e posarsi su di me anche dopo che mi ero seduta.
“Cosa succede mio dolce pasticcino? Ti senti male forse?” Si avvicinò a me, questa volta evitando scenate inutili.
“Nulla Sanji, sto bene…non preoccuparti!” Lo guardai di sfuggita e accennai nuovamente un falso sorriso.
Eravamo compagni da molto ed ormai nessun mio comportamento passava inosservato al cuoco.
Mi conosceva bene, dopotutto.
“Non ti credo mio amore, sei sicura che non vuoi parlarne con me?”
“Ma non è successo nulla…”
“Non è vero, altrimenti il tuo bel visino sarebbe felice…invece è triste e pensieroso.” Sussurrò con tono dolce.
Aveva ragione, molti pensieri affollavano la mia mente in quel momento…
“Niente Sanji, sta tranquillo….ho solo un po’ di mal di testa…”
Portai una mano sulla fronte, fingendo qualche malore e dolore improvviso.
Lui non demorse e continuò.
“Centra quel dottore?! SE TI HA FATTO QUALCOSA GIURO CHE LO CUCINO PER CENA!” Gli occhi del cuoco si infuocarono, cosi come la sua figura.
“No…” A dire il vero, Law era stata l’unica cosa positiva della giornata.
Era una persona molto intelligente ed il suo sguardo mi affascinava tremendamente.
Non come lo sguardo di Zoro, quello del chirurgo era diverso…
Sembrava lo sguardo di un demone…un demone dannatamente sexy.
Sapevo che non era proprio un santo, e a volte i suoi occhi mi guardavano in un modo strano ed imbarazzante, ma parlare con lui era divertente tutto sommato.
In mancanza dello spadaccino, dovevo pur trovare qualcosa da fare no?
“E allora cosa hai mio biscottino?” Sanji insistette di nuovo, ormai consapevole del mio cedimento.
Sbuffai ormai sconfitta, non potevo raccontare i miei pensieri al cuoco,(se gli avessi detto quello che sentivo quando stavo con quella testa vuota credo sarebbe morto di dolore) ma potevo dirgli cosa era successo qualche attimo prima, cosa li aveva scatenati o per lo meno chi.
“E’ Zoro…”







-Zoro-







“Dovevi vederlo Chopper, era davvero enorme! Non credo di aver mai visto un drago cosi grande!”
Rufy addentò un pezzo di carne, facendo volare in mille direzioni tanti piccoli frammenti del prelibato cosciotto che aveva in mano.
“Im berida don tho bai bisdo um brago “ Continuò ignorando l’utilizzo di qualsivoglia forma di galateo o educazione. “Bha eda dabbero bellissibo” Finì in un batter d’occhio la carne presente attorno all’osso e passò subito ad un enorme spiedino.
Un pezzo di quest’ultimo cadde dalla sua bocca, forse voleva scappare dalle fauci dell’affamato capitano, ma non fece in tempo a toccare il piatto poiché la lingua del moro scese lampante e lo afferrò, riportandolo in quella sottospecie di fornace infernale.
“Davvero?” Spostai leggermente lo sguardo verso la piccola renna, che in quel momento fissava il capitano con occhi luccicanti. “E che fine ha fatto?” Chiese infine curioso di sapere la restante parte della storia.
Rufy deglutì un enorme quantità di cibo e rise divertito.
“Zoro lo ha tagliato e ce lo siamo mangiato”
Robin sorrise, sicuramente divertita dalla scenetta che aveva davanti.
Guardò il capitano e prontamente fece comparire una mano di fronte al suo viso, iniziando a tamponare con un fazzoletto tutto l’unto che aveva intorno alla bocca, come fa una madre con il proprio bambino.
Se il mio umore fosse stato leggermente meno nero, forse avrei sorriso anche io osservando quelle scene, ma dopo la conversazione con la navigatrice, la mia tranquillità era di colpo svanita.
Nonostante mi fossi ripromesso che avrei evitato qualsiasi contatto con lei, girai gli occhi alla ricerca di quest’ultima e la trovai impegnata in un’accesa conversazione con il diabolico chirurgo.
Sempre in mezzo doveva stare quell’uomo!
Ero sicuro che la navigatrice era rimasta scottata dal modo in cui l’avevo trattata qualche ora prima, ed infatti per tutta la serata aveva palesemente evitato i miei occhi.
Sbuffai ed appoggia il viso sul palmo della mano, piegata e anch’essa appoggiata al tavolo.
Li osservai  per niente contento e, più il mio sguardo scrutava quelle due figure, più sentivo il mio volto diventare caldo e la mia testa scoppiare.
Ero attento ad ogni espressione, sorriso o movimento di entrambi gli interlocutori.
Sembravano felici e spensierati, anche se Law molto spesso lanciava alla donna degli sguardi di fuoco che, devo ammettere, mi mandavano su tutte le furie.
I suoi occhi dicevano solo…’se ti prendo ti smonto.’ E sfortunatamente per me non stavamo parlando di smontare una macchina o un orologio.
Io, che conoscevo Nami da anni ormai, non l’avevo mai e ripeto, MAI guardata in quel modo.
Il mio onore mi impediva anche solo di guardarla mentre magari si abbassava a prendere qualcosa per terra, figuriamoci se avevo mai osato lanciarle uno sguardo carico di tensione sessuale repressa.
Tsk…Non fraintendete, essendo un uomo avevo le mie piccole fantasie anche io, ma erano ben nascoste, celate al resto del mondo, non mostrate attraverso un paio d’occhi viscidi e penetranti.
Dopo aver ignorato una marea di espressioni a me antipatiche, strinsi istintivamente il pugno che avevo poggiato sul tavolo e, purtroppo per me, qualcuno dovette accorgersi della mia reazione.
“Stupido Marimo, cosa ti prende?” Il cuoco mi guardò confuso, attirando con le sue parole l’attenzione di tutto l’equipaggio, compresa quella della navigatrice.
Quando posò gli occhi su di me mi sentì quasi avvampare, mi avevano colto sul fatto.
“Si, che ti prende Zoro?” Continuò Usopp mentre mi guardava tenendo la forchetta a mezz’aria.
Sbuffai provando a nascondere le mie strane emozioni.
“Niente.”
Risposi con tono neutrale e lanciai uno sguardo minaccioso al biondino, provando a fargli capire che non avevo intenzione di rispondere in nessun’altra maniera.
Quest’ultimo, colse il mio messaggio e fece spallucce.
“Scusa, testa d’alga, pensavo avessi qualche problema!” Distolse l’attenzione da me cosi come tutti gli altri, sicuramente convinti dalla mia spiegazione.
Aspettai qualche minuto e poi, prendendo in mano un’intera bottiglia di Sakè, mi alzai ed uscì dalla cucina, lanciando un’ultima occhiata a Nami, che non accennò a staccare gli occhi da me fin quando non fui fuori.
Respirai a pieni polmoni la leggera brezza che aveva iniziato ad accarezzarmi il viso e mi diressi verso la prua della nave.
Osservai il mare: era calmo e limpido, niente pareva turbarlo.
Sospirai pesantemente, per un motivo ben preciso…
Insomma, anche la mia mente era sempre stata come quel mare: calma, pacata, irremovibile, sicura e limpida; ma da li a qualche giorno, pareva come se una tempesta si fosse abbattuta su di essa, fino a stravolgerne completamente i connotati.
Non capivo davvero cosa mi stesse succedendo…che fossi realmente geloso?
Avevo pensato a quest’opzione per tutto il tempo, specialmente dopo la mia ultima chiacchiera con la navigatrice, ma davvero mi sembrava impossibile…
Io, Zoro Roronoa, uno dei migliori spadaccini del mondo, un uomo dai saldi principi, orgoglioso, forte e temerario…ero geloso di una mocciosa e di uno stupido dottore?
Portai la bottiglia alla bocca e bevvi una quantità enorme di quel liquore trasparente, che scese subito lungo la mia gola, riscaldando il cuore.
Sapevo che la soluzione non l’avrei trovata sul fondo di una bottiglia, ma avere un po’ di compagnia e meno pensieri mi avrebbe fatto comodo.
Osservai per un tempo che mi parve quasi infinito, l’orizzonte che avevo di fronte, fin quando un insopportabile odore di fumo non arrivò proprio sotto al mio naso.
“Cosa vuoi cuoco?” Dissi, senza girarmi a guardarlo.
Lui si appoggiò di schiena alla balaustra della nave e aspirò avidamente il fumo dalla sigaretta che aveva in bocca.
“Cosa ti è preso prima spadaccino da quattro soldi?”
“Non sono affari tuoi.” Sbottai senza guardarlo, sapevo che Sanji aveva intuito la fonte del mio malumore, ma non volevo di certo parlarne con lui.
“Turba anche  me sai?”
Lo guardai di sottecchi ma non risposi, volevo vedere fin dove sarebbe arrivato.
“Mi da fastidio la presenza di quell’uomo sulla nave…per di più guarda Nami come se volesse mangiarsela…”
Risi leggermente, in modo particolarmente ironico.
“Senti chi parla…”Sussurrai continuando ad osservare le onde.
“Lo sai che io non le farei mai del male!” Esclamò, forse irritato dalla mia affermazione.
Aveva ragione, per quanto fosse idiota quel cuoco con le sopracciglia arrotolate, sapevo benissimo non avrebbe mai fatto qualcosa a Nami senza il suo consenso.
Chiusi gli occhi e bevvi l’ultimo goccio di Sakè rimasto nella bottiglia.
“Nami mi ha detto che le hai risposto male oggi…” Quasi mi strozzai quando pronunciò quelle parole e per la prima volta, girai completamente il viso verso di lui, guardandolo in modo sorpreso.
“Come scusa?”
“Hai capito bene…prima di cena è venuta in cucina e si è seduta al tuo posto. Ho provato a parlarle ma aveva una faccia davvero terribile, cosi ho chiesto cosa la turbasse…inizialmente non mi voleva rispondere ma poi piano piano mi ha spiegato che l’avevi trattata in modo poco carino.”
“Non è vero.” Mi sentì quasi punto nell’animo, sapevo che aveva ragione.
“Bha…non voglio sapere cosa sia successo…Non sto di certo qui a farti la ramanzina brutta testa ammuffita…Solo che dovresti fare più attenzioni ad alcune determinate reazioni che ultimamente hai ogni molto spesso…”
Spense la sigaretta e mi lanciò un’ultima occhiata per poi incamminarsi di nuovo perso la cucina.
“Sia chiaro, non sono preoccupato per te…ma per la mia dolce navigatrice.”
Disse quelle ultime parole e si allontanò definitivamente da me, entrando poi di nuovo in cucina.
Sospirai quando sentì la porta chiudersi e mi tirai su, aveva ragione quello stupido cuoco…forse avrei dovuto scusarmi con lei.
Portai un momento lo sguardo rivolto al cielo, forse convinto di trovare qualche stella amica, ma quando il mio unico occhio si posò su quell’oscurità, vidi un enorme nuvolone nero e poco raccomandabile,  venire velocemente verso la nave.
Non esitai nemmeno un secondo, presi fiato ed urlai il nome del capitano con l’intento di farlo uscire dalla stanza nel quale era chiuso.
Subito Rufy, sicuramente allarmato dal tono preoccupato della mia voce,  varcò la soglia della cucina seguito da tutti i Mugiwara ed anche da Law.
Mi guardarono spaesati ma quando videro l’enorme tempesta, avvicinarsi alla Sunny in modo minaccioso, iniziarono a correre su e giù per l’imbarcazione.
Come avevo ipotizzato, l’inferno iniziò dopo qualche minuto.
C’era acqua ovunque, sopra e sotto, a destra ed a sinistra.
Fulmini e saette ricoprivano il cielo ed il vento arrivava sul mio viso forte come un pugno ben assestato.
Il mio occhio, seppur annebbiato dalla grande quantità di pioggia che cadeva dalle nuvole, cercò in modo frenetico ed impaurito quella testolina rossa.
Sospirai felice quando la vidi, era ben salda al timone, ed era intenta a dare ordini a destra e a manca, ma soprattutto…era salva.
Il cuoco e l’archeologa erano rientrati in cucina, pronti a difendere la preziosa collezioni di piatti del biondo, mentre tutto gli altri provavano a non far affondare la povera Sunny.
La tempesta durò più di un ora e tutti combattemmo contro la forza furiosa della natura.
Quando tutto cessò, un’inconsueta ed insolita pace iniziò ad aleggiare intorno alla nave.
Lasciai la cima che avevo legata al braccio e mi guardai intorno.
I danni erano davvero molti e sicuramente Franky avrebbe impiegato più di una giornata a riparare il resistente legno dell’imbarcazione.
“STATE TUTTI BENE?” Esclamò Rufy scendendo dall’albero maestro e guardandosi in giro.
“Si!” Dissero in coro Usopp, Brook e Chopper.
“Qui tutto apposto!” Continuò Franky.
“Anche qui!” La porta della cucina si aprì, rivelando la figura del cuoco e dell’archeologa.
C’erano tutti…tutti tranne…
NAMI.
Mi guardai intorno, terrorizzato ed impaurito.
Tutte le voci dei miei Nakama erano giunte alle mie orecchie, meno che la sua.
“Qui abbiamo un problema…” Fu una voce tenebrosa e roca a parlare.
Mi girai verso la direzione dalla quale proveniva e quando vidi quella scena, sentì quasi il cuore scoppiarmi.
Law teneva in braccio il corpo inerme della navigatrice, la stringeva a se come fosse stata sua e la guardava come se dovesse diveltarlo da un momento all’altro.
















Angolo dell'autrice.

Yeppa, eccomi qua con il secondo capitolo!
Grazie a chiunque abbia recensito quello precendete e a tutti colore che hanno inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Mi ha fatto molto piacere vedere comunque un piccolo interesse da parte vostra verso questa ff, giuro..ne sono stata davvero felice! çç
Comunque che dire, ho voluto inserire i diversi punti di vista di Zoro e Nami...
Riguardo Law, ancora non ho presentato bene la sua figura credo, ma la sua importanza aumenterà già dai prossimi capitoli...
Nami ha espresso un pò quello che pensa del chirurgo e Zoro ormai, lo abbiamo capito tutti, lo odia da morire!
Spero vi piacerà questo secondo capitolo e spero continuerete a seguirmi!
Vi ringrazio di nuovo...un bacione!
Sunny Roronoa.

Ps: Perdonatemi se mai troverete qualche errore sparso qua e la...Prometto che correggerò tutto appena avrò un po' di tempo!
  
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