Capitolo 5: “Ahhhh gli
amici…”
Ashley si era
automaticamente proclamata tra le ragazze più calme, ragionevoli, e sfigate
esistenti. Si, perché qualcuno poteva essere più sfigato di lei? Già prima
aveva un padre abbastanza idiota… ma ora l’idiozia era arrivata all’orlo della
deficienza, esattamente come se fosse un film, si tutto come uno stupidissimo
film.
Massì perché infondo
cos’era mai se tuo padre e tua madre tornavano piccoli e il primo dopo tornava
grande, ma con un piccolo difettuccio che si identificava in un paio di tette
di troppo e un coso di meno!
Ma non scordiamocelo,
qualcuno manca ancora all’appello nel movimentato e bellissimo compleanno di
Ash, il suo compagno di viaggi ovviamente, il suo migliore amico di viaggi, si
proprio lui Brock. Il donnaiolo.
Jake si guardò attorno
smarrito e prese un bigliettino nella scatola.
“C’è scritto che l’effetto
della pozione può essere annullato da qualcosa di particolarmente profumato.”
Misty guardò accigliata il ragazzo.
“Vado a prendere un profumo
allora.” Cercava di tenersi i nervi, perché in realtà nessuno era tranquillo lì
dentro, bé comprensibile direi, nessuno poteva essere tranquillo.
E il campanello alla porta
suonò.
E colui che era venuto in
quel momento, doveva subirsi le ire di Ashley in preda ad una crisi di nervi. E
non chiedete perché, non lo gradirebbe.
Ashley corse verso la
porta, afferrò la maniglia con forza la spinse e strattonò aprendo all’inatteso
ospite.
Ash intanto era ancora
nella stanza, che con il caos circostante non era riuscito a spiccicare nemmeno
una parola, in pratica tutti avevano messo voce sulla situazione tranne lui.
Bello, assolutamente splendido.
La figlia dell’allenatore
fece scorrere gli occhi su una figura alta e sorridente, un ragazzo slanciato,
dalle forme ben definite e gli occhi dal taglio sottile. Proprio la persona di
cui aveva bisogno, a quanto pare. Il sarcasmo sella ragazza stava
pericolosamente aumentando.
“B…Brock?!”
“Ohh Ashley! Dov’è Ash, ho
fatto tardi per portargli il regalo?!” cercava di curiosare dentro casa dalla
fessura della porta in cui spuntava la ragazzina.
Ashley formulò un pensiero
velocissimo dando un occhiata al padre diventato donna, che seppur era in
quelle condizioni, l’età… era quella sua! E probabilmente l’effetto dell’altra
pozione almeno per lui si era annullato attivando il secondo, ovvero quello del
profumo.
Misty dopo aver sentito la
voce di Brock era intelligentemente rimasta nel bagno, e Jake si era assicurato
che ci rimanesse.
Brock entrò in casa con
vivacità, non aveva molta scelta.
“Ash e Misty?” chiese
nuovamente.
“Oh, bhe so che andavano…
alle terme, si alle terme.”
“Molto … romantico e .. em…
da parte di Ash non me lo aspettavo.” Disse con un ghigno.
Intanto l’Ash reale e donna
si era seduto su una sedia e guardava torvo Brock sul punto di rispondergli, ma
notò un occhiata della figlia.
I capelli neri e lunghi di
Ash ondeggiarono sulla schiena, e il ragazzo non poté far altro che posare gli
occhi su di lui, anche se Ketchum si sentiva terrorizzato quanto la figlia. Ash
non poteva spiccicare parola, ma era
curioso di sapere come mai si trovava in quelle condizioni, non ricordandosi
niente di ciò che era successo riguardo al fatto di tornare piccolo. Aveva un
vuoto al riguardo, incolmabile ovviamente.
Brock gli si avvicinò
insospettito, per la prima volta il suo migliore amico gli faceva paura.
Dei rumori di piedi
interruppero il silenzio, Jake stava scendendo velocemente le scale
catapultandosi nella situazione. C’era bisogno di lui, si perché in questi casi
Jake era il supereroe della situazione, e Ashley la povera donzella in
pericolo… no forse però stavolta la “donzella” era Ash.
“Ma Brockkol… Brock, come
va?”
“Tu devi assere il figlio
di Gary.” Brock si allontanò da Ash per scrutare il ragazzo.
“Esattamente.” Disse,
rivolgendo uno sguardo sicuro ad Ashley che sorrise.
“Comunque…” il ragazzo dai
capelli castani si voltò nuovamente verso Ash donna.
“Com’è che ti chiami mia
dolce donzella?” e dopo quelle parole, nella mente dell’allenatore trasformato
apparvero solo alcune, coincise, parole.
–CHE-SCHIFO-MI-HA-PRESO-PER-UNA-RAGAZZA.
La figlia si portò una mano
al capo alla ricerca di supporto da parte del migliore amico, che però scrollò
la testa, non poteva fare molto.
Jake stava gesticolando
dietro Brock mentre cercava un nome da suggerirgli visto il panico che si era
creato… purtroppo, i suoi gesti, per una mente annebbiata come quella del
ragazzo-donna non erano molto chiari.
“Pop… Corn?” disse quasi
chiedendolo a se stesso.
“Ohhhh mia dolce donzella
ha un nome… em… bellissimo!”
“NoNoNo io mi chiamo…
-guardava ancora il ragazzo esasperato- Alicotte?” Jake stava chiaramente
suggerendo Alan.
“Ohhh… mia dolce donzella…
al.. Alicosa scusa?” Brock si bloccò un momento e i suoi occhi continuavano a
brillare, mentre Ash disgustato non riusciva a formulare una frase di senso
compiuto.
Jake prese un foglio e
scrisse a caratteri cubitali ALAN e almeno che non avesse problemi di vista, lo
avrebbe letto.
“mi chiamo ALAN!” Ora, che
bisogno c’era di dirlo urlando, lo sapeva solo lui, ma indubbiamente nella sua
testa non si poteva entrare.
Ashley picchiò i piedi per
terra. Ma era scemo o cosa? ALAN E’ UN NOME DA UOMO!
Corse verso Jake e gli tirò
il pennarello in testa.
“Ma sei idiota o cosa? Mio
padre in questo momento è una D-O-N-N-A!”
Cavolo, era vero… e non lo
aveva calcolato… come poteva essere? Lui, geniale calcolatore, ideatore,
supereroe… aveva… fallito.
Si ritirò in un angolo
della casa a fare cerchietti lasciando Ashley nella cosiddetta situazione de
biippp.
“Alan? Nome un po’ strano
per un uomo.” Ovviamente.
“Mannò si chiama Alanina,
solo che è molto imbarazzata, povera, sai è la cugina di Jake.” Ok, Ashley non
era un’attrice innata, ma in questi casi, forse riusciva a cavarsela.
Brock continuò comunque ad
elogiare Ash, mentre Misty sebbene altrove, sentiva tutto, e mai quanto prima
avrebbe voluto spaccare la testa del suo migliore amico.
“Ah, e Brock, la inquieti,
è già fidanzata.” Continuò, e l’uomo ricevette una botta al cuore cadendo all’indietro
paralizzato.
“Grazie mille figlia mia”
disse con un filo di voce rivolgendosi alla ragazza che sorrise fiera.
“Queste cose le ho
ereditate da mamma.”
“Sicuramente.”
…
“Giuro che appena esco di
qui uccido Brock.” Misty era rinchiusa in camera e si rotolava con ansia sul
letto.
Scrutava la stanza come
alla ricerca di qualcosa, e sotto i suoi occhi limpidi apparve una figura
interessante.
Un libro.
Lo aprì cautamente…
…
Ash cercò di parlare il
meno possibile, per quanto gli riuscisse. Aveva solo una gran voglia di uscire
da quella situazione sicuramente imbarazzante.
“Bhe, mi dispiace che Ash
non ci sia.” Disse, posando un pacchetto sul tavolo.
“Ora io devo andare, quindi
dateglielo voi appena torna.”
Ketchum annuì con forza, si
si si si siiiii se ne stava andando, i neuroni dei presenti stavano ballando la
macarena per questo.
Era una situazione
assolutamente orrenda. Punto. Non c'era molto altro da dire, solo, quando Brock
varcò la soglia della porta si udì nella stanza un sospiro di sollievo e un
fievole "finalmente." Di certo, non avevano torto, e cosa altrettanto
certa Ash era uno sfigato cronico.
"Adesso che quello se
né andato, voi dovete spiegarmi cos'è questa situazione, dov'è mia moglie, e
come posso togliermi da questo corpo, dopo essere stato corteggiato dal mio
migliore amico, permettetemelo, sono DISGUSTATO."
E ne aveva tutte le
ragioni.
Misty spuntò furente
dall'altra stanza e lanciò un occhiata ai presenti, Ash, Ashley e Jake.
"Se non torniamo come
prima al più presto... io... io..."
Prese un pacchetto che era
poggiato sul tavolo, quello di Harley e ne strappò la carta con forza.
"Che roba è?"
chiese, guardando la scatoletta.
" E questo cosa centra
con il mio problema?" chiese Ash.
"Centra che questa
roba sembra un incenso. E magari può aiutarci." rispose Jake per la
ragazza dal codino rosso.
"Io non ne voglio più
sapere di quella roba, oddio, prima torno piccolo, quando avevo più o meno la
vostra età sono stato scambiato con il corpo di vostra madre, e ora mi ritrovo
nuovamente in un corpo di donna... Io non ne posso più, vorrei sapere chi
cavolo è che inventa sta roba."
"Un mendicante, a
quanto abbiamo capito." risposero in coro il ragazzino e sua figlia.
"Dobbiamo trovarlo."
"Comunque, cosa ti fa
pensare che questo coso possa aiutarci...?"
"E' la stessa scatola
raffigurata sul libro..." disse tra se e se la ragazza.
"Quale libro?"
Ma lei non rispose ad Ash,
si limitò a lanciargli un'occhiata.
Misty aprì la scatoletta
dell'incenso e provò ad odorarlo, non sembrava affatto male. Lo accese.
Un odore incantevole inondò
la stanza, era piacevole, e quasi cullava il tutto...
Uno sformicolio assalì le
sue mani bianche e lattiginose, mentre si stava buttando su una sedia assalita
dal sonno. Ash allarmato si diresse verso di lei chiedendosi come mai quel
sonno improvviso. Le iridi della ragazza si chiudero lentamente per poi
abbandonarsi al sonno.
L'aroma penetrò nelle
narici di tutti, ma a nessuno aveva dato tali effetti, solo a lei.
E poi, d'improvviso, il suo
corpo aveva cominciato a riproporsionarsi... le dita si allungavano, così come
le gambe e i capelli, il seno tornava alla misura di donna e i suoi lineamenti
divennero più maturi.
Misty stava tornando
normale.
Fine cap 5
Lo sò, non è nemmeno
lontanamente lungo, e fa piuttosto pena, cioè non è come lo vorrei.
Ad ogni modo spero che vi
piaccia, purtroppo a causa della scuola sarò lenta a pubblicare, senza contare
che vari problemi mi stanno distruggendo, tra i quali il mio pc fisso a
resettare e aggiustare.
Spero porterete pazienza, e
ringrazio chi mi recensisce, è grazie a voi che ho la forza di continuare a
scrivere le mie fanfiction ^^. Grazie.
Alla prossima,e mi raccomando, commentate!