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Autore: hangover    03/03/2013    3 recensioni
[...] "E tu cosa mi dai in cambio se scendo?" Chiese Harry con un pizzico di malizia nello sguardo.
"Ehm...un bacio?"
"Uno non mi basta. Ne voglio almeno mille."
"Mille? Ma mille baci una persona non puó darli neppure se passasse tutta la vita a non fare altro!"
"Iniziamo da ora. Chi ti dice che non avrai tutta la vita per darmi i restanti 999?"
Contenuti Larry e Ziam con accenni Zouis. Se il genere non vi piace, state alla larga.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis:
Eravamo, come al solito, a bordo della macchina di Liam e ci stavamo dirigendo verso una discoteca che si vociferava fosse molto esclusiva: Funky Buddha, mi pare si chiamasse.
Le dieci e mezza di sera, segna il display del mio cellulare. Harry ed Andy ci avrebbero aspettati lì, per la gioia di Niall. Mi aveva raccontato tutto del “bacio” della notte e prima e non potei fare a meno di ridere pensando a quanto fosse patetica la scena.
Osservai i miei amici uno ad uno. Sembrava che nessuno di loro fosse cambiato negli ultimi tre anni, da quando avevamo iniziato a frequentare locali. In realtà erano cambiati eccome, anche se loro probabilmente non se ne rendevano neppure conto. E tutto ciò era avvenuto in poco, pochissimo tempo.
Liam e Zayn adesso erano una coppia. Erano belli insieme, anche se completamente opposti. Se Lee era il romanticone insicuro e convinto dell’esistenza dell’amore eterno, Zayn era il classico stronzo infedele che pensa a sbattersi più tipi possibile. Eppure nel suo sguardo avevo notato che la malizia riservata a tutti i tipi che voleva farsi non esisteva più. Primo enorme cambiamento: Zayn Malik stava lentamente frenando gli ormoni e iniziava a capire che sarebbe stato molto più felice e appagato da una sola relazione stabile piuttosto che da tante e promiscue.
Liam, che in quel momento guidava concentratissimo nonostante Zayn gli parlasse nell’orecchio, sembrava guardarsi allo specchio con più compiacenza. Appariva quasi soddisfatto del ragazzo magro e dai capelli corti castani riflesso. Eppure Lee si era sempre ritenuto “un orrendo spilungone dal naso enorme”. A niente servivano le mie parole, che cercavano di convincerlo che in realtà non era così, che lui era meraviglioso, che doveva smetterla di buttarsi sempre giù. E poi, tutto d’un tratto, come per magia era arrivato Zayn, il suo ragazzo. Ora non so cosa gli avesse detto o fatto per farlo iniziare a sentire più sicuro di se, ma comunque ci stava riuscendo.
Era incredibile di come in una sola serata, come un solo avvenimento possa muovere dentro di noi quel meccanismo che ci permette di modificare il nostro carattere. Liam e Zayn ne erano un esempio lampante. Ecco il secondo enorme cambiamento: Liam Payne era sulla strada per diventare non dico sfacciato, ma un po’ più disinvolto con le persone.
Ed ecco Niall. Lui da quando Charlie lo aveva tradito era cambiato irreversibilmente. Se prima era un Liam, dopo diventò uno Zayn. Anzi, anche peggio. Aveva del tutto perso la fiducia nelle persone. Forse io, Lee e Zayn eravamo gli unici con i quali ancora si confidava. E non me la prendevo nemmeno tanto se a volte era particolarmente scontroso o diffidente nei miei confronti; lui aveva sofferto tanto e la sua esperienza in campo sentimentale era senza dubbio più grande della mia. A volte mi sentivo in colpa quando pomiciavo con Harry davanti a lui; temevo di ferirlo, portandogli alla memoria dei ricordi dolorosi.
Ma poi mi dicevo che in fin dei conti anche io avevo diritto ad avere una vita privata. Avrei evitato effusioni davanti a lui, ma sicuramente non volevo rinunciare a lui.
E poi c’ero io. A dire il vero non mi sentivo tanto diverso da qualche anno fa. Ero sempre lo stesso Louis Tomlinson, un ragazzo normalmente gay che adorava i suoi amici e voleva stare il meno possibile in casa con una madre psicopatica, un padre vegetale e un fratello omofobo. Piuttosto sentivo che le persone che stavano attorno a me cambiavano. Una in particolare: Harry Styles. Mi sentivo responsabile della sua metamorfosi. Ieri sera nel bagno mi aveva confessato che da un po’ di tempo a questa parte si sentiva diverso e ciò avveniva solo in mia presenza.
Sono sempre stato convinto che gli occhi sono lo specchio dell’anima. E quelli di Harry mi diedero conferma di tale convinzione. Ho avuto sempre la fissazione di guardare gli sguardi della gente e di interpretarli; dopo tutto, raccontano la verità meglio di qualsiasi parola. E quando mi concentrai sulle pozze verdi di Harry notai che c’era un timore rassegnato, come se dentro di lui due forze contrastanti avessero lottato in una guerra senza né vincitori né vinti. E sapevo anche il perché di quella paura: lui era spaventato a morte di dover ammettere di essersi legato ad un qualcuno. Come facevo ad esserne così convinto? Bè, me lo diceva ogni volta che mi guardava, che mi prendeva la mano, che cercava furiosamente le mie labbra, che mi sorrideva. Non usava mai le parole. Lui usava solo i gesti, delle azioni che dovevo decodificare per comporre un ritratto veritiero della personalità di Harry Styles. Non ero certo se il mio si potesse chiamare “potere sovrannaturale”, ma ero molto bravo a capire ciò che la gente pensava solo dai loro movimenti. Ed anche con lui ci stavo riuscendo, anche se contro la sua volontà.
Lui non poteva cambiare. “I can’t change” diceva il suo tatuaggio. Bè, avrebbe dovuto ricredersi. Molto presto si sarebbe reso conto che il cambiamento migliore in tutta la sua vita ero io.
 
Liam:
Che cazzo mi era preso? Solo questo sapevo chiedermi dopo quello che era successo tra me e Zayn nella camera dei miei. Gli ero praticamente balzato sopra e non gli avevo nemmeno dato modo di parlare o di replicare. Mi sentivo perdutamente in imbarazzo. Non sapevo che cosa avesse agito nel mio cervello per farmi comportare in quel modo. Iniziavo ad aver paura che quell’istinto incontrollabile avesse preso il sopravvento e che avesse dato di me un’immagine totalmente sbagliata. Ecco, Zayn mi conosceva come amico, non come fidanzato. Non sapeva come mi comportavo in intimità, cosa mi piacesse fare al letto, come interpretare i miei gemiti. E non volevo certo che pensasse che io fossi una specie di ninfomane che salta addosso al suo ragazzo come se non avesse mai visto un cazzo fino a quel momento.
Ancora non potevo credere a quello che ero stato in grado di fare, completamente contrario alla mia natura. Da una parte ero contento; forse stavo iniziando ad acquisire la sicurezza che tanto bramavo. Ma dall’altra assolutamente no: mi sentivo un completo idiota.
Zayn non parlava mentre la mia erezione sfregava contro la sua, mentre gli mordevo ogni centimetro di pelle, mentre la mia mano era sul suo petto che ascoltava il suo cuore battere velocissimo. No, non dava segni di ribellione o di disapprovazione. Forse gli era piaciuto. Ma che cazzo stavo pensando? Era stata la mia aggressività e la mia improvvisa sfacciataggine da togliergli la forza per dire qualcosa. Che vergogna! Sperai con tutto me stesso che Zay non avesse creduto che fossi improvvisamente impazzito. Gli dovevo parlare assolutamente. Gli avrei chiesto scusa e sarei tornato ad essere il solito Liam Payne di sempre, eternamente soggetto alla patologica insicurezza. Si, forse era meglio così. Era molto più facile nascondersi dietro ad una maschera fatta di timidezza piuttosto che esporsi al giudizio delle persone. Giudizio? Persone? Innanzitutto, Zayn non avrebbe neppure minimamente pensato di giudicarmi né nel bene e né nel male. E poi lui non era “le persone”: lui era Zayn Malik, il mio ragazzo. Il solo che forse mi apprezzava davvero per quello che ero, l’unico aveva acceso in me la ancora flebile fiamma della sicurezza.
Arrestai la macchina in una strada buia, come almeno i tre quarti delle vie di Londra alle undici di sera. Attesi che scesero Niall e Louis prima di fare un cenno eloquente a Zayn; dovevo dirgli tutto e subito. Lui capì e sul suo volto si dipinse un’espressione a metà tra l’accigliato e il preoccupato. Abbandonammo anche noi il veicolo mentre Lou e Nialler ci avevano lasciato un po’ di privacy andando a fumare una sigaretta lontani da noi. Presi un respiro e mi misi di fronte a Zayn.
“C’è qualcosa che non va?” fece subito lui notando che avevo serie difficoltà a guardarlo negli occhi.
“Sono io che non vado” risposi melodrammatico. Perché quando ero nervoso avevo sempre degli atteggiamenti pateticamente plateali?
Mi guardò preoccupato. Mio Dio, non è che pensava che volevo porre fine alla nostra brevissima relazione?
“N…non capisco, Lee” farfugliò grattandosi nervosamente la testa. Di nuovo, feci un altro respiro. Non mi ero saputo proprio spiegare con quella specie di battuta da film che avevo fatto.
“Zayn, ti volevo chiedere scusa per stamattina sul letto. Credimi, non so cosa possa essermi preso…”
Scoppiò a ridere in modo quasi isterico, come se con la risata avesse buttato via tutta la tensione accumulata in quella manciata di minuti.
“Tutto qui?” mi chiese una volta ripresa la sua espressione di sempre. Io, che nel frattempo ero rimasto in un imbarazzante silenzio, annuii mordendomi il labbro.
“Posso dirtela io una cosa?” mi domandò posandomi una mano sulla spalla.
“Che cosa?”
“Vaffanculo, Liam. Mi hai fatto seriamente preoccupare. Vaffanculo tu e le tue fottutissime seghe mentali!” esclamò. Mi misi a ridere, pensando che probabilmente aveva ragione. Mi avvicinai e lo abbracciai stretto, lasciandogli un bacio sulla guancia ruvida di barba. Rispose all’abbraccio e mi sussurrò all’orecchio, mentre i nostri corpi erano in stretto contatto: “Tanto per la cronaca, mi è piaciuto quello che hai fatto. E non poco.”
Ridacchiai e lo guardai negli occhi, ritrovando il coraggio di farlo che prima mi era venuto a mancare. “Me ne sono accorto, Zay” dissi maliziosamente, rivolgendo fugacemente lo sguardo in mezzo alle sue gambe. Mi diede uno schiaffetto sulla spalla e fece l’espressione da finto imbarazzato, che proprio non gli si addiceva. Prese il mio volto tra le mani e mi baciò dolcemente, permettendo alle nostre lingue di incontrarsi lentamente, come se si stessero scoprendo per la prima volta. Poi si staccò piano e pose la sua fronte sulla mia.
“Perché?” mi chiese.
“Cosa?”
“Sei così stramaledettamente insicuro?”
Scrollai le spalle. Non sapevo cosa dire. Era la stessa dannata domanda che mi ponevo da quando ero abbastanza grande da capire come fosse fatto il mondo.
“Lee, te lo ripeto ora per la miliardesima volte e non costringermi a ripetertelo ancora. Tu sei perfetto. E se qualcuno mi dicesse di scegliere l’ottava meraviglia, io sicuramente proporrei te. Non immagini nemmeno quanto io sia fortunato ad averti, qui tra le mie braccia, mentre il resto dei nostri coetanei non ha la più pallida idea di cosa voglia dire la parola “perfezione”. Io lo so che cosa significa. E sai perché? Perché la perfezione è mia, mi appartiene. La mia perfezione si chiama Liam Payne.”
Ascoltai le sue parole come se fossero la musica più bella di questo mondo. Non riuscivo neppure a pensare qualcosa da dirgli: tutto ciò che mi veniva in mente sembrava scontato e stupido. Non volevo piangere per non sembrare più debole di quanto non fossi già. Boccheggiai in cerca di quell’aria che Zayn mi aveva fatto mancare; lo guardavo con la bocca semi aperta, in attesa che un suo bacio vi si posasse, che mi desse qualche segno, che mi dimostrasse in qualche modo che lui era lì davvero per me. Sentivo gli occhi diventarmi insopportabilmente pieni di lacrime. Per quanto pregavo me stesso di controllare l’imminente pianto, era difficile fingere che quelle lacrime non fossero sul punto di rigare il mio volto. Mi aggrappai alle sue braccia, come una disperata richiesta di aiuto, come se quel gesto mi avesse evitato di piangere. Mi prese il volto tra le mani e mi stampò un bacio sulla fronte. Ringraziai il buio di quella strada che nascondeva la mia espressione commossa. Tirai su col naso e lui mi sorrise dolcemente.
“Ehi, stai piangendo?” mi fece, cercando un contatto con i miei occhi. Merda, se ne era accorto. Non risposi, tentando in tutti i modi di fargli capire che si stava sbagliando, che in realtà le lacrime che prepotentemente premevano per uscire non c’erano. Mi strinse forte a sé. Mio Dio, stavo provando le sensazioni più strane: sentivo lo stomaco completamente sottosopra, come se dovessi vomitare. Tremavo, e non per il freddo.
“Ci sono qui io con te, Lee” mi disse mentre le sue braccia mi stringevano le spalle “guardami.” No, ti prego, non chiedermi questo.
Mi costrinse ad incrociare i suoi occhi. Dovetti fare appello a tutte le mie forze per non esplodere in un pianto dirotto.
“Sai che quando ho detto a Louis che volevo parlarti di ciò che provavo per te stavo per scoppiare a piangere?” chiese lui con un sorriso, simile a quello che le mamme fanno ai loro figli quando si rialzano dopo una brutta caduta. Scossi il capo, cercando di rispondere al suo sorriso. Mi sembrava strano che lui, forte e sicuro, potesse piangere per me. Eppure aveva appena ammesso che fu così.
“M…ma perché?” chiesi, non capendone davvero il motivo.
“Bè, perché pensavo che se mi fossi dichiarato avrei fatto una figura di merda”
“Come hai potuto minimamente pensare una cosa del genere?” gli dissi mentre con le dita gli sfioravo gli zigomi.
“E tu come puoi ancora pensare di non essere perfetto?” rispose lui semplicemente. Si ma nel mio caso era una cosa diversa: lui davvero era in grado di ottenere tutto ciò che voleva. Io invece ero il mediocre Liam Payne, bruttino e senza alcun talento che si accontentava del minimo senza neppure aspirare a qualcosa di meglio. Feci un profondo respiro e gli sorrisi. Dopo mi baciò sulle labbra e notando il mio silenzio disse: “Allora, ti ho convinto?”
“Ma…” articolai, cercando di dirgli che ero lungi dall’essere perfetto come diceva lui.
“Niente ma. Adesso entriamo in questa fottuta discoteca. Rendi questi sfigati invidiosi di te. Puoi farlo, Lee. Ricordati che sei perfetto.”
 
Louis:
Luci, suoni, persone. Tutto sembrava una massa informe di gente. Ma io vedevo solo un ragazzo; Harry Styles si muoveva davanti a me in tutto il suo splendore. Quella discoteca era molto grande, anche se per via della folla che ondeggiava a tempo di musica sembrava la metà di quello che era in realtà. Ero già al secondo drink e iniziavo a sentire la testa più leggera del normale. La musica altissima rimbombava nelle mie orecchie mentre avevo il corpo appiccicato a quello di Hazza. Sorrideva e si avvinava per baciarmi mentre con le mani mi stringeva i fianchi. Dio, quant’era bello. Senza dubbio uno come lui non passava inosservato. E infatti c’erano i soliti arrapati cronici che lo guardavano con malizia. Mi facevano davvero pena: poverini, non sapevano che lui era solo mio. Hazza era talmente impegnato a sfregarmi il pacco sulla gamba che nemmeno si rendeva conto di essere desiderato da un gruppo di quattro o cinque ragazzi che barcollavano vicino a noi.
Gli misi le braccia attorno al collo, per dimostrare che lui quella sera non era disponibile per nessuno, se non per me. Intanto quelli non la smettevano di guardarci, come se fossimo dei rari animali da circo.
All’improvviso una coppia di ragazze con delle bibite in mano pensò bene di venire a passare proprio tra me e lui, interrompendo il nostro contatto. Se non avessi avuto un mostruoso autocontrollo le avrei picchiate senz’altro.
“Scusate, ragazzi” lessi dalle labbra di una delle due.
“Figurati, brutta puttana” dissi io guardandola male. Fortunatamente era già troppo oltre per potermi sentire.
Che cazzo! Mi era bastato solo un secondo che mi ero staccato da Harry che già uno di quegli stronzi si era avvicinato a lui. E gli stava anche parlando in un orecchio. Mio Dio, ma la gente dove aveva messo il pudore? Aveva visto che Hazza stava ballando con il sottoscritto, per quale motivo doveva provarci?
La cosa che mi fece incazzare più di ogni altra era l’espressione sul volto di Harry. Ogni tanto mi guardava compiaciuto e osservava attentamente la mia espressione. Sapeva della mia gelosia ossessiva e voleva vedere come avrei reagito. Intanto quell’energumeno continuava a fargli delle spudorate avances. Strinsi in pugni: ero furioso, ma non glielo diedi a vedere ad Harry. Non potevo dargli mica questa soddisfazione. Cercai con lo sguardo un ragazzo decente con il quale potevo fingere di provarci. Eccolo lì, da lontano non sembrava male. Era seduto su uno sgabello da bar e stava bevendo. Mi avvicinai a lui e gli feci nell’orecchio, sfoderando uno dei sorrisi più maliziosi che riuscissi a fare: “Ciao. Vuoi ballare?”. Il tipo annuì, lasciò il drink e mi seguì sulla pista. Andai a mettermi proprio davanti ad Harry ed iniziai a muovermi attaccato al ragazzo che avevo appena rimorchiato.
Mi divertii come un matto nel notare la faccia di Hazza in quel momento. Si bloccò all’improvviso. Spalancò gli occhi e la bocca; probabilmente se avesse avuto una pistola in mano avrebbe sparato il ragazzo che stava ballando con me. Spostò con violenza il suo tipo e iniziò a farsi strada tra la folla, a spintoni. Lo vidi avvicinarsi a me con furia quasi omicida. Perfetto, ero riuscito anche quella volta nel mio intento.
Mi strinse il polso e mi tirò da parte, il più lontano possibile dal tipo rimasto sconvolto. Poi gli diede una forte spinta, tanto da farlo barcollare. Gli si avvicinò e gli urlò con il volto contratto per la rabbia: “Scusa, bello. Lui sta con me.”
Detto ciò mi trascinò con forza fuori dal casino, in una piccola stanza che faceva da anticamera. Era abbastanza scura e piuttosto squallida a dire la verità. Mi lasciò il polso e fece un respiro. Io mi stavo divertendo come una matto: se c’era una cosa che adoravo, era quella di far ingelosire le persone.
“Ma si può sapere chi cazzo era quello?” iniziò a sbraitare.
Alzai le spalle: “Non lo so. Potrei farti la stessa domanda.”
“Come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere?”
“Cosa? Ballare con un altro ragazzo? Bè, a me è sembrato che anche tu hai fatto lo stesso!”
Fece un secondo sospiro. Poi si passò la mano tra i capelli e rise amaramente.
“Benissimo. Volevi farmi incazzare? Volevi la scenata di gelosia? Ti ho accontentato, Louis! Soddisfatto adesso?”
“Non sai quanto.”
“Adesso facciamo come se non fosse successo niente e torniamocene di la” disse mentre iniziava andarsene. Lo bloccai immediatamente.
“Aspetta”
“Che c’è?”
“Non vuoi calmarti meglio dandomi un bacio?” gli chiesi con un sorriso. Alzò gli occhi al cielo e poi sogghignò anche lui. Si avvicinò di nuovo e mi premette contro il muro alle mie spalle. Mi baciò con veemenza, come se le nostre lingue appiccicate avessero potuto cancellare l’accaduto di poco prima. Ma una cosa non potevano rimuoverla dalla mia memoria: aveva detto al ragazzo con cui ballavo “lui sta con me”. E non me l’ero immaginato. Dovevo immediatamente mettere in chiaro la sua affermazione. Mi staccai delicatamente dal bacio e gli dissi: “Posso farti una domanda?”
“Tutto quello che vuoi,Lou”
“Ma cosa siamo io e te?”
“Persone, suppongo.”
“Harry, intendo noi due.”
Rise, mi accarezzò e aggiunse: “Temevo che questo giorno sarebbe arrivato”
“Quale giorno?”
“Il giorno in cui io dovevo rispondere ad una domanda del genere. Non me l’ha mai fatta nessuno prima d’ora.”
“C’è sempre una prima volta, Hazza. Ancora non mi hai risposto però!”
“Beh, vuoi che mi inginocchi?” disse sorridendo.
Mille infarti. Ecco cosa mi erano appena arrivati al cuore. Respiravo a fatica, non mi sentivo più le gambe, le braccia, la testa. Niente. All’improvviso era come se il mondo si fosse fermato, come se il tempo avesse cessato di esistere, come se io avessi smesso di essere vivo. Sentivo che ogni atomo del mio corpo si stava smaterializzando per fare posto ad altri nuovi. E quei nuovi atomi si chiamavano Louis ed Harry.
 
 
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….eeee buonasera mie gioie <3
Come avete potuto notare, ho lasciato l’ultima parte un pochino in sospeso (no, diciamo che ho lasciato molto in sospeso xD). È ovvio cosa succederà dopo, ma volevo dedicare un capitolo SOLO ai Larry :D
No, ma comunque spero che almeno la parte Ziam sia un tantino decente D:
E volevo anche dedicare (si sono patetica, lo so XD) a Liam Payne. Si perché il fatto che durante il concerto si sia messo a piangere perché non riusciva a raggiungere la nota mi ha fatto rendere conto ancora di più della sua perfezione <3
Recensite, se non vi dispiace ;)
Spero di non avervi deluso!
___hangover
  
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