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Autore: Sirene Chan    15/09/2007    2 recensioni
Se Goku fosse nato femmina, come sarebbero andate le cose sulla Terra?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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herion

 

La foresta rendeva difficile il percorso con la macchina, per via dei grandi arbusti. L’umidità innervosiva il gruppo, che di per se era già abbastanza irritato.

- Ma come avete fatto ad arrivare a quel villaggio, le altre volte? – chiese Crillin, la cui testa veniva puntualmente colpita da rami e foglie.

- C’era il sentiero. – spiegò Bulma, agitando le braccia per cacciare via le zanzare.

- E adesso? – chiese Herion, affascinata da tutto quel verde.

- Ti pare che ci sia ancora? – chiese, alzando un po’ la voce, la ragazza.

Stettero zitti qualche altro minuto, poi Yamcha diede ordini.

- Ora scendete dalla macchina, si prosegue a piedi. – disse, chiudendo il motore. Quando tutti ebbero posato i piedi sulla terra molliccia, Bulma chiuse il mezzo nella capsula.

Armato del radar, Yamcha faceva da guida al gruppo, che lo seguiva inerme.

- Dobbiamo proseguire per mezz’ora. – disse. – Poi arriveremo al villaggio e li inizieranno le difficoltà. – spiegò ad Herion e Crillin.

Gli altri due annuirono, aspettandosi il peggio.

- Cos’ha di pericoloso questa tribù? – chiese la mora, ingenua.

- Sono armati fino ai denti, - iniziò il ragazzo. – ed inoltre la sfera è il ciondolo principale del capo villaggio, perciò è inavvicinabile. -

- E come faremo a prenderla? – chiese ancora lei.

- E’ quello che ci chiediamo da due anni… - mormorò Bulma, innervosita dal gran caldo.

Il percorso che dovevano seguire era seminato di radici ed ostacoli. Per andare avanti dovevano arrampicarsi, circumnavigarli, o toglierli di mezzo.

- Sembriamo i protagonisti di un video gioco… - si lamentò Bulma, togliendosi la polvere dai pantaloni.

- Con la differenza che, se i personaggi muoiono, possono sempre tornare in vita. Noi no. – ricordò Crillin.

- Non c’era bisogno di ricordarmelo! – strepitò Oolong, già spaventato da quello che lo attendeva. Pual, che volava accanto al maialino, era dello stesso parere.

La cammina proseguì tra mosche e foglie d’alberi. Bulma cadde qualche volta, facendo crescere dentro di lei la rabbia, mentre Crillin rideva sotto i baffi vedendola imbarazzata.

Yamcha non prestava attenzione ad altro che non fosse il percorso. Camminava assorto nei suoi pensieri, ma non appena Herion spiccava parola, la sua testa si voltava automaticamente verso di lei. La ragazza era rimasta perplessa dal suo comportamento, ma cercava di non farci caso per non offendere l’amico.

- Finora abbiamo cercato di distrarli, introducendo Bulma dentro la tenda del capo per prendergli la sfera. – spiegò Yamcha. – Ma non ha mai funzionato. Difatti è un miracolo, se siamo ancora qui. -

- Tenteremo un approccio diverso! – incoraggiò Crillin, con aria di uno che ha in mente un piano diabolico.

- E cosa faremo? – chiese curiosa Herion.

Il ragazzo ci pensò su un attimo.

- Possiamo diventare loro amici! – disse, deludendo all’istante le aspettative di tutti.

- Quegli indigeni non hanno l’aria amichevole! – disse Bulma, contrariata.

- Siamo quasi arrivati. – mormorò Yamcha. – Dobbiamo decidere come farci avanti! -

Tutti rimasero zitti in attesa di un idea brillante.

Che però non arrivò.

- Dannazione, che si fa? – chiese allarmata Bulma. – Ho bisogno di quella sfera! – ribadì.

- Io insisto con l’idea dell’amicizia! – continuò Crillin. Bulma gli tirò uno schiaffo sulla testa.

- Idiota! Se cerchiamo di farceli amici, ci scuoiano e ci fanno diventare cibo per dinosauri ammaestrati! – urlò la ragazza.

Dopo qualche attimo, si guardarono in giro. Era sparita una persona, dal loro gruppo. Dove si era cacciata?

Un lampo attraversò nello stesso momento tutte le menti del gruppo. Quella prospettiva era terribile e molto probabile allo stesso tempo.

Fecero qualche passo verso il villaggio, favorendo la visuale, e fecero appena in tempo a vedere Herion che si avvicinava ad una donna della tribù.

Volevano urlare, ma non volevano essere scoperti. Avevano tutte le intenzioni di stare a veder cosa sarebbe successo.

Herion salutò allegra la donna, per poi avviarsi verso l’interno del minuscolo villaggio. Camminava con passo lento e sicuro, e non si curava degli sguardi interrogativi e minacciosi che gli indigeni le lanciavano.

Si avvicinò ad una tenda, e ci infilò la testa per vedere da chi era occupata, quando una mano la spinse lontana.

Il ragazzo che l’aveva allontanata le fece il segno di stare in silenzio. Poi la prese per il polso e la trascinò in una tenda poco lontana da lì.

Una volta dentro, le parlò. Prima si presentò, dicendo di chiamarsi Yokido, poi andò al dunque.

- Non ti conviene stare qua. – le disse, senza preamboli.

- Devo prendere una cosa. – disse, lei, ammirandosi intorno. Quella tenda era piena di tappeti e perle. Era molto bella, ed Herion ne era rimasta affascinata.

- Allora dimmi cosa, così te la do subito e te ne vai prima. – si sbrigò lui.

- Una sfera del drago. -

Lui fece un balzo all’indietro, sentendo quelle parole, poi sventolò la mano davanti al naso.

- Chiedi una cosa impossibile! – la avvertì. – Non sai che la sfera è al collo del capo villaggio! – esclamò.

- Si che lo so. – disse lei, quasi annoiata dalla conversazione.

- E allora perché sei ancora qui? – le chiese, con sguardo interrogativo.

- Perché devo prenderla. – spiegò lei, poi si avviò all’uscita della tenda.

- No, aspetta! – la seguì lui.

- Dove si trova il capo? – chiese lei, noncurante, guardandosi intorno per cercare di individuare la tenda giusta.

- Non puoi farlo! – gridò lui. – Il capo è come una divinità, qui, non puoi neanche vederlo da lontano, figuriamoci avvicinarlo. – esclamò.

Herion, senza perdere tempo, si avviò alla tenda più grande, dove fuori sostavano due indigeni intenti a fare la guardia.

- Trovata! – strillò felice la ragazza.

- No, non farlo! – continuò lui, cercando di fermarla con le buone, ma quando si accorse che lei non aveva intenzione di abbandonare l’intento, la prese con la forza.

Lei, stupita, cercò di divincolarsi. Ma quando si accorse che la presa era ferrea, decise di non contenere la sua forza.

Bulma voleva quella sfera? L’avrebbe avuta.

Con uno strattone, le mani di Yokido lasciarono le spalle di lei, poi Herion iniziò a correre verso l’entrata.

Accortosi di lei, i due uomini si prepararono a placcarla, ma con le due braccia la ragazza li tolse di mezzo, spingendoli ai lati. Infine entrò.

La tenda era ancora più bella di quella precedente; era piena di tappeti e perle anche questa, ma era molto più raffinata. Circondato da oggetti preziosi, un vecchietto stava seduto in solitudine, come se stesse dormendo. Al collo portava la sfera.

- Salve! – salutò lei, avvicinandosi. Sentendo una voce sconosciuta, il vecchio aprì gli occhi, alzando la testa. Incuriosito, decise di non chiamare nessuno in suo soccorso. – Sono qui per prendere la sfera che lei indossa. – disse Herion, indicando il ciondolo. – Me la potreste dare? – chiese.

Il capo villaggio si guardò la collana. Poi si voltò verso la ragazza.

- Questa sfera ci porta fortuna da ormai molto tempo. – mormorò l’uomo, tanto che Herion fece fatica a sentire le parole. – Non te la posso dare, mi dispiace. -

Sospirando, la ragazza si avvicinò al vecchio.

- Dispiace più a me. – disse, avvicinando la mano alla sfera. – Perché se non me la da lei, sono costretta a rubarla. -

Tirando, la collana si allontanò dal collo del capo villaggio, ed Herion se la mise in tasca. Poi frugò nei pantaloni, e ne tirò fuori un po’ di soldi.

- Questi sono per lei! – disse, allungandoglieli. – Facciamo che io gliel’ho comprata, ok? – chiese, sorridendo, e non aspettandosi una risposta vera e propria.

Il vecchio era affascinato dall’ottimismo di Herion, e decise che l’avrebbe lasciata andare.

- E’ meglio che la prenda tu… - disse, placido. – al posto di quei tipi che hanno tentato varie volte di sgraffignarmela. Quel ragazzo non ne combinava una giusta… - disse pensieroso, ed Herion intuì che stava parlando di Yamcha.

Rise imbarazzata, poi si allontanò verso l’uscita.

- Allora arrivederci! – salutò, ridendo contenta.

Ma appena fuori, capì che nessuno avrebbe avuto voglia di rivederla.

Una schiera di indigeni avevano aspettato pazientemente che fosse uscita dalla tenda, per poi suonargliele di santa ragione.

Con un ghigno, divertito dalla sfida, Herion Iniziò a correre verso gli amici.

- Scappate! – urlò, ridendo.

Yamcha e Bulma, terrorizzati, iniziarono a darsela a gambe, seguiti a ruota da Crillin, Oolong e Pual. Prima di abbandonare il villaggio, però, Herion si voltò verso gli abitanti, che si fermarono a guardarla.

- Grazie della sfera! – strillò. Poi riconobbe una persona tra la folla. – Ciao Yokido! – salutò, agitando il braccio. – Arrivederci vecchietto! – urlò ancora, sicura che il capo villaggio l’avesse sentita.

Poi si voltò, e riprese velocemente la fuga, mentre tutti gli indigeni si giravano verso Yokido, credendolo un suo complice.

Arrivata alla macchina, vide che tutti erano già seduti all’interno. Yamcha aprì il finestrino, e la accolse animatamente.

- Sei stata bravissima! – le disse, entusiasta. Lei sorrise, contenta. Poi lanciò la sfera a Bulma, che la prese felice.

- Ancora una sfera! – strillò, ridendo.

Herion chiamò la sua nuvola adorata, mentre Crillin si posizionava accanto a lei, per poi salire sulla nuvola d’oro.

Ripresero il viaggio, ma si misero d’accordo che prima di cercare l’ultima sfera sarebbero andati dal genio delle tartarughe, per una breve sosta.

 

 

Ciao, sono Sirene Chan. Ed ecco qui il nono capitolo; la tribù Gulpa è stata fin troppo buona con la nostra Herion, e il capo villaggio le ha ceduto in fretta la sfera del drago.

Le avventure della nostra protagonista saranno ancora lunghe, e alcune cose saranno molto diverse dal manga originale. Dragon Ball sta per finire, ma ricordate: quando i sayan si scontrano, inizia Dragon Ball Z!!!

Sirene Chan

 

 

 

 

 

 

  
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