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Autore: midnightsummerdreams    31/01/2013    3 recensioni
Every cloud has a silver lining dicono gli inglesi e Rachel quel proverbio l'ha sentito tante volte nella sua vita, così tante che ormai è diventata una leggenda.
Però quando finalmente riesce a trovare un buon lavoro come nanny ben pagato e che le permetta davvero di mantenersi un pò inizia a credere che finalmente ci sia davvero il sole dietro le sue nuvole perenni, e quando arriva anche lui con cui ha così tante cose in comune la speranza inizia a farsi più reale, ma scacciare le nuvole in una città sempre piovosa è complicato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ho dovuto lasciare la casa in cui ero cresciuta ero quasi alla fine dei miei studi, mi mancava davvero poco, ma a quel tempo avevo dovuto fare delle scelte, finire gli studi o arrivare alla fine del mese?

Mia madre aveva perso il lavoro, per l’ennesima volta e mio padre trascorreva ormai le sue intere giornate a bere al solito pub, quando era ora di cena e non lo vedevo rincasare sapevo ormai dove andarlo a prendere, ed ogni volta mi toccava entrare in quel posto tra le risate e l’odore di fumo di pessima qualità che mi infastidiva oltre ogni modo e cercare mio padre tra la folla, in genere era sempre in condizioni pietose e faticavo anche a portarlo a casa.

Non faceva che ridere e dire stupidaggini, mio padre prima non era così, era diventato così dopo che il ristorante che aveva ereditato da mio nonno e che aveva portato davvero a ottimi risultati era andato perso, perso per via di quella crisi economica, che a poco a poco gli aveva tolto tutto.

Una situazione del genere non poteva andare avanti per molto, avevo provato a fermarlo, avevo provato ad evitare che continuasse a ridursi così, ma quando l’avevo fatto lui mi aveva insultata, ma io non mi ero arresa, mia madre non sembrava interessata a lottare più per nulla, ma era di mio padre che si parlava e avrei fatto di tutto per salvarlo.

Purtroppo alla fine non c’ero riuscita e non molto tempo dopo il suo fegato non aveva retto i suoi vizi ed era degenerato portandosi via anche lui in tempi piuttosto brevi.

Mia madre aveva pianto per giorni e per giorni si era rifiutata di rivolgermi la parola, il giorno che aveva deciso di parlarmi mi aveva incolpata per tutte le sue sventure, era solo colpa mia se si trovava in quella situazione, si trovava in quella situazione per aver sposato mio padre e aveva sposato mio padre soltanto perché entrambi erano molto giovani e volevano dare una stabilità alla loro bambina concepita per sbaglio, mai però mia madre aveva ammesso che pensasse che darmi alla luce fosse stato l’errore più grande della sua vita.

Avevo pianto, e le avevo risposto a tono, le avevo rinfacciato le sue colpe per aver ignorato i problemi di mio padre, le avevo rinfacciato il suo chiudersi in se stessa ignorando quando anche gli altri intorno a lei stessero male, e l’avevo fatto urlando con quanta più aria avessi in corpo, stavo sfogando tutta la frustrazione che mi avevano lasciato quegli anni, e per la prima volta mi sembrava di sentirmi libera, per la prima volta mi sembrava di non portare più quel grosso peso sulle spalle.

La risposta che avevo ottenuto era stata rapida, mi aveva ordinato di andarmene.

In cuor mio sapevo che quel comportamento e quelle parole erano state dettate dal dolore che provava, la verità era che per lei iniziare a perdere tutto era stato troppo e da quel momento aveva perso completamente la testa.

Me ne andai il giorno dopo, me ne sarei andata comunque, ormai quella città non aveva più nulla da offrirmi ed era ora di cambiare aria.

Me ne andavo comunque tranquilla, avevo parlato con mio zio e si sarebbe occupato della sorella, peccato che ne lui ne il resto della nosta famiglia prima si fosse fatto avanti per aiutarci.

Poco contava ormai, inutile pensare a quello che si sarebbe potuto fare, io avevo fatto del mio meglio, avevo trovato un lavoro lasciando gli studi per occuparmi di loro, e avevo lottato perché mio padre si rialzasse ma purtroppo da sola non ce l’avevo fatta.

E alla fine mi ero ritrovata sola senza più nessuno, non avevo mai avuto molti amici, quei pochi amici che avevo quando avevo iniziato ad avere problemi erano spariti del tutto, c’erano solo alcune amiche e un amico che si erano trasferiti in Inghilterra e che ogni tanto sentivo, anche se non sapevano tutto della mia vita, sapevano soltanto che non me la passavo molto bene, e avevano chiaramente saputo della perdita di mio padre.

Non gli avevo mai detto perché avessi deciso di lasciare Dublino per trasferirmi a Londra.

Pensavano che fosse semplicemente per cambiare aria e non avevano indagato oltre, poi  proprio in quel periodo si era per fortuna liberata una stanza singola nella loro casa a Tufnell park, nel nord di Londra.

Non ero mai uscita fuori dall’Irlanda, quindi il primo impatto con Londra era stato traumatico, Dublino  era grande ma non era così, Londra era il caos totale, ma nonostante tutto riuscì a trovare il modo di arrivare a Tufnell park.

Una zona carina tutto sommato mi sembrava lontano anni luci dal caos in cui mi ero ritrovata appena arrivata, sembrava fosse una città a parte ed in effetti per arrivarci avevo impiegato più di un ora.

Era il 13 giugno quando avevo varcato la porta della mia stanza singola, e la prima sensazione che avevo avuto entrandovi era stato un enorme sconforto, già Londra non è che mi avesse fatto questa gran impressione.

Mi ero ritrovata da sola in mezzo a tutto quel caos, gente che parlava lingue diverse che non riuscivo a decifrare, per un attimo avevo avuto addirittura il dubbio di trovarmi in un altro paese, ma poi guardando bene le persone che mi ero ritrovata accanto capì che dovevano essere un gruppo di turisti.

Dovevo solo abituarmi mi dissi mentre osservavo la mia camera, in fondo i cambiamenti sono sempre un po’ traumatici anche quando si è i primi a ricercarli.

La mia amica Cassie fu l’unica ad accogliermi in quella che sarebbe diventata la mia nuova casa.

Ellie e Peter invece erano usciti per andare a lavoro, entrambi lavoravano in un pub a Camden Town perennemente frequentato da musicisti, musicisti che in genere finivano tra le frequentazioni di Ellie.

Cassie invece lavorava nei quartieri alti dicevamo noi prendendola sempre in giro, in realtà quartieri alti era semplicemente la giusta descrizione, lavorava in un caffè niente di meno che a Maida Vale.

“dovrai fare un po’ di acquisti per rendere questa camera a tua misura Rach”disse Cassie sbucando dalla porta con una tazza contenente probabilmente the.

“ne riparleremo quando avrò un lavoro”dissi io guardando i muri bianchi della mia stanza ed il mobilio molto essenziale.

“ti troverai bene vedrai, e poi gli inglesi apprezzano chi ha voglia di fare, non ci metterai molto a trovare lavoro, sei in gamba e lo sai”disse Cassie

“si, lo sono giusto? Si sono in gamba, devo solo essere in grado di convincere qualcuno a darmi una chance”dissi io in uno slancio di ottimismo.

La ricerca di un lavoro in realtà fu alquanto ardua e passai ben tre settimane a lasciare curriculum ovunque e fare colloqui, ma dopo tre settimane non ero ancora riuscita a trovare realmente un lavoro, tutti mi rispondevano con un “le faremo sapere” che chiunque sapeva che in genere non prometteva nulla di buono.

“ancora niente Rach?”mi chiese Cassie sedendosi di fronte a me.

Quel giorno ero davvero sfiduciata, perché era così impossibile trovare un lavoro? Se avessi passato un'altra settimana senza trovare un lavoro oltre ad impazzire, e rimanere senza soldi probabilmente sarei davvero diventata una balena.

Passavo le giornate a leggere nel caffè dove lavorava Cassie in mezzo a persone che trascorrevano le loro giornate lì perché non avevano di meglio da fare, di sicuro non avevano problemi su come avrebbero pagato l’affitto il prossimo mese, di sicuro non stavano pensando a quanto le loro scorte di soldi già limitate sarebbero  durate.

Non erano certo questi i problemi di quelle persone, il loro dilemma più grande era se prendere una cioccolata o un caffè con la loro solita english breakfast, non si preoccupavano nemmeno del numero di uova che avrebbero mangiato quella settimana, tanto avrebbero esaurito le dose consigliate dai nutrizionisti nel giro di una sola colazione.

“indovina cosa mi hanno detto da Sainsbury?”chiesi io scettica.

“oddio c’è ancora lui, scusa Cassie devo tornare al bancone”disse Cassie come se improvvisamente avesse avuto una visione folgorante. 

“chi?”chiesi io

“ah c’è anche lei che palle”disse Cassie sbuffando e raggiungendo il bancone, alzai lo sguardo e notai un uomo mediamente alto con degli occhi azzurri incredibili e una bambina nel marsupio con un paio di occhi ancora più belli dei suoi, doveva per forza essere sua figlia, era una bambina adorabile.

L’uomo però dopo poco iniziò ad imprecare al telefono e subito la donna bionda accanto a lui prese la piccola stringendola a sé per impedirle di spaventarsi per la reazione del padre.

Anche se la bambina non le somigliava affatto dal modo in cui la stringeva a sé doveva per forza essere la madre della piccola, poi la donna si era avvicinata a Cassie e aveva ordinato andando a sedersi ad un tavolo subito seguita dal suo compagno ancora impegnato ad imprecare al telefono.

“non è possibile, non puoi organizzare sempre tutto all’ultimo e pretendere anche che io non mi incazzi”disse il ragazzo mentre la sua compagna lo guardava sospirando, probabilmente il problema che avevano in quel momento non era niente di nuovo.

“no cazzo non vengo a rigirare la scena, Sienna ha la prima del suo spettacolo stasera e le nostre famiglie non sono nemmeno in città, è una bambina di sei mesi non posso lasciarla a chiunque, che cosa cambia al se vengo domani mattina a girare?”chiese lui

“ah perdo il ruolo? Davvero? Bene allora sai cosa ti dico dì alla produzione di fottersi”disse il ragazzo chiudendo la chiamata.

“Tom tesoro non dire stupidaggini e poi posso portarla con me, può occuparsene la mia manager non è un grosso problema”disse la sua ragazza bionda che a quanto sembrava si doveva chiamare Sienna.

“è fine giugno e Samantha come mi dicevi questa mattina è partita con la sua famiglia per un week end a Brighton, ma poi è assurdo di sicuro non vado a rigirare una scena, e non porto Marlowe sul set“disse lui che a quanto sembrava doveva chiamarsi Tom.

“devo cercare una baby sitter, forse avremmo dovuto farlo tempo fa, è inutile che continuiamo così se non vogliamo che la piccola passi ore e ore sul set co noi dobbiamo trovare una baby sitter, specialmente se come dici tu non dobbiamo chiedere sempre aiuto alle nostre famiglie”disse Sienna

“beh magari alla tua famiglia possiamo, è alla mia che eviterei”disse Tom

“tua madre terrebbe la piccola molto volentieri, e lo sai bene”disse Sienna

“mia madre è la stessa che ti ha detto che ti saresti trovata due bambini in casa”disse Tom

“scusate se vi interrompo, ecco le vostre ordinazioni”disse Cassie

“grazie Cassie”disse Sienna

“si cerca una baby sitter, mi arrendo”disse Tom

“scusate se mi intrometto ho sentito che state cercando una baby sitter all’ultimo, io posso suggerirvene una di tutta fiducia, ha anche delle ottime referenze è stata la nanny per diverso tempo di alcune tra le famiglie irlandesi più ricche di Dublino è una ragazza per bene, molto educata”disse Cassie e quando la sentì parlare per poco non mi venne un colpo che cosa stava facendo.

“è una tua amica Cassie?”chiese Sienna  mentre Tom guardava perplesso la sua ragazza.

“certamente, e poi è bravissima con i bambini “disse Cassie

“mi fido di te Cassie, questo posto per me è come casa e tu lavori qui da molto tempo, se è una tua amica dev’essere sicuramente una persona affidabile, mandala a casa nostra alle 18 io tornerò verso la mezzanotte, tu per quando prevedi di rientrare?”chiese Sienna a Tom

“non ne ho idea”disse Tom

“riferisco tutto subito alla mia amica, anzi se volete incontrarla di persona è qui”disse Cassie guardando nella mia direzione e facendomi segno di avvicinarmi, ero terribilmente in imbarazzo, oltretutto Cassie aveva raccontato un sacco di stupidaggini, se mi avessero chiesto di che famiglia mi ero occupata? Che cosa avrei risposto, non mi sembrava di conoscerli ma sembrava che fossero degli attori, anche se lei forse da qualche parte l’avevo vista.

“la mia amica Rachel Kerry”disse Cassie presentandomi.

“Piacere di conoscerti Rachel, lei è la nostra piccola Marlowe”disse Sienna

“oh è adorabile”dissi io sorridendo alla piccola che rispose al mio sorriso.

“le piaci, nessuno piace alla piccola subito, all’inizio nemmeno Tom le piaceva”disse Sienna sorridendo.

“adesso si dia il caso che sono il suo preferito”disse Tom vantandosi e facendomi sorridere, la prima impressione che avevo avuto vedendolo era stata di un uomo con la puzza sotto il naso, anche se a vederlo da vicino sembrava più un ragazzino, non doveva avere poi tanti anni più di me, lei invece era sicuramente più grande.

Quando Sienna  e Tom finirono di chiedermi della mia vita e di capire se fossi adatta o meno ad occuparmi della loro piccola avevo decisamente cambiato idea su entrambi, erano persone molto alla mano e ci misi un po’, ma poi mi ricordai dove avevo già visto lei, Sienna stava per Sienna Miller la ex ragazza di Jude Law.

Non ero stata così interessata al gossip di recente, non che lo fossi mai stata , e a pensarci l’ultimo film di Jude Law che avevo visto era stato l’amore non va in vacanza, suppongo dato il soggetto che ne fosse passata di acqua sotto i ponti da allora.

“tu sei totalmente folle”dissi alla mia amica quando la coppia se ne andò.

“oh te la caverai alla grande, mi sarei proposta io se non fosse che non riesco a reggere lo sguardo di Tom”disse Cassie arrossendo.

“pensavo se la tirasse di più, ma non è molto famoso come attore? “chiesi io

“Non molto, anche se dai da quando il suo migliore amico è diventato il nuovo sex symbol direi che si sente spesso parlare anche di lui”disse Cassie

“il suo migliore amico?”chiesi io

“Robert Pattinson”disse Cassie e io la guardai perplessa,no, non  ne avevo mai sentito parlare.

Certo come dicevo l’ultimo film che ho visto è stato l’amore non va in vacanza, poi sui miei schermi sono stati proiettati una serie di drammi familiari e quindi ero troppo impegnata a guardare quelli e a cercare di portare qualcosa a casa perché i miei genitori potessero tirare avanti, mia madre non mi aveva mai ringraziato per questo.

“L’Edward Cullen di Twilight Rach”

“non ne ho idea”

“beh dovresti acculturarti un po’ in merito è un figo tremendo, biondo occhi color ghiaccio e poi è simpaticissimo”

“biondo, nah non è il mio tipo”

“comunque è inutile parlarne non si vede quasi mai in giro, ormai si è convertito al lato oscuro di Hollywood e da quando sta con quella raccomandata di Kristen Stewart sta perdendo decisamente punti”disse Cassie.

“dovrei conoscere anche lei?”

“faceva Bella in Twilight, ma è inutile non conosci nemmeno i libri, eppure te li ho consigliati un sacco di volte Rach”

“beh adesso che ho tempo magari li leggerò va bene?”

“certo, te li metto sulla scrivania stasera, sono quattro ma si leggono in fretta, secondo me ti piaceranno, e poi spero che abbiano lo stesso effetto che hanno avuto per me, quando Mark mi ha lasciata mi hanno risollevato totalmente e mi hanno ridato la voglia di sognare”

“infatti dopo Mark non hai frequentato più nessuno”dissi  io perplessa, Cassie era stata insieme a Mark dalla fine delle superiori per tutto il periodo dell’università ed erano durati perfino tre mesi una volta a Londra, poi però lui aveva incontrato un'altra e aveva mandato tutto a puttane.

Il fatto che Cassie mi dicesse che era tornata a sognare grazie a quei libri mi sembrava una gran cazzata visto che dopo la fine della storia con Mark si era chiusa a riccio, e a parte qualche appuntamento molto di rado non mi aveva parlato di nessun ragazzo.

“come faccio a trovare un ragazzo adatto a me, insomma hai visto Tom ormai i miei standard si sono alzati”disse Cassie scherzando.

“tu mi hai trovato un lavoro io vedrò di trovarti un ragazzo Cassie, sono brava in queste cose”dissi io

“certo che sei brava, a trovare ragazzi alle altre sei bravissima, peccato che tu non pensi mai a te stessa”disse Cassie lanciandomi un occhiata di rimprovero.

“lo sai come sono fatta, sono convinta che arriverà qualcuno prima o poi. Finora non è arrivato perché la mia vita faceva schifo, e non era giusto che qualcun altro condividesse i miei drammi, il destino vuole che io mi risollevi prima, poi forse qualcuno arriverà”dissi io

“certamente arriverà”disse Cassie sicura di sé.

Quello che ancora non sapevo in quel momento è che sarebbe arrivato prima di quanto  pensassi.


Ed eccovi il primo capitolo, come vedete mi sono data alla prima persona, la storia come vi dicevo è un pò cupa però spero vi piacerà un abbraccio grazie del sostegno.
   
 
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