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Autore: nobodyishopeless    26/02/2013    1 recensioni
Dopo essere stato preso in ostaggio dalla setta di Benjamin Cyrus in Colorado, con la sua collega Emily Prentiss che per proteggerlo era stata picchiata davanti ai suoi occhi, il giovanissimo dottore, Spencer Reid ha maturato in sè un profondo e bruciante senso di colpa.
Faith è la nuova e giovane psicologa della BAU che si occupa di tranquillizzare lo stato mentale dei componenti della squadra di analisi comportamentale. La giovane ha 23 anni, un laurea quinquennale in psicologia e un anno di tirocigno in accademia FBI.
Fa un ingresso prepotente nella vita dell'insicuro dottore cercando di aiutarlo e di evitare che lui scopra i suoi segreti, in realtà la giovane ragazza ha molti più scheletri nell'armadio di quanto sembri. Tuttavia l'amore bruciante potrebbe travolgerli in un vortice senza uscita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Episodio 1x20 Gideon:Voltaire ha scritto:
"Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri"


Demons and skeletons.



L’aereo percorreva i cieli del Colorado lacerando l’aria. La stanchezza era tanta per tutti i membri della squadra, ma soprattutto per il dottor Reid e l’agente speciale Prentiss, che erano stati entrambi presi in ostaggio dalla setta che avevano appena lasciato divorare dalle fiamme, mentre il giovane dottore ne era uscito praticamente illeso, la collega aveva svariate ecchimosi sul volto causate da numerose e violente botte, che la donna aveva ricevuto dal capo della setta Benjamin Cyrus che ora, era morto. Spencer cercava di non pensare a come la collega, nonché amica, fosse stata picchiata per proteggerlo, ma le immagini di Cyrus che tirava i capelli di Emily, per poi sbattere il corpo indifeso dell’amica al muro facendole rompere uno specchio col volto, non cessavano di infestare la sua mente. Emily gli aveva detto chiaramente che lui non doveva sentirsi in colpa, che per proteggerlo avrebbe riaffrontato le medesime pene. Lui aveva un sorriso amaramente e aveva annuito. Sapeva che l’amica aveva ragione, ma non era in grado di controllare a pieno i pensieri nella sua mente, arrivavano da soli senza alcun invito, gli affollavano la razionalità e non era in grado di sbatterli fuori.
Non desiderava altro che andare a casa e provare a dormire un po’, anche se, in realtà, sapeva bene che nel migliore dei casi l’insonnia lo avrebbe costretto a tenere gli occhi sbarrati puntati sul soffitto ascoltando solo il silenzio della notte; nel peggiore, invece, aveva davanti a sé un’interminabile notte di incubi.
“Il mio subconscio dovrà pur depurarsi.. da tutti quei demoni che affronto ogni giorno!”pensò Spencer massaggiandosi le tempie.
Finalmente l’aereo atterrò e tornarono in sede dove Garcia saltò addosso a Spencer ed Emily stringendoli in un forte abbraccio.
“Tesoro.. tesoro così li rompi!” scherzò Derek ridendo. Garcia allentò, allora, la presa per poi staccarsi dagli amici e lasciarli finalmente respirare, ogni membro della squadra si sedette alla propria scrivania per stilare il rapporto dettagliato sul caso che si era appena concluso.
“Domani arriverà la nuova psicologa!” annunciò Hotch ottenendo l’attenzione della squadra al completo.
“Meglio, il signor Froom non mi ispirava fiducia!” commentò Derek, che aveva sempre avuto difficoltà a fidarsi della gente.
“E’ appena uscita dall’accademia dell’Fbi dopo aver terminato un anno di specializzazione!” continuò Hotch guardando il fascicolo giallo posato sulla scrivania.
“Quanti anni ha?” chiese Derek curioso
“Ventitre..” rispose Hotch facendo comparire un sorriso malizioso sul volto del nero.
“Derek non pensarci neanche!” lo ammonì Hotch capendo a cosa puntasse il collega.
“A Reid e Prentiss.. sarete i primi ad avere un colloquio con lei domani pomeriggio!” proseguì il capo puntando il dito verso Spencer, che aveva ascoltato solo marginalmente la conversazione tra Hotch e Derek. Il dottore comunque annuì distrattamente mentre si infilava la giacca, si mise la tracolla e uscì dalla struttura senza neppure salutare per tornare a casa.

Appena il giovane dottore arrivò a casa gettò la tracolla e le chiavi dove capitavano e poi si fece cadere a peso morto sul divano turchese del soggiorno. Si passò una mano tra i capelli, realizzando solo in quel momento le istruzioni che gli aveva dato Hotch poco prima. L’indomani avrebbe avuto un colloquio con la nuova psicologa, la cosa inizialmente lo preoccupò, soprattutto per il fatto che fosse una ragazza, non era bravo a parlare neanche con gli uomini o con i bambini, figurarsi con le donne.
Il senso di colpa era ancora dentro di lui, gli colava sotto la pelle come del liquido appiccicoso, facendolo sentire sporco, facendolo soffrire, facendolo sentire sbagliato. Si alzò e andò a farsi una doccia, come se quella sensazione potesse essere lavata via. Si spogliò e osservò la sua immagine riflessa sullo specchio, guardò attentamente i lividi sul suo stomaco dove quel pazzo di Cyrus lo aveva colpito con il manico del fucile facendolo crollare a terra tossendo. Si lavò cercando di non pensare a nulla e ci riuscì straordinariamente, forse a causa della stanchezza che lo affliggeva da giorni ormai. Dopo essersi asciugato si gettò a letto e si addormentò. Tuttavia le sue ipostesi si avverarono passò una notte tormentata da incubi spaventosi che cambiavano di continuo. Secondo Freud durante la notte facciamo circa 200 sogni. E molto spesso ricordiamo solo i più noiosi e meno traumatici, è una difesa della mente.

Poco lontano dalla casa del giovane dottore vi era un’altrettanto giovane dottoressa che dormiva tranquillamente serena, sebbene l’indomani avesse il suo primo giorno di lavoro in una struttura federale. La ragazza, di nome Faith, ebbe un sonno tranquillo e si svegliò intorno alle sette e mezza grazie alla sveglia puntata la sera precedente. Si alzò dal suo letto, troppo grande e freddo per lei.. per lei sola. Si impose di non pensare alla solitudine, da un lato poiché non vi era abituata e dall’altro perché Bran le sarebbe tornato in mente e non era il caso di deprimersi. Incominciava un nuovo giorno, una nuova vita ed era pronta a tuffarsi in essa con grande entusiasmo e ottimismo. Si mise un paio di jeans neri e una maglietta a maniche corte rosa con qualche stampa sul davanti, non voleva esagerare con un abbigliamento troppo vistoso, né troppo serio. Aveva imparato che dal modo di vestirsi si potevano capire numerose cose di una persona, inoltre i vestiti costituivano una prima impressione fondamentale, era abbastanza certa che con quell’abbigliamento sarebbe stata in grado di far sentire a suo agio i pazienti, almeno la maggior parte di loro. Accarezzò i suoi capelli scuri lisciandoli con la spazzola e passò appena un po’ di mascara sulle ciglia, già naturalmente folte e ricurve. Sorrise entusiasta a quella prima giornata di lavoro, scordandosi della malinconia vissuta in quegli ultimi giorni. Dopo essersi guardata un’ ultima volta allo specchio andò in cucina dove il suo gatto era già sveglio e non aspettava altro che la padrona gli desse da mangiare. “Ecco qua!” disse Faith al gatto Louis che aveva poco più di un anno, l’unica cosa che le aveva lasciato Bran. La giovane psicologa fece colazione con un caffè e una ciambella, si lavò i denti e poi si preparò per andare al lavoro. Infilò le scarpe, la giacca di pelle nera e afferrò la borsa sul mobile dell’ingresso per poi scendere nel garage dove c’era la moto che l’avrebbe condotta al lavoro. Portò fuori la moto e partì verso Quantico.
Quando la ragazza arrivò nel parcheggio dell’edificio attirò una miriade di sguardi alquanto prevedibili dato la sua irruenza nel clima lavorativo. Non era affatto un tipo perfezionista, la maggior parte delle volte si affidava al suo istinto, che in rare occasioni l’aveva tradita. Si tolse il casco e gettò la testa all’indietro permettendo ai lisci capelli scuri di adagiarsi morbidi, sulle sue spalle. Inlucchettò la moto, sebbene si trovasse in una struttura federale la prudenza non era mai troppa. Con la borsa in una mano e il casco nell’altra si avviò all’interno dell’imponente edificio pronta ad affrontare il capo sezione Erin Strauss con la quale aveva solo comunicato con un paio di e-mail. Arrivò al tredicesimo piano e si trovò un po’ spaesata nell’open space dove qualche agente federale era impegnato nel lavoro di ufficio. La ragazza fermò la prima donna che trovò “Mi scusi sto cercando l’ufficio del capo sezione Erin Strauss!” disse la dottoressa alla ragazza bionda. Che la studiò a lungo prima di risponderle “Ti accompagno.. sei per caso la nuova psicologa?” chiese a sua volta scortandola nel lungo corridoio “Oh sì.. mi chiamo Faith Fearis..” disse la psicologa sorridendo alla donna bionda “Piacere sono JJ.. lavoro nella squadra di profiler… la BAU!” la informò JJ sorridendo per poi fermarsi davanti ad una porta marrone. “Ecco qui sta la Strauss buona fortuna.. ci vediamo in giro!” disse JJ indicando la porta con la targhetta dorata. Faith sorrise, prese un respiro e bussò alla porta.

Il dottor Reid prese la metrò in ritardo, e arrivò in ufficio mezz’ora dopo l’orario di inizio della giornata lavorativa. Salì con l’ascensore al tredicesimo piano pronto a beccarsi una strigliata da Hotch per il ritardo, era piuttosto rigido sul fronte “orario”. Tuttavia si sorprese quando non lo vide nel suo ufficio e notò Morgan con Prentiss, JJ e Penelope che parlottavano fra loro a bassa voce. Erano tutti intorno alla scrivania di Morgan che se ne stava comodamente seduto sulla sedia girevole. “Ehi ciao Spence!” lo salutò affettuosamente JJ non appena lo vide attirando l’attenzione degli altri colleghi su di sé.
“Ehi ragazzino hai un aspetto orribile e sei anche arrivato in ritardo… con chi hai fatto tardi ieri?” chiese Derek prendendolo in giro “Con un film di Hitchcock e tu?” gli chiese il dottore di rimando, facendo l’ingenuo come solo lui sapeva fare. I colleghi ridacchiarono. “Ma dov’è Hotch?” chiese Spencer togliendosi la tracolla per posarla sulla sua sedia e raggiungere nuovamente gli altri intorno alla scrivania di Derek.
“E’ a fare una seduta con la nuova psicologa! Vuole conoscerci diciamo tutti!”rispose Penelope quasi irritata dalla situazione. “Qual è il problema?” chiese JJ all’amica
“Io non sono in grado di aprirmi davanti ad un’estranea”confessò quest’ultima.
“Già anche io!” si accodò Reid facendo una smorfia di disapprovazione.
“Parli così perché non l’hai ancora vista!” disse Derek malizioso.
“Che vuoi dire?” domandò l’ingenuo dottore.
“Voglio dire che una gran figa!” rispose schietto l’amico.
“Non mi importa.. non riuscirai mai a portartela a letto!” replicò Reid ovvio scatenando le risa di Emily che aveva ancora i lividi in faccia.
“Quelli non si aggiustano in una notte”pensò Spencer abbassando lo sguardo, dispiaciuto.
“E cosa te lo fa pensare?” chiese Morgan riportandolo alla realtà.
“Il fatto che sia la nostra psicologa.. c’è un codice deontologico da rispettare!” rispose il ragazzino con la sua solita aria da saputello.
“Mai sentito parlare di transfert genietto?” chiese Derek retorico.
“Comunque Spence ha ragione, ci ho parlato e non sembra una donna disposta a farsi sottomettere e poi per te è troppo giovane!” intervenne JJ stretta nel suo tailleur celeste. Provocando un sospiro di delusione nell’agente Morgan.
“E poi il tuo codice non diceva ‘ mai mettersi con una donna con la pistola’?” chiese ancora Reid citando le sue parole dette qualche anno prima.
“Quando l’ho detto?” chiese Derek
“Quattro anni,due mesi e ventiquattro giorni fa!” rispose prontamente Spencer facendo sorridere Garcia.
Derek boccheggiò lievemente insicuro ma poi confessò: “Ecco diciamo che è un periodo di magra ultimamente e poi.. cavolo è davvero molto bella!”. Garcia e Emily si guardarono per poi scoppiare a ridere. “Beh la vedo dura per te.. ha più possibilità Spencer di farla finire nel suo letto che tu ad un appuntamento!” scherzò Garcia, facendo comparire una smorfia rassegnata sul volto del dottore che stanco di tutta quella ironia si era seduto sulla sua scrivania a leggere numerosi casi archiviati dalla loro squadra. Gli piaceva vedere come il suo lavoro servisse, effettivamente ad aiutare le persone, a salvare la vita alle persone. Avrebbe voluto essere lui ad essersi alzato il pomeriggio precedente, lui ad essere preso a botte per proteggere Emily, non viceversa. Ma la sua goffaggine e la sua codardia glielo avevano impedito, rendendolo in grado solo di guardare la sua collega e amica picchiata e maltrattata da un vero bastardo. Passò la giornata controllando il rapporto stilato la sera precedente, non cogliendo alcun potenziale errore, verso l’ora di pranzo Garcia gli lasciò cadere un sandwich al tacchino sulla scrivania.
“Volevo scusarmi per la battutaccia che ho fatto stamattina!” disse Penelope. Spencer sorrise sorpreso del rammarico dell’amica. “Non fa niente.. non mi sono offeso!” disse Spencer con un mezzo sorriso. In realtà c’era rimasto male.. non sopportava che lo usassero per prendersi in giro fra di loro. Lui non era forte quando si trattava di critiche. Non era infrangibile, si rompeva tutti i giorni.. solo che aveva imparato a non fare rumore.
Dopo il pranzo passato con Penelope e Morgan, Spencer si alzò per sgranchirsi le gambe… si fermò ad ammirare la strada che accostava l’edificio in cui lavorava da ormai quasi quattro anni. Era sempre stato tutto regolare, tutto equilibrato.. quasi monotono. I demoni più spaventosi li avevano visti loro ed era strano che tutti fossero ancora esseri umani dopo le cose terribili che avevano visto. Spencer stufo di quei pensieri tornò nell’open space pronto ad occupare la mente con altri casi particolari a cui dare un profilo soddisfacente di soggetto ignoto.
Ma appena il giovane dottore arrivò davanti alla sua scrivania, vide Derek sorridere furbo, non rivolto a lui, ma a qualcuno più indietro. Spencer si volta e vede il capo venire loro incontro accompagnato da una ragazza bruna, a parer suo la ragazza più bella che avesse mai visto e anche Derek sembrava apprezzare dato che si alzò dalla sedia, tirando le spalle per mettere in evidenza i muscoli ben definiti che poteva vantare. La ragazza sembrò non notarlo poiché continuò a parlare con Hotch indisturbata provocando un lampo di delusione negli occhi ardenti dell’agente speciale Morgan. Hotch poi chiamò tutti i membri della sua squadra al centro dell’ufficio, Spencer deglutì e poi alzò la testa cercando di evitare comunque il contatto visivo con la nuova arrivata. Fece scroccare il collo nervosamente, mentre Emily e JJ sorridevano amichevolmente alla ragazza provando, tuttavia, a studiarla per cogliere delle caratteristiche strettamente psicologiche nel linguaggio del corpo della giovane che sembrava molto rilassata se non entusiasta di iniziare il lavoro e di conoscere i membri di quella squadra, che sostanzialmente erano suoi colleghi.
“Un po’ di attenzione squadra.. lei è la dottoressa Fearis..la nuova psicologa e come avevo già annunciato oggi Prentiss e Reid avrete un primo colloquio!”li istruì Hotch provocando uno sbuffo incontrollato di Spencer intento a spostasti un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
“Ehm solo Faith agente Hotchner- disse al capo della squadra con un mezzo sorriso, per poi rivolgersi alla squadra- allora volevo avere comunque un colloquio con ognuno di voi in questi tre giorni per capire bene come lavorate e rifare dei determinati profili che comunque non interferiranno col vostro impiego… come mi è stato segnalato dal vostro capo l’agente Emily Prentiss e il dottore Spencer Reid dovrebbero essere i primi a parlare con me.” Disse la ragazza in tono amichevole,con un sorriso rassicurante sul viso. Notando un cambio di espressione sul volto di Reid disse: “Tranquilli non mangio nessuno!” scherzò facendo ridacchiare l’intera squadra, a parte Reid.
“Io sono Emily!” disse la bruna alla psicologa stringendole la mano.
“JJ ci siamo viste questa mattina!” disse Jennifer imitando il gesto dell’amica.
“Derek Morgan piacere!” disse Morgan dando una stretta secca e decisa alla ragazza per fare trasparire virilità in tutti i modi.
“David Rossi!” disse Dave,che era il più tranquillo fra tutti.
“Dovrò chiederle un autografo più tardi!” disse la ragazza senza perdere il suo sorriso facendo capire di essere una grande fan dello scrittore.
“Sono Penelope!” disse la bionda senza perdere la sua spontaneità, sebbene avesse già espresso ai compagni il profondo disagio che provava verso sconosciuti psicologi.
“Sono Spencer!” disse semplicemente il dottore continuando a evitare il contatto visivo,cosa che fece insospettire la psicologa che infatti gli disse: “Bene Spencer cominciamo con te se non hai nulla in contrario!” Spencer si irrigidì ma poi cercò di calmarsi e annuì seguendo la ragazza nel suo ufficio mentre Derek gli diceva : “Buon divertimento ragazzino!”. Spencer non era desideroso di raccontare i propri pensieri ad una psicologa, soprattutto ad una ragazza così carina. Aveva sempre avuto problemi ad esprimersi con il gentil sesso, ma lo aveva superato, con Emily, JJ e Penelope ci parlava tranquillamente. Tuttavia quella donna lo rendeva incredibilmente nervoso, soprattutto lo rendeva nervoso il fatto che dovesse mostrare i suoi scheletri dell’armadio. Ma Spencer non poteva sapere che i suoi scheletri, i suoi demoni non erano nulla a confronto della giovane che ora gli sedeva innanzi, ma il destino è imprevedibile.


Salve a tutti! Questa è una nuova Fanfiction su Criminal Minds.
Ci troviamo nella quarta stagione… la squadra è appena tornata da un viaggio in Colorado,
dove hanno risolto il caso di una setta libertarista con a capo Benjamin Cyrus (Episodio 3).
Personalmente amo questa serie, mi piace un sacco, studio psicologia quindi ogni cosa che scriverò su questa storia,
a risvolto psicologico, antropologico, pedagogico e sociologico è vero non sono chiacchere al bar per così dire.
Spero che vi piaccia e che mi lascerete una recensione che indichi una vostra opinione.
Ringrazio infinitamente
Chiara_88  per il meraviglioso banner passate da lei è fantastica ;)
Che altro dire di me?
Ho diciotto anni e amo scrivere soprattutto fan fiction ma se volete leggere un’originale
ho in corso una storia:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1637901&i=1 passate se vi va.
Al prossimo capitolo
Mar

lei è la protagonista.. Faith:

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