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Autore: LaLucions    26/02/2013    5 recensioni
vista la mia conversione alla poligamia per sposare tutti i malandrini, a Merlino piacendo, ho deciso di scrivere la storia dei loro anni a Hogwarts C:
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*flashes*
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“Compagni –disse quello con i capelli sempre scompigliati sistemandosi gli occhiali- vi annuncio ufficialmente, e Godric mi è testimone, che sta per iniziare l’era dei Malandrini a Hogwarts”.
“ci puoi giurare fratello” suggellò Sirius.
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"Rem, sei un gran coglione. Ti pare il caso di torturarti e di mentirci solo perchè hai un piccolo problema peloso?"
"amico, ha ragione, noi ti amiamo per quel fottuto lupastro che sei"
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"Animagi?! no, dico, Tosca deve averti stuprato troppo violentemente, perchè ti devi essere fottuto il cervello!"
"amico, tu saresti sicuramente un cavolo di cane rognoso. Porco Salazar,non remarmi contro, su!"
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"ragazzi, dobbiamo trovare un modo per sigillarla, così che si sveli solo a noi dannati malfattori. ci vuole una formula che racchiuda la nostra filosofia di vita, ma con stile gente"
"hemhem, se volete ascoltare il degno erede di Godric: Giuro solennemete di non avere buone intenzioni"
"per questo avrai diritto ad accedere alle mie scorte di cioccolato."
Genere: Fluff, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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1 Settembre 1970
Quella notte non aveva dormito molto bene.
 Si era svegliato alle 4 sussurrando insulti contro se stesso su quanto fosse un idiota indecente a spaventarsi per uno stupido sogno, anche se con scarsi risultati di auto-convincimento. La mattina, mentre chiudeva le cinghie del suo splendente baule di seconda mano, era ancora piuttosto sensibile, e perciò per  giusta misura si era concesso un grosso pezzo di cioccolato.
Eppure, fissando il solido e decisamente materiale muro tra i binari 9 e 10, Remus aveva qualche difficoltà a scacciare dalla mente l’idea di se stesso a terra svenuto e del suo cranio miseramente e irreparabilmente frantumato.
Era ancora indeciso sul da farsi quando un ragazzino, con i capelli biondi che sparavano in ogni direzione e con degli occhiali, che per quanto grandi fossero, non gli infondevano certo un’aria da schivo secchioncello, gli sfecciò accanto tutto intento in una corsa folle in piedi sul suo carrello dei bagagli, farfugliando a voce piuttosto alta parole come “figata” “mutande di Merlino” e “fottutissima gioventù”.
Come apprese dai dolci rimproveri dell’uomo che probabilmente era suo padre, il ragazzo in questione di chiamava James, e dalla sovreccitazione palpabile, doveva essere anche lui del primo anno.
Remus lo osservò scherzare col padre, mentre la madre gli sistemava il colletto della camicia, e si strinse un po’ di più nella giacca; poi James li abbracciò entrambi dichiarando “ti voglio infinitamente bene Dorea, ti scriverò ogni giorno” con una faccia molto seria, e la sopra citata mamma ridere rispondendo “ti manderò i miei biscotti una volta settimana”, e abbracciare il marito mentre il bambino si voltava verso la barriera dei binari.
All’ultimo momento Charlus gli urlò dietro “e vedi di non combinare troppi guai ragazzino!”, prima di scoccare un bacio sulla fronte della moglie e fare dietrofront con lei.
Deciso a non piantare le radici in quell’esatto punto, dopo aver mormorato un “sia maledetta Morgana”, Remus decise che era ora di farsi una passeggiata verso morte certa e corse in direzione del muro.
Con sua grande sorpresa non sentì nessuna botta particolarmente forte e, a meno che non c’erano state modifiche di cui non era al corrente, gli sembrava di ricordare che il paradiso non somigliasse a un binario con un treno scarlatto pieno di gufi, rospi, bauli e ragazzini schiamazzanti. Si, era decisamente vivo.
 
Intanto, dall’altra parte della barriera, una donna vestita di velluto verde, dalle spalle larghe e con un cipiglio duro in volto si lamentava con la sua alta voce metallica:
“Saprà Salazar come fanno a essercene ogni anno di più, lurida feccia babbana- e intanto strattonando il figlioletto più piccolo- e tu vedi di comportarti come si conviene a un Black Regulus, smettila di frignare immediatamente, e cammina dritto.”
Accanto ai due spingeva un carrello un ragazzino piuttosto alto, dai capelli neri e lisci, dala pelle pallida e dal portamento decisamente nobile, la mano in tasca e l’aria scocciata.
“Bene figlio, siamo arrivati. Vai e onora il nome che porti, e riempi d’orgoglio la Casa di Serpeverde. Non tollererò alcun tipo di comportamento che possa macchiare il nome di questa famiglia. Tua cugina Bellatrix – e questo nome il ragazzo fece una smorfia di disgusto- sarà lieta di aiutarti nei tuoi primi passi. Ora và, e ricorda che la tua famiglia ti ama” ma lo disse senza alcun tipo di sentimento affetuoso in viso.
E Sirius, questo era il suo nome, le diede le spalle senza neanche rispondere, senza fare un cenno di saluto, ed elegantemente attraversò la barriera.
 
Il treno fischiava più forte che mai, avvisando tutti sulla banchina che stava per lasciare la stazione, e facendo sudare freddo un piccolo ragazzino cicciottello che correva a rotta di collo trascinando un baule decisamente troppo pesante per le sue braccine.
“Sbrigati Peter, benedetto ragazzo, quando ne farai una giusta? Infilati su quel treno!” urlava dietro di lui una donna altrettanto bassa e in carne.
“si mamma, ora salg-umpf” biascicò Peter inciampando nei suoi piedi.
“Hei, amico, hai intenzione di abbracciare il pavimento per molto o vuoi salire su questo treno?” gli urlò un ragazzino dalla porta aperta, tendendogli la mano.
“grazie, grazie mille” farfugliò Peter.
“di nulla! Piacere, James” tese la mano disinvolto il primo.
“hem, Peter, è un piacere” e senza guardarlo negli occhi si avviò nel corridoio trascinando i bagagli.
James alzò le spalle e tornò nello scompartimento dove aveva posato il baule, trovando nel sedile di fronte un nuovo venuto.
“Hei amico, ciao, io sono James”
“Sirius, incantato” rispose l’altro stravaccato con nonchalance sul sedile.
“primo anno?”
“no, settimo amico”
“in effetti faresti invidia a Silente con quella barba” disse James tirando fuori dalla borsa la sua rivista di Quiddich
“spero vivamente che tu non tifi i Cannoni di Chudley, o giuro che mi alzo da questo fottuto posto e me ne vado” disse Sirius
“amico, spero che sia un bieco scherzo o potrei offendermi seriamente.”
“Tornados?”
“Tornados amico”
I due si dettero un cinque, e, per le strane leggi dell’universo maschile, stabilita l’essenziale affinità sportiva, dopo 10 minuti, un rapido aggiornamento su tutto il corredo intimo di Merlino, un confronto sulle personali preferenze in fatto di ragazze e un attacco al grosso sederone della signora dei carrello dei dolci, James e Sirius erano già grandi amici.
“scusate, posso.. oh benedetto perizoma di Morgana” si annunciò poco dopo Remus, entrando nello scompartimento dove i due erano seduti, sbattendo accidentalmente la porta contro un’ignara passante.
“ecco cosa ci mancava Sir! Il perizoma dannazione!”
“hem, volevo dire, posso sedermi qui? Si, hem, perdonate la mia goffaggine. SI, SCUSA TANTO HEM, TU, MI DISPIACE” urlò poi nel corridoio alla ragazza che si tastava dolorosamente la fronte.
“amico, l’importante è che non tenti di uccidere ogni graziosa signorina nei paraggi, o mi rovini la piazza” rispose James
“dai siediti, non ascoltare questo fottuto idiota” aggiunse Sirius
“bhe, grazie! Piacere, Remus Lupin”
“James meraviglioso Potter”
“Sirius sonovicinoauncoglione Black”
“ah, Remus, ma tu non eri quello che prima fissava intensamente la barriera a King’s Cross?”
“si, è possibile, valutavo la possibilità di morte”
“genitori babbani?”
“si, qualcosa del genere” rispose Remus in uno strano tono. “bhe, cioccolato?”
“ragazzo, tu già mi piaci. E hai anche l’aria di uno da cui io potrei copiare molti compiti in fututo” valutò James
“non che io disdegni- stava commentando Siruis-ma per l’onnipotenza di Merlino, cosa diamine..?”
I tre si affacciarono in corridoio seguendo delle urla decisamente poco discrete, per vedere un ragazzino cicciotto, minacciato da un grosso prefetto di Serpeverde che gli stava puntando la bacchetta al petto.
“oh, Peter, vecchio mio, ci si ri incontra! Se vuoi scusarci, cervello di Troll..” disse diplomaticamente al Serpeverde.
“stupido ragazzino, come mi hai chiamato? E tu ciccione buono a nulla, vieni subito a ripulire le mie scarpe dalla bave del tuo schifoso rospo”
“senti meraviglioso idiota, inizia a ripulire quella schifosa espressione da coglione che ti trovi in faccia, e poi beviti  ,chessò, una camomilla” lo sfidò Sirius
“primini ritardati che non siete altro, come cavolo vi perm-“ aveva alzato la bacchetta contro di loro, ma prima che potesse fare qualunque cosa quattro incantesimi erano partiti contemporaneamente, schiaffandolo a terra ridotto piuttosto male.
“il Furunculus era tuo James?”
“si collega”
“ottima tarantallegra Rem”
“felice che sia stata apprezzata”
“senti lascia un po’ quel tuo rospo sul suo squallido faccione amico Peter”
“io proporrei di fare accidentalmente scivolare questo signore in quello scompartimento vuoto, sai, credo che sia un po’ patito e voglia riposare” asserì James agli altri.
“non credo sarà necessario far presente a nessuno che è lì” concluse Remus
Fatto il misfatto i quattro tornarono nello scompartimento e si sedettero tutti, quasi in contemporanea, e Remus, con un mezzo sorriso disse: “maledetti malandrini che non siete altro, mi sono già rovinato prima di arrivare a scuola”
“Remus ma sei un genio! -saltò su James- necessito della vostra attenzione –proseguì schiarendosi la voce- da questo momento, grazie alla brillante intuizione del qui presente Remus Lupin, dichiaro ufficialmente fondato il club dei Malandrini!”
“club? Io non sono una stupida ragazzina  amico” protestò Sirius
“okok, allora sarà la fratellanza dei Malandrini, eh?”
Tutti risero. “si fratello, ci stò” rispose Sirius dandogli una pacca sulla spalla.
“festeggiamo con del buon cioccolato” aggiunse Remus”
“e sia maledetto Salazar e i suoi fedeli prefetti” brindò James con il suo cubetto
Tutti si aggiunsero allo scherzo, senza sapere di aver appena fondato la più premiata (in termini di punizioni) organizzazione di malfattori scolastici dei seguenti sette anni.
 
Sirius sorrise, pensando che forse aveva davvero un’altra scelta, poteva infrangere la nobile tradizione dei puri Black, e immaginò la faccia disgustata di sua madre commentando di gusto “Merlino tu che puoi ruba l’intimo di Salazar!”
 
James aveva gli occhi che brillavano, alla prospettiva di iniziare un anno di mille avventure con i tre idioti che aveva accanto, e sorrise genuinamente, pensando alla bellezza di avere finalmente degli amici intorno.
 
Peter sorrideva timido, quasi stupito che questi ragazzi lo considerassero suo pari e lo volessero nel gruppo con loro, e si aggiunse alla canzone intonata da Sirius sugli amori poco casti di Tosca.
 
Remus era indicibilmente felice, felice di sentirsi un ragazzo normale, di potersi fare degli amici, e mentalmente ringraziò Albus Silente, rimandando le sue preoccupazioni ad un altro momento.
 
Più tardi il cielo era già scuro, e il treno stava frenando in una stazione illuminata da lanterne.
Quattro ragazzini, con le loro divise nuove addosso, camminavano sulla banchina uno affianco all’altro, spintonandosi e mettendo le braccia attorno alle spalle del vicino, pronti a restare a bocca aperta svoltando l’angolo, vedendo in lontananza un castello colorato da mille luci, circondato da un lago nero come la notte.
 
“Compagni –disse quello con i capelli sempre scompigliati sistemandosi gli occhiali- vi annuncio ufficialmente, e Godric mi è testimone, che sta per iniziare l’era dei Malandrini a Hogwarts”.
“ci puoi giurare fratello” suggellò Sirius.
  
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