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Autore: Danseuse    02/03/2013    2 recensioni
E quello smiley giallo, lì, sul muro? L'espressione di una necessità sopita, niente di più.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stringi tra le dita la sigaretta.
I capelli ricci sono, come al solito, un ammasso disordinato di fili scuri che accarezzano dolcemente la pelle diafana del viso, solleticandone i tratti spigolosi.
Un tiro. Lungo.
Un leggero filo di fumo si leva dalla zona più bassa della stanza, precisamente dal pavimento su cui sei steso in posizione supina.
Grigio.

“Il lento volteggiare delle volute del fumo aiuta la mia concentrazione.”
Quanta saccenza nelle tue parole.

“E ti accorcia la vita.”
Quanta apprensione in quell'amara constatazione.

Grigio, di nuovo.
Un altro di tiro.
L'esigenza naturale e violenta di quel gesto ti sorprende, tutte le volte.
Un'altra ondata di fumo esce lentamente dalle tue labbra schiuse, disperdendosi in ghirigori scuri che perdono man mano consistenza, proprio lì, tra le piccole crepe del soffitto.
Grigio.
Le iridi cerulee scivolano con poco interesse su ogni dettaglio dell'arredo.
Grigio, che noia.
Scatti all'impiedi come un gatto colpito da un improvviso getto d'acqua, il filtro della sigaretta che oscilla pericolosamente tra le dita della mancina. E ti osservi rapidamente, critico.
Sei in pigiama. Hai la vestaglia.
Una sola parola per definirti.
Grigio.

E impazzisci, qualcosa nella tua invidiabile mente scatta.
Non hai il tempo di inviare l'impulso al corpo che, questo, già si adopera per realizzare quella folle idea. L'efficienza con cui precede le tue azioni ti lascia piacevolmente stordito.
Ed eccoti lì, adesso, davanti a quella orrenda parete che, ai tuoi occhi annebbiati, è mortalmente grigia.
Arricci le labbra, forse una smorfia, forse un sorriso, tra le dita della mano destra tieni stretto un piccolo contenitore di latta arrugginita.
Probabilmente non funzionerà. Non lo usi da troppo.
Eppure questo pensiero non ti ferma, ne agiti il contenuto con pochi e veloci movimenti verticali.
Solo il battere forsennato della pallina all'interno di quel piccolo contenitore argenteo riempie le quattro mura dell'appartamento.

Grigio, grigio, grigio.
Non ce la fai più.
Lo odi.
Ti sta prosciugando.
Lo senti penetrare nella carne, serpeggiare subdolo in ogni singola cellula del tuo corpo per soffermarsi lì, pesante, a sinistra del petto.
E fa male.

Allora agisci, poni fine a quell'inspiegabile stato di malessere.
Il capo della bomboletta sibila in modo macabro, ma non importa. Ti basta osservare quel colore acceso prendere forma per sentirti già meglio.
Un cerchio, abbastanza grande da poter abbracciare tre persone.
Due punti nella sua zona più alta.
Una mezza luna capovolta verso l'alto nella zona opposta.
Abbandoni il braccio con la bomboletta lungo il fianco e assottigli lo sguardo, ammaliato da quello sprazzo di tonalità accesa.

Giallo.
Luce. Calore. Vita.

Avanzi di qualche passo e la mano libera segue il tuo movimento, allungandosi verso una sbavatura dorata di quel cerchio apparentemente perfetto.
La sfiori con l'indice e il medio. Sporchi quelle due dita. Le tiri sotto al tuo naso, così vicino da non riuscire a metterle del tutto a fuoco.
Sono gialle e puzzano di vernice. Ma che t'importa?
Sollevi nuovamente le iridi chiare sul muro e ancora una volta ti stupisci del tuo stesso essere imprevedibile.
Uno smiley, il più brutto che tu abbia mai visto in tutta la tua vita.
Ed è giallo.
E ti sorride.
E tu sorridi a tua volta, sulle labbra una piccola ombra dorata.

  
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