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Autore: LuLu96    28/02/2013    1 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo. Forse era perchè già avevo iniziato a considerarmi parte del suo stesso branco, senza che effettivamente lui lo sapesse, o sapesse chi fossi. 
Alla richiesta di aiuto, Derek alzò un sopracciglio, aspettando che Zac continuasse a parlare. Guardai mio fratello. Cosa avrebbe fatto adesso?
"Voglio diventare parte del branco" disse tutto d'un botto, con un solo fiato. 
"Vogliamo diventare parte del branco."
Il sorriso dell'uomo si allargò lento e lui trattenne a stento una risata.
"Cosa?" Domandò Derek con aria completamente persa. Non si aspettava quello che Zac gli aveva appena detto. Il cuore di mio fratello accelerò più di quanto già non avesse fatto e lui ribadì il concetto.
"Io e mia sorella vogliamo far parte del tuo branco, Derek"
A quel punto il riso dell'uomo non si trattenne più e lo liberò piano, appoggiando la testa al tronco alle sue spalle. Era tremendamente bello, e incredibilmente terrificante.
"Perchè dovrei farvi entrare nel mio branco?"chiese l'Alpha "Nemmeno so chi siete" osservò poi.
Osservai i suoi Beta e l'umano che era con loro. Che branco strano! Credo che mi sarei divertita con loro.
"Perchè possiamo aiutarvi, col Kanima e con Gerard"
"Lei nemmeno è un lupo, come potrebbe aiutarci?"
"Lui nemmeno lo è" risposi, accennando con la testa al ragazzo umano.
Derek rimase spiazzato per un secondo.
"Hai ragione" ribattè poi calmo "infatti non dovrebbe essere qua."
Il ragazzo, che prima si era nascosto maggiormente dietro le spalle dell'amico, ora uscì completamente dal suo nascondiglio.
"Ehi, ehi, ehi, piano! Non tirarmi in mezzo" disse indicando l'Alpha con un dito accusatorio "E poi ne abbiamo già parlato, ricordi? E sai benissimo che senza questo umano" quest'ultima parola scimmiottando l'Alpha "ora non saresti qui ad abbaiare ordini a destra e a manca, Derek! E inoltre..."
Ma Derek non lo lasciò finire, zittendolo con un ringhio e un'occhiataccia. I suoi occhi erano diventati rossi. Quello che successe dopo mi lasciò un po' sconcertata. L'umano rimase a bocca aperta con la mano sospesa a mezz'aria, mentre l'amico, il Beta, si era messo davanti a lui per difenderlo e aveva... Ringhiato al suo Alpha. La cosa finì lì, senza una spiegazione o altro.
"Stiles!" Disse poi il ragazzo all'umano parlando piano tra i denti, come a rimproverarlo.
"Perchè mi avete attaccato se volevate entrare nel mio branco?" il cambio repentino di discorso mi colse leggermente alla sprovvista. Fortunatamente, tra noi due, il portavoce era mio fratello.
Zac sorrise furbo.
"Bisogna scegliere bene il proprio Alpha e il proprio branco, Derek"
Quello annuì appena, ghignando a sua volta, mentre l'uomo dagli occhi di ghiaccio ormai rideva apertamente, anche se a bassa voce, come a schernire il moro. Notai in quel momento che tra i due c'era una vaga somiglianza. L'Alpha ci voltò le spalle e si incamminò nella foresta seguito da tutti, compresi l'umano chiamato Stiles e il Beta che gli aveva ringhiato. 
"La risposta è no" disse allontanandosi.
Quasi non lo sentii. I miei occhi perforavano la schiena di quell'uomo. Era un... Beta? Forse. Di certo non un Alpha, ma sembrava il più forte, e di sicuro era quello che ne sapeva di più. Non sembrava propriamente parte del branco di Derek, ma tra quei cinque i legami erano alquanto strani. L'immagine del suo volto mi si stampò in mente e non mi abbandonava mentre con le spalle curve ci avviavamo verso casa.
"Dovremmo dire loro la verità." Buttai lì.
"Forse hai ragione, sorellina, ma non sappiamo come potrebbero reagire."
"Sono sicura che a lui importa" dissi piano chinando il capo sul petto, parlando a me stessa, come fosse un pensiero sfuggito al mio controllo che aveva trovato la via per le labbra, più che a Zac.
"A Derek non importa di nessuno, nemmeno di se stesso, Jolene"
Annuii, sollevata che Zac non avesse capito che non parlavo di Derek.
"Se sai che lui è così, perchè vuoi unirti al suo branco?" Chiesi. Non avevamo mai parlato di questo. Zac non mi aveva mai dato molti dettagli del suo piano, solo 'troviamo Hale, ci uniamo a lui, ti fai mordere', questo era il grande piano di mio fratello.
"Perchè sotto sotto, lui non è così. E lo sai anche tu, solo... Non te lo ricordi."
 
Pov. Peter/
Quel ragazzo, oltre che una richiesta alquanto strana, aveva provocato Derek. Mi ero subito preparato ad assistere ad un bello spettacolo, ma mio nipote si era trannenuto a dovere. Le parole di quel lupo lo avevano messo in dubbio più di quanto non avessero già fatto Scott o quei due, di cui non ricordavo e non volevo ricordare i nomi, che erano scappati, lasciandoci tutti, usando un eufemismo, nei guai fino al collo. Se c'era una virtù che la mia famiglia aveva coltivato negli anni era la lealtà al branco, e di certo Derek non era il meglio in cui riporre fiducia. Bisognava conoscerlo, almeno come lo conoscevo io, per potersi fidare di lui. Un attimo, avevo appena pensato che mi fidavo di Derek Hale, il mio unico nipote che mi aveva accolto, quando mi ero svegliato dal coma durato sei anni, uccidendomi e che mi aveva dato il benvenuto, una volta tornato in vita dalla morte, picchiandomi a sangue? Beh, in fondo forse sì. Tutto quello che lui aveva fatto lo aveva fatto per salvare il 'suo' branco da quello che a lui pareva l'operato di un pazzo psicopatico, poi lo aveva difeso quando ero tornato in vita. Derke teneva al nostro branco più di quanto non lasciasse trasparire dalle sue azioni. Sì, il nostro branco. Suonava bene. Non ero più solo, finalmente.
Mentre ci rincamminavamo verso il rifugio nel vecchio vagone, però, non riuscivo a togliermi dalla testa quella ragazza. Aveva un non so che che mi attirava irreparabilmente verso di lei. Certo, era bellissima, ma non era quello che occupava la mia mente. Erano i suoi occhi. Nonostante l'atteggiamento impaurito che aveva dimostrato nella radura, nei suoi occhi avevo visto una forza incredibile, una determinazione e un coraggio straordinari, mescolati ad un'infantile ingenuità. Quegli occhi mi avevano colpito più di quanto non avesse fatto l'odore di morte che le aleggiava intorno. Aveva un che di familiare, ero convinto di averla già vista. O meglio ricordavo il suo sguardo, anche se in quello della liceale c'era solo uno spettro del mio ricordo.
Derek era inquieto, non aveva detto una parola da quando ce ne eravamo andati dalla radura. Non che in generale fosse un chiacchierone, ma mi sembrava strano. Non un ringhio, un'occhiataccia, una minaccia di morte, niente. L'unica cosa che notai fu uno sguardo, lungo, pieno di bisogno, che mio nipote riservò alla schiena di Stilinski quando lui è Scott ci lasciarono per tornare alla jeep squassata dell'umano.
Quando anche Isaac fu andato via mi rivolsi a Derek:
"Sai, nipote, dovresti imparare a essere più discreto"
Senza voltarsi e lasciandosi cadere sul divano, Derek rispose:
"Non so di cosa tu stia parlando"
"Sei anche un pessimo bugiardo: forse il tuo cuore non ha accelerato, forse il tuo tono di voce era perfettamente indifferente, ma, andiamo, sono tuo zio, ti conosco, e so perfettamente che sai benissimo di cosa sto parlando." Feci una pausa, durante la quale Derek non si mosse e io mi avvicinai a lui, sedendomi al suo fianco "Dovresti dargli una possibilità, una possibilità concreta, intendo. So che corri nella sua stanza ogni notte, che cerchi conforto nel suo viso. Ammettilo a te stesso, non c'è nulla di male." Cosa diavolo mi passava per la testa di dire certe cose a mio nipote? E perchè mi sentivo in dovere di aiutarlo, di dargli i miei consigli e il mio supporto? "Non per forza deve finire come l'ultima volta. Non finirà come l'ultima volta." Puntai gli occhi nei suoi. "Stiles è un ragazzo complicato, quella che prova per Lydia non è che un spettro di quello di cui lui ha veramente ha bisogno e che lei non potrà mai dargli. Ma tu sì! Lui non ha idea di cosa questo sia, non sa di cosa ha bisogno, ma credo che tu possa, e debba scoprirlo. Per lui, per il branco, ma soprattutto per te." Appena finii di parlare, Derek si alzò e senza uno sguardo o una parola, lanciando la maglia sul legno del portico, corse nella foresta, e entrambi sapevamo dove stava andando.
 
Una chiamata urgente di Scott. Erano passati due giorni dall'incontro nella radura e tra i liceali -umani, non e non proprio- aveva iniziato a tessersi un rapporto di studio reciproco. Nonostante noi fossimo di più, però, giocavamo con armi pari, oserei dire, anzi, a noi sfavorevoli. Il periodo in cui si trovavano insieme, infatti, era durante la scuola e mentre loro schieravano un lupo e un essere indefinito, ma comunque più potente di un umano, noi disponevamo di un licantropo, dato che Scott e Stiles lavoravano per conto loro. Non capivo: Era come se entrambi facessero parte del branco, anche se non se ne erano resi conto. O forse Stiles sì. Da quando lo avevo conosciuto avevo sempre pensato che sarebbe stato un importante elemento per il branco, da lupo, ma adesso ero dell'idea che andava bene anche averlo come umano. Non era niente male, come umano: aveva un'intelligenza straordinaria. 
Di corsa, dopo aver ricevuto la chiamata di Scott, io e Derek ci recammo a casa Hale. Anche io avevo fatto le mie ricerche e i miei archivi, non solo gli Argent. Jackson, uccidendosi, non stava facendo altro che passare al livello successivo. Ed era ben più terrificante.
"Ci serve Lydia: lei è l'unica che può salvare tutti noi e Jackson senza bisogno di ucciderlo." Dissi mentre leggevo sullo schermo del portatile tutto ciò che poteva interessarci. "Però non c'é tempo" conclusi chiudendo il computer e avviandomi con Derek verso il luogo dell'appuntamento con Scott.
Scoppiò il putiferio.
Derek combatteva contro un Kanima evoluto e dotato di stramaledette ali per difendere il suo branco, il branco combatteva per difendere il suo Alpha. Chris combatteva al fianco dei lupi, Allison contro di loro, oltre che contro il Kanima. Qualcosa era decisamente fuori posto, per non aggiungere che un quella famiglia avevano seri problemi di comunicazione. Osservai la scena in disparte, senza farmi notare: sarei intervenuto al momento più opportuno.
Ad un tratto il Kanima afferrò il collo di Allison, che aveva appena finito di prendere a pugnalate Isaac. La voce di Gerard arrivò chiara e maledettamente odiosa alle mie orecchie. Il suo piano stava giungendo a termine, e il termine che lui sperava e che aveva previsto. Non feci niente: ancora non era il momento. Non avevo previsto, però, che ciò che Gerard voleva fosse il morso. Derek si rifiutò, ovviamente, ma Scott, quel piccolo Beta testardo, voleva la sua bella che aveva appena cercato di ucciderci tutti. Ucciderli, in realtà. E proprio lei era il premio messo in palio da Gerard. Scott obbligò Derek a mordere il polso del vecchio, ma questi, invece di trasformarsi, iniziò a perdere sangue nero. Scott rivelò il suo piano mentre l'uomo cadeva a terra perdendo sangue: aveva avvelenato Gerard con lo Strozzalupo. Quel ragazzo aveva delle idee geniali, quando si applicava, lo avevo sempre detto. Sorrisi: avevo fatto una buona scelta.
"Uccidili tutti, uccidili tutti quanti!" Intimò Gerard prima di crollare al suolo. Il Kanima con un ringhio si fiondò su Derek, ma venne spazzato via subito prima di raggiungerlo. Qualcuno si era frapposto tra i due. Zac vibrò un altro colpo a Jackson mentre Derek, che si era ripreso, si rialzava e affiancava il licantropo. Il ragazzo aveva fatto una bella mossa: salvare la pellaccia a Derek gli avrebbe dato qualche possibilità in più. La mia mente, però, fu catturata da un altro pensiero: se Zac era lì, allora c'era ance Jolene. La paura che potesse ferirsi mi assalì, obbligandomi a cercarla. E alla fine la trovai, seduta sul sedile posteriore della jeep azzurrognola di Stiles. Ancora una volta il ragazzo aveva salvato la situazione. E con loro c'era anche Lydia. Investirono Jackson che cadde a terra davanti al cofano della jeep. Quando si rialzò vidi lo sgurdo terrorizzato dei tre che erano in macchina. Scesero in un baleno e mentre Lydia era rimasta di fronte al Kanima, Stiles si era spostato verso Scott e Jolene tra Zac e Derek. Non potei fare a meno di voltarmi a guradarla. Era bellissima.
Riportai la mia attenzione su ciò che stava succedendo, maledicendomi per ciò che avevo appena pensato.
Lydia, tra le lacrime, aveva allungato la mano verso Jackson e da questa penzolava una catenina con attaccate delle chiavi. Il ragazzo le prese e, non saprei dire per quale motivo, dopo qualche attimo tornò umano. Abbracciò Lydia. L'amore aveva un potere incredibile, che niente poteva sopraffare. Ma quello era il mio momento, dovevo agire subito. Sia io che Derek partimmo all'attacco e lui, da davanti e io da dietro, trafiggemmo il petto del ragazzo con gli artigli. Le lacrime di Lydia mi facevano sinceramente male, dopotutto il legame che si era venuto a creare tra me e lei era forte anche se non avrei saputo dargli un nome. Io e mio nipote ci allontanammo  dal liceale, mentre invece la ragazza si inginocchiava vicino a Jackson. Dopo uno scambio di sguardi e di promesse, la rossa si alzò con gli occhi colmi di lacrime e si voltò verso di noi. Non fece però in tempo a fare qualche passo che Jackson, completamente senza vestiti, si alzò. Solo... non era Jackson: era un lupo.
   
 
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