Lo guardava piangere; dentro di sé gioiva.
Che cosa aveva fatto? Strappare il sorriso dalle labbra dell’idiota non gli era bastato, tuttavia quello che stava piangendo non era lui, nonostante il colpo.
Sergey alzò una mano a sollevare un ciuffo di capelli biondi da quel viso: in tutta sincerità non si sarebbe mai aspettato di osservare l'inglese versare lacrime in sua presenza; lui che piangeva sommessamente contro il suo petto.Probabilmente quelle lacrime risultavano una cosa estranea all’albino, così come l’esternarsi di una qualsiasi emozione.
Il bielorusso scosse il capo, vedendo come l’inglese soffocasse i singhiozzi affondando il viso nel soffice pelo nero del suo cappotto.
Come poteva piangere per uno come quello? Uno che amava con tale superficialità.
Sergey non capiva; le sue labbra sfarfallarono appena, mentre chiamava il nome dell’altro.
« ... Kirkland. »
L’aspro accento slavo apparve marcato in quell’unica parola; l’anglosassone si strinse ancor più in se stesso, riconoscendo il proprietario del sussurro.
Sergey piantò gli occhi viola su di lui, quasi volesse scavare mettendo a nudo il suo io più profondo, smembrarlo e comprendere i motivi di quel suo inutile e sprecato pianto.
«I’m sorry … »
Proferì delle scuse, mentre lo liberava dal suo misero peso; scuse inutili e sprecate anch’esse.
A Sergey venne quasi da ridere.
Se solo l’inglese avesse saputo che era stato lui a sospingerlo nella stanza in cui Alfred e Ivan erano soliti sfogare i propri appetiti.
Si ringrazia Nina che mi ha aiutata in qualità di beta. qwq
Midori.