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Autore: itsJay_95    27/02/2013    3 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA-
Dal testo:
“Sei l'unico che può sentirmi. Di conseguenza: l'unico che può aiutarmi” Justin spalancò gli occhi. L'unico che poteva sentirlo?
“Mi prenderanno per pazzo se mi vedono parlare con un cane”. Il cagnolino ridacchiò annuendo. Chi non gli avrebbe dato del pazzo?
“E poi? Una volta che ti avrò aiutato che succederà?” domanda più che lecita.
“Riposerò finalmente in pace.”
Justin si rattristò nuovamente. Ryan era morto e quella dentro al cucciolo era solo la sua anima. Sempre se non stava sognando. Era tutto molto discutibile.
Magari era ubriaco.
“Che devo fare?” sbuffò infine.
“Devi far innamorare di te Daphne.”
Che cosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Owh.

 

La giornata in piscina fu esattamente come Justin se l'era immaginata: noiosa.
Daphne non lo aveva calcolato neanche, era stata tutto il tempo impegnata a flirtare con quel pompato che era Matteo.
Justin si era ritrovato ad indossare le vesti del terzo incomodo, oltre ad un costume stretto e vecchio.
Si era annoiato da morire mentre Daphne e Matteo si divertivano a schizzarsi l'acqua addosso e a rincorrersi per il prato dietro la piscina.
Però, ora chi stava portando a casa Daphne? Di certo non Matteo che, dopo aver chiesto se Daphne avesse casa libera e aver ricevuto un no come risposta, doveva andare con qualcuno a fare la spesa.
Perché la spesa la devi fare improvvisamente, solo se Daphne ha casa occupata.
Justin si ritrovò a stringere più del dovuto le mani intorno al volante e Daphne si preoccupò.
Che gli prendeva?
Tutto ok?
Certo” rispose immediatamente.
Daphne si voltò a fissare la strada. Stavano andando davvero ad una velocità esagerata per essere in città.
Puoi rallentare?
Non sto andando forte
Puoi rallentare?” ripeté lei con più enfasi. Era terrorizzata. E come biasimarla?
Justin sembrò non udirla così lei iniziò ad andare nel panico.
Flashback continui la portavano al giorno più brutto della sua vita e si ritrovò a piangere senza volerlo. Senza accorgersene.
Piangeva in silenzio.
Senza farsi notare.
Quando Justin prese una buca con troppa velocità, però, iniziò a singhiozzare più animatamente, facendo abbassare e alzare il busto con troppa velocità, come se avesse appena smesso di percorrere la maratona a New York.
Justin si voltò a fissarla e si spaventò iniziando ad imprecare per la sua stupidità.
Accostò immediatamente e si slacciò la cintura per andare dalla parte opposta dove Daphne stava seduta.
Continuava a piangere e a tenere gli occhi chiusi mentre il respiro si accelerava sempre più, Justin era seriamente preoccupato. “Daphne” la chiamò.
La ragazza iniziò a dondolarsi avanti e indietro sul sedile, sentendosi l'aria mancare.
Daphne..” riprovò lui, ma lei non sembrava sentirlo.
Daphne mi senti?” niente.
Daphne continuava a piangere senza parlare o aprire gli occhi. Come se fosse svenuta tra i singhiozzi.
Almeno respirava, anche se in modo assurdo, ma respirava.
Justin si passò una mano tra i capelli e ne tirò le punte. Allacciò la cintura di sicurezza a Daphne e tornò al lato del guidatore.
Prese il cellulare di Daphne dalla sua borsa e chiamò la madre.
La donna rispose quasi subito, con un tono normale e pacato.
Signora Hays?” iniziò Justin mettendosi la cintura di sicurezza. “Daphne ha mai sofferto di attacchi di panico?
Justin? Che stai dicendo?” chiese la donna allarmata.
Daphne ne sta avendo uno. Credo. Andavo troppo veloce in macchina e ha iniziato a piangere. Probabilmente è in iperventilazione. Non so che fare” disse sincero iniziando a guidare verso l'ospedale.
La sto portando in ospedale, non so che altro fare signora” continuò sentendo il silenzio dall'altra parte della cornetta.
Sono a due ore dall'ospedale, aspettami lì, caro” disse dopo quella che sembrava un'attesa infinita.
Va bene” disse chiudendo la telefonata.

 

Inserì la banconota nel distributore di bibite e digitò velocemente il numero aspettando che la sua bottiglietta d'acqua cadesse nel cassettone.
Aprì il cassettone e subito ne bevve un sorso avvicinandosi all'uscita della sala d'attesa per andare dal paninaro.
L'ansia e il nervoso gli mettevano appetito.
Acquistò una focaccia farcita con insalata, prosciutto, uova e maionese. Una focaccia da re! Se ci fosse stato suo padre l'avrebbe chiamata così, sicuramente.
Mangiò fuori dall'ospedale la sua focaccia e aspettò qualche minuto prima di rientrare in ospedale.
L'aria viziata all'interno dell'edificio gli dava fastidio, vedere tutta quella gente malata gli dava fastidio. Gli ospedali in generale gli davano fastidio.
Anche perché, ogni volta che andava in un ospedale era solo per brutte cose.
L'ultima volta che era andato in ospedale era per Ryan... e beh Ryan poi non lo aveva più visto se non sotto forma di cane...
quando rientrò nel reparto d'ospedale dove Daphne era stata ricoverata, trovò nella sala d'attesa Mr. Hays impegnato a leggere una rivista.
Non aveva mai parlato con il padre di Daphne, beh nemmeno con la madre, ma lui rispetto alla moglie incuteva più timore.
Si sedette e iniziò a giocherellare con le dita, impaziente di sapere come stesse Daphne.
Vai a casa ragazzo” disse l'uomo.
Justin lo fissò senza capire perché, perché voleva che se ne andasse?
Vai a casa, su.” continuò l'uomo.
Perché?” chiese.
L'uomo posò il giornale sulle gambe e abbassò gli occhiali da vista.
Daphne non ha bisogno di un ragazzino attorno.” iniziò fissandolo. “Non credi che abbia sofferto abbastanza? Non credo abbia superato la storia di Ryan, perché non le dai tregua?
Perché Ryan, il cane, ha il tempo contato.
Mancava un mese alla fine della seconda vita di Ryan, e Justin non aveva ancora fatto innamorare di sé Daphne.
Lei non sa cosa è meglio per Daphne..” borbottò il ragazzo.
L'uomo inarcò un sopracciglio, sorpreso quasi. “E tu lo sai?” ridacchiò sinceramente divertito.
Ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, perché è fragile” sussurrò.
E tu, ragazzino, saresti in grado di prenderti cura di lei?” l'uomo rise attirando l'attenzione su di sé. Tornò serio in poco tempo e fissò nuovamente l'espressione seria di Justin. “Non hai nemmeno il coraggio di dirlo con un tono di voce normale, riesci solo a sussurrarlo” continuò.
Io voglio prendermi cura di Daphne” disse più sicuro Justin, dopo aver preso un lungo sospiro.
Non puoi, sei solo un ragazzino. Vai a casa, dai” continuò arrogante l'uomo.
Justin scosse il capo e decise di non tener testa all'uomo. Si alzò e senza salutarlo si diresse verso l'ascensore.
Si diede dello stupido da solo. Non poteva arrendersi così facilmente.

 

Quando l'effetto della morfina svanì, Daphne riaprì gli occhi confusa e frastornata. La testa le faceva male e continui flashback dell'incidente con Ryan le tornavano in mente.
La stanza d'ospedale era maledettamente simile a quella di quando le dissero che il suo Ryan era morto e, suo padre seduto accanto a lei non faceva altro che farle tornare in mente la tragica notizia.
Pensò subito a dove potesse essere Justin in quel momento.
Era sicurissima che fosse stato lui a portarla lì.
La ragione non le era tanto chiara, ma sapeva che era stato lui.
D'altronde la stava riaccompagnando a casa... quindi era stato lui per forza.
Justin?” chiese attirando, finalmente, l'attenzione del padre. L'uomo alzò la testa dal giornale e le sorrise.
Come ti senti?” chiese ignorando la sua domanda.
Bene. Dov'è Justin?” chiese spaventata. Che gli fosse successo qualcosa? Avevano avuto un altro incidente? Iniziò a sudare freddo e a tremare, spaventata. no. Non poteva perdere anche Justin.
È andato a casa subito dopo che ti ha portata qui” rispose l'uomo.
Daphne emise un sospiro di sollievo, almeno era vivo, ma subito si rabbuiò.
Perché non era rimasto lì con lei? Perché l'aveva abbandonata ai medici?
Come mai non è restato?” chiese.
Aveva da fare.” spiegò l'uomo “Vado a chiamare l'infermiera, tua madre arriverà tra poco” disse uscendo dalla stanza.
Daphne si ritrovò ancora più spaesata dopo le motivazioni di Justin per l'abbandono.
Aveva da fare? Che cosa? Non poteva annullare gli impegni per stare lì con lei?
Continuava a porsi queste domande cercando una risposta per poter giustificare le gesta del ragazzo... ma non c'erano risposte che potevano giustificare il suo abbandono.
Forse Ryan doveva fare i bisogni..., pensò, ma si diede della stupida da sola: Ryan poteva anche farla nel giardino di casa Bieber.
Hai mal di testa?” l'arrivo dell'infermiera la distrasse da tutto.
Si limitò ad annuire e la donna estrasse dalla tasca del suo camice un cilindro arancione con delle pastiglie dentro.
Posò il contenitore sul comodino accanto al letto, spense la flebo e staccò il tubicino di plastica dal braccio di Daphne, dove una farfallina viola teneva il suo ago all'interno della vena.
Vado a prenderti una pastiglia per il mal di testa, poi ti spiego cosa sono queste” disse indicando le pastiglie sul comodino. “Fame?” chiese poi ma Daphne si limitò a scuotere il capo.
La donna uscì dalla stanza lasciandola ancora una volta sola in balia dei suoi pensieri... che caso strano, riguardavano tutti Justin e la sua fuga dall'ospedale.
Quando l'infermiera tornò, si portò dietro sé anche la madre di Daphne, che con affanno raggiunse la figlia al letto e iniziò ad accarezzarle i capelli.
Mi sono spaventata così tanto!” esclamò “Come ti senti piccola?” chiese sedendosi accanto al letto.
Ho mal di testa” spiegò semplicemente la ragazza.
La madre annuì mentre l'infermiera iniziò a farle l'esame della pressione e successivamente a prelevarle un po' di sangue.
Poi finalmente le diede la pasticca per il mal di testa.
Questi sono dei calmanti...” iniziò la donna prendendo il tubetto in mano “devi prenderne una al giorno. Finché non finisci il tubetto. Poi tornerai in ospedale a fare un controllo e vedremo se dovrai continuare a prenderle, ma voglio che tu veda uno psicologo”.
Vedo già uno psicologo ogni due settimane
Allora facciamo che ci vai ogni settimana Daphne. Attacchi di panico, come quello che hai avuto, non sono da sottovalutare.” disse. Daphne annuì sbuffando. Odiava andare dallo psicologo. Insomma... non era mica pazza!
Dopo poco le donne lasciarono nuovamente Daphne da sola e il cellulare della ragazza prese a vibrare.
Era Justin. Che voleva?
Pronto?” biascicò.
Ehy Daphne!” salutò lui.
Che c'è?
Come stai?”chiese lui. Daphne sentì la rabbia crescere in sé. Prima l'abbandonava poi le telefonava per sapere come stava?
Ti importa?” disse acida.
Ehm.. si? Senti io volevo rimanere lì con te, ma
Zitto, mio papà mi ha detto tutto”lo interruppe.
Davvero?” chiese sinceramente stupito dalle azioni dell'uomo.
Sì. E mi fai schifo, sai?
Schifo? Come scusa?!” si stava innervosendo, oh oh.
Sì Bieber. Stavo male e te ne sei andato via così. E perché? Perché avevi da fare? Pensavo di essere importante per te!” quasi strillò.
Ma è così! Senti sono qua sotto... puoi dirmi la stanza così salgo e ti spiego per davvero com'è andata?” chiese esasperato. Ovviamente lo aveva immaginato che il padre di Daphne le avesse rifilato una storiella per la sua assenza, ma cadere così in basso.
Daphne disse a Justin la stanza e anche il piano per sicurezza e attese ansiosa l'arrivo del biondo.
Quando Justin fece capolino nella stanza istintivamente sorrise, ma subito tornò ad avere un'espressione seria, doveva rimanere arrabbiata.
Come stai?” chiese subito lui, chiudendosi la porta alle spalle.
Che palle, tutti a chiedermi la stessa cosa!” esclamò. Justin ridacchiò sedendosi sul bordo del letto. “Mi hai fatto spaventare, ma in compenso ho mangiato un buon panino qua fuori, mentre aspettavo tuo padre, sai” Daphne rimase sorpresa. Lui aveva aspettato suo padre?
Quindi non te ne sei andato subito?” lui scosse il capo.
Tuo padre mi ha cacciato. Dice che non devo starti intorno e bla bla bla.” disse muovendo la mando.
Bla bla bla?” chiese lei divertita.
Sì. Dice che sono solo un ragazzino e che non posso prendermi cura di te.” mormorò. Daphne non riuscì a non sorridere.
Prenderti cura di me?” chiese innocentemente. Lui annui fissandosi le scarpe. Poi si voltò a fissarla mentre le faceva un sorriso timido.
Perché?” gli chiese e allora lui le si avvicinò di più, spostandosi piano sul letto ed evitando di darle le spalle.
Allungò una mano ad accarezzarle il volto e lei chiuse gli occhi, respirando l'odore del ragazzo.
E Justin non resistette un secondo di più.
Appoggiò le sue labbra a quelle di Daphne e attese una manciata di secondi prima di picchiettare la lingua sulle labbra della ragazza. Lei non ci mise molto a schiudere le labbra e a ricambiare il bacio.
Era come se entrambi aspettassero quel momento da secoli, ma la realtà era che solo in quel momento si accorsero entrambi del desiderio che tra loro c'era sempre stato.
Il bacio ne era soltanto la conferma.




















 


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HO PAURA DI VOI(?)
ahahahah davvero vi chiedo infinitamente scusa!
Avevo il blocco, non riuscivo a scrivere çç
ringrazio xHaribobeibi e Hoplessy per avermi ricordato che non aggiornavo da un po' lol
Davvero perdonatemi çç
Non riuscivo a scrivere il capitolo e devo dire che il risultato è popo una merda.
Cioè a me non piace.
In più si sono baciati sljlashkla
però i guai non sono terminati shlkhzsl

HO FATTO LA RIMA, SKST.

Ok, me ne vado... mi lasciate un parere?çç
Spero di aggiornare settimana prossima ma non prometto nulla çç

VENERDI' IL BIBO FA DICIANNOVE ANNI, MADO' QUANTO E' VECCHIO.
Mi viene da piangere.

me ne vado c:


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