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Autore: hawthorn__    01/03/2013    2 recensioni
Ellen Brown era una ragazza estremamente introversa.
La sua vita era come la sua cameretta: sempre disordinata. Jeans, felpe e scarpe non avevano più un posto stabile da molto tempo. Quel mercoledì mattina di inizio Febbraio, come suo solito, guardò la schermata del suo telefono mentre si incamminava verso la biblioteca principale della città.
Pensava che anche questo sarebbe stato un giorno noioso, proprio come tutti quelli che aveva vissuto, dopo che si era trasferita a Londra per intraprendere una nuova vita universitaria.
Appena fu dentro l'edificio, tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto, il foglietto con la lista dei libri. Lo spiegò per dargli un aspetto dignitoso e l'appoggiò sul bancone. Conosceva bene l'aiutante del bibliotecario, così lo chiamò per nome.
"Martin? Avrei bisogno del tuo aiuto..."disse a bassa voce per non disturbare.
Si affacciò e guardò al di là del bancone. Riuscì a notare la sagoma di un ragazzo intento a raccogliere dei foglietti dal pavimento.
"Martin?!" continuò sempre stando attenta a moderare il suo tono di voce.
Appena il ragazzo fece capolino da quel gigantesco tavolo, Ellen lesse la sua targhetta:"Conor Maynard".
Un lieve rossore dipinse le sue guance.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ellen Brown era una ragazza estremamente introversa.
La sua vita era come la sua cameretta: sempre disordinata. Jeans, felpe e scarpe non avevano più un posto stabile da molto tempo. Quel mercoledì mattina di inizio Febbraio, come suo solito, guardò la schermata del suo telefono mentre si incamminava verso la biblioteca principale della città.
Pensava che anche questo sarebbe stato un giorno noioso, proprio come tutti quelli che aveva vissuto, dopo che si era trasferita a Londra per intraprendere una nuova vita universitaria. 
Appena fu dentro l'edificio, tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto, il foglietto con la lista dei libri. Lo spiegò per dargli un aspetto dignitoso e l'appoggiò sul bancone. Conosceva bene l'aiutante del bibliotecario, così lo chiamò per nome.
"Martin? Avrei bisogno del tuo aiuto..."disse a bassa voce per non disturbare.
Si affacciò e guardò al di là del bancone. Riuscì a notare la sagoma di un ragazzo intento a raccogliere dei foglietti dal pavimento.
"Martin?!" continuò,sempre stando attenta a moderare il suo tono di voce.
Appena il ragazzo fece capolino da quel gigantesco tavolo, Ellen lesse la sua targhetta:"Conor Maynard".
Un lieve rossore dipinse le guance di Ellen.
"Oggi è il giorno libero di Martin..."le sorrise e prese il foglietto.
Lei lo guardò ancora intimidita e rimase per un po' in silenzio, immobile.
Per un attimo il ragazzo distaccò lo sguardo dalla lista dei libri e guardò Ellen. Notò subito come fosse del tutto impacciata, aveva le braccia conserte, come se volesse mettere un muro tra lei e quel ragazzo che non era il suo Martin. Teneva gli occhi sulle sue converse viola e solo ogni tanto e molto furtivamente li spostava verso Conor.
Lui sorrise, divertito da quella strana ragazza. 
"Devi seguirmi da questa parte,l'ultimo libro non penso che ci sia. Ti serviva oggi?"le chiese mentre iniziarono a camminare tra gli scaffali.
Ellen quasi lanciò le mani nelle tasche del suo giubbotto.
"N-no...posso farne a meno per oggi."si sforzò di sorridere."Mi dispiace di averti scambiato per un'altra persona...Insomma, pensavo che lui lavorasse anche il mercoledì."aggiunse per giustificarsi.
Il ragazzo sorrise, aveva dei denti perfetti e delle labbra rosa prive di una qualsiasi screpolatura. 
"Non preoccuparti."la rassicurò. "Il primo libro della lista è nel quarto scaffale, partendo dal basso verso l'alto, nella sezione D..."
Si guardò intorno e poi svoltò verso la sua destra. Fece scorrere la mano lungo tutta la fila dei libri e poi si fermò. Lesse il titolo e lo confrontò con quello della lista. Sfilò il libro e lo porse ad Ellen, la quale si accorse,solo in quel momento, degli occhi del ragazzo. Erano di un azzurro intenso, quasi luccivano sotto la luce bianca dei lampadari della biblioteca. Un particolare la incuriosì piacevolmente, Conor aveva un piccolo neo sotto l'occhio sinistro,che rendeva il suo viso ancora più bello.
Mantenne il libro al petto e andarono alla ricerca degli altri due.
"Questo è l'ultimo,visto che l'altro deve averlo preso un ragazzo la scorsa settimana."le disse.
"Okay,grazie per l'aiuto."abbozzò il suo solito sorriso impacciato e prima che il ragazzo potesse risponderle si allontanò alla ricerca di un tavolo per poter iniziare a studiare. 
Poggiò i libri e si sfilò il giubbotto, appena si sedette iniziò a raccogliere i suoi lunghissimi capelli in una coda elaborata,soddisfatta, frugò all'interno della sua borsa alla ricerca di una penna che appena ebbe fra le mani,ne iniziò a mangiucchiare il tappo. Conor riusciva ad osservarla anche dal bancone, non aveva mai visto una ragazza simile, sembrava fosse persa nel suo mondo, era così ingenua e distratta, sorrise appena si accorse delle sue mani così piccole e fini mentre sfogliavano i libri, quelle mani che per tutto il tempo aveva tenuto nascoste.
Ellen sollevò il viso, si voltò verso la finistra e si perse in quel cielo nuvoloso e grigio. << Se piove sono fottuta, quando mi deciderò a comprare un ombrello? >> pensò.
Poi ritornò velocemente sui suoi libri di biologia, sbuffò, scarabocchiò qualcosa sul suo quaderno e poi guardò l'orologio, era passata soltanto un'ora.
Ne approffittò per distrarsi ancora una volta e analizzò tutte le persone che erano sedute nella sua stessa area.
C'era un signore anziano, con dei lunghissimi baffi grigi che gli coprivano il labbro superiore della bocca e un naso pronunciato gli dava l'aria di un ormai pensionato banchiere, dietro di lui c'era un gruppetto di ragazzini che studiava italiano e alla loro destra una coppia di fidanzati che per tutto il tempo si erano tenuti per mano. Ellen era sola, non aveva nessuno con cui scherzare e condividere la propria giornata. Dopo essersi trasferita non aveva dato molto spazio alle amicizie e anche se ogni tanto si sentiva con una ragazza che frequentava i suoi stessi corsi, Katniss, era troppo diversa da lei e forse per questo motivo evitava di rispondere ai suoi messaggi o se le chiedeva di uscire si inventava una qualche scusa per rimanere a casa con i suoi libri. Prese di nuovo il quaderno e iniziò a disegnare il vecchio anziano facendo attenzione a non farsi vedere. 

Conor si inifilò il cappotto nero e afferò la sciarpa grigia dall'appendino non poco distante dal bancone, poi frugò in un cassetto e dopo poco prese le chiavi della sua auto. Era arrivata l'ora di chiudere la biblioteca e lui aveva il compito di spegnere tutte le luci ed accertarsi che tutti fossero andati via. Iniziò a vagare tra i vari scaffali, ma non vi trovò nessuno, per ultimo si lasciò la zona dei tavoli. Rimase sorpreso nel vederla ancora lì, era pienamente convinto che fosse andata via da un pezzo e invece Ellen stava ancora sui suoi libri. Conor si avvicinò lentamente e ben presto notò che la ragazza si era addormentata. La osservò, in ogni suoi piccolo particolare, si soffermò principalmente sulla postura, aveva entrambe le braccia incrociate sotto il viso, quasi per farsi ancora più piccola di quanto già non lo era e anche per proteggersi dal tutto quello che la circondava. Notò le ciglia lunghissime dei suoi occhi e il suo respiro era così tranquillo che in un certo senso gli dispiaceva svegliarla. Conor fece un altro passo verso di lei. Lanciò un occhio su quel quaderno che la ragazza aveva vicino al gomito e vi riconobbe subito il vecchio, il quale era solito venire in quella biblioteca. Sorrise e sfiorò il viso di Ellen con la mano, aveva la pella liscissima."Signorina?"le disse più volte.
Ad un tratto, lei, iniziò a muovere su e giù le palpebre e dopo che si abituò alle luci dei lampadari, aprì gli occhi. Quando riconobbe il viso del ragazzo che l'aveva aiutata a cercare i libri, per poco non cadda dalla sedia. Si portò le mani sulla testa e notò che la sua coda si era del tutto disfatta, così frettolosamente tirò giù l'elastico e lasciò i suoi capelli liberi. "M-mi sono addormentata e non mi sono accorta di niente. S-scusami!"disse frettolosamente mentre riponeva alla rinfusa i quaderni e le penne dentro la sua borsa. Conor continuava ad osservarla. "E' tardissimo." gli disse e si infilò il giubbotto. Ad un tratto si fermò e guardò la finestra.
"Merda!"sussultò.
Il ragazzo che le stava ancora accanto sgranò gli occhi. "Qualcosa non va'?"le chiese.
"N-no no!"fece finta di niente ,appena mise la borsa sulla spalla,i suoi occhi caddero verso i libri che aveva preso e che non aveva messo a posto.
"Tranquilla, domani mattina li metto io negli scaffali!Non preoccuparti."la rincuorò.
"G-grazie"balbettò lei ma rimase immobile.
Dopo aver attraversato insieme qualche corridoio, il ragazzo si allontanò un attimo per spegnere le luci. Ellen guardò un'ultima volta la finistra, stava diluviando e sicuramente avrebbe dovuto aspettare finchè il temporale non le avesse permesso di tornare a casa. Dopo poco, Conor la raggiunse, le aprì la porta d'ingresso e la fece passare per prima, tanto che lei si stupì del gesto particolarmente gentile del ragazzo. Una volta fuori, un vento gelido colpì entrambi i volti dei ragazzi, la pioggia cadeva imperterritta e non aveva intenzione di fermarsi. Ellen rimase ferma e infilò le mani in tasca.
"Hai bisogno di un passaggio?"le disse il ragazzo mentre aprì il suo ombrello.
"No...aspetto che smetta."gli rispose.
"Penso che pioverà per tutta la sera, non mi dispiace accompagnarti,ho la macchina parcheggiata non poco distante da qui."insistette.
Lei lo guardò negli occhi, sembrava l'unica soluzione che aveva e alla fine decise di accettare il passaggio.
"Mi dici come ti chiami?"continuò il ragazzo.
"E-Ellen."
 "Ellen, io sono Conor!"gli sorrise mentre sollevò l'ombrello.
"Lo so, l'ho letto nella tua targhetta."gli rispose.
Lui sollevò il braccio. "Agrappati qui, così non ti bagni."
Lo guardò di nuovo, fece uscire la mano dal giubbotto e si avvicinò al ragazzo. Appena toccò il suo braccio,lui la avvicinò di più a se. Lei arrossì a quella vicinanza improvvisa.
"Okay Ellen, sei pronta a correre?"
"A correre?Che motivo c'è di correre se abbiamo l'ombrello?"
Ma il ragazzo fece finta di non sentirla e la trascinò con se.

 



Salve a tutti/e :)
Questa è la mia prima fanfiction, quindi per chi la leggesse,vi supplico di non essere troppo cattivi.
Mi scuso se ci sono errori di qualsiasi tipo,punteggiatura o doppie inventate ecc. Ma l'ora non mi è amica e domani ho anche un compito di latino.
Accetterò qualsiasi critica, quindi siate del tutto onesti e non preoccupatevi.
Appena sarà possibile metterò anche il secondo capitolo. Buona notte x 




 
  
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