Stava osservando la pioggia.
Seduto su una sedia accanto la finestera.
Le ginocchia al petto.
Un piumone che lo difendeva dal freddo.
E il rumore della pioggia.
Plic, Plic, Plic...
Un rumore rilassante.
Plic, Plic, Plic...
Lui lo odiava.
Almeno aveva iniziato ad odiarlo da quel giorno.
Gli riportava alla mente ricordi bellissimi.
Bellissimi quanto dolorosi.
Quando in inverno.
Pioveva a catinelle e, mentre fuori si moriva dal freddo.
Lui, Edward e la mamma erano raggomitolati in una coperta di lana davanti al fuoco.
Alle volte bevevano qualcosa di caldo.
Altre mangiavano Caldarroste.
E lui era così felice stretto tra la madre e il fratello.
Era così felice quando Edward, notando che aveva ancora freddo, lo abbracciava teneramente.
Oppure gli cedeva tutta la sua parte di coperta.
Era così felice...
Perchè ora non poteva più esserlo?
Plic,Plic, Plic...
Soffice rumore.
Plic,Plic, Plic...
Quasi diventato assordante per le sue povere orecchie.
Qualcuno bussò alla porta.
Qualcuno?
Erano soli in casa.
Quindi, per meglio dire
Edward bussò alla porta.
Non rispose.
Ma sentì lo scricchiolio di quella che si apriva.
Si prese a calci mentalmente.
Aveva dimenticato di chiuderla a chiave.
Non fece trasparire alcuna emozione.
E non si voltò a guardarla.
Ma la sua attenzione era tutta puntata su di lui.
Anche se non lo vedeva.
[]
-Ti ho portato questa...-
[]
Per forza dovette guardarlo.
Aveva una tazza di cioccolata fumante.
Zac!
Una fitta al cuore.
Come quando erano piccoli.
[]
-La poggio qui-
[]
La mise sulla scrivania.
Ma restò fermo.
Non se ne andò.
Si guardavano negli occhi.
Edward sapeva che lui sapeva.
Restarono così per pochi istanti.
Che a lui parvero intere ore.
[]
-Allora, se non hai più bisogno di niente...Io andrei...-
[]
Non rispose e voltò lo sguardo alla finestra.
Dietro di lui il fratello, lo fissò con sguardo rassegnato.
Come erano arrivati a questo?
Ma Edward lo sapeva.
Fingeva solo l'ignoranza.
Beata Ignoranza...
[]
-Sono giu...Se mi cerchi...-
[]
Uscì chiudendosi la porta dietro.
Non ebbe risposta.
Fece qualche passo e si appoggiò inerme al muro.
Non ci aveva creduto neanche lui a quello che aveva detto.
Probabilmente.
Alphonse, non l'avrebbe più cercato.
Perchè lui sapeva, che Alphonse sapeva.
Si lasciò scivolare a terra nascondendo la testa tra le mani...
Alphonse era rimasto immobile.
Fermo.
Ad osservare la cioccolata calda.
La prese in mano.
Anche se era impossibbile sentiva l'odore di Edward.
Scosse la testa.
Soffiò sulla cioccolata per farla raffreddare.
Un tuono ruppe il rumore frusciante della pioggia.
Fortunatamente, lui era in casa, al riparo.
Con un piumone che lo proteggeva dal freddo.
Ma, forse.
Il vero freddo lo aveva dentro.
Seduto su una sedia accanto la finestera.
Le ginocchia al petto.
Un piumone che lo difendeva dal freddo.
E il rumore della pioggia.
Plic, Plic, Plic...
Un rumore rilassante.
Plic, Plic, Plic...
Lui lo odiava.
Almeno aveva iniziato ad odiarlo da quel giorno.
Gli riportava alla mente ricordi bellissimi.
Bellissimi quanto dolorosi.
Quando in inverno.
Pioveva a catinelle e, mentre fuori si moriva dal freddo.
Lui, Edward e la mamma erano raggomitolati in una coperta di lana davanti al fuoco.
Alle volte bevevano qualcosa di caldo.
Altre mangiavano Caldarroste.
E lui era così felice stretto tra la madre e il fratello.
Era così felice quando Edward, notando che aveva ancora freddo, lo abbracciava teneramente.
Oppure gli cedeva tutta la sua parte di coperta.
Era così felice...
Perchè ora non poteva più esserlo?
Plic,Plic, Plic...
Soffice rumore.
Plic,Plic, Plic...
Quasi diventato assordante per le sue povere orecchie.
Qualcuno bussò alla porta.
Qualcuno?
Erano soli in casa.
Quindi, per meglio dire
Edward bussò alla porta.
Non rispose.
Ma sentì lo scricchiolio di quella che si apriva.
Si prese a calci mentalmente.
Aveva dimenticato di chiuderla a chiave.
Non fece trasparire alcuna emozione.
E non si voltò a guardarla.
Ma la sua attenzione era tutta puntata su di lui.
Anche se non lo vedeva.
[]
-Ti ho portato questa...-
[]
Per forza dovette guardarlo.
Aveva una tazza di cioccolata fumante.
Zac!
Una fitta al cuore.
Come quando erano piccoli.
[]
-La poggio qui-
[]
La mise sulla scrivania.
Ma restò fermo.
Non se ne andò.
Si guardavano negli occhi.
Edward sapeva che lui sapeva.
Restarono così per pochi istanti.
Che a lui parvero intere ore.
[]
-Allora, se non hai più bisogno di niente...Io andrei...-
[]
Non rispose e voltò lo sguardo alla finestra.
Dietro di lui il fratello, lo fissò con sguardo rassegnato.
Come erano arrivati a questo?
Ma Edward lo sapeva.
Fingeva solo l'ignoranza.
Beata Ignoranza...
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-Sono giu...Se mi cerchi...-
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Uscì chiudendosi la porta dietro.
Non ebbe risposta.
Fece qualche passo e si appoggiò inerme al muro.
Non ci aveva creduto neanche lui a quello che aveva detto.
Probabilmente.
Alphonse, non l'avrebbe più cercato.
Perchè lui sapeva, che Alphonse sapeva.
Si lasciò scivolare a terra nascondendo la testa tra le mani...
Alphonse era rimasto immobile.
Fermo.
Ad osservare la cioccolata calda.
La prese in mano.
Anche se era impossibbile sentiva l'odore di Edward.
Scosse la testa.
Soffiò sulla cioccolata per farla raffreddare.
Un tuono ruppe il rumore frusciante della pioggia.
Fortunatamente, lui era in casa, al riparo.
Con un piumone che lo proteggeva dal freddo.
Ma, forse.
Il vero freddo lo aveva dentro.
Plic,Plic, Plic...
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E la mia Ficcy diventa sempre più "Felice" come diremmo io e Kira, il quale ringrazio infinitamente per la recensione! E' una cosa impressionante: riesci a capire tutti i significati della Fiction!..Davvero impressionante!
Beh..che dire!
Grazie a chi ha letto.
E a chi commenterà.
Commentate!
Baci
Lily123