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Autore: midnightsummerdreams    02/03/2013    3 recensioni
Every cloud has a silver lining dicono gli inglesi e Rachel quel proverbio l'ha sentito tante volte nella sua vita, così tante che ormai è diventata una leggenda.
Però quando finalmente riesce a trovare un buon lavoro come nanny ben pagato e che le permetta davvero di mantenersi un pò inizia a credere che finalmente ci sia davvero il sole dietro le sue nuvole perenni, e quando arriva anche lui con cui ha così tante cose in comune la speranza inizia a farsi più reale, ma scacciare le nuvole in una città sempre piovosa è complicato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Credi che avranno una di quelle case che mette in soggezione? “chiesi io guardandomi allo specchio, mentre provavo il vestito che avrei indossato per il mio primo lavoro.

Era quello che avevo indossato al funerale di mio padre, ed era l’unico che possedevo.

“è l’unico vestito che hai Rach?”chiese Cassie guardandomi non molto convinta.

“si”dissi io

“non che loro ti giudicherebbero in base al vestito, potresti andarci anche in jeans, sono persone molto alla mano. Però credo sia meglio che ti presti io qualcosa, sempre se non ti offendi”disse Cassie

“no, certo che no”dissi io sorrirendendole, figuriamoci se me la fossi presa per una cosa simile.

Un tempo avevo anche avuto un certo gusto nel vestire, un tempo risale a quando avevo sufficienti soldi in tasca per comprare almeno un vestito al mese, senza sentirmi in colpa per aver speso soldi per un abito che non avrei mai avuto l’occasione di indossare.

“è anche un bel tubino, ma è scuro, e poi è troppo impegnato”disse Cassie

“si hai ragione”dissi io

“l’hai indossato per qualche appuntamento galante di cui non mi hai parlato? Qualche ragazzo di un certo livello?”chiese Cassie curiosa.

“te ne avrei parlato se così fosse stato, l’ho indossato al funerale di mio padre”dissi io e subito l’espressione sul viso di una delle mie più care amiche cambiò radicalmente, e poi sparì in camera sua tornando poco dopo con un abito azzurro tra le mani.

“beh, meglio questo vestito è comodo ed è azzurro, so che adori l’azzurro”disse Cassie lanciandomi il vestito.

“grazie Cassie”dissi io prima che uscisse dalla mia stanza.

“figurati Rach”

Indossai il vestito in fretta e mi osservai per un secondo nello specchio, si con un vestito simile mi sentivo decisamente a mio agio, un paio di scarpe basse, una spazzolata ai capelli, la mia giacca di jeans chiara e sarei stata pronta per il mio primo giorno di lavoro, in realtà serata.

Quando uscì dalla mia stanza, salutai i miei amici seduti in cucina a discutere i programmi della serata, e poi mi tuffai nella fresca serata estiva londinese.

In ben un ora di autobus arrivai a Maida Vale,ed  in perfetto orario suonai il campanello di casa Miller Sturridge.

 Non ricordavo  quale appartenesse a Tom e quale a  Sienna, ma avevo come il dubbio che il primo cognome sul campanello fosse quello di Sienna.

Decisi di non guardarmi troppo intorno, era un quartiere da persone per bene, era inutile che mi mettessi a notare quanto fosse grande casa loro.

Se l’avessi fatto probabilmente avrei speso diversi minuti a pensare di non essere all’altezza del ruolo, e che decisamente non ero all’altezza di entrare in una casa simile, e alla fine cosa sarebbe accaduto? Sarei arrivata in ritardo, o forse me ne sarei andata, e se me ne fossi andata avrei perso l’unico lavoro che ero riuscita a trovare.

Anche se forse era stato quel lavoro a trovare me.

In realtà probabilmente quel lavoro l’avrei perso in tempo zero se mi avessero chiesto davvero le mie referenze.

Certo avevo fatto del volontariato con i bambini, e stranamente avevo dei tratti che loro trovavano simpatici, ma non ero la grande esperta che Cassie aveva narrato fossi, e non avevo in mente nemmeno nomi di famiglie ricche per cui avrei potuto lavorare a  Dublino.

“eccoti Rachel, perfettamente in orario”disse Sienna aprendo la porta con in braccio la piccola Marlowe, certo che un nome un po’ meno ricercato.

“sono un po’ di fretta ma in cucina ti ho preparato la lista di tutto quello che mangia Marlowe, ci sono i suoi giochi e se riesci a metterla a letto prima delle 23 sarebbe perfetto, ma in realtà non ci conto, oltretutto oggi pomeriggio ha dormito, probabilmente quando torneremo a casa sarà ancora sveglia”disse Sienna parlando velocissima e muovendosi altrettanto velocemente per le stanze.

Poi mi lasciò la piccola in braccio e dopo averle lasciato un bacio sulla fronte mi salutò e uscì con la sua borsa alla mano e un paio di occhiali da sole nonostante fosse notte.

“anche tu vuoi fare l’attrice da grande?”chiesi alla piccola che mi guardò studiandomi.

“assomigli tantissimo al tuo papà lo sai, è impressionante” dissi osservando i tratti del suo viso, era davvero una bambina bellissima.

In realtà mi ero davvero preoccupata inutilmente, fare da baby sitter ad una bambina che a stento faceva strani versetti per comunicare con me non era così complicato.

Le diedi la cena che mangiò senza nemmeno sputarmi addosso, e poi la misi a giocare sul tappeto con alcuni peluches, era decisamente una bambina tranquilla e io ringraziai il cielo di essermi portata un libro da leggere o probabilmente mi sarei addormentata prima di lei.

Come aveva predetto Sienna non aveva la ben che minima intenzione di dormire,ed  era decisamente più sveglia della sottoscritta.

Il libro che mi aveva prestato Cassie non mi prendeva per niente, non riuscivo a mettermi nei panni di una ragazzina di diciassette anni perdutamente innamorata di un vampiro, non riuscivo nemmeno ad immaginarlo.

Un ragazzo con i capelli bronzei ? Ma da dove sbucava? E poi che colore era il bronzo sui capelli, era più sul castano? Più sul biondo o più sul rosso?

Decisamente non riuscivo ad immaginarlo, lei  invece era facile da immaginare.

La scrittrice era stata molto furba, lei poteva essere qualsiasi ragazzina che si perdeva a leggere quel libro perché un Edward Cullen in carne ed ossa non poteva permetterselo, e conoscendo l’autostima di Cassie decisamente si era ritrovata in quella descrizione.

Alle 23 Marlowe giocava con un telefono con le ruote che suonava  ed io invece mi ero decisamente stancata di leggere, nemmeno Edward Cullen in persona mi avrebbe convinta a continuare quel libro.

“posso giocare con te Marlowe?”chiesi alla piccola sedendomi di fronte a lei e in tutta risposta mi lanciò un’occhiataccia, e forse la mia reazione a quell’occhiataccia dovette essere alquanto buffa perché scoppiò a ridere.

I bambini avevano decisamente qualcosa di invidiabile, quella spensieratezza di chi ancora non ha conosciuto parole come delusione, quella spensieratezza che non ti fa sentire un idiota perché anche se tutto va male tu hai ancora il coraggio di sperare che domani andrà meglio, loro ci credono davvero, ci credono perché hanno ancora quella spensieratezza.

A giorni alterni anch’io recupero un po’ di spensieratezza dell’infanzia, a volte ci riesco anche per un’intera settimana, senza motivi particolari, ci riesco e basta ma di sicuro la mia spensieratezza non è quella di un bambino, la mia spensieratezza sa di illusione.

Però mi fa stare bene, e se mi fa stare bene non ci trovo nulla di male.

In fondo sono io l’illusa, non commetto nessun crimine particolare, c’è chi per stare meglio ha bisogno di sballarsi come Ellie e Peter o di leggere un romanzo sentimentale come Cassie.

Io mi illudo, ognuno ha i suoi mezzi per non andare troppo a fondo.

“ah ti ho visto piccola quello era uno sbadiglio”dissi prendendola in braccio e quando vidi che iniziava a chiudere gli occhietti le cantai l’unica ninna nanna che conoscevo.

Stavo per metterla a dormire nella sua culla quando un forte bussare alla porta mi spaventò.

Chi bussava in quel modo alla porta delle persone e a quell’ora?

“Tom dai cazzo aprimi”urlava qualcuno fuori dalla porta.

Istintivamente strinsi a me la piccola sperando che quelle urla non la svegliassero, ma speravo male, perché come da copione la piccola scoppiò a piangere.

“Tom apri dai”continuava ad urlare ancora quello che doveva essere un ragazzo.

Un ragazzo con un alto tasso alcolico in circolo su questo non c’era dubbio, o forse era un folle.

Oh mio dio e se fosse stato un fan psicopatico di Tom?

“Tom ti prego”disse ancora quel ragazzo e poi sentì un forte rumore, oh mio dio era caduto?

Non riuscivo a pensare cosa fare e per di più non riuscivo a calmare il pianto della piccola, mi avvicinai alla porta guardando nello spioncino e i miei dubbi erano confermati, quel ragazzo era caduto a terra.

Non potevo lasciarlo così, avrei quanto meno dovuto chiamare un ambulanza, poteva essere grave.

Mentre cercavo il mio telefono nella borsa la porta di casa si aprì e ne comparve proprio Tom.

“sono tornato, tutto bene con la piccola?”chiese Tom e non appena la vide piangere si avvicinò e la prese dalle mie braccia stringendosela al petto.

“tesoro”disse Tom  cullandola e dopo poco Marlowe smise di piangere, mentre io assistevo alla scena sentendomi una perfetta idiota, sicuramente la prossima cosa che mi avrebbe detto sarebbe stata, sei licenziata.

“lasciami indovinare ha fatto lo show e la piccola si è svegliata?”chiese Tom indicando fuori

“si, non sapevo cosa fare, credo dovremmo chiamare un ambulanza”dissi io

“so che non è da gentiluomo ma mi aiuteresti a portarlo in casa prima che i paparazzi abbiano lo scoop del secolo?”chiese Tom

“certo, certo”dissi io

“metto un attimo la piccola nella culla e arrivo”disse Tom scomparendo al piano di sopra e tornando qualche minuto dopo.

“scusa davvero”dissi io

“di cosa? forse avremmo dovuto dirti che poteva capitare una cosa simile, è che speravamo non capitasse. La settimana scorsa è capitato tre volte e ogni volta appena Marlowe si addormentava.  Rob ha decisamente un radar”disse Tom

“Rob? È un vostro amico quindi?”chiesi io, certo il ragazzo aveva fatto il nome di Tom, ma poteva essere chiunque, insomma era ubriaco fradicio.

“e io che stavo per dire che ragazza affidabile, non aprirebbe casa nemmeno a Robert Pattinson in persona, non so quante altre donne lo lascerebbero fuori, e invece non l’hai riconosciuto”disse Tom.

“non avrei aperto ad un uomo ubriaco, specialmente con la responsabilità di una bambina, se non fossi arrivato avrei chiamato un ambulanza”dissi io.

“Cassie ha ragione, sei proprio una persona di cui potersi fidare. Proprio per questo ti prego di non far parola con nessuno di questa storia”disse Tom uscendo fuori

“sicuramente”dissi io seguendolo.

“dobbiamo sempre sperare che i paparazzi non l’abbiano visto”disse Tom avvicinandosi al ragazzo steso a terra e chiamandolo perché si svegliasse.

Quella fu la prima volta che lo vidi, steso a terra con un cappello di lana quasi a coprirgli gli occhi e la voce impastata dall’alcool.

“Tom cazzo perché non mi hai aperto?”chiese il ragazzo

“perché non ero in casa, hai spaventato la nostra baby sitter e Marlowe”disse Tom

“scusami Tom scusami, sbaglio sempre tutto”disse il ragazzo singhiozzando tra le lacrime.

“no Rob non sbagli niente, smettila con queste stronzate, c’è anche Rachel ad aiutarmi ma tu devi tirarti su ok? Non sei così leggero”disse Tom facendomi segno di avvicinarmi mentre lo aiutava ad alzarsi, e subito una delle lunghe braccia del ragazzo si appoggiò dietro al mio collo proprio come aveva fatto con Tom.

“Rachel? Sai che non ho mai conosciuto qualcuno che si chiamasse così? Eppure Rachel è un nome comune,ma non ho mai conosciuto nessuno”disse il ragazzo che a quanto avevo capito si chiamava Robert e lo disse mentre barcollava lasciando ricadere buona parte del suo peso addosso a Tom, ma con il viso rivolto nella mia direzione e potevo sentire il mix di tutti gli alcolici che aveva buttato giù e quell’odore mi diede la nausea.

Era lo stesso odore che sentivo ogni volta che mettevo piede in quel pub per recuperare mio padre.

“ci fa piacere Rob”disse Tom sospirando.

“mi dispiace di averti spaventata Rachel ma la mia ragazza è una troia che si è portatata a casa il regista del suo film, si è fatta scopare nel nostro letto, e io in quel letto la sera ci ho anche dormito, dio che schifo”disse Robert

“mi dispiace”disse Tom quando riuscimmo a farlo atterrare sul divano.

“non preoccuparti”dissi io

“speriamo non vomiti o Sienna questa volta mi ucciderà”disse Tom.

“tutto dipende da cosa ha mischiato e dall’odore direi che può aver bevuto di tutto”dissi io osservandolo.

“gin e birra, è un classico di Robert”

“beh se ha escluso la vodka Sienna ha buone probabilità che il suo divano sarà risparmiato”

“alzi spesso il gomito eh?”

“chi io? Decisamente no, ma sono un esperta di sbornie altrui”

“istinto crocerossina? Voi donne ne soffrite a migliaia”

“non la ragazza del tuo amico a quanto sembra”

“no in quel caso è Rob a soffrirne,istinto crocerossina acuto”disse Tom scherzando e in quel momento Sienna sbucò dalla porta.

“perché c’è la porta d’entrata aperta?”chiese Sienna e poi notò Robert sul divano.

“ancora? Quante volte deve capitare questa settimana?”chiese Sienna.

“spero meno della scorsa”disse Tom

“Rachel spero non ti abbia creato problemi”disse Sienna rivolgendosi a me.

“nessun problema, la bambina si è svegliata ma tutto a posto per il resto”dissi io tranquilla.

“perfetto, allora tieni i soldi per il taxi e poi stabiliremo quanto pagarti al mese”disse Sienna prendendo i soldi dal suo portafoglio elegante.

“grazie”dissi io infilandomi il cappotto

“grazie a te Rachel”disse Sienna

“buonanotte”dissi io salutandoli

“buonanotte Rachel”dissero Sienna e Tom e mentre li salutavo lanciai un’ultima occhiata al ragazzo sul divano, non vedevo un uomo piangere in quel modo dall’ultima volta che mio padre aveva pianto dopo l’ennesima sbronza vergognandosi per l’uomo che era diventato.

Doveva essere molto innamorato per soffrire in quel modo, mi trovai ad odiare quella ragazza senza neppure conoscerla.

Come si poteva tradire qualcuno che ti amava in quel modo?

   
 
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