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Autore: LovingHimWasRed    27/02/2013    0 recensioni
Mi svegliai con una parola lampeggiane nella testa: Daniele.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti,
mi dispiace se avete aspettato per questo capitolo (?), ma eccolo qua! È l’ultimo, e so già che vi farà schifo, perché non si capisce.. comunque, buona lettura! Se vi va, mi farebbe piacere qualche recensione!
Buona lettura:)
 
3.
 Mi ricordo i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci, le sue mani che dalla schiena scendevano un po’ troppo, finchè io ridendo non gliele riportavo su, le volte in cui mi prendeva in braccio per attraversare una pozzangherona per non farmi bagnare i piedi, le volte in cui mi ha accompagnata a casa a piedi di sera perché non voleva che girassi da sola al buio, le volte in cui gli raccontavo delle cose brutte che mi avevano fatto e lui cominciava ad insultare quelle persone e si mordeva il labbro per il nervosismo, le telefonate infinite, lui che mi dice ‘Dobbiamo farci una tariffa, perché quando cominciamo a messaggiare, non la smettiamo più..!’, i suoi sorrisi, le battute, le cose che potevamo capire solo noi e che facevano sentire stupido chiunque ci stesse accanto. La volta in cui si è fatto interrogare in latino e ha preso cinque per salvare me. Ricordo tutto.
 
 Improvvisamente il cellulare comincia a suonare.
Hurts Like Heavendei Coldplay. Quella era la SUA suoneria personalizzata.
No, non può essere.
Prendo il telefono, sul display c’è la scritta ‘Daniele’.
Sospiro.
Crampo allo stomaco.
Non rispondo.
Sì, rispondo.
No, che gli dico?
Che lo ami.
No!
Ok, no, non rispondo.
Oddio si! Ha chiamato lui!
 Posi fine a questo schizofrenico dialogo fra me stessa e me medesima, e risposi.
 “Pronto?” la voce mi tremava.
“Ehi.. ciao Betta.”
Oddio,la sua voce.
“Ciao..”
Sospirai.
Aveva chiamato lui, quindi aspettai che fosse lui a parlare. Anche se morivo dalla voglia di urlargli che lo amavo ancora e di chiedergli perché se ne fosse andato arrabbattando quelle patetiche scuse.
Come che gli dispiaceva ma non mi amava più, che lo faceva per il mio bene, perché mi rispettava.  Che un giorno avrei capito. Che non era colpa mia.
Ridicolo.
“Volevo sapere come stai..” Pausa. “Come stai?” riprese.
Soffocai un urlo. Come sto? COME STO? Sto male! Ecco come sto. Ed è colpa tua, della tua sparizione, di tutto quello c’è stato prima.
“Vado avanti,dai..” e mi pentii subito di aver dato quella risposta da quarantenne con un mucchio di bollette da pagare. “Tu?”
Sospirò. “Io no.”
Il rantolo di pianto che cercai di inghiottire deve invece essere arrivato alle sue orecchie, perché mi chiese “Sei sicura di star bene?”
“NO.” E scoppiai a piangere.
“Non piangere..” mi disse lui con voce rassicurante, per quanto gli riuscisse, in mezzo alle lacrime.
Sospirai, cercai di calmarmi.
“E’ che.. è strano sentirti.”
“Lo so.. ero in pensiero per te.”
Ah, beh menomale. Adesso si preoccupa.
“Ora ti preoccupi?” diedi voce ai miei pensieri.
“Lo so, lo so che sono stato pessimo. Io ti amavo.”
“Poi?” lo incalzai.
“Poi ho smesso.”
Silenzio.
“Ma io ti ho amata davvero.” Riprese “e ricordo tutto della nostra storia, perché è stata bellissima.”
Ti prego, fa che non cominci con l’elenco.
“Mi ricordo come ti alzavi sulle punte dei piedi per baciarmi, come passavi le mani fra i miei capelli, come ti ho insegnato a suonare la chitarra, come ti ho prestato le mie scarpe e ho camminato scalzo quando sei venuta alla gita in montagna con le ballerine, ricordo come ti portavo lo zaino, ricordo come mi scaricavi l’ipod a forza di sentire Bruce Springsteen, mi ricordo il nostro primo bacio.”
“Basta, ti prego!” lo interruppi quasi urlando.
Si fermò all’istante. Come se stesse solo aspettando una mia reazione per smettere.
 “Quello che voglio dire è che.. Mi dispiace che sia finita così.”
Sospirai asciugandomi le lacrime “Anche a me.”
 Lo sentii sospirare, temporeggiare, come se cercasse delle parole. Parole che evidentemente non trovò, perché improvvisamente attaccò.
Io rimasi lì, col telefono attaccato all’orecchio, seduta in pizzo sul mio letto in lacrime.
 
The one thing you wish I forget, the memory I wanna forget is saying goodbye.
Goodbye.
  
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