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Autore: EuphemiaMorrigan    03/03/2013    12 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Hey, Teachers, leave those kids alone!-

 

Note: Gioite fan dello yaoi finalmente fanno pocatmmkjdkwjqiwdqk °Viene imbavagliata da Sasuke°

-Ma sei scema? Non è questo il capitolo-

Ah no? °Chiede confusa liberandosi°

-No cretina-

Uffa però °Broncio° Ti dai una mossa!

-Sei tu che scrivi imbecille-

Tu non collabori

-Tu sei deficiente-

Tu bastardo

-Tu idiota-

Tu impotente

-TU SEI MORTA!-

Scusate, lo dovevo fare almeno una volta. Hahahahaha. Meglio che fuggo 'Suke mi sta inseguendo con la spada. Bacio! Oh, il titolo viene da The Wall. Pink Floyd.

 

 

Fare il professore non era il mio sogno.

Non lo era mai stato.

Obito...

Lui, lo voleva.

Lo stupido, impulsivo e divertente Obito.

Poi...

Poi Obito mi ha lasciato, ed io...

...Ho deciso di fare il professore.

Per lui.


Ventidue anni prima:


«Uffa» Sbuffò Naruto, seduto a gambe incrociate sul pavimento della sua stanza. Sarutobi l'aveva costretto a rimanere in camera perché non aveva finito tutti i suoi compiti e lui si annoiava, terribilmente.

Qualcuno bussò alla porta, lui si rialzò e, con un piccolo broncio, aprì borbottando «Jiji se sei tu, sono ancora arrabbiato».

«Non sono Sarutobi-sama» Rispose la voce dura e profonda di Kurama.

Il bambino si bloccò, impaurito, e balbettò «C-che ci fai qui?»

Il ragazzo fece un piccolo sorriso «Sarutobi-sama mi ha detto di portati questo» Lo informò, mostrandogli il vassoio con dentro un piccolo pezzo di torta.

A quella vista lo stomaco di Naruto borbottò sonoramente, mettendolo in imbarazzo «Sì... Grazie» Disse con voce incerta, prendendo il cibo che gli porgeva il giovane.

«Bene. Ora vado» Affermò Kurama, voltandosi ed allontanandosi lentamente.

Forse mi sono sbagliato. È stato gentile... Poi oggi è... Almeno visto che jiji ha da fare festeggio con qualcuno... Pensò il bambino, in modo confusionario, osservando la sua schiena. «Kurama-san -Lo richiamò con un sorriso- Te la sai fare matematica?».

Il ragazzo dai capelli rossicci si voltò di nuovo verso di lui ed arcuò un sopracciglio «Sì, perché?» Domandò incolore.

Il più piccolo si guardò la punta delle scarpe, arrossendo timido e chiese flebile «Io no. Me la dai una mano? Per favore».

Kurama fece una strana smorfia poi, tornando inespressivo, alzò le spalle e rispose «Va bene. Tanto non ho da fare».

Era il dieci ottobre. Il giorno del suo compleanno. Da quella volta, Naruto, non aveva mai più festeggiato un compleanno. Nemmeno uno.


Presente:

 

C'era una volta uno spirito malvagio, dalle sembianze di una gigantesca volpe a nove code. Con il solo movimento delle sue code, la volpe, poteva provocare frane e maremoti. Per far fronte a quello spirito, la gente invocò l'aiuto dei Ninja. Uno solo di quei Ninja, a costo della propria vita, riuscì a imprigionare lo spirito. Quel Ninja era il quarto Hokage...”


«Allora. Allora. Allora. Allora. Che te ne pare?» Gli saltellò intorno Naruto, eccitato ed incapace di stare fermo. Era una settimana intera che ci stavano lavorando senza sosta, giorno e notte. Si erano rinchiusi con Hinata e Ten-Ten nello studio del biondo, al Rinnegan, e non facevano altro che disegnare, scrivere e corregge le bozze; dormendo si e no tre ore al giorno, ammazzandosi di lavoro senza lamentarsi. Doveva ammettere che, Sasuke, era realmente un genio, proprio come il suo personaggio, in soli sette giorni era riuscito a sbloccarlo, a dargli nuove idee e, in più, disegnava qualsiasi cosa alla perfezione. Perfino Sakura, che non poteva muoversi dal letto, aveva dato una mano: inviando alcune foto di quando era bambina, per dargli una traccia e mandando Itachi a portagli da mangiare. A Naruto veniva da ridere, ricordandosi la faccia furente dell'Uchiha maggiore quando gli raccontarono il suo ruolo nella storia ed ancor di più, sorrideva, ricordandosi il ghigno soddisfatto quando all'orecchio gli disse “In verità mi è venuta in mente una cosa: lo hai fatto su ordine di Konoha per proteggere il villaggio e il tuo Otouto, ma acqua in bocca che Sasuke ancora non lo sa”. La papera-cattiva, così come ormai lo chiamava Hidan ogni qual volta che lo incrociava per i corridoi, l'avrebbe ucciso. Ma non importava, ora la cosa fondamentale era il giudizio di Nagato.

«Mmm sì. -Affermò il maggiore degli Uzumaki, osservando attentamente le tavole- L'idea di usare personaggi reali e dargli un ruolo all'interno della trama è buona, originale. Ma non so... Manca qualcuno!» Finì storcendo la bocca pensieroso e grattandosi il naso appuntito. C'era qualcosa che non lo convinceva, era troppo... Infantile: tre ragazzi che diventano Ninja e svolgono missioni. Da soli. No, era poco “reale”. Serviva un adulto.

Naruto si bloccò a quello parole e, stringendo i pugni lungo i fianchi, abbassò gli occhi al pavimento. Basta! Perché? Per quale dannato motivo non gli va mai bene nulla?... Si domandò affondando le unghie nella carne. «Non riesco a capirti, cosa c'è ora che non va? Abbiamo una trama, dei personaggi, un cavolo di protagonista, cosa... Cosa manca ancora?» Parlò tutto d'un fiato, con furia.

Nagato alzò gli occhi verso di lui e sospirò, a volte Naruto era maledettamente infantile, poi lo informò calmo «Un sensei!»

«Un sensei? -Ripeté, stralunato- Ma c'è già un sensei. Non lo vedi? -Indicò le tavole- È Iruka!» Concluse alzando leggermente il tono di voce. Cosa? Mi sta prendendo in giro?.

Nagato scosse la testa e dichiarò «No, Iruka è l'istruttore delle reclute! Serve qualcun altro, per ogni squadra. Questi ragazzi hanno tredici anni, Naruto, anche se sono Ninja è irreale che vadano in giro ad affrontare missioni pericolose senza una guida. Qualcuno che li faccia crescere. Che li istruisca. Mi capisci?» Chiese, in tono bonario. Era la prima volta che non gli urlava contro.

Naruto annuì, aveva ragione. Come sempre.

«Naruto? -Lo richiamò Nagato, con tono cupo- Sei sicuro di voler inserie...» Lasciò la frase in sospeso, incapace di pronunciare quel nome.

Il giovane uomo sospirò e disse duro, prendendo le tavole dalla sua scrivania, «Sì, Nagato. Sono sicuro» Poi uscì dal suo ufficiò. Senza potersi trattenere dallo sbuffare sonoramente una volta fuori. È un pezzo della mia vita. È la mia vita. Se il protagonista sono io, lui deve esserci...

«Allora? Che ha detto il capo? C'è l'abbiamo fatta?» Lo investì, letteralmente, Ten-Ten con tono entusiasta ed un grande sorriso. Erano tutti lì: Ten-Ten gli si era avvicinata andandogli incontro, incapace di stare ferma. Hinata stava, invece, compostamente seduta su una sedia; leggermente stanca per le ore di sonno perse. E Sasuke... Lui era poggiato con la schiena contro il muro, stravolto, le braccia incrociate al petto ed i capelli spettinati... Beh... Era un po' tutto scompigliato. Lo osservava attentamente, con la testa inclinata in sua direzione, aveva arcuato un sopracciglio nello stesso istante in cui era uscito dall'ufficio di Nagato. Aveva capito cos'era successo con un solo sguardo, senza bisogno di parole. In soli sette giorni si erano legati in modo fin troppo stretto, tanto che, Sasuke, riusciva a leggergli in viso ogni pensiero ed emozione. Avevano praticamente passato ventiquattro ore su ventiquattro insieme, dormendo l'uno poggiato all'altro sulle scomode sedie dell'ufficio di Naruto. E questo non andava bene, per niente. Non poteva, non voleva innam... Affezionarsi ad Uchiha Sasuke. No, mai!

Sospirò stancamente e li informò con tono asciutto «Mi dispiace. Ha detto che mancano i sensei!».

«Ma come? C'è Iruka!» Disse Ten-Ten, sbattendo le palpebre confusa.

Naruto si sedette vicino ad Hinata, mentre gli occhi di Sasuke gli perforavano la schiena. Da qualche giorno non faceva altro che osservarlo. Non va bene. Non va bene. Non va per niente bene! Continuò a ripetersi stringendo convulsamente le tavole tra le mani, quegli occhi lo stavano bruciando, letteralmente. «Dice che... Ne servono altri per ogni squadra. -Parlò a fatica, sempre più imbarazzato dalla presenza di Sasuke- Quindi... Pensavo ad Asuma, era il mio vecchio professore di matematica al liceo; molto legato a Shikamaru Nara, quello pigro in squadra con Ino e Choji. Credo sarebbe perfetto per il team 10» Finì portandosi una mano dietro il collo e massaggiandolo delicatamente. Prudeva e scottava ogni secondo di più. Cazzo! Smettila di guardarmi!.

«Kurenai» Pigolò piano Hinata, distraendolo da suoi pensieri.

Il biondo si voltò verso di lei e chiese, con un leggero sorriso, «Cosa Hinata? Scusa non ho sentito bene».

Lei si tormentò le mani per un attimo, poi sospirando parlò «Per noi! Cioè... Per Hinata, Kiba e Shino... Kurenai era la mia insegnante di pianoforte... Una donna bella e forte. Mi ha insegnato molto, anche nella vita. Sarebbe perfetta... Ovviamente se lei è d'accordo Naruto-sama» Sì affrettò a concludere, con le gote leggermente rosse dall'imbarazzo. Non era il tipo che parlava molto.

«Certo che sono d'accordo! -Esclamò con un sorriso enorme- Hinata sei fantastica. Quando puoi portami la sua bozza e la miglioriamo insieme» Le disse felice.

La ragazza si alzò dalla sedia e sorridendo rispose «Lo faccio subito! Ten-Ten, mi aiuti?» Chiese rivolgendosi all'amica.

«Certo che sì» Affermò questa, prendendola per mano e trascinandola quasi verso l'ufficio di Naruto.

Lui se ne rimase seduto, sospirando distrutto ancora una volta; quel lavoro lo stava uccidendo «Ora manca solo il sensei del team 7» Sussurrò a se stesso, si era quasi dimenticato della presenza, asfissiante, dell'Uchiha.

«Io avrei in mente qualcuno» Intervenne lui con voce profonda, provocandogli un brivido lungo la schiena.

Cristo! Perché la sua voce mi fa questo effetto? Naruto, cazzo! Ha vent'anni è un ragazzino, riprenditi... Si ammonì «E chi?» Domandò poi, voltandosi verso di lui.

Sasuke sorrise leggermente e lo informò «Il sensei più demente della galassia!».


Hola. Hola. Hola. Segreteria telefonica di Kakashi. Lasciate un messaggio e vi risponderò, in ritardo, ma lo farò.


Se sei Jiraya: l'ultimo Icha-Icha era... Fenomenale, mi ha commosso!

Se sei Orochimaru: serpente a sonagli! Il povero Sasuke preferisce le mie lezioni non le tue.

Se sei il leccapiedi di Orochimaru: scusa, ma tendo a dimenticarmi i nomi.

Se sei Gai: ho vinto!

Se sei uno dei miei allievi: non sono in ritardo, sto creando ecco perché non sono lì.

Se sei Sasuke: se avessi avuto un figlio... L'avrei voluto l'opposto di come sei tu! Ma ti adoro lo stesso, mio pupillo.

Se sei Rin: … Sarei molto felice se ogni tanto mi chiamassi.


Bip.


Kakashi. Carissimo. Ti è arrivata la copia autografata con dedica?. Dovresti vedere il prossimo, ho fatto ricerche in ogni dove per scriverlo. Oh, sono all'ospedale Tsunade mi ha pestato di nuovo”.


Bip.


Dovresti portare rispetto per i tuoi sempai. E poi, perché nomini prima Jiraya eh? Quel fallito, scribacchino da due soldi, brutto rospo, bavoso, vecchio pervertito...”


Bip.


Si vergogni! È un maleducato. Ha perfino fatto infuriare Orochimaru-sama”


Bip.


La giovinezza vince sempre. Per cui ho vinto io”


Bip.


Sensei? Dannazione, è la terza volta che saltiamo le sue lezioni perché sta “creando”. Si muova!”


Bip.


Perché io ho un messaggio personale? Per quale cazzo di motivo mi perseguiti? E comunque alle 14.00 precise fatti trovare allo Sharingan, mi servi. NON FARTI STRANE IDEE!”


Biiiiip


...”


Quell'ultimo messaggio muto, fu la cosa che a Kakashi fece più male. Sapeva che era Rin, ne era certo, chiamava sempre quel periodo dell'anno. Lo chiamava e riagganciava immediatamente, senza dire una parola, da quindici lunghi anni. Doveva vederla da allora, da quando tutta la sua vita cambiò. Da quando lui stesso divenne un'altra persona. Lei gli dava la colpa di quello che era successo e lui non poteva darle torto, né poteva prendersela. In fondo condividevano lo stesso dolore. Quasi lo stesso.


Quindici anni prima:


«KAKASHI! OBITO!» Li richiamò, con un dolce sorriso, una giovane donna di vent'anni; correndo verso di loro con un braccio alzato e scuotendo la mano, salutandoli.

«La mia Rin!» Esclamò, Uchiha Obito, con gli occhi che stavano per prendere la forma di due cuori. Pareva il personaggio di uno shojo.

Kakashi, lo scrutò in cagnesco, poi si limitò a fare un cenno con la testa. Aveva le mani in tasca e la faccia, per quanto potesse intravedersi da sotto la mascherina medica che portava costantemente, scura e seria. Tutto il contrario dell'altro.

Rin li raggiunse, si piegò posando le mani alle ginocchia per riprendere fiato ed infine si rialzò parlando dispiaciuta «Per fortuna vi ho trovato. Mi dispiace tanto, ma mia mamma ha la febbre alta e devo badare a mio fratello. Non posso venire a cena con voi stasera. Però voi andate, io verrò un'altra volta».

«Non fa niente» Le rispose perentorio Kakashi, quella uscita nemmeno la voleva fare.

«Ma come “Non fa niente”? -Sbraitò Obito agitando le mani- No, Rin. Erano secoli che dovevamo stare tutti e tre insieme. Ti prego!» La supplicò, mettendosi le mani davanti al volto ed unendole in preghiera.

Lei rise dell'atteggiamento infantile dell'amico, che non sarebbe mai cambiato «Mi dispiace tanto, ma ora devo proprio andare. -Disse tutto d'un fiato- Sarà per la prossima volta giuro. Ciao ragazzi!» Li salutò con un altro sorriso, correndo di nuovo verso casa.

Obito la guardò andare via con un broncio sul viso, poi con quasi le lacrime agli occhi si lamentò «Non vale! Proprio oggi che potevo stare solo con la mia Rin».

«Solo?» Domandò Kakashi, alzando un sopracciglio.

L'altro si voltò in sua direzione «Beh... Tu non conti, non parli mai!» Esclamò scoppiando a ridere.

Kakashi cominciò a camminare lentamente, seguito “dall'amico”, «Ma quando la smetterai?» Domandò retorico e leggermente irritato.

«Di fare cosa?» Chiese Obito, incrociando le braccia dietro la testa.

«Di far finta che ti piace ancora Rin» Buttò fuori velenoso, velocizzando il passo. Non lo sopportava quando faceva finta di non capire.

Obito si arrestò e cercò di dire flebile «Kakashi è che...» Questo lo bloccò, fulminandolo con lo sguardo «Kakashi un cazzo! Stiamo insieme da tre fottutissimi anni e lei, come tutti, ancora non lo sa. Cosa vuoi aspettare: la vecchiaia?» Finì con un ringhio.

«È innamorata di te. -Sussurrò abbassando gli occhi a terra- Non voglio farmi odiare, è l'unica amica che ho» Concluse triste.

L'altro sbuffò esasperato, non lo capiva. Non l'aveva mai capito. Che bisogno aveva di un'amica se aveva lui «Vacci da solo a cena fuori!» Disse perentorio, attraversando la strada, senza nemmeno controllare che il semaforo fosse verde.

Obito sgranò gli occhi, impaurito, e lo seguì «KAKASHI, ASPETTA. CRETINO È ROS...» Non fece in tempo neanche a finire la frase, che una macchina lo investì in pieno.

«Obito...» Mormorò Kakashi con occhi sgranati, non aveva nemmeno la forza di urlare; era successo tutto così velocemente che non se ne rendeva conto. Un secondo prima stavano litigando, un secondo dopo Obito era steso in una pozza di sangue. Il suo. Crollò sulle ginocchia, incapace di reggersi ancora in piedi e continuò ad osservare il sangue colare dal suo corpo. L'avrebbe guardato per sempre.


Ai giorni nostri:


«Sicuro che verrà?» Chiese, Naruto, per la centesima volta; leggermente preoccupato. Aveva già contattato Asuma, mentre Hinata aveva chiamato Kurenai, ed entrambi si erano dimostrati felicissimi di partecipare a tale progetto, complimentandosi con loro ed aspettando con ansia l'uscita del primo volume. Ma questo Kakashi? Avrebbe accettato? Avrebbe dato il suo consenso?. Era pieno di dubbi.

«Ne sono certo! Quello non rifiuta mai un mio invito» Rispose stizzito; odiava Kakashi, era l'essere più appiccicoso e cretino, no forse Naruto era più cretino, sulla faccia della terra. E aveva deciso di diventare la sua cozza.

«IL MIO PUPILLO!» Ululò qualcuno, fiondandosi tra le braccia di Sasuke e stringendolo in una morsa ferrea. Adorava far arrabbiare l'Uchiha.

Naruto per poco non sputò il caffè che stava sorseggiando alla vista dell'uomo, di forse qualche anno più grande di lui, con una mascherina medica sul viso, i capelli argentei scompigliati verso l'alto ed un paio di occhiali da sole, strusciarsi su Sasuke come un gatto e ripetere le parole “cosa ti serve, mio allievo prediletto?”. Era dannatamente assurdo!

«KAKASHI!» Ringhiò il corvino, staccandoselo di dosso e sbattendolo sulla sedia accanto, incrociando le braccia al petto e sbuffando incazzato, mentre gli scoccava un'occhiataccia di puro odio.

«Mostro senza cuore! E pensare che ti voglio così bene» Affermò, recitando la parte dell'offeso, e tentando di abbracciarlo un'altra volta.

Sasuke si alzò fulmineo dalla sedia e disse al suo professore, in tono duro che non ammetteva repliche, «Parla con lui e di sì. Io devo lavorare».

Kakashi si sedette composto e disse «Oh, allora: Sasuke caro, mi porti un tè freddo».

«PRENDITELO DA SOLO!» Gli urlò contro allontanandosi, mentre una vena cominciava a pulsare pericolosamente sulla sua fronte alla parola “caro”. Che aveva fatto di male per meritarsi quel... Quel.... Quel rompi coglioni?!.

«Quel ragazzo è proprio scorbutico -Affermò ilare, voltandosi verso il biondo- Tu chi sei?» Domandò curioso. Era raro, rarissimo, quasi del tutto impossibile che Sasuke gli presentasse qualcuno.

L'uomo si alzò in piedi ed allungò una mano verso l'altro «Mi scusi, sono Naruto Uzumaki, è un piacere conoscerla».

Kakashi la strinse e rispose «Kakashi Hakate. Piacere mio -Poi aggiunse, con il solito tono strafottente, proprio mentre Naruto beveva un altro sorso di caffè- Sei il suo fidanzato?» E si spostò leggermente di lato, già sapendo cosa sarebbe accaduto.

A quella domanda, Uzumaki, sputò tutto ciò che aveva in bocca; tossendo rumorosamente «N-no -Rispose rauco- NO!» Ribadì alzando la voce.

«Oh scusa. -In realtà non era per niente dispiaciuto- Lavori con lui?» Chiese ancora, asciugando con un tovagliolo il casino che aveva combinato quel ragazzo, ringraziando mentalmente Sasuke; quel giorno gli serviva una distrazione e lui gliel'aveva offerta su un piatto d'argento.

Naruto sospirò, stavano divagando troppo, «Sì e no. Sono un mangaka e Sasuke mi sta dando una mano» Chiarì.

«Un mangaka? -Ripeté stupito l'uomo- E per quale motivo un mangaka ha chiesto di vedermi? Sì, è vero che insegno pittura, ma non abbiamo molto in comune io e te» Esclamò, con un'alzata di spalle.

«Ecco... Mi serve un sensei e Sasuke ha pensato che lei fosse adatto» Cercò di spiegarsi, grattandosi la testa imbarazzato, le parole non erano il suo forte.

«Del tu. Dammi del tu. -Disse lui- Un sensei? E per cosa? Imparare a disegnare?» Chiese poi con una risata. Credo che Sasuke mi ucciderà, gli sto offendendo il futuro fidanzato... Pensò divertito, avvertendo lo sguardo tagliente dell'Uchiha dietro le sue spalle, anche se erano a metri e metri di distanza.

Naruto mosse la mani in segno di diniego, quasi istericamente, «No. No. No. Mi sono spiegato male. In verità... Sto... Creando un manga -Si abbassò tirando fuori dalla sua tracolla una cartellina e mostrò le tavole che aveva disegnato fino a quel momento- e uso personaggi reali, prendo ispirazione da loro, ma mi manca un sensei per questo team -indicò la tavola con su disegnati tre ragazzini di tredici anni- il team 7, composto da Sakura Haruno, che è una delle mie assistenti. Sasuke Uchiha, che beh... Potremo dire che anche lui è un mio assistente e da... Ecco Naruto Uzumaki. -finì imbarazzato, per poi spiegarsi rapidamente- Non è stata un'idea mia, non volevo inserirmi per niente, ma il teme... Cioè Sasuke ha creato una storia dall'inizio alla fine e mi ha praticamente imposto di essere il protagonista. Non l'ho fatto per manie di grandezza» Si spiegò, mettendo un broncio sul viso, non gli piaceva quell'idea; non amava stare al centro dell'attenzione. Ma Sasuke l'aveva praticamente costretto, anzi aveva disegnato lui stesso Naruto Uzumaki.

Sembra Obito... Pensò Kakashi, divenendo scuro in volto. Poi tentò di tornare in sé e disse «Ok. Ma solo perché il mio pupillo ti ama -Un ringhio lontano sovrastò quell'ultima parola- e ad una condizione».

Naruto sbatté le palpebre, confuso «Che condizione?» Domandò leggermente preoccupato. Oddio, non vorrà mica una percentuale?.

«Obito» Riferì serio, stupendo completamente Naruto di quell'improvviso cambiamento.

«Cosa...?» Domandò il biondo.

Kakashi si posò una mano sotto il mento, spostando la testa verso destra e sospirò «Obito è... Era... Il mio fi... Migliore amico. -si corresse con un sussurro- Lui e Rin, sono sempre stati la mia famiglia, ma ormai è andata completamenti in pezzi. -Per colpa mia- Vorrei, rivederci insieme, anche solo su carta. Anche solo su un piccolo riquadro mi basterebbe. -Voglio rivederlo vivo- Almeno questo» Concluse continuando a guardare un punto fisso alla sua destra, perso nei suoi pensieri.

Naruto si morse il labbro inferiore, colpito da quel tono, non credeva che un uomo così... Folle, divertente e un po' stupido potesse aver provato tutto il dolore che traspariva da quelle poche parole «Puoi descrivermi Obito e Rin?» Chiese sorridendogli ed estraendo un nuovo foglio di carta.

Kakashi annuì, tornando di buon umore. Fu così che, insieme, disegnarono il team di Minato Namikaze, creando la loro storia.

Peccato che, in futuro, quando Naruto informò Kakashi della decisione di far divenire Obito l'antagonista principale, sotto suggerimento di Sasuke, rischiò quasi lo strangolamento.


Era stravolto, si trascinava verso il suo appartamento con gli occhi socchiusi; voleva sprofondare nel letto e andare in coma.

«È andata bene, no?» Lo riscosse, la voce calma e profonda di Sasuke, che aveva deciso di accompagnarlo fino a casa vista l'ora tarda. Più passava il tempo, più diventava protettivo nei suoi confronti.

«Sì. -Biascicò Naruto- Ma sono distrutto Kaka-sensei parla un casino» Si lamentò poggiando la testa sullo stipite della porta. Era finalmente arrivato. Casa, dolce, casa... Si disse sorridendo e pregustando già la morbidezza del materasso sotto la sua schiena dolente.

«Anche troppo per i miei gusti. -Rispose duro Sasuke, osservando attentamente l'altro che stava quasi per svenire dal sonno- Meglio che vada, sei uno straccio. Riposati, domani abbiamo da fare» Riferì. Finirà per ammalarsi se continua così: non dorme, mangia solo ramen e beve solo caffè. Mi morirà davanti... Si disse preoccupato. Fin troppo in ansia.

Naruto si voltò verso di lui, gli sorrise sincero e disse con un leggero mormorio «Grazie 'Suke, te l'ho già detto che mi hai salvato la vita?» Rise inclinando la testa d'un lato e poggiando la schiena alla porta.

È stupendo... Pensò, Sasuke, deglutendo sonoramente, poi spinto da una forza invisibile, posò le mani ai lati del suo viso, sul freddo legno. Si sporse verso di lui, prendendolo di sorpresa e vedendolo sgranare gli occhi, mormorando a fior di labbra «Usuratonkachi... Posso baciarti?». Nemmeno gli diede il tempo di rispondere che unì le loro bocche in un lieve contatto, leggero e prolungato.

No! Non va bene, non va bene, non va per niente bene!... Si ripeté ancora una volta Naruto, nel panico; poi però, troppo stanco per obiettare, chiuse gli occhi ed assaporò quel momento. In fondo, un solo, misero e stupido bacio che conseguenze poteva portare?.

   
 
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