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Autore: Harriett_    03/03/2013    7 recensioni
«Non voglio un amore come quello dei libri se non ci sei tu» disse Winter.
«Come puoi scegliere di regalare il paradiso al diavolo, sapendo che prima o poi ti trascinerà con sé all'inferno?» chiese Alex dopo un attimo di silenzio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1.

 


#Alex
 

Un sinonimo di scuola? Noia.
Lo scientifico, poi, lo è per eccellenza.
Non ci capisco niente, ci sono un sacco di materie strane, molte delle quali non sopporto. Non ho ancora capito perché ho scelto questa scuola e perché ci sono rimasto per ben quattro anni!
Anzi no, lo so: lo faccio per mia madre. Anche lei è stata allo scientifico, come sua madre prima di lei e sua nonna prima ancora.
Alla fine della terza media non avevo idea di quale scuola scegliere, poiché, al contrario di tutti i miei compagni di classe, non avevo la minima idea di quello che avrei voluto fare, di chi sarei voluto diventare. E non lo so tuttora. Perciò, “una scuola vale l'altra”, avevo pensato. Beh mi sbagliavo. Questa fa schifo. Per non parlare di filosofia.
«Ragazzi, ora vi consegno una lista di libri di cui dovete sceglierne uno e leggerlo entro due mesi. Quando l'avrete finito, v’interrogherò su di esso!» la prof di filosofia interrompe i miei pensieri, e sposto il mio sguardo sul foglio che mi è appena stato posato sul banco. Non avevo mai sentito nessuno di quei titoli. Uno vale l'altro, penso. Oggi pomeriggio andrò in libreria e mi farò consigliare da qualcuno che ne sa più di me, tanto per non commettere lo stesso errore che ho fatto per la scuola.
La campanella finalmente suona e salva il mio umore ormai a terra lasciandomi uscire da quella classe di secchioni insopportabili e mi dirigo al solito punto di incontro mio e di Oliver per l'intervallo. Esco in corridoio mescolandomi tra la folla alla ricerca del mio amico. Lo vedo venirmi incontro e appena mi si avvicina gli dico: «Ti prego dì la prima cazzata che ti passa per la testa, ma fammi ridere».
Lui mi guarda male per poi mettersi a ridere e mi saluta nel nostro personale modo. Facciamo lo stesso gesto da quando siamo piccoli, è un nostro rito.
«La prof ci ha consigliato di leggere 50 sfumature di grigio, crede che parli di colori» risponde Oliver ridendo. La sua faccia è epica, come probabilmente anche la mia espressione.
«Questa è davvero bella!» rido per la prima volta in quella giornata. «A noi invece ha dato una lista di libri con dei titoli strani e sconosciuti di cui dobbiamo sceglierne uno, leggerlo e poi farci interrogare... che palle!». Sbuffo scompigliandomi i capelli.
Oliver scoppia a ridere «È andata meglio a te. Io devo pure farci una relazione sul libro!» continua. «Oggi vuoi venire da me?».
«Beh insomma! Il tuo libro sicuramente è meglio di quelli che ha dato la Heatwin a noi! E poi per te sarà facile... penso tu sappia più cose di quante ce ne siano scritte lì sopra!» dico ridendo. «Comunque non so se riesco, perché devo andare in biblioteca a cercare uno di questi libri. Se ce la faccio, aspettami verso le cinque».
«Amico, le sapresti anche tu se uscissi con qualche ragazza! Sei un tipo a posto, e le ammiratrici non ti mancano... E non sai quando mi assilla Katy, quella della mia classe...! >> risponde ridendo.
«Tanto non funzionerebbe, Oliver, lo sai anche tu. Sono uscito con una miriade di ragazze e non sono capace di tenermele.» dico abbassando lo sguardo.
«Le donne sono complicate» risponde con aria da saputello scuotendo il capo «ma troverai quella giusta, e un po’ di pratica non fa mai male!» conclude dandomi una pacca sulla spalla.
«Forse sono io quello ad essere sbagliato, non loro. Comunque grazie per l'appoggio, amico. Ora devo tornare in classe, o quella di Letteratura strippa. Ci vediamo dopo!» ci salutiamo sempre allo stesso modo e me ne torno in classe ad ascoltare un'altra pallosissima ora di lezione.
 
 
#Winter
 
Le versioni di latino sono da sempre le più temute dagli studenti. Questa cosa fu accuratamente dichiarata più e più volte da Mrs. White, la mia professoressa di Latino. La letteratura latina non è mai stata una delle mie materie preferite, ma riesco lo stesso ad andare bene.
Sfoglio velocemente il dizionario, alla ricerca di una parola a me sconosciuta. Questo è l'unico libro al mondo che detesto.
'Dal latino all'inglese', 'Dall'inglese al latino'. Un titolo peggiore non lo potevano trovare.
La campanella suona.
Rileggo velocemente la mia versione, sperando che abbia un senso logico e la consegno a Mrs. White. Mi avvio verso la porta, sapendo di trovare una rossa riccia lì ad aspettarmi.
«Beth, uccidimi, ora.» esordisco appoggiando la testa sulla spalla destra della mia migliore amica.
«A cosa devo questo grandissimo onore?» dice sorridendomi e spostandosi da un lato la folta chioma.
«Versione di latino» mormoro come una bambina circondando la sua vita con le braccia. Non avevo nessuna voglia di lasciarla.
«Oh povera cucciola!» dice facendo una voce tenera per poi tornare seria e guardarmi male. «Winny, seriamente, quando la smetterai di fare così? Tanto hai preso il massimo dei voti comunque, e lo sai» continua, puntando i suoi grandi occhioni verdi su di me.
«E tu quando la smetterai di chiamarmi Winny? Non sono Winny the pooh!» protesto come una bambina, di nuovo. «E comunque questa volta neanche una frase aveva un senso logico!» continuo mettendo il muso.
«Quello è Winnie, idiota!» dice facendo lo spelling del nome per farmi capire la differenza, poi ride «E comunque mai, mia piccola Pooh! Dai, Winny è così tenero! E non ci credo che nessuna frase avesse senso» ribatte.
«Punto primo: la pronuncia è uguale. Punto secondo: ho diciassette anni, era tenero quando ne avevo sei! Punto terzo: uscirà il diciannovesimo libro di Sparks a settembre!!>> esulto staccandomi da lei ed iniziando a saltellare sul posto. Mi guardo attorno e mi rendo conto che vari paia di occhi sono puntanti su di me. Forse ho alzato troppo la voce.
«Oh mio dio, ancora con Sparks? Penso che t’impacchetterò e ti spedirò da lui, così ti ricongiungerai col tuo vero amore e la finirai di rompere a me. E smettila di saltellare come una bambina!» mi rimprovera ridendo per poi prendermi per le braccia cercando di farmi fermare.
«Lo faresti davvero?» chiedo con occhi sognanti bloccandomi all’istante.
«Se mi dai il suo indirizzo, immediatamente» mi risponde ridendo.
«Ci sto lavorando» dico aggiungendomi alla sua risata.
«Perfetto! Oh, ehm, ti va di venire da me oggi pomeriggio?» mi domanda.
«Non posso, devo dare una mano mia madre in biblioteca e finire di leggere Amleto, mi dispiace» rispondo trascinandola alle macchinette, dove prendo una cioccolata calda come mio solito.
«Ah già, la biblioteca. Okay, non preoccuparti, però fammi un favore: ogni tanto esci a prendere un po' d'aria invece di stare sempre chiusa in camera tua a leggere! Amleto non scappa» mi dice.
«Amleto lo leggo in biblioteca, per inciso. E comunque se vuoi possiamo vederci domani, prometto che non leggerò nessun libro in tua presenza» rispondo bevendo la mia cioccolata.
«E se io avessi un ragazzo da farti conoscere…?» dice vaga.
«Gli unici ragazzi con cui vado d'accordo sono Sparks, Manzoni e Shakespeare» le faccio notare per poi buttare nel cestino il bicchiere ora vuoto.
«Beh mi dispiace per te, ma quelli sono vecchi, lontani e qualcuno pure morto!! Winter tu hai bisogno di un ragazzo vero, non dei tuoi autori preferiti o dei personaggi che trovi nei libri» mi rimprovera.
Perché non capisce?
«Beth, io e i ragazzi non andiamo d'accordo! Sono un vero impiastro con loro e... e non sono il loro ideale di fidanzata» ribatto appoggiandomi al muro del corridoio.
«Ti sbagli, ma va beh, lasciamo stare. Credo che dovresti comunque pensare di uscire con qualcuno. Gli ammiratori non ti mancano» mi fa notare. «Oh, la campanella è suonata, devo tornare in classe! Ci sentiamo nel pomeriggio... e tu pensa a quello che ti ho detto!» mi da un bacio sulla guancia e va via.
 
                                                                                                                                                                            ***
 
Esco da scuola cercando Beth, ma non la trovo. Probabilmente è in compagnia di qualche atletico giocatore di football. Rassegnata, mi dirigo verso la biblioteca sperando che mia madre mi abbia preso qualcosa da mangiare.
Dopo una decina di minuti, arrivo in biblioteca, e il classico suono del campanellino avverte mia madre della mia presenza.
«Ciao tesoro, ti ho preso il pranzo» mi saluta porgendomi una busta. Annuisco e prendo il sacchetto.
«A scuola è andata bene e devo finire il mio libro» rispondo anticipatamente alle domande che so che mi avrebbe fatto. «Mi trovi al solito posto, se hai bisogno» continuo prendendo 'Amleto' e, dopo averle sorriso, mi dirigo verso la stanza affianco. Cammino fino in fondo, dove ad aspettarmi c'è il solito morbido tappeto rosso disteso a terra. Appoggio lo zaino dove capita, mi sdraio sul tappeto e apro il libro iniziando a leggere.
 
 
#Alex
 
La giornata scolastica finisce e io sono il primo ad uscire dalla classe, come al solito, seguito dalle proteste della professoressa che mi urla di aspettare, a cui non do per niente ascolto.
"Ho bisogno d'aria", penso.
Esco dalla scuola e resto sorpreso nel trovare il cielo più grigio rispetto a quando ci sono entrato e un'aria pungente che mi fa venire un brivido lungo la schiena.
Che odio. E non siamo ancora in inverno! Rivoglio la mia estate.
Esco dal cancello della scuola e mi dirigo al ristorante vicino casa dove lavora mio padre, che appena entro mi accoglie con una pacca sulla spalla e mi indica un tavolo un po’ isolato su cui trovo un piatto di pasta fumante che aspetta solo di essere divorato dal sottoscritto.
Non fa domande, tanto conosce già le mie risposte.
"Com'è andata a scuola?" "Bene" "Che hai fatto?" "Niente". Solita storia.
Appena finisco di mangiare, gli comunico che devo andare in biblioteca per comprare un libro per scuola e che se finisco presto andrò da Oliver.
Lui annuisce, io esco dal ristorante e mi dirigo alla biblioteca più vicina che conosco. Con quest'arietta non ho voglia di camminare. Finalmente la trovo ed entro, facendo suonare la piccola campanella che segnala il mio arrivo.
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Spazio autrice.

Eccovi il primo capitolo della storia! 
Siamo contente che abbiate apprezzato il prologo e speriamo che vi sia piaciuto anche questo.
Non siamo ancora nella parte centrale della storia, ma già a partire dal prossimo capitolo ce ne sarà un accenno.
Per ora
 diteci le vostre impressioni sui personaggi e fateci sapere cosa ne pensate del capitolo!
È bello leggere le vostre recensioni :)
Al prossimo capitolo,
True e Fre.
   
 
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