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Autore: Groan    02/03/2013    4 recensioni
I Guaritori sono poco collaborativi, ed interrogare il ritratto di Silente è più ostico che chiedere informazioni stradali ad una Sfinge. La storia di come Harry Potter, senza sapere come e neanche il perchè, si ritrova con un'altra piccola battaglia da combattere. Una persona sgradevole da salvare, dei nuovi ostacoli da superare, allucinanti allucinazioni da sconfiggere. Ed un Pensatoio assurdo in cui frugare.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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Riassunto assai stringato dei capitoli precedenti: Severus Piton è sopravvissuto al morso di Nagini, ma secondo i Guaritori s’è salvato solo il suo corpo: per motivi incomprensibili, il mago si ritrova in una condizione assai simile a quella dei detenuti vittime del Bacio del Dissennatore. Harry Potter - ridotto psicologicamente ad un essere rabbioso, petulante e monotematico – s’è messo in testa di andare a trovarlo nel reparto per lungodegenti del San Mungo. I Guaritori, però, per un qualche motivo non permettono a nessuno di far visita al Mangiamorte. Tra relazioni che vanno a scatafascio, il ritratto di Silente che gli consiglia di lasciar perdere, angosce varie e quant’altro, Harry non sembra in grado di tirar fuori un piano che gli permetta di vedere Piton. In più, le ricerche di Ron ed Hermione non sono incoraggianti: il corpo dell’ex professore potrebbe morire da un momento all’altro. Mentre Harry si mette a fare l’avvoltoio al San Mungo per l’ennesima volta, incontra Draco Malfoy. A quanto pare, non è l’unico ad interessarsi alla sorte di Piton… si vede che gli bastava diventare un vegetale, per acquisire un po’ di popolarità.
 




II. ...si salta

"Una cosa buona non diventa cattiva solo perchè la si fa per un fine sbagliato. Questa guerra gli ha tolto tutto, anche Sirius e Lupin, gli unici che potevano dargli... non lo so. Un senso di continuità. E' come se gli avessero ucciso un'altra volta i genitori: eliminando loro due, hanno cancellato anche i ricordi che avevano dei Potter. E' orribile perdere una cosa simile... io l'ho dovuto fare, per salvare i miei, ne so qualcosa. Mi sono sentita morta, è stato... tremendo. Quindi non m'importa se voglia salvare Piton, o se in un certo senso voglia salvare sua madre, farla rivivere attraverso ciò che lui ricorda di lei. So solo che sto soffrendo insieme ad Harry, e voglio che tutto questo... smetta."

                                                                                                                                                                                                                                                             Hermione Granger
 

 

Si avvicina goffamente, come se le sue gambe avessero un paio di articolazioni di troppo.

«Malf—»
«Solo i parenti», ripete meccanicamente il Guaritore, non appena riconosce il ragazzo, neanche temesse un nuovo assalto da parte di Harry. Draco gli rivolge un’occhiata di sbieco, le mani sempre all’altezza del petto, le braccia piegate come le ali d’un pollo. Per un attimo rimangono entrambi zitti, impermeabili allo sguardo scocciato del Guaritore… almeno finché Malfoy non abbassa di scatto la testa e gli scappa un rumore improbabile dalla gola, una specie di grugnito. Una risata uscita più dal naso che dalla bocca.

 

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Si sente talmente a disagio da non rendersi conto che la sua goffaggine è direttamente proporzionale a quella di Draco: l’unica differenza è che Harry si agita, sbatte contro ogni spigolo, è involontariamente rumoroso. Ma l’ex Serpeverde si rattrappisce e basta, diventa sempre più rigido e ridicolo con quella sua postura gobba, le mani al petto come se fosse in preghiera. Sembrano i due anziani più giovani del mondo mentre se ne stanno lì, seduti ad un tavolino della sala da thè del San Mungo. Ciascuno rincagnato sulla sua sedia, le facce rigide e smunte, le schiene curve quanto la gobba di un punto interrogativo.  Saranno cinque minuti buoni che Harry s’inventa spunti di conversazione sempre più assurdi, che nulla hanno a che fare con ciò che vuole veramente chiedere. Ma Draco risponde a monosillabi e ringrazia molto forzatamente per l’interessamento, non dà spiragli di alcun tipo. E l’altro, be’, neanche si accorge di quanto Malfoy si stia trattenendo dal rovesciargli il thè bollente in faccia.

«E… ehm. Uh, è dall’udienza che non vedo la… la signora Malfoy. Tua madre. Ecco. Come…»
«Potter», inizia  a dire Draco, con un tono di voce diverso da prima. Questa volta, somiglia al brontolio d’uno stomaco disturbato. Si sforza anche di guardare l’ex Grifondoro, strizzando gli occhi come se la miopia di Harry fosse contagiosa.
«Apprezzo quello che hai fatto per noi ed apprezzo i tuoi tentativi di comportarti da essere umano. E’ tutto molto commovente. Ma se vuoi sapere qualcosa, chiedimelo!»
Finalmente scolla le mani dal petto, schiaccia i palmi contro i lati della testa, un po’ come se si volesse staccare lo scalpo dal cranio.
«Merlino, Morgana e terga di Artù, giuro che non ti sopporto. Tutto considerato, voglio onestamente essere gentile con te – ma ho anche altro da fare, cose più piacevoli. Tipo, non so, controllare la prostata ad un Drago. Quindi…»
«Sono io che cercavo d’essere gentile con te!», lo rimbrotta Harry, tutto aggrottato e con la voce magari un filino troppo alta. E’ riuscito a svegliare un vegliardo visitatore che s’era abbioccato ad un tavolo vicino, se non altro.

Harry finalmente si lancia, ma sembra incepparsi con facilità, avere difficoltà a fare un discorso coerente.
«Piton. Devo andare da Piton. E se hai almeno capito che sì, dovresti essere gentile con me, allora capirai che questo favore me lo devi! E…»
«Oh, sì, certo. Devo aiutarti a metterti la coscienza in pace lasciandoti fare chissà quale sceneggiata drammatica davanti ad un uomo che ti fa schifo! Almeno tutti vedranno quant’è caritatevole e giusto San Potter! Per restituirti un favore che non ti devo!»
«Vi ho tenuti lontani da Azkaban…»
«Molto umano da parte tua. Molto Serpeverde, anche. Seminare favori per raccoglierne i frutti – sei deficiente, ma sei deficiente con stile. Non ti devo niente, ci siamo guadagnati ciò che abbiamo. Mia madre ha rischiato la vita per te, e anch’io ho…»
«Piagnucolato qualcosa e fatto finta di niente, ecco il tuo atto eroico!»

Draco per un attimo rimane zitto, ricomincia a giocherellare con le mani. Ha un anello all’anulare, una cosa tozza di un qualche metallo chiaro, lo ruota, lo sfila, lo rimette. Ha una smorfia brutta ed assimmetrica in bocca, che gli scopre metà dell’arcata superiore dei denti.
«E ora sei tu a piagnucolare da me. Non voglio aiutarti.»
Harry fa un verso esasperato, chiudendo gli occhi. La sedia fa un brutto rumore quando si alza di scatto, sembra voglia andarsene.
Draco lo guarda con sdegno, quasi con disgusto, ma parla ancora.
«Non posso aiutarti. Non mi fanno entrare. Potrebbe mo…»
S’interrompe, fa un gesto di stizza, sfilandosi un’altra volta l’anello dal dito. L’espressione rimane quella di prima, e se prova dolore lo si nota solo dalle piccole cose. Ma Harry non è tipo da soffermarsi sui dettagli.
«Potrebbe morire da un momento all’altro, e lo vogliono far morire da solo. Perché, secondo te?»
«Dicono che è il regolamento, che viste le sue condizioni…», inizia a rispondere, con una mano aggrappata allo schienale della sedia.
«Stupidaggini. Hai idea di come si vivesse a Hogwarts? Oh, certo che no. Eri nascosto con i tuoi amichetti del cuore, e hai mollato i tuoi compagni da soli. Piton era il Preside. Lo incolpano per ciò che è successo. Vogliono che muoia, che muoia alla svelta, vogliono dimenticarselo! Non vogliono sentire le tue lagne su chissà quale redenzione o roba simile, non vogliono eroi: vogliono colpevoli. Sei riuscito a salvare noi. Gran bel lavoro, gli hai tolto dei colpevoli dalle mani: si rifaranno su di lui. E’ colpa tua se sta morendo ed io non posso neanche…»
La crisi, per Harry, arriva del tutto inaspettata: non ne aveva riconosciute le avvisaglie. Draco tira su col naso, ed è strano vedere una persona come lui cercare d’asciugarselo irosamente col dorso della mano, troppo sconvolto per cercare un fazzoletto. Le guance pallide sono sgradevolmente arrossate, per l’imbarazzo o per il pianto, s’asciuga gli occhi con gesti nervosi, veloci, come se stupidamente pensasse di non farsi vedere: basta farlo in modo arrabbiato e rapido.
«Malfoy…»
«Prenditi i tuoi “Malfoy” e mettiteli in… in saccoccia, Potter! Sei qui a parlarmi solo perché evidentemente i tuoi amichetti non ne potevano più di te! Non hai neanche bisogno del mio aiuto, sei… hai fatto infrazione alla Gringott, per l’amor di Merlino! Te la sei sempre cavata per i fatti tuoi, ce l’hai sempre fatta! Hai solo bisogno di qualcuno che ti dica quanto sei bravo a prenderti a cuore un Mangiamorte, quanto sei compassionevole a volergli stare accanto mentre…»
«Non è così. Io…», inizia a dire, ma qui si blocca. Con aria spersa. Nella fretta di trovare il “come”, si è fermato veramente a pensare al “perché”?
Draco fa una risata orribile, da iena incidentata, continuando ad asciugarsi gli occhi.
«Sai cosa, Potter? Non m’interessa. Vuoi vedere Piton e ce la farai, ce la fai sempre, con le tue motivazioni… con le tue motivazioni schifose.»
«Malfoy, se mi lasci parlare solo un momento…», cerca d’intervenire, sedendosi di nuovo. Ma Draco gli risponde solo con quella risata malsana, sofferente. E ride e piange, scuote la testa. 

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«Sei sicuro che non ti dia fastidio?», s’informa Neville, mentre la tazza che sta portando traballa sul piattino.
«Ehm. No, è… affettuosa?», risponde Harry, mentre quel tentacolo verde e ricoperto di foglie sottili si arrotola ancora di più attorno alla sua fronte, facendo un altro giro. Neville riserva alla pianta uno sguardo d’affetto incommensurabile, prima di sedersi a sua volta sul letto. Harry non si è mai veramente soffermato ad immaginarsi come fosse la casa dove il compagno passava le estati. E’ saltato fuori che è vecchia, polverosa ed orrendamente piena di animali impagliati, che se non altro brillano per la loro assenza nella camera del ragazzo. In compenso, entrare lì dentro senza sbattere i piedi in un vaso è un’impresa non da poco.
Cerca di bere il suo thè – il quinto, probabilmente, della giornata: non ne può più – malgrado i tentativi della pianta di allargare le sue effusioni anche alla sua mano destra.

«Neville, io… ho bisogno di entrare al San Mungo.»
Neville ha lo sguardo pieno di fiducia, neanche cerca spiegazioni.
«Cosa ti serve?», chiede, soltanto.
«Devo entrare in quel reparto. Quello al quarto piano.

Alice si sta lasciando ricondurre a letto, Frank contempla il muro con aria pensosa, le loro menti sono diventate qualcosa di semplice e pulito. Loro figlio esita solo un attimo prima di annuire, le labbra serrate, lo sguardo basso.

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Quello di Hermione è quasi un agguato, cammina silenziosa sui suoi mocassini. Ron prende un altro libro, ha la bocca mezza aperta, gli occhi pieni di sonno: non riesce a notare quanto sia bella Hermione con quella gonna, quando la sua fidanzata piomba al suo fianco.

«Harry è ancora da Neville?»

Ron porta le mani al petto, all’altezza del cuore – un po’ per fare dell’umorismo, un po’ perché la ragazza gli ha fatto veramente paura. Alza gli occhi verso di lei, le rivolge un sorriso assonnato ed un poco ebete.

«Starà cercando di farsi prestare una pianta carnivora. Per Malfoy. Sai, per… gnack!», e mima anche con le mani le fauci della pianta che si chiudono.
Hermione gli rivolge un sorriso accondiscendente, ma sembra disapprovare.
«Povero Malfoy. Devi cercare di…»
«Nononono, aspetta. Al “povero Piton” ci posso arrivare, anche se il fatto che sia un eroe non toglie il fatto che sia anche una merda. Sta comunque facendo una fine pessima, quindi povero Piton, okay. Ma ‘sta storia del “povero Malfoy” me la devi proprio spiegare…»
Hermione sospira, si lascia cadere su una sedia, inconsapevole che i suoi sforzi per farsi carina stiano cadendo un po’ a vuoto. E’ riuscita a fermare i capelli in un treccia grassoccia, la tormenta con le dita mentre parla.
«Be’, comunque Malfoy ha ragione. La burocrazia non c’entra niente… stanno nascondendo Piton sotto il tappeto, mettiamola così. La Mc Granitt riesce almeno a farsi dire qualcosa, ma Harry… be’, lo sai. Credono tutti che sia un po’… sotto stress, dall’ultima battaglia. Che sia inaffidabile, che si preoccupi più dei Mangiamorte che delle vere vittime. Diamine, hai letto anche te l’ultimo articolo sulla Gazzetta del Profeta… hanno bisogno di eroi meno scomodi, si buttano su Tonks e lasciano in disparte Lupin, adorano la Mc Granitt e… be’, lo sai anche te come vedono Harry.»
«Appunto. Altro che “povero Malfoy”, Harry si è sputtanato per lui, è stato dopo quell’udienza che è iniziato il gran casino. E…»
«…e Malfoy è in una situazione ancora peggiore. Di certo non potrà più prenderti in giro, perché…»
«…adesso ha le pezze al culo anche lui. Ma se non si fosse schierato con Vo… con  Voldemort, questo non sarebbe successo. Si è messo lui in quella situazione, accidenti!»
«Lo so, Ron. Ma è grazie a sua madre che Harry è ancora con noi, alla fine. E nella situazione in cui è, riguardo a Piton si trova… impotente. Non sghignazzare, Ron, è una parola come un’altra! Deve averlo aiutato molto, da quando Silente… lo sai. E adesso non gli permettono neanche di vederlo un’ultima volta. Dev’essere una cosa orribile, e noi dovremmo quantomeno evitare di prenderlo in giro: anch’io, se fossi stata al posto suo, me la sarei presa con Harry.»
«Frignava come una femminuccia», ribatte Ron, con un certo contegno.
«Oh, piantala… ricominciamo.»

Ron sbatte molto teatralmente la testa contro il tavolo, solo quando la rialza legge il titolo impresso sul libro che aveva appena preso. Ed aggrotta molto teatralmente la fronte.
“Hermione? Perché ho davanti un libro sui Pensatoi?»
La ragazza esita, accavalla goffamente le gambe, intralciate dalla gonna ampia e morbida.
«E’ possibile che i ricordi che ha visto Harry non fossero gli unici. Nella situazione in cui era, deve aver richiamato involontariamente quelli… Piton probabilmente non intendeva neanche fargli vedere tutta quella storia, ma deve aver pensato che Voldemort sarebbe saltato fuori, insieme alle ultime… ehm, direttive di Silente. Se Harry ha visto il resto è perché, probabilmente, pensava a sua madre. Quindi, se provasse a cercare provando diverse… “chiavi”, forse riusciremmo ad avere qualche indizio su ciò che è successo quando Piton è stato attaccato da Nagini.»
Ron rimane in silenzio per un attimo, si passa la lingua sulle labbra.
«Harry lo sa?»
«Gliel’ho detto poco che andasse da Neville.»
«...avverto mamma che a cena non ci sarà.»

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Si è lasciato scivolare le preoccupazioni di Minerva addosso, non gli ci è voluto comunque molto per ottenere il permesso di tornare nell’ufficio del Preside. La curva delle sue spalle è più rilassata e morbida dell’ultima volta che è entrato, non guarda gli occhi così inquietantemente vivi di Silente, mentre passa oltre il quadro. Neanche sente le sue parole, sono solo rumore di fondo, non è importante.
Pensa solamente che ha detto Malfoy – patetico, arrogante, stronzo com’è – perché aveva ragione, perché lui ce l’ha sempre fatta da solo, ha sempre vinto da solo. Non pensa ai suoi genitori che gli hanno dato coraggio, a Hermione e Ron sempre al suo fianco, pensa solo che loro volevano un soldato, eccolo il loro soldato. Solitario e cazzuto, ha vinto una guerra, è sopravvissuto troppe volte, ce la farà ancora.
Il Pensatoio sembra innocuo, poco più di una brutta ciotola. Harry si spinge gli occhiali su per il naso, ha addosso una maglietta troppo grande, stropicciata e maltrattata, c’è una clavicola sporgente che sbuca dallo scollo sfilacciato. Non vede differenze dall’ultima volta, quando aveva un urlo incastrato in gola e gli occhi pieni di lacrime, non si accorge di come quella strana nebbia, né gassosa né liquida, sembri in qualche modo più… torbida. Malsana, schifosa.
Non esita e neanche prende un ultimo respiro, prima di affondare col viso nel Pensatoio.




Note dell'autore
Prima le cose importanti. Dal prossimo capitolo, il rating si alzerà MINIMO all’arancione. Ero partita bassa, ma mano a mano che andavo avanti mi è venuta in mente roba sempre più pesante, e mi sono sentita obbligata a mettercela.
Siccome non sono poi un granchè pratica di avvertimenti e compagnia danzante, se qualcuno di voi nota delle irregolarità di rating o di avvertimenti, VI PREGO, fatemelo notare. Nella recensione, via messaggio privato, come volete – basta che evitiate la telepatia, perché temo di non avere il wi-fi nel cervello. Maledetta Legilimanzia fallace da Babbana.

Comunque, Draco non ci ha salvati. Anzi, sta facendo venire ancora di più il complesso del martire/le manie di grandezza ad Harry. Grazie Draco, ci mancava solo questo – per ripicca, nei prossimi capitoli mi sa proprio che daremo spazio a tutte le sue sfighe!
Intanto vi do appuntamento al prossimo capitolo, vi consiglio di attrezzarvi con una tisana rilassante, qualche pasticca di valeriana ed un stomaco di ferro.


  
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