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Autore: Laurachan    16/08/2004    4 recensioni
Il passato torna a farsi sentire nelle loro vite...riusciranno due persone a continuare la loro vita nonostante ciò?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA NUOVA VITA

UNA NUOVA VITA

 

4. IN MY MIND… IN MY HEART

Correva in mezzo alla gente, non si fermava. Correva e piangeva. Quelle lacrime proprio non ne volevano sapere di fermarsi, non le riusciva a controllare. Piangeva per lui, perché le aveva fatto credere che finalmente tutto avrebbe potuto sistemarsi, e invece… era stata testimone di ben altri fatti. Se solo quella mattina se ne fosse rimasta in casa invece di seguirlo e mettere il naso in cose che non la riguardavano! Sarebbe stata all’oscuro di tutto, lui avrebbe continuato a mentirle, ma almeno non si sarebbe sentita così dannatamente male. Un dolore insostenibile le attraversava il cuore come se l’avessero colpita con delle spade.

Ad un certo punto si fermò. Senza nemmeno accorgersene era arrivata davanti a ciò che rimaneva del Caffè Mew Mew. Ormai era un luogo abbandonato e spettrale, difficile dire che solo dieci anni prima fosse stato uno dei locali più frequentati bar di Tokyo! Da quanto tempo non ci andava…sì, doveva essere da quando lui se ne era andato. Dopo la sua partenza, per alcuni giorni vi si era recata per vedere se quello che aveva vissuto era stato tutto un sogno o la realtà e anche per verificare se lui era partito veramente oppure era rimasto per lei, nonostante la sua sofferta decisione. Ma ogni volta che si era trovata davanti all’entrata, era tornata alla cruda realtà, una realtà senza di lui. A quel punto aveva deciso di non andarci più per non sentire la mancanza dei giorni trascorsi insieme. Da allora aveva segregato quel luogo nel profondo del suo cuore, dove solo lei poteva arrivare, e con l’andare de tempo si era convinta che non fosse mai esistito. Aveva continuato a vivere la sua vita con Mark, non pensando più al passato e guardando al futuro.

Ora vi si ritrovava ancora una volta davanti. E i ricordi riaffioravano nella sua mente come fiori appena sbocciati, chiari e vivi, come se non se ne fossero mai andati. E in effetti non l’avevano mai lasciata, solo che aveva preferito farli tacere per troppo tempo. Ma adesso, forse complice il posto in cui si trovava, avevano deciso di ribellarsi e di venir fuori. Inconsciamente, quasi in trance, entrò, guidata dai sentimenti contrastanti che provava nel cuore. Varcata la soglia, le sembrò di tornare indietro nel tempo. Vide i giorni trascorsi insieme alle sue amiche, i pericoli affrontati per sconfiggere gli alieni, quante ne avevano passate! Ma erano sempre riuscite a cavarsela. Adesso era sola, non poteva contare sul loro aiuto. Le sue amiche erano troppo lontane per aiutarla, sarebbero arrivate solo per presenziare al suo matrimonio e poi sarebbero ripartite verso la loro vita, che mai come ora a lei sembrava tanto perfetta rispetto alla sua. Si stava per sposare, ma non era quello che voleva, ormai lo aveva capito. Non era più innamorata di Mark da tempo, ma allora perché lo sposava? Non lo sapeva. In quel momento però una risposta si fece spazio nei suoi pensieri. Lo sposava perché amava Ryan, perché gli voleva dimostrare che anche senza di lui poteva sopravvivere e andare avanti. Lo faceva per ripicca. Se dieci anni fa fosse rimasto, prima o poi sarebbero potuti stare insieme, e invece lui se n’era andato rinunciando a lei. Ma in fondo non lo poteva biasimare, lei non gli aveva chiesto di rimanere, forse perché non credeva di poter amare qualcuno che non fosse Mark. continuò ad attraversare la stanza e iniziò a salire le scale, verso l’appartamento dove prima abitava Ryan. Aprì la porta della sua stanza e, come se fosse ancora adolescente, lo rivide lì davanti a lei, appena uscito dalla doccia, a torso nudo, affacciato alla finestra, illuminato dal tramonto che lo faceva risplendere e lo faceva apparire bello come non mai. Quel giorno il suo cuore per poco non era uscito fuori dal petto dall’emozione! Trovarsi davanti una cosa del genere non le capitava certo tutti i giorni! Poi si era fatta prendere dall’imbarazzo e quando era stata scoperta non aveva saputo dire nient’altro che “Mettiti qualcosa addosso!!!”

Come erano lontani quei giorni! Adesso era tutto così difficile! E pensare che credeva che ci sarebbe stata un’altra possibilità per loro due… forse sarebbe stato meglio se non si fosse illusa. Ma era anche colpa sua… l’invito che gli aveva spedito era valido per due persone, logico che si sarebbe fatto accompagnare da una bella ragazza. Come aveva fatto a non pensarci? Comunque adesso non aveva più importanza. Lui poteva fare quello che voleva. Lei non si sarebbe più messa in mezzo e avrebbe lasciato che le cose si sistemassero da sole. Sarebbe stata forte e avrebbe sposato Mark a tutti i costi e gliel’avrebbe fatta pagare! Ma era giusto rovinare la sua vita solo per un capriccio del genere? Alla fine si decise… chi se ne importava se avrebbe vissuto il resto della sua vita nell’infelicità! L’unica cosa che importava era rendere Ryan più infelice di lei.

 

Camminava tra le luci della città e pensava. Rimuginava su tutto quello che era accaduto in quella giornata così maledettamente pesante. Quel bacio aveva complicato notevolmente le cose. Ora tutto si stava evolvendo troppo velocemente intorno a lui e doveva assolutamente fare qualcosa. Non poteva più aspettare. Doveva controllare ciò che lo turbava. Prese il cellulare e chiamò un suo amico che lavorava in America, una persona che contava molto per il Governo in quanto gli faceva guadagnare soldi senza troppa difficoltà. Con tutte le conoscenze che aveva non ci avrebbe messo molto a scoprire la verità.

“Pronto. Ufficio del signor Rowse. In cosa posso esserle utile?”
”Ehm…mi scusi sono un vecchio amico di Rowse e avrei un urgente bisogno di parlargli.”
”Mi può dire il suo nome per favore? “

“Ryan Shirogane”

“Attenda”

 

“Signor Rowse c’è una persona sulla linea 1 che chiede di parlarle. Dice che è urgente e che il suo nome è Ryan Shirogane”

“Passamelo pure Emily”

 

“Ha detto che potete parlare. La metto in linea. “

“Grazie. È stata molto gentile”

 

“Allora Ryan! Qual buon vento ti porta a farti sentire dopo tutto questo tempo?”

“Ciao Michael! Come stai?”
”Non hai risposto alla mia domanda.”

“Cos’è… non posso chiamare un vecchio amico?”

“Diciamo che di solito hai altri motivi. Comunque cosa ti serve stavolta Ryan?”

“Ecco… ci sarebbe una cosa che dovrei verificare, ma non posso avere accesso a certi dati che mi servono assolutamente e il prima possibile. Insomma pensavo che tu, vista la tua carriera, potessi, come dire, intercedere per conto mio.”

“Cosa ti serve?”

“Dovresti controllare cosa c’è negli archivi del Governo su Kathrine Shirayuki. La cosa che mi interessa di più è l’identità dei suoi genitori. Se non riesci a trovare nulla da solo cerca di farti aiutare da chi vuoi. Di sicuro non ti mancheranno i contatti. O sbaglio?”
”Ok, ma io cosa ci guadagno?”

“Devo per caso ricordarti di quella volta in cui ho impedito che venisse buttato fango sul tuo nome o…devo rinfrescarti la memoria? Sai, non so se i giornalisti hanno già dimenticato tutto”

“Va bene va bene non ti preoccupare. Cercherò tutto quello che mi hai chiesto, ma non ti posso assicurare niente. Appena trovo qualcosa te lo faccio sapere. Ma mi vuoi spigare chi è questa?”

“è quello che devi scoprire tu mio caro. Aspetto tue notizie. Mettiti al lavoro immediatamente.”

“Ok…ti chiamo il prima possibile.”

E  chiusero la comunicazione. Se c’era una persona che poteva scoprire il passato di Kathy, di sicuro era Michael. Nessuno aveva mai osato rifiutargli un favore e chi si era azzardato a farlo ne aveva pagato le conseguenze. Era in buone mani.

Stanco, decise di andare a casa a riposarsi. Quello che gli ci voleva era un bagno rilassante e una buona dormita. Sperando che Strawberry non avesse iniziato a fare troppe domande su quello che aveva fatto in quella giornata. Se fosse venuta a sapere del bacio di sicuro sarebbe andata su tutte le furie, e non voleva che questo accadesse.

 

Arrivato a casa, la trovò completamente vuota. Non c’era traccia di Strawberry da nessuna parte e sembrava tale e quale a quando quella mattina si era svegliato. Pensando che magari era uscita per svolgere degli impegni, si diresse verso la doccia e si rilassò, sgombrando la mente dai pensieri che per tutto il giorno l’avevano affollata.

Cenò da solo in salotto, visto che Strawberry non si era ancora degnata di tornare a casa o perlomeno di avvertire e poi dedicò il suo tempo a guardare la tv. Ad un certo punto squillò il cellulare e si precipitò a rispondere.

“Pronto?”

“Sono Michael”

“Allora?”
”Trovato”

“Bene. Hai fatto prima di quanto pensassi. Mi puoi mandare tutto?”

“Sì, ma…c’è un piccolo problema”

“E sarebbe?”

“Sei a conoscenza del fatto che questa notizia potrebbe sconvolgerla?”

“Sì, ha sconvolto anche me il solo fatto di sospettarlo.”

“Ti spedisco tutto al tuo indirizzo e-mail.”

“Ok. E grazie ancora. Sei un amico”

“Come no. Ciao e…vacci piano.”

“A presto”

 

Subito Ryan si fiondò nella sua camera ed estrasse dalla valigia il computer portatile che portava sempre con sé. Collegò il cavo per la connessione ad Internet e iniziò a scaricare la posta. Dopo innumerevoli messaggi pubblicitari lesse il nome del suo amico. Ciccò e aprì l’e-mail, dove trovò una notevole quantità di informazioni su Kathrine, proprio tutto quello che gli serviva. Arrivò poi a leggere il punto che gli interessava e non potè fare a meno di provare delle strane sensazioni nel cuore. Non sapeva se essere contento per averla trovata o triste per quello che avrebbe dovuto riferirle. Di una cosa era certo. Quella notizia l’avrebbe fatta rimanere di stucco.

 

Intanto Strawberry, che si trovava ancora al vecchio Café Mew Mew, non sapeva più cosa fare. Non riusciva a decidere se doveva tornare a casa e rischiare di incontrare Ryan o se doveva nascondersi per un po’ finchè non fosse riuscita a perdonarlo. Nonostante la drastica decisione presa prima, si trovava leggermente in difficoltà nel renderla reale. Infatti il problema non era dirlo a qualcuno, ma…dirlo a se stessa, al suo cuore. Non riusciva a capire perché non volesse obbedire a quello che la mente gli diceva. Si era convinta che doveva sposare Mark, eppure il cuore la costringeva sempre a ripensarci, a riflettere per l’ennesima volta. Ma alla fine le conclusioni che raggiungeva da una parte e dall’altra non combaciavano mai. Il suo cervello e il suo cuore sembravano aver intrapreso una battaglia personale e non ne volevano sapere di ristabilire la pace. Una marea di dubbi continuavano ad assalirla ma anche tante certezze. La certezza che lo sposare Mark sarebbe stato il modo più efficace per vendicarsi di Ryan, la certezza di essere sempre amata, di non correre pericoli, in fondo lui era stato il suo Cavaliere Blu, il quale viveva in suo funzione. Con Ryan invece, aveva sempre passato la maggior parte del suo tempo a litigare e azzuffarsi. Ma in fondo erano anche divertenti quei continui battibecchi. Ecco… le stava succedendo di nuovo. Si era fatta trasportare dal passato che ormai da parecchio tempo, troppo in verità, sembrava non darle tregua. Scese le scale e si sedette su una delle sedie che si trovavano sopra ai polverosi tavolini. Poi, sorreggendo la testa con le mani, si lasciò abbracciare da Morfeo che l’accompagnò nel mondo dei sogni. Sogni che forse si sarebbero rivelati tutt’altro.

 

Era stato tutta la sera a leggere quei documenti inviategli da Michael. Li aveva riletti almeno 20 volte, ma ad ogni lettura nella sua mente riusciva a formulare nuove domande, oltre a quelle che di solito lo tormentavano. Soprattutto si chiedeva come avrebbe dovuto mettere a conoscenza Kathy delle scoperte fatte. In fondo non erano cose da poter dire così direttamente. Ci voleva qualcosa di particolare e ben congegnato, in modo che lei non si sentisse a disagio nel momento della rivelazione e trovasse subito qualcos’altro a cui pensare. Innanzitutto serviva una persona affidabile che lo aiutasse. Per quanto apparisse una persona dal cuore di ghiaccio, in realtà era un ragazzo sensibile. Improvvisamente, come se un lampo l’avesse colpito, gli venne in mente tutto e la situazione perfetta che avrebbe potuto fare al caso suo, gli si fece strada in testa. Gli ritornò in mente della villa che possedeva al mare, un posto meraviglioso per togliere i problemi di torno. L’avrebbe portata là e le avrebbe detto la verità. Per quanto riguardava la persona affidabile… sì… avrebbe chiesto a Strawberry dopo averle spiegato tutto. Ad un certo punto si accorse che erano ormai quasi le 2 di notte e che di Strawberry in casa non c’era l’ombra. Iniziò a preoccuparsi. Non aveva nemmeno avvertito. Se poi fosse rimasta a dormire da Mark almeno l’avrebbe chiamato, non era così irresponsabile da farlo preoccupare inutilmente! E se le fosse accaduto qualcosa??? Guardò fuori e si accorse che una pioggia fitta e scrosciante cadeva rumorosamente. Si faticava a vedere bene da quanto forte scendeva! Ma dove si era cacciata quella stupida???

Prese un ombrello e corse fuori in mezzo a quell’inferno. Iniziò a cercarla in centro, nel parco, fin sopra la torre della città, in tutti i luoghi che, per quanto si ricordava, era solita frequentare. Niente. Non la trovò da nessuna parte. Ma dopotutto poteva essere ovunque. Chissà cosa le aveva detto quella testolina per scomparire così! Disperato e stanco per la corsa fatta, si sedette sotto alla tettoia della fermata dell’autobus per ripararsi un po’. Era fradicio. L’ombrello non gli era servito a niente vista la velocità con la quale si era messo a correre. Dove poteva essersi andata a cacciare Strawberry?

 

Alcune gocce di acqua le bagnavano il viso ormai da molto tempo, ma non sembrava essersene accorta. Continuava a dormire beatamente, come se fosse la persona più felice e senza problemi del mondo. Ma in realtà era tutt’altro. E nel mondo dove si trovava, quello dei sogni, le cose non sembravano migliorare affatto. Qualcuno dice che attraverso i sogni si riescono ad affrontare i problemi dai quali durante il giorno scappiamo. Un modo per restare più calmi nella vita reale. Beh…se anche fosse stato vero, questo per Strawberry non valeva. Sembrava che andasse ad incasinare anche quel mondo così puro con i suoi guai.

Era il giorno delle sue nozze. Tutti erano in agitazione, ma più di ogni altra persona, lo era lei. Portava un bellissimo vestito bianco con un lungo strascico. Un abito semplice scelto con cura e di sicuro e di sicuro effetto, che le incorniciava il corpo, mostrando, anche se non eccessivamente, le sue forme. Una pettinatura anch’essa semplice: i lunghi capelli sciolti e tirati indietro da tre rose, con due ciuffi che le ricadevano sul viso. Un leggero trucco costituito da un rossetto pressoché trasparente che le illuminava il viso e dell’ombretto che metteva in risalto gli occhi. In mano un bouquet di rose rosse e fiori bianchi che ricadevano verso il basso. Era pronta e…perfetta. Sì, l’immagine nello specchio la soddisfala. Non pensava che per il giorno più importante della sua vita sarebbe potuta essere così bella. Ma in fondo tutte lo diventano per sposarsi. Iniziò a percorrere la strada che la separava dall’altare, verso il suo amato. Avrebbe dovuto essere felice, ma dentro di sé sentiva crescere una strana sensazione, come una vocina che le ripeteva “Sei sicura di fare la cosa giusta? Credi davvero che sia questo ciò che vuoi?”. Le tipiche insicurezze, pensò, e continuò quel suo cammino che sembrava non volerla portare mai verso la mèta, verso il suo sposo. Finalmente lo raggiunse. E lo vide. Anzi, li vide. Erano due. Due persone che nella sua vita avevano contato moltissimo: Ryan e Mark. Il primo colui che si era accorta di amare quando ormai era troppo tardi e il secondo il suo promesso sposo da sempre. Entrambi erano lì per lei. Entrambi le porgevano la mano per accompagnarla, ma non sapeva quale prendere. Non riusciva a decidere chi sposare. Tutti e due no di sicuro. Anche se forse sarebbe stata una possibile soluzione. Improvvisamente gli invitati scomparvero e si creò il buio dietro di lei. Davanti, solo Ryan e Mark che continuavano a ripeterle “Scegli me, vieni Strawberry…io ti amo”, e nella sua testa la stessa vocina di prima che la continuava a tormentare. Chi doveva ascoltare? La scelta era troppo dura. Decise per la cosa più semplice. Si voltò e iniziò a fuggire da quei dilemmi. Ma poco dopo si trovò ad essere inseguita da una persona incappucciata. Aumentò il passo, correva sempre più veloce, anche se il lungo vestito le impediva di essere agile come il gatto che una volta era dentro di lei. Fuggiva, continuava a scappare da colui che la assillava. E continuava a fuggire dai problemi che si erano creati. Poi inciampò e l’incappucciato la raggiunse, la bloccò e iniziò a soffocarla.

“Nooooooooo!!!! Per favore lasciami!!!”

“Nooooooooo!!!! Per favore lasciami!!!”

Si svegliò di soprassalto. Era stato tutto un sogno. E peraltro un sogno ricorrente che da un mese non le dava tregua. Ogni volta lo interrompeva in quel punto. Forse non lo continuava per paura di scoprire che quell’uomo l’avrebbe uccisa, soffocandola. Ma dopotutto poteva anche rischiare, era un sogno no?

Si accorse di essere bagnata e notò che delle gocce scendevano in tutto il locale. Probabilmente fuori stava piovendo e il tetto, dopo 10 anni stava iniziando ad “invecchiare”. Guardandolo meglio, era veramente malconcio! Come faceva a rimanere lì sospeso con tutte le crepe che aveva? Era una fortuna se non le era ancora crollato addosso! Onde evitare che accadesse, decise di uscire e di trovare un altro posto dove ripararsi. Magari…sì, sarebbe anche potuta tornare a casa e chiarire tutto.   

 

 

Nel frattempo Ryan aveva ripreso le ricerche della ragazza, ma ormai, avendo provato in tutta la città, non sapeva più dove tentare. Poi gli venne in mente il Café Mew Mew. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima! E non vi si trovava nemmeno lontano. Nonostante la stanchezza, si rimise a correre. Quella possibilità gli aveva dato nuova forza presa chissà dove. Si trovò davanti al cancello, indeciso se entrare o meno, quando la vide.

 

Strawberry era ferma all’entrata del Café, quando alzò lo sguardo davanti a sé e rimase stupita nel vedere chi le si parava di fronte. A pochi metri da lei, Ryan era in piedi bagnato fradicio, dalla testa ai piedi, i capelli bagnati che gli ricadevano a ciuffi sul viso. Aveva l’aria stanca e per alcuni versi faceva anche una certa tenerezza vederlo così. Lui che era sempre perfetto in qualsiasi cosa e in qualsiasi situazione, adesso sembrava aver perso quella calma e quella freddezza che lo contraddistinguevano dagli altri. Non ci poteva credere. Perché era lì? Forse perché si era messo a cercarla?

Ryan iniziò ad avvicinarsi, mentre Strawberry rimaneva sempre ferma e immobile. Non sapeva se scappare da lui o rimanere lì e urlargli in faccia tutto il dolore che le aveva provocato nelle ultime ore. E comunque, anche se avesse voluto andarsene, non lo poteva fare, perché le sue gambe sembravano essersi incollate al terreno, forse a causa della tensione che provava.

Era sempre più vicino. Adesso riusciva a vedere i suoi occhi prima nascosti dal buio. Erano sempre azzurri, quell’azzurro così vivo e altre volte ghiacciato che tante volte le avevano fatto battere il cuore. Poi finalmente le si avvicinò.

Non parlò… non disse niente… solo…l’abbracciò. Un gesto semplice e spontaneo per farle capire quanto si era preoccupato per lei.

Strawberry era ancora immobilizzata, stretta in quell’abbraccio che non si era aspettata. Non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare, ma sapeva che sarebbe voluta rimanere così stretta a lui per sempre, circondata dal suo caldo abbraccio. Tutte le dure cose che voleva dirgli sembravano essersene andate dalla sua mente. Non sentiva più nemmeno che il suo cuore e la sua mente combattevano, perché mai come in quel momento si trovavano così d’accordo.

Un lampo squarciò il cielo… si separarono e si guardarono negli occhi.

“Non farlo mai più” disse Ryan dolcemente.

“Non vuoi sapere perché l’ho fatto?”

“Solo se sarei tu a volermelo dire”

Strawberry decise che non era il caso di spezzare un momento così magico con le sue paure, i suoi dubbi, le sue angosce, il suo dolore. Avrebbe tenuto dentro tutto ancora per un po’ . Ryan le cinse le braccia e disse:
”Andiamo a casa adesso, altrimenti ci ammaleremo tutti e due!”

“Hai ragione”
E si incamminarono verso casa Momomiya.

 

 

Continua nel prossimo capitolo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Scusate se ci ho messo così tanto a scrivere anche questo capitolo, ma come la volta scorsa, il mio computer ha deciso di farmi dannare! Poi l’altra settimana sono dovuta andare ad aiutare i miei con il lavoro e quella prima sono stata alcuni giorni in vacanza! Poi sapete com’è, dopo un po’ di tempo di inattività il cervello ci mette un periodetto a ponderare cose nuove! (chissà cosa mi succederà a scuola allora!! UU’)

Comunque sia, spero che il 4° Capitolo vi sia piaciuto! È un capitolo in cui ci sono molte riflessioni dei protagonisti e poche azioni, è più introspettivo che altro. Adesso Ryan ha finalmente chiarito l’identità di Kathrine, e si prepara a comunicargliela (avete capito ormai chi è, vero?).

Non so cosa accadrà nel prossimo capitolo (perché come sapete, le idee mi vengono in mente mentre scrivo!!), ma spero che le cose comincino a chiarirsi per tutti i personaggi, altrimenti questa diventerà una storia con un finale MOLTO lontano!

Adesso passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio Lisa, Mao-Chan91, Serena, MewBerry, Orsa Minore, Shizuka, The Dreamer, Ily-chan, Ambra, Dalila, Eliana, byakko, newe, Ottavia, cia, Luna, ambra, i vostri commenti mi fanno sempre un IMMENSO piacere! Ma sono io che devo ringraziare voi per sostenermi e per leggere sempre la mia fanfic! Se non ci fossero i lettori, gli scrittori (perché? Per caso io lo sono???)potrebbero chiudere!!! Spero di non aver dimenticato nessuno e se è così mi dispiace tantissimo!!!  Se volete farmi domande e mandarmi mail fatelo pure perché io rispondo a tutti! Mi piace mantenere i contatti! Anche se a volte rispondo un po’ in ritardo per i problemi tecnici sopra citati!

Bene! Anche per questa volta è tutto! Ci vediamo nel prossimo capitolo, che spero di pubblicare prima della volta scorsa! Avete notato che con i titoli sto migliorando??? Sarà…forse è l’inglese che m’ispira!!! (modesta, eh? ^o^)

Ciao a tutti quanti!! Alla prossima!

Bacioni dalla vostra Laurachan…

 

  
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