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Autore: Bibo Swag    27/02/2013    5 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, un ragazza umile gentile e dolce di nome Greta ha una vita normalissima purtoppo andrà in contro a tante cose brutte per colpa che ha un padre che si è ribellato contro la mafia.
Quelli della mafia lo vogliono punire rapendo sua figlia e incaricano la missione a Justin
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Chapter 18

-Ti prometto che lo andremo a liberare Greta, te lo prometto.-
Greta si strinse a lui.
-Ma devo prima mantener fede ad un’altra promessa che ti ho fatto. Fra poco andremo alla ricerca dei miei genitori. Ho voglia di rivederli.-

La ragazza sorrise, contenta che il suo Justin stesse cambiando.
Contenta che fosse stata lei a farlo cambiare.
E che lui stesse aprendo il cuore ai sentimenti.
* * * *

Con quella gioia nel cuore, con quelle nuove promesse, con la voglia di stare insieme i due ragazzi ripresero tutte le loro cose, pronti a ripartire alla ricerca dei genitori di Enrico.
Lasciarono la casa di Greta vuota come l’avevano trovata, vuota della presenza del padre.


-Sai dove potremmo trovarli?- chiese Greta, prendendo una pesante sacca contenente le loro cose.
Justin gliela tolse dalle mani –Prendo tutto io, tu devi riposare. – disse abbassandosi a baciare lievemente la pancia di Greta.

Greta chiuse gli occhi, beandosi di quel gesto di affetto, e con la mano solleticò i capelli di Justin. *-*
“Com’è premuroso” pensò la ragazza.

-Comunque non so, a me avevano detto che avevano cambiato casa, anche se non ho mai pensato di cercarli.-
Greta accarezzò la guancia di Justin, che ora la guardava dritto negli occhi.


-Vedrai che sono sempre stati a casa ad aspettarti, loro non si sono dimenticati di te.- E sorrise.

Sorrise, per dare sostegno a quello Justin che adesso provava sentimenti.
Ed era convinta, che adesso Justin li stesse provando sul serio, e nel suo cuore c’era solo bisogno di sapere che i suoi genitori non lo avevano mai abbandonato.

* * * *

Fu così che, mano nella mano, e con sacco in spalla, i due ragazzi si ritrovarono davanti a quella che era stata la casa di Justin per tanti anni da bambino.
Quel ragazzo che iniziava a ri-amare si ritrovò con gli occhi lucidi davanti alla sua casa.
E forse, proprio in quella casa che lo aveva visto crescere, avrebbe ritrovato l’affetto dei suoi genitori.


Un colpa alla porta, due.
Poi una porta che si apre.
Una ragazza giovane alla porta, ma di certo più grande della loro età.

Greta notò qualcosa di familiare in quel viso sconosciuto, ed ebbe la conferma, quando sentì il tonfo dei sacchi caduti per terra, ed il viso sconcertato di quella ragazza che fissava Justin.

Ancora un attimo, e poi una voce che spezzò il silenzio che si era creato.
-Jazzy, allora chi è alla porta? Lo sai che dobbiamo fare attenzione…-

Ma quella ragazza, che Greta aveva scoperto chiamarsi Jazzy, era come paralizzata.
La voce udita prima si faceva sempre più vicina.

-Jazzy, allora? Jazzy? Possono essere quei farabutti che ci hanno portato via Just…-
ma la voce si interruppe quando ormai era accanto al viso di Jazzy.

Una signora ormai non molto giovane, e con il viso segnato da quello che doveva essere la perdita di un figlio, era accanto alla porta.

-Justin!-

E il viso di Justin che fino a quel momento era stato fisso su quello della sorella, spostandosi su quello della mamma, cambiò.
Piccole e lucide lacrime bagnarono il viso di quel ragazzo.

Fu allora che Greta capì.
Quella era la madre di Justin, la nonna di quell’esserino che portava dentro sé.
* * * *

Non passò molto tempo prima che i due arrivati si schiodassero dall’uscio della porta.
Bastò un semplice passo fatto in avanti da Justin, ed uno fatto dalla mamma.
E madre e figlio si ritrovarono dentro casa, abbracciati ed entrambi con le lacrime agli occhi. *-*

Un gesto di Jazzy, e Greta fu invitata cortesemente dentro.
La sorella, d’altro canto, la guardava con un misto di paura e allo stesso tempo di ammirazione.
Greta non capiva, perché quella ragazza la stava giudicando con gli occhi?
Al momento non ebbe risposta, forse, l’avrebbe avuta successivamente.

Adesso le importava solo che il suo Justin stesse bene e che fosse felice.
E Justin era felice.
Finalmente nella sua vera casa, con la sua VERA FAMIGLIA. 

Non c’era più rabbia nel suo cuore.
Non c’era più rancore.
Solo voglia di essere nelle braccia delle persone che ti amano.

La mattinata andò via così.
Fra lacrime e sorrisi.
Fra racconti e giustificazione.
E Greta ascoltava semplicemente.
Ascoltava come la mafia fosse stata tanto crudele da dividere un ragazzo giovane dalla sua famiglia. E come, ancor peggio, avesse impedito alla famiglia di cercare suo figlio, minacciando l’altra figlia.

Ma adesso tutto era nel verso giusto.
Justin era libero, libero di poter tornare dalla sua famiglia, che non lo aveva mai abbandonato.
Ma era davvero tutto nel verso giusto?
Come mai Jazzy aveva quello sguardo strano quando fissava Greta.


Ancora nessuno le aveva parlato, ma tutti avevano notato come la sua mano fosse stata costantemente intrecciata a quella di Justin.
Ma Greta, ad un tratto, si accorse di come lo sguardo di Pattie non fosse più sulle loro mani intrecciate, ma sul piccolo rigonfiamento della sua pancia.
E quando se ne accorse, non poté far altro che abbassare il viso, imbarazzata.

Era la prima volta che qualcuno, oltre Justin, le guardasse la pancia consapevole che all’interno ci fosse un altro essere di vita.
E non aveva pensato al disprezzo che la gente le poteva riservare.


Ma Greta, si accorse solo dopo che quello non era disprezzo, era… consapevolezza di quello che aveva passato?
Ma come poteva quella donna anche solo minimamente immaginare quello che le era accaduto?

Finalmente la risposta.
La prima pagina di un giornale.
Il volto di suo padre. 
E quella scritta.
“La mafia trionfa. Ancora imprigionato il Magistrato, e la mafia rende pubblico il disonore della figlia.”

Ecco, i genitori sapevano.
Insieme a lei, anche Justin aveva letto.

Lui alzò lo sguardo prima di lei, e le strinse la mano, confortandola.
Poi guardò la sua famiglia.

-Non ha trionfato per niente, siamo noi due ad aver trionfato! 
Ascoltate, voi non la conoscete. Lei, lei è lei! Ed è unica in tutto ciò che fa!
Non giudicatela, dovete conoscerla. E dovete farlo, perché sarà con me fino alla fine dei giorni.-

Greta ascoltava silenziosa quella prima dichiarazione agli altri del loro amore, mentre il suo cuore, d’altro canto, produceva secchi battiti.

I genitori si guardarono.
-Infatti noi non abbiamo detto niente- disse il padre.
-In realtà volevamo ringraziarla- sussurrò qualcosa per la prima volta la sorella, poi si voltò verso Greta. – Si, grazie per averci riportato Justin.-
-Grazie davvero, gli hai donato ancora un cuore, grazie. – sorrise la mamma.
E poi tutti e tre andarono a guardare da vicino il piccolo rigonfiamento *-*

Justin strinse Greta a sé.
Ora la ragazza era felice.
Justin aveva ritrovato la sua famiglia, e forse, li avrebbe potuto farne parte.


* * * *

Quella stessa sera Greta e Justin avevano finalmente un posto confortevole in cui stare.
E come ogni notte erano stretti in un abbraccio, guardando dalla finestra la loro compagna di vita, che li aveva seguiti nei loro passi, la Luna.


Non era così bella come nel loro posto magico, ma c’era.
Era sempre con loro.

**To be continued.**
Ragazze scusate per il ritardo spero vi piaccia Recensionate.Qualcuno vuole creare un contatto di Justin e Greta? fatemi sapere Bacii
  
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