Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: DreamingAdelaide    02/03/2013    1 recensioni
Sapete cosa si prova a conoscere dei ragazzi e poi scoprire che fanno parte di una band famosa?
Sapete cosa di prova a ritrovarsi all'improvviso catapultati nella loro realtà, nella loro vita?
É quello che successe, ma i sogni finiscono sempre.
"Sciolse l'abbraccio e andò via facendo un cenno della mano. Non disse nulla, ma nessuna parola mi avrebbe fatto sentire la sua mancanza come quell'abbraccio"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

9

Harry
Ritornai con la mente a quella sera. Le immagini scorrevano veloci davanti agli occhi e si fermarono a un momento preciso.
*«Perché l'hai fatto? Perché mi hai baciata?».
«Non lo so. Non ti dico che non volevo, perché io volevo eccome. Volevo farlo e l'ho fatto ma... non ho pensato alle conseguenze. Non ho pensato alla nostra fiorente amicizia. Volevo solo baciarti»
.
«Lo faresti anche adesso?»
«Cosa?»
«Baciarmi. Lo faresti?».*
In un attimo, l'intera scena mi passò davanti agli occhi. Le labbra, le mani che esploravano, i vestiti che cadevano giù, due corpi fusi in uno.
Mi svegliai di soprassalto con la pelle appena imperlata di sudore. «Non può essere vero. Deve essere per forza un sogno».
Non riuscii più a riaddormentarmi preso da quel sogno. "E se fosse vero? E se fosse Adelaide la ragazza?".
L'idea che potesse essere lei, fece impazzire il mio cuore. Neanche il più colorato dei sogni avrebbe potuto superare la fantasiosa visione di quella notte.

Adelaide
La domenica era sacra per me. Lavoravamo solo di sera, così riuscivo a dormire un po' più del normale.
Katia sapeva bene che preferivo dormire fino a tardi e non veniva mai a svegliarmi o a chiedermi qualcosa.
Mi svegliai comodamente alle dodici e andai a fare una doccia calda. Mentre l'acqua mi scendeva lungo il corpo rilassando i miei nervi ancora tesi per quel conto in sospeso con Harry, il cellulare suonò tre volte.
Uscii dalla doccia e mi guardai allo specchio. "Come diavolo hai fatto ad andare a letto con uno dei ragazzi più amati dalle adolescenti? Insomma, non sei poi chissà quanta bellezza!" pensai.
Guardai attentamente tutte le parti che odiavo del mio corpo, poi sospirai e andai in camera per rivestirmi. Avevo finalmente preso l'abitudine di accendere il riscaldamento prima di andare a fare la doccia, cosi che potessi vestirmi nella stanza senza morire dal freddo ed essere costretta a correre in bagno.
Dopo aver indossato una t-shirt, uno shorts di jeans e un paio di converse, presi il mio cellulare per controllare le chiamate perse.
Tre chiamate di Harry. Per ognuna di quelle chiamate, sentii andar via un anno di vita. Ciascuna di quelle chiamate mi stava dicendo che Harry aveva qualcosa di urgente da chiarire con me.
"Non puoi vivere con quest'ansia Adelaide. Se l'ha capito, pazienza!" dissi fra me.
Scesi in cucina, dove trovai Katia, Richard e Sophie che si erano appena messi a tavola.
«Buongiorno!» esclamò Katia con il suo solito buon umore. «Hai fame?»
«Un po'».
Apparecchiai anche per me mentre lei mi riempiva il piatto.
«Hai da fare oggi?»
«Dovrei vedere Harry. Mi ha già chiamata tre volte mentre ero sotto la doccia».
Lei annuì prendendo un boccone. Mangiai velocemente e aiutai poi Katia a mettere in ordine.
Uscii di casa subito dopo e camminai a grandi passi verso la casa dei ragazzi.
Quando arrivai, la porta era semi aperta. Credetti subito che fossero entrati dei ladri, allora tirai fuori dalla mia borsa lo spray al peperoncino e composi il numero della polizia sul cellulare, pronta a chiamare.
Appena entrata, sentii degli strani rumori provenire dalla cucina. Sbirciai per vedere chi ci fosse ma subito mi nascosi dietro il muro.
Louis ed Eleanor erano sul tavolo della cucina e ci davano dentro.
Senti il rossore salirmi fino alle punte delle orecchie. Uscii fuori chiudendo la porta di casa e facendo meno rumore possibile.
«Che stai facendo?» chiese Harry sbucando all'improvviso alle mie spalle.
Mi fece sobbalzare e io, che avevo i nervi tesi, gli mollai uno schiaffo.
«Hey! Che ho fatto?» si lamentò massaggiandosi la guancia.
«Scusami Harry, mi hai spaventata» sussurrai.
«Perché parli a bassa voce?» chiese sussurrando a sua volta.
«In casa, ci sono Louis ed Eleanor che... insomma... hai capito»
«Ho capito, ho capito. Una cosa però non mi torna: come hai fatto a vederli?» sorrise malizioso.
«Ero venuta a trovarvi ed ho trovato la porta aperta. Sono entrata credendo ci fosse un ladro e invece c'erano loro sul tavolo in cucina»
«E ma che schifo! Noi ci mangiamo su quel tavolo!».
La sua smorfia schifata mi fece ridere. Lui mi guardò e sorrise abbassando lo sguardo. Lo fissai e, d'un tratto, tutta la tranquillità che avevo sparì. Avevo completamente dimenticato la "faccenda Harry". Abbassai lo sguardo anch'io.

Harry
Mentre la vedevo ridere, mi ricordai il fantasioso "sogno" di quella notte. Abbassai lo sguardo e dopo un po' lei fece lo stesso.
«Ti ho chiamata tre volte ma non mi hai mai risposto» dissi dopo un paio di secondi di silenzio.
«Mi dispiace Harry, ero sotto la doccia»
«Va bene dai, non importa. Piuttosto, ora cosa facciamo?»
«Di certo non possiamo entrare»
«Ti va un gelato?»
Lei annuì. Nascosi i miei riccioli in un cappello, poi misi un paio di occhiali da sole. Ci dirigemmo a una gelateria poco lontano da casa che faceva dei gelati artigianali buonissimi.
Scegliemmo i nostri gelati e andammo a sederci ad un tavolo.
«Secondo te quei due avranno finito?» chiese lei a un tratto.
«Non lo so. Io spero di si perché ho lasciato il cellulare a casa»
«Aspetti una telefonata importante?»
«E se fosse? Ti da fastidio?»
«Perché dovrebbe?»
Risi di gusto guardando la sua faccia da finta indifferente. La mia attenzione fu poi attirata dalla sua collana. Ebbi come un flashback. 
*La ragazza era sotto di me. Abbandonai le sue labbra per scendere a baciarle il collo, la spalla e poi sempre più giù. La sentivo ansimare ad ogni mio bacio. Dopo poco, prese in mano la situazione e si mise su di me...*

Adelaide
Harry era come ipnotizzato. Fissava insistentemente la mia collana. Io lo osservavo divertita.
«Pronto!» cantilenai schioccando le dita davanti ai suoi occhi.
Lui li chiuse e scosse la testa come per mandare via un pensiero.
«Scusami. É molto bella la tua collana»
«Grazie. Me l'ha regalata una mia amica per i miei diciotto anni».
Guardai il ciondolo a forma di libellula e mi ritornarono in mente tutti i miei amici italiani. Mi ritornò in mente lui. 
D'un tratto mi sentii mancare l'aria. Respiravo a malapena, come se avessi qualcosa che mi bloccava il respiro.
«Ade. Ade che ti prende?».
Harry si avvicinò e, non sapendo cosa fare, mi strinse forte a se.
Gli occhi iniziarono a lacrimarmi. Ricordi liquidi uscivano da essi sottoforma di lacrime.
Come poteva avere ancora effetto su di me?
«Harry non mi lasciare» dissi con un filo di voce interrotto a tratti.
«Tranquilla. Sono qui piccola».
Mi stringeva così forte che sentivo i battiti del suo cuore accelerati. Mi concentrai su questi ultimi e cercai di fare dei respiri profondi.
Dopo un po' lo allontanai. «Va tutto bene adesso»
«Tutto bene un corno! Hai idea di che spavento mi sono preso? Che ti é successo?»
«Ho avuto un'attacco d'ansia. In Italia mi succedeva spesso»
«Da cosa sono dovuti questi attacchi?»
«Sai, prima di trasferirmi qui, avevo un ragazzo. Capelli neri di un'intensità abbagliante, alto, occhi marroni, fisico snello di buona muscolatura. Labbra sottili e quasi sempre increspate in un ghigno ironico. Sicuro di se stesso, misterioso, terribilmente sexy. Era sarcastico e spesso cinico. Egocentrico, magnetico. Per sedurre le donne riusciva ad essere molto romantico e dolce. Il suo punto di forza era il sorriso con cui incantava tutte le ragazze. Me compresa.A lui non importava nulla di me e non ci pensava due volte a tradirmi anche con la prima che capitava. Però io non potevo farne a meno, non potevo pensare di stare senza lui, così subivo tutto in silenzio. Subivo i tradimenti, le sfuriate, tutto. Mi sono sentita dire che non valevo niente, che lui stava con me solo per farmi contenta, che non gli ero mai piaciuta. Ecco da cosa sono dovuti. Sono il risultato di mesi e mesi di violenza psicologica»
«Che figlio di puttana!».
Lui rimase fermo a guardarmi. Era pensieroso e arrabbiato. Temevo che lo fosse con me perché non lo avevo mai detto.
«Ce l'hai con me ora?» chiesi senza esitazione.
«Perché dovrei? Tu eri solo la vittima del carnefice».
Non disse più nulla. Poco dopo, si alzò e tornammo a casa sua.

Harry
Bussammo alla porta e ci venne ad aprire Niall.
«Hey, ma che fine hai fatto?» chiese, poi vide Ade e fece un enorme sorriso. «Ciao Ade, é un piacere rivederti»
«Anche per me» disse sorridente.
Chi l'avesse vista in quel momento, non avrebbe mai immaginato che fino a poco prima era in uno stato di shock assoluto.
«Io e Ade siamo stati in gelateria. Mi cercavate?»
«Ti abbiamo chiamato un mucchio di volte ma non rispondevi» intervenne Liam.
«Ho dimenticato il cellulare a casa»
«L'hai dimenticato o l'hai fatto apposta?» chiese malizioso Zayn mentre continuava a guardare gli altri giocare all'x-box.
Adelaide si irrigidì al mio fianco. "Giusto, Zayn l'ha baciata e poi l'ha trattata di merda quando lei ha scoperto che era fidanzato".
«L'ho dimenticato, intelligentone. Ero anche tornato indietro per prenderlo ma ho dimenticato anche le chiavi, poi ho incontrato Ade che veniva qui a casa» mi voltai a sorriderle e lei ricambiò.
Andò poi a sedersi affianco a Louis. «Allora, ti è piaciuta la festa?» le chiese quest'ultimo.
«É stata piacevole» tagliò corto lei. 
Non riusciva a guardarlo in faccia dall'imbarazzo.
«Anche Harry si è divertito. Si è riempito di alcool come una spugna» mi prese in giro Niall.
Non gli diedi importanza. Piuttosto osservai Adelaide che guardava gli altri giocare senza dire nulla e Zayn che faceva dei disegni con le dita sul bracciolo del divano col capo chino.
"Che stronzo. Poteva almeno trovare un'altra risposta".
«Ceni con noi?» chiese a un tratto Niall.
«Mi piacerebbe, ma devo lavorare stasera» rispose.
«Allora veniamo noi al locale» propose Louis.
Gli altri la trovarono una bella idea e accettarono. Lei sembrava felice del nostro programma e si rimise a guardare Niall e Louis che giocavano a x-box.

Adelaide
«Posso provare?» chiesi alla fine della loro partita.
«Ne sei in grado?» chiese stupito Niall.
«Una volta ci provai. Non ebbi grossi risultati ma voglio riprovare».
Mi passarono il controller e io iniziai a scegliere la squadra e la formazione.  Mi fu facile perché, nell'ultimo periodo, venivano spesso dei clienti al locale che parlavano sempre e solo di calcio, cosi avevo imparato i nomi dei giocatori più forti e le formazioni migliori.
Niall mi spiegò le funzionalità di ogni tasto, poi fece partire la partita.
Non me la cavavo tanto male, ma non riuscivo a segnare o a tenere la palla senza che se la prendesse un giocatore avversario. Niall mi stava aiutando e si vedeva: si limitava alla difesa.
La partita finì in parità.
«Dai, te la sei cavata bene» disse Louis dandomi una pacca sulla spalla.
Passai il controller a Liam e mi limitai a guardare.
Solo dopo un po' mi accorsi di quanto fosse passato veloce il tempo. Salutai velocemente tutti e corsi a lavoro.
Le persone per strada sembravano camminare a rallentatore. "Perché, quando vai di fretta, le persone si muovono cosi piano?".
Arrivata al locale, mi scusai per il mio ritardo e indossai subito la divisa.
Mi accorsi allora di avere il cappello di Harry nella borsa. Lo presi lentamente e lo osservai per un po'.
*«Ce l'hai con me ora?» chiesi senza esitazione.
«Perché dovrei? Tu eri solo la vittima del carnefice».*.
Sorrisi ripensandolo preoccupato per me e poi annusai il cappello: c'era il suo profumo.
Lo indossai per continuare a sentire quell'odore su di me e mi misi all'opera.
Un'oretta dopo, il locale aprì. Le persone iniziarono ad arrivare, a sedersi e ad ordinare ma io aspettavo impazientemente che arrivassero loro. Mi voltai a guardare l'entrata, sperando che entrassero da un momento all'altro.
«Bel cappello» disse Chris, riportandomi alla realtà.
«Grazie. Non è mio però»
«Scommetto che è del riccio. Siete già arrivati allo scambio degli affetti?» mi prese in giro.
«Stupido! L'ha dimenticato nella mia borsa. Mi piace tanto questo cappello, e poi profuma» dissi tirandone un lembo al naso.
Alzò gli occhi al cielo  e sorrise portando l'ordinazione a uno dei suoi tavoli.
Era sera inoltrata quando entrarono nel locale. Li vidi da lontano e fui felice: avevano mantenuto la parola data.
Louis mi vide e io gli feci segno di sedersi a un tavolo sulla mia destra. Uno dei miei tavoli.
In quel preciso istante, Anne mi tirò via il cappello. «Hey!» mi lamentai.
«Ma lo sai che è identico a uno dei cappelli di Harry?»
«Davvero? Non lo sapevo» mi finsi sorpresa. «Allora lo terrò con più cura» feci per riprendermelo ma lei tirò via la mano.
«Prima devi prenderlo però»
«Oh, ci riuscirò, credimi».
Iniziai a rincorrerla finché non riuscii a riprendermi il cappello. «Hey, non vale!»
«L'avevo detto che ci sarei riuscita. È mio» dissi guardandola mentre camminavo, poi voltai lo sguardo davanti a me e vidi loro. Vidi lui che mi fissava e sorrideva per la mia affermazione. Strinsi forte il cappello fra le mani, poi lo indossai e tirai fuori il blocchetto.
«Buonasera ragazzi, cosa vi porto?» chiesi cercando di trattenere una risata.
Loro però non fecero altrettanto. Erano divertiti dalla mia formalità nel chieder loro le ordinazioni.
Mi dissero cosa volevano e io portai l'ordinazione al cuoco.
Ero lì che aspettavo quando Anne mi venne vicino con due occhi sbarrati. «Sono tornati. Sono di nuovo qui»
«Chi sono tornati?»
«I One Direction, Ade. Sono qui, seduti a uno dei tuoi tavoli»
«Giusto, giusto. Scusami, non ci sto con la testa»
«Figurai, non fa niente» non distolse nemmeno un momento gli occhi da loro.
Il cuoco mi diede le ordinazioni dei ragazzi ed ebbi un'idea fenomenale. «Anne, portale tu le ordinazioni ai ragazzi»
Lei sbarrò gli occhi. «Ma... ma... perché?»
Feci spallucce e gli diedi il vassoio. Lei, quasi tremolante, si avviò verso di loro.

Harry
Vidi avvicinare la ragazza dai capelli corti marroni. Sembrava intimidita da noi e anche un po' agitata.
«E-ecco a voi» disse porgendoci i piatti.
«Hey, ma io mi ricordo di te. Ci siamo visti al Funky Buddha un po' di tempo fa» cercai di rasserenarla.
«S-si, sono io. Ti ricordi di me!» sorrise.
«Certo! E ricordo anche l'altra ragazza coi capelli biondo scuro. Lavori qui?».
Lei alzò un sopracciglio e io capii della stupidaggine che avevo detto. «Si, lavori qui. Domanda stupida»
«Hai a disposizione altre due possibilità Harry, poi non potrai più sbagliare» lo prese in giro Zayn.
«Quindi tu sei amica della moretta che ci ha preso le ordinazioni?» chiese Louis.
Lei si voltò a guardare e io feci lo stesso. Aveva ancora il mio cappello e rideva gioiosamente con un cliente. Ebbi una fitta di gelosia, ma poi la vidi mentre lo annusava e sorrideva e non potetti far altro che sorridere anch'io.
«Si, è mia amica. Come mai questa domanda?»
«Cosi, per curiosità. Siamo venuti due volte e tutte e due le volte ci ha servito lei» spiegò Louis.
«Come ti chiami?» chiesi.
«Mi chiamo Anne. Perdonatemi ma... devo tornare a lavoro»
«Va bene. A dopo, Anne» la congedai sorridendo.

Adelaide
Vidi Anne allontanarsi da lì stranita.
«Hey, che è successo?»
«Non lo so. Mi è sembrato tutto cosi strano»
«Credo sia normale. Dai, muoviamoci che oggi è più pieno del solito».
Sbrigammo velocemente tutti i tavoli. Intravidi Chris e sembrava angosciato. Sembrava che qualcosa lo preoccupasse.
Mentre ero concentrata a fissarlo, sentii il cellulare squillare.

"Il mio cappello ti dona. Te lo regalo se vuoi. Harry".

Mi fece instintivamente sorridere.
Se ne andarono poco prima della chiusura e salutarono me e Anne da lontano. Avrei tanto voluto abbracciarli, ridere e scherzare con loro. Avrei voluto fare le cose che facevo quando ero sola con loro, ma non avevo potuto.
Togliemmo tutti i rifiuti dai tavoli e chiudemmo.
Tornata a casa, dormivano già tutti. Salii silenziosamente le scale ed entrai nella mia stanza. Non avevo neanche la forza di muovermi. Misi il pigiama velocemente. Guardai ancora una volta il cappello che avevo poggiato sulla scrivania e mi avvicinai per prenderlo. Dopo quella serata piena di odori sgradevoli di fritto e quant'altro, si sentiva ancora nitido il profumo di Harry.
Giurai a me stessa di non metterlo più per lavorare perché volevo che odorasse sempre cosi. Lo poggiai sul comodino accando al mio letto e mi fiondai sotto le coperte. Nel giro di dieci minuti ero già nel mondo dei sogni.

Writer's corner
Heylàààààààà!!!
Chiedo umilmente perdono per aver abbandonato questa storia >.<
È che davvero non avevo ispirazione! E si vede in questo capitolo che non ha senso! È un'obbrobrio. Non sapevo cosa scrivere e questo è quello che ne è uscito. Lo so che fa schifo ma spero che mi vogliate bene comunque ♥
Spero di riuscire presto a fare un nuovo capitolo.
Nel frattempo finisco il capitolo dell'altra fanfic! XD Ad alcune persone è piaciuta tantissimo, quindi ve la consiglio


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1482140&i=1

A prestoooooooooooooooo ♥
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: DreamingAdelaide