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Autore: AxXx    03/03/2013    1 recensioni
Sono passati venticinque anni dalla sconfitta dei razziatori e la galassia è tornata ad una parvenza di pace.
Ma questa parvenza è destinata a non durare: alcune scelte del comandante non sono state apprezzate da tutti e una nuova guerra sembra essere alle porte, tanto violenta che potrebbe sovvertire l'ordine galattico.
Il Comandante Shepard e sua moglie Miranda Lawson sono scomparsi senza lasciare traccia e toccherà ai loro figli Kaidan ed Allison ritrovarli ed evitare una guerra su scala galattica.
Alleati vecchi e nuovi, sorprese e pericoli in una galassia nel caos che cerca di risollevarsi da una guerra sanguinosa.
[La storia è vista dal punto di vista di Allison, la figlia.]
(La storia ha ricevuto varie modifiche e correzioni)
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo
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                                   Shepard scomparso

 

 

 

 

 

 

 

Il gruppo di persone ci stava osservando.

Era davvero inquietante avere così tante persone che ti fissavano in maniera così intensa.

Sembravano tutti in attesa di una risposta ad una domanda che non mi avevano nemmeno fatto e questo non fece altro che accentuare il mio nervosismo.

"Ben arrivato capitano... anche a te, Allison, vi prego di accomodarvi." Ci invitò mia nonna, capendo il motivo di quella improvvisa sospensione.

Dopo un attimo io ed il capitano ci sedemmo su due sedie davanti alla scrivania, sempre sotto gli occhi di tutti i presenti.

"Bene, ora che ci siamo tutti... possiamo cominciare la nostra 'riunione privata'." Disse il consigliere turian seccato, sembrava incredibilmente poco contento di trovarsi in quella situazione.

"Che succede? Perché siamo qui?" Chiese perplessa, al contrario del capitano che sembrava molto più informato di me.

Mia nonna si voltò verso di me con uno sguardo eloquente per alcuni secondi..

"Quello che ti sto per chiedere potrebbe essere molto difficile per te, ma devo dirti una cosa." Disse alzandosi e sospirando con lo sguardo rattristato.

Ci fu una pausa incredibilmente lunga, mentre sentivo in me la tensione che cresceva: non osavo immaginare cosa volesse dirmi, ma doveva essere davvero importante dato il gran numero di persone presenti, soprattutto a causa del fatto che fossero tutti di specie diverse.

"Tuo padre e tua madre sono scomparsi ventiquattro ore fa, lasciando un unica comunicazione criptata prima di sparire nel nulla." Disse infine tornando verso di me intrecciando le dita davanti al viso.

"NO!" Urlai senza riflettere, sconvolta dalla notizia: mio padre era un soldato troppo esperto per sparire così senza lasciare traccia.

Ero talmente preoccupata che persi per un attimo il controllo del mio corpo ed una lacrima mi attraversò la guancia sinistra.

Solo quando mia nonna mi posò una mano sulla spalla riuscii a riprendere parzialmente il controllo di me.

"Ho detto 'scomparsi', non 'morti'." Disse cercando di rassicurarmi.

Io mi ricomposi, mentre lei prendeva un terminale portatile e lo portava davanti a me.

"Tuo padre ha lasciato un unico messaggio criptato che abbiamo salvato su questo terminale, non siamo riusciti a decriptarlo, forse tu sai come farlo." Spiegò accendendolo.

 

Io rimasi a fissare lo schermo arancione che mostrava il viso di mio padre bloccato nella registrazione, con sopra la richiesta di una passworld.

Cercavo in tutti i modi di farmi venire qualcosa in mente per sbloccare quel messaggio, ma avevo la mente così affollata da altri pensieri che non seppi cosa fare.

Avevo paura di perdere la mia famiglia.

Per me era tutto e non sapevo come aiutare per ritrovarli.

Alla fine, nonostante il vuoto che aveva in testa, decisi di provare a digitare qualcosa sullo schermo.

Appena la mia mano toccò lo schermo, quello si illuminò e sullo spazio della passworld apparvero automaticamente dieci asterischi, come se il mio contatto avesse attivato delle funzioni secondarie del programma.

Subito dopo che la parola d'ordine fu completa apparve un'altra schermata con su scritto: "DNA di Allison Shepard confermato, apertura messaggio in corso." E, dopo pochi attimi, apparve anche il volto di mio padre.

Riconoscevo il luogo: era la sua cabina personale della Normandy, di cui si vedevano la scrivania e parte della collezione di modellini di papà.

Lui sembrava preoccupato ed il suo volto faceva trasparire tristezza.

"Questo messaggio è stato registrato usando una tecnologia di riconoscimento del DNA tramite un collegamento con il factotum della persone, quindi, se state ascoltando questo messaggio, significa che mia figlia è con voi e mi sta ascoltando... ed io potrei essere morto." Iniziò lui, facendomi subito andare nel panico.

Mia nonna mi pose una mano sulla spalle, mentre tutti i presenti si erano portati dalla mia parte dello schermo per ascoltare il messaggio.

"Allison, prima di tutto, sappi che io e tua madre non volevamo abbandonare te e tuo fratello, sei sempre stata la migliore figlia del mondo e siamo fieri di come sei cresciuta e delle tue scelte: non ci hai mai fatto pesare il fatto he non sei venuta al mondo in modo naturale e non hai lasciato che le diversità ti abbattessero... voglio che tu lo sappia." Disse con un sorriso ed io, d'istinto, non potei fare a meno di sorridere a mia volta: non avrei mai potuto essere così crudele da fagli pesare quelle cose, non mi interessava il modo in cui ero venuta al mondo.

"Ora, ascolta, Ally, questo messaggio è importante: non vorrei dare questa responsabilità proprio a te, ma non mi fiderei di nessun altro, quindi sono certo che le informazioni che sto per trasmettere saranno in mani sicure." Continuò, questa volta in modo nervoso e rapido.

"Riguardano le informazioni che ho preso su Tuchanka. È vero che dietro al sabotaggio ci sono i Salarian, ma ho riscontrato alcuni dati che mi hanno insospettito; dati che sembrano far capire che dietro l'attacco ci sia qualcosa di più grosso che coinvolgerebbe anche molte altre razze, o almeno, loro leader e rappresentanti." Disse con preoccupazione sempre più crescente per, poi, prendere una pausa e respirare a fondo.

"Quello che sta succedendo, in parte, è anche colpa mia. Vorrei sbagliarmi, ma temo di aver lasciato che troppi facessero ciò che volevano. Ho sempre cercato di fare il bene di tutti, ma non ho badato alle conseguenze delle mia parole e delle mie azioni ed ora c'è il rischio che la galassia ne paghi il prezzo." La voce di mio padre era triste, tanto che sembrava rassegnato.

"Figli miei... non vorrei mettere sulle vostre spalle il peso dei miei errori, ma non saprei di chi fidarmi... quindi... se questo messaggio vi è arrivato fate di tutto per fermare ciò che sta accadendo, perché, se succederà ciò che temo, la minaccia sarà peggiore dei razziatori. Se intendete andare a fondo... su Tuchanka... ci saranno le risposte." Concluse mio padre con un sospiro, concludendo la registrazione.

Ero talmente sconvolta che mi ero dimenticata della presenza degli altri.

"Ally, calmati..." Disse mia nonna. Solo allora compresi che stavo tremando, probabilmente per la tensione.

Non ero l'unica, tuttavia, ad essere nervosa: il consigliere turian marciava avanti e indietro con aria pensierosa.

"Dobbiamo fare qualcosa! Se davvero c'è qualcosa di grosso in ballo, dobbiamo radunare le flotte e preparare le armate... consigliere Bakara: mandi un messaggio ad Urdnot Wrex e dica quello che deve preparare i clan ad una possibile guerra."

"Si calmi, consigliere. Non abbiamo idea di cosa sia il pericolo; non possiamo sparare alla cieca contro tutto ciò che appare." Rispose la Krogan con calma.

"Non sto dicendo che dobbiamo sparare su tutto, ma di prepararci ad un attacco: se davvero c'è una minaccia che supera i razziatori, dobbiamo preparare le nostre forze." Rispose il turian.

"Quali forze? Le devo forse ricordare che non abbiamo nemmeno forze sufficienti per difendere la fascia?" Chiese con una punta di amarezza Tali.

A quelle parole il consigliere Sparatus si zittì di colpo, lasciando gli altri a consultarsi.

"Un momento! I miei genitori? Che ne sarà di loro?" Chiesi in apprensione per la loro sorte.

"È per questo che tu ed il capitano Resser siete qui." Disse mia nonna sedendosi di nuovo. "Sospettavamo che Nathan ci avesse abbandonati per una buona ragione: ecco perché, mentre venivate qui, ho inviato una comunicazione privata al capitano per chiedergli se fosse disposto ad indagare più a fondo sulla scomparsa di tuo padre,insieme a te, ovviamente." Disse con tono calmo.

"Cosa? E perché proprio noi?" Chiesi stupita; avrebbero potuto mandare soldati con maggiore esperienza o anche uno spettro.

"Per vari motivi." Rispose il capitano. "Innanzi tutto per il fatto che il consiglio non ha spettri disponibili: tutti sono impegnati in missioni a lungo termine. Poi la nostra nave è una fregata invisibile, quindi la più consona ad una missioni nello spazio ostile, infne, credo che vogliano la tua presenza per evitare che il capitano Shepard abbia un atteggiamento ostile."

"C'è anche un'altra ragione." Aggiunse mia nonna subito. "Questo messaggio si è aperto solo interfacciandosi direttamente al TUO factotum: se Nathan avesse lasciato altri messaggio criptati come quello? Non possiamo rischiare."

Io alzai il braccio, rendendomi solo in quel momento che il factotum si era acceso da solo creando un collegamento diretto con il terminale.

"Quindi devo andare anche io?" Chiesi nervosa.

"Solo se vuoi tu, se no, sarai assegnata ad un'altra unità e questa missione sarà lasciata ai membri della Skybreak." Rispose Tali incrociando le braccia.

Avrei dovuto pensarci, ma come si poteva davvero 'pensare' in una situazione simile? La mia famiglia rischiava di sparire per sempre e, anche se mi fossi rifiutata, sulla nave c'era ancora mio fratello e, senza dubbio, lui avrebbe accettato.

 

La scelta era una sola.


"Andrò... non posso abbandonare i miei genitori." Dissi dopo una breve pausa.

Tutti sembrarono sollevati dalla mia scelta e l'Hanar, che fino a quel momento era stato in silenzio, disse: "Siamo lieti questa sia la tua scelta, era d'uopo che tu ti unissi a questa missione, ecco perché io e le altre specie della cittadella daremo un nostro contributo che, mi auguro, accetterete."

"Un contributo?" Chiese il capitano perplesso.

"In accordo con il consigliere Hannah Shepard abbiamo deciso di integrare nell'equipaggio della nave alcuni specialisti delle nostre specie." Spiegò l'alieno. "Waltoo è un medico e scienziato Hanar: potrebbe esservi utile, Tart Utiol è un tecnico Volus molto abile, infine Kator è un guerriero Elcor, potrebbero esservi utili."

"Non solo, avrete bisogno di altri: il maggiore Kirrahe potrebbe essere disponibile: vive sotto scorta armata qui sulla cittadella, tutavia potrebbe esservi utile." Aggiunse il consigliere salarian.

"Non vedo perché dovremmo rifiutare, c'è altro?" Chiese il capitano incrociando le braccia.

"Sì, sulla cittadella c'è anche un Drell che vive nell'ammasso Zakera: lavora come consulente nell'SSC, ma ha avuto un addestramento da Assassino: potrebbe essere utile, pur avendo più di quarant'anni." Spiegò mia nonna.

"Come si chiama?" Chiesi.

"Kolyat Krios, anche suo padre era un assassino e lavorava insieme a Shepard... venticinque anni fa Thane mi salvò la vita... perdendo la sua." Spiegò il consigliere Salarian voltandosi verso il presidium. Sembrava in imbarazzo.

"Comunque sia, non l'abbiamo ancora contattato, dato che dovremmo preparare la nave per il viaggio, e ci vorranno almeno un paio d'ore, potreste andare voi a parlare con lui." Propose mia nonna, mentre tutti i consiglieri e gli ambascatori discutevano alcuni dettagli.

 

Appena uscimmo mi misi una mano sulla testa sconvolta e vagamente stanca: benché cercassi di mantenere la calma ero assalita da orribili visioni della morte dei miei genitori.

"Calmati, Shepard, i tuoi genitori staranno bene. Li toveremo." Disse il capitano.

"Lo so, solo... spero che non succeda davvero qualcosa di terribile: cosa potrebbe esserci di più pericoloso dei razziatori?" Chiesi preoccupata.

"Io spero solo che il capitano stia esagerando: non saremo mai in grado di reagire ad un tale pericolo."

 

Prendemmo un trasporto per raggiungere l'ammasso Zakera e ci trovammo davanti alla porta di un appartamento medio su uno delle decine di grattacieli della cittadella. Io premetti il citofono e, dopo pochi secondi, dall'altra parte giunse una voce aspra.

"Chi è?"

"Cerchiamo Kolyat Krios, sono il capitano Resser, marina dell'alleanza." Disse il mio superiore con tono formale.

La porta si aprì con un fruscio, facendoci entrare in un appartamento di media grandezza, le finestre affacciate sul grosso dell'ammasso Zakera.

Il Drell era verde scuro, con una macchia scura sulla fronte e gli occhi di un nero uniforme e profondo, tipico della sua razza.

Indossava uno strano vestito, simile ad un impermeabile nero e abiti comuni alla sua razza.

"Capitano... a cosa debbo l'onore della vostra visita?" Chiese il Drell sedendosi sul divano afferrando un contenitore di liquido dal colore luminoso.

"Sono qui per proporti di venire con noi: abbiamo una missione e ci servono persone che sanno combattere, indipendentemente dalla razza di provenienza." Spiegò Resser, mentre io mi guardavo intorno cercando di memorizzare tutti i particolari possibili.

"Onorato di essere considerato tale, ma io non sono un mercenario, sono solo un consulente dell'SSC." Spiegò Kolyat sporgendosi verso il capitano unendo le mani soto il mento.

"Ma sappiamo anche che tu hai ricevuto un addestramento da assassino... la nostra missione potrebbe giovare della tua presenza." Aggiunse l'umano.

"Spiacente, ma non posso aiutarvi." Disse l'altro con calma.

"Cosa vuoi? Crediti? Possiamo pagarti, se è quello che vuoi." Dissi il capitano in tono più aggressivo.

"Vi ho detto che non sono un mercenario! Solo non posso aiutarvi: l'ultima volta che ho usato le mia capacità ho combinato una cazzata pazzesca, ho promesso che non avrei più usato le mia abilità da assassino." Disse il Drell con altrettanta veemenza.

Io lo osservai un attimo prima di avvicinarmi a lui.

"Lo capiamo che tu abbia fatto una promessa, c'è in gioco l'intera galassia: il capitano Shepard è sparito e noi dobbiamo trovarlo..."

A quelle parole il Drell mi interruppe e mi scrutò con attenzione fino a farmi venire la pelle d'oca, poi, senza quasi preavviso, iniziò a parlare: "Tengo l'ostaggio tra me ed il comandante, insulto mio padre, mentre gli agenti dell'SSC mi tengono sotto tiro. Per un attimo i nostri occhi si incrociarno poi un colpo di pistola rimbomba nella stanza, me esso non è diretto a me e colpisce una lampada accanto a me, mi volto un atimo poi: dolore e stupore. Il comandante mi colpisce allontanando l'ostaggio da me, ma non mi uccide. Mio padre si avvicina a me con sguardo triste: vuole dirmi qualcosa." Dopodiché scosse la testa come se fosse confuso.

"Cosa ti è successo...?" Chiesi perplessa ed anche un po' turbata da quella strana reazione.

"Nulla... così dite che cercate il comandante Shepard?" Chiese il Drell.

"Capitano, prego, comunque sì, cerchiamo mio padre..." Spiegai con calma.

Kolyat incrociò le braccia ed abbassò la testa con aria pensierosa, poi tornò ad osservarmi.

"Datemi qualche minuto per prepararmi..." Disse andando in una stanza adiacente.

 

Qualche ora dopo stavamo raggiungendo la nostra nave insieme al Drell che portava con se un borsone ed una valigia contenente un fucile di precisione ed un mitra.

Il ponte era affollato: oltre all'Hanar, il Volus e l'Elcor, c'erano anche i due turian.

"Sergente Octus, soldato Kara. Cosa ci fate qui? Non dovevate essere assegnati su un'altra nave?" Chiese il capitano.

"Sissignore, infatti siamo stati assegnati alla vostra: abbiamo ricevuto dal comando superiore l'ordine di trasferirci sulla vostra nave e seguire i suoi ordini." Spiegò il turian in tono marziale.

"Allora, benvenuti a bordo." Disse il capitano stringendo la mano al sergente.

Mentre lui parlava osservai gli altri nuovi arrivati: il Volus era simile a tutti gli altri della sua specie, anche se la sua armatura appariva molto spessa, l'Hanar invece era di colore viola-rosa con delle striature blu, mentre usava i tentacoli per trasportare dei materiali a bordo.

Accanto c'era un salarian in armatura leggera nera: il maggiore Kirrahe.

Il più impressionante di tutti, però, era senza dubbio l'Elcor: oltre ad apparire più massiccio degli altri della sua specie, indossava un enorme corazza blu che lo copriva quasi totalmente e sulla schiena, la corazza presentava quella che sembrava la base di una piattaforma mobile, sulla quale doveva essere piazzata un arma davvero pesante, viste le dimensioni del punto di appoggio.

"Bene, dovremmo partire tra pochi minuti, Kaidan, pronto?" Chiese il capitano all'auricolare.

"Sissignore, questa storia è davvero incredibile, ma non deve temere, non mi tirerò certo indietro." Rispose mio fratello deciso.

"Manca ancora qualcuno..." Disse una voce rauca e profonda alle nostre spalle.

Ketar stava avanzando con passo fermo verso di noi con una borsa in spalla.

"Tu che ci fai qui!?" Chiese aggressivo il capitano.

"Sono con voi, dovevo essere messo sotto scorta armata, ma sinceramente, non avrei potuto dare una mano alla mia gente stando qui ad ingrassare, quindi ho pensato di unirmi a voi, quando uno del vostro equipaggio sulla banchina ha parlato di una 'Missione segreta' per conto del consiglio." Spiegò il batarian stranamente tranquillo.

"No! Non puoi... non sono intenzionato a portarti con me..." Disse il capitano perentorio.

"Avrete bisogno di me, sono molto abile e voi state facendo qualcosa che potrebbe mettermi in luce con il consiglio, se la missione va a buon fine... e se sapessero che vi ha partecipato un batarian." Disse sicuro l'alieno guardandolo negli occhi.

Il capitano sostenne lo sguardo con determinazione prima di rispondere: "Sappi che non mi fido di te e ti sparerò se cerchi di fregarci, ma per ora puoi venire. Attento a te."

Ketar si limitò ad alzare le spalle e dire: "L'accoglienza migliore che potessi sperare."

 

Appena salii sulla nave il capitano mi prese da parte.

"Ho una notizia anche per te, Shepard: dal comando è appena arrivata una comunicazione: ho fatto una richiesta di aumento di grado nei tuoi confronti. È stata accettatae ti hanno ominata caporale." Spiegò in tono più conciliante.

"Io... mmmm... io sono onorata, ma perché ha richiesto una promozione per me? Sono qui solo da poche settimane." Chiesi stupita.

"Certo, ma preferisco che tu sia un graduato, in modo da averne due che guidano due squadre differenti: te e Alissa, ufficialmente i membri dell'equipaggio delle altre razze sono soldati semplici." Spiegò il capitano.

"D'accordo signore, cercherò di non deluderla." Risposi, onorata.

"Molto bene. Tra poco partiremo per la stazione di ricerca Castle, sotto la direzione dell'Archengel." Disse il capitano dirigendosi verso l'ascensore.

A quelle parole sussultai: "Perché proprio là? Non andavamo su Tuchanka?"

"No, l'alleanza ha affermato che, poche ore dopo la sua sparizione la Normandyavesse fatto tappa presso la stazione: il capitano Shepard doveva parlare con la direttice dell'Archangel, Oriana Lawson."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autore.

Rieccomi, dopo un po' di tempo dedicato alla correzione ed al cambiamento di trama, sono tornato più attivo che mai.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito fino ad adesso ed Altairah in particolare che ha avuto la pazienza di darmi qualche consiglio su come migliorare un po'.

Ho notato che sono un po' carente sulle recensione e sul successo, anche se speravo in un aflusso maggiore dopo le ultime modifiche, ma questa è la mia storia e non voglio cambiarla più di tanto.

Ora aggiungo che qualcuno vorrà uccidermi per aver messo a forza un numero spropositato di personaggi, ma anche questo è un dato che non mi preoccupa, anche perché ne dovranno arrivare altri ancora.

Infine voglio precisare che l'associazione Archengel sarebbe una sorta di 'neo-cerberus' fondata da Miranda e Oriana, ma sotto il controllo dell'alleanza (Chiamarla neo-cerberus, però, mi sembrava poco consono e ho preferito cambiargli nome.)

Vi prego di recensire un po' la storia, anche on commenti negative, se non ne avete di positivi, ma almeno dite che ne pensate.

AxXx  

  
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