“Credi
che avranno una di quelle case che mette in
soggezione? “chiesi io guardandomi allo specchio, mentre
provavo il vestito che
avrei indossato per il mio primo lavoro.
Era
quello che avevo indossato al funerale di mio padre,
ed era l’unico che possedevo.
“è
l’unico vestito che hai
Rach?”chiese Cassie guardandomi non molto convinta.
“si”dissi
io
“non
che loro ti
giudicherebbero in base al vestito, potresti andarci anche in jeans,
sono
persone molto alla mano. Però credo sia meglio che ti presti
io qualcosa,
sempre se non ti offendi”disse Cassie
“no,
certo che no”dissi io
sorrirendendole, figuriamoci se me la fossi presa per una cosa simile.
Un
tempo avevo anche avuto un
certo gusto nel vestire, un tempo risale a quando avevo sufficienti
soldi in
tasca per comprare almeno un vestito al mese, senza sentirmi in colpa
per aver
speso soldi per un abito che non avrei mai avuto l’occasione
di indossare.
“è
anche un bel tubino, ma è
scuro, e poi è troppo impegnato”disse Cassie
“si
hai ragione”dissi io
“l’hai
indossato per qualche
appuntamento galante di cui non mi hai parlato? Qualche ragazzo di un
certo
livello?”chiese Cassie curiosa.
“te
ne avrei parlato se così
fosse stato, l’ho indossato al funerale di mio
padre”dissi io e subito
l’espressione sul viso di una delle mie più care
amiche cambiò radicalmente, e
poi sparì in camera sua tornando poco dopo con un abito
azzurro tra le mani.
“beh,
meglio questo vestito
è comodo ed è azzurro, so che adori
l’azzurro”disse Cassie lanciandomi il
vestito.
“grazie
Cassie”dissi io
prima che uscisse dalla mia stanza.
“figurati
Rach”
Indossai
il vestito in
fretta e mi osservai per un secondo nello specchio, si con un vestito
simile mi
sentivo decisamente a mio agio, un paio di scarpe basse, una spazzolata
ai
capelli, la mia giacca di jeans chiara e sarei stata pronta per il mio
primo
giorno di lavoro, in realtà serata.
Quando
uscì dalla mia
stanza, salutai i miei amici seduti in cucina a discutere i programmi
della
serata, e poi mi tuffai nella fresca serata estiva londinese.
In
ben un ora di autobus
arrivai a Maida Vale,ed in
perfetto
orario suonai il campanello di casa Miller Sturridge.
Non ricordavo
quale appartenesse a Tom e quale a
Sienna, ma avevo come il dubbio che il primo cognome sul
campanello
fosse quello di Sienna.
Decisi
di non guardarmi
troppo intorno, era un quartiere da persone per bene, era inutile che
mi
mettessi a notare quanto fosse grande casa loro.
Se
l’avessi fatto
probabilmente avrei speso diversi minuti a pensare di non essere
all’altezza
del ruolo, e che decisamente non ero all’altezza di entrare
in una casa simile,
e alla fine cosa sarebbe accaduto? Sarei arrivata in ritardo, o forse
me ne
sarei andata, e se me ne fossi andata avrei perso l’unico
lavoro che ero
riuscita a trovare.
Anche
se forse era stato
quel lavoro a trovare me.
In
realtà probabilmente quel
lavoro l’avrei perso in tempo zero se mi avessero chiesto
davvero le mie
referenze.
Certo
avevo fatto del
volontariato con i bambini, e stranamente avevo dei tratti che loro
trovavano
simpatici, ma non ero la grande esperta che Cassie aveva narrato fossi,
e non
avevo in mente nemmeno nomi di famiglie ricche per cui avrei potuto
lavorare a Dublino.
“eccoti
Rachel,
perfettamente in orario”disse Sienna aprendo la porta con in
braccio la piccola
Marlowe, certo che un nome un po’ meno ricercato.
“sono
un po’ di fretta ma in
cucina ti ho preparato la lista di tutto quello che mangia Marlowe, ci
sono i
suoi giochi e se riesci a metterla a letto prima delle 23 sarebbe
perfetto, ma
in realtà non ci conto, oltretutto oggi pomeriggio ha
dormito, probabilmente
quando torneremo a casa sarà ancora sveglia”disse
Sienna parlando velocissima e
muovendosi altrettanto velocemente per le stanze.
Poi
mi lasciò la piccola in
braccio e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte mi
salutò e uscì con la
sua borsa alla mano e un paio di occhiali da sole nonostante fosse
notte.
“anche
tu vuoi fare
l’attrice da grande?”chiesi alla piccola che mi
guardò studiandomi.
“assomigli
tantissimo al tuo
papà lo sai, è impressionante” dissi
osservando i tratti del suo viso, era
davvero una bambina bellissima.
In
realtà mi ero davvero
preoccupata inutilmente, fare da baby sitter ad una bambina che a
stento faceva
strani versetti per comunicare con me non era così
complicato.
Le
diedi la cena che mangiò
senza nemmeno sputarmi addosso, e poi la misi a giocare sul tappeto con
alcuni
peluches, era decisamente una bambina tranquilla e io ringraziai il
cielo di
essermi portata un libro da leggere o probabilmente mi sarei
addormentata prima
di lei.
Come
aveva predetto Sienna
non aveva la ben che minima intenzione di dormire,ed
era decisamente più sveglia della
sottoscritta.
Il
libro che mi aveva
prestato Cassie non mi prendeva per niente, non riuscivo a mettermi nei
panni
di una ragazzina di diciassette anni perdutamente innamorata di un
vampiro, non
riuscivo nemmeno ad immaginarlo.
Un
ragazzo con i capelli
bronzei ? Ma da dove sbucava? E poi che colore era il bronzo sui
capelli, era
più sul castano? Più sul biondo o più
sul rosso?
Decisamente
non riuscivo ad
immaginarlo, lei invece
era facile da
immaginare.
La
scrittrice era stata
molto furba, lei poteva essere qualsiasi ragazzina che si perdeva a
leggere
quel libro perché un Edward Cullen in carne ed ossa non
poteva permetterselo, e
conoscendo l’autostima di Cassie decisamente si era ritrovata
in quella
descrizione.
Alle
23 Marlowe giocava con
un telefono con le ruote che suonava
ed
io invece mi ero decisamente stancata di leggere, nemmeno Edward Cullen
in
persona mi avrebbe convinta a continuare quel libro.
“posso
giocare con te
Marlowe?”chiesi alla piccola sedendomi di fronte a lei e in
tutta risposta mi
lanciò un’occhiataccia, e forse la mia reazione a
quell’occhiataccia dovette
essere alquanto buffa perché scoppiò a ridere.
I
bambini avevano
decisamente qualcosa di invidiabile, quella spensieratezza di chi
ancora non ha
conosciuto parole come delusione, quella spensieratezza che non ti fa
sentire
un idiota perché anche se tutto va male tu hai ancora il
coraggio di sperare
che domani andrà meglio, loro ci credono davvero, ci credono
perché hanno
ancora quella spensieratezza.
A
giorni alterni anch’io
recupero un po’ di spensieratezza dell’infanzia, a
volte ci riesco anche per
un’intera settimana, senza motivi particolari, ci riesco e
basta ma di sicuro
la mia spensieratezza non è quella di un bambino, la mia
spensieratezza sa di
illusione.
Però
mi fa stare bene, e se
mi fa stare bene non ci trovo nulla di male.
In
fondo sono io l’illusa,
non commetto nessun crimine particolare, c’è chi
per stare meglio ha bisogno di
sballarsi come Ellie e Peter o di leggere un romanzo sentimentale come
Cassie.
Io
mi illudo, ognuno ha i
suoi mezzi per non andare troppo a fondo.
“ah
ti ho visto piccola
quello era uno sbadiglio”dissi prendendola in braccio e
quando vidi che
iniziava a chiudere gli occhietti le cantai l’unica ninna
nanna che conoscevo.
Stavo
per metterla a dormire
nella sua culla quando un forte bussare alla porta mi
spaventò.
Chi
bussava in quel modo
alla porta delle persone e a quell’ora?
“Tom
dai cazzo aprimi”urlava
qualcuno fuori dalla porta.
Istintivamente
strinsi a me
la piccola sperando che quelle urla non la svegliassero, ma speravo
male,
perché come da copione la piccola scoppiò a
piangere.
“Tom
apri dai”continuava ad urlare ancora quello che doveva essere
un ragazzo.
Un
ragazzo con un alto tasso
alcolico in circolo su questo non c’era dubbio, o forse era
un folle.
Oh
mio dio e se fosse stato
un fan psicopatico di Tom?
“Tom
ti prego”disse ancora
quel ragazzo e poi sentì un forte rumore, oh mio dio era
caduto?
Non
riuscivo a pensare cosa
fare e per di più non riuscivo a calmare il pianto della
piccola, mi avvicinai
alla porta guardando nello spioncino e i miei dubbi erano confermati,
quel
ragazzo era caduto a terra.
Non
potevo lasciarlo così,
avrei quanto meno dovuto chiamare un ambulanza, poteva essere grave.
Mentre
cercavo il mio
telefono nella borsa la porta di casa si aprì e ne comparve
proprio Tom.
“sono
tornato, tutto bene
con la piccola?”chiese Tom e non appena la vide piangere si
avvicinò e la prese
dalle mie braccia stringendosela al petto.
“tesoro”disse
Tom cullandola e
dopo poco Marlowe smise di
piangere, mentre io assistevo alla scena sentendomi una perfetta
idiota,
sicuramente la prossima cosa che mi avrebbe detto sarebbe stata, sei
licenziata.
“lasciami
indovinare ha
fatto lo show e la piccola si è svegliata?”chiese
Tom indicando fuori
“si,
non sapevo cosa fare,
credo dovremmo chiamare un ambulanza”dissi io
“so
che non è da gentiluomo
ma mi aiuteresti a portarlo in casa prima che i paparazzi abbiano lo
scoop del
secolo?”chiese Tom
“certo,
certo”dissi io
“metto
un attimo la piccola
nella culla e arrivo”disse Tom scomparendo al piano di sopra
e tornando qualche
minuto dopo.
“scusa
davvero”dissi io
“di
cosa? forse avremmo
dovuto dirti che poteva capitare una cosa simile, è che
speravamo non
capitasse. La settimana scorsa è capitato tre volte e ogni
volta appena Marlowe
si addormentava. Rob
ha decisamente un
radar”disse Tom
“Rob?
È un vostro amico
quindi?”chiesi io, certo il ragazzo aveva fatto il nome di
Tom, ma poteva
essere chiunque, insomma era ubriaco fradicio.
“e
io che stavo per dire che
ragazza affidabile, non aprirebbe casa nemmeno a Robert Pattinson in
persona,
non so quante altre donne lo lascerebbero fuori, e invece non
l’hai
riconosciuto”disse Tom.
“non
avrei aperto ad un uomo
ubriaco, specialmente con la responsabilità di una bambina,
se non fossi
arrivato avrei chiamato un ambulanza”dissi io.
“Cassie
ha ragione, sei
proprio una persona di cui potersi fidare. Proprio per questo ti prego
di non
far parola con nessuno di questa storia”disse Tom uscendo
fuori
“sicuramente”dissi
io
seguendolo.
“dobbiamo
sempre sperare che
i paparazzi non l’abbiano visto”disse Tom
avvicinandosi al ragazzo steso a
terra e chiamandolo perché si svegliasse.
Quella
fu la prima volta che
lo vidi, steso a terra con un cappello di lana quasi a coprirgli gli
occhi e la
voce impastata dall’alcool.
“Tom
cazzo perché non mi hai
aperto?”chiese il ragazzo
“perché
non ero in casa, hai
spaventato la nostra baby sitter e Marlowe”disse Tom
“scusami
Tom scusami,
sbaglio sempre tutto”disse il ragazzo singhiozzando tra le
lacrime.
“no
Rob non sbagli niente,
smettila con queste stronzate, c’è anche Rachel ad
aiutarmi ma tu devi tirarti
su ok? Non sei così leggero”disse Tom facendomi
segno di avvicinarmi mentre lo
aiutava ad alzarsi, e subito una delle lunghe braccia del ragazzo si
appoggiò
dietro al mio collo proprio come aveva fatto con Tom.
“Rachel?
Sai che non ho mai
conosciuto qualcuno che si chiamasse così? Eppure Rachel
è un nome comune,ma
non ho mai conosciuto nessuno”disse il ragazzo che a quanto
avevo capito si
chiamava Robert e lo disse mentre barcollava lasciando ricadere buona
parte del
suo peso addosso a Tom, ma con il viso rivolto nella mia direzione e
potevo
sentire il mix di tutti gli alcolici che aveva buttato giù e
quell’odore mi
diede la nausea.
Era
lo stesso odore che
sentivo ogni volta che mettevo piede in quel pub per recuperare mio
padre.
“ci
fa piacere Rob”disse Tom
sospirando.
“mi
dispiace di averti
spaventata Rachel ma la mia ragazza è una troia che si
è portatata a casa il
regista del suo film, si è fatta scopare nel nostro letto, e
io in quel letto
la sera ci ho anche dormito, dio che schifo”disse Robert
“mi
dispiace”disse Tom
quando riuscimmo a farlo atterrare sul divano.
“non
preoccuparti”dissi io
“speriamo
non vomiti o
Sienna questa volta mi ucciderà”disse Tom.
“tutto
dipende da cosa ha
mischiato e dall’odore direi che può aver bevuto
di tutto”dissi io
osservandolo.
“gin
e birra, è un classico
di Robert”
“beh
se ha escluso la vodka
Sienna ha buone probabilità che il suo divano
sarà risparmiato”
“alzi
spesso il gomito eh?”
“chi
io? Decisamente no, ma
sono un esperta di sbornie altrui”
“istinto
crocerossina? Voi
donne ne soffrite a migliaia”
“non
la ragazza del tuo
amico a quanto sembra”
“no
in quel caso è Rob a
soffrirne,istinto crocerossina acuto”disse Tom scherzando e
in quel momento
Sienna sbucò dalla porta.
“perché
c’è la porta
d’entrata aperta?”chiese Sienna e poi
notò Robert sul divano.
“ancora?
Quante volte deve
capitare questa settimana?”chiese Sienna.
“spero
meno della
scorsa”disse Tom
“Rachel
spero non ti abbia
creato problemi”disse Sienna rivolgendosi a me.
“nessun
problema, la bambina
si è svegliata ma tutto a posto per il resto”dissi
io tranquilla.
“perfetto,
allora tieni i soldi
per il taxi e poi stabiliremo quanto pagarti al mese”disse
Sienna prendendo i
soldi dal suo portafoglio elegante.
“grazie”dissi
io infilandomi
il cappotto
“grazie
a te Rachel”disse
Sienna
“buonanotte”dissi
io salutandoli
“buonanotte
Rachel”dissero
Sienna e Tom e mentre li salutavo lanciai un’ultima occhiata
al ragazzo sul
divano, non vedevo un uomo piangere in quel modo dall’ultima
volta che mio
padre aveva pianto dopo l’ennesima sbronza vergognandosi per
l’uomo che era
diventato.
Doveva
essere molto innamorato
per soffrire in quel modo, mi trovai ad odiare quella ragazza senza
neppure
conoscerla.
Come
si poteva tradire
qualcuno che ti amava in quel modo?