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Autore: LaLucions    01/03/2013    3 recensioni
vista la mia conversione alla poligamia per sposare tutti i malandrini, a Merlino piacendo, ho deciso di scrivere la storia dei loro anni a Hogwarts C:
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*flashes*
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“Compagni –disse quello con i capelli sempre scompigliati sistemandosi gli occhiali- vi annuncio ufficialmente, e Godric mi è testimone, che sta per iniziare l’era dei Malandrini a Hogwarts”.
“ci puoi giurare fratello” suggellò Sirius.
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"Rem, sei un gran coglione. Ti pare il caso di torturarti e di mentirci solo perchè hai un piccolo problema peloso?"
"amico, ha ragione, noi ti amiamo per quel fottuto lupastro che sei"
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"Animagi?! no, dico, Tosca deve averti stuprato troppo violentemente, perchè ti devi essere fottuto il cervello!"
"amico, tu saresti sicuramente un cavolo di cane rognoso. Porco Salazar,non remarmi contro, su!"
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"ragazzi, dobbiamo trovare un modo per sigillarla, così che si sveli solo a noi dannati malfattori. ci vuole una formula che racchiuda la nostra filosofia di vita, ma con stile gente"
"hemhem, se volete ascoltare il degno erede di Godric: Giuro solennemete di non avere buone intenzioni"
"per questo avrai diritto ad accedere alle mie scorte di cioccolato."
Genere: Fluff, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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1 Settembre 1970 – sera
“ve lo dico ragazzi, come l’ho vista sono rimasto pietrificato, mi ha preso l’anima”
“come darti torto James, ha due occhi che ti trafiggono”
“quel portamento poi, e quel modo di fare”


“Gente -intervenì un Remus piuttosto perplesso arrivando alle spalle degli altri tre malandrini fermi nell’atrio- vorreste farmi credere che nel giro dei vostri primi 2 minuti a Hogwarts vi siete innamorati tutti e tre, e della stessa ragazza? Sia maledetta Mogana se avete una spiegazione plausibile”
“Rem, cerca di mettere una museruola alla tua fantasia per cortesia” commentò Sirius
“Stavamo tutti ammirando la nostra futura, dolce, rasserenante Professoressa di Trasfigurazione” specificò Peter
“Niente popò di meno che l’adorabile Minerva Minnie McGrannit, che fa invidia a Tosca per la sua abilità di pietrificare con la sua aura studenti nel raggio di 20 metri” indicò platealmente James
“per non parlare del suo proverbiale stramaledettissimo sguardo trafiggi entusiasmo. ”
“o o di quel suo modo di camminare dritta come una ScopaLinda. Mamma, mi fa paura”
“va bene, va bene, credo mi abbiate ampiamente chiarito il concetto. Peter rilassati. Sirius modera i termini e James, per Tosca, abbassa quella mano!”
Esattamente in quel momento la sopra citata Professoressa arrivò in fondo alla scalinata centrale e, raddrizzando il suo cappello verde smeraldo sulla crocchia di capelli scuri, si sistemò in piedi proprio davanti alla massa disordinata di primini schiamazzanti, e, mentre le ultime frasi si spegnevano rimbombando sull’alto soffitto, Minerva McGranitt impose il silenzio con uno sguardo.
 
“Benvenuti.
Benvenuti a tutti quanti nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts -e guardò per un attimo i sorrisi elettrizzati a quelle parole- il mio nome è Minerva McGranitt, sono l’insegnante di Trasfigurazione e sono la direttrice della casa di Grifodoro.
Per chi non lo sapesse, in questa scuola gli studenti sono divisi in quattro case: Tassorosso, Corvonero, Grifondoro e Serpeverde, ognuna con i suoi colori e le virtù privilegiate.”

“virtù per i Serpeverde? Ma quali virtù?” sussurrò James a Sirius, che fece un sorriso un po’ forzato
 
“ Tra poco mi seguirete ordinatamente nella Sala Grande, dove sarete smistati appunto nelle quattro case; qualunque comportamento meritevole all’interno di queste mura farà guadagnare punti alla vostra casa, al contrario, qualunque infrazione gliene farà perdere”
Passò un altro sguardo severo su tutti quanti. A Peter parve che si fosse soffermata qualche istante in più su dei suoi amici, ma forse se l’era solo immaginato.
 “Alla fine dell’anno, la casa con più punti vincerà la Coppa delle Case.
Molto bene, per tutti i chiarimenti e le indicazioni i Prefetti e i Caposcuola saranno a vostra disposizione. Se volete seguirmi.” concluse indicando l’ampio portone e due battenti, dietro al quale si sentiva un gran grattare di panche, scalpicciare di piedi e il chiacchiericcio tipico di amici che si salutano dopo le vacanze.
 
“hei, ragazzi, ma voi dove vorreste finire?” chiese con un tono curioso Peter, affrentandosi dietro agli altri tre amici
“Peter Peter Peter, ti sembra una domanda da fare vecchio mio? È naturale: Grinfondoro –declamò James gonfiando un po’ il petto- culla dei coraggiosi di cuore, come mio padre”
“io finirò di sicuro a Tassorosso, non sono buono a nulla” rispose Peter
“Avanti Peter, Tassorosso non è così male, sono leali e giusti. Sul serio!” disse allora Remus battendo amichevolmente la mano sulla spalla di Peter, per poi considerare, rivolto a James: “si, Grifondoro non deve essere male, ma penso di non essere né abbastanza coraggioso né tantomeno temerario. Credo proprio che finirò in Corvonero, il che non mi dispiace affatto. I Corvonero sono intelligenti, svegli, studiosi”
“ e se la tirano come se Morgana li avesse benedetti dall’alto” concluse James
“Sarà –rispose quello alzando le spalle- ma credo proprio che per la mia anima da secchione sia-“
“Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde, da generazioni. È una specie tradizione” saltò fuori dal nulla Sirius, parlando con tono noncurante e con le mani in tasca
“Sir, spero tu stia scherzando! Andiamo, non puoi voler stare in quella cacca di troll di Serpeverde!” commentò indignato James
“James, cerca la diplomazia che spero Merlino ti abbia donato!” lo sgridò Remus
“Rem, la diplomazia non è contemplata! Oh, andiamo, Serpeverde?”
“non so amico –rispose Sirius con un mezzo sorriso- forse infrangerò le tradizioni”
James gli diede una pacca sulla spalla e sorrise, mentre tutta la fila di primini si fermava su indicazione della Professoressa.
Tutti assorti nelle loro considerazioni, non si erano neanche accorti di essere entrati nella sala più spettacolare che avessero mai visto: alzarono contemporaneamente le teste verso l’alto, per vedere delle colonne altissime che si lanciavano nell’infinito, perché il soffitto, per Magia, rifletteva la notte stellata del cielo al di fuori del castello, e mille e mille candele volteggiavano a mezz’aria, illuminando quattro immensi stendardi appesi nel nulla: uno blu, con un Corvo, uno giallo, con un Tasso, uno rosso, con un Grifone e uno verde, con un Serpente.
E poi quattro tavoli lunghissimi, dove una folla di mantelli neri, di cappelli e di cravatte a righe si confondevano con  le immagini sbiadite di un folto gruppo di fantasmi fluttuanti, che chiacchieravano piacevolmente con gli studenti più grandi.
 
“Aleine Joanna” lesse da una pergamena la McGranitt, richiamando l’attenzione generale.
La ragazzina in questione camminò a piccoli passi verso uno sgabello al centro della pedana sulla quale si trovava il tavolo dei professori, e l’insegnante le mise in testa un vecchio cappello parlante, che dopo alcuni istanti di silenziò, declamò a voce alta: “CORVONERO” e Joanna corse felice verso il suo tavolo.
Dopo Bellet Helen, fu il turno di Black Sirius, che si avviò lento verso il cappello, senza però dare a vedere il suo nervosismo.

Un altro Black a Hogwarts, che piacere! Un altro rampollo purosangue che vuole rinsaldare le schiere di Serpeverde?
NO.
No? questa è davvero bella! La cara Walburga non ne sarà certo felice.
Non importa. Io non sono come loro. Non Serpeverde.
Vedo molta decisione, e un gran bel fegato ragazzo. Una bella testa non c’è che dire, un ragazzo brillante, e davvero un cuore grande, capace di difendere quello che ritiene giusto che ha cura di coloro che ama.
Bhe, tutto considerato, se tu sei proprio sicuro..

Si, non Serpeverde.
Molto bene. Allora credo proprio che la scelta migliore sia..
GRIFONDORO! -urlò poi il cappelo, che fino a quel momento aveva sussurrato nelle orecchie di Sirius.

Quello si alzò un po’ stordito, ma dopo un paio di passi un mezzo sorriso gli spuntò in viso, e pensò qualcosa come “saluti da Grifondoro, cara mammina”
“ E QUESTO COSA VUOL DIRE? Stupido cappello, ci deve essere un errore, lui è un Black!” urlò con voce aspra una ragazza con una lunga chioma di ricci neri, che si era appena alzata dal tavolo di Serpeverde, come una furia.
“Signorina Black, si sieda immediatamente” le intimò la McGranitt.
“Bella, siediti” le sussurrò la ragazza bionda che era seduta accanto al suo posto
Bellatrix si sedette, con lo sguardo più bellicoso e iroso che le riuscisse, sussurrando in rimando “non finisce qui, sudicia feccia babbanofila. Un Black a Grinfondoro, scriverò a Walburga, e poi cercherò personalmente il mio cuginetto”
Superato il piccolo dramma, la McGranitt continuò l’elenco, fino ad arrivare a Lupin Remus, che, un po’ pallido, si avviò al cappello.
 
Signor Lupin, davvero un cervello notevole vedo, davvero davvero notevole.
Un ragazzo desideroso di conoscere e di indubbia perspicacia.
Sicuramente tra i Corvonero saresti ben valorizzato.. però..
D’altro canto vedo anche una grande dolcezza, una splendida capacità di comprendere e ascoltare gli altri, e poi..
 un grande coraggio. Il coraggio di  sopportare dei dolori più grandi di te, una forza interiore rara e preziosa.
Credo proprio che a conti fatti, la casa migliore per te sia..
GRIFONDORO! urlò il cappello
 
“Grifoncosa?” disse Remus spiazzato, immobile
“Vada signor Lupin, vada” lo invitò la Professoressa
“Vieni qui dannato ragazzo, siamo compagni di casa per Godric!” gli urlò felice Sirius facendogli posto sulla panca.
Il tempo passava, le lettere scorrevano, e dopo che anche Peter, per cui il cappello aveva impiegato più tempo che per chiunque altro, era stato mandato a Grifondoro, James era nervoso.
Tutti i suoi nuovi amici erano finiti nella stessa casa, per di più quella che lui aveva sempre sognato per sé; e se non l’avesse mandato a Grifondoro? Se fosse finito a Tassorosso? E addio malandrini, e addio coraggiosi di cuore. James non credeva che l’avrebbe sopportato.
E mente sudava freddo, la McGranitt chiamò “Potter James.”
 
Quanti pensieri abbiamo in testa giovanotto, ammirevole davvero!
Ah si, vedo uno spirito non molto affine alle regole eh? Fegato senza dubbio ne hai in quantità, e anche il coraggio sembra essere parte di te.
Vedo un’anima pura, un cuore capace di molto molto amore, di semplicità e di affetto sincero.

È lodevole Signor Potter l’importanza essenziale che dà all’amicizia, la lealtà e a fiducia che pone negli amici.
Credo proprio che qui non ci siano dubbi:
GRIFONDORO! urlò il cappello mentre James teneva gli occhi serrati.

Li riaprì e corse difilato al tavolo Rosso e Oro, buttandosi con un sorriso di fianco a Sirius, facendo appena in tempo a notare una massa di capelli rossi di un visino molto carino e molto lentigginoso seduto lì vicino.
“Amico, dopo che ho disertato Serpeverde ci mancava solo che ti permettevi di non finire in casa con me!”
“Santa Morgana, non sia mai”  rispose  indignato James, non mostrando tutta l’ansia che aveva provato prima di indossare il cappello, come del resto nessuno degli altri tre.
Dopo il banchetto e il piccolo discorso del Preside  (con benvenuti, bentornati, aggiornamenti sul materiale proibito della lista di Gazza – “materiale proibito? Sir, hai sentito? Bisogna fare delle indagini!”- strane digressioni su calzini e musica Pop, un grazioso “salti, pomelli e bastoni” per introdurre il banchetto) tutti quanti, a pancia piena salirono verso i dormitori.
Il prefetto di Grifondoro, Pepperson, fece strada ai primini verso la sala comune, premurandosi di ricordare che “alle scale piace cambiare” e che “il tredicesimo gradino è stregato, saltatelo”, e poi naturalmente tirando fuori un ragazzino che matematicamente ci era rimasto incastrato.
Si fermarono davanti a un grosso quadro ad arco che raffigurava un’incantevole grassa signora, intenta a bere un bel po’ di vino, a giudicare dalle guance estremamente rosse.
“Parola d’Ordine, prego?” disse con fare solenne il quadro
“La Signora Grassa è l’ingresso alla nostra sala comune, a lei dovrete dire la Parola d’Ordine, che cambierà ogni settimana e sarà appesa sulla nostra bacheca interna.” spiegò Pepperson. “Ceppo Ghignante” aggiunse poi,  e fece strada a tutti in un’accogliente stanza circolare dai colori rosso e oro, con un bel fuoco scoppiettante, tante soffici poltroncine, tavoli ingombri di scacchiere magiche, carte da spara-schiocco e frisbee zannuti. In fondo alla stanza si aprivano due scale a chiocciola, che davano accesso alle stanze.
“Bene, a sinistra le ragazze e a destra i ragazzi, la colazione in sala grande è dalle 7.30, le lezioni iniziano alle 9.00, domani vi distribuiranno gli orari. Gli effetti personali sono già nelle vostre camere. Buonanotte a tutti”
Tutti quanti si avviarono, e i quattro Malandrini entrarono in una stanzetta con cinque letti a baldacchino, drappeggiati di rosso.
“Salve gente, io sono Frank” si fece avanti un ragazzino dalle spalle larghe e dal viso simpatico
“Frank, è un piacere! Io sono Remus” disse educatamente Lupin stingendogli la mano
“e io sono Peter” tese la mano cicciottella Minus
“Compare Frank, se quelle che vedo sul tuo letto sono gelatine tutti i gusti più uno, diventeremo molto amici” disse James
“ci puoi scommettere compagno di stanza”
“e io, come è giusto che sia, ho del cioccolato, che in via del tutto eccezionale spartirò con voi” aggiunse Remus
“Rem, tu sei davvero malato con questa storia del cioccolato” constatò Sirius
“Malato o no, sia lui che il buon Frank qui, hanno colto lo spirito della serata” disse James che si alzò in piedi sul suo baule schiarendosi la voce: “è giunto il momento di brindare a Godric, fondatore della nostra stramaledettamente fica casa, al cappello parlante, che ci ha uniti qui stasera, alla McGranitt, che ci romperà le p-
“James!” lo fermò Remus
“oh Rem! Bhe, ci romperà quelcheciromperà come solo Morgana sa, e poi brindiamo a noi cinque, malandrini più Frank, che questa sera inauguriamo questa stanza e i sette dannatamente fighi anni a Hogwarts che abbiamo davanti. Quindi, cari amici, che si festeggi con una sana e giusta abbuffata di dolciumi”
“Amen fratello” rispose Sirius tirandogli una CioccoRana
Tutti e cinque si sedettero per terra, nel centro della stanza, mangiando senza ritegno ogni genere di dolci, facendo imitare a Frank la sua a quanto pareva adorabilissima mamma, facendo protestare Remus per le parole non esattamente benedette da Morgana che James e Sirius dicevano e tirando a indovinare quale sarebbe stato l’insegnate più cazzuto di tutti, e quale la materia peggiore. (James si giocava metà delle sue api frizzole sulla McGranitt)
Era già mezzanotte passata quando decisero che era ora di abbracciare Morfeo e sognare l’intimo estivo di Merlino.
“Rem, non per fare il pignolo, ma quella è la porta della camera, non del bagno” asserì acutamente un James vestito di un pigiama ricamato a boccini d’oro.
“Felice che tu abbia notato questa sottile somiglianza, ma era proprio la porta della camera che puntavo James” sorrise Remus
“Dove vuoi andare Remus?” chiese Peter sbucando da dietro la tenda del suo letto
“Devo andare nell’ufficio di Silente” rispose lui un po’ evasivo
“Malandrino che non sei altro, non ti sarai permesso di prendere una punizione prima e senza di noi?” chiese Sirius con già l’idea di tirare in ballo Merlino
“Non mi permetterei mai” rispose Remus, che con un occhiolino si chiuse la porta alle spalle.
“Che non mi venga a dire che siamo noi quelli strani Sir” commentò James
Sirius alzò le spalle, e si avviò con grazia verso il suo letto, con tutta la dignità che può avere uno che passeggia per la camera in mutande, avendo l’intenzione di dormire in quello stato.
Spensero tutte le luci, e i ragazzi si infilarono sotto alle coperte tiepide.
Gli occhiali di James erano appoggiati sul suo comodino, il cioccolato di Remus era nascosto sotto al suo cuscino, il rospo di Peter sonnecchiava sul davanzale della finestra, un poster dei Tornados che volavano in formazione si agitava sul muro tra i letti di James e Sirius, e cinque cravatte oro e scarlatte erano appese alle testate dei letti, e brillavano alla luce della luna della loro prima notte a Hogwarts.
“Fratello” sussurrò nel silenzio Sirius
“Humpf, dannato fratello, si?” spuntò James dal profondo del suo cuscino con i capelli più arruffati che mai
Sirius sorrise “Buonanotte”
“Buonanotte idiota”.
 
 
*Stanza delle necessità*
Buonsalve meravigliosi Marauders, se state leggendo, probabilmente avete letto il capitolo (o siete delle persone alquanto strane che leggono solo le note), quindi già di base: grazie \0/
non mi sono presentata nel primo capitolo, quindi lo facci adesso: mi chiamo Lucions, potterhead dai miei lontani 9 anni, Serpeverde, amante incondizionata di Fred & George, romantica nostalgica della Old generation, chiaramente Malandrini sopra a tutti.
questa FanFiction vorrebbe essere (con la benedizione di Morgana) la loro storia, raccontata attraverso i momenti più importanti delle malefatti e dell’amicizia malandrina.

Spero davvero di fare una cosa di senso compiuto (?) e in grazia di Merlino.
Io solitamente sono una lettrice silenziosa, ma ora che sono “dall’altra parte” mi accorgo di quanto sia importante ricevere delle recensioni, anche giusto della serie “YO l’ho letta, ci becchiamo al prossimo capitolo” o anche solo per conoscere voi creature malandrine come me:3
Bene, fatto il misfatto, alla prossima.
Stay Marauder \0/
  
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