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Autore: nobodyishopeless    01/03/2013    3 recensioni
Dopo essere stato preso in ostaggio dalla setta di Benjamin Cyrus in Colorado, con la sua collega Emily Prentiss che per proteggerlo era stata picchiata davanti ai suoi occhi, il giovanissimo dottore, Spencer Reid ha maturato in sè un profondo e bruciante senso di colpa.
Faith è la nuova e giovane psicologa della BAU che si occupa di tranquillizzare lo stato mentale dei componenti della squadra di analisi comportamentale. La giovane ha 23 anni, un laurea quinquennale in psicologia e un anno di tirocigno in accademia FBI.
Fa un ingresso prepotente nella vita dell'insicuro dottore cercando di aiutarlo e di evitare che lui scopra i suoi segreti, in realtà la giovane ragazza ha molti più scheletri nell'armadio di quanto sembri. Tuttavia l'amore bruciante potrebbe travolgerli in un vortice senza uscita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Gideon:"Non valutare il risultato finché il giorno non e’ concluso e il lavoro terminato." 
Elizabeth Browning.

You are everything I need.

Lui si guardava le mani intrecciate sulle ginocchia mentre lei scriveva su un fascicolo, il suo fascicolo. Spencer sentiva l’ansia crescergli dentro come  un vortice che gli prendeva la bocca dello stomaco e la stringeva come in una morsa.
Brividi gli percorrevano la colonna vertebrale, cercò di concentrarsi sui battiti del suo cuore.
Riuscì al calmarsi, ma solo momentaneamente, poiché la voce delicata della psicologa lo fece nuovamente irrigidire.
“Dunque io tengo molto alla riservatezza dei miei pazienti quindi qualunque cosa verrà fuori in questa stanza non ne uscirà e non ne parlerò con altre persone, a meno che non sia lei a chiedermelo naturalmente!” disse la ragazza cercando di intercettare lo sguardo del dottore, che evitava il contatto visivo.
“Dunque, passiamo alla preanalisi: Nome?” chiese la psicologa.
“Spencer Reid” rispose lui con voce ferma mentre la dottoressa riportava i dati su un modulo.
“Età?” chiese ancora lei
“Ventisei anni.. quasi ventisette!” rispose ancora
“Da dove viene?”
“Sono nato a Las Vegas ma ora vivo a Washington D.C.”
“La sua situazione sentimentale?”
“Oh.. ehm.. sono single!” rispose preso alla sprovvista.
“Ok.- disse la ragazza mettendo via il modulo, per poi rivolgersi a Reid di nuovo- Ho saputo che lei e l’agente speciale Prentiss avete affrontato un caso difficile. Le va di parlarmene?” chiese cortese guardandolo negli occhi , lui abbassò lo sguardo e prese un respiro  decidendo di fidarsi della nuova arrivata .
“Non era difficile, non più degli altri.. ho visto davvero cose brutte, ho visto fino a dove può spingersi la crudeltà dell’uomo.. l’ho sempre sopportato e  sono sempre stato in grado di distaccarmi piuttosto bene! Ma è successo qualcosa dentro di me.. quando Cyrus ha picchiato Emily e lei ha subito tutto per proteggermi, io non riesco a spiegarlo! Mi sento in colpa!” rispose quello aprendosi. Sentiva che parlarne avrebbe potuto farlo stare meglio e così fu. Provò una sorta di sollievo, come se si fosse finalmente tolto un peso dal petto.
“Capisco come tu ti senta, la ferita è recente e mi preoccuperei se, al contrario, tu non ti sentissi in colpa per ciò che è successo!” cercò di tranquillizzarlo lei.
“Oh no.. non sono un sociopatico!” borbottò Spencer, lei sorrise ricordando solo in quel momento il mestiere del suo paziente.
“Cos’è che la tormenta?” gli chiese diretta, senza giri di parole, quello deglutì e poi rispose:
“Non riesco più a distaccarmi completamente! In questo caso sono stato coinvolto e ho paura in futuro di non riuscire più ad affrontare i casi mantenendo il sangue freddo e rimanendo obbiettivo!” confessò alla ragazza, ma soprattutto a sé stesso, prima lo aveva pensato ma lo aveva scacciato in fretta quel pensiero scomodo.  Ma il peso della consapevolezza lo aveva schiacciato, annebbiando la sua razionalità. La psicologa lo scrutò a lungo per capire se avesse qualcos’altro da dire, ma Spencer stava zitto con le labbra screpolate e serrate, gli occhi fissi sul pavimento, conscio di aver detto troppo.
Faith non riusciva a leggerlo, in genere capire le persone era la cosa che le riusciva meglio, una cosa che le piaceva fare, ciò per cui aveva studiato, ciò a cui aveva dedicato la sua vita a cominciare dal liceo. Ma con quel ragazzo tutto crollava.
“Non si fasci la testa prima del tempo, faccia passare  un paio di casi in modo da avere le idee più chiare.  Questo caso ha  coinvolto direttamente lei e la sua collega quindi è normale che l’emotività sia compromessa, ma a mio parere è solo per questo che si sente poco distaccato!” cercò di tranquillizzarlo la giovane dottoressa, poi gli porse il suo biglietto da visita.
“In ogni caso..se durante il prossimo caso avrà dei problemi non esiti a chiamarmi a qualunque ora del giorno. Sarò pronta chiarire le sue idee per quanto possibile!” gli disse
“Oh ti ringrazio!” si lasciò sfuggire Reid.
“Mi piace questo..” disse Faith
“Cosa?” chiese Reid confuso.
“ Che dal ‘lei’ siamo passati a darci del ‘tu’.” Specificò la psicologa facendo increspare le labbra di Spencer in un sorriso. “Può far entrare l’agente speciale Prentiss?” chiese congedandolo.
Quello annuì “Certo.. grazie.. ciao!” la salutò il dottore uscendo.
Si sentiva più leggero, quasi fosse in grado di volare. Trovò Emily nell’open space che firmava una pratica.
“La dottoressa Fearis chiede di te.. te la archivio io!” disse il dottore sereno.
“A quanto vedo ci sa fare! Sembri rinato!” scherzò Emily prima di dirigersi verso l’ufficio dell’analista, Reid sorrise e andò ad archiviare la pratica di Emily. Mentre tornava dall’archivio, incrociò Derek il quale lo fermò “Allora ragazzino com’è la psicologa?” gli chiese.
“Straordinariamente normale!” rispose Reid
“Cos’è quello sguardo?” chiese il collega.
“Non so di che parli!” replicò lui.
“Parlo di pupille dilatate, evitare il contatto visivo e palmi sudati!”infierì Derek facendo scuotere la testa a Spencer.
“Non è vero!” negò ancora cominciando a camminare verso l’open space. Derek lo seguiva con insistenza “Fammi indovinare! Lei ti piace!” esclamò il nero divertito dall’imbarazzo del dottore “Io non l’ho mai detto!”borbottò Reid “Questo non è un no!” replicò Derek trionfante, Spencer boccheggiò “Non.. non starò qui  ad ascoltare le tue farneticazione!” riuscì a dire rosso in viso sedendosi dietro la sua scrivania. “Non insisterò, ma ti avverto.. non finisce qui!” disse furbo l’agente Morgan facendo comparire i suoi denti bianchissimi in un sorriso.
Il resto della giornata lavorativa di Spencer fu composta dal correggere e  modificare un profilo per poi inviarlo alla polizia della Virginia che aveva chiesto il loro aiuto. Durante quel pomeriggio la psicologa parlò con tutti i membri della squadra, riuscendo anche a conquistare la simpatia di Penelope, la quale si era detta scettica precedentemente. Mentre Faith era nell’open space che frugava nella borsa alla ricerca della chiave della moto, Derek la fermò “Ehi Faith!” le disse “Ciao Derek!” lo salutò la ragazza a sua volta. “Senti se non hai programmi io, Garcia, Emily, Reid, JJ e il suo compagno Will andiamo in un pub qui vicino per cenare.. potresti unirti  a noi!”le propose Derek. Faith ci pensò un po’ e giunse alla conclusione che era da mesi che non usciva.. da quando Bran se n’era andato. Uscire poteva farle bene e ci teneva a conoscere meglio quella squadra così compatta, che dava l’idea di una famiglia calorosa e presente, con un sorriso quindi accettò. Così tutti assieme con l’auto di Derek andarono a cenare in un pub dove andavano frequentemente dopo il lavoro.
“Quindi se ho ben capito sei di New York!” disse Derek
“Non esattamente, per gli anni di liceo ho vissuto a  Manhattan e all’università sono andata all’ NYU, ma la mia infanzia l’ho vissuta in Italia a Venezia.. mia madre è italiana, mentre mio padre è americano!” rispose la dottoressa, avevano appena finito di cenare.
“Interessante..” disse JJ
“Scusate vado a buttarmi in pista!” annunciò Derek, andando a ballare tra la massa.
“Vado a prendere da bere.. volete qualcosa?” chiese Faith.
“Un sex on the beach grazie Faith!” rispose Garcia.
“Un ginlemon Faith.. grazie!” si accodò Emily.
“Niente per noi grazie!” disse Will
“Sto a posto!” rispose Reid quando lo sguardo della ragazza si posò su di lui.
Faith sorrise e andò a prendere da bere per portarli al tavolo cinque minuti dopo. Passò davanti a Derek  che ballava circondato da due ragazze una davanti e una dietro. “Morgan sta attento quella dietro può prenderti il portafoglio!” gli urlò scherzosamente.
“Non mi importa sarò un uomo in rovina ma felice!” ribatté quello ridendo. Faith scoppiò a ridere, arrivò al tavolo, ma vi trovò solo il dottore immerso nei suoi pensieri.
“Dove sono gli altri?” chiese posando i bicchieri sul tavolo.
“JJ e Will sono andati a giocare a freccette- spiegò indicando il punto opposto del locale- .. Garcia è seduta davanti alla pista ad ammirare Morgan, Emily è andata con lei ma solo per prenderlo in giro!” rispose Reid.
“Vado a portare i drink!” lo informò Faith alzandosi. Spencer rimase ad osservare la figura della giovane ragazza che si muoveva agile per il locale e si ritrovò a sorridere fantasticando sul corpo di lei.
Faith tornò poco dopo, si sedette davanti a Spencer e sorseggiò il drink che aveva appena preso, Reid pensava a qualcosa da dire, ma aveva la  mente completamente vuota. Fu Faith a  salvare la situazione.
“Venite spesso in questo locale?” chiese
“In genere sì dopo i casi, se non siamo troppo stanchi…” rispose il dottore.
“Sembra una bella squadra..”commentò Faith.
“Sì lo è.. siamo fortunati!” convenne Spencer guardando Garcia e Emily che scherzavano.
“Molti tuoi colleghi mi hanno detto che tu sei la loro migliore risorsa, che la maggior parte dei casi non sarebbero stati risolti senza di te!”aggiunse Faith.
“Credevo che non dicessi ciò che hai saputo dalle sedute!” replicò Spencer.
“Non ho detto chi è stato a dirmelo.. sono rimasta sul vago, se dovessi censurare le cose da dire sul mio lavoro la mia vita sarebbe al quanto vuota!” confessò la ragazza.
“Sai che hai appena ammesso di essere una stacanovista vero?” scherzò Reid.
“Ma voi mi fate buona compagnia!” esclamò Faith facendolo scoppiare a ridere per poi unirsi a lui.
“Già la mia vita è stata piuttosto piena.” Borbottò sarcastico Reid.
“Piena di libri.. ho letto il tuo fascicolo Spencer.. è incredibile! Sai così tante cose  che non so come tu faccia a non confonderti!” si complimentò la giovane psicologa, Reid arrossì lusingato “Beh grazie.. in compenso nella parte motoria sono un disastro!” confessò il ragazzo.
“Se fossi davvero così terribile, credo che ti avrebbero già tolto dal lavoro sul campo!”ribatté prontamente lei.
“Ogni tanto mi chiedo se abbia fatto la scelta giusta.. non so avrei potuto scoprire la cura per il cancro o la leucemia..” confessò Reid scatenando una reazione critica nel petto di Faith.
Il suo battito aumentò, i palmi le sudavano e i brividi tornarono a farsi sentire, e anche il dolore, lo stesso di sempre, tornò anche lui.
“Devo andare!” disse brusca Faith alzandosi in piedi, si infilò il giubbino, prese la borsa e uscì dal locale prima che una lacrima le bagnasse la guancia. Il dottor Reid  rimase interdetta, tuttavia, senza sapere il perché, si alzò e seguì la ragazza.
“Faith!” la chiamò vedendola a pochi metri di distanza per la strada, lei si asciugò le lacrime cercando di mascherare il dolore. Spencer la raggiunse di corsa e le posò una mano sulla spalla facendola voltare.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?” le chiese prima di notare gli occhi lucidi .
“No Spencer.. lascia perdere!” mormorò lei minimizzando
“No aspetta.. hai.. hai pianto?” chiese, a quelle parole, le guancie della giovane psicologa si imporporarono e due lacrime caddero ancora bagnandole il viso, i polpastrelli di Reid le asciugarono rapidamente; gli si stringeva il cuore a vederla così, per tutto il giorno l’aveva vista così vitale ed energica.. pronta ad affrontare ogni cosa con un sorriso.
Faith non ne poteva più  di portare la maschera aveva finto tutto il giorno, aveva tenuto la maschera per troppo tempo. Si portò una mano alla bocca per soffocare i singhiozzi che si tramutavano in lievi singulti. Reid  la abbracciò mormorando “Hey.. hey.. non fare così!”, Faith sentì una scossa di vita lungo la schiena, sospirò profondamente riuscendo a calmarsi. Non poteva farci nulla.. Bran le mancava  da morire e bastava una parola sbagliata per farle crollare tutto addosso di nuovo. Continuava a ripetersi che lei era forte, che  non le serviva aiuto, che si sarebbe tirata su da sola, ignorando le chiamate dei suoi, degli amici.
Reid si staccò da lei e la guardò negli occhi “Come sai..?”cominciò la ragazza sorpresa.
“Beh è facile capirlo. Soprattutto per un profiler con una laurea in psicologia comportamentale!” la interruppe il ragazzo.
Faith si asciugò le lacrime. “Chi hai perso?” le chiese poi il dottore. “Il mio fidanzato.. Bran, siamo stati assieme per cinque anni, ma due anni fa gli è stata diagnosticata la leucemia. Sei mesi fa.. lui.. non ce l’ha fatta!” confessò la ragazza con la voce rotta dal dolore. Le lacrime erano cessate, Reid si morse l’interno delle guancie.
“Mi dispiace.. hai parlato con qualcuno?” le chiese, la ragazza scosse la testa facendo ondeggiare i capelli che provocarono una ventata profumata di cocco che investì in pieno il giovane dottore stordendolo lievemente.
“Se ti va.. tu dai una mano a me.. e io do una mano a te!”le propose Spencer.
“Ci conosciamo da un giorno e…”cominciò Faith.
“Se non vuoi non importa!” si affrettò a dirle Spencer.
“Solo che.. non capisco.. aiutare te e i tuoi colleghi è il mio lavoro.. ma tu.. perché vuoi farlo? Non capisco!” esclamò Faith
“Non lo so.. per la prima volta sento di voler fare qualcosa che non sono in grado di spiegare.. non lo so perché.. so solo che ne ho bisogno e credo che ne avresti bisogno anche tu!” rispose Spencer grattandosi la testa insicuro.
“Ok.. se la metti così.. ci sto!” accettò lei
“Io vedo a casa in metrò… tu da che parte vai?” chiese Spencer.
“Io sono in moto.. ho un altro casco.. al limite ti accompagno io!Dove abiti?” chiese Faith
“Sulla diciassettesima, in un condominio sopra il bar di Tiff’s!” le rispose
“Io sto sulla diciannovesima.. è di strada vieni!” fece un cenno con la testa Faith.
“ok…” accettò Reid.
Insieme andarono nel parcheggio della stazione dell’FBI dove lavoravano entrambi.
Faith porse un casco a Spencer, che se lo mise un po’ insicuro. Poco dopo Faith sfrecciava per le strade trafficate di Washington con Reid che le stringeva la vita. Si fermò davanti al bar di Tiff’s e si tolse il casco. “Ti ringrazio.. per tutto!” esclamò Faith con un sorriso. “Sono io che devo ringraziarti!” ricambiò Spencer, poi ritroso, posò le sue labbra sulla morbida guancia della ragazza mora facendola arrossire. “Buonanotte!” mormorò Spencer sorprendendosi del suo stesso gesto. “Buonanotte!” sussurrò Faith prima di mettersi il casco e ripartire col cuore a mille.  
 

Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo della mia Fanfiction su Criminal Minds.
Ringrazio infinitamente
jjk che ha recensito il capitolo precedente che ne pensate di Spencer e Faith?
Vi piace questa storia? Spero di sì perché mi sto impegnando molto.
Spero che lascerete una recensione.. così potete dire cosa va e non va nella mia storia.
Ringrazio ancora Chiara_88   per il meraviglioso banner.. è stupendo.
Baci Mar.

Faith:                                                                                           

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