3- Trasmutazione
< Generale di brigata Mustang, cosa ci fa qui?
> chiedeva a gran voce il sottotenente Havoc, mentre lo raggiungeva .
< Una nuova missione? >
< Nulla di tutto ciò… > rispose
stancamente Roy. < Avevo degli affari da sbrigare. >
< … >
< Se non c’è altro devo andare. >
< Asp…aspetti generale…un
momento. >
< Non
so se faccio bene a dirlo, anche perché non so se le mie congetture possono
essere reali… >
< Cosa?! >
< Beh, da quando siamo a East-city
ho notato alcune stranezze in Edward; non che voglia parlare male di lui,
ma…quando a volte passavo vicino al suo ufficio lo sentivo parlare con qualcuno,
ma se entravo lo trovavo solo. E’ anche diventato molto irascibile e scontroso.
Si rinchiude dove può e studia come un ossesso su libri e fogli che tiene
nascosti a tutti. Ho provato a chiedergli se avesse bisogno di aiuto ma l’ unico
risultato è stato farmi urlare dietro. E poi per finire, ha chiesto, addirittura
al comandante supremo, di farsi trasferire stabilmente qui a East-city; dopo che
lo stesso lo aveva assegnato a Central-city. >
< … >
< So che
Edward è una brava persona, ma ho paura che si stia cacciando in qualche guaio.
>
< Ben fatto sottotenente Havoc. Continua a indagare e riferiscimi ciò
che scopri; e cosa più importante, non farne parola con nessuno. >
<
Si, signore! >
Roy si allontanò lentamente, serrando forte i pugni. Nella
mano sinistra, una luccicante collanina veniva sporcata di rosso.
***********************
Ormai la primavera era nel suo pieno splendore,
dappertutto fiori e piante sbocciavano in tutta la loro bellezza. Il cielo di
East-city era limpido e di un azzurro abbagliante, quella domenica. Tutti gli
abitanti si erano riversati nei pochi giardini della città per rilassarsi,
giocare e prendere il sole.
Tutti, tranne un giovane alchimista che chino sui
libri, leggeva ormai da ore nella buia,polverosa e calda biblioteca militare.
Edward si alzò dalla sua postazione ed andò ad aprire la finestra in fondo alla
sala, assaporando l’ aria fresca che entrava nella stanza; poi si voltò per
tornare al suo posto.
< Lavori anche la domenica…acciaio? >
< Se
no come potrei compiacerti Envy? >
L’ homunculus scese dal cornicione
della finestra, appena aperta da Edward, e gli si avvicinò.
< Allora come
procedono le ricerche? >
< … >
< Non riuscirò ad aspettare
ancora allungo lo sai?! >
< Mi dispiace per te, ma il mio cervello non
può andare più veloce di così. > disse sarcasticamente Ed.
Envy fu colpito
da uno scatto di ira e bloccando Edward per le mani, lo sbatté contro uno
scaffale li vicino.
< Smettila di prendermi per il culo; non sarò così
tanto calmo ancora per lungo… >
< Fottiti Envy >
< No,no,no
piccolo alchimista… > iniziò a canticchiare l’homunculus < …non si parla
così a chi ti tiene in pugno. >
Envy guardò intensamente gli occhi di
Ed.
< Non sarà che ti manca il tuo amato generale di brigata…
>
Edward non rispose.
< Eppure mi sembrava che l’altra sera tu
lo abbia mollato definitivamente… >
< Rimani fuori da questa storia!
> disse duramente Ed sempre più livido di rabbia.
< Prima lo scarichi e
poi fai il sentimentale…non è che non volevi che sapesse…di noi. > bisbigliò
all’orecchio di Edward. < Come sei buono, tenerlo fuori da questa brutta
storia… >
< Chiudi quella fogna! >
< No, no, no, risposta
sbagliata> disse l’homunculus iniziando a leccare la guancia del giovane
alchimista < Tu sei la mia bambola…servi al mio scopo…non vorrei dover usare
le maniere forti… >
< Lasciami andare allora…non ho tempo da perdere
con i tuoi stupidi giochini. >
Per tutta risposta Envy aumentò la presa
sui polsi, baciandolo con cattiveria; poi lo lasciò e si diresse alla finestra,
dove sparì.
Edward rimase per qualche minuto immobile; si sentiva sporco,
fisicamente e mentalmente, ma riusciva a tirare avanti pensando che quello che
stava facendo era per Roy.
< Ancora poco.> disse a denti stretti
mentre puliva con la mano il sangue che scendeva dalla ferita, sul labbro,
appena procurata dall’homunculus.
*********************
Era ormai notte fonda e la luna piena illuminava
col suo candido bagliore, le cime degli alberi e tutto il quartier
generale.
Edward aveva aspettato tutta la sera che la maggior parte dei
militari se ne andasse per attuare il suo piano. A mezzanotte in punto, uscì dal
suo ufficio e si avvio nel corridoio che ben sapeva essere l’ entrata segreta al
sotterraneo.
Dopo un po’ di cammino, in quei ormai famigliari e bui vicoli,
Ed arrivò di nuovo davanti alla porta
d’acciaio; aspettò qualche istante per
verificare che non ci fosse nessuno, poi trasmutò la serratura e aprì la
porta.
Davanti a se Edward trovò un altro lungo corridoio che si apriva in
una stanza circolare. Gli scaffali lungo le pareti erano stipati di antichissimi
libri di alchimia, ed i due tavoli sui lati della stanza erano stipati da fogli
con complicati cerchi alchemici e appunti sulla trasmutazione, e provette piene
di strani liquidi colorati; dal soffitto, un lampadario con otto candele
illuminava la stanza con una luce fioca e spettrale e il pavimento, dove si
poteva vedere quello che rimaneva di una trasmutazione recente.
Il cerchio
utilizzato era molto complesso e articolato, con caratteri latini e greci che si
univano alle sinuose linee che entravano ed uscivano dal cerchio.
< Deve
essere qui. > disse sottovoce Edward mentre iniziava a rovistare in
giro.
Improvvisamente sentì un rumore di passi, che lo fece sobbalzare. Di
corsa rimise a posto gli oggetti che aveva appena spostato e trasmutando i suoi
vestiti si nascose sotto uno dei due tavoli.
Due uomini con un lungo camice
bianco, probabilmente dottori, entrarono nella stanza , seguiti a ruota da un
gruppo di soldati armati e da una dozzina di quelli che sembravano
prigionieri.
Le lunghe catene che tintinnavano sul pavimento, creavano un
suono sinistro; come una sinfonia di morte.
I due dottori ordinarono ai
soldati di posizionare i prigionieri dentro al cerchio, poi, come la volta
precedente, un’ immensa luce rossa investì tutta la stanza ed i
presenti.
Quando tornò il buio, il silenzio regnava sovrano.
I due
dottori, gli alchimisti che avevano appena compiuto la trasmutazione, andarono
al centro del cerchio, ormai vuoto, e raccolsero la piccola pietra rossa, che,
con cautela, venne posta prima in un sacchettino di pelle, poi in un vano
segreto aperto da uno dei due alchimisti.
Fatto ciò, sia i dottori che i
militari si avviarono lungo il corridoio, lasciando Edward di nuovo solo nella
stanza.
Passò qualche minuto, poi Ed decise di uscire dal suo
nascondiglio. Guardò un momento il cerchio sul pavimento, chinò il capo quasi a
voler chiedere scusa ai prigionieri che avevano appena dato la vita per quella
pietra, poi si posizionò davanti al muro dove poco prima stavano i dottori, e
trasmutando il vano segreto, prese la pietra filosofale che mise subito in
tasca.
< Farò si che il vostro sacrificio non sia stato vano.
>
*********************
< Generale di brigata Mustang, è proprio sicuro
di quello che vuole fare? >
< Si sottotenente Havoc, non c’è altra
soluzione. > disse fermamente Roy mentre forzava la porta dell’ ufficio di
Edward.
< E se tornasse…come gli spiegheremo l’ intrusione?! >
<
Sono sicurocce non ce ne sarà bisogno se ci sbrighiamo. >
Roy accese la
piccola lampada posta sulla scrivania ed iniziò a studiare le carte sparse qua e
là; intanto Havoc si stava occupando dei libri sullo scaffale.
< Qui non
c’è niente che ci interessi > disse il sottotenente dopo aver sfogliato l’
ennesimo volume di alchimia. < Un buco nell’ acqua. >
< Andiamo
allora… > disse Roy mentre si apprestava a spegnere la
luce.
Improvvisamente però, Mustang notò una stranezza nei cassetti dalla
scrivania e avvicinandosi vide i segni freschi di una trasmutazione.
Senza
perdere tempo, disegnò un cerchio alchemico e li trasmutò uno ad uno,
rivelandone l’interno. Dentro l’ ultimo cassetto, sotto pile di appunti ,
c’erano molte cartellette con lo stemma dell’ esercito; Roy iniziò a sfogliarle
velocemente sempre più incredulo.
< Trovato qualcosa di interessante?
>
< Diciamo di si. > disse in tono serio < Sarà meglio che questi
li portiamo via con noi, prima che qualcun’ altro li trovi. >
<
Generale di brigata Mustang… >
< Cosa c’è sottotenente Havoc?!
>
< …quello non è Edward? > disse Havoc indicando fuori dalla
finestra una piccola figura che si muoveva furtivamente. < Chissà dove sta
andando a quest’ora? >
< Tieni! > disse Roy dando al sottotenente i
fascicoli appena trovati. < Portali nel mio ufficio e nascondili. Poi resta
li ad aspettarmi. >
< E lei dove va? >
< Io seguirò Edward.
>
*************************
Tornato dai sotterranei, Edward uscì da una porta
secondaria del quartier generale, cercando di nascondersi nelle ombre che il
palazzo gli offriva, per non farsi notare da nessuno.
Dopo aver percorso
parecchie vie cittadine, Ed imboccò una sterrata stradina di cambagna che
portava fuori città. La fresca aria della sera passava sul suo viso e tra i
lunghi capelli d'oro, rinvigorendo il suo corpo stanco.
Ormai c'era quasi, l'
incubo stava per finire; finalmente tutto sarebbe tornato come prima.
<
Eccola finalmente > pensò Edward avvicinandosi ad una vecchia casa diroccata
immersa nel più completo nulla.
Entrato nella fatiscente abitazione, Ed si
diresse nel buio seminterrato, semi illuminato dai pochi raggi di luna che
penetravano le assi marce del pavimento del piano superiore, e li cominciò con
un gessetto, preso dalla tasca, a disegnare un complesso ed antico cerchio
alchemico.
Tempo dieci minuti e tutto era pronto; mancava solo l'ospite
principale.
< So che se qui Envy; vieni fuori che così la facciamo finita!
>
Silenzio.
< Ma bravo, te ne sei accorto! > disse sghignazzando
l'homunculus mentre usciva dal suo nascondiglio. < Vedo che possiamo
finalmente iniziare...dove mi devo mettere? >
< Al centro...tieni
questa in mano > disse Ed porgendo a Envy la pietra filosofale che temeva in
tasca. < Ora stai fermo e lascafare tutto a me. >
Edward chiuse gli
occhi concentrandosi il più possibile su ciò che stava per fare. Lentamente
iniziò ad abbassare le mani sul cerchio, pronto alla trasmutazione imminente e a
ciò che sarebbe successo dopo.
< No! Non farlo!!! >
Ed si scosse
aprendo gli occhi e girandosi verso la voce che aveva appena parlato. Rimase
impietrito nel vedere Roy che dalla cima delle scale, scendendo i gradini a due
a due, irrompeva nella stanza.
Edward guardò Mustang con occhi tristi e
lucidi.
< Non saresti mai dovuto venire qui. >
< Perché stai
aiutando un homunculus? Cosa ti può dare, tanto da stipulare un patto?!
>disse Roy cercando risposte.
< Il silenzio. >
< Cosa vuol
dire?! >
< Vattene Roy; tu non centri niente con questa storia, è stata
una mia scelta. >
< ...è stata una mia scelta... > ripeté Envy
melodrammatico < come sei mieloso acciaio; non hai voluto dirglielo fino alla
fine il perché del nostro patto...> continuò malignamente < Ma ora
torniamo a noi...finisci quello che hai iniziato! >
Ed si ricompose e si
voltò dando le spalle a Mustang.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Edward poggiò le mani
sul cerchio e l' alchimia ebbe inizio. Mustang gli corse incontro ma fu
scaraventato via dall' onda d' urto creatasi con la trasmutazione. Una luce
abbagliante invase la stanza e più nulla fu visibile; poi tornò il buio, e con
lui un silenzio inquietante.
Roy aprì lentamente gli occhi, togliendosi
di dosso i calcinacci che lo ricoprivano. Alzandosi in piedi si appoggiò per
qualche secondo al muro li vicino, ancora visibilmente scosso dalla botta appena
presa. Con un gran sforzo cercò di focalizzare la stanza poco visibile a causa
della polvere che aleggiava ancora nel seminterrato,così con uno schiocco di
dita creò una piccola fiammella che lo aiutò a dirigersi verso il centro della
stanza.
Li a terra c'era il corpo esanime del giovane alchimista, ma quello
di Envy era sparito.
< Edward...Edward rispondimi! >
Mustang si
chinò in fretta, togliendo le macerie dal corpo dell' amato; poi con delicatezza
lo voltò stendendolo a terra. Tagli e ferite mediamente profonde ricoprivano il
corpo del giovane alchimista, e i vestiti, impolverati e strappati, erano
macchiati di sangue misto alla terra del pavimento.
Roy guardò quel volto
così sereno, nonostante la situazione, e cominciò a piangere senza ritegno
abbracciando il corpo immobile di Edward.
< Perché?! Perché hai fatto
tutto questo da solo?! Perché non hai chiesto il mio aiuto?! >
Una mano
sfiorò delicatamente la guancia del neogenerale di brigata che si voltò
incontrando quelle bellissime iridi dorate di cui si era innamorato.
<
Perché piangi Roy? Non devi piangere per me. Io...io sto bene...non devi
preoccuparti. >
< Certo che mi preoccupo brutto deficente! Hai idea di
cosa ho dovuto passare per colpa della tua ottusità?! >
< Mi dispiace
Roy... > disse flebilmente Ed con le lacrime agli occhi.
< Non
preoccuparti più. > disse Mustang accarezzando il capo del giovane
alchimista. < Basta che tu mi dica che mi ami; mi basta questo. >
<
Certo che ti amo Roy! Il mio amore per te non potrà mai sparire! >
A
quelle parole Mustang provò una felicità tale da sentirsi totalmente
rinvigorito. Con gentilezza e discreta passione baciò l'amato fino a togliergli
il fiato; quanto aveva sognato di poter toccare di nuovo quelle labbra.
<
Questa è tua. > disse Roy mettendogli al collo la catenina con l'anello di
ametista.
< Grazie. > rispose Ed con un gran sorriso.
< Andiamo
adesso? >
< Si. > gli rispose Edward prima che la stanchezza lo
conducesse tra le braccia di morfeo.
*********************
< Un po' più stretti...ecco, così! State
fermi... >
CLICK!
< Direi che con questa foto abbiamo finito.
>
< Finalmente! Stare in piedi con questo gesso non è divertente!!!
> disse Edward sedendosi su una sedia della veranda insieme al
fratello.
< Come stai adesso fratellone? >
< Bene, a parte
l'insopportabile prurito alla gamba! Questo gesso mi farà impazire! >
<
Quanto lo devi ancora tenere? >
< Tre lunghisime settimane! l'unica
nota positiva è che almeno starò qui a Reesembol con i miei adorati nipotini!
>
< Non sono bellissimi?! > disse Al con fierezza.
< Si! I due
nuovi fratelli Elric! Chissà se seguiranno le orme del padre e dello zio...
>
< Spero proprio di no! > dissse Al ridendo. < Cambiando
discorso, come è andata a finire la storia dei fascicoli top-secret
dell'esercito? Come si è giustificato il generale di brigata Mustang a riguardo?
>
< Diciamo che ha detto la verità, cioè che sono stati sottratti da un
homunculus di nome Envy, ma ha omesso che poi lo stesso homunculus li ha dati a
me.>
< Ed Envy, si sa che fine ha fatto dopo quella notte? >
<
No; per quanto ne sappiamo, potrebbe essere sopravvissuto alla trasmutazione ed
essere scappato o essere morto. >
< Capisco... >
< Edward...
>urlò Roy correndo in contro ai due fratelli. < ...se per te va bene è il
momento. >
Ed guardò in direzione degli ospiti accorsi per la nascita dei
suoi nipotini; c'erano tutti, Hawkeye e Havoc, Fury, Armstrong, Farman,
Breda...
< Si, sono pronto; andiamo. >
Edward prese le stampelle ed
insieme a Mustang si avviò verso il gruppo.
< Sono felice che siate tutti
qui oggi per questo bellissimo evento. > iniziò a dire lentamente Ed. < Ma
se vi abbiamo chiamato qui oggi, è anche per un altro motivo... >
Ed si
fermò e guardò ogni singolo invitato.
< C'è un'importante questione che
voglio...che io e Roy vogliamo che voi sappiate... >
***********************************
E così anche questa ficcy è finita. DEvo dire
che all' inizio di tutto, non avrei mai immaginato di arrivare a scriverne così
tante, ma il grande sostegno di chi ha commentato ad ogni mio capitlo mi ha
spinto ad andare avanti.
Sono immensamente grata a tutti quelli che mi hanno
incitato e li ringrazio tanto per la loro gentilezza.
Queste ficcy me le sono
immaginata sempre con i disegni della doujinshika IDEA (hoseki hime, alias Nono
Inukai e Rin Seina), perché riesce a disegnare un Edward così sensuale e
femmineo e un Mustang così virile e bello!>///